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Preparazione alla ISS International Space Station

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2014 12:26
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[IMG]http://i44.tinypic.com/eprvc9.jpg[/IMG]

Gli astronauti devono prepararsi adeguatamente prima di partire per la Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Seguono perciò un programma di preparazione completo e diversificato per oltre un anno. Tale programma comprende molta attività fisica per tenersi in forma. Seguono delle lezioni di lingua per imparare il russo (oltre l'Inglese di base). Gli astronauti imparano inoltre a guidare un veicolo spaziale, a svolgere gli esperimenti da fare durante la loro missione, a muoversi in assenza di peso e a reagire adeguatamente in caso di emergenza...

Gli astronauti europei normalmente ricevono la maggior parte della loro preparazione presso il Centro Europeo per Astronauti (EAC) a Colonia, in Germania. Assieme agli astronauti americani e ai cosmonauti russi seguono le sessioni di formazione presso il Centro Spaziale Johnson della NASA, negli Stati Uniti e a Star City, un centro di addestramento dell’Agenzia Spaziale Russa vicino a Mosca.

Gli astronauti solitamente sperimentano per la prima volta l’assenza di peso a bordo di un aereo speciale, che simula le condizioni presenti nello spazio per periodi che durano fino a 20 secondi. Questi cosiddetti “voli parabolici” sono un buon modo per imparare a muoversi mentre si fluttua. Gli astronauti praticano molto sport: questa attività fisica li mantiene in salute.

Come parte della loro formazione, gli astronauti imparano a guidare un veicolo spaziale per condurlo sull’ISS e a riportarlo sulla Terra. Utilizzando un simulatore, che è la riproduzione esatta di un veicolo spaziale reale, si allenano per diventare piloti spaziali.
WET testing ERA

Nello spazio, gli astronauti trascorrono la maggior parte del tempo facendo esperimenti scientifici, e a tale scopo si preparano inizialmente con degli scienziati per imparare a svolgere ogni esperimento.

In alcuni casi, gli astronauti escono nello spazio per aggiustare una parte della Stazione Spaziale o per condurre un esperimento. Per prepararsi alle passeggiate nello spazio, indossano le tute spaziali mentre si allenano in acqua, lavorando su dei modelli in scala reale della Stazione Spaziale.

Prima di partire per lo spazio, gli astronauti devono anche prendere lezioni di paracadutismo e imparare le tecniche di sopravvivenza in mare, nelle foreste e nel deserto per sapere come comportarsi in caso di emergenza.

Grazie all Astronauta Asi/Esa Samantha Cristoforetti, che parteciperà alla missione: Expedition 42/43, che dovrebbe partire nel Novembre 2014, la quale ha deciso di tenere per tutto il periodo d'addestramento un "diario di bordo" giornaliero in lingua Inglese, ma tradotto dall ottimo Paolo Amoroso—AstronautiNEWS, sarà possibile seguire nei dettagli e giornalmente tale addestramento che durerà: 500 giorni...

Si ringrazia Samantha per condividere con tutti noi appassionati tale addestramento-avventura, augurandoli che tutto vada per il verso giusto, e Paolo Amoroso e il sito AstronautiNews per il lavoro di traduzione...


To be continued ![SM=g8278]



[Modificato da KOSLINE 31/10/2013 23:04]


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L-500! Inizia il diario di bordo di Samantha Cristoforetti
Di Samantha Cristoforetti 19 luglio 2013 - 17:04

AstronautiNEWS e l’Associazione ISAA sono lieti e onorati di ospitare la traduzione italiana del diario di bordo dell’astronauta ESA Samantha Cristoforetti, che il 30 novembre 2014 sarà lanciata sulla navicella Soyuz TMA-15M dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, per la sua prima missione nello spazio sulla Stazione Spaziale Internazionale, partecipando alla Expedition 42/43. Partiranno con lei sulla Soyuz TMA-15M il comandante, il cosmonauta russo Anton Shkaplerov (RSA), e l’astronauta Terry Virts (NASA).

In questa serie di note, che appariranno prima in inglese sul suo profilo Google+( plus.google.com/+SamanthaCristoforetti/posts ), Samantha Cristoforetti racconterà l’addestramento alla missione e la sua esperienza nello spazio. Le tradurremo e pubblicheremo qui per il pubblico italiano raccogliendole nella pagina www.astronautinews.it/tag/logbook/ , raggiungibile anche dalla home page di AstronautiNEWS.

Ringraziamo Samantha Cristoforetti e l’ESA per la disponibilità e l’opportunità.

Ecco la prima nota del giornale di bordo.

–Associazione ISAA

Star City (Mosca, Russia), 19 luglio 2013—È il giorno L-500! Non che io li stia a contare, naturalmente [SM=g27987]

La data del lancio potrebbe ovviamente cambiare un po’, ma una ha bisogno di avere in mente un obiettivo, così ho pensato che avrei iniziato il conto alla rovescia e anche un piccolo diario di bordo su cosa accade nei miei giorni di addestramento.

Ringrazio Michael Sacchi per avermi dato indirettamente l’idea!

L-500: Diario di bordo

Sono a Star City! Fra qualche minuto andrò in bicicletta all’edificio dell’addestramento. Oggi passerò quattro ore nel simulatore della Soyuz con il mio comandante, Anton. Appariremo più o meno come nella foto.
[IMG]http://i41.tinypic.com/2dmihs0.jpg[/IMG]

Ma prima della simulazione, questa mattina avremo un briefing di due ore con il nostro istruttore, Dima, per discutere cosa ci attende nel pomeriggio.

Ieri abbiamo eseguito un rientro nominale… che si è naturalmente trasformato in non nominale quando entrambi i computer principali e il motore ci hanno abbandonati.

Oggi simuleremo uno scenario di discesa d’emergenza… che è quando qualcosa va veramente storto e devi tornare giù rapidamente!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/19/l-500-inizia-il-diario-di-bordo-di-samantha-cristoforetti-della-sua-prima-missione-s...

L-499: Per rientrare accendi il motore, a qualunque costo
Di Samantha Cristoforetti 20 luglio 2013

Star City (Mosca, Russia), 20 luglio 2013—Nessuna attività di addestramento è generalmente pianificata nel fine settimana. È tempo di riposare, naturalmente, ma anche un’occasione per allenarsi senza fretta e recuperare.

Star City in estate è un gran posto per andare a correre o in bicicletta all’aria aperta, visto che siamo in gran parte circondati da alberi e piccoli laghi. Ma per il momento la giornata è piuttosto fresca e umida. Vedrò se migliorerà nel pomeriggio e nel frattempo lavorerò per riordinare i miei appunti sui manuali delle procedure delle simulazioni Soyuz di questa settimana (nella foto):
[IMG]http://i42.tinypic.com/1427tvt.jpg[/IMG]

A mano a mano che procediamo nelle simulazioni Soyuz, aggiungiamo note e promemoria e cerchiamo di evidenziare le azioni che sono particolarmente importanti e/o facili da trascurare.

Sono l’unica astronauta ESA qui questo mese, così ho sequestrato il grande tavolo nell’ufficio dell’ESA. La maggior parte dell’addestramento Soyuz che stiamo facendo riguarda il manuale del rientro. Alla fine, tornare giù in sicurezza dallo spazio si può riassumere in una sola cosa: qualunque cosa accada, fai qualunque cosa sia richiesta per eseguire l’accensione del motore per frenare. Questo significa: al momento giusto, con l’orientamento appropriato e con la spinta richiesta.

Se non lo fai, chissà quando e dove andrai ad atterrare!!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/20/l-499-per-rientrare-accendi-il-motore-a-qualunqu...

L-498: Rendezvous veloce per principianti
Di Samantha Cristoforetti 21 luglio 2013
Star City (Mosca, Russia), 21 luglio 2013—Un altro giorno piovoso e freddo del fine settimana a Star City. Credo che oggi farò di nuovo allenamento in palestra invece di andare a correre fuori.

Per quanto riguarda l’addestramento, rivedrò i miei appunti della lezione sul profilo di rendezvous in 4 orbite. Che ci crediate o no, sono dovuta tornare recentemente in classe per una lezione di teoria!

Come potreste avere sentito, il viaggio verso la ISS è diventato molto più breve ultimamente. A partire dall’equipaggio di Pavel Vinogradov la scorsa primavera, stiamo sperimentando il “rendezvous veloce” che porta la Soyuz all’attracco entro circa sei ore (o quattro orbite) dal lancio.

Erano solitamente necessari due giorni per raggiungere la Stazione. Dopo l’ascesa e l’inserimento in orbita, il personale di terra tracciava la Soyuz, misurava la sua posizione e velocità effettiva e, basandosi su questo, calcolava e caricava sul computer di bordo i dati per le accensioni dei motori: quando doveva essere acceso? per quanto tempo? che orientamento doveva avere la capsula? L’obiettivo era naturalmente avvicinarsi alla ISS e in una posizione da cui il computer di bordo poteva calcolare le accensioni finali per il rendezvous.

Ora, viene fuori che dopo centinaia di lanci Soyuz e Progress, i controllori russi hanno molti dati statistici e possono prevedere piuttosto bene come l’orbita apparirà dopo il lancio. Così possiamo inserire i dati per le prime due accensioni quando il razzo è ancora sulla rampa di lancio e fare subito quelle prime due accensioni.

Significa che dopo il lancio le cose andranno piuttosto veloci! Essendo l’ingegnere di bordo, dovrò dedicare la mia attenzione principalmente alla verifica dei sistemi e ai controlli di tenuta, accertandomi che non stiamo perdendo aria nello spazio libero. Nel frattempo Anton terrà sotto controllo l’inizio della modalità dinamica: in preparazione alle accensioni del motore, la Soyuz si orienterà lungo la verticale locale (con la “pancia” che punta verso la Terra) e lui sarà in grado di osservare questa procedura nella sua vista con il periscopio. Come nella foto, tranne che a questo punto Anton vedrà la Terra, non ancora la Stazione.

[IMG]http://i41.tinypic.com/2mwcpr5.jpg[/IMG]

Naturalmente, da buon equipaggio cercheremo di controllarci a vicenda mentre lavoriamo in parallelo, per accertarci di non trascurare nulla ed essere sulla buona strada verso l’avamposto dell’umanità nello spazio!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/21/l-498-rendezvous-veloce-per-princ...

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L-497: Controllare il rientro della Soyuz schiacciati dall’accelerazione
Di Samantha Cristoforetti 22 luglio 2013 - 11:47

Star City (Mosca, Russia), 22 luglio 2013—Sto iniziando un’altra settimana di addestramento qui a Star City.

Oggi non sarò nel simulatore Soyuz, ma avrò un briefing di due ore con il mio comandante Anton e il nostro istruttore Dima. La simulazione vera e propria si svolgerà domani mattina e sarà probabilmente una di quelle “in tuta”, il che significa che indosseremo le nostre tute pressurizzate Sokol.

Nel pomeriggio avrò una sessione di addestramento sul rientro manuale. Il rientro della Soyuz è normalmente controllato automaticamente da un computer di bordo. Tuttavia ci sono alcune modalità di malfunzionamento in cui il computer non lo farà, o perché è guasto, o perché non gli piacciono le condizioni di ingresso nell’atmosfera. In questi casi speciali, prima di passare a un rientro balistico, l’equipaggio può tentare di “salvare” il rientro controllato assumendo il controllo manuale.

A quel punto, la separazione è già avvenuta e rimane solo il modulo di discesa. Se date un’occhiata alla foto:
[IMG]http://i40.tinypic.com/2hqbgxg.jpg[/IMG]

si tratta della parte centrale a forma di campana. Il modulo orbitale sferico e il modulo di servizio cilindrico bruciano per conto loro durante il rientro.

I comandi sono piuttosto semplici—come dovrebbero essere, visto che sarete sotto un carico di G e starete indossando gli spessi guanti della tuta pressurizzata. Tuttavia, andare a finire vicino al punto di atterraggio nominale mentre si subisce il carico di G e mantenendo gli stretti limiti richiesti… non è per niente facile. Beh, è per questo che facciamo pratica!



Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/22/l-497-controllare-il-rientro-della-soyuz-schiacciati-dallaccele...

L-496: Che fare se non si può arrivare alla ISS velocemente?
Di Samantha Cristoforetti 23 luglio 2013 - 09:48

Star City (Mosca, Russia), 23 luglio 2013—Oggi passerò sei ore nel simulatore della Soyuz! In realtà in due diversi.

Puoi vedere il primo nella foto:
[IMG]http://i44.tinypic.com/40ytf.jpg[/IMG]

Quel giorno anche il nostro compagno di equipaggio Terry era con noi, ora è negli USA. È in questo tipo di simulazione che facciamo pratica di tutte le fasi del volo. Il portello proprio dietro di noi, fra l’altro, non esiste nel veicolo spaziale reale: sulla rampa di lancio vi dovete calare giù dalla sezione superiore, il modulo orbitale. Ma per il lavoro giornaliero sarebbe un po’ macchinoso.

Abbiamo anche un altro tipo di simulatore che viene usato solo per addestrarsi al rendezvous manuale, l’attracco manuale, lo sgancio e successivo riattracco a un altro boccaporto (quest’ultimo è sempre manuale). Avrò una sessione di pratica nel pomeriggio.

In mattinata sarò con Anton nel simulatore per fare pratica di ascesa e operazioni orbitali post-ascesa. Inizieremo, come faremmo nominalmente, con le procedure di rendezvous veloce di cui ho parlato un paio di giorni fa. Durante la sequenza di accensioni per arrivare alla Stazione, accadrà qualcosa che ci renderà impossibile mantenere il rigido programma.

Fortunatamente, il “vecchio” profilo di rendezvous in due giorni è sempre applicabile! In accordo con il controllo a terra, passeremo al profilo più lungo e ci daremo un po’ più di tempo per sistemare gli intoppi. Dovremo solo aspettare un po’ più a lungo per quel pasto caldo!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/23/l-496-che-fare-se-non-si-puo-arrivare-alla-iss-velo...

L-495: Nella centrifuga più grande del mondo
Di Samantha Cristoforetti 24 luglio 2013 - 12:22

Star City (Mosca, Russia), 24 luglio 2013—Oggi ho una giornata balistica!

Il centro di Addestramento dei Cosmonauti qui a Star City è la sede della centrifuga più grande del mondo con il suo braccio da 18 metri. È una bestia piuttosto imponente. Ho fatto una prima sessione la settimana scorsa (foto):
[IMG]http://i44.tinypic.com/34qnqk7.jpg[/IMG]

Ma mentre la settimana scorsa sono andata solo fino a 4,3 G, questa voltà proverò fino a 8 G. Lo scopo di questo non è infliggere una sofferenza non necessaria ai poveri membri degli equipaggi, ma piuttosto prepararci al caso di un rientro balistico, quando i carichi di G possono facilmente arrivare fino a 8 G e anche di più!

Quindi, cos’è un rientro balistico? È una modalità in cui nessuno, né l’equipaggio né il computer, tenta di controllare la traiettoria di rientro del veicolo. Praticamente viene giù come un corpo inerte con una traiettoria dettata puramente dalle sue caratteristiche geometriche e distribuzione di massa. Con un trucco: la capsula viene messa in rotazione continua di 13° al secondo intorno al suo asse longitudinale.

Allora, perché dovremmo scegliere la modalità balistica? Non è che il rientro nominale sia un’esperienza morbida, ma questa è certamente più movimentata. Beh, potrebbe accadere per una serie di malfunzionamenti durante il rientro nominale. Ecco perché ogni qualvolta un equipaggio sta tornando dall’orbita ci sono sempre due squadre di soccorso in attesa: una al luogo di atterraggio nominale e un’altra al luogo balistico.

Ma potrebbe anche accadere che dobbiate lasciare l’orbita rapidamente a causa di un’emergenza, per esempio un incendio o una depressurizzazione. In quel caso i team di controllo al Centro di Controllo della Missione di Mosca non hanno il tempo per calcolare e caricare sul computer di bordo i dati per un rientro controllato. E allora balistico sia! E, no, non ci sarà una squadra di soccorso in attesa in questo caso.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/24/l-495-nella-centrifuga-piu-grande-de...

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L-494: E se c’è un incendio a bordo?
Di Samantha Cristoforetti 25 luglio 2013 - 10:14

Star City (Mosca, Russia), 25 luglio 2013—Ultimo giorno di addestramento a Star City per questo viaggio, e sarà un altro giorno pieno nei simulatori della Soyuz!

[IMG]http://i43.tinypic.com/314czrb.jpg[/IMG]

Prima una sessione di avvicinamento manuale, nella quale Anton avrà la possibilità di fare pratica nel portare la Soyuz manualmente da una distanza di alcuni km fino a circa 100 metri davanti al boccaporto di attracco. Come ingegnere di bordo, lo aiuterò dal modulo orbitale misurando la velocità e la distanza con un telemetro laser.

Dopo sarà il mio turno ai comandi. Avrò una sessione di attracco manuale da sola, in cui farò pratica di attracco della Soyuz da entro 400 metri—è quello che chiamiamo distanza ravvicinata.

Il pomeriggio sarà… caldo! A un certo punto durante la nostra sessione di addestramento nel simulatore della Soyuz del fumo comincerà a fluire nel modulo di discesa da dietro il pannello dei comandi. Non è che il fumo debba necessariamente arrivare da quella direzione nella vita reale, ma il simulatore ha naturalmente degli schemi di funzionamento noti. Spegneremo tutti gli equipaggiamenti elettrici ma ho la distinta sensazione che, come ogni volta, questo non risolverà il problema nel nostro scenario. Così ci rimarrà una sola scelta: rimuovere tutta l’atmosfera. Questo estinguerà certamente il fuoco!

Una volta che ciascuno avrà indossato la propria tuta presurizzata Sokol e le tute avranno superato il controllo di tenuta, depressurizzeremo la capsula e inizieremo a seguire le procedure per organizzare la discesa d’emergenza. A questo punto, lottiamo contro il tempo: le tute sono collegate ai serbatoi dell’ossigeno e possono mantenerci in vita per un paio d’ore. C’è tutto il tempo per organizzare l’accensione di frenatura che ci riportera nell’atmosfera, ma non c’è certamente margine per non farlo correttamente la prima volta!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/25/l-494-e-se-ce-un-incendio-...

L-493: È arrivato il giorno della partenza da Mosca!
Di Samantha Cristoforetti 26 luglio 2013 - 13:40

Francoforte (Germania), 26 luglio 2013—È arrivato il D-Day.

Il Giorno della Partenza, cioè. Certamente non la mia parte preferita della vita dell’addestramento: quando dovete fare i bagagli e trasferirvi in un altro luogo. A Star City ho un alloggio assegnato a me, il che significa che sto sempre nella Stanza 32 quando vengo per l’addestramento. Ma quando vado via, altro personale ESA in viaggio di lavoro può sistemarsi lì, così quando parto devo raccogliere tutta la mia roba che non voglio portare con me e metterla in deposito. Ci si sente un po’ come congelare una vita mentre vado da qualche altra parte a vivere un’altra vita per un po’.

Visto che il traffico intorno a Mosca è tipicamente inclemente, in genere lasciamo Star City 4 o 5 ore prima dell’orario di partenza del volo. Anche prima nei giorni nevosi, un po’ più tardi se ce ne andiamo in momenti con poco traffico, come oggi. Il nostro abile autista, Nikolay, ha bussato alla mia porta alle 5 questa mattina.

Ora sono a Francoforte in attesa del mio treno per Colonia. Ho del lavoro da ufficio di cui devo occuparmi al Centro Astronauti Europei (European Astronaut Centre) questo pomeriggio. Sedendo qui nel terminal affollato, è strano pensare che ieri sera stavo pedalando sulla mia bicicletta nella tranquilla Star City. O, del resto, ieri intorno a quest’ora mi stavo sistemando sulla mia sedia nel mio “altro ufficio”.:

[IMG]http://i43.tinypic.com/3534fwg.jpg[/IMG]

Ho imparato molte lezioni dalla nostra simulazione di incendio di ieri, specialmente in termini di distribuzione dei compiti fra Anton e me durante un caso di incendio. Quando la situazione è critica, è particolarmente importante il Crew Resource Management (gestione dell’equipaggio).

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/26/l-493-e-arrivato-il-giorno-della-p...

L-492: Prima, durante e dopo la centrifuga a 8G
Di Samantha Cristoforetti 27 luglio 2013 - 13:37

Colonia (Germania), 27 luglio 2013—Mi sto godendo un giorno libero a casa!

Ci sono molte piccole cose di cui occuparmi prima di partire per Houston domani mattina presto, ma tutto sommato è una giornata rilassante.

Ho pensato di condividere alcune foto della sessione a 8G nella centrifuga all’inizio di questa settimana. Alcuni di voi hanno chiesto di vedere alcune foto del “dopo”, quindi eccovele: prima, durante e dopo!

Domani vi dirò di più su come ci si sente.

[IMG]http://i39.tinypic.com/2po73aq.jpg[/IMG]
Durante la sessione nella centrifuga a 8G…

[IMG]http://i39.tinypic.com/2ludn36.jpg[/IMG]
…e dopo!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/27/l-492-prima-durante-e-dopo-la-centrifu...

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L-491: Spostamento del sonno, jet lag e grandi aerei
Di Samantha Cristoforetti 28 luglio 2013 - 10:57

Francoforte (Germania), 28 luglio 2013—Sono in viaggio verso il Johnson Space Center per quattro settimane di addestramento negli USA.

Una breve corsa in treno da Colonia all’aeroporto di Francoforte questa mattina presto e ora un volo di 11 ore per Houston. C’è un A380 in attesa al gate, l’imbarco sta per iniziare. Come potete vedere nella foto:

[IMG]http://i42.tinypic.com/2yun72v.jpg[/IMG]

l’imbarco su questa “bestia” avviene attraverso tre tunnel su più livelli!

Non sto aspettando con entusiasmo la differenza di fuso orario di 7 ore. In realtà 9 ore rispetto a Star City, dove ero solo due giorni fa. Il jet lag potrebbe essere il singolo più grande ostacolo dell’addestramento degli astronauti per me: mi ci vuole sempre da una settimana a dieci giorni per tornare ai normali ritmi di sonno dopo un volo intercontinentale. Forse perché sono abituata a essere una che dorme sodo e tipicamente mi addormento entro pochi secondi da quando mi appoggio sul cuscino, gestire le alterazioni del sonno non è il mio forte.

Ad ogni modo, lo vedo come parte dell’addestramento. Lo spostamento dei turni di sonno avviene piuttosto spesso sulla Stazione Spaziale Internazionale, in particolare quando l’equipaggio deve supportare l’arrivo di nuovi membri o di veicoli di rifornimento come Progress, ATV, HTV, Dragon o, in futuro, Cygnus. Come potete bene immaginare, i tempi di attracco sono determinati dalla meccanica celeste, le finestre di lancio e i requisiti di giorno/notte orbitale, non dai turni di sonno dell’equipaggio.

Sto sperimentando un approccio più intenzionale allo spostamento del sonno. Questa mattina indosso degli occhiali da sole per ridurre l’esposizione alla luce mentre è notte a Houston. E ho dormito deliberatamente solo un paio d’ore l’altra notte, nella speranza che questo mi aiuti a dormire per la maggior parte del volo per gli USA. Fra un paio di settimane avrò un briefing al Johnson Space Center sulle tecniche di spostamento del sonno: non vedo l’ora di imparare qualche trucco utile!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/28/l-491-spostamento-del-sonno-jet-lag-e-grand...

L-490: Quick Disconnects, esame della retina e panorama
Di Samantha Cristoforetti 29 luglio 2013 - 17:59

Johnson Space Center (Houston, USA), 29 luglio 2013—Ho appena avuto un incontro con la mia NASA ITI (Increment Training Integrator) Alicia sulle prossime quattro settimane di addestramento. Terry e io avremo da fare!

Ora ho ancora mezz’ora per occuparmi di alcune questioni amministrative alla mia scrivania. C’è una vista magnifica dalla finestra, come potete vedere:

[IMG]http://i40.tinypic.com/29y1kr8.jpg[/IMG]

L’edificio in fondo sulla destra, fra l’altro, è il Mission Control Center—Houston (Centro di Controllo Missione—Houston). Per gli amici MCC-H. Più formalmente: il Gene Kranz Mission Control Center (Centro di Controllo Missione Gene Kranz). Ricordate “failure is not an option”? (il fallimento non è contemplato)

Presto andrò a un corso sulle operazioni di Fluid Quick Disconnects (QD, disconnessioni rapide dei fluidi). Le QD collegano diverse sezioni delle condutture dei fluidi fuori dalla Stazione, in particolare le condutture dell’ammoniaca altamente tossica. Ho lavorato in passato con le QD nella piscina durante l’addestramento all’EVA, ma i mockup della piscina sono a bassa fedeltà. Oggi passeremo un po’ di tempo lavorando con le QD ad alta fedeltà.

Nel pomeriggio avrò un corso chiamato esecuzione di immagini della retina, nel quale mi saranno insegnate alcune competenze necessarie per eseguire l’esame degli occhi di un altro membro dell’equipaggio. È meglio che impari bene queste cose!


Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/29/l-490-quick-disconnects-esami-della-retina-e-p...

L-489: Com’è un oftalmoscopio? E un Quick Disconnect?
Di Samantha Cristoforetti 30 luglio 2013 - 17:06

Johnson Space Center (Houston, USA), 30 luglio 2013—Direi che oggi è un giorno complessivamente dedicato al benessere sulla ISS.

Sia Terry che io veniamo addestrati come Crew Medical Officers (CMO, ufficiali medici dell’equipaggio). Abbiamo entrambi frequentato un certo numero di corsi sulle basi delle procedure mediche. Per esempio, il corso sull’esecuzione di immagini della retina che ho seguito ieri! Mi potete vedere nella foto mentre mi impratichisco con l’oftalmoscopio che viene usato per ottenere immagini della retina.
[IMG]http://i40.tinypic.com/35hjwip.jpg[/IMG]

Come potreste avere sentito, molti membri degli equipaggi di lunga durata hanno subito degenerazioni della vista durante le loro missioni e le ragioni non sono ancora pienamente comprese. Ecco perché ora stiamo monitorando gli occhi così attentamente durante tutto il volo spaziale.

Come CMO, oggi Terry e io avremo una lezione sui principali disturbi psicologici che potrebbero presentarsi nel volo spaziale di lunga durata: come riconoscerli, cosa fare. Se me lo chiedete, il buon cibo è uno dei principali mezzi di benessere psicologico. Come è appropriato che oggi avremo anche la nostra sessione di assaggio di cibo dell’ESA! L’ESA non fornisce cibo per il menu standard della ISS, ma mette a disposizione un certo numero di pietanze che i membri dell’equipaggio possono scegliere per i loro contenitori di cibo bonus.

Un altro aspetto del benessere è la forma fisica complessiva. Oggi avrò anche una sessione di addestramento sull’ARED (Advanced Resistive Exercise Device, dispositivo avanzato per l’esercizio resistivo). L’ARED è la macchina per il sollevamento pesi a bordo della ISS, tranne che non ha pesi, ma piuttosto grandi cilindri a vuoto che fanno resistenza mentre alleniamo le gambe (squat), i pettorali (chest press), le braccia (curl) e tanto altro.

Ho anche allegato una foto dal corso sui Quick Disconnect di cui ho parlato ieri, nel caso siate curiosi di sapere che aspetto hanno i QD. Abbiamo avuto la possibilità di fare pratica sui QD pressurizzati su uno speciale addestratore sotto pressione. Avere a che fare con la pressione nelle condutture mi ha dato un nuovo rispetto per questo compito!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/30/l-489-come-un-oftalmoscopio-e-un-quick-dis...

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L-488: Volo libero e procedure mediche che speriamo di non usare
Inviato il 31 luglio 2013 da Samantha Cristoforetti


Johnson Space Center (Houston, USA), 31 luglio 2013—La giornata di addestramento inizierà fra un paio d’ore con una breve lezione sulla fotocamera che viene portata fuori nelle passeggiate spaziali e con cui i membri dell’equipaggio in EVA riprendono splendide foto all’esterno dalla Stazione.

Dopo passerò a un corso di due ore per ripassare le competenze di Crew Medical Officer (ufficiale medico di bordo). Questi corsi hanno dei requisiti di mantenimento in esercizio piuttosto seri, come potete immaginare. In programma, fra le altre cose, una revisione delle procedure di cateterizzazione, giusto nel caso la microgravità scombini le funzioni della vescica di qualcuno. Lo so, non è una parte molto glamour del volo spaziale, ma una situazione per cui vogliamo essere pronti!

Nel pomeriggio Terry e io avremo un corso di tre ore nella cupola sul rendezvous dei veicoli in volo libero. I veicoli in volo libero sono veicoli in visita come HTV, Dragon o, nel prossimo futuro, Cygnus, che non arrivano fino all’attracco, ma piuttosto si mantengono in posizione a 10 m dalla Stazione e dopo vengono afferrati dagli astronauti con il braccio robotico e agganciati a un boccaporto libero della ISS.

Ho trovato una foto veramente suggestiva del mio collega Shenanigan Alex nella cupola.

[IMG]http://i40.tinypic.com/6pryj9.jpg[/IMG]

È un’attrezzatura piuttosto sorprendente in cui si fa pratica della fase di rendezvous dei veicoli, dal monitoraggio del corridodio durante la fase di avvicinamento fino alla presa con il Canadarm 2.

Come evento finale della giornata, un controllo di adattamento dei miei auricolari fatti su misura. Questi sono particolarmente importanti per le valutazioni periodiche dell’udito sulla ISS, in cui monitoriamo la funzione uditiva degli astronauti lungo tutta la missione. Con tutte quelle pompe e ventole sempre in funzione, la ISS non è mai molto silenziosa!


Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/07/31/l-488-volo-libero-e-procedure-mediche-che-speriamo-di-no...

L-487: Catturare Cygnus
Inviato il 1 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i43.tinypic.com/3588284.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 1 agosto 2013—Oggi vado 3D! La giornata inizierà con un corso sulla videocamera 3D della ISS. Non ho nessuna esperienza con questa apparecchiatura, quindi non vedo proprio l’ora.

Dopo avrò una lezione di ripasso su EVR. L’acronimo EVR si riferisce alle operazioni robotiche in supporto alle attività EVA: è quando facciamo “volare” gli astronauti in passeggiata spaziale intorno alla Stazione sul Canadarm 2. Questo ripasso è importante, perché domani dovrò manovrare il braccio robotico del NBL per la prima volta. Sì, c’è realmente un braccio robotico nella piscina!

Giusto per tenermi concentrata anche sul mondo del Crew Medical Officer (ufficiale medico dell’equipaggio), più avanti nella giornata avrò un corso sulle procedure dentistiche che potrebbero essere richieste a bordo della ISS.

Allego alcune foto dal nostro addestramento nella Cupola di ieri:

[IMG]http://i40.tinypic.com/e9exp2.jpg[/IMG]

in cui abbiamo fatto pratica con il lavoro di squadra per monitorare l’avvicinamento di Cygnus. Siamo tutti molto eccitati per il primo Cygnus che volerà verso la ISS il prossimo mese!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/01/l-487-catturare-cygnus/

L-486: Operazioni robotiche nella grande piscina
Inviato il 3 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 2 agosto 2013—Oggi una giornata veramente piena. Principalmente al Neutral Buoyancy Facility (NBL, laboratorio di galleggiamento neutro), la piscina gigante dove facciamo pratica per le passeggiate spaziali.

Ho aiutato il mio compagno di equipaggio Butch a indossare la tuta all’inizio della mattinata e dopo ho manovrato il braccio robotico nella piscina per diverse ore. Potete vedere alcune parti del braccio spuntare fuori dall’acqua nella foto.

[IMG]http://i42.tinypic.com/262wap2.jpg[/IMG]

Quindi Terry e io abbiamo seguito un corso di tre ore in cui abbiamo praticamente smontato e rimontato una tuta da passeggiata spaziale.

Condividerò altre foto nel fine settimana!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/03/l-486-operazioni-robotiche-nella-grande-...

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L-485: Pilotare il braccio robotico
Inviato il 3 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i40.tinypic.com/rcng4p.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 3 agosto 2013—Nessuna attività di addestramento è in programma nel fine settimana, anche se passerò un po’ di tempo a rivedere i miei appunti della settimana e iniziare a prepararmi per l’addestramento della prossima settimana nel NBL, la grande piscina dove facciamo pratica per le passeggiate spaziali. Terry e io ci addestreremo per la sostituzione d’emergenza di un modulo pompa. Vi suona familiare? È perché è già accaduto in orbita!

Ho allegato alcune immagini di ieri al NBL. Sono arrivata presto al mattino per un ragguaglio sulle peculiarità del braccio robotico della piscina. L’interfaccia software e i comandi manuali sono gli stessi, ma il braccio è naturalmente molto diverso e la piscina ha i suoi vincoli specifici. Se mai mi sentite dire in orbita: “Non posso andare più in là verso nadir, ci stiamo avvicinando al fondo”… qualcosa va piuttosto male!

Il pilotaggio del braccio nella piscina è concentrato principalmente sui momenti GCA. È un acronimo che abbiamo preso in prestito dal mondo dell’aviazione e sta per Ground Controlled Approach (avvicinamento controllato da terra). Un controllore GCA ha l’aereo in avvicinamento sul radar e fornisce istruzioni al pilota per mantenere l’aereo sul sentiero di discesa fino a quando il pilota ha in vista la pista. Nel mondo delle’EVA, un GCA è quando il membro dell’equipaggio in passeggiata spaziale dà istruzioni all’operatore del braccio robotico in modo da muovere il braccio verso una posizione particolare. Le istruzioni possono essere per esempio “1 metro verso lo zenit della stazione” o “15° di cabrata del corpo”. Visto che i GCA avvengono in genere vicino a strutture, una buona consapevolezza della situazione da parte di tutti quelli che sono coinvolti è molto importante e la comunicazione efficace è vitale.

Ho anche fatto pratica nell’aiutare a indossare la tuta del mio compagno di equipaggio Butch. Non è un compito facile. Normalmente abbiamo tecnici delle tute molto competenti che ci aiutano, ma in orbita saremo per conto nostro, così è importante essere in grado di aiutarsi a vicenda a entrare nella tuta.

[IMG]http://i44.tinypic.com/2qx7urb.jpg[/IMG]

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/03/l-485-pilotare-il-braccio-r...

L-484: Foto-video camere, procedure dentistiche, EMU
Inviato il 4 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i42.tinypic.com/2due2av.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 4 agosto 2013—Oggi condivisione di alcune foto dalle attività di addestramento della settimana passata.

Potreste ricordare che ho avuto un corso sulla fotocamera per EVA questa settimana. In realtà è una comune macchina disponibile commercialmente con modifiche minori, come l’uso di lubrificante adatto alle operazioni nel vuoto. Ci sono diverse macchine fotografiche simili sulla ISS e i membri dell’equipaggio le usano tutto il tempo per fare foto all’interno. Quando una macchina deve andare fuori, viene avvolta bene in un rivestimento bianco, come potete vedere nella foto. Questo viene fatto principalmente per ragioni di bilancio termico.

[IMG]http://i40.tinypic.com/245fwus.jpg[/IMG]

Ho avuto anche un corso sulla videocamera 3D. Ora, questo mi ha realmente aperto un nuovo mondo. Convergenza, parallasse negativa, parallasse positiva… c’è tutta una nuova complessità in confronto a riprendere video 2D!

[IMG]http://i40.tinypic.com/hu0vo5.jpg[/IMG]

Per quanto riguarda il corso sulle procedure dentistiche, non preoccupatevi: nessuno ha in programma di farci fare grandi interventi odontoiatrici mentre siamo in orbita. Le cose principali che mi sono state mostrate sono come otturare temporaneamente una cavità nel dente se un’otturazione si è staccata, e come riattaccare una capsula. Inoltre, ho ricevuto alcune istruzioni su come praticare un’anestesia locale come sollievo temporaneo in caso di forte dolore a un dente.

[IMG]http://i42.tinypic.com/2rc7gco.jpg[/IMG]

Per finire, una foto del nostro corso in cui si smonta una tuta per passeggiata spaziale. Il suo vero nome è Extravehicular Mobility Unit (EMU, unità di mobilità extraveicolare), ma tutti la chiamano semplicemente “la tuta”. Questo è stato un corso divertente!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/04/l-484-foto-video-camere-procedure-dentisti...

L-483: Emergenze mediche in assenza di peso
Inviato il 5 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i43.tinypic.com/2mpczo6.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 5 agosto 2013—Sto iniziando la settimana con alcuni scenari d’emergenza piuttosto seri!

Non sto parlando di incendi, perdite o fuoriuscite tossiche, ma piuttosto emergenze mediche. Sia che siamo i Crew Medical Officers (ufficiali medici dell’equipaggio) incaricati o no, veniamo tutti addestrati a intervenire nel caso un compagno di equipaggio non abbia polso e/o sia incapace di respirare. Abbiamo un Crew Medical Restraint System (sistema di fissaggio medico dell’equipaggio) permanentemente dispiegato con il quale possiamo mantenere qualcuno in una posizione stabile per eseguire la CPR (Cardio Pulmonary Resuscitation, rianimazione cardiopolmonare). Ho allegato un paio di foto dalla Expedition 34 nelle quali potete vedere che i membri dell’equipaggio hanno diverse opzioni in assenza di peso quando si tratta di posizioni del corpo per esercitare la compressione.

[IMG]http://i44.tinypic.com/34pb4uw.jpg[/IMG]

La mia giornata inizierà con un ripasso sull’equipaggiamento di risposta d’emergenza, dal tavolo di fissaggio all’AED (Automated External Defibrillator, defibrillatore esterno automatico) e il Respiratory Support Pack (attrezzatura di supporto respiratorio), e dopo andrò a un corso sulle procedure di risposta d’emergenza vere e proprie. Non sono diverse dalle procedure che potreste avere imparato in un corso di primo soccorso, ma ottimizzate per la specifica situazione che abbiamo a bordo, l’equipaggiamento disponibile e il fatto che non possiamo chiamare il 112 o il 911.

Più tardi avrò un incontro al Food Lab (laboratorio alimentare) per iniziare a discutere il contenuto del mio contenitore di cibo bonus, dopodiché andrò in machina al NBL per il corso a 1G sulla sessione di piscina di venerdì. Chiamiamo corsi a 1G gli eventi preparatori in cui gli istruttori ci descrivono i compiti per la prossima sessione e possiamo manipolare in un ambiente a 1G, cioè fuori dalla piscina, gli attrezzi e l’equipaggiamento con cui avremo a che fare nell’acqua. Alcuni componenti giganti possono essere molto pesanti a 1G, ma i modelli della piscina sono resi a galleggiamento neutro con l’aggiunta di gommapiuma. È quanto di più vicino si può all’assenza di peso!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/05/l-483-emergenze-mediche-in-assenza-...

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L-482: Qualcuno è ancora sveglio?
Inviato il 6 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i43.tinypic.com/jfi8ut.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 6 agosto 2013—Oggi l’addestramento è iniziato con un corso sul payload SAMS: è lo Space Acceleration Measurement System (sistema di misura dell’accelerazione spaziale), una serie di sensori interconnessi lungo tutta la ISS che da oltre dieci anni stanno caratterizzando l’ambiente a microgravità sulla Stazione. Le telecamere interne potrebbero essere spente oltre gli orari di lavoro, ma i controllori a terra di SAMS sanno sempre dalla telemetria sull’accelerazione se in orbita è ora di dormire o se c’è ancora attività a bordo!

Per il resto della giornata pianificherò principalmente la sessione di addestramento nella piscina di venerdì. Come ho già detto, ci eserciteremo su uno scenario d’emergenza in cui dobbiamo sostituire un modulo pompa. È un componente vitale, perché mantiene il fluido di raffreddamento in circolazione in uno dei nostri due circuiti del sistema di controllo termico esterno. Con un modulo pompa non funzionante perdiamo molta della ridondanza sulla Stazione, a cominciare da metà dell’alimentazione elettrica. Sostituire un modulo pompa è un’attività da 3 EVA, ma venerdì faremo pratica solo con una di queste, la EVA numero 2. Il lavoro di preparazione sarà già stato fatto e saremo pronti a fare scorrere il modulo pompa guasto fuori dalla sua sede e installare un ricambio.

Un modulo pompa si è guastato in passato! Nella foto potete vedere un modulo guasto mentre viene stivato nel vano di carico dello Shuttle durante STS-135 due anni fa. Vi dà un’idea delle sue dimensioni. E alcuni componenti, come le batterie, sono ancora più grandi!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/06/l-482-qualcuno-e-ancora-...

L-481: Volare intorno alla ISS… più o meno
Inviato il 7 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 7 agosto 2013—Oggi volerò intorno alla ISS!

Non proprio, ma mi immergerò nel Neutral Buoyancy Laboratory (NBL, laboratorio di galleggiamento neutro) con il mio istruttore di EVA, Faruq, per preparare la sessione di venerdì in tuta pressurizzata. E visto che abbiamo una replica a grandezza reale della ISS sotto l’acqua (eccetto il segmento russo), si ha veramente la sensazione di volare intorno alla Stazione!

[IMG]http://i41.tinypic.com/2ajb6lw.jpg[/IMG]

Quando il programma di addestramento lo consente, immergersi è un ottimo modo di prepararsi per una sessione in tuta. Possiamo farci un’idea dei percorsi di traslazione, gli ostacoli lungo la via, l’instradamento dei cavi di sicurezza. E possiamo controllare le stazioni di lavoro e capirne la relativa geometria. Che posizione del corpo è migliore? Come posso assicurarmi? Dove dovrei attaccare la mia borsa degli attrezzi o depositare temporaneamente un componente di ricambio mentre rimuoviamo quello guasto?

Come potete vedere nelle foto, in qualche modo incontrate perfino un compagno di equipaggio in tuta o due mentre vi immergete nella piscina!

[IMG]http://i41.tinypic.com/2md5s82.jpg[/IMG]

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/07/l-481-volare-intorno-alla-iss-piu...

L-480: Dormire e essere umani nello spazio
Inviato il 8 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 8 agosto 2013—L’addestramento di oggi sembra concentrato non tanto sul contenuto tecnico, quanto piuttosto su alcuni aspetti del funzionare bene come essere umano, sia a terra che sulla ISS.

Inizierò la giornata fra pochi minuti con l’incontro informativo da me molto atteso sullo spostamento del sonno. Spostiamo molto spesso i turni di sonno nell’addestramento, a causa di tutti i viaggi fra luoghi di addestramento in continenti diversi, ma anche in orbita, tipicamente in supporto all’arrivo di nuovi compagni di equipaggio o veicoli di rifornimento.

Un fattore chiave nello spostamento del sonno è naturalmente… dormire. Che bello, il mio prossimo corso riguarderà proprio gli alloggi dell’equipaggio sulla ISS. Nella foto potete vedere il mio collega Shenanigan Luca Parmitano che dorme nel suo alloggio in orbita!

[IMG]http://i39.tinypic.com/2q9dvsx.jpg[/IMG]

Dopo avrò un breve corso che evidenzia le procedure che devono essere seguite dall’equipaggio per scaricare foto personali e video dalla ISS. Niente viene mai perso, ma seguire certe procedure assicura di poter riavere del materiale specifico più rapidamente una volta ritornati, per esempio per usarlo in presentazioni dopo il volo.

Nel pomeriggio, si prosegue con un corso sulla Periodic Fitness Evaluation (valutazione periodica della forma fisica) che facciamo in orbita. E per finire, un altro corso sulla Cardio-Pulmonary Resuscitation (CPR, rianimazione cardiopolmonare).

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/08/l-480-dormire-e-essere-umani-nello...

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24/11/2013 21:45
 
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L-479: Una giornata piena sott’acqua ed è già venerdì sera
Inviato il 10 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/347w74n.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 9 agosto 2013—Oggi un aggiornamento breve e in ritardo.

Terry e io abbiamo eseguito una delle EVA di sostituzione del modulo pompa, come ho accennato in una nota precedente. Le giornate al Neutral Buoyancy Laboratory (laboratorio di galleggiamento neutro) sono sempre lunghe e piene. Arriviamo lì intorno alle 6:30-7:00 del mattino e dopo c’è un programma pieno fino alle 17:00 circa. Prepariamo tutti i nostri attrezzi sulla piattaforma della piscina come prima cosa al mattino, quindi i medici ci visitano per accertarsi che siamo OK, dopodiché si passa al briefing con l’intero team del NBL, e poi ancora alla piattaforma della piscina per indossare le tute. Lavoriamo sott’acqua fino alle 15:00 e dopo ci togliamo le tute, facciamo una doccia veloce ed è l’ora del debriefing!

È stato un ottimo addestramento, pieno di sfide e occasioni di apprendimento. Ora è il momento di andare a prendere un drink: non so come sia accaduto, ma è già venerdì sera!

PS: grazie al nostro Chief Training Officer (direttore dell’addestramento) Josh Matthew per essere venuto alla piscina e per la foto!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/10/l-479-una-giornata-piena-sottacqua-ed-e-gia-vener...

L-478: Inseguimento e cattura
Inviato il 10 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/259wg11.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 10 agosto 2013—È il fine settimana! Guardando avanti a quello che è in arrivo la prossima settimana, uno dei grandi eventi sarà un corso di Track & Capture (inseguimento e cattura) con Butch (il compagno di equipaggio Barry Wilmore).

L’addestramento Track & Capture prepara i membri dell’equipaggio alla presa di un veicolo in arrivo, specificamente quelli che chiamiamo Free Flyers (in volo libero) perché non possono attraccare autonomamente alla ISS. Tutti quei veicoli cargo di rifornimento (HTV, Dragon, Cygnus) hanno un perno di presa che può essere catturato con l’estremità del braccio robotico e, accanto, un bersaglio visivo per permettere agli astronauti di allineare opportunamente il braccio. La parte “Track” consiste nell’uguagliare i ratei di traslazione e rotazione residua dei veicoli rispetto alla Stazione mentre mantengono la posizione. I veicoli reali sono stati piuttosto stabili fino a ora, ma in addestramento vediamo ratei significativi!

Ho fatto molto addestramento Track & Capture da sola, il che significa io e l’istruttore. Il corso della prossima settimana con Butch sarà il primo in cui faremo pratica di coordinazione e lavoro di squadra con compagni di equipaggio reali. Mentre una persona è ai comandi manuali concentrata sul bersaglio ed eseguendo la cattura, la seconda persona ha la consapevolezza complessiva e segue la checklist nel caso di una situazione non nominale.

Fra l’altro, ieri in orbita Karen Nyberg ha catturato HTV-4 con l’assistenza di Chris Cassidy. Potete vederli alla postazione di lavoro nella Cupola in questa foto condivisa da Luca Parmitano.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/10/l-478-inseguimento-e-...

L-477: Quanto siete in forma?
Inviato il 11 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i44.tinypic.com/34624j6.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 11 agosto 2013—Uno dei corsi della settimana passata di cui non ho parlato molto è l’introduzione alla Periodic Fitness Assessment (PFE, valutazione periodica della forma fisica).

Le PFE sono pianificate periodicamente in orbita: la prima circa 14 giorni dopo l’arrivo alla Stazione e poi mensilmente. L’attrezzo ginnico scelto è il CEVIS (Cycle Ergometer with Vibration Isolation System, cicloergometro con sistema di isolamento dalle vibrazioni), che è installato nel laboratorio USA. I membri dell’equipaggio conoscono bene il CEVIS perché lo usano per circa metà delle loro sessioni giornaliere di allenamento cardiovascolare—l’altra metà è sul tapis roulant T2.

Il corso che ho seguito la settimana scorsa riguardava la preparazione dell’attrezzatura necessaria per la raccolta dei dati per la PFE: collegare gli elettrodi per l’elettrocardiogramma, posizionare il bracciale per misurare la pressione sanguigna e il microfono per il battito cardiaco, configurare tutti i cavi e interfacciarsi con il software per la registrazione dei dati.

Per la loro PFE i membri dell’equipaggio eseguono un protocollo ad-hoc basato sul loro VO2 max (consumo massimo di ossigeno) prima del volo. I dati arrivano sulla scrivania del loro medico spaziale, che può tenere sotto controllo l’evoluzione della condizione cardiovascolare lungo tutto il volo ed eventualmente raccomandare aggiustamenti al protocollo di allenamento.

Nella foto potete vedere Chris Hadfield mentre esegue una PFE in orbita. E, si, il CEVIS su cui ci addestriamo a terra ha proprio un seggiolino e un manubrio. In orbita, le scarpe che possono essere attaccate rigidamente ai pedali sono tutto quello di cui avete bisogno!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/11/l-477-quanto-siete-in-forma/

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25/11/2013 23:34
 
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L-476: Manutenzione delle tute spaziali
Inviato il 12 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 12 agosto 2013—Sto iniziando la settimana con un lungo corso sulle operazioni di manutenzione della EMU.

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La EMU (Extravehicular Mobility Unit, unità di mobilità extraveicolare) è la tuta pressurizzata americana per le passeggiate spaziali. È come una piccola astronave che indossate e che vi tiene in vita per 7-8 ore nel vuoto.

La tuta ha serbatoi di ossigeno che vi erogano ossigeno da respirare e mantengono la pressione interna a circa 4,3 psi (pounds per square inch, libbre per pollice quadrato; 4,3 psi = 29,6 kPa = 0,29 atmosfere). Inoltre vi mantiene freschi grazie a un sublimatore che smaltisce il calore in eccesso. E naturalmente consente le comunicazioni radio e fornisce protezione dagli impatti di micrometeoriti e dalle radiazioni.

Ci sono operazioni periodiche di manutenzione che vengono eseguite in orbita e nel corso di oggi inizieremo a impararle. A volte potrebbe esserci la necessità di individuare un malfunzionamento. È stato questo il caso nelle settimane recenti dopo il problema di perdita d’acqua nella tuta di Luca Parmitano il mese scorso. Nella foto potete vedere Chris Cassidy impegnato in parte di questo lavoro diagnostico!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/12/l-476-manutenzione-delle-tute-s...

L-475: Esercizi con i manubri e i bilanceri
Inviato il 13 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 13 agosto 2013—La giornata è cominciata presto con una sessione di allenamento sull’ARED.

[IMG]http://i39.tinypic.com/9i5pgp.jpg[/IMG]

ARED sta per Advanced Resistive Exercise Machine (macchina per l’esercizio resistivo avanzato). È sulla ISS da diversi anni ormai e ha fatto realmente un’enorme differenza nell’efficacia dell’esercizio resistivo per limitare la perdita ossea dei membri dell’equipaggio nelle missioni di lunga durata. Ogni giorno abbiamo in programma una sessione sull’ARED e ci vengono dati protocolli progettati specificamente per agire su aree critiche di perdita ossea, come per esempio l’anca.

[IMG]http://i44.tinypic.com/wlzr06.jpg[/IMG]

Nelle foto potete vedere il cosmonauta Tolya Ivanishin e l’astronauta Kevin Ford mentre eseguono in orbita alcuni dei molti esercizi che potete fare sull’ARED. Questo riproduce l’effetto di allenarsi con i manubri e i bilanceri tranne che, come potete immaginare, quelli non sarebbero molto efficaci in assenza di peso. Invece, ARED ha due grandi cilindri a vuoto e possiamo impostare la resistenza con continuità in un intervallo molto ampio.

Il resto della giornata sarà dedicato alla scienza, visto che avrò una panoramica sulla varietà di esperimenti nel mio incremento. Non vedo l’ora di iniziare presto a lavorarci!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/13/l-475-esercizi-con-i-manubri-e-i-bi...

L-474: Un giorno di passeggiata spaziale senza passeggiata
Inviato il 14 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 14 agosto 2013—Oggi è un giorno di Prep & Post (preparazione e conclusione)!

[IMG]http://i43.tinypic.com/286the9.jpg[/IMG]

Questa è un’attività di addestramento di un giorno intero nel mockup dell’airlock in cui seguiamo tutte le procedure che devono essere svolte nelle ore che precedono e seguono una EVA. In pratica simuliamo un giorno di EVA, meno il tempo effettivamente passato all’esterno.

Questo è in realtà il corso di Prep & Post del mio compagno di equipaggio Butch. Il mio ruolo sarà quello di “suit IV” (assistente della tuta intraveicolare, cioè all’interno della stazione), quindi aiuterò a indossare e togliere la tuta, seguire il protocollo di prebreathing e le procedure di depressurizzazione/ripressurizzazione dell’airlock. Il prebreath consiste nel respirare ossigeno puro per eliminare l’azoto dal nostro sangue, in modo da prevenire problemi con la malattia da decompressione. Ricordate che la tuta è pressurizzata solo a circa 1/3 della pressione atmosferica!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/14/l-474-un-giorno-di-passeggiata-spaziale-senza-pass...

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L-473: La Cupola quando è tempo di cattura
Inviato il 15 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 15 agosto 2013—Oggi ho il corso sul Track & Capture (inseguimento e cattura) di cui ho già parlato nella nota L-478.

[IMG]http://i40.tinypic.com/mv3y1i.jpg[/IMG]

C’è molto lavoro di preparazione per mantenersi pronti a un rendezvous con un Free Flier (veicolo in volo libero) e la successiva cattura. In genere una squadra di due persone si scambierà il ruolo principale quando è il momento di passare alle operazioni robotiche. Il VV1 (Visiting Vehicle Officer 1, ufficiale 1 del veicolo in visita), che ha avuto la responsabilità principale durante la fase di rendezvous, passa a un ruolo di supporto durante le operazioni di cattura. Il VV2, invece, metterà le mani sui comandi per eseguire la cattura. Chiamiamo quel ruolo M1.

Come potete vedere nella foto:

[IMG]http://i39.tinypic.com/n566ax.jpg[/IMG]

c’è una configurazione piuttosto complessa nella Cupola in un giorno di cattura. Abbiamo la postazione di lavoro robotica, compresi i comandi manuali, con cui pilotiamo il braccio. Ma abbiamo anche il pannello di controllo del veicolo in visita, con cui lo comandiamo di passare alla deriva libera appena prima della cattura: quando lo afferriamo e diventa rigidamente collegato alla stazione non vogliamo che i suoi thruster si accendano, così disattiviamo i sui sistemi di guida e lo lasciamo semplicemente libero di fluttuare nello spazio per alcuni secondi. Sul pannello di controllo abbiamo anche comandi per fare allontanare il veicolo in una situazione non nominale. E naturalmente, come potete vedere nella foto, ci sono una varietà di monitor per le viste dalle telecamere esterne e alcuni laptop.

Ho anche allegato una foto postata da Karen Nyberg della sua vista di HTV-4 quando lei e Chris Cassidy lo hanno catturato la settimana scorsa.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/15/l-473-la-cupola-quando-e-tempo-di-...

L-472: L’importanza di avere i guanti giusti
Inviato il 16 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 16 agosto 2013—Sono appena tornata da una prova di adattamento dei guanti per i guanti che uso nel NBL per l’addestramento alla EVA.

[IMG]http://i43.tinypic.com/1sck1k.jpg[/IMG]

Ho usato questi guanti lungo tutto il mio addestramento fino a ora, ma aggiustare i guanti è un’arte e non c’è mai un risultato finale, perfetto. C’è sempre qualcosa di diverso da provare per assicurarsi che possiate lavorare bene con i guanti. Se le modifiche che stiamo provando sono significative, i nostri ingegneri delle tute programmeranno un controllo di adattamento per accertarsi che la configurazione complessiva dei guanti sia ancora buona.

Possono regolare le lunghezze delle dita (entro un certo intervallo) e forniscono un certo numero di imbottiture e guanti comodi di diversi spessori che indossiamo sotto i guanti da EVA.

Nella foto potete vedere la piccola camera a vuoto in cui testiamo i guanti. L’aria viene pompata fuori dalla camera in modo che la sovrapressione nei guanti sia di 4,3 psi (29,6 kPa = 0,29 atmosfere), proprio come è in una EVA.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/16/l-472-limportanza-di-avere-i-guanti...

L-471: I perni di presa e i perni bersaglio nello spazio
Inviato il 18 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 17 agosto 2013—Ho parlato del corso di Track & Capture della scorsa settimana con Butch nella nota L-473.

In realtà, seguirò un altro di questi corsi la prossima settimana, nel quale ci sarà la possibilità di impratichirmi nella coordinazione e comunicazione con un compagno di equipaggio diverso: Terry.

Con tutto questo addestramento Track & Capture nei simulatori mi è venuta la curiosità di vedere che aspetto ha il vero hardware, così ho dato un’occhiata alle immagini dell’aggancio di HTV-4 della scorsa settimana eseguito da Karen Nyberg e Chris Cassidy. Mi piacciono molto questi due primi piani presi prima e dopo la cattura.

Nella foto “prima”:

[IMG]http://i41.tinypic.com/wtjg54.jpg[/IMG]

il perno più lungo che vedete sporgere fuori dal dispositivo di presa è il perno di presa: le trappole del braccio e l’attuatore si chiudono intorno al perno quando premiamo il grilletto—assumendo naturalmente di essere nel raggio d’azione della presa.

La linea bianca e il cerchio con il perno più corto che spunta fuori è il bersaglio visivo che vediamo nella telecamera all’estremo dell’attuatore. Potete vedere che il perno ha un punto bianco al centro: quando osserviamo il punto bianco dentro il cerchio bianco nella vista dalla telecamera, sappiamo di avere un allineamento sufficientemente buono in beccheggio e imbardata.

Nell’immagine “dopo” :

[IMG]http://i40.tinypic.com/2e4xc1y.jpg[/IMG]

potete probabilmente riconoscere la telecamera all’estremo dell’attuatore, rivolta dritta verso il basso sul perno del bersaglio.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/18/l-471-i-perni-di-presa-e-i-perni-bersaglio-nello...

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28/11/2013 16:48
 
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L-470: È una lunga giornata già prima che possa iniziare
Inviato il 18 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 18 agosto 2013—Nella nota L-474 ho parlato un po’ del corso di Prep & Post, in cui ho avuto l’opportunità di svolgere i compiti di suit IV (aiutante all’interno del veicolo) per il compagno di equipaggio Butch e l’astronauta JAXA Norishige Kanai. Come ho detto allora, il corso Prep & Post riguarda tutto quello che accade in un giorno di EVA, tranne il tempo passato all’esterno.

[IMG]http://i42.tinypic.com/14loeh2.jpg[/IMG]

La configurazione dell’airlock è qualcosa di cui ci occuperemmo nei giorni precedenti, e infatti le prime procedure del “giorno di” ci guidano attraverso un controllo finale per assicurarsi che tutto l’equipaggiamento sia nella configurazione corretta e tutti gli interruttori nelle posizioni previste.

Poi iniziamo il protocollo di prebreath, il cui obiettivo è eliminare l’azoto dal corpo per limitare il rischio di malattia da decompressione quando si è esposti alla bassa pressione nella tuta (circa un terzo della pressione atmosferica): i compagni di equipaggio in EVA indossano le loro maschere dell’ossigeno e il tempo del prebreath inizia a scorrere.

Lavoriamo tutti insieme per attivare l’alimentazione delle tute e controllare la loro configurazione e dopo arriva il momento di smontare le tute, in modo che i compagni di equipaggio in EVA possano indossare i componenti inferiori (le gambe, fino alla vita). Prima che possano togliere le maschere per indossare la parte superiore della tuta, chiudiamo il portello verso il Nodo 1 così da essere isolati dal resto della Stazione. Quindi riduciamo la pressione nell’airlock di circa un terzo e aspettiamo che la concentrazione dell’ossigeno si stabilizzi su una percentuale più alta del normale per soddisfare i requisiti del protocollo di prebreath.

Arriva poi il momento di aiutarli a indossare la tuta. Hanno bisogno di fare “scivolare” la parte superiore del corpo nel torso della tuta dopodiché è mio compito costruire la tuta intorno a loro: collegare le gambe al torso, attaccare i guanti, aiutarli a indossare la cuffia per le comunicazioni, mettere l’elmetto. È un lavoro duro, specialmente a 1G! Fortunatamente ho avuto l’aiuto e la guida di un tecnico delle tute.

Dopo ulteriori passi di verifica sulla tuta e un controllo di perdita, iniziamo una procedura di filtraggio per creare un ambiente a ossigeno puro all’interno delle tute e io riapro il portello verso il Nodo 1. A questo punto, aiuto i compagni di equipaggio in EVA a seguire il protocollo In-Suit-Light-Exercise (esercizio leggero con indosso la tuta): per circa 50 minuti devono eseguire cicli di esercizio leggero, principalmente muovendo le gambe, per aumentare il loro ritmo metabolico e accelerare l’eliminazione dell’azoto.

Una volta che questo sarà stato completato, li aiuterò a spostarsi nella sezione più piccola dell’airlock (quella che viene depressurizzata al vuoto), chiuderò il portello dietro di loro e mi preparerò a dare assistenza per l’esecuzione della procedura di depressurizzazione una volta che raggiungeranno un minimo di 100 minuti di tempo di prebreath in tuta.

Come potete vedere, è già una lunga giornata prima che la EVA possa anche solo iniziare!

PS: grazie a Josh Matthew per la foto!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/18/l-470-e-una-lunga-giornata-gia-prima-che-possa-i...

L-469: Acqua, acqua, acqua!
Inviato il 19 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 19 agosto 2013—Acqua, acqua, acqua!

[IMG]http://i41.tinypic.com/2j5f3g9.jpg[/IMG]

L’acqua è estremamente importante sulla ISS e prendiamo delle precauzioni per monitorarne la qualità regolarmente. Oggi ho seguito il primo di una serie di corsi mirati a farmi conoscere tutte le procedure di campionamento e analisi dell’acqua che avrò in programma di effettuare in orbita. Questo corso introduttivo è concentrato sull’equipaggiamento e la logistica. Avremo altre attività integrate in future sessioni di addestramento più vicine al volo.

Date un’occhiata alla foto! Non vi piace la codifica con i colori? Un colore per l’analisi microbiologica, uno per l’analisi dello iodio, un altro per il Total Organic Carbon Analyser (analizzatore del carbonio organico totale) e infine un colore per il rientro a Houston per l’analisi a terra.

Ho già detto che l’acqua che beviamo a bordo è principalmente riciclata dall’urina? Questa è una storia per un’altra volta, ma siatene certi: è probabilmente “più pulita” della maggior parte dell’acqua che beviamo sulla Terra!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/19/l-469-acqua-acqua-acqua/

L-468: Catturare Cygnus e fare EVA in spazi ristretti
Inviato il 21 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

Johnson Space Center (Houston, USA), 20 agosto 2013—Ho avuto una giornata piena di EVA e robotica!

[IMG]http://i40.tinypic.com/x5cvb.jpg[/IMG]

Oggi ho catturato Cygnus con il braccio robotico per la prima volta. Come potreste sapere, questo è un nuovo veicolo cargo di rifornimento che volerà verso la Stazione per la prima volta probabilmente il mese prossimo. Nessun grande cambiamento dalle molte catture di HTV con cui ho fatto pratica fino a ora, ma un po’ di cambio di prospettiva: il dispositivo di presa è giusto accanto all’ugello del motore principale! È un po’ strano guardare attraverso la telecamera del braccio dritto nell’”estremità operativa”, ma naturalmente l’accensione del motore sarà inibita a quel punto.

Dopo ho avuto un corso preparatorio per l’addestramento EVA di giovedì al Neutral Buoyancy Laboratory (laboratorio di galleggiamento neutro, vedi la nota L-479). Faremo pratica con la sostituzione di un Interface Heat Exchanger (scambiatore di calore di interfaccia) del Laboratorio (Destiny). Nella foto potete vedere la postazione di lavoro (nel cerchio rosso): in realtà dovremo rimuovere un paio di pannelli del Laboratorio per avere accesso al componente. È uno spazio veramente ristretto quando si indossano le grandi tute, specialmente perché, da quando la foto è stata scattata, il PMM (Permanent Multipurpose Module, modulo permanente multiuso) è stato attaccato al CBM libero sul Nodo 1. Il CBM è il Common Berthing Mechanism (meccanismo di fissaggio comune) e potete vederlo nella foto: è nel cerchio (in alto) con i quattro petali.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/21/catturare-cygnus-e-fare-eva-in-spazi-ri...

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L-467: Come il cavo di sicurezza può salvarvi la giornata
Inviato il 21 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/3327azd.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 21 agosto 2013—Oggi ho passato la mattinata al NBL in immersione in preparazione del mio addestramento EVA di domani.

Come ho già detto prima (vedi L-481), immergersi è un ottimo modo di familiarizzarsi con un compito, specialmente per rendersi conto dei percorsi di traslazione e della geometria della postazione di lavoro, così come controllare i corrimano disponibili e altri punti di fissaggio.

Inoltre, essere immersi in uno spazio 3D rende un po’ più semplice visualizzare come sarà il percorso del cavo di sicurezza. I cavi di sicurezza vengono ancorati da qualche parte alla struttura, tipicamente vicino all’airlock, e si srotolano mentre ci si allontana dal punto di ancoraggio. Ci si aspetta che rimaniamo sempre attaccati alla struttura, ma se mai facessimo l’errore di fluttuare via, il cavo di sicurezza ci tirerebbe indietro verso il suo ancoraggio.

A volte colleghiamo due cavi di sicurezza insieme per ottenere una lunghezza maggiore, come potete vedere nella foto—il polistirolo blu è usata per questioni di galleggiamento in acqua. E come potete leggere in questo resoconto di Luca Parmitano riguardo l’anomalia con l’acqua nella sua recente EVA, un cavo di sicurezza può salvare la giornata in diversi modi!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/21/l-467-come-il-cavo-di-sicurezza-puo-salvarvi-la-g...

L-466: La EVA che tutti si augurano di non dover mai fare
Inviato il 23 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i43.tinypic.com/ifnc6v.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 22 agosto 2013—Sono appena tornata da una lunga e impegnativa giornata al NBL.

L’Interface Heat Exchanger (scambiatore di calore di interfaccia) sul cono all’estremità del Laboratorio (Destiny) è uno di quei pochi componenti che veramente, veramente speriamo non si guasti mai (vedete L-468 per sapere dove si trova). È ben noto che una EVA per andare a sostituirlo sarebbe stata molto difficile. Ora posso confermarlo dall’esperienza diretta in piscina!

È tempo di un boccone a cena con alcuni amici e più tardi mi preparerò ad andare. Ho ancora altre attività di addestramento domani mattina e poi tornerò in Europa nel pomeriggio.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/23/l-466-la-eva-che-tutti-si-augurano-di-non-dover-m...

L-465: Farsi un’ecografia a un occhio
Inviato il 23 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i42.tinypic.com/2yjpmhi.jpg[/IMG]

Johnson Space Center (Houston, USA), 23 agosto 2013—Oggi una mezza giornata di addestramento completamente dedicata alla scienza prima di andare all’aeroporto.

Come prima cosa al mattino i miei compagni di equipaggio e io abbiamo assistito a brevi presentazioni da un certo numero di PI (Principal Investigators, responsabili scientifici) che propongono esperimenti in cui ci sarebbe richiesto di essere i soggetti di test. È un’opportunità per loro di presentare il valore scientifico di queste indagini, e per noi di fare tutte le domande che potremmo avere sui protocolli sperimentali e i potenziali rischi e vincoli che possono comportare. In realtà, i rischi, sono in genere davvero minimi: prima che un esperimento arrivi a questo punto, è stato esaminato a diversi livelli per assicurarsi che non ci siano preoccupazioni per i soggetti.

Dopo ho avuto l’opportunità di fare pratica nell’eseguire un’ecografia di un mio occhio. Non da sola, naturalmente. Per quanto ne capisco, ci vogliono anni per formare un operatore di ecografia. Ma ora sarò auspicabilmente capace di seguire correttamente le istruzioni quando la farò sulla Stazione sotto la guida a distanza di un operatore a terra.

Ora è il momento di andare in macchina all’aeroporto e prendere quell’aereo per l’Europa!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/23/l-465-farsi-unecografia-a-un...

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13/12/2013 18:56
 
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L-464: Ci vediamo dall’altra parte!
Inviato il 24 agosto 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/waioo0.jpg[/IMG]

Colonia (Germania), 24 agosto 2013—Sono tornata in Europa dopo un volo lungo ma molto tranquillo.

All’inizio della prossima settimana sbrigherò un po’ di lavoro amministrativo alla mia home base, l’European Astronaut Centre (EAC, centro astronauti europei). Sapete… email, documenti, riunioni. In più un paio di interviste. Dopo andrò in vacanza per dieci giorni. Tornerò all’EAC il 9 settembre per l’addestramento su Columbus.

Quando non c’è comunicazione radio Space-To-Ground (dallo spazio a terra) diciamo che siamo LOS (Loss Of Signal, perdita di segnale). Brevi periodi di LOS sono normali e dovuti a discontinuità nella copertura satellitare. Così, questo diario di addestramento sarà LOS per un paio di settimane.

Arrivederci e, come dicono dal Controllo Missione prima dell’inizio di un LOS pianificato, “ci vediamo dall’altra parte!”.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/08/24/l-464-ci-vediamo-dallaltr...

L-448: Di ritorno dalle vacanze
Inviato il 9 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i40.tinypic.com/2wom98l.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 9 settembre 2013—Sono di ritorno dalla mia vacanza e pronta per due settimane di addestramento alla mia home base: l’European Astronaut Center (centro astronauti europei) a Colonia, in Germania.

Questa settimana è dedicata al laboratorio dell’Europa nello spazio, il modulo Columbus. Non tanto all’attività scientifica che conduciamo su Columbus—questo è ciò che chiamiamo addestramento al payload e ne parlerò un’altra volta. Ma piuttosto i sistemi propri di Columbus, dal sistema di controllo termico all’alimentazione elettrica o la gestione dei dati.

Con il mio compagno di equipaggio Butch seguirò un addestramento specialistico questa settimana. Vi dirò di più nei prossimi giorni a proposito dei diversi livelli di qualificazione che possiamo conseguire sui sistemi della ISS, ma una cosa da sapere è che in qualunque momento abbiamo sempre bisogno a bordo di un membro dell’equipaggio qualificato per ogni modulo/sistema della ISS. Quando gli astronauti europei sono sulla ISS, naturalmente siamo gli specialisti di Columbus.

Oggi Butch e io abbiamo molte lezioni su diversi sistemi, fra cui quello che chiamiamo struttura e meccanismi. È quando facciamo pratica nel ruotare un rack. Immaginate di avere a casa vostra armadi su tutte le pareti, così come il soffitto e il pavimento. È la situazione che c’è sulla Stazione Spaziale. Ciascuno di questi elementi, che chiamiamo rack, è incernierato su un lato e può essere ruotato, per esempio per consentire l’accesso a punti nelle vicinanze per scopi di manutenzione. Alcuni rack sono più facili da ruotare di altri ed è bene avere un po’ di esperienza con quelli più complicati.
Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/09/l-448-di-ritorno-dalle-...

L-447: Immergersi nella pancia di Columbus
Inviato il 10 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/29x911y.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 10 settembre 2013—Secondo giorno di addestramento specialistico su Columbus con il mio compagno d’equipaggio Butch.

Ieri ho detto che a volte dobbiamo far ruotare i rack fuori dagli alloggiamenti per accedere alle apparecchiature. Un esempio è il cono all’estremità di sinistra di Columbus, che contiene diversi equipaggiamenti critici dell’ECLSS.

L’ECLSS è l’Environmental Control and Life Support System (sistema di controllo ambientale e di supporto vitale). L’ECLSS di Columbus è altamente integrato con il resto della ISS e non ha capacità autonoma di rigenerazione dell’aria, cioè eliminazione della CO2 e introduzione di ossigeno. Non è un problema, tuttavia, perché diverse ventole alle interfacce del modulo forzano l’aria a circolare lungo tutta la Stazione.

Columbus ha comunque un proprio sistema di condizionamento dell’aria. Degli scambiatori di calore della condensa, che raffreddano e deumidificano l’aria della cabina, sono nel rack Deck1 che Butch e io abbiamo ruotato verso l’alto nella foto. L’equipaggiamento nel cono terminale davanti a noi comprende principalmente ventole di cabina ridondanti con i relativi filtri e condutture.

Nascoste lì sotto ci sono anche diverse valvole di chiusura che permettono l’interruzione degli scambi di fluidi fra Columbus e il resto della ISS: le condutture di alimentazione dell’azoto per i nostri rack degli esperimenti, per esempio, ma anche la conduttura della condensa che porta indietro l’acqua recuperata dall’aria della cabina per il ritrattamento nel Nodo 3.

Se dovessimo isolare Columbus per una situazione d’emergenza dovremmo chiudere quelle valvole. Fortunatamente sono motorizzate e possono essere controllate a distanza, ma se il motore si guastasse dovremmo ruotare il rack e immergerci nella pancia di Columbus per azionarle manualmente!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/10/l-447-immergersi-nella-pancia-di-c...

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20/12/2013 15:40
 
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L-446: Laptop, laptop, laptop!
Inviato il 11 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

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European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 11 settembre 2013—Laptop, laptop, laptop!

Continuando il nostro addestramento specialistico su Columbus, oggi Butch e io abbiamo passato un po’ di tempo con il nostro istruttore Bernd esaminando alcuni compiti di manutenzione dei laptop di Columbus.

Abbiamo molti, molti laptop sulla ISS e, no, non tutti i laptop sono creati uguali. Alcuni laptop, che chiamiamo PCS, sono collegati al bus di controllo della ISS e visualizzano schermate che permettono ai membri dell’equipaggio di monitorare lo stato dei sistemi di bordo e inviare comandi. A dire la verità, buona parte dell’esecuzione dei comandi di sistema viene effettuata da terra da specialisti seduti a console nei vari centri di controllo. Come membri dell’equipaggio veniamo principalmente addestrati alle procedure che sarebbero critiche nel caso di un’emergenza o una situazione di perdita di comunicazione radio.

Columbus, proprio come il laboratorio giapponese JEM, ha un proprio laptop per la telemetria e il comando, che è chiamato PWS. Spero che non vi siate già stancati degli acronimi, perché questo è solo l’inizio!

Abbiamo anche i laptop SSC che non sono collegati al bus di controllo e contengono software applicativo per la pianificazione, la visualizzazione delle procedure, la gestione delle scorte ma anche videoconferenza e telefonia via IP.

Infine abbiamo i laptop CSL per l’accesso internet e altro software applicativo.

Oh, avevo quasi dimenticato: molti rack degli esperimenti hanno anche un proprio laptop dedicato.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/11/l-446-laptop-laptop-laptop/

L-445: Avete una perdita d’acqua: cosa fate?
Inviato il 12 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/a26t6x.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 12 settembre 2013—Avete una perdita d’acqua in Columbus: cosa fate? Oggi Butch e io siamo stati addestrati a questo in uno dei nostri corsi specialistici su Columbus.

Prima di tutto, perché abbiamo condutture dell’acqua in Columbus, così come lungo tutta la ISS, con l’eccezione del segmento russo? Perché è così che raffreddiamo le nostre apparecchiature! Ed è anche così che raffreddiamo l’aria in cabina, grazie a scambiatori di calore dedicati: è il nostro sistema di aria condizionata. Pensate a quanto il vostro computer laptop può diventare caldo, e ora immaginate quanto calore generiamo sulla ISS con così tanti computer e altri componenti elettromeccanici! Tutto quel calore è raccolto dall’acqua di raffreddamento, che viene poi trasferita alle condutture dell’ammoniaca all’esterno della ISS e infine rilasciato nello spazio attraverso i radiatori.

Quindi, una perdita d’acqua è veramente una brutta cosa. Non solo, o non tanto, perché avete una fuoriuscita d’acqua, ma perché state progressivamente perdendo l’efficienza di raffreddamento e i vostri equipaggiamenti si surriscalderanno presto. Cerchiamo di essere chiari: Columbus è piuttosto aggressivo nel proteggere sé stesso. Se viene persa una certa quantità di acqua, si spegnerà praticamente del tutto e lascerà accesi solo gli equipaggiamenti vitali, riducendo il carico termico al punto che nessun raffreddamento ad acqua attivo è più richiesto.

Ma visto che noi non vogliamo che questo accada, abbiamo procedure in cui lavoriamo insieme con il controllo a terra in uno sforzo coordinato per localizzare la perdita il più rapidamente possibile e isolarla. Dal momento che la maggior parte dei possibili punti di perdita non sono bene in vista, la caccia può essere lunga!

Uno dei potenziali colpevoli in uno scenario di perdita d’acqua potrebbe essere il Water Pump Assembly (assemblaggio della pompa dell’acqua). È una buona cosa che Luca ne abbia sostituito uno guasto sulla ISS qualche mese fa, così ora siamo di nuovo a piena ridondanza. Potete vederlo in azione nella foto!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/12/l-445-avete-una-perdita-dacqua-co...

L-444: Non vediamo l’ora di incontrarvi!
Inviato il 13 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i41.tinypic.com/20tni4o.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 13 settembre 2013—A partire da oggi, Butch e io siamo ufficialmente specialisti di Columbus!

La nostra settimana di addestramento è terminata oggi con una simulazione di valutazione nel mockup di Columbus. E per quanto riguarda l’addestramento ai sistemi di Columbus, questo è tutto fino al volo. Tranne per un piccolo ripasso di un paio d’ore nei mesi finali prima del lancio, la prossima volta che farò qualche lavoro sui sistemi di Columbus sarà nello spazio sull’hardware di volo reale. Fa una strana sensazione, effettivamente.

Mentre conducevamo la simulazione all’interno del mockup, molte cose accadevano all’esterno: qui il team si sta preparando a dare il benvenuto a molti visitatori fra poco più di una settimana. L’European Astronaut Centre (centro astronauti europei) aprirà le porte il 22 settembre in occasione di un grande open day dell’intero German Aerospace Centre (centro aerospaziale tedesco, l’agenzia spaziale tedesca) presso cui è situata anche la nostra sede.

All’EAC avremo visite guidate alle infrastrutture di addestramento per tutto il giorno e un ricco programma di appuntamenti. Se riuscite ad arrivare a Colonia, non vediamo veramente l’ora di incontrarvi!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/13/l-444-non-vediamo-lora-di-inco...

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L-443: L’avventura sottomarina di Andreas Mogensen
Inviato il 14 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i43.tinypic.com/ips1hj.png[/IMG]

Colonia (Germania), 14 settembre 2013—Mi sto godendo un raro weekend a casa a Colonia: nessun addestramento tranne, come di consueto, l’esercizio fisico.

L’allenamento alla forza e alla resistenza è un’attività giornaliera per gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Abbiamo equipaggiamenti molto efficaci a bordo che ci aiutano a ridurre la perdita muscolare e ossea associata alla lunga esposizione all’assenza di peso. Ma quell’equipaggiamento è anche molto ingombrante. Considerate che la ISS è un gigantesco veicolo spaziale in confronto a qualunque altra cosa useremo in futuro per l’esplorazione spaziale oltre la Low Earth Orbit (orbita terrestre bassa), così avremo probabilmente bisogno di dispositivi più piccoli in futuro.

Sembra che il mio collega Shenanigan Andreas Mogensen abbia assemblato e testato un simile dispositivo durante la sua missione SEATEST nell’habitat sottomarino Aquarius. Date un’occhiata al video del suo resoconto!



Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/14/l-443-lavventura-sottomarina-di-andreas-m...

L-442: Parliamo un po’ di ATV
Inviato il 15 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/9zqcme.jpg[/IMG]

Colonia (Germania), 15 settembre 2013—La prossima settimana all’European Astronaut Centre il mio compagno di equipaggio Sasha e io avremo la nostra prima settimana di addestramento su ATV.

ATV è l’Automated Transfer Vehicle (veicolo automatico di trasferimento), il veicolo spaziale cargo di rifornimento dell’Agenzia Spaziale Europea. Attracca automaticamente al Modulo di Servizio del Segmento Russo utilizzando il Russian Docking System (sistema di attracco russo, lo stesso della Soyuz) ma una diversa serie di sensori di attracco estremamente precisi.

Non potete assumere il controllo di ATV dalla ISS e pilotarlo manualmente fino all’attracco, ma gli equipaggi vengono addestrati a monitorare il rendezvous e inviare se necessario comandi d’emergenza per interrompere l’avvicinamento.

Fino a ora, quattro ATV hanno volato e tutti hanno attraccato senza problemi con grande precisione. ATV-4 Albert Einstein è ora sulla ISS. L’ultimo, ATV-5 Georges Lemaître, volerà l’anno prossimo e dovrebbe essere ancora sulla Stazione quando i miei compagni d’equipaggio e io arriveremo.

In questa bellissima foto, scattata da Don Pettit, potete vedere l’arrivo di ATV-3 Johannes Kepler l’anno scorso.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/15/l-442-parliamo-un-po-di-atv/

L-441: Perché qualche volta parliamo russo a Colonia
Inviato il 16 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i42.tinypic.com/2lvnvqf.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 16 settembre 2013—La settimana di addestramento su ATV è iniziata oggi all’EAC… senza di me.

In realtà ho ricevuto un’esenzione per le lezioni teoriche di oggi e domani, visto che ho già seguito quei corsi durante l’addestramento di base. Invece delle lezioni complete, ho fatto un ripasso con un istruttore che ha anche verificato che mantengo ancora la conoscenza richiesta. Mi unirò al mio compagno di equipaggio Sasha nella simulazione che inizierà mercoledì.

Una delle lezioni da cui ho avuto l’esenzione riguarda la distribuzione delle responsabilità fra l’ATV Control Center (ATV-CC, centro di controllo di ATV) a Tolosa e il Mission Control Center (MCC, centro di controllo di missione) di Mosca.

ATV-CC ha naturalmente il controllo del veicolo: monitorizza lo stato di ATV e l’esecuzione del profilo di missione, e invia comandi se necessario. Tuttavia, durante la fase di rendezvous e attracco, MCC-Mosca ha l’autorità sulla missione, dal momento che ATV attracca al segmento russo della ISS. Infatti, l’equipaggio in orbita comunica con Mosca durante l’avvicinamento e l’attracco di ATV. Ecco perché facciamo pratica di comunicazione radio in russo anche durante le nostre simulazioni all’EAC!

Torniamo ad ATV-CC, comunque. Se siete curiosi su come è organizzato il lavoro a Tolosa, date un’occhiata a questo bel post sul sul blog di ATV!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/16/l-441-perche-qualche-volta-parliamo-russo-a-...

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L-440: Quando il tuo sonno diventa ricerca scientifica
Inviato il 17 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

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European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 17 settembre 2013—Oggi ho avuto l’opportunità di contribuire al processo di sviluppo di un esperimento che eseguirò sulla ISS durante la mia missione.

Molti astronauti riferiscono di non dormire sulla ISS così bene come a terra. La maggior parte tendono a dormire un po’ meno che sulla Terra e si sentono leggermente meno riposati.

L’esperimento in questione mira a studiare l’attività del cuore durante il sonno. Grazie a una serie di sensori incorporati in un una T-shirt molto aderente, un elettrocardiogramma può essere registrato mentre l’astronauta dorme. Inoltre, un accelerometro a 3 assi posizionato sullo sterno è in grado di raccogliere dati che possono fare luce sulla meccanica cardiaca in microgravità. Mentre stavo provando la T-shirt oggi, il Primary Investigator (responsabile scientifico) ha potuto mostrarmi con l’accelerometro le tracce dell’apertura e chisura delle differenti valvole del mio cuore. Forte eh?

Indagare questi fenomeni su persone sane in ambienti unici (come la microgravità) può dare agli scienziati indizi per aiutare persone malate sulla Terra. Per esempio, l’esistenza degli stessi micro-risvegli che questo esperimento mira a osservare negli astronauti (attraverso la variazione del loro ritmo cardiaco) è stata tentativamente dimostrata nelle persone narcolettiche. Ho imparato molto oggi!

Nella foto, la mia cara amica Cady Coleman sbircia fuori dal suo alloggio sulla ISS!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/17/l-440-quando-il-tuo-sonno-diventa-ricerca-scie...

L-439: Per entrare nell’ATV non basta aprire il portello
Inviato il 18 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

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European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 18 settembre 2013—Oggi ho ripreso l’addestramento su ATV con il mio compagno di equipaggio Sasha.

Uno dei corsi riguardava le operazioni di ingresso nell’ATV dopo l’attracco. Sembra abbastanza facile, ma le operazioni di ingresso in realtà richiedono diverse ore.

Per dirne una, prima di aprire qualsiasi portello dovete accertarvi di avere una buona tenuta ermetica fra la Stazione e il veicolo. Chiamiamo questi tipi di procedure controlli di tenuta: sostanzialmente create un differenziale di pressione fra due volumi sigillati, e controllate che l’equalizzazione della pressione attraverso il sigillo per un certo tempo rimanga entro i limiti.

Una volta che il controllo di tenuta sia stato completato con successo e aprite il portello, è ora di prelevare una lunga serie di campioni d’aria, in parte da riportare a terra e in parte da analizzare a bordo alla ricerca di diverse sostanze contaminanti.

Poi dovete installare un filtro dell’aria e lasciare che pulisca completamente l’atmosfera dell’ATV per diverse ore. Solo dopo che il filtraggio è completato vi è permesso di entrare nell’ATV senza maschere protettive e occhiali. Se ci pensate, ha senso: sulla Terra, le piccole particelle cadono sul pavimento, ma nello spazio galleggiano, così possono arrivare facilmente nei vostri occhi o polmoni. Naturalmente, non ci aspettiamo questo sui veicoli spaziali, che sono preparati nelle clean room (camere bianche), ma meglio prevenire che curare!

Potete vedere nella foto un membro di un equipaggio entrare in ATV con equipaggiamento protettivo. Cosa sono quelle cose gialle? Quelli sono morsetti che vengono installati sul portello per aumentare la rigidità meccanica del collegamento fra ATV e la Stazione. Dopo tutto, un ATV è una bestia molto più grande di una Progress o Soyuz!

Quei morsetti sono piuttosto interessanti. Visto che avete bisogno di poter chiudere un portello rapidamente in un’emergenza, sono progettati in modo che vi basti tirare la corda di uno solo e tutti gli altri si staccano. Accertatevi solo di non avere le dita in mezzo quando la leva a molla scatta nella posizione di rilascio!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/18/l-439-per-entrare-nellatv-non-basta-aprire-il-p...

L-438: Addestramento alle emergenze di ATV
Inviato il 19 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i40.tinypic.com/2rzsxe9.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 19 settembre 2013—Oggi ancora addestramento su ATV con Sasha!

Abbiamo iniziato ad approfondire il mondo dei malfunzionamenti del rendezvous e dell’attracco: tutti quegli scenari che ci richiederebbero di inviare un comando manuale per interrompere l’avvicinamento di ATV.

Abbiamo anche avuto una simulazione di valutazione sulle emergenze di ATV, in particolare i casi di incendio in ATV e di depressurizzazione della Stazione con una perdita localizzata in ATV.

Molte procedure d’emergenza sono comuni agli interventi generici sull’intera stazione su cui ci addestriamo a Houston, ma ci sono alcune peculiarità relative ad ATV. Quella principale è che si tratta di un veicolo che può, e deve eventualmente sganciarsi dalla Stazione. Se state per chiudere il portello di ATV in un’emergenza sapendo che non lo aprirete più, farete bene ad assicurarvi di lasciare il veicolo in una configurazione in cui possa essere sganciato in sicurezza e volare autonomamente fino al rientro atmosferico!

Tutte le procedure di ingresso su cui abbiamo lavorato ieri sono state molto utili per la simulazione di oggi, perché avevamo familiarità con la disposizione dell’equipaggiamento. Nella foto, potete vederci lavorare ieri all’installazione del filtro dell’aria.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/19/l-438-addestramento-alle-emergenze...

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L-437: Completata la settimana su ATV, esame superato
Inviato il 20 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i39.tinypic.com/29pw36t.jpg[/IMG]

European Astronaut Centre (Colonia, Germania), 20 settembre 2013—Oggi Sasha e io abbiamo terminato la Parte 1 dell’addestramento su ATV.

Per prima cosa abbiamo visto alcune procedure di manutenzione in volo relative alla sostituzione delle ventole di cabina e i rivelatori di fumo.

Dopo abbiamo avuto un test scritto piuttosto lungo mirato a valutare la nostra conoscenza e comprensione dei malfunzionamenti che si verificano durante l’attracco e il rendezvous. Quando torneremo qui per un’altra settimana di addestramento su ATV a novembre, passeremo la maggior parte del tempo nel simulatore facendo pratica sulle nostre reazioni a questi malfunzionamenti.

Ecco una foto con una buona vista del nostro mockup di ATV all’EAC. Fra l’altro, se venite a visitarci domenica al nostro open day, potrete anche fare una visita guidata all’interno!

Qui ci sono altre informazioni.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/20/l-437-completata-la-settimana-su-atv-esame-s...

L-436: Una tenda in ATV
Inviato il 21 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i42.tinypic.com/293ekqv.jpg[/IMG]

Colonia (Germania), 21 settembre 2013—Condivido un paio di altre foto del nostro addestramento su ATV della settimana scorsa.

Come ho detto nella nota L-439, una delle operazioni iniziali di ingresso consiste nell’installare un filtro dell’aria che pulisca l’atmosfera del veicolo appena arrivato.

Prima di lasciare che il filtro faccia il suo lavoro nel corso delle ore successive, installiamo una tenda, come potete vedere nella foto. Questo piccolo trucco impedisce all’atmosfera dell’ATV di mischiarsi con l’atmosfera della Stazione mentre è in corso il filtraggio.

Potete anche vedere il nostro mockup del filtro vero e proprio nell’altra foto. Fra l’altro, nel veicolo reale installiamo il filtro nel cono all’estremità: quella porta ovviamente non esiste. Ma nel nostro mockup passare attraverso il portello dal Modulo di Servizio è piuttosto macchinoso, visto che sfortunatamente non possiamo galleggiare: da qui la necessità della porta aggiuntiva dalla parte del “vuoto”!

[IMG]http://i41.tinypic.com/2iicxz7.jpg[/IMG]

Un’ultima segnalazione del nostro Open Day domani all’European Astronaut Centre! Sfortunatamente, devo occuparmi di una questione personale sopraggiunta all’ultimo minuto, quindi non avrò la possibilità di partecipare.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/21/l-436-una-tenda-in-atv/

L-434: Verso Star City
Inviato il 23 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

Francoforte (Germania), 23 settembre 2013—Dopo un giorno di riposo a casa ieri—scusate se ho perso il nostro Open Day!—e una riunione di aggiornamento degli Shenanigans questa mattina con il management e i colleghi su una serie di argomenti—grazie a Thomas Pesquet per averla organizzata!—è ora di rimettersi in viaggio.

Sono all’aeroporto di Francoforte in attesa di imbarcarmi sul mio volo per Mosca per riprendere l’addestramento a Star City domani.

È in arrivo una settimana veramente intensa all’Hydrolab, prima con alcune immersioni preparatorie domani e poi due sessioni di addestramento nella tuta Orlan mercoledì e venerdì. Nel programma di addestramento anche simulazioni Soyuz con il mio comandante Anton ed esercitazioni sulle emergenze del segmento russo della ISS.

Vi mostro una foto dell’addestramento Orlan lo scorso aprile: a giudicare dai miei capelli, direi che è stata scattata dopo la simulazione!

[IMG]http://i40.tinypic.com/f5697k.jpg[/IMG]

Dopo una sessione di addestramento all’Hydrolab di Star City. Fonte: Gagarin Cosmonaut Training Center

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/23/l-434-verso-star-city/

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29/01/2014 16:49
 
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L-433: Prepararsi alla simulazione Orlan di domani
Inviato il 24 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i62.tinypic.com/v43037.jpg[/IMG]

Star City (Mosca, Russia), 24 settembre 2013—Di nuovo a Star City!

A volte spostarsi da un posto all’altro sulla superficie del pianeta sembra più difficile che andare nello spazio. Ero un po’ in ritardo e sono riuscita ad arrivare a Star City solo nel primo pomeriggio di oggi.

Troppo tardi per un’immersione nell’Hydrolab, sfortunatamente, ma abbastanza presto per seguire un briefing approfondito sui compiti che Sasha e io svolgeremo sott’acqua domani. La cosa bella dell’Hydrolab è che potete sollevare la piattaforma con il mockup della ISS, così da poter dare un’occhiata da vicino senza indossare il vostro equipaggiamento da sommozzatore.

Potete leggere molto di più sull’addestramento Orlan in un post sul blog degli Shenanigans .

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/24/l-433-prepararsi-alla-simulazione-orlan-di...

L-432: Addestramento in tuta Orlan

Inviato il 25 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

Star City (Mosca, Russia), 25 settembre 2013—Oggi giornata impegnativa in tuta Orlan!

Con il compagno di equipaggio Sasha siamo arrivati all’Hydrolab alle 9:00 e, dopo una visita dal medico, ci siamo cambiati indossando le nostre sottotute e passato un po’ di tempo a preparare gli attrezzi e le borse.

[IMG]http://i60.tinypic.com/k20qo1.jpg[/IMG]
Preparando l’equipaggiamento

Dopo siamo rimasti circa quattro ore in acqua facendo pratica con attività principalmente sul Mini Laboratory Module (MLM, piccolo modulo laboratorio), un nuovo elemento russo che dovrebbe essere lanciato l’anno prossimo. Potete vedere il mockup del MLM nella foto che mostra la piattaforma prima di essere calata in acqua.

[IMG]http://i59.tinypic.com/dwq6fn.jpg[/IMG]
Mockup di MLM all’Hydrolab

[IMG]http://i60.tinypic.com/96ykqx.jpg[/IMG]
Calata nell’Hydrolab

[IMG]http://i58.tinypic.com/24goug3.jpg[/IMG]
Al lavoro nell’Hydrolab

Naturalmente, dopo l’addestramento abbiamo avuto un debriefing con i nostri istruttori.

Dopo un pranzo tardi, c’è stato ancora tempo di discutere la simulazione Soyuz di domani con il comandante della mia Soyuz Anton e il nostro istruttore. Faremo la simulazione come prima cosa domani mattina. Vi ho già detto che mi piace stare nel simulatore Soyuz?

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/25/l-432-addestramento-in-tut...

L-431: Incendi e malfunzionamenti insidiosi

Inviato il 26 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

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Star City (Mosca, Russia), 26 settembre 2013—Questa mattina quattro ore di simulazione Soyuz con Anton. E non abbiamo avuto nessun grave guasto al motore o al computer, nemmeno un incendio o una depressurizzazione.

Ma non ci siamo certamente annoiati. L’istruttore ci ha riempiti di piccoli malfunzionamenti che non vediamo molto spesso e non sono così facili da rilevare. Potrebbero non uccidervi, ma possono di certo trasformare facilmente il vostro viaggio di 6 ore verso la ISS in un viaggio di due giorni, se non gestiti correttamente.

Dopo pranzo ho avuto una lezione teorica con Terry su come affrontare gli incendi nel segmento russo: come funzionano i rivelatori di fumo, che tipo di maschere antigas ed estintori abbiamo, dove sono posizionati, quali sono le regole di ingaggio. Dopo avremo una sessione pratica nei mockup, simile a quella che potete vedere nella foto con l’astronauta ESA Paolo Nespoli.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/26/l-431-incendi-e-malfunzionamenti-in...

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04/02/2014 19:06
 
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L-430: La tuta Orlan per l’acqua
Inviato il 27 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i62.tinypic.com/118mvmd.jpg[/IMG]

Star City (Mosca, Russia), 27 settembre 2013—Oggi un’altra grande giornata di addestramento in tuta Orlan con Sasha. Abbiamo ripetuto le attività di mercoledì e naturalmente, dopo aver già visto le procedure una volta, siamo stati molto più efficienti. Abbiamo anche ottimizzato la preparazione degli attrezzi, che è stato di grande aiuto.

Nella foto, scattata appena dopo che la gru mi ha tirata fuori dall’acqua alla fine della sessione, potete vedere una peculiarità della versione per l’acqua della Orlan. Se ci fosse mai stato un problema con l’alimentazione dell’aria dalla superficie, tirare quella leva bianca avrebbe attivato i serbatoi d’aria d’emergenza della riserva di backup.

L’altra peculiarità è naturalmente che il pannello di controllo frontale e il computer mancano nella versione per l’Hydrolab. L’unica cosa in comune che rimane è

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/27/l-430-la-tuta-orlan-per...

L-429: La “via ferrata” dello spazio
Inviato il 28 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

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Star City (Mosca, Russia), 28 settembre 2013—È un fine settimana freddo e grigio a Star City.

Il momento giusto per sedersi a casa con una buona tazza di tè e buttare giù qualche “insegnamento appreso dall’esperienza” delle sessioni di addestramento della settimana scorsa all’Hydrolab. Non so quando indosserò di nuovo la tuta Orlan, e avrò fatto talmente tante cose diverse fra ora e allora, che prendere appunti è vitale. Naturalmente, è disponibile della documentazione standard sull’addestramento, ma dovete anche capire il modo di fare le cose che funziona meglio per voi. Immagino che valga per molte cose nella vita!

I due spessi cavi blu con i grandi moschettoni che vedete nella foto sono quelli che usiamo per assicurarci alla struttura. Vi muovete lungo i corrimano alla maniera della “via ferrata”: sganciate un moschettone, attaccatelo al prossimo corrimano, sganciate l’altro… e così via. Naturalmente, non assicurate entrambi allo stesso corrimano, o almeno abbiate un punto d’appoggio in mezzo: l’idea è che, se un corrimano dovesse mai staccarsi, avreste l’altro cavo che vi tiene al sicuro.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/28/l-429-la-via-ferrata-dello...

L-428: Altre riflessioni sull’addestramento Orlan
Inviato il 29 settembre 2013 da Samantha Cristoforetti

[IMG]http://i58.tinypic.com/2b6361.jpg[/IMG]

Star City (Mosca, Russia), 29 settembre 2013—Vorrei condividere qualche altra riflessione sull’addestramento Orlan.

Mi è stato chiesto se la Orlan è molto diversa dalla tuta EMU della NASA. Direi di sì. Per dirne una è molto veloce da indossare: come potete vedere nella foto, in pratica salite nella tuta, chiudete la “porta” dietro di voi e siete pronti a presurizzarla ed entrare in acqua.

L’altra grande differenza è che viene pressurizzata a una pressione più elevata, circa 1,5 volte più alta. Questo vi dà un margine maggiore nel caso di una perdita, ma riduce anche un po’ la manualità ed è necessaria una maggiore energia per lavorare in una tuta più rigida.

Come in molte altre cose, è un equilibro fra esigenze diverse!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2013/09/29/l-428-altre-riflessioni-sulladdestrament...

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