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Billy Meier: il profeta degli extraterrestri

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2012 09:41
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18/01/2012 09:34
 
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COME CAMBIARE LA PROPRIA VITA SFRUTTANDO LA CREDULITA' DELLA GENTE

Nella maggior parte delle conferenze di ufologia o di altre manifestazioni similari avvenute nel corso degli ultimi quindici anni ci si è sempre trovati di fronte a domande e riferimenti relativi a colui che è diventato, anche grazie all’enorme quantità di “prove” che ha presentato, il più famoso tra i contattisti internazionali: lo svizzero Eduard “Billy” Meier.



L’aspetto che ha maggiormente sorpreso è stata l’ampia diffusione delle sue storie e, soprattutto, l’atto di fede che molti hanno fatto e tutt’ora fanno nei confronti delle sue incredibili dichiarazioni e delle discutibilissime “evidenze” che ha portato a supporto delle medesime. Tale situazione trova, comunque, una spiegazione nella forte connotazione spirituale e religiosa che Meier ha saputo dare ai suoi contatti, tanto da superare i limiti del movimento ufologico in senso stretto ed andare ad abbracciare settori ben più vasti, come quello spirituale e della “New Age”, sempre attuale, ma ancora più di moda nel corso degli ultimi anni. Un ulteriore elemento di relativa sorpresa è la marcata tendenza alla commercializzazione, del suo entourage o di altri personaggi che si sono “appropriati” della storia nel loro ambito territoriale, di tutto quanto può essere messo in vendita per ricavare un profitto: libri, opuscoli, fotografie,filmati, T-shirts, spille, gadgets vari. Per non parlare delle ripetute “donazioni” di cui sembra essere stato oggetto lo stesso Meier e, successivamente, l’organizzazione (F.I.G.U.) da lui costituita, una vera e propria “comune” dotata di proprie, ferree, regole.
La complessità e la considerevole vastità dell’argomento Meier mal si conciliano con lo spazio dedicabile ad un articolo che ha come obiettivo quello di fare un punto della situazione esaustivo ed aggiornato della questione. A questo proposito è preferibile fornire al lettore italiano una serie articolata di punti, rapidi e sintetici, che inquadrano al meglio gli aspetti più significativi o comunque esemplificativi dell’intera vicenda, quasi sempre conosciuta in modo molto approssimativo e quasi mai circostanziato. L’affare Meier ha vissuto e prosperato, soprattutto nel nostro paese, su questa mancanza di approfondimenti e sulla quasi totale mancata diffusione, al di fuori del circuito di alcune riviste specializzate straniere, delle ricerche indipendenti che hanno cercato di fare luce in proposito. Al contrario, hanno avuto diffusione articoli, libri e una videocassetta che hanno tracciato un ritratto agiografico e completamente acritico di Meier e delle sue dichiarazioni, più votate alla commercializzazione dell’argomento che ad una sua analisi investigativa.
Non avendo seguito direttamente il caso, se non recentemente e soprattutto nelle sue nuove diramazioni americane, questo articolo si basa necessariamente sulla combinazione di più fonti, praticamente tutte straniere e per buona parte caratterizzate da quell’impronta critica che è rimasta sconosciuta agli appassionati italiani in tutti questi anni.
Nel presentare i punti salienti della questione, veri e propri “flash” di facile comprensione ed assimilazione, si deve necessariamente dare per scontata una conoscenza minima dell’argomento: a questo proposito viene presentato un breve riassunto particolarmente sintetico, dei punti principali dell’intera vicenda, che vuole essere solo ed esclusivamente un promemoria preliminare. Per un approfondimento, rimandiamo all’edizione italiana del testo di Kinder [Kinder, 1987], pur avvertendo che si tratta di un testo commerciale palesemente a favore dell’intera vicenda e caratterizzato da una serie incredibile di omissioni di dati e circostanze.

LA STORIA DEL CONTATTISTA IN DUE PAROLE
Eduard Albert Meier, soprannominato “Billy”, nacque nel piccolo paese di Bulach, vicino a Zurigo, in Svizzera, il 3 Febbraio 1937. Ebbe una gioventù abbastanza travagliata (vedasi il paragrafo “Il Personaggio”) e trascorse dodici anni viaggiando attraverso quarantadue nazioni in Africa, Asia ed Europa. Mentre si trovava in India ebbe una serie di contatti con la cosmonauta pleiadiana Asket, producendo non poche fotografie di “dischi volanti”. Tornato in Svizzera nel 1970 con la propria moglie greca, nel dicembre 1973 si trasferì in una vecchia e modesta fattoria messagli a disposizione, a poco prezzo, dal comune di Hinwill, a circa mezz’ora di macchina da Zurigo. Nel corso di una delle riunioni del gruppo di metafisica da lui fondato sul finire del 1974 e composto da una decina di persone, Meier affermò di avere stabilito un contatto fisico, il 28 Gennaio 1975, con un gruppo di alieni provenienti dal sistema stellare conosciuto come “Pleiadi”, a circa cinquecento anni luce dalla Terra. La prima reazione da parte di buona parte dei membri del gruppo fu di stupore e di scetticismo, ma Meier incominciò presto ad esibire centinaia di fotografie particolarmente chiare delle astronavi pleiadiani, come prova della sua sincerità.
Il 28 Gennaio di quell’anno, raccontò Meier, si trovava in un prato a qualche chilometro da Hinwill: suo obiettivo era quello di riuscire a registrare le “voci dei defunti”, attività all’epoca particolarmente di moda nei circoli metapsichici. Improvvisamente sentì un suono pulsante: alzando lo sguardo verso la direzione da cui proveniva quel suono, vide un disco volante che stava scendendo “soavemente” su un prato a circa cento metri di distanza da lui. Incominciò a scattare diverse fotografie, quindi cercò di avvicinarsi, ma una forza od un “campo di forza” invisibile gli impedì di proseguire. Vide quindi scendere dal disco una figura umana che indossava una tuta grigia: si trattava di una donna di aspetto nordico, dai capelli rossi ed alta circa un metro e settanta centimetri, assolutamente umana, con l’unica differenza nei lobi delle orecchie, un poco più grandi del normale: ebbe così inizio il suo primo contatto fisico con Semjase. L’incontro non fu, comunque, casuale, in quanto fu la stessa Semjase a guidare Meier in quel posto per mezzo di un messaggio telepatico.
Con il tempo i racconti di Meier incontrarono sempre maggiore accettazione tra i membri del gruppo: quelli che, al contrario, non me erano convinti lo lasciarono presto. Il numero delle persone che visitavano il contattista e ne accettavano le storie continuò a crescere e quello che era sembrata essere una “semplice” serie di contatti iniziata nel gennaio 1975 si tramutò rapidamente in uno scenario molto più complesso e dettagliato, completato da connotazioni religiose e fortemente spirituali. Quest’ultime diventarono sempre più evidenti e forti, fino a sfociare nella cosiddetta “Talmud Jmmanuel”, il testo religioso di Meier presentato come un documento originale dell’antichità. Le sue storie e l’evidenza da lui portata a conforto delle stesse diventarono via via sempre più incredibili, fino a rasentare spesso il ridicolo.
Meier con gli anni creò una vera e propria comunità spirituale attorno a sè, gestendo una considerevole quantità di persone che, in tutto il mondo, lo considerano tutt’ora il portavoce degli extraterrestri, visti sempre come amici e protettori. Vari personaggi hanno creato un vero e proprio mercato di pubblicazioni, videocassette ed oggettistica varia basate sulle sue storie, mentre le conferenze ad esso dedicate, soprattutto negli Stati Uniti, trovano solitamente un buon riscontro di pubblico, ormai più interessato al messaggio spirituale di Eduard Meier che alla realtà delle sue foto e dei suoi filmati [Deardorff, 1985a].

IL PERSONAGGIO

· Meier è sempre stato un tipo un po’ “turbolento”: a quattordici anni il tribunale dei minori lo mandò al riformatorio di Albisbrunn per avere commesso piccoli furti durante le sue fughe da scuola. Lì trascorse tre anni, dopo di che le autorità lo riconsegnarono a suo padre: abbandonò, quindi, la scuola senza avere terminato l’insegnamento previsto. In un’altra occasione, insieme ad altri giovani, fu fermato dalla polizia per furto ed inviato al centro di detenzione preventiva di Aaburg, da cui fuggì per andarsi ad arruolare nella Legione Straniera. Ma anche qui durò poco: qualche mese prima di completare il suo addestramento, disertò e tornò in Svizzera, dove venne ricondotto ad Aaburg.

· Nel 1974 l’amico Jacobus Bertschinger gli imprestò dei soldi per un annuncio sulla rivista tedesca ESOTERA, con cui cercava persone interessate a fondare un gruppo di “metafisica”. A seguito di ciò una certa quantità di persone incominciò ad avvicinarsi a lui ed a frequentarlo: alla fine del 1974 il nuovo gruppo di metafisica poteva contare su dieci membri che si incontravano piuttosto frequentemente.

· Dal 28 Gennaio 1975 Meier incominciò a trascorrere ore nelle foreste vicine, lontano da tutti. Mostrò quindi le prime foto alla moglie e, in seguito, all’amico Bertschinger. Nel frattempo, probabilmente grazie anche alle foto, le visite dei curiosi e degli interessati si intensificarono ed a Dicembre l’appassionata di ufologia Ilse von Jacobi lo intervistò, dopo esserne venuta a conoscenza l’estate precedente da un bollettino di Monaco di Baviera. Nell’edizione dell’8 Luglio 1976, la rivista tedesca “Quick” (molto diffusa anche in Austria e Svizzera) pubblicò il suo articolo, che venne poi ripreso, in vari modi, da altre riviste europee, tra cui anche “Il Giornale dei Misteri” [von Jabobi, 1976]. Nell’inverno del 1976, l’ufologa svizzera Lou Zinstagg mandò alcune foto di Meier oltreoceano, a Wendelle C. Stevens, un appassionato di ufologia che conduceva qualche inchiesta sul campo per conto del gruppo americano A.P.R.O. Già nel 1976, comunque, Meier era personalmente attivo per presentare la propria vicenda, organizzando varie conferenze corredate da diapositive in varie località della Germania, tra cui una a Monaco (dove incontrò l’austriaco G.Moosbrugger).

· Una vicina di casa, Erika Kagi, dichiarò a proposito di Meier: “Aveva una fantasia eccezionale”. Un’altra vicina: “Meier vive nel modo che vuole e non si adatta allo stile di vita di nessun’altro” [Kinder, 1987]. In particolare, il vicinato e gli abitanti del paese lo ritengono un “mentitore” e si chiedono se tutti loro sono “... ciechi o stupidi per non vedere quello che vede lui”. Uno di loro affermò che “... era più veloce con una mano che altre persone con due” [Kinder, 1987].

· Meier manteneva la famiglia (moglie più tre bambini) con un sussidio di 700 franchi. Lui allevava polli e galline, lei vendeva le uova. Viveva in una casa modesta e vetusta, ma dopo l’inizio dei suoi contatti e la diffusione degli stessi, con conseguente “pellegrinaggio” di numerosissime persone da tutta Europa (e non solo), nel 1977 acquistò una nuova fattoria con un’estensione di terreno di ben venticinque ettari a Hinterschmidruti, dal valore stimato di circa 240.000 dollari. Grazie alle generose donazioni di chi lo seguiva, molti dei quali avevano una condizione economica più che buona ed arrivavano a trovarlo in Mercedes: tra le donazioni più cospicue figurerebbe anche quella di un tale Renato Ventura, che avrebbe contribuito con 10.000 franchi svizzeri. Basandosi sulla fattoria, che riuscì a sistemare in modo eccellente, due anni dopo fondò il “Semjase Silver Star Center” e cambiò il nome al precedente gruppo di metafisica, centro di raccolta di tutti i membri del suo entourage, in cui ognuno doveva donare tempo e lavoro (almeno un week-end al mese), oltre che denaro. Il nuovo nome fu F.I.G.U., acronimo tedesco che poteva essere tradotto come “Libera Comunità di Interessi per le Scienze Spirituali e di Frontiera e gli Studi Ufologici”. Si trattava di una vera e propria “comune” che si preoccupava anche di problemi relativi alla sovrappopolazione, alla lotta contro l’abuso sui minori, la protezione degli animali, i diritti umani e la lotta per la conservazione della fauna e della flora sul nostro pianeta. I membri del F.I.G.U . che volevano seguire la dottrina di Meier dovevano rinunciare alle proprie proprietà personali e pagare una somma di denaro.

· Meier è sempre stato presentato dai suoi sostenitori come un personaggio dotato di cultura elementare (spesso come un semplice “contadino”), indicando implicitamente una sua scarsa cultura: in realtà si tratta di un uomo intelligente che ha accesso e compra regolarmente libri e riviste su svariati argomenti, molte delle quali contengono proprio le informazioni che si possono trovare in molti suoi scritti.

· Parlare con Meier è sempre stato difficile, ma lo è diventato ancora di più negli ultimi anni, tanto che per avere tale, raro, onore bisogna pagare oppure prestare del lavoro all’interno della sua comune: le interviste da parte di giornalisti venivano fatte pagare 50 dollari, non molto per la verità [Triado, 1991]. Al contrario i membri del F.I.G.U. sono dispostissimi a ricevere i visitatori e vendere loro dalle foto ai libri, dalle spille alle T-Shirts [Gomez, 1992]: sono migliaia e migliaia le persone che si sono recate alla casa di Meier nel corso degli anni.

· Secondo alcuni sostenitori di Meier [Winters, 1992], l’uomo avrebbe subito più di un attentato alla propria incolumità personale da parte di “maniaci” e di altre persone che lo ritenevano una minaccia alle loro credenze: tali affermazioni non sono state, peraltro, ulteriormente circostanziate.

· Gli scritti di Meier ed i messaggi di Semjase sono stati ripresi, fatti propri e talvolta ampliati da numerosi gruppi “New Age” sparsi in tutto il mondo e, in particolare, negli Stati Uniti, assumendo connotati marcatamente spiritualisti se non addirittura religiosi.

[Modificato da Gabrjel 18/01/2012 09:41]
18/01/2012 09:36
 
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I CONTATTI



· Meier ebbe la sua prima esperienza all’età di cinque anni, il 2 giugno 1942, quando osservò, in compagnia di suo padre, un enorme disco metallico sopra la fattoria dei genitori, a Bulach: ne avrebbe dato notizia, per la prima volta, lui stesso in una rivistina ufologica pubblicata nel lontano 1956. Curiosamente, Meier riferì l’affermazione del padre secondo cui si sarebbe trattata “dell’ultima arma segreta di Hitler”, cosa molto strana, visto che all’epoca (1942) l’argomento non era ancora conosciuto e certamente non diffuso dalla propaganda nazista. Nel novembre di quello stesso anno sarebbe stato invitato da un “uomo vecchissimo” a fare un giro su una navicella a forma di pera [Lorenzen, 1979] [Stevens, 1977] [Meier, 1988]: da allora, comunque, incominciò ad avere dei contatti telepatici con un essere di nome Sfath. Nell’estate del 1944 ebbe un nuovo incontro fisico con tale essere, recandosi a bordo della sua astronave, su cui trascorse alcune ore a circa settanta chilometri di altezza. Il 3 Febbraio 1953 questo contatto cessò per sempre e venne sostituito da Asket, proveniente dall’universo DAL (un universo parallelo e gemello al nostro, quest’ultimo chiamato, invece, DERN). Da allora sarebbe rimasto in contatto regolare con gli extraterrestri, del tutto simili a noi in quanto entrambi abbiamo i medesimi antenati, con incontri ad undici anni di distanza l’uno dall’altro. In contraddizione aperta con quanto sopra, nel primo libro di GENESIS III [GENESIS, 1979] si afferma che Meier non era appassionato di Ufo e che la sua prima esperienza sarebbe stata quella del 28 gennaio 1975.

· Nel 1959 (secondo un’altra fonte nel 1955 [Stevens, 1989]) la prima foto: in bianco e nero, scattata sopra l’aeroporto di Zurigo in un tardo pomeriggio. Ritraeva cinque oggetti ovoidali luminosi e sarebbe stata effettuata in presenza di altri testimoni [Lorenzen, 1979].

· Asket ordinò a Meier di recarsi in oriente e là gli permise di fotografare la sua nave spaziale, vicino a Merhuali, in India: nella fotografia, una delle meno nitide tra quelle presentate da Meier, appare un oggetto discoidale con una piccola cupola nella parte superior [Noguez, 1994].

· Sempre a Merhuali, nel 1964, fotografò altri otto oggetti ovoidali. Ma non è finita: il quotidiano “Statesman” del 30 Settembre di quello stesso anno annunciò che “l’uomo dei dischi volanti se ne va da New Dehli”. Nell’articolo si riferiva che lo svizzero Eduard Meier affermava di avere visitato tre diversi pianeti a bordo di navi spaziali che aveva ripetutamente osservato e fotografato. L’autore dell’articolo riportava che durante l’intervista con Meier quest’ultimo esibì un album contenente un’ottantina di fotografie (anche se dichiarò di averne a disposizione più di quattrocento !), alcune delle quali venivano descritte minuziosamente. Qualche tempo dopo l’intervista, Meier fu espulso dal paese con l’accusa di vagabondaggio e per avere truffato degli incauti vendendo loro delle foto truccate di UFO, costruite con dei modelli. Sulla via del ritorno, in Turchia, ebbe un incidente stradale a bordo di un autobus, a causa del quale gli fu amputato un braccio [Noguez, 1994 ].

· Il 28 Gennaio 1975 Meier avrebbe avuto il suo primo incontro con Semjase e da lì sarebbe partita una lunga sequela di incontri ed una ancora più nutrita serie di fotografie, presentate a testimonianza delle sue dichiarazioni. Semjase aveva 344 anni ed il 5/12/1977 ebbe un incidente quasi mortale proprio a Hinterschmidruti: fu portata subito sul pianeta Erra per le cure mediche del caso ed il successivo periodo di riabilitazione. Tornò sulla Terra nel maggio 1978 ed ebbe contatti con Meier fino al 26/3/1981: da quella data e fino alla fine di Gennaio 1984 fu assente dal nostro pianeta a causa di altri impegni. Il 3/2/1984, giorno del compleanno di Billy, fu la data dell’ultimo incontro con Meier. Le conseguenze dell’incidente del 1977 produssero un collasso celebrale a Semjase nel Novembre di quello stesso anno, ragion per cui sarebbe stata portata da Asket, nell’universo DAL, dove fu curata. Suo padre, Ptaah disse che sarebbero stati necessari settanta anni affinchè potesse recuperare i suoi pieni poteri mentali, trascorrendo tale periodo nell’universo DAL: ciò avrebbe precluso qualsiasi forma di comunicazione con Meier, anche per via telepatica.

· Secondo Randolph Winters i contatti di Meier sarebbero terminati già nel 1978, dopo avere avuto una cadenza settimanale, ma i contatti si sarebbero sviluppati ben oltre tale data, fino ai giorni nostri, in forma telepatica. Si parla di un totale di oltre 250 contatti [C.S.G., 1996], ma non è chiaro se tale cifra include anche quelli telepatici: dal 1989 avrebbe almeno quattro contatti all’anno con Ptaah, uno dei capi supremi Pleiadiani. Un’altra fonte riferisce che tra il 28 Gennaio 1975 ed il 18 Agosto 1991 avrebbe avuto oltre settecento contatti, che sarebbero ulteriormente progrediti oltre tale data.

· Dal 1981 Meier non avrebbe più scattato alcuna foto. I suoi contatti avrebbero generato più di 1.800 pagine di “Note sui Contatti” [Winters, 1996], che, però, erano ben 10.000 solo due anni prima [Winters, 1992], scritte direttamente da Meier sulla propria macchina da scrivere subito dopo essere tornato dagli incontri con i suoi amici Pleiadiani. I temi principali di tali note sono la vita su altri mondi, la storia dell’uomo, la scienza dello spazio e dei viaggi nel tempo, la spiritualità ed altro ancora.

· Semjase, l’essere “pleiadiano” in contatto con Meier a partire dal 1975, sarebbe morta in un incidente occorso in un altro sistema solare [Stevens, 1989].

· Nel Febbraio 1995 i Pleiadiani hanno lasciato il nostro pianeta, in particolare la loro base sotterranea in Svizzera attiva fin dalla fine del 1600, e sono tornati sul loro, Erra, situato nel sistema di Taygeta. In tale occcasione avrebbero rivelato di non essere Pleiadiani, ma Pleiarani, da Plejos, il loro più importante condottiero. In ogni caso avrebbero aiutato Meier a smascherare tutti quegli individui che hanno dichiarato, fraudolentemente, di essere in contatto con loro, sia in forma fisica che spirituale. Nuovi contatti sono però ancora in corso da parte di un tale “Adrian”, che vive in Florida e che avrebbe incominciato ad avere contatti con un diverso gruppo di Pleidiani, indipendentemente da Meier, fin dal 1974 [Winters, 1996]. Chiaramente, questo nuovo personaggio ha presentato una cinquantina di foto a supporto delle sue storie, tutte ritraenti oggetti apparentemente metallici molto simili a quelli di Meier. Il caso è “sponsorizzato” da Randolph Winters, ma viene ritenuto un falso anche dalla maggior parte dei seguaci di Meier (problemi di “concorrenza” ?).

LE DICHIARAZIONI PIU’ INCREDIBILI

· Nel giustificare il perchè del fatto che solo Meier e non altre persone fossero in grado di vedere le astronavi, Semjase avrebbe spiegato a Meier medesimo che “loro” possono rendere visibili le loro navi anche in settori di osservazione molto stretti, in modo che tutti gli altri non siano in grado di percepirli [Deardorff, 1985].

· Il 6 Luglio 1977 Meier ebbe un contatto nei pressi della sua fattoria ed in quella occasione provò una “pistola a raggi” con la quale produsse un buco di circa venticinque centimetri di diametro nel tronco di un albero di mele [Deardorff, 1985].

· Il 18 Marzo 1978 Meier fece un viaggio nel tempo, nel futuro, andando a vedere le rovine di una San Francisco distrutta da un terribile terremoto. Scattò una foto di quanto vide, ma la stessa appare stranamente uguale ad un dipinto (che ritrae la medesima situazione) apparso sulla rivista GEO nel numero di settembre 1977 [Deardorff, 1985]. A fronte di questa palese contraffazione, Meier affermò che i Pleiadiani avevano inserito nella mente dell’artista di GEO una immagine reale del futuro che ci aspetta, proprio quella che lui era riuscito a fotografare. La cosa era, ovviamente, così assurda che lo stesso Meier riferì successivamente che la foto era misteriosamente sparita [Korff, 1995].

· Una forma di polmonite di Meier sarebbe stata parzialmente curata dagli extraterrestri durante uno dei suoi contatti, mentre in un altro caso alcune costole rotte sarebbero state guarite da una macchina presente sull’astronave di Semjease [Deardorff, 1985].

· Meier avrebbe incontrato Gesù Cristo, il quale lo avrebbe nominato suo tredicesimo apostolo in considerazione della sua intelligenza e delle sue qualità spirituali. Non solo: secondo il contattista ed i suoi seguaci, Gesù Cristo e Meier avrebbero molte cose in comune, tra cui anche la data di nascita. Sì, perchè Gesù sarebbe nato, in realtà, il 3 Febbraio, proprio come Meier. Visto che non è possibile provare la data esatta della nascita di Gesù, tutto diventa possibile ! Non solo: secondo le affermazioni più recenti dei suoi più accessi sostenitori, lui stesso è la reincarnazione di Gesù Cristo.

· L’affermazione che gli extraterrestri di Meier provengano dalle Pleiadi appare un poco strana, tenendo conto che si tratta di un ammasso stellare molto giovane, di appena qualche decina di milioni di anni di “anzianità” e, quindi, non ancora in grado di aver formato dei pianeti ed una relativa forma di civiltà avanzata.

· Talmud Immanuel è il nome della “Bibbia” di Meier, da lui presentata come l’ultimo vero testamento di Gesù Cristo, scritto dopo la sua crocifissione. Secondo il contattista, Gesù Cristo non sarebbe figlio di Dio, ma in realtà un pleiadiano, che sarebbe sopravvissuto alla crocifissione e, quindi, recatosi in India, dove sarebbe successivamente morto. In quest’ottica la Vergine Maria sarebbe stata ingravidata dall’arcangelo Gabriele, alias un altro pleiadiano mandato dal “capo” Plejos. Quest’ultimo voleva che Gesù diventasse il profeta in grado di proseguire i suoi insegnamenti all’umanità, così che lui potesse tornare nella sua casa natale nelle Pleiadi, a trascorrere i suoi ultimi anni. Di quest’opera è disponibile solo un testo in tedesco, dalla struttura stilistica spesso identica a quella dei messaggi di Semjase scritti dallo stesso Meier e contenente i medesimi errori di tedesco fatti da Meier, che lo svizzero dice di avere ricevuto nei primi anni settanta da un prete cattolico di nome “Rashid” che viveva a Baghdad e che sarebbe stato condotto, nel 1963, dai Pleiadiani in una località dove l’opera era rimasta sepolta per 2000 anni. Il prete avrebbe tradotto il testo dall’aramaico e quindi lo avrebbe mandato a Meier, perchè sapeva che era stato scelto dai Pleiadiani per divulgare i loro messaggi all’umanità, in modo da aiutarla nella sua evoluzione spirituale. Secondo Deardorff [Deardorff, 1996a] la Talmud Jimmauel (non Immanuel !) sarebbe stata trovata direttamente da Rashid e da Meier nel 1963 sotto forma di antichi rotoli in aramaico, racchiusi nella resina. Rashid sarebbe stato assassinato a Baghdad nel 1976, peraltro dopo varie vicissitudini. Al di là di problemi di collocazione e congruità temporale dei fatti, secondo Korff e molti altri, il Talmud Jmmanuel è un falso preparato da Meier medesimo [Korff, 1995]. Un altro indizio più che evidente: il testo che sarebbe tradotto da “Rashid” ed i resoconti dei contatti con Semjase sarebbero stati prodotti con la medesima macchina da scrivere, mentre interi passaggi sarebbero stati abbelliti o tratti direttamente da una normale versione luterana della Bibbia [Arends, 1976]. Sempre Deardorff ha affermato che c’è un completo ostracismo verso questo testo, in quanto in esso si dice che il Dio ebraico non era il vero Dio creatore, ma un essere proveniente dallo spazio [Deardorff, 1996a].

· Meier sarebbe stato scelto dai Pleiadiani per essere il profeta della “New Age” (nuova era) e guidare l’umanità verso l’anno 2000 ed oltre, salvandola e dirigendola verso un’esistenza spirituale più elevata. Molte sono le sue predizioni per il futuro, certamente non roseo, in quanto caratterizzato da disastri naturali, cambiamenti politici ed addirittura un regno di terrore lungo ventisette anni da parte di un Anticristo che si dichiarerà superiore a Dio.

· Meier in una occasione avrebbe viaggiato nello spazio in compagnia di Semjase per un periodo di cinque giorni. Visitò Venere e Mercurio, osservando quindi personalmente il rendez-vous tra l’Apollo 18 e la capsula sovietica Soyuz, il 17 Luglio 1975. In seguitò si recò su un’astronave madre pleiadiana, dove incontro Ptaah, padre di Semjase. Da qui andò alle Pleiadi ed all’universo DAL, visitando nuovi mondi e forme di vita aliena in vari stati di evoluzione. A testimonianza di questo incredibile viaggio Meier presentò una serie di foto, a suo dire prese dagli oblò dell’astronave su cui si trovava o inquadrando uno schermo televisivo piatto a colori. La maggior parte di queste foto sono rimaste inedite, in quanto sono state censurate dagli stessi sostenitori di Meier: l’assurdità del racconto e la palese natura delle foto stesse li ha indotti a tenerle in disparte per non rendere eccessivamente incredibile l’intera storia.

· Secondo Meier i cosiddetti “rapimenti alieni” sono veri e sono eseguiti dagli antropologi pleiadiani a fini di studio scientifici, anche se alcuni rapiti sarebbero morti durante tali esperimenti. Il contattista svizzero ha mostrato una grande flessibilità ed abilità nel conformarsi ed adattare a suo vantaggio argomenti di attualità nell’ambito ufologico, come appunto i rapimenti o i famosissimi “cerchi nel grano” inglesi.

LE FOTO


Una delle foto più classiche di Meier
(l'oggetto ripreso all'alba vicino ad
un albero, con i riflessi di luce su
di esso), mostra la presenza di un
probabile filo di sospensione proprio
in prossimità dell'oggetto.
[Fonte: Korff, 1995]



Anche qui è stata trovata la presenza
di quello che sembra essere un filo
proprio sopra l'oggetto fotografato.
[Fonte: Korff, 1995]



L'oggetto, come si vede dall'elavorazione,
è chiaramente davanti all'albero e, quindi,
molto vicino alla macchina fotografica.
[Fonte: Korff, 1995]



Le frecce indicano dei probabili fili che
sorreggono i modellini.
[Fonte: Korff, 1995]



Un'altra "astronave" fotografata da Meier:
a prima vista appare un modellino, la cui
possibile ricostruzione è stata proposta
dallo stesso K.Korff.


· Meier avrebbe prodotto la bellezza di 1.058 fotografie (oltre 1.200 secondo R.Winters, che, in un’altra occasione, parla di “1.300” [Winters, 1992]), tutte raccolte in un catalogo “ufficiale” (Verzeichnis) venduto dal “Semjase Silver Star Center” ai visitatori dello stesso. I libri di GENESIS III hanno pubblicato solo una parte di esse, mentre quelle troppo dubbie o non sufficientemente buone sono state accuratamente scartate. Una certa parte delle foto di Meier sono di cattiva qualità e su di esse non è possibile svolgere alcun tipo di analisi fotografica. Lo studioso americano Kal Korff durante la sua visita sotto altro nome al Semjase Silver Star Center di Meier ne acquistò 186, le migliori in termini di qualità e facenti parte di sequenze omogenee, alla “modica” cifra di 1.056 franchi svizzeri. Meier avrebbe girato anche dodici diversi filmati.

· Colman von Keviczky, un maggiore in pensione di origine ungherese, che lavorava come fotografo al dipartimento audio-visuale dell’ONU a New York e conosciuto come un acceso fautore dell’origine extraterrestre degli UFO, analizzò le foto di Meier dichiarando che si trattava di modelli di circa sessanta centimetri sospesi ad un filo. In particolare, nelle foto più conosciute, quelle con la presenza di alberi, disse che erano stati usati dei modelli di piccole dimensioni posti vicino ad alberelli od a modelli di alberi [Fernandez, 1992].

· K.Korff [Korff, 1981] ha fatto notare come molte foto mostrano oggetti a distanza e generalmente fuori fuoco. I sostenitori di Meier hanno dichiarato che la macchina fotografica era sempre settata sull’infinito e solo occasionalmente si agì sul fuoco manuale: curioso il fatto che le impostazioni di questa macchina non siano mai state toccate in tutti i contatti di Meier. In considerazione delle caratteristiche di profondità di campo di tutte le macchine fotografiche, ancora secondo Korff, tutti gli oggetti posti a meno di 1,7-2 metri da chi scatta la foto appariranno confusi e fuori fuoco, con il livello di sfocatura che aumenterà proporzionalmente alla vicinanza dell’oggetto alla camera. Al contrario, altre foto presentavano oggetti ben a fuoco, mentre il paesaggio circostante non lo era affatto: in questo caso è chiaro che si trattava di un modello molto vicino all’obiettivo.

· Come ha fatto notare George Eberhart del CUFOS [Eberhart, 1987], la presenza di “esperti” che avvallano le fotografie di Meier è quasi una costante in casi di questo genere: anche nel 1960 altri esperti dichiararono la genuinità delle foto del famoso contattista George Adamski !

· Bruce Maccabee, personaggio che non può essere certo tacciato di scetticismo ad oltranza, nell’analizzare alcuni dei filmati di Meier e, in particolare, uno del febbraio/marzo 1975 in cui un disco volante svolazza di fronte ad un albero (posto tra Meier ed una fattoria in lontananza) ha rimarcato il fatto che la cinepresa rimaneva sempre fissa, mentre l’oggetto si muoveva avanti ed indietro nel suo campo visivo. Maccabee rimarcò come il movimento dell’oggetto risultasse assolutamente compatibile con quello di un modello sospeso ad un filo e fatto oscillare come un pendolo [Maccabee, 1989]. Da notare che l’albero, in realtà, non esisteva in quella posizione, come è stato chiaramente dimostrato dalle riprese di una troupe televisiva giapponese nel 1979 e come testimoniato dal proprietario del terreno. Per giustificare questa palese contraddizione, Meier ed il suo entourage avrebbero portato una giustificazioni tanto assurda quanto divertente: l’albero sarebbe stato “ucciso” dall’astronave e quindi rimosso e trasportato indietro nel tempo (o in un’altra dimensione) dai Pleiadiani !

· GENESIS III ha affermato di avere fatto eseguire le proprie analisi fotografiche con strumenti molto più sofisticati e costosi di quelli del GSW. La conclusione è stata che non sarebbe possibile riprodurre foto e filmati di Meier senza un team di specialisti e parecchie decine di migliaia di dollari. [Kinder, 1989]. Tutti i sostenitori di Meier hanno sempre affermato che le foto sono state sottoposte a ripetute analisi da parte di “esperti” e mai trovate contraffatte. Per esempio, J.Deardorff ha ribadito che non vi è “... nessun segno di falsificazione, nessun segno di complicità, nè mezzi meccanici o finanziari occulti a disposizione di Meier (per la produzione delle fotografie - NdA)”. In realtà come si è scoperto e come viene anche rimarcato più avanti, solo in alcuni casi sono state effettuate delle analisi e, per di più, su pochissime foto, ma i risultati sono stati presentati in modo completamente fuorviante ed interessato, se non, in taluni casi, palesemente falso. Sintomatico, a questo proposito, l’episodio della società californiana De Anza Systems, le cui pretese “analisi” (in realtà mai effettuate) vennero pubblicate con enfasi sul primo libro di Stevens (e quindi conosciute anche in Italia, grazie alla traduzione delle stesso). Non solo nello stesso libro sono presentati dati totalmente falsi, come la foto dell’analisi della grana fotografica tramite microdensitometro: come si può vedere a pagina 52 del libro [GENESIS III, 1979], le linee bianche del grafico sono state disegnate e sovraimpresse alla fotografia molto chiaramente, tanto che le stesse escono dal bordo dello schermo ! Un altro esempio: a pagina 53 è riportata una fotografia che sarebbe stata sottoposta ad un termogramma a basse frequenze, in cui si evince il fatto che i valori della luce al suolo si riflettono sulla base dell’UFO. Bene, Ken Dinwiddie, il tecnico della De Anza Systems che acquisì le foto nel computer su richiesta di GENESIS III, ha dichiarato che ha inserito lui, digitalmente, quell’effetto di riflessione su richiesta specifica di Jim Dilettoso!

· Dei modelli di dischi, praticamente identici ad alcuni tipi di quelli fotografati da Meier sarebbero stati trovati nel suo granaio e fotografati a loro volta [Noguez, 1994]: un altro modello sarebbe stato trovato nel granaio di un collaboratore di Meier, Hans Jacob (poi “dissociato”: nel 1991, la sua famiglia, che lo aveva perso qualche anno prima, aiutò Kal Korff a reperire una considerevole quantità di informazioni e di materiale inedito), mentre l’ufologo inglese Tim Good avrebbe personalmente visto un modello uguale a quello dell’”astronave Tipo-1” presentata nel primo libro di GENESIS III. Sono state altresì ritrovate, come riferito dallo svizzero Martin Sorge, fotografie e negativi parzialmente bruciati che ritraevano modellini delle medesime astronavi fotografate da Meier [Maccabee, 1989a], come peraltro riferito anche dalla nota ufologa svizzera Lou Zinstagg [Lorenzen, 1979]. Nel caso di Sorge fu addirittura la moglie di Meier a fornirglieli, probabilmente in quanto fortemente adirata con il marito che l’aveva trattata molto male in precedenza [Carballal, 1991]: Meier si difese dalle accuse di avere usato dei modelli per le proprie foto dicendo che aveva effettivamente scolpito nel legno uno o più modellini solo per ricordarsi il modo in cui erano fatte le astronavi, facendo poi delle fotografie per immortararli. La moglie disse però a Sorge, che ne aveva conquistato la fiducia, che Billy effettivamente usava dei modelli per realizzare le immagini. Lo stesso Sorge disse di ritenere che Meier non avesse avuto alcun viaggio spaziale o contatto con Semjase, ma che fosse altresì capace di lanciarsi in un mondo immaginario e di avere esperienze oniriche, falsificando poi le “prove” affinchè la gente potesse capire queste sue esperienze. Alcuni supporters del contattista hanno affermato che sarebbero stati gli stessi alieni a creare e mettere tali modelli in quel posto, nell’ambito di un loro non ben precisato intento di rendere l’intero contatto non totalmente credibile [Deardorff, 1996]: non solo, essi stessi avrebbero fatto in modo che il famoso filmato di Meier del disco volante che circola attorno all’albero risultasse particolarmente dubbio (facendo muovere l’astronave in un modo particolare) proprio per far sì che le storie del contattista risultassero meno credibili a persone sue nemiche, in modo da “proteggerlo” indirettamente. Per tenere viva la linea di contraddizioni reciproche che caratterizza buona parte del mondo pro-Meier, R.Winters ha invece affermato che sarebbero stati i servizi segreti tedeschi a collocare il modello nel “garage” di Meier, perchè preoccupati dalle sue rivelazioni [Winters, 1992].

· Kal Korff nel suo libro ha presentato una dettagliata serie di analisi fotografiche condotte su una certa quantità di foto di Meier, tutte di ottima qualità (superiore, addirittura, a quella disponibile a suo tempo a GENESIS III), provenienti dalla collezione privata di un ex-amico di Meier, Hans Jacob. Le analisi sono state eseguite con diversi sistemi computerizzati e possono essere facilmente riprodotte da chiunque dotato di un minimo di attrezzature e di competenze. Tutte le foto sono state smascherate come falsi prodotti con diverse tecniche. Ad esempio, si è fatto uso di modellini collocati vicino alla macchina fotografica, come nei casi fotografici del 28/1/1975, 27/2/1975 e 29/3/1976: in quest’ultima l’oggetto è chiaramente stato evidenziato come essere davanti all’albero presso cui è stato ripreso. In altri casi si è fatto ricorso a doppie esposizioni (es.: 20/4/1975) od a modellini sospesi a dei fili (es.: 8/3/1976), la cui presenza è stata rilevata tramite tecniche di elaborazione d’immagine. Per esempio, nel caso del 14/4/1976, in cui c’è una foto che mostra anche un caccia “Mirage” in lontanza (e spacciato come in procinto di attaccare l’UFO), si è trattato di un modello posizionato in modo tale da potere essere ripreso con l’aereo che sorvolava la zona. La famosa serie di dieci foto di Fuchsbuel (quella del classico disco volante che passa attorno ad un albero) è falsa. Dalla loro analisi emergono sicuri elementi per emettere tale giudizio: per esempio, l’albero (quasi sicuramente in miniatura) appare sempre nella stessa posizione e prospettiva, mentre attorno a sè il paesaggio cambia più volte di prospettiva. I proprietari del terreno, la famiglia Wyss, hanno negato che sia mai esistito alcun albero in quella posizione. Inoltre, la foto numero 27 del catalogo ufficiale di Meier, scattata nel febbraio precedente e presa praticamente dallo stesso punto, non mostra alcun albero [Korff, 1995]. Come già riportato, la spiegazione di questa mancanza dell’albero da parte dei sostenitori di Meier fu quasi più assurda della stessa presenza di contatti extratterestri: l’albero sarebbe stato portato in un’altra dimensione dagli stessi Pleiadiani, in quanto sarebbe stato danneggiato irreparabilmente dalle “radiazioni” emesse dalla stessa astronava pleiadiana.

· Le foto presentate da Meier a supporto del suo viaggio nello spazio sono state facilmente smascherate, anche se sono tutt’ora poco conosciute. Le foto del pianeta Venere, prese dall’astronave pleiadiana, sono le stesse scattate dalla sonda Mariner 10 nel febbraio 1974: in ogni caso, sarebbe stato impossibile ottenere quelle immagini dell’atmosfera di Venere senza gli speciali filtri di cui era dotata la sonda americana. Anche l’aggancio in orbita tra Apollo e Soyuz sarebbe stato immortalato, riprendendolo da un monitor piatto ed a altissima definizione, collocato all’interno dell’astronave di Semjase, ma la foto risultante è fuori fuoco e con i colori decisamente di cattiva qualità. In realtà, l’immagine è relativa ad una animazione ripresa da un normale televisore a colori con schermo curvo (come si può ben evincere dalla foto stessa). Inoltre i pannelli solari della Soyuz sono, nella foto di Meier, un po’ piegati, proprio come nell’animazione: al contrario, nella realtà erano perfettamente spiegati, come è possibile constatare dalle fotografie riprese dalla stessa Apollo 18. Dopo aver visto l’aggancio Apollo/Soyuz, Meier sarebbe stato portato a bordo di un’astronave madre pleiadiana, lunga circa 18 chilometri e contenente 143.000 individui: secondo W.C.Stevens, nella foto la nave appare in orbita attorno ad uno “strano pianeta” [Stevens, 1983]. In realtà l’immagine è tratta da un’animazione della NASA che presenta la sonda Pioneer 10 attorno al pianeta Giove [Korff, 1995].

· Uno dei pianeti visitati da Meier nel corso del suo viaggio fu Neber, distante 1,2 anni luce da noi: lì vide piramidi, dinosauri e uomini delle caverne, che ebbe occasione di fotografare. Le foto dei dinosauri mostrano solo delle sagome nere e sono tutte completamente fuori fuoco, strano per una fotocamera settata all’infinito e con soggetti posti ad oltre venti metri di distanza: per esempio, la stessa scena è ripresa a distanze diverse, ma il livello di sfocatura è il medesimo). Ovviamente non è possibile dire che non si tratti di dinosauri per il semplice fatto che non esistono confronti possibili, ma l’artificio è veramente palese. Le due foto dell’uomo delle caverne ripreso da Meier sono altrettanto banali: sono molto fuori fuoco e sono state chiaramente riprese da uno schermo curvo, visibile nella parte inferiore destra delle foto stesse [Korff, 1995].

· Meier afferma di avere fotografato la Nebulosa del Cavallo, quando passò a “qualche migliaio di chilometri di distanza”. La foto è fuori fuoco, cosa impossibile per una fotocamera configurata sull’infinito ! In ogni caso, la sua affermazione è un’assurdità: la nebulosa è vasta e profonda parecchi anni-luce, quindi Meier avrebbe dovuto trovarsi al suo interno. In realtà si tratta di un’immagine ripresa da un telescopio e riprodotta su uno schermo televisivo: la curvatura è chiaramente visibile nella foto [Korff, 1995].

· Tra le fotografie più assurde c’è quella del cosiddetto “Occhio di Dio”, che Meier afferma di aver scattato durante il suo viaggio spaziale: in realtà si tratta di una foto fuori fuoco della Nebulosa dell’Anello ripresa da un grande telescopio. I sostenitori di Meier negano che egli abbia mai visto o fotografato tale “occhio”, ma foto e relativa didascalia esplicativa sono presenti nel raccoglitore delle foto di Meier posseduto dal defunto amico del contattista, Hans Jacob [Korff, 1995]. Meier ha inoltre dichiarato di avere visto, mentre era in orbita attorno alla Terra, parecchie astronavi extraterrestri provenienti da diversi pianeti della galassia, riuscendo a scattare tre foto. Nella parte inferiore di almeno una di esse si vede chiaramente, però, il riflesso di una finestra e di un albero: appare evidente, quindi, che la foto non è stata scattata nello spazio, ma in una stanza, riprendendo l’immagine riprodotta da uno schermo televisivo.

· Mentre Meier si trovava a bordo dell’astronave di Semjase chiese di fare una “foto ricordo” con le astronaute con cui stava conversando: la stess Semjase, Nera e Asket. Le foto risultanti, una volta sottoposta ad un’analisi, si dimostrarono essere state riprese da uno schermo televisivo. Tutte erano fuori fuoco, ma con una particolare stranezza: la macchina fotografica era settata sull’infinito, ma la figura più vicina a Meier risultava essere quella più a fuoco di quelle più lontane. Al di là di questa impossibilità tecnica, sul fondo delle foto erano chiaramente visibile una tenda, della cui presenza non vi è, però, alcun cenno nelle dettagliate descrizioni di Meier dell’interno delle astronavi pleiadiane. J.Dilettoso asserì che le figure erano realmente inusuali in quanto mostravano dei lobi delle orecchie “eccezzionalmente lunghi” chiaramente visibili dalle foto: in realtà, tale “anomalia” non era nient’altro che un ciuffo di capelli e nulla di più. Alcuni ricercatori hanno suggerito che si tratti di foto di un gruppo di modelle svedesi riprese da una trasmissione televisiva degli anni settanta, stesso periodo a cui si rifanno i loro abiti ed accessori.

[Modificato da Gabrjel 18/01/2012 09:40]
18/01/2012 09:37
 
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LE ANALISI DEGLI ESPERTI PIU’ O MENO “ESPERTI”

· Neil Davis, un esperto di elaborazione d’immagine citato da Kinder [Kinder, 1979], dichiarò di non avere trovato alcuna evidenza di falso nelle foto di Meier e che le stesse ritraevano un grande oggetto ripreso ad una certa distanza dalla macchina fotografica. Piccolo problema: venne presentata una sola frase nell’ambito di un rapporto di ben quattro pagine ! Il resto che è stato tralasciato diceva, praticamente, trattarsi solo ed unicamente di risultati preliminari e che, in ogni caso, erano assolutamente necessari i negativi: i risultati stessi erano da considerarsi, quindi, inconclusivi [Korff, 1995].

· Il dottor Michael Malin, un esperto nell’elaborazione d’immagine a computer, che, però, insegnava geologia planetaria e geomorfologia, affermò di non avere trovato “.. alcun segno evidente di contraffazione”, ma anche qualcosa che non è stato riportato da Kinder: “.....senza gli originali delle foto, non c’è quasi da niente da dire in proposito”. Inoltre, chiese di potere avere la macchina fotografica usata da Meier ed i negativi delle foto, ma entrambe le richieste non sono mai state soddisfatte da GENESIS III [Korff, 1995].

· Le registrazioni sonore fatte da Meier ad un’astronava pleiadiana che sono state sottoposte ad analisi da parte del gruppo GENESIS III erano delle copie di terza generazione. Come tutte le registrazioni audio, se non sono ottenute sotto condizioni scientificamente controllate, non costituiscono alcuna prova. Kinder, per esempio, non parla del fatto che in tali registrazioni si sentiva distintamente, per due volte, un interruttore nell’atto di essere azionato: un elemento sospetto, che induce a pensare ad una messinscena operata appositamente con l’ausilio di una fonte sonora esterna. [Korff, 1995]

· Wally Getleman fu contattato da Kinder per esaminare films e fotografie di Meier e venne presentato come un esperto che lavorò come direttore degli effetti speciali fotografici nel film di Stanley Kubrick “2001 Odissea nello Spazio”: in realtà ebbe un breve rapporto con Kubrick e lasciò la produzione dopo solo qualche settimana, come si può ben verificare dai titoli di coda del film stesso, dove non è affatto menzionato. In realtà egli non era un analista fotografico e non aveva competenze tali da potere condurre analisi ed emettere giudizi su reperti fotografici, prova ne è un semplice problema di ombre su una foto, evidenziato da Korff. Quest’ultimo ha altresì dimostrato come l’affermazione che sarebbero necessarie almeno “quindici persone” ed 80.000 dollari per riprodurre le foto di Meier sia completamente errata, visto che egli stesso le ha replicate, con ottimi risultati e con minimi sforzi. Gentleman, in ogni caso, non ebbe accesso ai negativi dei documenti che gli vennero sottoposti e neppure ai luoghi in cui furono ripresi, dove avrebbe dovuto eseguire quelle convalide strumentali delle misure che eseguì sui documenti stessi. [Korff, 1995]

· Kinder nel suo libro ha omesso quanto affermato dall’analista Eric Eliason (esperto di elaborazione di immagini):”..... E’ necessario partire dai negativi. Quindi, in un certo senso, questa (- le altre sue dichiarazioni riportate da Kinder -) non è una dichiarazione scientificamente valida”. In precedenza era stato raggiunto da J.Dilettoso con due sole foto di Meier, per le quali aveva affermato di non avere trovato indicazioni per potere affermare che si trattasse di un fotomontaggio: ma aggiunse altresì che non si poteva escludere la possibilità che il fotomontaggio potesse essere stato fotografato a sua volta, in modo da ottenere un risultato difficilmente evidenziabile e senz’altro ingannevole per il computer [Korff, 1995]. Eliasion riferì inoltre che Dilettoso voleva assolutamente credere alla genuinità delle fotografie e cercheva di convincere lui stesso della cosa.

· Robert Nathan, uno dei migliori esperti di analisi di immagini, fu contattato da J.Dilettoso per valutare un set di dieci foto di Meier. A seguito di questo avrebbe affermato che non era possibile rintracciare l’evidenza di un falso. In realtà, Nathan fu successivamente intervistato da Kal Korff, al quale avrebbe detto che Dilettoso avrebbe mentito sia su come fu condotta l’analisi che sui risultati stessi (entrambi riportati con enfasi da Kinder nel suo libro): a suo giudizio le foto erano degli “ovvi falsi”, di “qualità estremamente povera e di nessun valore analitico”, probabilmente prodotte con l’uso di modelli sospesi a dei fili (come poi fu successivamente confermato dalle analisi condotte dallo stesso Korff). W.C.Stevens gli fornì dei negativi rappresentanti delle immagini fuori fuoco, che non corrispondevano con le stampe che gli erano state fornite. La giustificazione di ciò fu trovata nella confusione attribuita a Meier sul livello di generazione dei negativi che egli aveva fornito ai suoi amici americani [Korff, 1995].

· Marcel Vogel, un esperto in chimica che lavorara presso i laboratori di ricerca della IBM a San Josè, in California, accusò Stevens di avere sottratto da casa sua due foto provenienti da un progetto di analisi dell’IBM (presso cui lavorava), che sarebbero state successivamente spacciate come i campioni di metallo di Meier sottoposti a forte ingrandimento. Lo stesso Vogel a seguito delle sue analisi sui campioni di metallo che gli erano stati forniti da GENESIS III dichiarò di non aver mai incontrato una cosa del genere, ma Korff riferisce che gli disse trattarsi di “saldatura d’argento”, proprio quando, nel 1980, ne ricevette dalle sua mani un pezzettino. Vogel, inoltre, ad un certo punto non fu più in armonia con GENESIS III a causa delle cose che il gruppo aveva pubblicato senza la sua approvazione. Ma Vogel non presentava, comunque, un’integrità al di sopra di ogni sospetto: era un tipo che affermava di piegare i metalli con la forza della sua mente (tanto che fu intervistato anche dal “National Enquirer” in proposito) e di riuscire a guarire le persone imponendo loro le mani: purtroppo per lui, fu clamorosamente smentito durante una prova delle sue capacità psichiche condotta, in condizioni sperimentali controllate, da un gruppo di specialisti nel 1980. Era molto interessato all’area del paranormale e dei fenomeni psichici in particolare, non disdegnando altresì l’argomento ufologico e svluppando una competenza specifica nel campo di studio della “comunicazione” tra piante ed esseri umani. Dichiarò inoltre a Korff che Meier era probabilmente un falsario, ma che Semjase esisteva veramente. Non solo: poteva anche parlare con lei, concentrandosi su un grosso cristallo di quarzo ed ametista che aveva proprio sul tavolo !

· La società De Anza Systems presso cui GENESIS III ha affermato di aver condotto delle analisi fotografiche a computer (peraltro pubblicate in [GENESIS III, 1979]) ha negato qualsiasi coinvolgimento del genere, affermando, anzi, di non essere in grado di fornire un servizio del genere. I membri di GENESIS III (in particolare Dilettoso e Welch) si recarono da loro raccontando di volere acquistare un loro computer grafico: a scopo di dimostrazione si fecero digitalizzare una foto, a cui vennero applicate semplicissime tecniche di elaborazione di immagine. Quanto visualizzato dal monitor fu fotografato e, quindi, presentato come “sofisticate tecniche” di analisi fotografica in grado di confermare la genuinità delle foto di Meier. Nonostante ciò GENESIS III affermò di avere speso 40.000 dollari per le investigazioni e ben 60.000 per le analisi fotografiche.

· Il gruppo americano G.S.W., famoso tra gli anni settanta ed anni ottanta per le pioneristiche analisi al computer di foto ufologiche, ricevette dieci fotografie di Meier di seconda generazione da un ricercatore tedesco, nel 1976. Il verdetto fu inequivocabile: un falso realizzato diverse tecniche, come modelli sospesi, doppie esposizioni e fotomontaggi.

I PERSONAGGI CHE HANNO PROMOSSO L’AFFARE MEIER

· Wendelle C. Stevens, un ex-tenente colonnello dell’USAF che si è definito come “uno dei maggiori esperti di ufologia al mondo” (ma in realtà, come ricordato dall’ufologo canadese Stanton Friedman è un collezionista di foto ufologiche) [AA.VV., 1980], venne a conoscenza del caso Meier nel 1976 da parte dell’ufologo inglese Timothy Good e dell’ufologa svizzera Lou Zinstagg, la quale gli mostrò sedici foto di Meier. Stevens disse di essere rimasto impressionato dalle fotografie e dal caso in sè e nell’ottobre dell’anno successivo si recò direttamente in Svizzera ad incontrare Meier, primo di una lunga serie di viaggi. Se ne tornò a casa con trecento fotografie. Tornò l’anno successivo da Meier, questa in compagnia degli amici Brit e Lee Elders e dopo di ciò, tutti insieme, decisero di pubblicare sotto forma di libro le informazioni che avevano raccolto sul caso. per far ciò fondarono una piccola società, insieme a Tom Welch, che fu battezzata GENESIS III Productions Limited. Lee Elders firmò un accordo personale di diritti con Meier: quest’ultimo avrebbe fornito il materiale, mentre GENESIS III lo avrebbe promosso e diffuso, agendo come unico distributore esclusivo. Essendo senza contante, la società ricevette un prestito di 39.923,57 dollari da un agente di marketing di nome Michael Osborn, il quale si dichiarò peraltro disponibile ad aiutarli. Nel 1979 uscì il primo libro, “UFO ... Contact from the Pleiades” (tradotto anche in italiano, nel 1990), presto esaurito e ristampato in un’edizione riveduta e corretta l’anno successivo. Nel 1983 Stevens e GENESIS III produssero, separatamente, altri due titoli: “, “UFO ... Contact from the Pleiades - A Preliminary Investigation Report” [Stevens, 1983] e “, “UFO ... Contact from the Pleiades - Vol. II” [AA.VV., 1983]. Altri libri seguirono negli anni successivi, come si può evincere dalla bibliografia allegata. Oltre alla produzione libraria, GENESIS III produsse e/o distribuì anche dei documentari, uno dei quali, girato nel 1979, è stato presentato anche in Italia nell’ambito della serie prodotta dalla Columbia Tristar con la supervisione e “consulenza” del Centro Ufologico Nazionale e di Roberto Pinotti in particolare.

· W.C.Stevens e gli altri componenti del gruppo GENESIS III furono sconfessati ed allontanati da tutti i maggiori gruppi americani, MUFON in testa. Il compianto Jim Lorenzen, direttore dell’APRO, si dissociò completamente dalla citazione del suo nome all’interno del primo libro su Meier di tale gruppo, accusando i membri dello stesso, fra l’altro, di avere “censurato” le dichiarazioni e le foto più assurde prodotte da Meier, in modo da rendere il più possibile credibile ed accettabile l’intera storia. Non solo: Stevens aveva collaborato con l’APRO in relazione a qualche inchiesta locale, ma fu trovato a dirottare verso la sua abitazione il materiale di un caso fotografico indirizzato all’APRO stessa: Lorenzen lo dichiarò persona “non gradita” e troncò ogni contatto con lui [Lorenzen, 1984]. GENESIS III ha pubblicato diversi libri dedicati a contattisti (tra cui anche l’italiano Dibitonto) e caratterizzati dalla profusione di fotografie in essi contenuti (ad esempio quelli dedicati al contattista Herrmann, che con le sue centinaia di foto può ben essere definito un emule americano di Meier).

· GENESIS III ricevette una percentuale sulle royalties del libro di G.Kinder, per avere messo in contatto l’autore con Meier ed avergli permesso di raccogliere il materiale sulla questione [Moore, 1981]. Meier stipulò, praticamente, un contratto di rappresentanza con GENESIS III, a cui cedette i diritti di sfruttamento delle sue storie. In cambio, Meier si impegnò a fornire tutte le informazioni ed il materiale per potere condurre tale opera di sfruttamento. William Moore vide personalmente questo accordo a Los Angeles, nel 1981. GENESIS III , quindi, non può certo essere considerato un gruppo di investigatori, ma bensì di biografici-amici, come successe con Desmond Leslie nei confronti di George Adamski: nessuna investigazione imparziale e critica, quindi, ma acritica e tesa a dare conferme là dove non ci sono. Più recentemente, i membri del F.I.G.U. si sarebbero lamentati con l’americano R.Winters per il fatto che un gruppo di americani (presumibilmente quelli di GENESIS III) avevano usato il loro materiale solo per loro profitto personale, tradendo loro ed i loro messaggi spirituali, senza mantenere le promesse che avevano fatto [Winters, 1992]. Tale affermazione appare ancora più “ strana” per il fatto che è stata riportata in un articolo pubblicato sulla rivista ufologica di W.C.Stevens: in ogni caso, negli ultimi anni i coniugi Elders si sono praticamente eclissati ed il solo Stevens è rimasto sulla scena.

· GENESIS III ha minacciato, parecchie volte, azioni legali contro ricercatori che stavano investigando, criticamente, il caso Meier: non per niente Lee Elders è sempre stato molto collerico verso chi esprimeva opinioni contrarie sul caso Meier. Per contro, la società non pagò il conto della produzione del primo libro e la casa editrice (Collins Publishing) fallì, lasciando un buco di circa 40.000 dollari, direttamente provocato dalla pubblicazione del libro stesso. Ne seguì un’azione legale da parte del curatore del libro e della stessa casa editrice contro GENESIS III [Moore, 1981].

· Il 16 Febbraio 1993 Wendelle C. Stevens si dichiarò volontariamente colpevole di fronte ad una corte di giustizia dello stato dell’Arizona, al fine di conseguire un duplice risultato: la riduzione dei capi di imputazione che pendevano su di lui da sedici (dieci per molestie su bambini, quattro per aver fornito articoli osceni o pericolosi a minori e due per le riprese video e foto di minori impegnati in atti sessuali osceni) a tre e la mancata resa di dominio pubblico dell’evidenza probatoria contro di lui. Il 15 Marzo dello stesso anno fu condannato a sette anni ed il 1° Giugno successivo fu incarcerato in una prigione poco fuori Tucson, da dove uscì nel 1990. Ovviamente, Stevens fu presto presentato come un “martire” incastrato dalla CIA, perchè ormai troppo vicino alla realtà sugli UFO: egli stesso contribuì a diffondere tale dicerie per mezzo di parecchie lettere, senza peraltro portare alcuna prova e raccontando parecchie frottole al fine di apparire “pulito” [Korff, 1995]. Gli Elders hanno affermato che Stevens è stato accusato sulla base della testimonianza di un vicino di casa a cui Stevens aveva negato dei soldi in prestito: sarebbe stato messo a tacere perchè “ufologo scomodo” [Moore, 1981].

· Jim Dilettoso è un personaggio che è stato “usato” da GENESIS III per organizzare le pretese analisi scientifiche sui vari tipi di evidenza presentata da Meier, presentandolo nel contempo come un esperto particolarmente degno di fede. Lo stesso Dilettoso disse di essere uno dei maggiori esperti di analisi fotografica tramite computer ed affermò che tutte le foto di Meier erano state “testate ed autenticate” da lui medesimo. Millantò, fra l’altro, conoscenze in microscopia elettronica che non possedeva assolutamente. Ha ripetutamente fornito false indicazioni riguardo il suo coinvolgimento e le sua attività in relazione al caso Meier, presentando in modo fuorviante i risultati dei pochi test che furono effettivamente condotti sull’evidenza disponibile, specie le foto. Ha dichiarato di aver avuto contatti con specialisti che, però, non si ricordano affatto di lui o che hanno rilasciato pareri ben diversi da quelli riportati, una volta intervistati da terze parti: per esempio, la società De Anza Systems prese in considerazione la possibilità di fargli causa per le affermazioni che gli attribuì nel primo libro [GENESIS III, 1979]. Dilettoso dichiarò di avere conseguito una laurea presso l’università McGill di Montreal, che, però, in un fax del 17/11/1994 precisò di non saperne assolutamente nulla [Moore, 1981][Korff, 1995].

· James Deardorff è un professore “emeritus” all’università dell’Oregon che, da anni, ha sposato la causa di Meier, soprattutto in un’ottica spirituale-religosa. E’ autore di un libro [Deardorff, 1990] in cui viene presentata e studiata la cosiddetta “Talmud Immanuel” (o Jmmanuel), dove vengono presentate duecento diverse ragioni per ritenere tale testo la fonte primaria del vangelo di Matteo. Afferma che nessuna delle foto di Meier è stata trovata contraffatta [Deardorff, 1985] e che il contattista non incoraggia nessuno, fuori dal suo gruppo, a promuovere in alcun modo la sua storia [Deardorff, 1996a]: ciò non spiega, però, l’intensa attività di conferenzieri e divulgatori di personaggi come G.Moosbrugger, R.Winters e altri. Deardorff appoggia incondizionatamente Meier e dà per assolutamente scontata la presenza degli extratterestri sul nostro pianeta: tutte le dichiarazioni di Meier, a sua giudizio, risultano compatibili con una strategia di contatto dei Pleiadiani, riuscendo sempre a trovare una spiegazione, in tale ottica, a qualsiasi evidenza negativa nei confronti di Meier ! A suo dire, per l’analisi dell’intero caso è necessario un diverso atteggiamento, basato sulla consapevolezza che gli extratterrestri esistono ed hanno una loro strategia per confrontarsi con una civiltà emergente come la nostra [Deardorff, 1985].

· L’intera storia di Meier è stata seguita da altri autori. Nel 1985 lo scrittore Gary Kinder ricevette l’incarico dal proprio editore di scrivere un libro sul contattista, che vide la luce nel 1987 e vendette bene e velocemente, passando presto ad un’edizione in tascabile. Nell’agosto 1991 il tedesco Michael Hesemann pubblicò il libro di Guido Moosbrugger “...und sie fliegen doch !”, quella che viene presentata come l’opera più completa sull’argomento e che è stata recentemente tradotta in quattro lingue. Altri libri sono riportati in bibliografia. Da ricordare anche la non indifferente produzione di “merchandising” legata a Meier ed alle sue foto: stampe, dipinti, calendari illustrati e poster. Lo stesso agente Mulder della popolarissima serie televisiva X-Files ha appeso ad una delle pareti del suo ufficio un poster con una delle più classiche foto di Meier e la dicitura “We want to believe” (vogliamo credere).

· Gary Kinder, autore di “Light Years”, ha lavorato a stretto contatto con Lee e Brit Elders per scrivere il suo libro, per il quale avrebbe ricevuto un anticipo di 100.000 dollari dal suo editore, Morgan Entrekin. Non per nulla il copyright del libro stesso è condiviso con loro, peraltro destinatari di una royalty sulle vendite. Il libro scaturì da un contatto che i coniugi Elders stabilirono con l’agente letterario R.Pine: quest’ultimo rimase entusiasta dalla storia di Meier, tanto da presentarla a Kinder per fargli scrivere un libro. La sua inchiesta non può certamente definirsi imparziale, in quanto raccolse materiale e frequentò assiduamente la parte pro-Meier, tralasciando ampiamente il materiale e le informazioni che gli furono fornite da quei ricercatori che si erano mostrati critici nei confronti dell’intera storia. Esemplare è il caso di Korff che fornì a Kinder gli elementi necessari per dimostrare che si trovava difronte ad un falso e comunque sufficienti per fargli dubitare ampiamente sulla veridicità della questione. Al contrario, Kinder cercò di far dire a Korff che almeno qualche parte dell’evidenza di Meier poteva essere genuina. Un altro esempio: Kinder non intervistò le famiglie svizzere Jacob e Wyss, di cui conosceva l’esistenza e che avrebbero potuto fornirgli dati concreti e di prima mano sui falsi realizzati da Meier [Korff, 1995].

· Kinder è un esperto scrittore che sembra eccellere nella scelta selettiva dei dati e nella omissione di tutti quelli indesiderati, ma significativi per la tesi opposta: non condusse alcuna investigazione con metodologie scientifiche, ma si comportò unicamente come un divulgatore interessato. Per esempio, affermò di avere parlato con gli ufologi che avevano criticato e smascherato Meier, ma non presentò affatto le loro conclusioni. Ancora, riprese, senza effettuare alcun reale controllo, le falsità e le imprecisioni relative alle “analisi” condotte da molti dei pretesi esperti citati da GENESIS III come conferme alla genuinità delle foto di Meier. Per tutta questa somma di ragioni, il libro di Kinder fu accolto con rifiuto pressochè totale dai ricercatori americani, in quanto videro in esso un’operazione commerciale che sembra presentare un’evidenza scientificamente credibile e le dichiarazioni di Meier come degne di fede. L’ufologo americano Dennis Stacy [Stacy, 198?] lo definì “estremamente credulone”, avendo lui avuto piena fiducia nei suoi confidenti Stevens e Elder. Lo stesso New York Post del 12 Gennaio 1987 affermò in un articolo che l’editore di Kinder si trovava in difficoltà finanziarie ed avrebbe cercato di produrre un libro con una forte connotazione di marketing (orientato al soddisfacimento della voglia di “credere” e, quindi, dell’aspetto più sensazionalistico della vicenda, lasciando perdere tutti gli aspetti deboli e criticabili) per venderlo al meglio.

· Michael Hesemann è un piccolo editore tedesco che produce una rivista, libri e videocassette sugli UFO, sfruttando abilmente tutti i filoni più sensazionalistici che emergono di volta in volta sull’argomento e che si tramutano in ottimi richiami per i compratori dei suoi prodotti (sintomatico il suo coinvolgimento nel caso della famosa autopsia dell’alieno di Santilli e con tutti i personaggi, anche italiani, interessati all’affaire, come pure il suo costante presenzialismo a livello di congressi internazionali). E’ stato, a più riprese, un supporter delle storie di Meier, dandogli ampio risalto nella sua rivista, “Magazin 2000” e pubblicando almeno un intero libro, quello agiografico dell’austriaco Guido Moosbrugger [Moosbrugger, 1991], sull’argomento. Quest’ultimo è uno degli amici più intimi di Meier e membro dell’originario gruppo di metafisica. Maestro di scuola elementare, rappresenta un vero e proprio “ambasciatore” di Meier in giro per il mondo, dove frequenta numerosissimi convegni ufologici o paraufologici (soprattutto negli Stati Uniti) al fine di diffondere il “verbo pleiadiano”. Il libro sui contatti di Meier è riccamente illustrato e contiene un gran numero di informazioni significative sull’intera faccenda, grazie proprio al fatto di averla vissuta (e viverla tutt’ora) dall’interno.

· Randolph Winters è uno dei principali sostenitori di Meier negli Stati Uniti. Dando una grande enfasi al “messaggio spirituale” di Meier ha fuso le storie e gli “insegnamenti” del contattista svizzero con varie tematiche “New Age” e di “channelling” (comunicazioni ricevute da spiriti o da entità extraterrestri per via medianica), argomenti sempre di moda negli USA. Il risultato è stata una intensa attività di conferenziere, un libro scritto direttamente ed altri pubblicati, un sito su INTERNET dove è possibile acquistare tutto quello che si vuole e, magari, iscriversi anche a dei corsi spirituali New Age, tenuti il Sabato e la Domenica da Winters e sua moglie su vari argomenti, alla modifica cifra di 350 dollari, il cui 50% deve essere versato in anticipo. Winters è anche colui che ha scoperto tale “Adrian” un tipo che vivrebbe in Florida e che fin dal 1974 avrebbe anch’egli avuto contatti con i Pleiadiani, scattando parecchie foto (“stranamente” simili a quelle di Meier). Sintomatica l’esperienza di Winters con il gruppo di Meier: si recò in Svizzera nel 1988 per incontrare il contattista, ma la possibilità gli fu negata. Trascorse quindi tre settimane alla “comune”, lavorando di giorno nella fattoria per avere il privilegio, la sera, di parlare con i membri del gruppo ed avere, alla fine, la possibilità di vedere gli originali delle famose “note di contatto”. Una delle componenti del F.I.G.U. gli raccontò, fra l’altro, di avere visto Meier materializzarsi improvvisamente davanti a lei, al ritorno da uno dei incontri [Winters, 1992].

· Il California Study Group è l’ultimo dei gruppi pro-Meier che sono apparsi negli ultimi anni, ma senz’altro appare come il più organizzato. Organizza conferenze, pubblica, traduce e distribuisce il materiale sulla vicenda del contattista, funzionando come la vera e propria filiale americana del F.I.G.U. e prendendo quindi il posto che era una volta di GENESIS III. Organizza una volta al mese una riunione nell’area di Los Angeles, dedicata a tutti coloro che vogliono meglio conoscere i contatti di Meier. Hanno un proprio sito WEB, gestito direttamente con un proprio dominio INTERNET (www.billymeier.com) ed attraverso di esso offrono qualche informazione, ma, soprattutto, la vendita di vario materiale per tutti coloro che sono dotati della magica carta di credito.

GLI ULTIMI SVILUPPI

· Una donna indiana, chiamata con lo pseudonimo “Pauline” (non vuole esporsi direttamente, perchè ha paura di perdere il proprio posto di lavoro alle Nazioni Unite), ha dichiarato che quando era ragazzina e si trovava dal nonno a Mehrauli, in India, avrebbe visto Meier in compagnia di Asket (la Pleiadiana che era in contatto a quel tempo con lo svizzero) nel 1964. Si ricorda anche di avere visto Meier fotografare la cosmonauta. Nel 1995, quando venne a conoscenza dell’indirizzo di Billy in Svizzera, si recò a visitarlo e là riconobbe Asket nelle foto che Meier tutt’ora conserva (ma che, a quanto pare, non sono conosciute). Alcuni sostenitori di Meier hanno intervistato a lungo la donna, tra di essi anche W.C.Stevens, che ne pubblicherà una foto e la storia sul quarto volume di “Message from the Pleiades”.

· Il novello Meier scoperto da R.Winters nel corso di una sua conferenza ha anch’egli un raccoglitore contenente un gran numero di foto, relative ad almeno tre diversi tipi di astronavi. Pur avendo iniziato i suoi contatti nel 1974, questo personaggio (peraltro conosciuto unicamente allo stesso Winters) non ha mai voluto presentarsi in pubblico e compiere quell’azione di “divulgazione” così tanto cara a Meier ed amici. Secondo lui, i Pleiadiani hanno ripreso i contatti nel 1995 (in contraddizione con le dichiarazioni provenienti dal contattista svizzero, secondo cui se ne sarebbero andati proprio in quell’anno !), in quanto quello sarebbe stato l’anno di inizio di una nuova era di cambiamenti, dominata da disastri naturali come diluvi, terremoti, uragani, tornadi ed altri eventi naturali catastofici.

· Stando alle ultime “rivelazioni”, quelli che sono stati fin qui chiamati “Pleiadiani” proverrebbero, in realtà, da un pianeta ad ottanta anni luce da noi nella direzione nella nostra galassia in cui si trova il sistema stellare delle Pleiadi.

KAL KORFF: L’ANTI-MEIER

Kal Korff, californiano, ha incominciato ad occuparsi giovanissimo del caso Meier e, con l’aiuto dell’ufologo William Moore, fu uno dei primi ricercatori a criticare apertamente e con motivazioni circostanziate l’intera storia, additandola come un probabile falso: oggigiorno è uno dei maggiori esperti in materia, senz’altro il principale e più preparato sul versante dei “critici”.
Dopo avere dato alle stampe, nel 1981, un primo libro di 127 pagine, nel 1995 ha pubblicato quello che può essere definito il più completo studio critico sulla questione, un’opera di ben 440 pagine intitolata “Spaceships of the Pleiades” [Korff, 1995] ed edito dalla Prometheus Books, casa editrice specializzata in libri “scettici”. In tale opera presenta anche i risultati di un’investigazione diretta, abbastanza ardita e senz’altro inusuale per il mondo ufologico: una visita, sotto false generalità, al quartier generale di Meier, in Svizzera. Durante tale visita di tre settimane ebbe modo di intervistare parecchie persone che hanno avuto a che fare con l’ex-gendarme nel passato, acquisire una grande quantità di materiale, parlare con i membri del F.I.G.U., ispezionare i luoghi dei principali avvistamenti e riprendere in foto e su video gli stessi, oltre che riprodurre localmente alcune delle fotografie più famose con dei modelli appositamente costruiti per dimostrare la facilità di falsificazione dei documenti fotografici presentati dal contattista svizzero. Data la sua conoscenza del tedesco, ha avuto modo di avere accesso diretto agli scritti originali di Meier in tale lingua.
Oltre al libro, Korff ha anche prodotto una videocassetta (“EXPOSED: The Billy Meier Hoax”,) in cui mostra direttamente i risultati delle analisi fotografiche da lui condotte (fornendo i particolari necessari alla loro riproduzione anche da parte di terzi) ed altro materiale inedito utile ad una migliore comprensione dell’intera vicenda. La società che ha prodotto la videocassetta è la Underground Video, piccola società specializzata in video su materie misteriose, tra cui gli UFO: inizialmente distribuì anche quelli relativi alle storie di Meier, prodotti da GENESIS III ed altri, quindi decise di condurre una propria inchiesta indipendente sull’intera vicenda. La conclusione fu che Meier aveva falsificato deliberatamente tutto quanto. Come reazione, i responsabili della società dichiararono di volere denunciare Billy Meier ad un tribunale californiano per truffa nei confronti dei “consumatori”.
La conclusione finale di Korff al suo libro appare piuttosto equilibrata:

“ ... non è possibile affermare che tutte le foto ed i filmati di Meier siano falsi, ma se anche avesse avuto delle esperienze precedenti, non c’è alcuna evidenza credibile che supporti le stesse. Visto che non è possibile separare il rumore dal segnale, il problema del se le dichiarazioni di Meier sono vere non può essere risolto” [Korff, 1995]. Korff è stato addirittura accusato, per il suo approccio rigoroso e critico all’argomento, di essere un agente della CIA: pur avendo lavorato, come civile, per parecchie agenzie governative, è pur sempre un semplice ricercatore. Efficace, a questo riguardo, l’affermazione, dell’ufologo americano Russ Estes: “Se possiedi anche solo mezzo cervello, sei automaticamente etichettato come CIA”.

Il lavoro di Korff è stato recentemente oggetto di una risposta di ventuno pagine da parte di James Deardorff [Deardorff, 1996a], in cui viene attaccato e fortemente criticato quasi esclusivamente per ciò che concerne la questione della cosiddetta “Talmud Jimmanuel”, il testo religioso di cui Deardorff è un accesso sostenitore. Al di là di alcuni contorsionismi logici (es.: il tedesco con cui è stato tradotto il testo è estremamente simile a quello, stilisticamente scorretto, di Meier, perchè Rashid, il traduttore, corrispondeva con lui e ne sarebbe, quindi, rimasto influenzato), le critiche partono comunque dalla rigida assunzione che i Pleiadiani esistono e sono (o sono stati) qui sulla Terra e che Meier, ovviamente, è totalmente in buona fede. Deardorff mette poi in discussione polemica i risultati delle analisi fotografiche di Korff relative ad una delle serie più famose, quella di Hasenboel-Langeberg del 29/3/1976: secondo il ricercatore californiano si tratta di un modello posto vicino alla fotocamera (in quanto all’analisi a computer appare chiaramente davanti all’albero presso cui è ripreso) e probabilmente sostenuto con dei fili ad una corda posta superiormente per potere cambiare a piacimento la posizione del modello (Pag. 206 - 207). L’oggetto sarebbe stato ripreso in controluce, proprio al tramonto, per nascondere al meglio la presenza dei fili. Deardorff afferma che le stampe in possesso di Korff erano di generazione superiore (ma da [Korff, 1995] ciò non risulta perfettamente evidente) rispetto a quelle in possesso di W.C.Stevens. Di conseguenza, la minore qualità disponibile avrebbe portato Korff a non rilevare durante le analisi a computer la presenza di rami davanti all’oggetto: la polemica sui risultati di questa analisi si sviluppa poi sulla base di altri particolari, piuttosto discutibili e che, comunque, presuppongono alla base la totale buona fede di Meier, cosa lungi dall’essere dimostrata.

CONCLUDENDO
L’affare Meier dimostra ancora una volta, al pari di altri episodi che hanno visto coinvolti personaggi e situazioni similari, come un’abile presentazione di dati inconsistenti, se non palesemente contraffatti (e comunque spesso contradditori, stando alle diverse fonti disponibili, tutte più o meno direttamente legate allo stesso Meier), ma comunque difficili da controllare direttamente, possa essere sfruttata per fornire un’aura di credibilità capace di ingannare non poche persone e di lasciare comunque una buona dose di dubbi, legata soprattuto al fatto che le informazioni presentate sembrano, appunto, credibili. Ne sono la prova argomenti come “Le analisi scientifiche dell’evidenza di Meier” che ancora vengono presentati nel corso di conferenze tutt’ora organizzate, con una buona affluenza di pubblico pagante, in varie parti del mondo e specialmente negli Stati Uniti. Non solo: il sapiente uso della creazione di situazioni misteriose e legate a fantomatiche “congiure” (es.: la sparizione di fotografie o di evidenze fisiche, come i frammenti di metallo, in modo che non si più possibile confutare le dichiarazioni originali), aiuta ulteriormente a superare i punti più deboli della storia ed a rafforzare ancora di più il suo alone di fascino. Le ragioni del successo del contattista svizzero vanno quindi ricercate, soprattutto, nella credulità di molte persone e nella mancanza di pensiero critico, loro e di molte altre ancora.
L’ufologia abbonda di personaggi mediocri (o meno che tali) e di falsi, autoproclamati, “esperti” che dichiarano credenziali e competenze inesistenti, con le quali cercano di sostenere i loro lavori e, conseguentemente, i casi che trattano. Il gioco di presentare l’”esperto” o lo “scienziato” di turno funziona la maggior parte delle volte, proprio nel tentativo di fornire una maggiore dignità e credibilità a casi o situazioni altrimenti soggette, quantomeno, al beneficio del dubbio. Ben si sa come la reazione media di un pubblico generico e potenzialmente acritico sia di completo ossequio nei confronti del “professore” corredato di qualche credenziale altisonante, specie se quest’ultimo conforta le proprie credenze ed aiuta a fugare le ultime incertezze, permettendo di dire “... anche lo scienziato X ha detto che ... “.
Ci sono, poi, gli pseudo-ufologi che si inventano completamente tali personaggi e costruiscono appositamente le loro pretese credenziali, sempre allo scopo di rendere più credibili ed accettabili le loro investigazioni. Tale scenario non si applica unicamente al caso Meier, ma anche a molte altre situazioni meno note ed eclatanti, tra le quali non poche avvenute anche nel nostro paese. Una ragione di più, questa, per affrontare l’argomento UFO con la necessaria cautela ed obiettività, armi necessarie per controbattere i sempre più numerose personaggi ed azioni screditanti l’ufologia, che hanno come risultato quello di dare ulteriore forza ai più ottusi approcci negativisti verso la materia.

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