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Abduction, microimpianti, stati di coscienza alterata ed elettromagnetosfeni

Ultimo Aggiornamento: 10/04/2012 11:38
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10/04/2012 11:38
 
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Da >>> "UFO Notiziario" Nuova Serie - N. 49 del Febbraio/Marzo 2004

Il neologismo anglosassone "abduction" - dal verbo "to abduct", che significa "rapire, sequestrare" - è stato coniato dagli addetti ai lavori per designare una variante dell'Incontro Ravvicinato del IV tipo (IR4 1)
Il contatto tra esseri umani ed entità di presunta natura aliena, aventi morfologia umanoide ed appartenenti a varie tipologie anatomo-comportamentali, assumerebbe, in tale variante, i connotati di un vero e proprio rapimento dei primi ad opera delle seconde; le vittime di tali rapimenti, che gli inquirenti definiscono "addotti", apparterrebbero ad ambedue i generi sessuali, a differenti etnie e ceti sociali ed avrebbero un'età compresa tra 3-4 e 70 anni.
Da quanto riferito durante le sedute di regressione ipnotica e sia pure più raramente, anche in stato di veglia cosciente, da quei soggetti che gli addetti ai lavori ipotizzano, sulla base di determinati "marcatori" psicofisici e comportamentali, avere vissuto un'esperienza caratterizzata da un elevato grado di stranezza e contestualizzabile come un rapimento ad opera di entità di presunta natura aliena o che, autonomamente ed indipendentemente dalla valutazione degli inquirenti, dichiarano, per autoconvinzione/autosuggestione o per un'errata interpretazione di un'esperienza sensoriale e/o allucinatoria da loro stessi vissuta, di essere stati vittime di una abduction, emerge un complesso di elementi narrativi ricorrenti che ha indotto molti ricercatori in campo ufologico a prendere in seria considerazione la possibilità che i presunti addotti abbiano realmente vissuto un qualche tipo di esperienza anomala, la cui natura, tuttavia, non è stata ancora identificata.
Uno dei principali e più interessanti elementi narrativi ricorrenti consiste nella batteria di esami biomedici a cui, in una fase successiva a quella del prelievo, gli artefici delle presunte abduction sottoporrebbero le proprie vittime. Durante questa fase cruciale, talvolta, i "rapitori" introdurrebbero, nel corpo dei presunti addotti, in corrispondenza di varie locazioni anatomiche, enigmatici "corpi estranei" (C.E.), che gli inquirenti hanno designato con il termine tecnico di "microimpianti" (MI).
Questi C.E. avrebbero dimensioni assai ridotte, da 0,5-0,7 mm a 7-10 mm e caratteristiche morfo-strutturali estremamente eterogenee.
Nella vasta letteratura specializzata, purtroppo non sempre attendibile, si legge che, a seguito di esami diagnostici radiologici, quali i raggi X 2 (Figure 1a, 1b e 1c), la TAC. 3 (Tomografia Assiale Computerizzata) e la R.M.N. 4 (Risonanza Magnetica Nucleare), esami a cui alcuni presunti addotti si sarebbero sottoposti per avere una diagnosi di un disturbo di cui erano affetti o in taluni casi, su consiglio degli stessi inquirenti, desiderosi di verificare l'eventuale presenza di uno o più C.E., sarebbero stati individuati alcuni di questi misteriosi oggetti.
Le locazioni anatomiche in corrispondenza delle quali sarebbero stati rilevati C.E. sono: il Sistema Nervoso Centrale 5 (S.N.C.), il canale uditivo, i globi oculari (sotto e dietro di essi), il setto nasale, l'addome, i gomiti e le ginocchia, in particolare quello sinistro, le mani ed i piedi.
Di particolare interesse sono i C.E. la cui presenza sarebbe stata rilevata nel setto nasale; secondo quanto riferito dai presunti addotti nel corso delle sedute di regressione ipnotica, questi piccoli oggetti verrebbero introdotti in tale sede attraverso la cavità nasale sinistra, mediante l'utilizzo di una sorta di ago manovrato da un braccio meccanico e recante all'estremità il C.E. stesso. La presenza di un tale oggetto a livello del setto nasale causerebbe, inoltre, frequenti epistassi 6, coinvolgenti per lo più la narice sinistra.
Nell'articolo dal titolo "Abductions: nuove frontiere", Enrico Baccarini prende in esame i MI nasali di presunta matrice aliena e mostra come sia stata messa a punto una procedura che consente di inserire, attraverso le cavità nasali, microchip, quindi dispositivi elettronici miniaturizzati di fabbricazione terrestre, nel neuro-cranio 7.
Alcuni dei C.E., che sarebbero stati rimossi chirurgicamente dal corpo di presunti addotti, avrebbero esibito blande proprietà magnetoconduttrici; in particolare, alcuni di essi si sarebbero rivelati ferromagnetici 8/paramagnetici 9.
C.E. con tali caratteristiche sarebbero stati estratti da un'équipe di chirurghi diretta dal podiatra 10, Dott. Roger Leir (Figure 2a, 2b e 3), dopodiché, sarebbero stati consegnati ai ricercatori dei laboratori del New Mexico Tech, dove sarebbero stati sottoposti ad analisi metallurgiche e chimico-fisiche per identificarne la struttura e stabilirne la composizione chimica.
In uno dei rapporti stesi dai ricercatori del "New Mexico Tech", il "New Mexico Tech SampIe Analysis Report, p.1", si legge che due dei C.E. analizzati risultarono essere "piuttosto fortemente magnetizzati lungo i loro assi maggiori" e che anche un terzo campione, contrassegnato con la sigla T3-A, risultò essere magnetizzato.
In una seconda relazione, il "New Mexico Tech SampIe Analysis Report, p.6", è riportato che il nucleo di un C.E. risultò essere apparentemente ferromagnetico e che altri campioni, dopo essere stati sottoposti anch'essi ad analisi, al fine di verificare se avessero proprietà magnetiche, risultarono magnetizzati.
La grande maggioranza degli addetti ai lavori ritiene che i MI di presunta matrice aliena possano svolgere due funzioni: quella di localizzare con estrema precisione gli impiantati, in ogni momento ed ovunque essi si trovino, al fine di prelevarli ripetutamente, ossia più volte nell'arco dell'intera vita, i cosiddetti repeater 11, e quella di alterare selettivamente la fisiologia del S.N.C. e del sistema neurovegetativo per finalità ignote.
Qualsiasi ipotesi a riguardo è purtroppo subordinata ad una serie di presupposti iniziali che non sono certo così ovvi come alcuni inquirenti vorrebbero far sembrare.
In altre parole, nonostante parte della comunità ufologica nazionale ed internazionale tenda a credere che al momento siano in atto diverse forme di interferenza aliena, tra cui anche quella che prevede l'inserimento di C.E. nel corpo dei presunti addotti, non vi è, almeno per chi scrive, la certezza dell'effettiva esistenza di tali oggetti, come del resto non vi è la sicurezza che essi siano stati realmente rimossi nel corso di interventi chirurgici più o meno ufficiali, né che siano stati sottoposti ad analisi scientifiche ed abbiano mostrato di essere ferro magnetici/paramagnetici.
Chi scrive ritiene, perciò, che tutte queste informazioni debbano essere prese con il beneficio del dubbio, per il semplice fatto che non provengono da pubblicazioni scientifiche, della cui attendibilità si può essere più o meno certi, bensì da riviste specialistiche, di nicchia, da libri che trattano con troppa superficialità la problematica e da affermazioni di personaggi ambigui e controversi la cui credibilità, spesso, è alquanto dubbia.
Ora, qualora qualcuno fosse tentato, per mero gioco intellettuale e niente più, di formulare egualmente delle ipotesi sul funzionamento dei MI e sulle finalità del loro impiego, sarebbe obbligato a partire da una serie di presupposti iniziali che non è ancora stata suffragata da elementi oggettivi; tuttavia, agendo in questo modo, questo qualcuno commetterebbe un grave errore, ossia quello di postulare una teoria difficilmente validabile partendo da un pool di ipotesi non ancora comprovate e difficilmente dimostrabili.
In questo lavoro lo scrivente commetterà questo errore, volontariamente, tuttavia, mostrerà anche come, grazie ad un proficuo e felice connubio tra la psiconeurofisiologia, la microelettronica, l'informatica e la biocibernetica, sia stato possibile sviluppare progetti d'avanguardia volti alla realizzazione ed all'utilizzo, sia civile che militare, di veri e propri MI e come alcuni di essi, una volta posti in determinate locazioni anatomiche, determinino l'insorgenza di una caratteristica costellazione sintomatologica che, in taluni casi, risulta essere parzialmente sovrapponibile a quella riscontrata in alcuni presunti addotti che si suppone siano anche impiantati.
In tal caso, l'esistenza dei MI di presunta matrice aliena ed il fatto che la loro presenza in specifiche locazioni anatomiche provochi l'insorgenza di determinati sintomi, forse, sarebbero un po' più verosimili o comunque, renderebbero la problematica in questione un po' più interessante.
Supponiamo, quindi, per un momento, che dei C.E. siano stati realmente rimossi dal corpo di alcuni presunti addotti e che, successivamente, siano stati consegnati ai laboratori del New Mexico Tech per le analisi scientifiche; supponiamo anche che questi C.E. abbiano mostrato deboli proprietà magnetiche. Alla luce di quanto presunto, si sarebbe quasi tentati di formulare una serie d'ipotesi, quale quella, ad esempio, secondo cui i MI di presunta matrice aliena conducano e veicolino deboli campi elettromagnetici.
Prima di teorizzare il funzionamento di un ipotetico MI di presunta matrice aliena, può essere utile passare brevemente in rassegna alcuni tipi di microchip, di fabbricazione terrestre, impiantabili in varie locazioni anatomiche e mostrare come essi siano già in grado di agire sulla neurofisiologia dell'organismo ospite, influenzandola significativamente.
Circa 40 anni fa, Josè Delgado, un neurologo della Yale University, condusse una serie di interessanti studi sull'elettrostimolazione cerebrale, nel corso dei quali realizzò un dispositivo, denominato "Stimoceiver", con il quale era in grado di esercitare un controllo neurale sia su animali che su esseri umani.
In particolare, determinate aree cerebrali dei soggetti-cavia venivano stimolate mediante elettrodi applicati sulla corteccia cerebrale; gli elettrodi erano a loro volta collegati ad un ricevitore di onde radio a media frequenza.
In questo modo, un operatore poteva inviare, anche da una località situata a grande distanza, onde radio al ricevitore, il quale, a sua volta, attivava selettivamente o in modo combinato, gli elettrodi cerebrali. Durante uno di questi esperimenti, l'elettrostimolazione neurale indusse, in un volontario, la comparsa di svariate sensazioni e stati emozionali, tra cui, in successione, la sensazione di perdere i sensi, paura e la sensazione di galleggiare a mezz'aria.
Robert G. Heath, della Tulane University, invece, sempre mediante l'elettrostimolazione cerebrale, fu in grado di esercitare un controllo neurale sulle funzioni mnemoniche di alcuni soggetti, riuscendo persino a rimuovere dalla loro memoria determinati ricordi ed a rievocarne altri. Egli, inoltre, riuscì ad indurre la libido, la paura e sensazioni di profondo benessere associate a visioni allucinatorie.
Alla luce di quanto è stato sino a qui riportato, l'ipotesi di lavoro iniziale potrebbe essere estesa, prospettando la possibilità che i MI di presunta matrice aliena siano attivati da un'onda elettromagnetica portante generata da una sorgente esterna posta anche a grande distanza e che, a seguito di tale attivazione, si comportino come elettrodi, emettendo, quindi, impulsi elettrici o come elettromagneti miniaturizzati, irradiando, in tal caso, onde elettromagnetiche modulabili in frequenza.
Una delle locazioni anatomiche in corrispondenza delle quali sarebbe stata rilevata la presenza di MI di presunta matrice aliena è quella mono-retroculare.
È interessante notare, a questo riguardo, come la British Telecom stia sviluppando un progetto, sotto la direzione del Dott. Chris Winter, volto alla realizzazione di un microchip endocranico, il Soul Catcher 2025 (Figure 4a e 4b), che verrà impiantato proprio dietro il globo oculare!
Il MI in questione, perché di MI si tratta, verrà messo a punto nei laboratori Martelsham Heath, presso Ipswich 12 (Gran Bretagna) e sarà in grado di registrare e memorizzare i pensieri, le sensazioni le emozioni del soggetto portatore.
I dati neurali contenuti nel chip, inoltre, potranno, non solo essere scaricati su un qualsiasi terminale ma anche essere trasmessi direttamente ad altri soggetti, qualora il dispositivo venga impiantato dietro il globo oculare di questi ultimi; in questo modo, i nuovi ospiti avranno la possibilità di vivere le medesime esperienze sensoriali ed emozionali del soggetto di origine!
Il ricercatore Martin Cannon sostiene che la C.I.A. 13 (Central Intelligence Agency: Agency: Agenzia Centrale del Servizio Segreto di Informazione) sia in possesso di un dispositivo, denominato RHIC-EDOM (Radio Hipnotic Intracerebral Control - Electronic Dissolution Of Memory), con cui sarebbe possibile indurre, negli esseri umani, uno stato di coscienza alterata (S.C.A.) di tipo ipnotico, oltre che provocare l'insorgenza di allucinazioni multisensoriali, controllare la motilità muscolare e rimuovere il ricordo delle istruzioni impartite e delle azioni risultanti.
Il dispositivo in questione consisterebbe in una versione miniaturizzata ed assai più sofisticata dello Stimoceiver realizzato da Oelgado.
Tale stimolatore neurale dovrebbe essere introdotto nel corpo del soggetto e messo a contatto con una terminazione nervosa. L'eliminazione dei ricordi verrebbe attuata interferendo, mediante l'impiego di campi elettrici generati da fasci di microonde, con il meccanismo biofisico che presiede alla propagazione dell'impulso neuroelettrico.
In effetti, da studi recenti condotti all'Università degli Studi di Washington, è emerso che i topi esposti a microonde riportano danni alla memoria a lungo termine. È stato osservato, difatti, che, a livello dell'ippocampo 14 di questi animali, si verifica una riduzione della sintesi di un neurotrasmettitore 15, l'acetilcolina 16, implicato nei processi di apprendimento e di memorizzazione.
Ora, un MI di presunta matrice aliena che venisse collocato dietro il globo oculare, a contatto con il nervo ottico 17 e che venisse attivato da un'onda elettromagnetica portante, generata da una sorgente esterna posta anche a grande distanza, potrebbe stimolare, mediante degli impulsi elettrici, il nervo ottico o in alternativa, emettere o al limite, condurre onde elettromagnetiche modulabili in frequenza, al fine di alterare selettivamente la fisiologia di una determinata struttura anatomica che, nell'estensione dell'ipotesi inizialmente formulata, potrebbe essere rappresentata, ad esempio, dalla ghiandola pineale o epifìsi 18.
Vi è, difatti, un complesso ed articolato circuito nervoso che collega indirettamente la retina alla ghiandola pineale; i segnali luminosi vengono trasdotti in impulsi nervosi a livello della retina, dopodiché, attraverso una componente del nervo ottico, vengono inviati all'ipotalamo 19 e da questo, al corno posteriore del midollo spinale 20. Da quest'ultimo, gli impulsi nervosi passano; attraverso le fibre ortosimpatiche pregangliari, al ganglio cervicale superiore 21 della sezione simpatica o ortosimpatica del sistema nervoso autonomo 22 e dal ganglio, attraverso le fibre simpatiche post-gangliari che innervano l'epifisi, a questa formazione ghiandolare.
Un MI di presunta matrice aliena, collocato in posizione monoretroculare, qualora emettesse onde elettromagnetiche primarie modulabili in frequenza o ne veicolasse di esterne, potrebbe esercitare, oltre all'azione indiretta illustrata sopra, anche un'azione diretta sull'epifisi, analoga o simile, a quella risultante dall'elettrostimolazione della componente del nervo ottico indirettamente correlata a tale ghiandola.
È interessante notare come l'epifisi, guarda caso, sia l'unica ghiandola del corpo umano di cui sia stata dimostrata una certa sensibilità ai campi elettromagnetici.
Il parenchima 23 della ghiandola pineale è caratterizzato dalla presenza di peculiari elementi cellulari, i pinealociti, specializzati nella sintesi e nella secrezione della melatonina 24 (MT) (Figura 5), un ormone, quest'ultimo, la cui funzione fisiologica non è stata ancora del tutto compresa ma che è ritenuto modulare il ciclo sonno-veglia.
Un'unità di ricerca del Dipartimento di Biologia Cellulare e Strutturale del Centro della Scienza della Salute dell'Università degli Studi del Texas, a San Antonio, ha condotto un interessante studio che ha mostrato come l'esposizione notturna di piccoli mammiferi a campi elettromagnetici statici 25 ed a E.L.F. EMF 26 (Extremely Low Frequency Electromagnetic Fields: campi elettromagnetici di frequenza estremamente bassa) determini una depressione della catena metabolica 27 della MT con una riduzione della produzione di questo ormone.
La catena metabolica della MT, il cui metabolita 28 precursore è rappresentato dal triptofano, un amminoacido essenziale, è costituita da quattro reazioni biochimiche, ciascuna delle quali è catalizzata da un enzima 29 specifico. La depressione di tale catena, è imputabile ad una diminuzione della conversione della serotonina 30, prodotto della seconda reazione biochimica, in MT, diminuzione a sua volta determinata da una riduzione dell'attività degli enzimi che catalizzano la terza e la quarta reazione biochimica, rispettivamente, la serotoninaN-acetiltransferasi (SNAT) e l'idrossiindolo-O-metiltransferasi (HIOMT)
Questa riduzione, in ultima analisi, porta ad un accumulo della serotonina e dei metaboliti che nella via biosintetica della MT sono situati a monte delle reazioni biochimiche catalizzate da SNAT e HIOMT.
L'accumulo di tali metaboliti potrebbe incrementare le probabilità che alcuni di essi vengano convertiti in due potenti molecole psicoticomimetiche aventi marcate proprietà allucinogene: la N,Ndimetiltriptantina 31 (DMT) (Figure 6a e 6b) e la N,N-dimetilserotonina.
La DMT e la N,N-dimetilserotonina appartengono ad una classe di sostanze psicotrope ed allucinogene prodotte dall'organismo, le indoloalcalamine metilate (MIA), che, a loro volta, fanno parte della famiglia delle indolamine.
Vi sono dei lavori in cui viene seriamente valutata la possibilità che le indolamine siano implicate nella patogenesi di alcuni S.C.A. a carattere allucinatorio, di psicosi endogene 32 e della schizofrenia 33.
Sono stati condotti, a riguardo, alcuni studi i cui risultati hanno indotto i ricercatori ad avanzare l'ipotesi secondo cui alla base della schizofrenia e del complesso stato allucinatorio ad essa eventualmente associato, vi sia un'anomala produzione endogena di MIA.
Alcuni ricercatori, tra cui Benedetto Tarquini, autore dello stimolante saggio, dal titolo "Melatonina - fatti e fantasie", non escludono la possibilità che vi sia una correlazione patogenetica diretta tra la depressione della catena metabolica della MT e l'insorgenza di uno stato allucinatorio multisensoriale schizofrenico-simile.
Un MI mono-retroculare di presunta matrice aliena potrebbe irradiare E.L.F. EMF e/o C.E.S. in modo autonomo o a seguito dell'attivazione ad opera di un'onda elettromagnetica portante generata da una sorgente radiante posta a distanza. L'irradiazione elettromagnetica potrebbe provocare una depressione della catena metabolica della MT a livello pineale con una conseguente anomala produzione endogena di MIA, tra cui la DMT e la N,N-dimetilserotonina.
Tali molecole psicoticomimetiche potrebbero, in ultima analisi, essere responsabili dell'insorgenza di uno stato allucinatorio multisensoriale basale schizofrenico-simile che, a sua volta, potrebbe essere modificato, dagli artefici delle presunte abduction o almeno di una parte di esse, mediante una sofisticata tecnologia di controllo neurale.
Alcuni presunti addotti, inoltre, riferiscono di soffrire di ricorrenti disturbi della percezione visiva, consistenti nell'improvvisa comparsa e scomparsa di bagliori, lampi e macchie luminose, le quali, a guisa di cursori di un computer, attraversano il campo visivo monoculare.
È interessante notare come il fenomeno dispercettivo visivo in questione sembri interessare sempre e soltanto un occhio, mai entrambi.
I disturbi della percezione visiva, lamentati da alcuni presunti addotti, potrebbero essere identificabili con i cosiddetti fosfeni 34.
Un MI mono-retroculare di presunta matrice aliena, a contatto con il nervo ottico e/o con il globo oculare, potrebbe stimolare l'uno o l'altro o entrambi, con impulsi elettrici, determinando, in questo modo, l'insorgenza di fosfeni.
Un'unità di ricerca dell'Istituto Helmholtz per l'Ingegneria Biomedica dell'Università degli Studi di Aachen ha condotto uno studio i cui risultati hanno mostrato come l'esposizione di soggetti a E.L.F. EMF determini l'insorgenza, a livello retinico, di percezioni visive, dette elettromagnetofosfeni, similari, se non analoghe, ai più comuni fosfeni meccano-pressori.
Un MI mono-retroculare di presunta matrice aliena che stimolasse direttamente il nervo ottico e/o il globo oculare, mediante impulsi elettrici o emettesse onde elettromagnetiche a bassissima frequenza, al fine di alterare la fisiologia della ghiandola pineale, potrebbe determinare un effetto fisiopatologico collaterale consistente proprio nell'insorgenza di elettromagnetofosfeni. In tal caso, il presunto addotto percepirebbe questi ultimi come bagliori, macchie e puntini luminosi che comparirebbero, si sposterebbero ed infine, svanirebbero nel proprio campo visivo monoculare.

Ricapitolando:
un ipotetico MI mono-retroculare di presunta matrice aliena che stimolasse il nervo ottico e/o il globo oculare mediante impulsi elettrici e/o emettesse onde elettromagnetiche a bassissima frequenza, potrebbe agire, rispettivamente, in modo indiretto e diretto sull'epifisi, considerato anche che tale ghiandola è l'unica del corpo umano di cui sia stata sperimentalmente dimostrata una significativa sensibilità agli EMF.
La scelta dell'epifisi quale target anatomico del MI potrebbe essere giustificata dal fatto che l'esposizione di questa ghiandola a EMF a bassissima frequenza può determinare una depressione della catena metabolica della MT, depressione che, qualora si verificasse, si risolverebbe, da una parte, in una riduzione della sintesi di questo ormone e dall'altra, in un accumulo dei metaboliti situati a monte delle reazioni catalizzate dagli enzimi SNAT e HIOMT. L'accumulo di questi metaboliti potrebbe incrementare le probabilità che alcuni di essi vengano convertiti in DMT ed in N,N-dimetilserotonina, due potenti molecole psicoticomimetiche allucinogene. Tali molecole, a loro volta, potrebbero creare un complesso scenario di realtà virtuale di tipo allucinatorio multisensoriale, a cui una sofisticata tecnologia di controllo neurale potrebbe conferire i connotati di una classica abduction.
L'elettrostimolazione del nervo ottico e/o del globo oculare e/o l'emissione di onde elettromagnetiche a bassissima frequenza ad opera del MI mono-retroculare, potrebbero, altresì, determinare, oltre all'effetto primario desiderato, ossia l'alterazione della fisiologia della ghiandola pineale, anche un effetto secondario collaterale e presumibilmente non funzionale, consistente nell'insorgenza di elettromagnetofosfeni.
Il presunto addotto, in questo caso, riferirebbe di vedere macchie e puntini luminosi, bagliori e scintillii che compaiono, attraversano il campo visivo monoculare e scompaiono repentinamente.
In letteratura specializzata, difatti, si legge di presunti addotti che lamentano questo peculiare disturbo della percezione visiva, di cui, fino ad ora, non è mai stata fornita una spiegazione soddisfacente.

Bibliografia:
- Reiter R.J. et al. - "Static and extremely low frequency electromagnetic fields exposure: reported effects on the circadian production of melatonin" - J. Cell Biochem, 1993.
- Reissenweber J., David E. e Pfotenhauer M. - "Aspetti psicologici della percezione dei magnetofosfeni ed elettrofosfeni" - Biomed Tech (Berl) 1992 Mar; 37 (3): 42-5.
- Lubert Stryer - "Biochimica" - III Edizione. Nicola Zanichelli Editore S.p.A. Bologna, 1989.
- Gian Paolo Rossini - "Principi di Biochimica Ormonale" - Edizioni Zanichelli - Bologna, 1992.
- autori vari - "Biologia Molecolare della cellula" - Il Edizione Zanichelli Editore S.p.A. - Bologna, 1991.
- Robert M. Berne e Matthew N. Levy - "Principi di Fisiologia" - Casa Editrice Ambrosiana - Milano, 1992.
- autori vari - "Anatomia umana" - Ediz. Ermes - Milano 1992.
- Benedetto Tarquini - "Melatonina - fatti e fantasie" - Idelson-Guido Gnocchi Edizioni, 1996.
- Raymond A. Serway - "Fisica per Scienze e Ingegneria" - I Edizione Italiana, Vol. II - Società Editrice Scientifica, 1988.
- "Enciclopedia delle Scienze De Agostini", Biologia.
- "Enciclopedia delle Scienze De Agostini", Zoologia.
- "Dizionario Enciclopedico Multimediale di Medicina e Biologia" - Le Scienze.
- "Nuova Enciclopedia Universale Curcio - delle lettere, delle scienze, delle arti" - Armando Curcio Editore, 1968.
- "Dossier Intelligence" - Mensile di Storia della Geopolitica e dei Servizi Segreti. N. 1 Gennaio 2003 Anno II. - Editoriale Olimpia.
- Marilia Albanese, Gabriella Cella e Fiorenza Zanchi - "I Chakra - L'universo in noi" - Xenia Edizioni, 1996.
- Roger K. Leir - "The Aliens and the Scalpel - Scientific Proof of Extraterrestrial Implants in Humans", - Granite Publishing, LLC., 1998.
- Umberto Telarico e Walter Radica - "Collegamenti tra il fenomeno dei rapimenti alieni e la tecnologia dei micro-impianti" - Prima parte. UFO - La visita extraterrestre, Aprile 2000 N° 18, pagg. 10-19.
- Enrico Baccarini "Abductions: nuove frontiere".
- "UFO Dosser X - Incognite, Alieni, Enigmi dell'universo" - Fabbri Editori.

Note:
1. IR4: una delle due categorie (l'altra è rappresentata dagli IR5, ossia dagli Incontri Ravvicinati del V tipo, definizione quest'ultima, poco utilizzata ed a cui gran parte degli addetti ai lavori preferisce il neologismo "esogamia", sicuramente più impressivo ed esplicito e soprattutto, chiaramente riconducibile ad una peculiare situazione di contatto estremamente ravvicinato, in cui esseri umani di ambedue i generi "ricordano" di avere consumato uno o più amplessi con una o più creature umanoidi di presunta natura aliena) che alcuni ufologi statunitensi hanno aggiunto a quelle previste dalla classificazione degli avvistamenti di natura ufologica elaborata da Joseph AlIen Hynek (1910-1986), astrofisico americano e consulente scientifico dell'U.S.A.F. (United States Air Force: Aeronautica Militare degli Stati Uniti d'America) nell'ambito del segretissimo Blue Book Project (1952-1969). Nella nuova classificazione, gli IR4 si riferiscono a contatti molto ravvicinati, anche di tipo fisico e/o comunicativo, tra esseri umani ed entità di presunta natura aliena.
2. Raggi X: radiazioni elettromagnetiche ionizzanti dannose per gli esseri viventi, di lunghezza d'onda compresa tra circa 10-4 e 102 nm (nm: nanometro; 1nm: 1x10-9mt). A dosi molto basse, vengono impiegate nelle tecniche radiologiche.
3. TAC: tecnica di indagine radiologica che consente di osservare direttamente su un monitor l'immagine dettagliata di sezioni di organi interni. Si basa sull'elaborazione elettronica computerizzata dei segnali ottenuti facendo passare, attraverso un piano dell'organo in esame, un fascio sottile e collimato di raggi X diretto radialmente, che si sposta intorno al paziente e ne esegue una scansione tridimensionale e registrando, . con idonei rivelatori, la dose di radiazione trasmessa in ciascuna direzione.
4. R.M.N.: tecnica diagnostica per immagini che utilizza là risonanza di spin nucleare per produrre, attraverso l'elaborazione tomografica computerizzata dei segnali registrati, immagini degli organi interni.
5. Sistema Nervoso Centrale: complesso di strutture nervose localizzate in posizione profonda e nei Vertebrati, comprendente l'encefalo, a sua volta costituito dal cervello, dal tronco encefalico ed il midollo spinale, quest'ultimo accolto nello speco vertebrale.
6. Epistassi: emorragia nasale. Può manifestarsi senza una causa apparente, nel qual caso è detta "epistassi essenziale", tuttavia, la maggior parte delle volte, è sintomatica di un qualche tipo di affezione nasale o generale, in questo caso è detta "epistassi sintomatica". L'epistassi è detta "anteriore" se origina dal "Locus Valsalvae", sede anatomica, quest'ultima, caratterizzata da una fitta rete vasale e localizzata in corrispondenza della parte antero-inferiore del setto nasale; è "posteriore" o nasofaringea, qualora derivi dalla rete vasale posteriore delle fosse nasali.
7. Neurocranio: in tutti i Vertebrati definisce la porzione dello scheletro cefalico correlata alla protezione dell'encefalo.
8. Ferromagnetismo: proprietà fisica che alcuni materiali, quali il Ferro (Fe), il Cobalto (Co), il Nichel (Ni) ed il Gadolinio (Gd), possiedono e grazie alla quale i momenti magnetici degli atomi che li costituiscono tendono ad allinearsi uno con l'altro e nella direzione di un campo magnetico esogeno applicato, anche molto debole. Una volta che i momenti magnetici atomici si sono allineati, il materiale ferromagnetico acquista una magnetizzazione permanente che non viene persa qualora il campo magnetico esogeno venga rimosso. L'allineamento permanente dei momenti magnetici atomici è dovuto al forte accoppiamento tra momenti magnetici vicini. I materiali ferromagnetici vengono utilizzati per realizzare i magneti permanenti.
9. Paramagnetismo: proprietà fisica che si manifesta nei materiali ferromagnetici qualora la loro temperatura raggiunga o superi una temperatura critica, detta temperatura di Curie e consistente nella perdita della magnetizzazione spontanea permanente; in tal caso, i materiali, da ferromagnetici, diventano paramagnetici.
A temperature inferiori a quella di Curie, difatti, i momenti magnetici atomici sono allineati ed il materiale è ferromagnetico; a temperature superiori a quella di Curie, invece, ['agitazione termica, ossia il moto browniano, è tale da determinare l'orientazione casuale dei momenti magnetici atomici ed il materiale, in questo modo, diventa paramagnetico.
10. Podiatra: medico chirurgo specializzato nella cura dei piedi, della gotta, ecc.
11. È opinione della grande maggioranza degli addetti ai lavori che quasi tutti i presunti addotti siano "repeater".
12. Località nota per essere la sede di importanti installazioni classificate statunitensi di Intelligence elettronico, legate al Pentagono (il Ministero della Difesa degli U.S.A.) e particolarmente attive durante la Guerra Fredda.
13. C.I.A.: il servizio segreto d'Intelligence civile americano nato, nel 1947, dalla fusione dell'O.S.S. (Office of Strategic Service: Ufficio del Servizio Strategico, della cui costituzione venne incaricato il Gen. WilIiam "WiId" Donovan, dell'US Army, a seguito dell'attacco giapponese alla flotta statunitense ormeggiata a Pearl Harbour, il 7 Dicembre 1941 ed alla stesura del cui statuto partecipò anche Ian Fleming, funzionario dell'Intelligence della Marina Militare Britannica durante la Seconda Guerra Mondiale, nonché "padre" letterario dell'agente 007, James Bond, del Servizio Segreto di Sua Maestà!) con il C.I.G. (Centrai Intelligence Group: Gruppo Centrale del Servizio Segreto di Informazione).
14. Ippocampo: nella neuroanatomia umana, rilievo arcuato del pavimento del ventricolo laterale costituito da due lamine di sostanza grigia [componente del S.N.C., costituita da pirenofori (i corpi cellulari dei neuroni), fibre neuritiche (i prolungamenti dei pirenofori che conducono in direzione centrifuga gli impulsi nervosi) non mielinizzate o mediocremente mielinizzate, dendriti (i prolungamenti dei pirenofori che conducono in direzione centripeta gli impulsi nervosi), cellule gliali o gliociti (che svolgono un ruolo di sostegno, meccanico e trofico, nei confronti dei neuroni) e capillari] avvolte l'una nell'altra (l'ippocampo in senso stretto e la fascia dentata) e da varie strutture accessorie. Negli animali superiori è implicato nei processi di memorizzazione legati a componenti evocative emozionati.
15. Neurotrasmettitore: qualsiasi composto chimico che venga rilasciato da una terminazione nervosa in risposta ad un impulso neuroelettrico e che sia in grado di trasmettere tale impulso attraverso la sinapsi (giunzione specializzata tra due elementi nervosi o tra un elemento nervoso e un effettore, contrattile o secretorio. Tra le due cellule contigue non vi è alcun contatto, poiché le membrane contrapposte restano separate da uno spazio, la fessura sinaptica, di circa 6-10 nm), interagendo con i recettori molecolari specifici presenti sulla superficie extracellulare del plasmalemma (la membrana cellulare) del neurone postsinaptico, che, in questo modo, viene eccitato e genera, a sua volta, l'impulso nervoso.
16. Acetilcolina: estere acetico della colina. Nei Vertebrati e negli Invertebrati, è il mediatore chimico rilasciato dalle fibre nervose parasimpatiche e lo si ritrova anche a livello dei gangli parasimpatici e simpatici, delle terminazioni pregangliari dell'S.N.A. (Sistema Nervoso Autonomo) e delle giunzioni neuromuscolari dei motoneuroni (motoneurone: neurone motore il cui assone costituisce le fibre nervose motrici modulanti l'attività di strutture contrattili, quali le fibre muscolari). L'acetilcolina viene rilasciata dalle terminazioni nervose presinaptiche in risposta ad un impulso nervoso, diffonde nella fessura sinaptica ed infine, interagisce con i recettori molecolari specifici presenti sulla superficie extracellulare della membrana postsinaptica, diminuendone la polarizzazione ed innescando, in questo modo, un potenziale d'azione (P.d.A.). A livello delle giunzioni neuromuscolari, questo neurotrasmettitore modifica la permeabilità del sarcolemma, inducendo la contrazione della fibra muscolare. Una volta liberata, l'acetilcolina viene rapidamente inattivata per idrolisi ad opera dell'enzima acetilcolinesterasi, presente sulla superficie esterna della membrana postsinaptica. Le vie nervose, le fibre nervose e le terminazioni nervose che utilizzano l'acetilcolina come neurotrasmettitore sono dette colinergiche. L'acetilcolina è anche un agente vasodilatante, riduce la pressione arteriosa e determina la contrazione della muscolatura liscia bronchiale e gastrointestinale.
17. Nervo ottico: in neuroanatomia umana indica l'uno o l'altro elemento della seconda coppia dei nervi encefalici, implicato nel trasferimento, ai centri visivi superiori, degli impulsi neuroelettrici derivati dai segnali luminosi trasdotti a livello della retina.
18. Ghiandola pineale (o epifisi): formazione ghiandolare di ridotte dimensioni e a forma conica di pigna. Sporge dall'estremità posteriore del tetto del terzo ventricolo, l'epitalamo, al di sotto dello splenio del corpo calloso e poggia sui corpi quadrigemini superiori. È omologa alla porzione prossimale dell'organo parietale posteriore dei Vertebrati Eterotermi e quindi, è ancestralmente correlata a funzioni fotocettive. Nei Mammiferi l'epifisi viene considerata come una ghiandola endocrina, anche se, di tutti i numerosi composti molecolari in essa identificati, alcuni dei quali attivi come neurotrasmettitori ed ormoni, solo la melatonina è rilasciata nel circolo sanguigno. La funzione di questo ormone non è stata ancora del tutto compresa, tuttavia, gli endocrinologi ritengono che possa esercitare un'azione modulatoria sul ritmo circadiano (bioritmo caratterizzato da una periodicità di circa 24 ore, scandita da un "orologio interno" regolato sia da fattori ambientali che fisiologici. L ritmi circadiani sono assai diffusi in piante ed animali; ne sono esempi i ritmi che regolano l'alternarsi del sonno e della veglia negli animali e quelli che regolano il movimento delle foglie e la crescita nelle piante) sonno-veglia, a sua volta determinato dall'alternanza luce-buio. La ghiandola pineale, forse, è implicata anche nell'attività gonadica durante il periodo puberale. Dal punto di vista strutturale, l'epifisi è costituita da una componente stromale e da una parenchimatica, a sua volta composta da cellule specializzate nella sintesi e nella secrezione della melatonina, dette pinealociti e da cellule gliali. Questa ghiandola è caratterizzata dalla presenza di peculiari concrezioni calcaree, ben riconoscibili al microscopio ottico, che, nel complesso, prendono il nome di "sabbia cerebrale" o "corpora arenacea". L'epifisi è innervata da fibre postgangliari, i nervi conari, provenienti da centri simpatici cervicali.
19. lpotalamo: nei Vertebrati indica la porzione ventrale diencefalica e comprende le pareti ventrali, quelle laterali ed il pavimento del diencefalo (parte dell'encefalo compresa tra il mesencefalo ed il telencefalo. Il diencefalo è caratterizzato dalla presenza di una cavità, il terzo ventricolo, comunicante, mediante i forami di Monro, con il primo ed il secondo ventricolo telencefalico e tramite l'acquedotto di Silvio, con il quarto ventricolo, quello romboencefalico. In base a criteri morfo-funzionali, il diencefalo è suddiviso in una porzione dorsale o epitalamo, in una intermedio-laterale o talamo, a sua volta suddivisibile in un talamo dorsale e in un talamo ventrale o subtalamo e infine, in una porzione ventrale o ipotalamo). Nelle pareti dell'ipotalamo i neuroni si aggregano a formare nuclei che, tramite il sistema nervoso autonomo, svolgono funzioni rilevanti nel controllo di molteplici attività viscerali, quali, ad esempio, il bilancio idrico, il controllo della temperatura corporea negli animali, compreso l'uomo, omeotermi, l'appetito e l'assunzione di cibo e l'espressione di stati emozionali. l neuroni localizzati nei nuclei ipotalamici sintetizzano e secernono vari ormoni che, attraverso l'asse ipotalamo-ipofisario, raggiungono l'adenoipofisi (la porzione anteriore dell'ipofisi o ghiandola pituitaria), dove stimolano la produzione e la secrezione di altri ormoni destinati ad organi bersaglio remoti.
20. Corno posteriore del midollo spinale: profilo di una delle due colonne posteriori del midollo spinale umano colta in una sezione trasversale.
21. Ganglio cervicale superiore: in anatomia umana, il maggiore ed il più rostrale dei gangli simpatici cervicali, localizzato anteriormente alla seconda ed alla terza vertebra cervicale.
22. Sistema nervoso autonomo: nei Vertebrati definisce la porzione del sistema nervoso che innerva muscolatura liscia, prevalentemente intestinale e vasale e numerose ghiandole. Il sistema nervoso autonomo è costituito da neuroni da cui hanno origine le fibre pregangliari, le quali, a loro volta, prendono contatti con altri neuroni localizzati in gangli più o meno vicini. Da questi ultimi si dipartono le fibre post-gangliari, più o meno lunghe e generalmente non mielinizzate, che innervano vari organi effettori. Il sistema nervoso autonomo è costituito da una sezione simpatica o ortosimpatica e da una parasimpatica, caratterizzate da una diversa origine centrale e da effetti antagonisti sugli organi innervati, in rapporto agli specifici neurotrasmettitori presenti a livello delle sinapsi terminali.
23. Parenchima: il tessuto caratteristico, dal punto di vista funzionale e/o strutturale, di un organo, distinto dalle altre componenti, quali, ad esempio, il tessuto connettivo, i vasi ematici, ecc.; in dettaglio definisce la porzione secernente di una ghiandola.
24. Melatonina: composto molecolare derivato dal triptofano (un amminoacido essenziale) e prodotto dall'epifisi. Nell'uomo, in cui rappresenta l'ormone epifisario, non ne è stato ancora accertato l'esatto ruolo fisiologico, tuttavia, gli endocrinologi ritengono sia implicato nella regolazione del ritmo circadiano sonno-veglia.
25. Campi elettromagnetici statici: campi elettromagnetici di frequenza inferiore a 30 Hertz (Hz; 1 Hz = 1 ciclo/secondo).
26. E.L.F. EMF: campi elettromagnetici di frequenza compresa tra 30 Hz e 300 Hz.
27. Catena metabolica: sequenza ordinata di reazioni biochimiche, ciascuna catalizzata, ossia velocizzata, da un enzima specifico, che, a partire da un metabolita precursore posto all'inizio di tale sequenza, porta alla sintesi di un determinato composto molecolare.
28. Metabolita: qualsiasi composto che prende parte ad un processo metabolico. Può venire prodotto dall'organismo nel corso dei processi metabolici oppure essere assunto dall'ambiente.
29. Enzima: proteina funzionale dotata di attività catalitica. Gli enzimi, in generale, sono catalizzatori molto specifici, in quanto ciascun enzima è in grado di catalizzare una sola reazione chimica o un gruppo di reazioni affini (specificità di reazione), a carico di uno o pochi tipi di molecole specifiche (specificità di substrato). Gli enzimi, inoltre, aumentano, di vari ordini di grandezza, la velocità delle reazioni che catalizzano, reazioni che avverrebbero egualmente anche in loro assenza ma assai più lentamente. La funzione fisiologica di un enzima si esplica con la diminuzione dell'energia di attivazione dei reagenti. La porzione della molecola enzimatica che partecipa direttamente alla catalisi è detta "sito attivo". La funzione catalitica di una proteina enzimatica dipende strettamente dalla sua struttura; la perdita dell'attività catalitica a seguito di variazioni conformazionali o strutturali è detta denaturazione. Gli enzimi vengono classificati, in base al tipo di reazione catalizzata, in sei categorie principali: quella delle ossidoreduttasi, delle transferasi, delle idrolasi, delle liasi, delle isomerasi e delle ligasi.
30. Serotonina: 5-idrossitriptamina. Amina biogena (amina primaria di origine endogena) derivata dalla decarbossilazione (rimozione di un gruppo funzionale carbossilico) del 5-idrossitriptofano. Viene sintetizzata dalle cellule enterocromaffini della mucosa intestinale ed è presente nel sistema nervoso, nella muscolatura liscia e nelle piastrine. Da alcuni autori viene ritenuta un ormone tissutale. È un potente vasocostrittore locale ed un ipotensivo generale; inoltre, svolge un ruolo importante nella emostasi, in quanto stimola la riparazione dei vasi lesi.
31. Sulla DMT e sulla possibilità che essa svolga un ruolo di primo piano nel fenomeno delle abduction, il Dott. Giorgio Pattera, biologo (coordinatore del CUN) ha condotto, nel 1997, uno studio teorico consultabile sul sito www.cun-italia.net.
32. Psicosi endogena: episodio psicotico non chiaramente collegabile con alcun avvenimento o fattore esterno.
33. Schizofrenia: qualsiasi disordine mentale appartenente ad un gruppo di gravi malattie psicotiche caratterizzate da una particolare forma di dissociazione e deterioramento progressivo della personalità nel suo complesso. Nelle malattie schizofreniche i processi psichici sono diretti da associazioni personali apparentemente casuali, piuttosto che finalizzate logicamente, con incongruenza tra pensiero ed emozioni corrispondenti. Le principali caratteristiche della schizofrenia comprendono gravi disordini (povertà ed ambivalenza) del pensiero e della sfera affettiva, disturbi del linguaggio, della percezione, della vita di relazione e del senso di sé (autismo), allucinazioni, catatonia, con tendenza ad un'evoluzione verso la demenza. A seconda della prevalenza di alcuni sintomi, quale, ad esempio, il delirio, su altri, la schizofrenia viene classificata in semplice, catatonica, ebefrenica e paranoide.
34. Fosfene: sensazione luminosa determinata da uno stimolo meccanico compressorio (ad esempio, esercitando una pressione con le dita) sui globi oculari oppure da uno stimolo elettrico o di altra natura.
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