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Luci intelligenti

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2012 18:53
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21/05/2012 11:28
 
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Fonte: www.edicolaweb.net/ufost06a.htm

Nel 1954 la Francia, e contemporaneamente, oltr'Alpe, l'Italia, si trova al centro di una "ondata" ufologica senza precedenti, mentre oltre Atlantico è l'Argentina a trovarsi in una situazione analoga.

Nei due-tre anni successivi si innesca, a livello di comunità scientifica, la presa di coscienza che il fenomeno va ben oltre l'isterismo di massa o la fantasia popolare; e - con la cautela tipica del contesto elitario proprio degli scienziati - si comincia a parlare di necessità di rilevazioni tecnico-scientifiche per un fenomeno - quello degli UFO - purtroppo fin troppo episodico, evanescente ed imprevedibile.

Poi, nel 1957, una notizia - cui non viene data particolare pubblicità - scuote nondimeno l'ambiente scientifico francese. Il 13 maggio l'Osservatorio di Forcalquier, durante osservazioni astronomiche di routine, rileva strumentalmente degli UFO. Vengono infatti scattate delle immagini dalle installazioni fotografiche automatiche (che riprendevano un fotogramma ogni 3 minuti), senza l'intervento umano. I corpi ripresi non erano meteore, palloni sonda, aeromobili o nulla di noto. Giovani scienziati, incuriositi, sarebbero stati disponibili ad approfondire tali osservazioni. Ma in quale contesto di ricerca? I tempi non erano maturi.

Effettivamente l'osservazione strumentale del fenomeno UFO costituisce una rarità e presenta, quando si manifesta, un carattere di assoluta casualità. Ma già alla fine degli anni Cinquanta si era pensato di organizzare "appostamenti" notturni allo scopo di registrare le apparizioni ufologiche "in diretta".
Nacque così lo "sky-watch" ufologico, ovvero l'osservazione della volta celeste notturna - già praticata dagli astrofili con ben diverse finalità - organizzata da gruppi di osservatori muniti di strumenti ottici, cronometri e bussole.
Era, indiscutibilmente, un problema di mezzi e di organizzazione. E così, nel 1964, Ray Stanford avvia in Texas, ad Austin, il "Project Starlight International" (PSI), progetto di ricerca dell' AUM (Association for the Understanding of Man) da lui fondata. È uno sforzo ambizioso e, per i tempi, più che rilevante.
Si trattava di organizzare una ricerca sul campo con sofisticate apparecchiature atte a registrare il passaggio degli UFO: radar, laser, magnetometri, un gravimetro, un micro-computer, microfoni parabolici, registratori audio e strumentazioni fotografiche e cinematografiche.
In caso di segnalazione, veniva avviata l'operazione ARGUS (Automated Ring-up on Geolocated UFO Sightings). Il computer segnalava automaticamente per telefono l'apparizione dell'intruso agli osservatori volontari coinvolti, che iniziavano così ad eseguire rilevamenti vari e riprese fotografiche e cinematografiche a livello incrociato. I dati, collegati e raccolti dal computer, erano tradotti in linguaggio binario e riportati su un monitor televisivo con tutti i parametri e le variazioni relative dell'oggetto segnalato. I movimenti dell'UFO erano riportati su uno schermo con l'immagine dell'area teatro dell'evento che consentiva di seguirne spostamenti e caratteristiche. L'eventuale campo energetico prodotto dall'oggetto poteva essere simulato da falsi colori. In particolare una strumentazione laser Liconix 605 M era in grado di trasmettere segnali sonori o TV. E qualsiasi possibile risposta dell'UFO, mediante emissioni di luce modulata, poteva tradursi in impulsi sonori o in un'immagine televisiva.
Nel 1974 furono ottenute dal PSI le prime misurazioni della pulsazione energetica e luminosa di un UFO con mezzi fotografici.
Nel 1977 il Progetto rilevò strumentalmente i primi UFO plasmatici, con relative emissioni di onde e campi magnetici prodotti dalle misteriose apparizioni, che portarono a indicazioni precise sulle dimensioni degli oggetti osservati.
Poi, nel 1978, si ebbe la fortuna di effettuare rilevazioni di UFO con effetti magnetici (registrati da un magnetometro) e sonori; e si ebbe altresì la prima rilevazione al gravimetro di effetti gravitazionali indotti, nonché il primo spettro luminoso di un UFO prodotto fotograficamente.
Unico limite del PSI, la bassa probabilità che gli UFO incappassero nella sua "maglia" di rilevazione strumentale. I risultati, comunque, non erano deludenti.

Sempre in USA, negli anni Settanta, il tecnico David Akers si attrezzò con macchine fotografiche e da ripresa, un rilevatore di fonti luminose, un magnetometro e varie altre strumentazioni atte a rilevare radiazioni nucleari, ultrasoniche e infrarosse.
Teatro del suo appostamento la riserva dei pellerossa Yakima (Stato di Washington). Gli appostamenti si prolungarono per due settimane, ma le foto e le rilevazioni effettuate non portarono a inquadrare in termini precisi il manifestarsi delle apparizioni ricorrenti nella zona.
Diverso fu il caso dell'iniziativa organizzata nel Missouri, a Piedmont, dal Dr. Harley Rutledge, docente di fisica presso la Southeast Missouri State University (Missouri).



Egli, stimolato da una serie di avvistamenti registrati in zona nel 1973 (alcuni dei quali lo avevano avuto come diretto testimone), mise insieme una cospicua batteria di strumentazioni di rilevazione per un valore di circa 40.000 dollari e iniziò gli appostamenti con un team di collaboratori.
L'attesa non andò delusa: nel corso del successivo "Project Identification" promosso da Rutledge, infatti, telescopi, fotocamere, gravimetri, magnetometri, e analizzatori di spettro rilevarono 157 avvistamenti di ben 178 oggetti volanti non identificati.
Purtroppo, nella maggioranza dei casi, la grande distanza degli UFO non aveva consentito registrazioni strumentali polivalenti significative. Un vero peccato! Ma non era certo stato un fiasco. Anzi.

Nel 1978 il fenomeno UFO si manifesta in maniera massiccia in Italia.
Il 21 aprile chi scrive, con una compagnia di altre 10 persone, si trova in una zona periferica di Perugia. È quasi la mezzanotte. Nel cielo notturno fanno improvvisamente la loro comparsa alcuni punti luminosi caratterizzati da volo in formazione e luminosità cangiante (dal giallo-rossastro all'azzurrino).
Il carosello, coinvolgente oltre sei UFO di dimensioni stellari, si manifesterà per oltre tre ore, intensificandosi apparentemente quando le tre auto dei componenti il gruppo, allineate, effettuano una serie di segnalazioni luminose con i fari abbaglianti e, in seguito, tutte e tre le volte che ci si stava accingendo a lasciare la località per andarsene. Uno dei componenti, oggi professore presso l'Università di Firenze, effettua una foto all'infrarosso di uno degli oggetti in movimento. Poi il gruppo abbandona la zona.
Il giorno successivo nove dei componenti torneranno sul posto dopo pranzo per effettuare un approfondito sopralluogo con la luce del giorno. E avvisteranno per meno di 10 secondi il passaggio di un UFO sigariforme, plumbeo e dai riflessi metallici, in rapido volo orizzontale. L'apparizione svanirà inspiegabilmente nel cielo azzurro terso e senza nubi da un secondo all'altro, lasciando tutti interdetti. Gli UFO "infestavano" il posto?
Giovedì 29 giugno un folto gruppo di perugini - circa 300 persone - si dà così appuntamento sul Colle del Cardinale per uno "sky-watch" ufologico. Il raduno darà risultati insperati. Come non mancò di registrare la stampa locale, dal laico "La Nazione" al politicizzato "L'Unità" (i cui inviati erano presenti al fatto), una ventina di punti luminosi blu appaiono nel cielo ed evoluiscono a lungo sugli astanti. Che però non sono in grado di effettuare riprese fotografiche. Ma il fatto resta e rimbalza sui giornali. E fa notizia.

Secondo lo psicofisiologo canadese Michael A. Persinger si potrebbe anche trattare di fenomeni di "geo-luminescenza", dovuti a forme di energia piezoelettrica emessa dalla superficie terrestre in prossimità di faglie geologiche.
Altri ricercatori, come l'inglese Paul Devereux, hanno divulgato tale concetto riferendolo, appunto, a forme luminose causate da attività energetiche telluriche. Così troverebbero spiegazione ad esempio le luci di Marfa (Texas) e le luminescenze riscontrate in concomitanza dei terremoti, sostiene questo scrittore britannico.
Ma non è così semplice.
In Norvegia, con il 1981, la zona di Hessdalen ha attirato l'attenzione dei ricercatori per il carattere ripetitivo dei fenomeni luminosi riscontrati.Nasce così il Progetto Hessdalen, in cui si sono trovati e si trovano coinvolti ufologi, scienziati e strutture universitarie. Alla attività pionieristica di Leif Havik, che vide in loco il diretto coinvolgimento dello stesso Prof. Joseph Allen Hynek (l'astrofisico americano già consulente scientifico del "Project Blue Book" dell'Aeronautica USA e autore della classificazione scientifica dei fenomeni UFO che lo fece giustamente definire "il padre dell'ufologia"), sono oggi subentrati vari gruppi scientifici di ricerca, caratterizzati da strumentazioni di rilevamento analoghe a quelle del "Project ldentification" dello scienziato statunitense Rutledge.
Per qualità e quantità (si pensi che fra il 1984 e il 1985, nell'arco di 5 settimane, si avvistarono e rilevarono 188 masse luminose ovoidali e sigariformi) le osservazioni imposero la continuazione del Progetto, che continua a tutt'oggi con alterne vicende e ha visto il coinvolgimento anche di gruppi scientifici italiani.

Con il 1986, in Argentina, si manifestano inoltre i fenomeni della zona del Cerro Uritorco (Cordoba).
Vari gruppi di diversa estrazione constatano il periodico manifestarsi di questi fenomeni luminosi ricorrenti, e attirano sul posto nuovi osservatori. Al di là delle possibili e discutibili interpretazioni spirituali dei fenomeni, indicati ad esempio fino alla sua morte dal Dr. Acoglanis come causati dalla manifestazione di esseri non solo extraterrestri ma addirittura anche extra-dimensionali (la civiltà di "Erks"), restano comunque da spiegare dei fenomeni che, nel caso specifico, sembrano interagire con l'attività degli osservatori, quasi in una sorta di muto "dialogo" con gli astanti. Cosa a dir poco sconcertante.
Il giornalista argentino Roberto Villamil, coadiuvato da alcuni amici quali l'italo-argentino Alfredo Di Prinzio, ha recentemente raccolto il materiale fotografico più eclatante e significativo delle "luci intelligenti dell'Uritorco", pubblicandolo.



Si tratta di manifestazioni perfettamente analoghe a quelle già sopra menzionate, il cui solo handicap è che sono state registrate solo dall'obiettivo fotografico e non anche da magnetometri, computer, videocamere, laser, radar, gravimetri, microfoni parabolici e quant'altro.
Pure, Villamil sottolinea - anche in quanto testimone diretto dei fenomeni - che qualsiasi spiegazione "naturale" e "casuale" di tali fenomeni appare rozza e riduttiva, e va pertanto ricercata altrove.
E comunque significativo che, nel corso di un recente Convegno dal tema "Le Terre della Sibilla Appenninica", svoltosi ad Ascoli Piceno fra il 6 e il 9 novembre 1998, un intervento del Dr. Massimo Teodorani, dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte (Napoli), abbia accostato i fenomeni di Hessdalen ad analoghe manifestazioni riscontrate nella zona dei Monti Sibillini.



Teodorani ha svolto una campagna di osservazioni recenti a Hessdalen e sottolinea il fatto che tali masse luminose appaiono composte da più elementi che, durante il loro spostamento, giungono a scindersi in sagome distinte. Così, si ottengono un corpo bianco ed uno rosso, ovvero esempi in cui il globo luminoso si lascia dietro lingue di luce. Secondo Teodorani la luminescenza di tali masse deriva da un processo di ionizzazione (scissione di atomi elettricamente neutri in ioni positivi e negativi, lasciando così inalterata la carica totale).
Tutto ciò, peraltro, non sposta di un millimetro lo sconcertante fenomeno delle "luci intelligenti". Perché il punto nodale è proprio questo.
Secondo il fisico americano Rutledge, della "Southeast Missouri State University", a suo tempo capofila del "Project Identification", ci troviamo di fronte ad un fenomeno che dà ai suoi osservatori non già e non tanto l'impressione di osservarlo, quanto piuttosto quella di esserne a loro volta osservati. E se il fenomeno reagisce alle attività degli osservatori, evidentemente, cade il carattere di casualità e naturalità dell'evento, che manifesta al contrario componenti diverse: quelle proprie di manifestazioni intelligenti. Il che ci riporta direttamente e pesantemente, piaccia o no, al problema di fondo della maggioranza delle segnalazioni ufologiche.
Dietro il fenomeno, che ormai nessuno scienziato degno di nome (anche il più scettico) ha più l'ardire di contestare in quanto tale, si cela dunque, come chi lo studia ormai da oltre mezzo secolo si chiede da tempo, una intelligenza?
Se è così, evidentemente, tutto ciò comporta l'intervento di "Altri". Ed è dovere degli scienziati dare un volto a tali Intelligenze Estranee.
Anche per personalità del Consiglio Nazionale nelle Ricerche (CNR) italiano che per interesse personale si sono documentate sul fenomeno che persiste ad Hessdalen, in effetti, ci troviamo di fronte a qualcosa di sconvolgente.
Se è infatti vero - come è vero - che all'invio di un segnale laser in direzione del fenomeno osservato quest'ultimo è in grado di reagire "copiando" la frequenza della luce inoltrata nella sua direzione e "rispedendola al mittente" esterrefatto a suo piacimento, questo non solo vuoI dire che, opportunamente sollecitato, il fenomeno interagisce con l'osservatore e gli risponde intelligentemente; ma anche che tutto ciò è al momento assolutamente inesplicabile, ed esula dalle nostre conoscenze della fisica.
Le nostre conoscenze della fisica, ripetiamo.
Forse "qualcun altro" ne sa di più.
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