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Intervista a Whitley Strieber

Ultimo Aggiornamento: 25/05/2012 12:06
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25/05/2012 12:06
 
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Fonte: www.edicolaweb.net/un060301.htm
di Sean Casteel


Alla luce dell’ultimo libro di Whitley Strieber "Confirmation: The Hard Evidence of Alien Among Us (S. Martin’s Press, 1998)", ho deciso di intervistare telefonicamente l’autore per discuterne con lui i contenuti e per saperne di più della vita di una persona che, ormai da più di dieci anni, vive costantemente sotto l’occhio dei riflettori e di media increduli. Avevo appena terminato la trascrizione dell’intervista, quando mi è caduta sotto gli occhi una frase del best-seller letterario di Norman Mailer "The Gospel According to the Son": "chi se non Satana vorrebbe dirci che la nostra strada potrebbe essere più facile?". Leggendo quanto segue il significato di queste parole apparirà chiaro: il cammino verso la salvezza è duro e difficile e Whitley Strieber lo sa molto bene.



Ecco il testo dell'intervista:

"Confirmation" è davvero un libro diverso dagli altri che hai scritto. Vi appaiono solo marginalmente le tue esperienze personali, mentre metti a fuoco altri eventi, le vicende di altre persone. Perché? Cosa volevi ottenere con questo approccio?

Il tentativo di esporre alcune prove che dovrebbero portare ad un interessamento scientifico nel campo. E non basta ribadire i contenuti della mia storia personale, perché di fatto si tratta di un’esperienza sostenuta da insufficienti prove fisiche.

Il tuo "status" nella comunità ufologica è unico. Hai venduto moltissimi libri e i media parlano continuamente di te. Una volta hai detto che forse proprio per questo motivo sei stato scelto come una specie di "propagandista" dai Visitatori. Vuoi parlarcene?

Propagandista? Non afferro. Non capisco il senso della domanda, Sean?

Credo che tu abbia usato proprio il termine Propagandista, qualcuno che diffonde idee...

Oh, beh, è una congettura. Intendo dire, con tutti gli impianti sottocutanei che ci sono in giro, e dato che non sappiamo ancora cosa sono o come funzionino, è una possibilità di cui dobbiamo essere consci. E in questo includo il mio stesso lavoro. Fin quando non avremo compreso chiaramente con quale tipo di tecnologia abbiamo a che fare, è necessaria molta prudenza. Per quanto mi riguarda, non ritengo di subire alcuna influenza mentale esterna. Ma, nel contempo, credi forse che una persona condizionata sia in grado di accorgersene? Io non ho risposta.

Ti senti ancora estraneo alla comunità ufologica, come sostenevi una volta?

Diffido solo di quanti diffondono in maniera imprecisa le proprie idee. Mi sento estraneo non all’intera comunità ufologica, ma solo ad una sua parte, che non risulta di alcuna utilità. Sì, non voglio avere nulla a che fare con persone di questo settore.

Di che settore parli?

Non voglio entrare nei dettagli, mi creerebbe problemi. Ma basta dare un’occhiata ad Internet per trovarvi troppi siti pieni di idiozie, con le quali non ho niente da spartire. C’è tutto il materiale falso che vuoi. Ultimamente ho dovuto riallestire completamente il mio sito Internet, perché tutto il materiale inoltratomi, privo di foto o altre prove a sostegno, è totalmente falso. Senza eccezione. Sono stato un ingenuo, all’inizio, quando ne ho incluso parte nel mio sito, credevo venisse da persone attendibili. Me ne rammarico e chiedo scusa. Molta gente crede di divertirsi così, che siano cose su cui scherzare. Io non sto giocando, prendo l’argomento molto seriamente. Desidero che la comunità scientifica internazionale se ne interessi. E se gli inquirenti UFO non sanno gestire la situazione, forse non dovrebbero essere coinvolti.

So che è spiacevole, ma potresti darci una panoramica delle persecuzioni di cui sei stato vittima assieme alla tua famiglia, dopo la pubblicazione di "Communion", nel 1987?

In proposito ho pronte 50 pagine da porre, presto, nel mio sito. È una storia infinita, e credimi, la comunità UFO non ne è l’unica responsabile. Gruppi di scettici, fanatici religiosi, persone fra le più disparate hanno creduto opportuno darmi addosso, convinti che fossi un bugiardo, e che andassi punito. È davvero dura. La persecuzione è diventata di norma, nelle nostre vite. Ecco perché non posso risponderti in due parole.

Mi ha turbato particolarmente sapere che qualcuno ti ha sputato in faccia, in un aeroporto.

Oh, è accaduto più di una volta. In un’occasione, nel corso del programma "Good Morning America", un tipo asserì che io era a capo di una setta o culto, come Jim Jones, e l’incidente dell’aeroporto avvenne il pomeriggio seguente alla messa in onda del programma.

Dopo il suicidio di massa di "Heaven’s Gate", ora sanno cosa è veramente una setta. Ad ogni modo, i tuoi problemi sono iniziati nel 1989, quando iniziasti a stabilire i "Communion Groups" (gruppi di sostegno per i rapiti, ndr.) in tutto il Paese.

Già. Alcune persone vennero sobillate contro di me da un tipo che più tardi fu accusato di essere un hacker (chi penetra nei sistemi informatici altrui, o crea virus, ndr.). Alla fine la Corte Federale sentenziò che non c’erano prove a sostegno delle calunnie contro di me.

Ritieni sia stato giusto, avendo vissuto le tue esperienze con i Visitatori, passare tanti guai? Credi ce ne sia stato un motivo?

Ne è valsa proprio la pena. Abbiamo la possibilità di uscire fuori, di diventare una razza galattica, una "specie immortale". Quando una razza si stabilisce non solo al di fuori del proprio pianeta, ma anche oltre il Sistema Solare, diventa immortale, o perlomeno vive quanto l’Universo, potenzialmente. Vorrei che l’umanità avesse questa possibilità, perché esistono diversi miliardi di combinazioni genetiche per l’uomo. Siamo appena all’inizio dell’epopea della razza umana, non alla sua fine. Chiunque si stia adoperando in tal senso, anche incidentalmente, aiuta l’intera razza umana.

In altre parole, a darti la forza di resistere alle persecuzioni è la convinzione che il tuo lavoro in qualche modo sarà proficuo per tutta l’umanità?

Sì, essenzialmente è così. Io non credo, tra l’altro, che ci sarà mai un atterraggio di massa. Nessuno ce lo servirà su un piatto d’argento. Occhio. Se uno ti offre qualcosa su un piatto d’argento, è malvagio, e prima di accettare, pensaci su mille volte. È come il cavallo di Troia. Solo ciò che possiamo realmente ottenere dalla nostra industria, dai nostri sforzi e dal nostro intelletto deve avere valore per noi. Il resto non mi interessa.

Credi che i Visitatori siano consapevoli delle tue sofferenze? E se è così, si sono mai espressi a riguardo?

No, nel corso delle mie esperienze non avviene un autentico dialogo. Ci sono poche parole. Ma a volte loro reagiscono. Un giorno, mentre ci stavamo allontanando in macchina dalla nostra baita nello Stato di New York, reagirono piuttosto negativamente, tirando fuori uno stupefacente "display di risposta", ma molto privato.

Si dimostrarono preoccupati per la vostra incolumità?

No, lo erano perché avevano perso un "congegno per le comunicazioni" per loro molto utile.

Nulla a che vedere con l’essere dispiaciuti per le tue disavventure.

Non ho la minima idea di quali fossero i loro sentimenti.

Nel libro definisci Roger Leir, Alice Leavy e Jesse Long autentici eroi.

Lo sono davvero.

In che senso? Cosa vuol dire essere eroi in campo ufologico?

Alice e Jesse rappresentano un modello, hanno speso la propria vita, hanno dato tutto raffrontandosi con la scienza, per diffondere consapevolezza. Roger lo è perché ha rischiato la carriera in nome di qualcosa che generalmente viene considerato quanto di più lontano dalla responsabilità professionale. Lo ha fatto ben sapendo quanto era costato a John Mack, sotto il profilo professionale. Ci vuole coraggio, e un grande senso umanitario.

Alla fine del libro esponi un’idea sul perché i Visitatori mantengano segreta la loro presenza, consentendo il nostro sviluppo indipendentemente da loro. Puoi riassumerla?

Sono partito da un articolo pubblicato su "Science Magazine" nell’Aprile 1977. Diceva in sintesi che l’unica cosa che avremmo da offrire a una civiltà evoluta come quella dei Visitatori, sarebbe la "novità". Ma non dobbiamo essere mendicanti all’angolo della Strada Cosmica, con ben poco da offrire loro. Non dobbiamo "ricevere", dobbiamo "prendere". I Visitatori lo sanno e faranno di tutto per renderci le cose sempre più difficili, vanificando i nostri intenti di proiettarci fuori dal pianeta, stabilendo un nuovo "modus vivendi". Per loro, se ci riuscissimo, sarebbe una tragedia.

Puoi spiegarti più chiaramente?

Il problema è che noi siamo intrappolati nel concetto mentale di Bene contro Male. Gli alieni sono buoni o cattivi? Ci aiuteranno o no? È un discorso inutile. Sarebbe meglio parlare ad un muro.

Difatti non ti ho posto domande sul Bene e sul Male.

Certo, ma quello che rende tutto più difficile da capire è: come possono apparirci così ostili mentre in realtà cercano di aiutarci? La risposta è che vogliono rafforzarci. Ci fanno fare esercizio, ci fanno flettere i muscoli, creando, ad esempio, domande per noi insostenibili e senza risposta. Questo rende più forti. Invece, se aspettiamo che atterrino in massa, come nel film "Contact", ci indeboliamo. Ci fa male. Questa è ostilità. Sai come capiremo se sono ostili? Se vedremo atterrare alieni simpatici, affabili e gentili, venuti dallo spazio per darci la chiave dell’Universo. E sono anche pericolosi. Invece, quelli ostici, che non ti promettono nulla, ma che si espongono personalmente per darti modo di farcela da solo, bene, quelli sono nostri amici. Dobbiamo farcela con le nostre forze, o è meglio lasciar perdere.

Mi è appena venuto in mente (non voglio metterla in termini moralistici, per carità) che il vero significato di "Israele" è "colui che combatte con il suo Creatore".

Questo è assolutamente giusto. Noi tutti SIAMO "Israele".

Whitley, vorrei parlare di quelle persone che hanno la sensazione di essere "per metà aliene", il cui senso d’identità è come offuscato, nei fai cenno nel tuo libro, vero?

Esatto.

Convivere con una personalità aliena? L’ho sperimentato molte volte, sai, realizzando che "loro" pensano attraverso te, e tu provi il loro pensiero. Sarebbe ovvio che, in questi casi, il proprio senso d’identità venga "spento". E invece non accade mai: qualcosa mi tiene là, come una entità umana cosciente, a dispetto di tutti gli spiriti o qualsiasi cosa mi attraversi certe volte.

A tutt’oggi non abbiamo idea di cosa significhi tutto ciò. E l’incognita centrale della questione è che non sappiamo bene "cosa" siano i Visitatori. Anche se sono alieni provenienti da altri pianeti, accadono cose a diverse persone che ci suggeriscono che continuiamo ad ignorare cosa siano "realmente". Se "loro" riescono in qualche modo ad alterare la realtà, allora siamo in alto mare, e dobbiamo aspettarci qualsiasi tipo di "effetti collaterali" davvero difficili da interpretare o capire.

C’è una cosa che mi ha spaventato parecchio: Katharina Wilson (una famosa addotta, ndr.) mi ha spedito alcuni testi che parlano dello stesso problema. Inizi a provare un "peculiare senso di non-esistenza", come se tu non fossi reale, l’Universo non fosse reale, ti guardi allo specchio e continui a non sentirti reale.

Sono condizioni psicologiche altamente dissociative e collegate a diversi tipi di stress. In questo caso particolare, hai a che fare con un tipo di stress difficilmente catalogabile.

È come se, andando solo un centimetro oltre, potresti cadere in uno stato catatonico, non esistere affatto.

È interessante notare che di solito negli Incontri Ravvicinati la gente non viene ferita. Ma ho molte testimonianze di gente che si è sentita danneggiata.

Non si tratta necessariamente di ferite, è solo che è dannatamente strano...

Sì, è una questione di ordine psicologico. Nel corso delle mie investigazioni ho avuto modo di rilevare che le persone più danneggiate a livello psicologico dagli Incontri Ravvicinati sono i fondamentalisti cristiani, gente che normalmente va in giro a predicare e spargere il terrore per motivi pseudoreligiosi. Sono loro di solito che hanno le esperienze di rapimento più terrificanti da raccontare. Non voglio intendere che l’esperienza in sé non sia difficile o traumatica. Anzi. È un’esperienza difficile, e più i Visitatori si mostreranno al pubblico e più diventerà difficile. Se continueranno ad intensificare la loro attività, ci saranno intere aree dove il livello di dissociazione psicologica sarà altissimo. E la gente comune sarà spaventata a morte, e le persone più colpite cadranno davvero, come hai detto prima, in una sorta di catatonia. Potrebbe accadere facilmente. Dobbiamo essere pronti a questo rischio, c’è una maniera per affrontare la situazione. I Visitatori hanno sempre guidato la mia attenzione sulla meditazione. Ho scoperto che tutte le persone maggiormente in grado di gestire la situazione facevano meditazione. Così erano in grado di acquisire la giusta prospettiva, perché, come dico nel libro, il conflitto necessario alla nostra coscienza perché la realtà sia percepita in forme per noi comprensibili, porta l’ego a sentirsi come annichilito.

Esatto.

Puoi porre termine a ciò semplicemente spostando la tua attenzione al di fuori della tua mente e del tuo ego. Ti rilassi immediatamente e tutto diventa molto normale. Quello che fino a poco prima sembrava un mostro ora appare come una stanca, piccola creatura, che sembra lottare con qualcosa che a volte trova difficile, a volte noioso e molto triste.

Giusto per la cronaca, io sono un Cristiano liberale. E credo che i Visitatori siano fondamentalmente positivi.

Hai letto l’intervista a Monsignor Balducci che ho posto nel mio libro?

No.

Quanto dichiara il prelato vaticanense Corrado Balducci credo rappresenti l’inizio di una vera e propria politica della Chiesa sull’argomento. Balducci è uno specialista in demonologia, ma dall’intervista si evince che non confonde affatto i due argomenti.

Buono a sapersi.

Michael Hesemann lo ha intervistato per la sua rivista (Magazine 2000, ndr.) e Balducci ha gentilmente consentito di riprodurre l’intervista nel mio libro.

Vuoi aggiungere qualcosa, una tua dichiarazione?

Sì, che è compito della comunità scientifica porre tutto questo in termini razionali e comprensibili. Esistono strumenti e tecniche che ci permetterebbero di affrontare l’argomento in maniera scientifica, e di rispondere ad alcune delle numerose domande che sorgono. Come quella basilare: è tutto reale o no? Se la comunità scientifica non sarà in grado di rispondere a tale quesito, vuol dire che c’è un difetto particolarmente grave nell’intelletto umano. Perché ti garantisco che nei prossimi 50 anni ci saranno tali danni ambientali che le nostre possibilità di rispondere a un quesito come questo diverranno molto limitate, allora.

Sempre in merito alla comunità scientifica affermi che siamo ad un punto in cui la scienza ufficiale nega il fenomeno, ma si riesce ad intravedere una transizione, tramite la quale verrà gradualmente accettato.

Certo. Peter Straub è un perfetto esempio di questa transizione. C’è un gruppo di scienziati qualificati alle sue spalle che lavora proprio a questo fine. Sì, credo che ci sia un cambiamento in atto, ma è lento.

Adesso andiamo "fuori dalle righe". Presto intervisterò Rio D’Angelo, l’unico sopravvissuto della setta di Heaven’s Gate.

Davvero?

Sì, lasciò il gruppo un mese prima del suicidio collettivo. Ultimamente sta parlando molto con i media, deve andare anche al Larry King Show (l’intervento di D’Angelo è stato poi cancellato, ndr.). Che tipo di domanda gli faresti? Vorrei chiedergli qualcosa sul futuro, sulle prospettive.

Non so cosa pensare su tutto l’accaduto. Credo che alla base di questa tragedia ci sia un vero e proprio fallimento della scienza, o per meglio dire dell’immaginario della scienza, che non sa spiegare tante di quelle cose che alla fine le persone trasformano il tutto in superstizione. È terribile. E triste. È un peccato, e mi auguro solo che la tua intervista possa servire ad impedire che quella tragedia aumenti ad inquadrare nella maniera sbagliata il problema UFO.

Elaine Pagels ritiene che a causare il fenomeno UFO sia la soppressione di impulsi religiosi nella nostra società. O meglio, dell’impulso a cercare una realtà trascendente, una benevola intelligenza superiore.

È interessante: ho sempre addebitato tale tendenza repressiva all’attività dell’establishment scientifico. Però devo dissentire dal punto di vista della Pagels, perché secondo lei nulla del fenomeno UFO è reale. Ma gli UFO non sono solo frutto di un impulso religioso deviato: esistono moltissime prove della loro esistenza, attorno a noi. E questo è un problema, perché chiunque con abbastanza carisma può sfruttare tali prove per convincere le persone a seguire un particolare culto basato sugli UFO. Come risultato hai questa gente, e la setta di Heaven’s Gate non è l’unica. Ci sono moltissime sette e culti in giro che diffondono storie assurde. Come quella che i Grigi proverrebbero da Zeta Reticuli. Come siamo giunti a tale conclusione? Tramite una vaga e ipotetica ricostruzione, basata su un ricordo, una ricostruzione che potrebbe essere giusta come errata. Invece è qualcosa che tutti danno per scontato, come se fosse scritto nella pietra. Ma è solo fantasia, superstizione. La scienza non si ferma a valutare queste cose, i fatti si trasformano in fantasia e nascono cose come Heaven’s Gate. La comunità scientifica è da biasimare.

Ho sentito anche altre persone dubitare che le abduction fossero eventi "reali": nessuno di loro (i rapiti in IR4, ndr.) ha mai visto davvero un’astronave o cose del genere.

Credo che la maniera migliore di affrontare il problema dei rapimenti è trattare con gli addotti che possiedono impianti. Non basta che una persona affermi di essere stata rapita. Gli "impiantati" sono abbastanza facili da trovare. Io sono uno di loro… abbiamo apparecchiature in grado di dirci se i loro ricordi derivano da una esperienza fisica reale e di che tipo di esperienza si tratti. Vedi, immagina che un rapito dichiari di aver visto una grande luce, o addirittura una figura. Mentre il soggetto ricorda, con alcuni macchinari possiamo stabilire se c’è una forte attività nella zona del cervello preposta agli organi visivi o nell’ippocamo (area del telencefalo dei vertebrati, ndr.), il che confermerebbe che si tratta di un’esperienza realmente vissuta e non solo immaginata. Abbiamo solo bisogno della collaborazione di alcuni scienziati, a loro volta dotati della giusta attrezzatura. E questo è un bel problema. Ne conosco cinque o sei, ma non permetterebbero mai a un addotto di entrare nei loro laboratori, per come stanno le cose oggi.

Possiamo includere anche te nella lista degli "indesiderati"?

Assolutamente sì; mettimi nel gruppo.

OK. Hai letto il libro di David Jacobs "The Threat"?

Sì.

Le sue conclusioni sono opposte alle tue.

No, non esattamente. Non posso dire se le sue conclusioni siano corrette o meno, perché non esistono prove sufficienti a riguardo. Jacobs basa tutte le sue ipotesi sui ricordi ottenuti sotto ipnosi dagli addotti. Per come la vedo, finché non lavoriamo con prove solide e inoppugnabili, stiamo passando dal vuoto al nulla. Noi non abbiamo idea di che cosa si tratti.

Parlando di "conclusioni opposte alle tue" mi riferivo alla tesi di Jacobs secondo la quale le abductions celerebbero una invasione aliena...

Quali alieni? Ci sono alieni qui in giro?

Fammi terminare: chiunque ci sia dietro, Jacobs nota che è un’invasione in atto, mentre noi iniziamo ad andare in giro per il sistema solare senza che loro interferiscano... Capisci cosa intendo?

Sì, e mi domando chi abbia ragione.

Anch’io.

Bene, fino adesso non c’è stato alcuno sforzo per determinare se tutto questo sia vero o no. E mi dispiace che quel tipo della setta Heaven’s Gate verrà intervistato da Larry King, perché verrà sicuramente usato per gettare discredito sul settore ufologico. La cosa strana è che io non posso andare al Larry King Show per parlare del mio libro, ci fanno passare sotto silenzio. Continuerò a parlare per la ristretta cerchia dei "convinti" del fenomeno... La nostra voce viene soffocata di continuo dai media.

Si sente una sola campana.

Esatto. È già un miracolo se certi argomenti giungono in radio, grazie a programmi come l’"Art Bell Show". Ma è incredibile che scienziati qualificati abbiano ottenuto dagli addotti oggetti fisici come gli impianti, e non ne sappiano spiegare la provenienza, e che il grande pubblico ne rimanga all’oscuro (queste motivazioni hanno poi indotto Strieber a collaborare con la rete televisiva NBC alla creazione del documentario "Confirmation", che si incentrava sullo studio degli impianti, ndr.). Al contrario, ai bambini verrà spiegato che l’ufologia è male, e che bisogna tenersene lontano o si commette suicidio. E se davvero c’è un Satana, stai sicuro che sta lavorando duramente per confonderci e spaventarci, tenendoci lontano dalla verità. Perché questa è la nostra vera strada verso la salvezza: solo uscendo al di fuori del pianeta Terra la razza umana sopravviverà. Altrimenti ci estingueremo. Il prossimo secolo ce lo dirà.

Una volta ho ricevuto una e-mail da un tipo che si dichiarava satanista, con lo pseudonimo "666"... mi intimava di lasciar perdere gli UFO, una velata minaccia...

(Ridendo) Non penserai di aver ricevuto una e-mail dal Diavolo?

Dal Diavolo no, ma da uno dei suoi, magari...

Beh, e chi lo sa? Ma non credo che sia tutto così ovvio, Sean...

Ad ogni modo condivido il tuo scetticismo sui media.

Sì, la cosa mi fa stare male. Non si tratta solo dei media, ma della comunità scientifica. Credo che il mio libro non la smuoverà di uno iota. Né i media. È terribile, come vivere in un paese di ciechi ed essere in grado di vedere. Questo ti rende un pericoloso ed odiato rivoluzionario. È come tornare al Medioevo, quando nei tribunali dell’inquisizione nulla di ciò che dicevi poteva salvarti, e sia il tuo silenzio che le tue parole erano interpretate come un’ammissione di colpa.

Credici o no, ho appena terminato un corso sull’argomento, intitolato "Storia della Stregoneria Europea e della sua Persecuzione".

È terrificante, perché è lo stesso processo. Ogni volta che scendo per strada mi domando se sarà la volta buona che mi lapideranno a morte. Perché se inizieranno ad essere scagliati sassi, Sean, io sarò il primo a riceverli. Perché sono dannatamente in vista. Tutti conoscono il mio viso. E diverse persone nella comunità ufologica sarebbero contente se sparissi. Sono tra i pochi a cercare di coinvolgere la comunità scientifica in maniera chiara. Vedi, il MUFON (famoso gruppo ufologico USA, ndr.) ha provato a ricoprirsi di una patina di scientificità, ma mancano le credenziali di chi ha autentici dottorati scientifici. Inoltre il MUFON pubblica le sue ricerche scientifiche sugli UFO solo nel suo organo "The MUFON Journal", ad uso interno dei soci, e non su riviste nazionali quali "Science" o "Nature". E questa è una sfortuna.

Capisco cosa intendi dire. Grazie per l’intervista. Buona fortuna per il tuo lavoro.

Grazie, e arrivederci.
[Modificato da Sheenky Oo 25/05/2012 12:06]
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