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Il mondo degli Arconti

Ultimo Aggiornamento: 30/10/2012 15:39
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30/10/2012 15:39
 
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Articolo di Gabrio Andena
Fonte: www.angoloweb.net/upload/document/anno_3/28_dic/il_mondo_degli_arc...

L’indefinibilità del movimento gnostico
Lo gnosticismo non è una religione, bensì un movimento religioso.
Questo vuol dire che è assai difficile individuare delle caratteristiche unitarie al suo interno, perché lo gnosticismo è composto da un ventaglio di sette, gruppi e autori, alcuni con concezioni che paiono quasi antitetiche, e uniti a volte solo da un comune sentire. Non esiste, in senso proprio, lo gnosticismo, ma solo gli gnosticismi.
Per dare un inquadramento storico, possiamo dire grossomodo che lo gnosticismo è un fenomeno che prende piede nella tarda antichità, agli inizi dell’era cristiana. Alcune sette gnostiche sono cristiane – il che vuol dire: nei loro sistema ha un qualche peso la figura del Cristo – altre sono pagane – molti studiosi considerano il Poimandres, il primo trattato del Corpus Hermeticum, il prodotto di una setta iniziatica gnostica pagana. Altri studiosi annoverano all’interno dello gnosticismo anche il manicheismo, lo zoroastrismo ed un certo neoplatonismo (quello di un Porfirio ad esempio).
Insomma, il campo è molto confuso e le distinzioni, se vengono tracciate, devono sempre forzare un po’ la multiformità storica del fenomeno gnostico.
Data questa complessità, l’unico modo per delineare un quadro introduttivo è accennare ad alcuni elementi ricorrenti in diverse correnti. Il lettore deve tener ben presente che ciascuno di questi elementi acquista un senso e un peso diverso a seconda della specifica setta gnostica e che non tutti le sette possedevano tutte le credenze che andrò elencando.



Le Tenebre dei Mondi e la Luce del Dio Straniero
Uno dei pochi elementi realmente universali dello gnosticismo, pur con sfumature diverse, è la credenza che il mondo, questo mondo, sia intrinsecamente malvagio.
Gli gnostici credevano tutti in un Dio. Questo Dio per loro era però assolutamente trascendente, transmondano. Dio è una realtà che nulla ha a che fare col mondo. Il mondo che ci circonda non parla di lui, non lo esprime, non lo mostra, anzi. Il Dio gnostico è un dio sconosciuto. Viene chiamato da Marcione “Dio straniero”, “Straniero” o semplicemente “l’Altro”, “l’Innominabile”, “il Nascosto”.
Vige dunque un marcato dualismo fra Dio e il Mondo. Dio non prende parte – almeno direttamente – alla creazione di questo universo, che è opera di potenze inferiori (gli Arconti, il Demiurgo, gli Eoni ecc.) che a loro volta non conoscono il vero Dio e che tengono prigioniere le anime con le leggi della natura, nascondendo in tal modo agli uomini la verità sui mondi di luce al di là dei mondi fisici.

Gli Arconti, gli Eoni, il Demiurgo
Gli Arconti (o qualunque altro nome assumano, a seconda delle diverse sette) sono spesso un errore compiuto da una delle potenze compagne del vero Dio nel mondo della luce, a volte dalla Sophia, un’entità divina femminile. Essendo frutto di un errore o di una disgrazia, gli Arconti sono pieni di ignoranza riguardo alla loro vera origine e al vero Dio. Essi pensano di essere il vertice del cosmo, che loro hanno creato, e che non ci sia null’altro oltre le sfere celesti cui loro presiedono. Il mondo viene così concepito come una specie di prigione, una gabbia, le cui sbarre hanno nome heimarméne, il Fato Universale, il cui riflesso morale sono le leggi degli uomini e, in particolare, la legge mosaica.
Serpeggia in molte sette gnostiche un forte anti-giudaismo, per cui agli Arconti vengono attribuiti i nome di Dio così come compaiono nell’Antico Testamento (Iao, Sabaoth, Adonai, Elohim…). E quando gli Arconti hanno un capo, identificato col Demiurgo platonico, spesso e volentieri esso viene dipinto sulla falsariga del Dio dell’Antico Testamento, accentuandone la gelosia, l’ira e le qualità negative.
Gli Arconti vengono posti in relazione con le sfere celesti, specialmente con i sette pianeti dell’antichità. Più che di mondo si dovrebbe parlare di mondi, al plurale: il sistema cosmologico viene complicato in maniera impressionante nello gnosticismo, proprio per sottolineare la distanza fra le “corti dello splendore, la casa della perfezione” e i mondi di tenebra, incatenati uno all’altro a formare un mostruoso labirinto, in cui le anime sono condannate a vagare.

La Scintilla Divina e i Pneumatici
L’uomo, prodotto di questo mondo, è incatenato in questa prigione cosmica dal suo stesso corpo e dalla sua anima, sottomessi al Fato e dunque al governo degli Arconti. Ma in lui vi è una scintilla divina, prigioniera del potere demoniaco dei Sette Arconti: lo spirito o pneuma. L’uomo ha dunque in sé un elemento transmondano che a volte è un frammento dello stesso Dio trascendente.
L’errore o il conflitto iniziale fra la luce e la tenebra ha fatto sì che queste si mischiassero e che la tenebra, invidiosa, tenesse prigioniere dentro di sé delle particelle della luce.
Ma il mondo avvolge questa scintilla, la soffoca e la nasconde, ubriacandola e stordendola con gli inganni della carne e dell’anima. Lo stato emotivo che contraddistingue l’uomo sulla terra è dunque la paura per questa prigione dalle volte di ferro, la nostalgia per lo splendore della vera dimora originaria e il senso di abbandono, in balia di forze demoniache ostili.
Il mondo è un astuto inganno, così come il processo generativo, per perpetuare la schiavitù nella scintilla divina: esso fa cadere la scintilla in un costante stato di torpore, di sonno e di ebbrezza. Il mondo è un “rumore” che copre la voce dello neuma.
Per questo, per salvare le scintille divine disperse, il Dio vero manda un Messaggero – identificato talvolta col Cristo – per portare il messaggio, risvegliare gli uomini pneumatici (contrapposti agli uomini iletici e psichici, ossia dominati dalla carne o dall’anima) e condurli alla gnosis. Fa dunque parte della mitologia gnostica la concezione di un raccolto, di un’unione dei frammenti dispersi, per far tornare alla loro dimora tutte le anime di luce. In alcune sette, quando tutte le particelle di luce saranno liberate, il mondo sparirà, incapace di sostenersi senza la forza della luce.

La Gnosi e l’Etica: Ascetismo e Libertinismo
Gnosi è un termine che significa conoscenza. E’ chiaro che qui si tratta non di una conoscenza razionale, bensì mistica, intuitiva e rivelata, una conoscenza che risveglia la scintilla divina e conduce ad una trasformazione dell’essere umano. Con la gnosi, l’uomo pneumatico, una volta morto, risalirà verso l’alto, ma non potrà più essere trattenuto dagli Arconti e riuscirà nella sua impresa di liberazione, tornando al regno della luce e alla sua vera patria.
Cosa comporta a livello etico una simile concezione? Lo gnosticismo ha prodotto due grandi opzioni etiche, assolutamente contrastanti. In alcune correnti l’etica si delinea come una forma di severissimo ascetismo: il mondo è malvagio e ogni contatto col mondo deve essere ridotto al minimo. In altre, le più criticate dai cristiani e dai neoplatonici, l’etica diventa un libertinismo: se il mondo è malvagio e la legge morale è un prodotto degli Arconti per tenere ulteriormente prigioniero l’uomo, agire in spregio alla legge morale significa riaffermare l’origine transmondana dell’uomo e vivere già, in parte, nel regno della luce.

Conclusione
Questo è un quadro generale, molto semplificato, offerto più con l’intento di stuzzicare e dare un’impressione che di descrivere con esattezza lo gnosticismo.
La mitologia gnostica è davvero ricchissima, fa un uso massiccio di un’interpretazione allegorica della Bibbia e della mitologia pagana classica.
Ciò che, personalmente, trovo interessante dello gnosticismo è il suo essere espressione di una condizione fondamentale dell’umanità: un senso di estraneità, di alienazione dal mondo, un rapporto problematico con la realtà che ci circonda, un senso di angoscia perché il nostro essere uomini comporta una costante e difficile presa di posizione rispetto a noi stessi e al mondo. Lo gnosticismo esprime, in maniera mitologica e fortemente pessimistica, la trascendenza inerente all’essere umano, ossia il bisogno costante che l’uomo ha di superarsi e di superare la realtà che lo circonda.

Bibliografia
Per un primo approccio alla gnosticismo consiglio il testo di Hans Jonas Lo gnosticismo, edizioni SEI, che analizza il fenomeno con un taglio filosofico e rileva interessanti accostamenti fra il modo di sentire gnostico e quello della più recente filosofia esistenzialista. Un altro utile testo è L’attesa della fine. Storia della gnosi, Laterza, di Giovanni Filoramo. Entrambi i volumi contengono una ricca bibliografia da cui partire per ulteriore approfondimenti.
Esistono anche buone raccolte di testi gnostici, che andrebbero affrontate di chi voglia cogliere il clima spirituale e le caratteristiche proprie dell’immaginario mitologico gnostico, fra cui segnalo Testi gnostici in lingua greca e latina della Mondatori, e il trattato Pistis Sophia, Adelphi.
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