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Aspettano dai dischi volanti la pace sulla Terra

Ultimo Aggiornamento: 22/03/2012 12:43
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22/03/2012 02:26
 
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Aspettano dai dischi volanti la pace sulla terra - L'incredibile esperienza di L. R. Johannis .

Torino, ottobre 1965



" Ne ho visto uno grandissimo 3 anni fa. Al lago di Candia, presso Caluso . Saranno state le nove di sera. Si è alzato orizzontalmente dagli alberi, a cinquanta sessanta metri di distanza. Diametro almeno cinquanta metri. Era tutto luminoso, di una luce fredda, verde chiaro. Alzatosi qualche decina di metri, ha cominciato a spostarsi lentamente poi ha avuto un movimento curioso mettendosi di sghembo ed è partito a velocità incredibile. In pochi istanti era sparito nel cielo buio. Nell'aria è rimasto un forte odore di ozono. Una esperienza impressionante."
Chi racconta è il signor Gianni Settimo, impiegato presso il quotidiano "La stampa", di 36 anni, capo del gruppo torinese che si interessa di dischi volanti, e direttore del giornale "Clypeus" (da scudo in latino), notiziario mensile sull'argomento. Sono nella sua casa , in via San Secondo 15 e gli è seduto accanto uno dei suoi più appassionati collaboratori, che amministra il giornale: Arduino Albertini, sui 45 anni, operaio della Fiat.
Devo dire che fra tante testimonianze sui dischi volanti che ho udite o lette, questa è stata la più notevole. Gianni Settimo è tutt'altro che un fissato, la clipeologia per lui è una sorta di scienza che più di qualsiasi altra ha bisogno di serietà, di controlli e di diffidenza. Settimo e i suoi compagni procedono coi piedi di piombo, vogliono vederci chiaro, desiderano sgomberare il campo di tutti quei visionari o mistificatori, o semplicemente cialtroni per colpa dei quali - essi sostengono- la faccenda dei dischi volanti non viene di solito presa sul serio e ufficialmente non è ancora una realtà approvata .
Chiaro che se Gianni Settimo ha assistito. sul lago di Candia, al fenomeno descritto, ai dischi volanti ci deve credere per forza. Non si trattava di un punto luminoso, di un vago oggetto tondeggiante avvistato a grande distanza, di qualcosa insomma suscettibile di fantasiose interpretazioni. Era un gigantesco vascello volante, le cui dimensioni, data la vicinanza, non potevano dar luogo ad equivoci. Ma per caso non poteva essere una allucinazione? Dopo aver parlato per qualche minuto col signor Settimo si è portati ad escluderlo. E' un uomo ragionevolissimo, disposto a prendere in serio esame qualsiasi sensata obiezione, che non è affatto convinto di ciò che la maggior parte degli altri clipeologi giurano: per esempio non ritiene ancora dimostrato che questi extraterrestri ci seguano e ci controllino allo scopo di evitare una guerra atomica; o che parecchi di loro vivano già tra noi, camuffati da operai, da studenti, da scienziati.
D'altra parte, a che scopo avrebbe inventato tutto quanto? Non è che il suo racconto servisse a dimostrare l' autenticità di fotografie da vendere a centinaia di migliaia di lire (come più di una volta è avvenuto). Non è che egli ne potesse ricavare un profitto, la clipeologia anzi costa a lui e ai suoi collaboratori una quantità di tempo e di spese. Non è che potesse sperare in una sia pur breve notorietà, in pratica le testimonianze di questo genere hanno, per chi le fa, conseguenze più negative che positive. Non resta dunque che ammettere finalmente la realtà delle misteriose astronavi provenienti da chissà quali pianeta?
Io gli chiedo: "Ma se lei non avesse mai visto coi suoi occhi un disco volante, ci crederebbe ugualmente?".



"Certo che si" risponde. "Prima di tutto esistono ormai numerosissime recenti segnalazioni inattaccabili da qualsiasi dubbio. E poi leggiamo attentamente i testi classici. Leggiamo Ezechiele, leggiamo la Bibbia apocrifa, leggiamo il Popol Vuh o bibbia dei Maya , leggiamo la storia naturale di Plinio il Vecchio, i testi di Dione Cassio, di Tito Livio, di Giulio Ossequente. Tutti questi autori narrano apparizioni meravigliose che per le loro caratteristiche coincidono in modo sorprendente con gli avvistamenti dei nostri giorni. Non avremo mica studiato nelle scuole per secoli su libri di fantascienza! E chissà che gli dei del mondo classico -questa non è che una ipotesi, si intende - Gli dei che scendevano dal cielo spesso con tremendo fragore non fossero che piloti di macchine volanti giunte da altri mondi."
Un altro racconto sensazionale, che "Clypeus" ha riportato, me l'ha fatto il pittore R. L. Johannis, che vive a Milano, persona tranquilla e pure lui, che si sappia, del tutto disinteressata.
La sua avventura risale al 1947, prima cioè che si cominciasse a parlare nel mondo di dischi volanti. Egli si trovava in Carnia presso Villa Santina e, appassionato di geologia e antropologia, usava girare per quelle valli, armato di una picozza, in cerca di cristalli e fossili. La mattina del 14 agosto stava risalendo la valle del torrente Chiarso quando notò una ripida proda di rocce frantumate un "grande oggetto lenticolare, di colore rosso vivo". Avvicinatosi, constatò che era un disco apparentemente di metallo, largo una decina di metri con una bassa cupola centrale priva di aperture. Al sommo spuntava una specie di antenna lucente.
Stava per raggiungerlo quando da un boschetto vide uscire due ragazzi. Credette fossero due contadinelli e li chiamò perchè anch'essi constatassero la strana presenza. Ma quando i due si furono avvicinati, rimase impietrito. Non erano due contadinelli bensì due creature mai viste. Alte non più di novanta centimetri, erano vestite di una tuta azzurro-nero traslucida, con una cintura e un collare color rosso vivo. La testa, più grossa che quella di un uomo normale, era coperta da una sorta di cuffia aderente tipo passamontagna; la pelle era verde terroso, il naso dritto, geometrico e lungo, al posto della bocca una fessura a forma di accento circonflesso, gli occhi enormi sporgenti e rotondi, con una pupilla verticale.
superato il primo sbalordimento, chiese ai due chi fossero e da dove venissero. E qui "gli eventi precipitarono". Uno dei due portò la mano alla cintura da cui uscì qualcosa come un sottile soffio di fumo. Un raggio? Johannis si trovò lungo e disteso a terra, come se fosse stato colpito da una scarica elettrica. I due si fecero da presso e uno raccolse la picozza che era schizzata a un paio di metri. Johannis potè osservare distintamente la sua mano verde: "Aveva otto dita, quattro delle quali erano opponibili."
Mentre con gli sforzi Johannis tentava di rialzarsi, i due nani si arrampicarono fino al disco, vi entrarono da uno sportello portando con se la picozza, lo sportello si richiuse, il disco si sollevò nell'aria disincagliandosi di scatto dalle rocce, si librò nell'aria immobile a quattro cinque metri sopra il pittore, poi via, scomparve nel cielo.
"E perchè non lo ha fatto subito sapere pubblicamente?" gli ho chiesto. "L'unica cosa sensata da farsi" ha risposto "era di tacere . Non avevo nessuna voglia di esser preso per pazzo visionario. Nessuno credo può darmi torto." Peccato perchè la sua testimonianza, fatta prima che esplodesse in tutto il mondo il "boom" dei dischi, avrebbe avuto un valore eccezionale. Solo più tardi, quando ormai i flyng saucers erano di dominio pubblico, Johannis mandò un resoconto ai giornali.
Quanti hanno raccontato negli ultimi anni avventure di questo genere? E quanti sono degni di fede? Il centro dei clipeologi torinesi si propone appunto di raccogliere e vagliare seriamente tutte le segnalazioni. Per sua iniziativa a Torino alcuni giorni fa si è svolto il secondo convegno nazionale appunto di clipeologia con l'intervento di una quarantina di appassionati di varie parti d'Italia. E il Centro di Torino è stato incaricato di fare progetto per un Centro unico nazionale che raccolga, senza dispersione di forze, notizie e documentazioni. Perchè di gruppi di dischivolantisti ne esistono in Italia a decine, e solo a Milano, più o meno organizzati se ne contano ben tredici.



Non tutti, e Gianni Settimo lo deplora, sono rigorosi e positivi come lui. Lo stesso Arduino Albertini , che pure gode la sua fiducia è incline a interpretazioni più impegnative,quasi esoteriche. Per esempio Albertini è convinto che gli esseri dei dischi volanti ci controllino, che ci lascino il "libero arbitrio" ma fino a un certo punto, pronti a intervenire qualora noi, con le bombe atomiche, ne combinassimo di grosse. E, nel recente convegno, la chiusa della sua relazione ha suscitato qualche perplessità nei congressisti: " Non divento per niente rosso in faccia per la vergogna dicendovi come conclusione che io credo fermamente alle parole di Gesù Cristo menzionate nei Vangeli. Tornerò fra le nubi del cielo con grande potenza e gloria, egli disse. Ebbene, ricordate che quel tempo non è molto lontano. Quando Gesù ascese al cielo fu accolto da una nube, sta scritto negli Atti degli Apostoli. Non crediate che quella nube sia da intendersi letteralmente, cioè che Gesù sia stato accolto da una massa di vapore acqueo. Dentro a quella nube si nascondeva indubbiamente uno di questi ordigni per i quali noi siamo qui ora riuniti."
Ho citato quelle parole dell ' Albertini perchè, sia pure indirettamente, esse offrono, secondo me, la chiave per spiegare il fascino esercitato dai dischi volanti su migliaia di persone sparse nel mondo (sull'argomento si pubblicano ben centosettanta riviste, in maggioranza nordamericane): lasciando da parte il problema se gli UFO esistono realmente e di quale natura siano, non mi sembra azzardato pensare che tanto interessamento per i dischi volanti abbia una componente di carattere religioso. Non già che la fede nella presenza degli extraterrestri possa fare da surrogato all'antica credenza in Dio(la maggior parte dei clipeologi sono cattolici convinti) ma, per così dire, la affianca in e in certi casi la fortifica, sia pure con immaginose illazioni.
In parole povere, l'attesa, che è in questi clipeologi, in una più o meno prossima discesa solenne degli extraterrestri sulla superficie della Terra ( c'è uno, in Argentina che per questa evenienza ha costruito presso Baias Blancas uno spazioporto dove i dischi potranno atterrare in massa) non è molto dissimile dall'attesa del Messia nei popoli antichi. Cosa rappresentava allora il Messia se non colui che avrebbe portato la giustizia e la pace? Ora supponiamo che gli esseri venuti dallo spazio, per ciò stesso molto più evoluti e potenti di noi, approdassero sulla Terra; li si può facilmente immaginare invincibili e immensamente saggi, vale a dire di gran lunga più civili e più buoni; arrivati che fossero, saremmo noi che ci adatteremmo a loro e non loro a noi; essi farebbero cessare le inimicizie fa le nazioni, la corsa alla preminenza, le ingiustizie sociali, le malattie, la fame, insomma tutti i nostri antichi guai. Sia pure senza nessuna investitura divina, agirebbero come gli dei.



Non è bella una speranza simile?

( Dino Buzzati - Cronache Terrestri - a cura di Domenico Porzio - Arnoldo Mondadori Editore)



Fonte web: petalocosmico.blogspot.it/2011/09/aspettano-dai-dischi-volanti-la-p...


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Il caso del professor Johannis- 14 Agosto 1947



Uno dei primi casi di Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo (IR3) degno di nota é quello che ha come protagonista il professor Luigi Rapuzzi Johannis, un noto pittore e scrittore di fantascienza italiano che, mentre passava l'estate sui monti del Friuli Venezia Giulia, é stato vittima di un'inconsueta aggressione da parte di una coppia di extraterrestri. Questo avvenne appena 50 giorni dopo la prima segnalazione U.F.O. documentata da parte del famoso pilota statunitense Kenneth Arnold.
-Il Caso
Alle 09.14 del 14 agosto 1947, mentre percorre un sentiero lungo un torrente di montagna, il professor Luigi Rapuzzi detto "Johannis" vede davanti a sé, in un boschetto di abeti, un disco volante dal color rosso acceso, a forma di lenticchia, "incastrato" in un crepaccio del massiccio centrale Carnico. Lo strano oggetto aveva un diametro di circa 10 metri ed era sormontato da una cupola centrale con un'antenna telescopica. Avvicinatosi all'oggetto, scorge, a qualche decina di metri, due personaggi naniformi. Inizialmente, l'uomo li scambia per due pastorelli e li chiama indicando l'oggetto. I due, allora, si incamminano lentamente verso di lui; arrivati a pochi metri, il professore impietrisce di fronte a quegli strani esseri.



Interpretazione artistica degli alieni di Johannis secondo il pittore Massimo Jacopini. Illustrazione apparsa su Alata Internazionale, Quaderni, N°1, febbraio 1979.


I due alieni indossano una tuta color nero-azzurro composta di un materiale tipo "plastica", su di essa si notano una cintura ed un collare di colore rosso acceso; vi sono collari simili anche ai polsi e alle caviglie. Le loro teste sono molto più grandi di quelle umane, sproporzionate rispetto al corpo che arriva a stento a 90 centimetri (in tutto sono alti 1.30 metri); il testimone li paragona a delle "caricature umane"; non sembrano avere capelli e indossano una specie di cuffia aderente di color marrone tipo passamontagna. La pelle dei loro volti appare di un colore verde che richiama quello dell'argilla bagnata; il naso appare diritto, sottolineato da un'incisione ad accento circonflesso (la bocca). Gli occhi sono enormi, color giallo-verde, sporgenti e rotondi; la pupilla è verticale, formata da una linea sottile come quella dei gatti o dei rettili. Anche se da lontano ricordavano la fisionomia umana, la completa assenza di ciglia e sopracciglia, la presenza di una pupilla verticale e di un anello che circonda la base degli occhi conferiscono comunque loro un aspetto assolutamente insolito. Stupito da tale visione, il professor Johannis, con l'agitazione nella voce, chiede alle creature di identificarsi, indicando con la piccozza il disco a cupola che gli sta davanti. Il gesto viene probabilmente interpretato come una minaccia, dato che il professore vede uno degli esseri naniformi estrarre dalla cintura un'arma, da cui esce uno sbuffo di fumo che lo getta immediatamente al suolo e gli strappa di mano la piccozza, come per un incantesimo. Poi i due umanoidi si avvicinano al professore e si impadroniscono dell'attrezzo: a quel punto Johannis si accorge con spavento che le mani dei due aggressori contano otto dita ciascuna, di cui quattro opponibili. In quel momento, il professore può osservare anche il petto dei due, che ansima come quello dei cani dopo una corsa. Poi le due creature si arrampicano sul loro apparecchio che, qualche minuto dopo, si alza nell'aria e scompare. Johannis nota, in seguito, che oltre alla picozza, gli esseri hanno preso alcuni elementi del suo equipaggiamento fatti di alluminio.



Interpretazione artistica raffigurante uno degli esseri osservati da Johannis.



Ritenendo che l'esperienza da lui vissuta poteva apportare un interessante contributo allo studio dei fenomeni extraterrestri, il professor Johannis invia il resoconto della sua avventura alla rivista L'Europeo, che gli risponde chiedendogli prove tangibili del suo strano incontro. La rarità di racconti di questo tipo, nel 1947, induceva a uno scetticismo maggiore che ai nostri giorni. Per corroborare la sua testimonianza, il professore intraprende un'inchiesta nel villaggio più vicino al luogo dove si erano svolti i fatti: due persone, un vecchio e un ragazzino, affermano di aver visto nello stesso giorno, separatamente, un oggetto che poteva somigliare a un aeroplano; il primo alle 8,30 del mattino, il secondo alle 10. Il vecchio precisa di aver notato un globo rosso «trasportato dal vento» mentre era seduto nella piazza del villaggio. Il bambino ha visto una palla rossa «come quelle che ci sono alla fiera» alzarsi a rapidità fulminea e sparire nel cielo. Il Professor Johannis morì a Milano il 21 settembre 1968 all'ospedale Niguarda (Ca' Granda) a causa di un tumore. In vita fu un pittore futurista, appartenne a Circolo Futurista Friulano di Udine, negli anni 1922/1928; ove conobbe Ernesto Michaellis, anch'egli pittore futurista, che diventò un noto ufologo negli anni '50 assumendo lo pseudonimo "Thayaht". Nel 1947, poco dopo l'incontro ravvicinato, si recò clandestinamente a New York, dove eseguì diversi lavori di restauro e decorazioni murali a Manhattan e nella chiesa di San Francesco a Glen Cove. Fu in quel periodo, memore della sua esperienza, che inizio' a leggere notizie sugli UFO ed a frequentare strani personaggi. Tra questi conobbe Ray Palmer, il quale gli presentò George Adamsky, il famoso contattista. Pare che Adamski ebbe in prestito dal professor Johannis un dattiloscritto intitolato "I Signori della Fiamma"; un romanzo appena terminato che lo scrittore avrebbe voluto pubblicare unitamente a "C'era una volta un pianeta" e "Quand'ero aborigeno". Tale dattiloscritto non venne più restituito al professore; anzi, venne usato come spunto per le deliranti farneticazioni professate da Adamski.


Fonte : www.inspiegabile.com/cms/archivio-casi-ufologici/incontri-ravvicinati-del-3-tipo/alieni-johan...
Fonte: www.silverland.info/documenti/incontri-ravvicinati-del...




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22/03/2012 02:38
 
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Informazioni generali su Luigi Rapuzzi Johannis.



Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L.R. Johannis, pseudonimo di Luigi Rapuzzi (Sacile, 14 maggio 1905 – Milano, 21 settembre 1968), è stato un pittore e scrittore italiano di fantascienza.Utilizzò anche vari pseudonimi, tra cui N. H. Laurentix e Louis H. Steyner. Fu autore di alcuni pionieristici romanzi di fantascienza in Italia, pubblicati negli anni cinquanta dalla rivista specializzata del settore Urania, edita dalla Arnoldo Mondadori di Milano.

-Biografia :

Nato a Sacile, allora in provincia di Udine, oggi in provincia di Pordenone, Rapuzzi si mosse dal luogo natio per la prima volta durante la Resistenza che contrappose anche nella sua regione gli antifascisti ai fascisti e ai nazisti tra il 1943 e la fine della Seconda guerra mondiale. Partigiano, ormai prossimo ai 40 anni, Rapuzzi s'impegnò nella lotta, finendo con l'essere catturato due volte dalle milizie della Repubblica Sociale Italiana. Emigrato fra 1947 e 1951 negli Stati Uniti d'America, rientrato in patria Rapuzzi cominciò a scrivere romanzi di quella fantascienza che non aveva ricevuto certo incoraggiamenti dal regime di Mussolini, probabilmente infastidito dall'eccesso di "americanismo" di quel genere letterario che ben si sposava con gli ideali "democratici" colà vigenti e che abbastanza poco si armonizzava invece con quelli "imperiali" del Fascismo. Grazie all'amicizia stretta durante la guerra con Giorgio Monicelli, storico responsabile di Urania, allora unica rivista di fantascienza in Italia, nel 1954 si vide pubblicare il 20 aprile, col n. 41, il romanzo C'era una volta un pianeta, seguito l'anno dopo, col n. 110 del 22 dicembre, dal romanzo Quando ero aborigeno. Pubblicò vari altri romanzi di successo di un genere che sarà chiamato dell'archeologia spaziale e che per vari aspetti precorreva la produzione di successo di Peter Kolosimo. Fra essi si ricordano Risonanza cosmica (Urania, n. 128 del 21 giugno 1956, pubblicato con lo pseudonimo di N. H. Laurentix) e La rivolta dei Jeols (Galassia, 5, 1957) e Il satellite perduto, cui nocque il fatto di essere troppo a ridosso della realtà delle prime imprese spaziali.



L'operazione tuttavia più lungimirante, anche se non baciata dalla fortuna economica, fu probabilmente nel 1957 la fondazione a Udine della rivista mensile Galassia, di cui uscirono solo cinque numeri e di cui creò le copertine, e della Casa Editrice Galassia, che pur nella breve esistenza pubblicò in Italia alcuni tra i migliori classici del genere fantascientifico e sostenne alcune giovani leve della fantascienza italiana.




-Opere

C'era una volta un pianeta (1954), Urania n. 41

Quando ero aborigeno (1954), Urania n. 110

Quelli dell'altro spazio (1954)

Risonanza cosmica (1956), Urania n. 128 (come N. H. Laurentix)

La rivolta dei Jeols (1957), Galassia n. 5 (come Louis H. Steyner)

Il satellite perduto (1957)

Le lacrime della luna (1958





-Bibliografia

Vittorio Curtoni, Le frontiere dell'ignoto. Vent'anni di fantascienza italiana, Milano, Editrice Nord, 1977.
alcune informazioni sono tratte da un articolo di Silvano Bertossi apparso sul quotidiano friulano Messaggero Veneto del 29 luglio 2011 in occasione dell'omaggio all'artista nella manifestazione culturale Avostanis organizzata dall'associazione culturale Colonos di [Lestizza].

-Collegamenti esterni

Bibliografia italiana di L. R. Johannis nel Catalogo della letteratura fantastica pubblicata in Italia.





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Re:
eone nero, 22/03/2012 02.26:



Ho citato quelle parole dell ' Albertini perchè, sia pure indirettamente, esse offrono, secondo me, la chiave per spiegare il fascino esercitato dai dischi volanti su migliaia di persone sparse nel mondo (sull'argomento si pubblicano ben centosettanta riviste, in maggioranza nordamericane): lasciando da parte il problema se gli UFO esistono realmente e di quale natura siano, non mi sembra azzardato pensare che tanto interessamento per i dischi volanti abbia una componente di carattere religioso. Non già che la fede nella presenza degli extraterrestri possa fare da surrogato all'antica credenza in Dio(la maggior parte dei clipeologi sono cattolici convinti) ma, per così dire, la affianca in e in certi casi la fortifica, sia pure con immaginose illazioni.
Sia pure senza nessuna investitura divina, agirebbero come gli dei.




E perchè,invece, tanto interesse per i dischi volanti non può essere magari dovuto al fatto che le religioni proprio non ci riescono a dare una spiegazione convincente e credibile al perchè della nostra stessa esistenza ed all'essenza stessa dell'universo? Probabilmente la gente cerca risposte credibili e si sta allontanando dalla religione,almeno nel mondo occidentale,perchè se poi esaminiamo il mondo islamico,dove religione e vita sono un tutt'uno, allora questa prospera alla grande ma mica perchè lì la religione dà risposte convincenti,no, solo perchè lì si va avanti per dogmi e senza mai mettere in discussione niente del Corano,altrimenti è peccato mortale [SM=g10191] .La religione cattolica non convince ed allora si cerca il perchè della nostra esistenza fra le stelle.
Gli ufo e gli alieni non sono un surrogato della religione sono solo il tentativo di cercare delle risposte proprio in alternativa ad una religione poco credibile e che queste risposte non le da,a meno di non voler credere a tutte le panzane scritte sui testi sacri di tutte le religioni per intendersi.
La gente comincia a riflettere sulle cose,ogni giorno si scoprono pianeti simili alla Terra con acqua allo stato liquido ed allora sempre più ci si rende conto che pensare di essere i soli è ridicolo,come ridicolo è tutto il costrutto religioso che si basa su certezze che stanno scomparendo alla luce di nuove conoscenze ed acquisizioni di dati.


22/03/2012 12:08
 
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Grazie Eone! Non conoscevo questo caso!
Zambu, guarda che l'Islamismo se non erro contempla tranquillamente la possibilità di altri mondi abitati nell'universo. L'ha sempre fatto.
E' il cattolicesimo che fino a poco tempo fa era totalmente contrario a ciò (tranne pochi elementi della Chiesa).
[Modificato da Gabrjel 22/03/2012 12:10]
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Gabrjel, 22/03/2012 12.08:

Grazie Eone! Non conoscevo questo caso!
Zambu, guarda che l'Islamismo se non erro contempla tranquillamente la possibilità di altri mondi abitati nell'universo. L'ha sempre fatto.
E' il cattolicesimo che fino a poco tempo fa era totalmente contrario a ciò (tranne pochi elementi della Chiesa).



Questa cronaca appartiene agli albori dell'ufologia ecco perchè è poco conosciuta.

Riguardo Islam ed UFO, Alfredo Lissoni ha raccolto i seguenti X-Files

www.alfredolissoni.net/islam.htm

Possiamo sviluppare in 3ad apposito.

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22/03/2012 12:20
 
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Buona idea! [SM=g8335]
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Re:
Gabrjel, 22/03/2012 12.08:


Zambu, guarda che l'Islamismo se non erro contempla tranquillamente la possibilità di altri mondi abitati nell'universo. L'ha sempre fatto.



Io mi riferivo al fatto che nell'Islamismo non è consentito parlare liberamente e mettere in discussione i dogmi del Corano.
Comunque molto interessante è il materiale messo a disposizione da eone,appena posso lo leggo.Per quanto riguarda il 3d anche a me sembra un'ottima idea!




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