RICHIEDI L'ISCRIZIONE AL FORUM PER POTER PARTECIPARE ED ACCEDERE A TUTTE LE DISCUSSIONI
CLICCA QUI PER LA RICHIESTA DI ISCRIZIONE !!
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva

Preparazione alla ISS International Space Station

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2014 12:26
Autore
Vota | Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 3.538
Registrato il: 02/10/2011
Sesso: Maschile
Elite
Utente Master
24/09/2014 15:37
 
Quota

L-153: Aiuterò a girare il prossimo film IMAX dallo spazio. No, veramente…
INVIATO IL 24 GIUGNO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Houston (USA), 24 giugno 2014—Che modo di iniziare una settimana di addestramento ieri… dopo aver volato a Houston sabato, il mio programma di lunedì mattina mi ha portata nella vicina Galvestion per una proiezione privata dei film IMAX Blue Planet e Hubble 3D. Sedute accanto a me nella sala vuota, le persone che hanno realizzato quei film, insieme con molte altre produzioni IMAX leggendarie dallo e sullo spazio: Toni Myers e James Neihouse.

Stento ancora a crederci, ma io aiuterò a realizzare il prossimo film IMAX dallo spazio! Insieme con gli altri membri degli equipaggi delle prossime spedizioni, farò del mio meglio per assicurarmi che il team di produzione abbia le riprese necessarie a mettere insieme la prossima straordinaria esperienza cinematografica sullo spazio per gli spettatori di tutto il mondo. Non c’è niente di più entusiasmante!

Naturalmente, non è divertimento libero, dobbiamo seguire l’addestramento necessario a essere in grado di utilizzare l’equipaggiamento. Ancora più importante, dobbiamo capire come si devono girare le scene perché siano adatte alla proiezione sugli schermi giganti IMAX. Ecco perché, ancora prima di essere esposti alle camere dedicate per riprese fotografiche e video che useremo sulla ISS, ho visto un paio di film con Toni e James, che hanno fatto del loro meglio per aiutarmi a vederli dalla prospettiva della persona dietro la macchina da presa. Cosa è stato grande? Cosa avrebbe potuto essere rirpeso meglio?

Non vedo l’ora di imparare di più da questi cineasti esperti. E mi auguro che siate entusiasti quanto me per un nuovo film IMAX sullo spazio in arrivo—anche se dovremo aspettare fino al 2016 per godercelo!

Foto: una scena del film IMAX 3D girato nello spazio dalla stiva dello Shuttle durante una missione di riparazione del Telescopio Spaziale Hubble.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/06/24/l-153-aiutero-a-girare-il-prossimo-film-imax-dallo-spazio-no-ve...

L-152: Stato di sospensione
INVIATO IL 26 GIUGNO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 25 giugno 2014—Oggi è stata una di quelle giornate di addestramento in cui saltate rapidamente da un argomento all’altro, mentre correte da una lezione all’altra e da un edificio a un altro al Johnson Space Center.

Ho iniziato la giornata in palestra e poi sono passata a una lezione di robotica con il compagno di equipaggio Scott Kelly, che si unirà a noi sulla ISS a marzo dell’anno prossimo. È stata una lezione di “track & capture” (inseguimento e cattura—N.d.T.): è come chiamiamo la presa di un veicolo in visita in volo libero con il braccio robotico della Stazione Spaziale. Potete vedere questa vecchia nota del diario per qualche parola in più in proposito.

Dopo ho avuto una lezione sul POGO. È il Partial Gravity Simulator (simulatore di gravità parziale—N.d.T.), uno degli ambienti di addestramento che abbiamo a disposizione per prepararci alle passeggiate spaziali. Siete interessati ai pro e contro del POGO rispetto all’addestramento sott’acqua? Ecco una vecchia nota del diario su questo!

Nella foto potete vedermi nel POGO al lavoro sulle condutture dei fluidi, in particolare l’aggancio e lo sgancio dei QD. Sta per Quick Disconnects (disconnessioni rapide—N.d.T.), ma sfortunatamente non sono necessariamente molto rapide. In particolare le più grandi si sono rivelate piuttosto impegnative da manovrare in orbita durante le passeggiate spaziali, con le condutture dei fluidi pressurizzate, perché i tubi diventano estremamente rigidi! Visto che non abbiamo tubi pressurizzati reali sott’acqua, ci addestriamo a questo nel POGO con l’addestratore QD speciale che vedete nella foto.

Successivamente ho avuto una lezione di addestramento all’esperimento Cardio Ox, in cui ho fatto pratica nell’eseguire un’ecografia della mia arteria brachiale, l’arteria carotidea e il cuore, seguendo le istruzioni di uno specialista nella stanza accanto.

Per finire, un corso chiamato “Galley support” (supporto alla cambusa—N.d.T.), riguardante principalmente i dettagli del distributore dell’acqua. È quello da cui otteniamo l’acqua potabile, sia per bere che per reidratare le sacche di cibo. Ho tentato la fortuna con una sacca etichettata verdure italiane. Non sono sicura di cosa abbiano di specificamente italiano, ma è certamente una scelta di cibo salutare dal menu standard della ISS!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/06/26/l-152-stato-di-sospensione/

L-150: Quando le compressioni salvano la vita di qualcuno
INVIATO IL 27 GIUGNO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 27 giugno 2014—Ieri Terry e io abbiamo passato la maggior parte della giornata a imparare di più sul progetto IMAX, di cui ho parlato martedì. Viene fuori che non riguarda solo la registrazione delle immagini, ma anche l’adeguata cattura dei suoni della Stazione Spaziale! Avere passato un paio d’ore ad ascoltare Greg parlare del suo lavoro, che consiste nell’aggiungere il suono ai film, ha probabilmente cambiato la mia esperienza di visione dei film per sempre. C’è tanto lavoro che non avevo nemmeno percepito consciamente.

Più tardi Terry e io abbiamo avuto una lezione di familiarizzazione seguendo il cosiddetto Plug-in-Plan, che dà una panoramica di quale equipaggiamento è collegato a quale presa elettrica sulla Stazione Spaziale, e quali sono le restrizioni e i modi più corretti per l’equipaggio di spostare le cose, nei pochi casi in cui ci è permesso farlo senza l’assistenza da terra (computer, piccoli caricabatterie, lampade portatili,…). Potrebbe sembrarvi strano che sia una questione così seria collegare qualcosa a una fonte di alimentazione elettrica, ma il Controllo Missione tiene traccia del carico elettrico su ogni presa per assicurarsi che non facciamo saltare qualcosa e, di conseguenza, causare lo spegnimento non pianificato di equipaggiamenti o esperimenti scientifici.

Questa mattina il nostro intero equipaggio Soyuz si è ricongiunto per una cosiddetta lezione Megacode, in cui facciamo pratica con la corretta risposta di soccorso nel caso in cui un compagno di equipaggio abbia improvvisamente bisogno della rianimazione cardiopolmonare (CPR). Iniziare immediatamente le compressioni del petto e sistemare rapidamente un defibrillatore potrebbe salvare la vita di un amico. Inoltre, siamo anche addestrati a inserire un dispositivo intraosseo, sostanzialmente un ago nel midollo osseo, che fornisce un modo veloce e affidabile di immettere farmaci salvavita nel flusso sanguigno.

Iniziare la CPR immediatamente aumenta drasticamente le possibilità di sopravvivenza di una persona il cui cuore smetta di battere, sulla Terra come sulla Stazione Spaziale. Mi auguro che teniate in esercizio le vostre abilità CPR, non potete mai sapere quando potreste trovarvi nella situazione di salvare la vita di qualcuno!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/06/27/l-150-quando-le-compressioni-salvano-la-vita-di-q...

L-146: Addestramento robotico ed EVA al laboratorio di Realtà Virtuale
INVIATO IL 1 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 1 luglio 2014—Ieri abbiamo avuto un’attività di addestramento molto speciale al laboratorio di Realtà Virtuale. Terry, Butch, Anton e io ci siamo uniti per provare una delle complesse coreografie in cui usiamo il braccio robotico in supporto a una passeggiata spaziale.

Nel nostro scenario, Butch e Terry erano inizialmente gli astronauti in passeggiata spaziale, che nel laboratorio di realtà virtuale significa che indossavano gli occhiali e i guanti e si muovevano e interagivano con lo scenario della Stazione Spaziale virtuale.

[IMG]http://i58.tinypic.com/29qbqcy.jpg[/IMG]

Io ero l’operatore robotico, e potevo realmente osservare il loro movimento virtuale sulle mie viste delle telecamere. Anton era lì per aiutare principalmente con il movimento panoramico, l’inclinazione e lo zoom delle telecamere, un ruolo che chiamiamo Robotic Workstation Assistant [assistente alla postazione robotica---N.d.T.].

Nel nostro scenario, ci stavamo occupando di un modulo pompa guasto, che era stato già rimosso in una precedente EVA ed era temporaneamente sistemato sul POA—è come l’attuatore all’estremità del braccio robotico, ma si trova in una posizione fissa sulla Stazione. Siamo in grado di installare un perno di presa su un modulo pompa in modo che il POA vi si possa agganciare.

Prima ho ricevuto istruzioni GCA da Butch per manovrare il braccio verso una posizione in cui lui potesse entrare nel fermo per i piedi che, nella nostra simulazione, era già collegato all’attuatore all’estremità del braccio robotico. Date un’occhiata a questa vecchia nota del diario se non sapete cosa significa GCA.

Dopo l’ho manovrato verso il POA. Una volta che Butch si è trovato in posizione per afferrare le maniglie del modulo pompa, abbiamo rilasciato l’unità dal POA e io ho programmato una sequenza automatica per portarla in una piattaforma esterna di fissaggio, la posizione di stivaggio finale dell’unità guasta.

A quel punto ci siamo scambiati i posti: Terry è passato al braccio, tenendo virtualmente il modulo pompa, e io sono diventata EV2, assistendo nel monitorare le tolleranze di movimento e fornendo istruzioni GCA per inserire il modulo pompa nelle rotaie di guida della sua “scatola” di stivaggio.

Il laboratorio di Realtà Virtuale è particolarmente utile per fare pratica di coordinazione e comunicazione, che sono elementi chiave per operazioni combinate EVA/robotiche di successo e senza intoppi. Inoltre, l’ambiente a realtà virtuale fornisce una riproduzione realistica delle condizioni di illuminazione. Di notte, può essere molto impegnativo avere una buona visuale dell’intero braccio robotico e tutti gli spazi di movimento!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/01/l-146-addestramento-robotico-ed-eva-al-laboratorio-di-realta-v...

L-144: Il nostro addestramento alle emergenze in sei della Expedition 42
INVIATO IL 3 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 3 luglio 2014—Ricordate che in diverse occasioni vi ho raccontato di simulazioni di emergenze, sia qui a Houston che in Russia? Vedete per esempio questa nota del diario.

Finora abbiamo sempre avuto solo simulazioni d’emergenza in tre persone con Terry e Anton, i miei compagni di equipaggio Soyuz. Come sapete, comunque, l’equipaggio della Stazione è composto da sei persone. L’equipaggio della Soyuz prima di noi sarà lì quando arriveremo a novembre e partirà a marzo. A quel punto diventeremo la Expedition 43. Dopo un paio di settimane, saremo raggiunti da un nuovo equipaggio Soyuz e torneremo a essere un complemento di sei persone.

Così, ieri abbiamo avuto l’opportunità di fare pratica di risposta alle emergenze con il nostro primo equipaggio da sei, la Expedition 42, unendoci a Butch, Elena e Sasha.

Che c’è di diverso quando sei persone lavorano alle procedure? Beh, in linea di principio è più facile, perché avete più membri dell’equipaggio che si occupano di passi diversi. Ma, come sempre con il lavoro di squadra, è essenziale avere una buona coordinazione e comunicazione, altrimenti finirete per peggiorare le cose e ostacolarvi a vicenda.

Ecco perché prima della simulazione il comandante della Expedition 42, Butch, ha preso un po’ di tempo per assicurarsi che capissimo tutti quali sarebbero stati i nostri ruoli durante le diverse risposte alle emergenze. Per esempio, in uno scenario di incendio, avrei assunto la responsabilità principale di lavorare al computer per cercare possibili siti di incendio basandomi sulle firme telemetriche, ed eseguire lo spegnimento dell’alimentazione elettrica come richiesto. Durante la risposta alla depressurizzazione avrei tenuto uno dei manometri portatili: lo controlliamo dopo ogni chiusura di portello e, se la perdita è nel nostro lato, ricalcoliamo il nostro tempo di riserva nel volume rimanente più piccolo.

Naturalmente, la risposta a un’emergenza è una situazione dinamica. Seguiamo un buon piano, ma ci adattiamo sempre anche in tempo reale come necessario. Questo va benissimo, finché c’è una chiara comunicazione quando affidate la responsabilità di un compito a qualcun altro.

Sono felice di poter dire che ieri il nostro equipaggio di sei persone ha lavorato insieme senza intoppi. Un segno molto buono per il nostro futuro periodo che passeremo insieme in orbita!

Foto: ESA/Corvaja. Con i nostri respiratori per l’ammoniaca dopo una perdita di ammoniaca.

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/03/l-144-il-nostro-addestramento-alle-emergenze-in-sei-della-expedi...

L-142: Fuga di ammoniaca? Ecco da dove verrebbe…
INVIATO IL 6 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Houston (USA), 5 luglio 2014—Come vi ho detto nell’ultima nota del diario, questo è tempo di simulazioni di emergenze per noi, con la simulazione per la Expedition 42 la settimana scorsa e quella per la Expedition 43 in arrivo la settimana prossima. L’obiettivo è fare pratica con le risposte alle emergenze con le nostre combinazioni di due equipaggi completi di 6 persone.

Più che un incendio e la depressurizzazione, lo scenario che richiede una risposta immediata senza scherzi è una perdita di ammoniaca in cabina. Se vi state chiedendo da dove quell’ammoniaca potrebbe venire, ecco un po’ di informazioni di base sulla progettazione della ISS. Tutto l’equipaggiamento che abbiamo a bordo genera molto calore, di cui dobbiamo liberarci in qualche modo. Ecco perché abbiamo condutture di raffreddamento che corrono lungo tutta la Stazione: attraverso delle piastre fredde e gli scambiatori di calore della cabina, l’acqua in quelle condutture raccoglie il calore. Nelle condutture abbiamo scambiatori di calore di interfaccia, in cui il calore viene trasferito dalle condutture di raffreddamento interne a quelle esterne. E in queste ultime, avete indovinato, abbiamo l’ammoniaca. Due pompe esterne si assicurano che quell’ammoniaca scorra dagli scambiatori di calore, dove raccoglie il carico di calore, ai grandi radiatori della Stazione, dove il calore viene respinto nello spazio.

Così, ora sapete che c’è un’interfaccia fra le condutture esterne dell’ammoniaca e le condutture interne dell’acqua. Cosa accade se c’è una rottura in quell’interfaccia, lo scambiatore di calore? Beh, visto che le condutture esterne sono a una pressione più alta, è probabile che l’ammoniaca fluirebbe nella cabina.

L’ammoniaca è estremamente tossica e ha un odore molto caratteristico. Tuttavia, se la perdita è abbastanza piccola, il sistema di autorilevamento del veicolo o il controllo a terra potrebbero notarla per primi, osservando un aumento nella quantità di fluido negli accumulatori del sistema di raffreddamento: visto che non stiamo aggiungendo alcuna acqua, un aumento nella quantità deve venire dall’ammoniaca.

Ecco come è iniziato il nostro scenario la settimana scorsa, con una comunicazione da terra che ripeteva questa chiamata su tutte le frequenze: “Fuga di ammoniaca, eseguire la risposta d’emergenza! Fuga di ammoniaca, eseguire la risposta d’emergenza!”

Nella prossima nota del diario vi racconterò in cosa consiste quella risposta… ma ha molto a che fare con i due tipi di maschere che vedete nella foto (Foto: ESA/S. Corvaja).

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/06/l-142-fuga-di-ammoniaca-ecco-da-dove-v...

L-140: Ecco cosa fareste con una perdita di ammoniaca sulla ISS
INVIATO IL 7 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 7 luglio 2014—Nella nota del diario di ieri stavamo discutendo uno scenario di emergenza, in cui abbiamo ricevuto questa chiamata dal Controllo Missione Simulato “Fuga di ammoniaca, eseguire la risposta d’emergenza! Fuga di ammoniaca, eseguire la risposta d’emergenza!”

Visto che l’ammoniaca è altamente tossica, la prima azione è indossare una maschera a ossigeno. Lungo tutta la ISS abbiamo almeno una maschera, spesso due, in ogni modulo, pronta per essere utilizzata. Le maschere del segmento USA hanno un piccolo serbatoio contenente una riserva di 7 minuti di ossigeno. Potrebbe non sembrare molto, ma queste maschere vengono usate solo per la risposta iniziale, come vedrete.

Con le maschere indossate, quelli di noi che erano nel segmento USOS (moduli USA più Columbus e JEM) si sono spostati rapidamente a poppa verso il segmento russo—non solo perché i nostri veicoli Soyuz sono agganciati lì, ma anche per una importante differenza di progettazione: non ci sono condutture dell’ammoniaca nel segmento russo.

Assicurandoci di sapere dove si trovano tutti e sei i membri dell’equipaggio, chiudiamo il portello del Nodo 1, isolandoci così dal segmento USOS e dalla fonte della perdita. A quel punto ci liberiamo dello strato esterno di indumenti, potenzialmente contaminati, e li lasciamo nel PMA, il piccolo elemento adattatore fra il segmento USOS e quello russo, chiudendo il portello di poppa del PMA mentre ci ritiriamo verso il modulo russo FGB.

È il momento di recuperare le nostre maschere con respiratore e montarci sopra le cartucce rosa con i filtri per l’ammoniaca. Il passaggio dalle maschere O2 ai respiratori per l’ammoniaca deve essere fatto molto velocemente e attentamente, visto che non sappiamo quale sia la concentrazione dell’ammoniaca nell’atmosfera del segmento russo. Presupponendo che l’atmosfera contaminata, teniamo gli occhi chiusi e tratteniamo il respiro mentre togliamo le maschere O2. Una volta indossati i respiratori, facciamo un certo numero di respiri di purificazione per liberarci dell’eventuale ammoniaca all’interno del cappuccio. Solo allora riapriamo gli occhi.

Dopo che ciascuno è passato in sicurezza al respiratore, è tempo di capire quanta ammoniaca abbiamo nell’atmosfera del segmento russo. Per quello disponiamo di un sistema di misura con chip dedicato. Nello scenario peggiore, il segmento russo è contaminato a un livello tale che dobbiamo evacuare la stazione. Se la concentrazione dell’ammoniaca non è così alta, possiamo filtrare l’aria attraverso le nostre cartucce respiratore attraverso la respirazione. Poi rimaniamo per diverse ore, fino a quando le misure mostrano un’atmosfera sicura. Nel caso fortunato in cui l’aria nel segmento russo non fosse stata contaminata, potremmo togliere le maschere e respirare normalmente. Sicura, di certo, ma con il segmento USOS perduto, almeno per il momento.

Foto: l’esecuzione della procedura di purificazione (ESA/S. Corvaja)

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/07/l-140-ecco-cosa-fareste-con-una-perdita-di-ammoniaca-su...

L-139: Micro-5: osservare una malattia infettiva nello spazio
INVIATO IL 8 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 8 luglio 2014—Ieri Terry, Anton e io abbiamo passato la mattina in una simulazione di operazioni di routine di 5 ore, in cui abbiamo avuto l’opportunità di fare pratica con le attività giornaliere come i compiti di manutenzione, il trasferimento dell’urina, le operazioni cargo. In passato ho parlato di questi tipi di attività di addestramento, per esempio in questa nota del diario.

Nel pomeriggio sono stata addestrata all’esperimento Micro-5, che richiederà molte attività dell’equipaggio nella Microgravity Science Glovebox (MSG). [scatola a guanti per la scienza in microgravità---N.d.T.] Questa è un volume sigillato con guanti integrati in cui potete manipolare sostanze tossiche o campioni viventi senza timore di contaminare la Stazione. In realtà, come potete vedere nella foto, nella sua ultima versione non dovete usare gli ingombranti guanti di gomma, ma potete invece utilizzare i normali guanti da laboratorio: il sigillo si trova intorno al polso.

Lo scopo di Mirco-5 è studiare lo sviluppo di una malattia infettiva nello spazio. Sfortunatamente, è stato osservato che il volo spaziale induce sia un indebolimento del sistema immunitario delle creature viventi, sia un aumento della virulenza dei patogeni. Sebbene entrambi questi fenomeni siano stati studiati separatamente, Micro-5 li studierà entrambi osservando lo sviluppo della malattia nei minuscoli “vermi” (Caenorhabditis elegans) che saranno infettati con i batteri Salmonella in volo.

Addestrarsi a questo esperimento è stato molto divertente. Gestire tutte quelle colture viventi, mescolarle, separarle, prendersi cura della sterilità, prelevare attentamente dei campioni… tutto questo nel peculiare ambiente della MSG mi ha realmente fatta sentire come una scienziata. Naturalmente, ho eseguito la sequenza solo una volta. In volo, dovrò farlo dozzine di volte. Ma hey, come dicono… il progresso scientifico è per l’1% ispirazione e per il 99% sudore!

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/08/l-139-micro-5-osservare-una-malattia-infettiva-nello...

L-138: Prepararsi alla camera a vuoto
INVIATO IL 9 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 9 luglio 2014—Ieri un’altra giornata impegnativa nei panni di una scienziata, addestrandomi a diversi esperimenti di scienze della vita fra cui uno in cui lavoreremo con delle piccole piante.

Un’ultima lezione nel tardo pomeriggio è stata dedicata alla preparazione della mia sessione nella camera a vuoto della prossima settimana, lavorando con una tuta per EVA e dei guanti di Classe 1. Classe 1 è la designazione dell’equipaggiamento progettato per l’utilizzo nello spazio (invece che per l’addestramento). I guanti, in particolare, saranno quelli primari e di riserva fatti su misura per me: se nella camera non troveremo alcun problema con quelli, verranno imballati e mandati in Russia per volare con me nella Soyuz.

Lunedì farò un giro a vuoto: seguiremo tutte le procedure pre-EVA nell’airlock, ma la depressurizzazione verrà simulata. Come nei corsi prep e post in passato, pressurizzeremo invece la tuta a 4,3 psi [0,29 atmosfere---N.d.T] rispetto alla pressione dell’ambiente. Ecco il racconto di una lezione prep e post.

Martedì avremo la cosiddetta sessione in quota, in cui depressurizzeremo realmente la camera fin quasi al vuoto. Per questo, dobbiamo seguire le procedure di prebreath, eliminando l’azoto dal corpo per evitare la malattia da decompressione mentre la pressione viene abbassata. Il protocollo seguito nella camera è il protocollo di 4 ore in tuta, che è esattamente quello che sembra: respirare ossigeno puro nella tuta per 4 ore. Quì il suggerimento è portarsi uno o due film da guardare attraverso un piccolo finestrino nel portello della camera!

Fra l’altro, questa sarà la mia prima volta nella camera a vuoto in tuta EMU della NASA, ma un po’ di tempo fa ho avuto l’occasione di fare una sessione nella camera in tuta russa Orlan. Ecco quella storia, se ve la siete persa!

Foto: la sessione di Terry nella camera un paio di settimane fa. L’ho aiutato a indossare la tuta. (Credit: NASA)

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/09/l-138-prepararsi-alla-camera-...

L-131: Di nuovo in piscina per l’addestramento alle passeggiate spaziali
INVIATO IL 16 LUGLIO 2014 DA SAMANTHA CRISTOFORETTI



Johnson Space Center (Houston, USA), 16 luglio 2014—Scusate per la lunga interruzione nel diario, ma è stata una settimana di addestramento davvero intensa qui al Johnson Space Center!

Nell’ultima nota del diario vi ho parlato dell’imminente sessione nella camera a vuoto, così, prima di tutto, se vi state chiedendo come è andata… beh, ieri abbiamo dovuto interrompere la sessione a pressione da alta quota a causa di un problema tecnico, quindi l’attività dovrà essere riprogrammata. Presto vi dirò di più!

Ma oggi lasciatemi raccontarvi la giornata di addestramento di venerdì scorso al Neutral Buoyancy Laboratory [laboratorio di galleggiamento neutro---N.d.T.], la piscina gigante in cui facciamo pratica sott’acqua con le passeggiate spaziali. Con il veterano delle passeggiate spaziali Randy Bresnick ho provato una LEE R&R. LEE è il Latching End Effector [attuatore di aggancio all’estremità---N.d.T.], il componente all’estremità del braccio robotico che cattura un perno di presa, per esempio su un veicolo cargo, e stabilisce una connessione rigida con esso. Per qualche foto vedete questa vecchia nota del diario.

R&R sta per Remove and Replace [rimozione e sostituzione---N.d.T.]: rimuovere un’unità guasta, installare un ricambio. Così, l’obiettivo di venerdì scorso è stato fare pratica nel rimuovere un LEE guasto dal braccio robotico e sostituirlo con il POA—si tratta di un attuatore all’estremità che è identico a quelli alle estremità del braccio, ma è invece situato sul Mobile Transporter [trasportatore mobile---N.d.T.] e viene usato per stivare temporaneamente grandi attrezzature, se hanno un perno di presa.

Ci sono alcune situazioni in cui questo scambio avrebbe senso, perché un attuatore all’estremità potrebbe essere usurato in modo tale da non poter catturare affidabilmente un veicolo in visita, ma potrebbe ancora lavorare bene come un POA per lo stivaggio temporaneo.

Foto: la rimozione di uno dei sei bulloni che collegano il POA (o piuttosto il mockup del NBL) al suo punto di installazione sul Mobile Transporter. (Credit: NASA)

Nota originale in inglese, traduzione italiana a cura di Paolo Amoroso—AstronautiNEWS.

Fonte dati: www.astronautinews.it/2014/07/16/l-131-di-nuovo-in-piscina-per-laddestramento-alle-passeggiate-s...

To be continued ! [SM=g8278]


Se vuoi volare alto circondati di aquile non di polli !!!



Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Questo forum non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro). L’autore dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.



<!script type="text/javascript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=ufologando"> <!noscript> <!a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"> <!img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=ufologando" alt="Contatore visite gratuito" border="0" /> <!/noscript> Eman Engine Stats Directory www.Siti-Web-Bologna.it

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 02:33. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com