Anno
1453. La caduta di
Costantinopoli.
Anno 1458. Papa Pio II chiese ai cristiani di riunirsi sotto la Croce per lottare contro i Turchi.
Vlad fu il primo ad accogliere l'appello, e la sua azione coraggiosa venne considerata con favore. Anche se potevano apparire ripugnanti, le crudele tattiche da lui impiegate servivano a dimostrare la sua volontà di combattere per il cristianesimo.
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Mentre il fratello di Vlad,
Radu il Bello, che risiedeva a Costantinopoli, dal 1447 era rimasto fedele ai Turchi e venne incoraggiato da questi ultimi a consoderarsi candidato al trono valacco. Il Sultano
Mehmed II chiese quindi a Vlad di incontrarsi con il suo rappresentante Isaac pascià, ma il principe, memore del modo in cui suo padre era stato ingannato, rifiutò, consapevole inoltre che se avesse lasciato il Paese i suoi nemici si sarebbero impadroniti del potere. I Turchi decidero quindi di tendergli una trappola. Diedero ordine di catturarlo vivo o morto, ma Vlad li superò in astuzia: catturò l'emissario nemico e attirò in trappola i Turchi aprendo le porte di
Giurgiu, per poi dare fuoco alla città una volta che essi furono dentro.
La campagna finì sulle rive del
Mar Nero, in vista della potente armata turca che aveva attraversato il
Bosforo su enormi chiatte per invadere la Valacchia. Trovandosi con il fianco indifeso, Vlad fu costretto ad abbandonare l'offensiva.
In tutta l' Europa centro-occidentale nel frattempo,le campane delle chiese suonavano daGenova a Parigi in segno di gratitudine nei confronti di Vlad, sia per aver apportato nuova linfa alla Crociata, sia per aver raccolto l'eredità del grande
Hunyadi.
Nel
1462 Mehmed, il cui scopo era di ridurre la Valacchia a una provincia ottomana, decise di lanciare un'invasione servendosi del più grande esercito turco mai messo insieme dalla caduta di Costantinopoli.
Vlad che disponeva soltanto di 30.900 uomini, abbandonò la posizione sul
Danubio e cominciò a ritirarsi verso nord con l'idea di attirare il nemico in profondità nel suo Paese. Secondo la tardizione rumena, le foreste e montagne erano amiche della popolazione e nel corso dei secoli avevano assicurato la sopravvivenza della Valacchia.
Adottando la tecnica della terra bruciata, Vlad creò un vasto deserto sulla strada dell' esercito invasore, incendiando e distruggendo città.
Correva l'anno
1462. Si combatteva con un clima poco propizio. L'estate di quell'anno fu una delle più calde mai registrate.
Tuttavia Vlad sapeva che per vincere avrebbe dovuto uccidere il Sultano. Elaborò quindi un piano.
Una sera Mehmed, ritiratosi dopo un abbondante pasto, udì il verso del gufo, che era il segnale usato da Vlad per attaccare. Presi dal panico, i soldati turchi si concentrarono intorno alla tenda del sultano, e il principe valacco poté così ucciderne parecchie migliaia. Anch'egli però. subì la perdita di centinaia di valorosi guerrieri e l'attacco fallì. Il sultano Mehmed sopravvisse, mentre la strada per Tirgoviste era finalmente libera.
Ma una volta giunti nella capitale, la trovarono deserta e avvolta da una densa coltre di fumo. Mehmed decise quindi di continuare la caccia all'uomo.
Pochi km più a Nord,il sultano si trovò di fronte a uno spettacolo sinistro: in una stretta gola, lunga un chilometro e mezzo, scorse una foresta di cadaveri impalati, forse 20.000 in tutto, i resti di uomini, donne e bambini. Egli riconobbe le spoglie di soldati turchi catturati durante l'inverno precedente, e su un palo più alto vide i corpi dei due assassini che avevano tentato di prendere in trappola Vlad prima dell'inizio della guerra.
Mehmed decise di ritirarsi per dirigersi verso est, dove era ancora la flotta, ma prima di partire nominò ufiicialmente Radu il bello comandante in capo, affidandogli la missione di distruggere Vlad e sostituirlo sul trono.
Rendendosi conto che i Turchi erano più forti, i boiardi abbandonarono Vlad, e Radu inseguì il fratello fino alla
fortezza di Poenari.
Il castello venne espugnato, e Vlad fu costretto a fuggire attraverso una galleria segreta. Cercando aiuto nella zona di Brasov, Vlad si recò dal
Re Mattia d'Ungheria, ma era giunto finalmente il momento della resa dei conti. Quando Vlad arrivò, venne immediatamente arrestato e gettato in prigione poiché il re Mattia pensava egli potesse essere una spia dei Turchi.
Len ambizioni politiche del re Mattia lo portarono poi a firmare un acordo segreto con Mehmed, riconoscendo Radu come principe di valacchia.
Vlad catturava l'attenzione e le simpatie della sorella del Re, Iona e questa usò la propria influenza sul fartello per farlo liberare.
Vlad e Iona si sposarono, e dopo quattro anni quest'ultimo fu parzialmente perdonato, anche se gli venne imposto di rimanere nella città, dove ricevette una grande residenza.
Trascorsero dodici anni in cui Vlad continuava a complottare per tornare sul trono e riguadagnare la fiducia del suo carceriere, re Mattia. Il suo matrimonio con una donna appartenente alla famiglia reale ristabilì lo status quo, ed egli, dopo aver ricevuto il titolo di capitano, si preparò a una Crociata contro i Turchi.
Nel frattempo Radu il bello governava la Valacchia come fantoccio dei Turchi. Ma questi venne definitivamente sconfitto nel 1473. Il suo successore fu
Basarab III, che però gli Ungheresi consideravanod el tutto inaffidabile.
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Nel
1475, venne firmato un accordo ufficiale tra Ungheria, Moldavia e Vlad, che riottenne il trono per la terza volta.
Ma ormai il principe poteva contare solo su un pivvolo contingente di 200 soldati.
La fine
Nel dicembre del
1476, Vlad e si suoi uomini si trovavano nei pressi del
Monastero di Snagov, nella foresta Vlasia vicino a Bucarest, a fare strage di Turchi.Al colmo della soddisfazione egli salì su un'altura per osservare meglio il massacro delle truppe del sultano ma una volta solo, fu colpito da una lancia.
La sua testa mozzata venne mandata a Costantinopoli, dove fu conficcata in cima in cima a una lunga pertica affinché la popolazione vedesse che il grande impalatore era stato a sua volta impalato.
Non si sa con esattezza dove siano conservati i suoi resti. Una ipotesi è che il corpo di Vlad l’Impalatore possa essere situato presso il
Monastero Comana. Un’altra ipotesi è che Vlad l’Impalatore sia sepolto di fronte all’altare del
Monastero di Snagov, su di un’isola vicino Bucarest dove, nel 1935, venne esumato un corpo riccamente vestito, ma decapitato.
Monastero di Snagov
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Considerazioni.
Vlad trascorse più tempo in prigione che sul trono e la maggior parte delle sue esperienza sembrò avvalorare un fatto : la vita era incerta e valeva poco. Suo padre venne assassinato; suo fratello bruciato vivo;altri parenti furono uccisi o torturati;la sua prima moglie si suicidò; molti sudditi cospirarono contro di lui; suo cugino e amico fraterno lo tradì; Ungheresi e Turchi gli diedero la caccia.
Alla luce dei fatti appare troppo evidente che "l
'orrore genera orrore".
CONTINUA......
[Modificato da Nuit.Dea76 06/09/2013 13:12]