Armstrong: "andammo sulla Luna senza essere pronti"

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Sheenky Oo
00sabato 26 maggio 2012 13:47
Fonte: www.ufoonline.it/2012/05/26/armostrong-andammo-sulla-luna-senza-esser...

Sulla Luna ci siamo andati, ma i residui cospirazionisti sono sempre in voga. A proposito del nostro atterraggio sulla Luna infatti i misteri non finiscono di affascinare. Ecco perchè è sempre utile ascoltare il veterano astronauta Neil Armstrong, mentre racconta alla rete australiana CPA i segreti del viaggio più affascinante mai compiuto da esseri umani fuori dalla nostra Terra. "Io ero sereno, sapevo che prima o poi qualcun altro sarebbe andato lassù, e avrebbe trovato l’attrezzatura e la macchina fotografica, che avevamo lasciato noi" dice Armostrong ormani 81enne. Sono passati 43 anni da quando il primo essere umano ha messo piede sulla superficie lunare. In questo ennesimo viaggio nei ricordi il pioniere lunare descrive nei dettagli le traversie tecniche, l’emozione e l’estrema tensione del momento.



Ci racconta gli ultimi 12 minuti prima dell’allunaggio?
«Ci avvicinavamo e il computer di bordo ci stava mostrando dove la navicella sarebbe atterrata. Ma era un posto accidentato, brutto. Proprio al fianco di un cratere di circa 100-150 metri, con delle discese molto ripide coperte da pietre tonde enormi. Un luogo dove non era bello scendere».

Che cosa avete deciso allora?
«Arrivati a tre minuti dalla meta, sono passato alla guida manuale del mezzo, come fosse un elicottero. Dovevamo trovare un punto più agevole stando al di fuori del cratere. Siamo a 70 metri, vedo un’area più soffice. (Armstrong parla mentre sullo schermo corrono due immagini parallele: a sinistra il filmato reale girato dal velivolo, con la Luna che è sempre più vicina, a destra la mappa della stessa area, anch’essa in avvicinamento, come è riprodotta oggi da GoogleSpace). Sulla sinistra vedete la polvere che si sta sollevando… Sappiamo a questo punto che ci sono restati 20 secondi di carburante per finire il volo d’andata…. Ecco, questa è l’ombra della mia gamba che sta per toccare il terreno. Eagle è atterrata».

C’era tempo per emozionarsi?
«Per una stretta di mano… ma in quel momento sapevamo di essere a rischio per l’altissima temperatura. Il nostro pensiero era per i problemi termici che potevano venire fuori. Dovevamo essere pronti a risalire in tempo per ripartire, dopo quello che dovevamo fare lì».

Come piantare la bandiera americana sul suolo lunare… «Avevamo raggiunto in quel momento l’obiettivo che il presidente John Fitzgerald Kennedy aveva indicato. A quello pensai, mentre il presidente (Nixon, ndr) chiamò dalla Casa Bianca per complimentarsi. Dobbiamo riconoscere che questo traguardo non sarebbe stato raggiunto senza la concorrenza dei sovietici. Bisogna mettere quell’impresa nel contesto storico: un russo era già andato in orbita, noi avevamo mandato solo Alan Shepard, ma per 20 minuti. Fissare, come fece JFK, l’obiettivo della Luna con alle spalle solo 20 minuti di volo era al di là del credibile, su un piano tecnologico».

Ma andò bene… 
«Non era solo una corsa tecnica allo spazio. Allora c’erano due concezioni ideologiche sul futuro del mondo che si scontravano. E fu una gara che permise ad entrambi i nostri programmi di compiere ciò che è stato possibile. Mettemmo dai due lati della bandiera i medaglioni con i nomi dei nostri compagni della Nasa e degli astronauti russi morti nel corso della sfida cosmica fino a quel punto. Fu un momento di estrema tenerezza».

«Un piccolo passo per l’uomo ma un balzo gigantesco per l’umanità». Quando pensò a questa frase che disse, e che è poi rimasta il simbolo del successo di Apollo 11?
«Soltanto dopo che l’atterraggio era riuscito bene».

Nel viaggio non tutto era andato perfettamente però… 
«Beh, il computer aveva lanciato a un certo punto un allarme, mentre eravamo in fase di discesa. Sono momenti complessi, molte cose devono succedere contemporaneamente. Io non aveva capito di che cosa volesse avvisarci il computer, e chiesi aiuto alla torre di controllo sulla Terra. Non ci misero molto a risolvere il giallo, c’erano problemi di sovraccarico per il software, ma tutto era ok per ciò che riguardava la manovra di atterraggio».

Aveva avuto paura quando le fu chiesto se la sua squadra era pronta per partire?
«Sarebbe meglio aspettare un mese, dissi ai miei capi, ma siamo in una gara e bisogna prendere le opportunità quando ci sono. Siamo pronti. Sapevo che avevamo il 90% di chance di tornare vivi sulla Terra, ma solo il 50% di possibilità di atterrare con successo al primo tentativo».

Sul futuro delle conquiste spaziali cosa prova oggi, con il budget della Nasa per il 2013 tagliato del 38%?
«La Nasa è stato uno degli investimenti pubblici di maggior successo nel motivare gli studenti a far bene e a raggiungere ciò che possono raggiungere, ed è triste che stiamo oggi indirizzando il programma spaziale in una direzione che ridurrà l’entusiasmo per i giovani».
OggettoVolanteIdentificato
00domenica 27 maggio 2012 16:17
Re:
Vai così,Neil! Premi Start e Riavvia! [SM=g8225]
Gente mandata in orbita a morire...cos'avessero in testa,gli americani e i russi,non si saprà mai.



Sheenky Oo, 26/05/2012 13.47:


Beh, il computer aveva lanciato a un certo punto un allarme.......... Io non aveva capito di che cosa volesse avvisarci QUOTE]




_INSIDER_
00lunedì 28 maggio 2012 17:05
Dichiarazioni già note ai più appassionati e ben informati.
Questo che segue è quanto aveva riportato Paolo Attivissimo nel suo libro "Luna? Sì, ci siamo andati!" (pagg. 165-166, ed. 2012):


Apollo 11. La missione più celebre fu una vera carrellata di disastri sfiorati.Durante la discesa sulla Luna, il computer di atterraggio del modulo lunare si sovraccaricò ripetutamente. Le istruzioni preimpostate avrebbero inoltre portato il modulo lunare verso una zona piena di massi e crateri, sulla quale il veicolo non avrebbe potuto posarsi: fu solo l’intervento manuale di Armstrong e Aldrin, che cambiarono luogo d’atterraggio, a salvare la missione.

Le comunicazioni radio in orbita lunare, dopo la separazione del modulo lunare dal modulo di comando, furono talmente disturbate e frammentarie che Armstrong e Aldrin non udirono il via all’allunaggio da parte del Controllo Missione. Per fortuna Michael Collins, nel modulo di comando, lo udì e lo riferì ai suoi compagni Armstrong e Aldrin nel modulo lunare.

Terminato l’allunaggio, uno dei serbatoi di propellente dello stadio di discesa del modulo lunare non sfiatò correttamente, rischiando di scoppiare. Solo il Controllo Missione se ne accorse e chiese con discrezione agli astronauti di attivare manualmente lo sfiato.

Dopo l’escursione lunare, prima di decollare, gli astronauti si accorsero che la manopola di un interruttore di alimentazione dei circuiti del motore a razzo necessario per decollare era stata rotta, probabilmente dall’urto dello zaino della tuta di Aldrin, e non era più azionabile. Senza chiudere quell’interruttore, non potevano decollare. C’erano delle complicate soluzioni alternative, ma gli astronauti improvvisarono usando un pennarello per chiudere l’interruttore rotto.

Al rientro dalla Luna, quando il modulo lunare si riagganciò al modulo di comando e servizio, l’allineamento leggermente errato dei due veicoli li fece ruotare su loro stessi. I rispettivi computer di bordo si contrastarono a vicenda, facendo girare ancora più all’impazzata i due veicoli agganciati. Soltanto la bravura di Collins e Armstrong permise di correggere manualmente la rotazione caotica dei veicoli.


Fonte: www.attivissimo.net/luna/luna-si-ci-siamo-andati/lscsa-2012A-20120522-l...
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