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Il caso di Caselle 1973, 40 dopo la rivisitazione di Edoardo Russo

Ultimo Aggiornamento: 06/12/2013 09:49
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05/12/2013 17:05
 
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Uno dei casi più interessanti nel panorama ufologico nazionale, stiamo parlando di 40 anni fa, è stato rivisitato da Edoardo Russo su una base dati raccolta da Paolo Fiorino entrambi membri del Centro Italiano Studi Ufologici.


CASELLE 1973: COSA NE SAPPIAMO DOPO QUARANT’ANNI?


Esattamente 40 anni fa, nei cieli sopra la città di Torino si svolse uno dei più noti casi aero-radar- visuali dell’ufologia italiana. Quella che segue è una presentazione schematica dei fatti.

QUANDO?

Il 30 novembre 1973, con inizio poco prima delle ore 19 e termine poco dopo le ore 19.30.

DOVE?

La vicenda si svolse in più luoghi, dove si trovavano i testimoni:
- dalla città di Torino;
- dall’aeroporto di Caselle Torinese
- dalla cabina di guida di almeno due aerei di linea Alitalia, lungo l’aerovia di discesa che (da
sudest a nordovest) sorvola Torino;
- dalla cabina di guida di un aereo privato, anch’esso in fase d’atterraggio, che dapprima si
mosse verso ovest alla ricerca dell’UFO, poi lo inseguì verso est o sud-est;
- dalla sala radar della torre di controllo di Caselle;
- dalla sala del centro radar dell’Aeronautica Militare a Mortara.

CHI?

Tre tipi diversi di testimonianze:
- osservatori oculari a terra;
- osservatori oculari (piloti) in volo;
- operatori radar.

COSA?

Visivamente: una forte luce bianca ferma in cielo, in direzione della Valle di Susa (sudovest), per gli osservatori a terra e per i piloti in fase di atterraggio;
Radaricamente: un’eco intermittente e in movimento sugli schermi radar;
Visivamente: una forte luce bianca in allontanamento in direzione sudest, per il pilota privato che tentò di inseguirla.

LA VULGATA

Il caso è uno dei più noti, e risulta riportato su numerosi libri e periodici non solo italiani, perlopiù come collage di fonti secondarie.
La versione-base è più o meno la seguente:
- gli operatori (militari) della torre di controllo all’aeroporto di Caselle rilevano sul radar la
presenza di un oggetto in posizione potenzialmente in collisione con la rotta di atterraggio degli
aerei;
- dalla torre di controllo si rileva anche visivamente la presenza di un oggetto luminoso, in direzione sudovest;
- la torre di controllo segnala via radio la presenza di un intruso agli aerei in procinto di atterrare;
- i piloti di almeno due voli Alitalia (“Giovanni” e “Franco”) osservano la luce;
- il pilota di un piccolo aereo privato (“Riccardo”) vede anch’egli la luce, chiede di avvicinarsi, cerca di raggiungerla, la vede compiere vari spostamenti verticali (e variazioni di luminosità), improvvisamente se la trova in coda invece che a prua, vira per inseguirla, tenta inutilmente di raggiungerla per 20 minuti, proseguendo fino all’altezza di Voghera (circa 110 chilometri a est), ma poi deve rinunciare per non restare senza carburante e rientra quindi a Caselle, mentre la luce si allontana verso Genova;
- nel frattempo il radar di Caselle ha continuato a rilevare (in maniera discontinua) la presenza di un’eco anomala, che sembra spostarsi longitudinalmente e verticalmente, con manovre irregolari (a zigzag) e velocissime (si è parlato di velocità fino a Mach 4);
- anche il centro radar militare di Mortara (85 chilometri ad est di Caselle) rileva intanto diversi echi radar che appaiono, scompaiono e si spostano di continuo; si parla di oggetti aventi un’eco paragonabile a quella di un aereo di linea, spostamenti bruschi e impossibili;
- nel frattempo gli osservatori da terra continuano ad osservare la luce in direzione della Valle di Susa fin dopo le 19.30.

LE FONTI

Purtroppo mancano del tutto indagini ufologiche dirette di prima mano: non esistono interviste condotte all’epoca da studiosi con i testimoni principali (i tre piloti, i radaristi).
Le uniche fonti dell’epoca sono interviste rilasciate dai piloti a giornalisti. Tre di queste fonti, sia pur estremamente sommarie, possono essere considerate dirette: un’intervista televisiva di Riccardo, di cui esiste registrazione audio; due interviste radiofoniche con Giovanni e Riccardo, di cui esiste trascrizione letterale. Nessuno dei giornalisti ha fatto alcune domande che sarebbero state indispensabili in un’inchiesta ufologica.
Le fonti giornalistiche dell’epoca riportarono indifferentemente notizie e particolari esatti, informazioni poi rivelatesi erronee, non poche esagerazioni sensazionali e qualche fandonia inventata di sana pianta.
Non risulta un’indagine diretta (coi testimoni) da parte dell’autorità militare, tanto che nel fascicolo sul caso declassificato anni dopo l’analisi (effettuata dal principale “ufologo ministeriale” italiano degli anni ’60, Igino Gatti) viene basata su fonti di stampa ed evidenzia l’assenza di dati meteo e particolari testimoniali che gli sarebbero stati indispensabili per confermare la sua ipotesi di un fenomeno di rifrazione atmosferica.
All’epoca in Piemonte esistevano ed operavano un’associazione nazionale (il CUN, purtroppo in quel momento reduce da una scissione) ed alcune decine di gruppi di appassionati (perlopiù giovanissimi) di UFO. Nessuno di questi prese contatto con i testimoni principali, anche se almeno tre fecero “inchieste d’ambiente” raccogliendo informazioni e voci di seconda mano, in parte errate o esagerate, parte delle quali poi pubblicate.
Alcune informazioni furono diffuse dai militari alla stampa; altre indiscrezioni vennero raccolte tramite conoscenze ed amicizie di ufologi in ambito aeronautico. Il primo documento ufficiale venne rilasciato (per errore) nel 1978. La declassificazione dei dati radar e di alcune altre informazioni è avvenuta (su richiesta del CISU) solamente nel 1996.
Parallelamente alla declassificazione, nei primi anni ’90 è stata coordinata da Paolo Fiorino un’ampia indagine retrospettiva sul caso, che ha portato a rintracciare e interpellare direttamente quasi tutti i protagonisti noti della vicenda, ovvero:
- due dei tre piloti (il terzo essendo morto nel frattempo);
- uno dei radaristi testimoni anche visivi;
- l’allora comandante dell’aeroporto di Caselle;
- l’ufficiale della Prima Regione Aerea che venne delegato quale addetto stampa sul caso;
- l’ufficiale analista, autore dell’analisi del caso nel 1977.

LA RICOSTRUZIONE

Utilizzando solamente le fonti primarie (registrazioni audio o trascrizioni letterali di interviste dei testimoni; resoconto del centro radar di Mortara per i rilevamenti radar), eliminando gli errori di citazione o di attribuzione, ed aggiungendo quanto emerso dalle indagini retrospettive, la ricostruzione diventa la seguente:
- intorno alle ore 18.45 gli operatori (militari) della torre di controllo all’aeroporto di Caselle rilevano sul radar la presenza di un oggetto in posizione potenzialmente in collisione con la rotta di atterraggio degli aerei;
- dalla torre di controllo si rileva anche visivamente la presenza di un oggetto luminoso, in direzione sudovest;
- intorno alle ore 18.48 la torre di controllo segnala via radio la presenza di un intruso agli aerei in procinto di atterrare;
- il pilota “Giovanni” del volo Alitalia AZ325 (che si trova a 2.000 metri di quota, a 7 minuti dall’atterraggio, previsto per le ore 18.55) inizialmente non vede nessun oggetto davanti a sé, ma quando si trova a 2 minuti dall’atterraggio, a 300 metri da terra, nella penultima parte della traiettoria di discesa (quindi dopo aver virato in direzione ovest) osserva all’improvviso (insieme al copilota) una forte luce bianco-azzurra a circa 15-20° sull’orizzonte;
- il pilota “Franco” del volo Alitalia AZ043, anch’esso nella fase di avvicinamento, a 4 miglia osserva (insieme al suo secondo pilota) una luce verso la Valle di Susa, nella posizione relativa “ad ore 11” (quindi in direzione ovest-sud-ovest); la luce cambia intensità e sembra alzarsi quando la luminosità aumenta, abbassarsi quando la luminosità diminuisce;
- il pilota “Riccardo” del Piper (che è più indietro lungo la traiettoria di discesa, a circa 3.000 metri di quota) non vede affatto la luce ma, sentendo il dialogo radio tra la torre di controllo e gli aerei di linea, chiede di essere guidato per tentare un avvicinamento, si dirige (da una posizione imprecisata) verso la Valle di Susa ma continua a non vedere l’oggetto;
- a questo punto il pilota (non precisato) di un quarto aereo che è appena decollato da Caselle (quindi che si è diretto inizialmente verso nord, poi verso est) gli segnala che l’oggetto è invece alle sue spalle, a 3.600 metri di quota; Riccardo fa un’ampia virata per invertire la rotta e finalmente vede (ad una quota superiore alla sua) una sfera luminosa bianca che aumenta e diminuisce di intensità; comincia quindi la manovra di avvicinamento;
- l’avvicinamento dura complessivamente 7-8 minuti, ad una velocità di poco inferiore ai 400 km/h, ma l’oggetto sembra mantenere o aumentare la distanza, dirigendosi verso sudest, finché Riccardo abbandona l’inseguimento e torna indietro;
- dal racconto di prima mano di Riccardo, non risulta affatto che l’oggetto da lui visto si trovasse prima in direzione ovest, poi l’abbia “scavalcato” per muoversi in direzione est;
- dalla durata dell’inseguimento riferita da Riccardo risulta che, anche al massimo della sua velocità, il Piper non avrebbe percorso più di 45-50 km (arrivando quindi sulla verticale di Asti);
- nel frattempo il radar di Caselle ha continuato a rilevare (in maniera discontinua) la presenza di un’eco anomala; dalle polemiche seguite a un grave incidente avvenuto il giorno di Capodanno, in quel periodo (“da quattro mesi”) era guasto il radar di precisione GCA (in grado di rilevare anche la quota, con precisione di pochi metri) e funzionava solo il radar di ricerca e sorveglianza (meno preciso e funzionante solo in planimetria azimutale);
- alle 19.15 la torre di controllo di Caselle chiede conferma al centro radar militare di Mortara circa il rilevamento di un’eco sconosciuta a 9 miglia di distanza in direzione sudovest (radiale
235°), precisando che gli stessi operatori radar osservavano visivamente un oggetto luminoso a circa 5.000 piedi da terra, a 4-5 km di distanza. Sul radar di Mortara però quell’eco non risulta;
- circa 40 minuti dopo, però, tra le ore 19.57 e le 20.52, il centro radar militare di Mortara ha rilevato almeno 12 diverse tracce radar che sono apparse, scomparse e mosse sopra diverse località del Piemonte e della Liguria; le velocità sono state calcolate in base alle diverse posizioni degli echi ad ogni “passaggio” del pennello radar (ogni 12 secondi); a questi rilevamenti (tutti successivi all’avvistamento aereo su Torino) fanno riferimento le dichiarazioni del portavoce dell’Aeronautica riportate su diversi giornali nei giorni seguenti, con le varie stime di quote, velocità, dimensioni presunte degli oggetti rilevati: velocità non uniformi, cambi di rotta, discontinuità; risulta che alcune di queste tracce (apparse in territorio francese) sono
state anche rilevate dal centro di controllo radar di Lione;
- nel frattempo gli osservatori da terra (radaristi, tecnici, militari e civili) continuano ad osservare la luce in direzione della Valle di Susa (sudovest) fin dopo le 19.30 (complessivamente, per circa 45 minuti);
- anche i piloti dei voli Alitalia, dopo l’atterraggio, osservano la luce (di dimensioni stellari) ferma in cielo verso le montagne;
- alle ore 20.39 il centro radar di Mortara rileva una traccia sconosciuta che si trova a 4 miglia da Caselle ed avvisa la torre di controllo dell’aeroporto torinese; gli operatori di Caselle richiamano dopo pochi minuti per confermare che stanno osservando visivamente (e si deduce: non radaricamente) un oggetto di luminosità intensa sulla loro verticale, che si sposta lentamente verso il lato sud della pista;
- altri echi sporadici, saltuari ed irregolari, tali da non consentire il consolidamento in tracce radar, sono stati rilevati da Mortara fra le ore 23 e la mezzanotte;
- un’altra analoga e complessa serie di rilevamenti di tracce radar, con avvistamenti visivi sia a Caselle sia all’esterno del centro radar di Mortara, è poi avvenuta la sera del 4 dicembre [qui non ce ne occupiamo, ma su diversi resoconti pubblicati le due vicende sono state confuse e sovrapposte].

IL CIELO

In base ai dati della stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare a Caselle, la sera del 30 novembre 1973 il cielo era sereno, con venti leggeri da sudest in pianura, venti più forti sulle montagne, temperatura intorno allo zero °C.
A parte la luna le maggiori fonti luminosi presenti in cielo a quell’ora erano:
- Venere: azimut 225° (sudovest), zenit 6°, magnitudine -4,6 diametro 60”
- Giove: azimut 216° (sudovest), zenit 17°, magnitudine -2,1, diametro 36” - Marte: azimut 128° (sudest), zenit 44°, magnitudine -1,4, diametro 18”

LE POSSIBILI SPIEGAZIONI

Sia all’epoca, sia più recentemente, sono state avanzate varie ipotesi di spiegazione degli avvistamenti radar-visuali di Caselle con cause convenzionali, alcune francamente fuori luogo, altre apparentemente più ragionevoli:
- un pallone-sonda francese;
- un velivolo-spia sovietico (o americano) teleguidato;
- un fulmine globulare o analogo fenomeno di plasma atmosferico;
- rifrazione atmosferica (“effetto lente” di oggetti astronomici per le osservazioni visive, radio-propagazione anomala per gli echi radar).
Per scelta, non intendo in questa sede entrare nel merito di un’interpretazione che, come sempre, rimane soggettiva e, quasi sempre, oggetto di controversia.
Il mio scopo qui ed oggi, nel quarantesimo anniversario di quei fatti, era ed è quello di presentare i dati, testimoniali e documentali, ricostruendo sinteticamente il caso nelle sue caratteristiche fattuali, come è stato possibile accertarle alla luce di un lungo lavoro di indagine, raccolta e comparazione, che ha portato a modificare in gran parte la “vulgata” che su questa vicenda si è diffusa, continua (e sicuramente continuerà) ad essere scopiazzata senza troppa cura filologica.
Ognuno è così messo in condizione – se lo vuole - di fare le proprie valutazioni, arrivando alle proprie conclusioni.

Edoardo Russo - Centro Italiano Studi Ufologici

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Bah, a me l'unica cosa che fa specie è che si sta parlando di un caso di 40 anni fa, chissà se si ripetesse oggi come verrebbe avvistato, descritto, interpretato e spiegato.
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Re:
_INSIDER_, 05/12/2013 17:16:

Bah, a me l'unica cosa che fa specie è che si sta parlando di un caso di 40 anni fa, chissà se si ripetesse oggi come verrebbe avvistato, descritto, interpretato e spiegato.


Bella domanda, infatti di casi odierni di un certo spessore manco l'ombra, chissà come mai, nonostante Pinotti affermi che ormai l'evidenza è innegabile.

Altra considerazione: avete notato che nelle possibili spiegazioni non è stata citata la parolina astronave aliena ?




[Modificato da biancofive 05/12/2013 17:22]
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biancofive, 05/12/2013 17:21:

Altra considerazione: avete notato che nelle possibili spiegazioni non è stata citata la parolina astronave aliena ?

Per il semplice fatto che il CISU si attiene al vero significato dell'acronimo U.F.O.


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Credo che con i radar di oggi, in situazione analoga, la questione
"c'è un qualcosa/non c'è un qualcosa"
inteso nel senso di oggetto solido nello spazio aereo ...
sarebbe molto più chiara.







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Re:
AssociazionePrisma, 05/12/2013 17:37:

Credo che con i radar di oggi, in situazione analoga, la questione
"c'è un qualcosa/non c'è un qualcosa"
inteso nel senso di oggetto solido nello spazio aereo ...
sarebbe molto più chiara.


Ottima precisazione.

Allego inoltre un post dell'utente 1994590 (gran bel nick, quasi come il mio) pubblicato sul blog misterobUFO, molto pertinente, la risposta di Vanetti invece preferisco non commentarla:


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Riporto uno scritto del Fizu postato dallo stesso sulla sua pagina facebook:

CAPOLAVORO SU MISTERO BUFO : L’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA? UFO-INCOMPETENTI... o al limite dei CAGASOTTO... (ma SEMPRE con RISPETTO, sia chiaro...)

E insomma il tanto atteso intervento su Caselle 1973, invocato a Gran Voce dall’ utente Tigrino di “Mistero bUFO” (Blog del Corriere della Sera gestito da Flavio Vanetti) nei mesi passati è arrivato addirittura come “speech” ad una conferenza del CUN a cui ha partecipato Andrea Bovo del CISU, per conto di Edoardo Russo.
Certo, vista la veemenza della richiesta ci si sarebbe aspettata almeno una piccola opinione di Tigrino, che al momento tace, ma va bene istess’...
Quello che non va bene è l’ennesima “sparata” di Vanetti, che a mio avviso oramai pretende di poter tranciare giudizi a destra e a manca, senza più timore che qualcuno gli dica “ma che stai a dì?”... basta poi non pubblicare il commento critico... ed inneggiare ad un dialogo “corretto”...
E vediamolo quindi questo dialogo corretto:
L’utente 1994590 scrive in merito al mancato ordine di Scramble relativamente ai fatti di Caselle 1973 :

“Volevo sottolineare il fatto che non furono ordinate azioni per il riconoscimento in volo (scramble), come confermato dai documenti ufficiali declassificati. Questo ci dice che, valutati i dati a disposizione, dal comando A.M. non furono riscontrati sufficienti motivi di allarme.”
Un commento che gli inglesi definirebbero “fair”.
Si pone FIDUCIA sull’operato dei PROFESSIONISTI che quel giorno si trovarono a PRENDERE DECISIONI sulla base DEI FATTI e della loro ESPERIENZA e GRADO DI COMANDO.
Insomma, quel semplice ragionare che ci permette di compiere semplici operazioni matematiche come “100-99.7=0.3”
Ma no... quelli erano UFO... l’ha detto Tigrino (probabilmente linkando qualche sito scritto in cirillico o in giapponese che nessuno tranne lui poteva capire)... quindi vai di bandiera e spada sguainata a difendere il castello anche dalla minima scoreggia di sospetto di razionalità avanzante...
E vediamo la pregevole risposta, scrive Vanetti:
“Credo che tu abbia un’opinione fin troppo alta del comando Ami (con tutto il rispetto, sia chiaro). Punto primo: possono anche loro sbagliare valutazione. Punto secondo: quanto incide il fattore di titubanza di fronte a un evento che può apparire “grosso” e foriero di guai? Di norma in questi casi si tende a glissare, a semplificare, a cercare di scrollarsi di dosso la situazione critica… E se, al contrario, una valutazione fosse stata fatta e qualcuno fosse giunto alla conclusione “meglio lasciar perdere, tanto non possiamo farci nulla”?”

Merita un esegesi, almeno da quanto intuisco io leggendo le sue parole...

“Credo che tu abbia un’opinione fin troppo alta del comando Ami (con tutto il rispetto, sia chiaro).”

Una sofisticata figura retorica del tipo “non voglio darti dello stronzo, però intanto lo faccio” , che sottolineando il contesto si riduce a “All’ Aeronautica Militare non sono degni di una stima troppo alta (con tutto il rispetto, sia chiaro)”

Ma cerchiamo di capire perchè:

“Punto primo: possono anche loro sbagliare valutazione.”

Chiaro, e nello specifico caso secondo Vanetti, hanno sbagliato.
Cioè Vanetti crede fermamente (a leggere le sue parole) che a Caselle nel 1973 ci siano stati gli UFI, pertanto l’AMI non ha chiaramente avuto la competenza necessaria per ordinare uno Scramble... ci fossero stati lui o Tigrino, probabilmente l’AMI sarebbe stata tutta un’altra cosa... ma purtroppo hanno scelto altre professioni e quindi siamo in mano a gente di cui normalmente si ha un’opinione troppo alta... troppo...
oppure...oppure... SI SONO CAGATI ADDOSSO ...

“Punto secondo: quanto incide il fattore di titubanza di fronte a un evento che può apparire “grosso” e foriero di guai? Di norma in questi casi si tende a glissare, a semplificare, a cercare di scrollarsi di dosso la situazione critica… E se, al contrario, una valutazione fosse stata fatta e qualcuno fosse giunto alla conclusione “meglio lasciar perdere, tanto non possiamo farci nulla”

Già... e sel’AMI avesse fatto spallucce?
D’altronde si sa (o meglio Vanetti lo sa...), se l’evento è “grosso” o “foriero di guai” (ma perchè? Gli UFO non sono qui per insegnarci l’ammòre?) SI FA PIPPA... (o si tirano “due pappine” a Massioni...dipende...)
Tutte le nostre Forze Armate lo fanno...
Poliziotti e Carabinieri ad esempio generalmente fanno finta di nulla se il malvivente è troppo “grosso e foriero di guai”...
E se ci invadesse la Cina?
Tutti a far pippa, mi raccomando... Esercito, Marina, Aviazione... sempre ammesso che abbiano la competenza necessaria per capire quanto sta accadendo...
Quindi secondo Vanetti, pur di non concordare sul fatto che quello di Utente 1994590 fosse un semplice ed onesto commento logico, razionale, senza nessuna “velleità denigrativa” (cioè non ci si poteva fare il solito piangino anti bertotti), allora giù di merda all AMI...
Signori miei... quando si è in grado di negare le orbite lunari o i segni cardinali, poi tutto il resto viene facilissimo !
Dal canto nostro (fizu ed arroganti, sleali, disonesti suoi lettori) pensiamo che l’AMI faccia egregiamente e con cuore il suo lavoro... da italiani e per gli italiani... e che nel caso di una minaccia “grossa” e “foriera di guai”, siano i primi sd eseguire il loro dovere militare e patriottico... sia la minaccia intestina, estera o puranco aliena.

Sicome so benissimo che questo mio post verrà preso male dal diretto interessato (mi aspetto furenti SMS che leggo sempre con piacere), qualora avesse intenzione di chiarire MEGLIO quanto ha scritto o PERCHE’ lo ha fatto, le mie pagine sono a sua disposizione.

Ciao Flavio e VIVA L’AERONAUTICA MILITARE ITALIANA !!!

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