Bosone di Higgs - oggi l'annuncio?

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Gabrjel
00martedì 13 dicembre 2011 14:11
Occhi puntati su Ginevra oggi: è infatti prevista una conferenza stampa definita importante, aggettivo che non è usato spesso al Cern, il più grande centro di ricerche nucleari esistente oggi al mondo. Verrà riferito sui risultati di due degli esperimenti più importanti che vi si stanno svolgendo, Atlas e Cms. E molti dicono che interessi quella che i media hanno ribattezzato “particella di Dio” rendendo il Bosone di Higgs affascinante anche agli occhi delle persone meno interessate alle questioni scientifiche. Ma venire a scoprire che la più sfuggente delle particelle dell’universo abbia potuto finalmente rendersi manifesta e che grazie a ciò una buona parte dei misteri fondamentali della fisica possa svelarsi, è davvero entusiasmante.
E’ con il recondito pensiero di ritrovarsi ad essere testimoni di qualcosa di eccezionale che un fiume di giornalisti provenienti da tutto il mondo si riverserà proprio oggi al Cern di Ginevra, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare dove gli scienziati che lavorano al Large Hadron Collider (LHC) presenteranno gli ultimi risultati sulla ricerca del bosone di Higgs, la “cosa” leggendaria cui è dato dalla fisica teorica il compito di spiegare come le particelle elementari acquisiscano massa.
Per questo scopo e per aiutarci a capire come si comportano le particelle che compongono l’universo è stato costruito il collider: un “tubo” di 27 chilometri di circonferenza che, come spiega efficacemente il professor Jeff Forshaw dell’università di Manchester  “rappresenta il più grande, il più potente microscopio al mondo – lo zoom per rivelare ciò che avviene su distanze piccole rispetto anche alle dimensioni di un singolo protone. A queste distanze abbiamo buona ragione di aspettarsi grandi cose: o vedremo una particella di Higgs o si vedrà qualcosa di diverso. Non vedere nulla di nuovo semplicemente non è un’opzione”.
Già, perché non vi è alcuna certezza su cosa gli scienziati del Cern comunicheranno al mondo, anche se ben accreditate voci dicono proprio che comunicheranno l’avvistamento, anche solo parziale, del mitico Bosone. Ma l’annuncio potrebbe essere  anche diverso, l’affermazione, cioè, di “qualcosa d’altro”, ma anche in questo caso il Cern avrebbe fatto un “colpaccio”, in quanto costringerebbe i fisici a immaginare qualcosa di diverso da quel “modello standard” cui oggi si affidano per raccontare l’universo.
Il “modello standard” è una teoria della fisica delle particelle semplice nelle regole ma estremamente ambiziosa. Il suo compito è spiegare come ogni singola particella dell’universo interagisca con tutte le altre e con tre delle forze fondamentali (forte, elettromagnetica e debole, fanno eccezione le interazioni causate dalla gravità). Il modello rivela che fenomeni apparentemente diversi sono aspetti diversi della stessa cosa (il decadimento radioattivo e quello dell’energia elettrica sono legati, per esempio). In breve, tutta la diversità e la complessità che vediamo nel mondo è fatta appena da una manciata di particelle saltellanti che seguono alcune semplici regole.
Non tutte le particelle, però, hanno massa, e visto che l’universo in qualche modo occorre riempirlo,  ecco che a dare “sostanza” alla teoria interviene il Bosone di Higgs, creato ad hoc per salvare una bella idea. Lo spazio vuoto ne sarebbe pieno e le particelle rimbalzando tra i Bosoni (che dovrebbe avere una massa di poco superiore a 120 volte quella del protone), come in un flipper acquisterebbero quella massa che necessita loro.
Ovviamente questa è solo un’ipotesi di come le cose potrebbero funzionare e nel mondo scientifico non mancano certo i sostenitori di possibilità diverse. Questa però ha il vantaggio di spiegare l’origine della materia utilizzando una sola nuova particella, se così non fosse vorrebbe dire che la natura ha scelto percorsi ancora molto imperscrutabili . E’ certo, però, che per il 2012 e i 2013 l’LHC chiuderà per delicati lavori di manutenzione, prima di riprendere la fase conclusiva degli esperimenti raggiungendo la massima potenza. Per quel momento la comunità scientifica si augura di avere qualcosa tra le mani, fosse solo l’immagine a metà di un Bosone.

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