Egitto misterioso

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Gabrjel
00mercoledì 8 febbraio 2012 10:51
Apro questo topic per discutere di un paese che da sempre affascina la maggior parte delle persone e degli studiosi, grazie alla sua antichità, la sua storia e i suoi misteri.
In breve, sto parlando della magica terra d'Egitto!

Gabrjel
00mercoledì 8 febbraio 2012 10:54
eone nero
00mercoledì 8 febbraio 2012 11:36
LA CITTA' PERDUTA NEL DESERTO

Una scoperta che potrebbe riscrivere la storia dell'antico Egitto

di Heather Pringle


Per gran parte del ventesimo secolo, gli egittologi hanno evitato esplorazioni nel vasto mare di sabbia conosciuto come il Deserto Occidentale. Una distesa di desolazione delle dimensioni del Texas, il deserto sembrava troppo duro, troppo implacabile, inesorabile per un'antica civiltà nutrita dall'abbondanza di Nilo. In primavera, un vento caldo e soffocante noto come Khamsin ruggisce attraverso il deserto occidentale, spazzando via i muri con sabbia e polvere soffocante, in estate, il caldo di giorno a volte spinge il termometro sino a oltre 50° C. I pochi animali che ci sono tendono ad essere ostili e si nascondono sotto le rocce. Scorpioni e cobra si crogiolano sotto il sole del primo mattino. Vipere giacciono sepolte sotto la sabbia.
Quando gli egittologi finalmente hanno iniziato a studiare il deserto occidentale, hanno gravitato dapprima intorno alle oasi. Ma nel 1992 un giovane ricercatore, un laureato americano, John Coleman Darnell, e sua moglie Deborah, sua compagna di studi universitari, decisero di prendere una strada molto diversa. La coppia iniziò a battere antiche strade del deserto e le piste carovaniere lungo quella che hanno chiamato "l'ultima frontiera dell’Egittologia". Oggi John Darnell è un egittologo di Yale e si occupa delle civiltà e le lingue del Medio Oriente. Col suo team è riuscito a fare ciò che la maggior parte degli egittologi si limita a sognare: ha scoperto una città perduta faraonica, di edifici amministrativi, abitazioni militari, piccole industrie e botteghe artigianali. Dice Darnell, di un ritrovamento che promette di riscrivere un capitolo importante nella storia egiziana antica: "Siamo stati veramente scioccati".


Mappa © Mark Zurolo '01MFA

Umm Mawagir, come la città è ormai nota, fiorì nel deserto occidentale nel periodo 1650-1550 a.C., quasi un millennio dopo la costruzione della Grande Piramide di Giza. Si trattava di un oscuro, tumultuoso periodo della storia egiziana. Interi villaggi giacevano abbandonato nel delta del Nilo, vittime forse di un'epidemia antica. Approfittando della confusione, i gruppi beduini dalla Siria e Palestina si diressero verso ovest sotto la guida di ricchi mercanti, ottenendo il controllo del delta. Nel frattempo, molto più a sud, il potente regno Kerma del Sudan meridionale si ampliava verso l’Egitto. A causa di queste incursioni, i faraoni d'Egitto governavano un reame ridotto con la capitale a Tebe, l’attuale Luxor.
Per decenni, gli egittologi pensarono che gli stranier vagassero per il deserto occidentale a volontà e controllassero il lucroso commercio carovana. Ma la scoperta di Umm Mawagir, di concerto con reperti provenienti dall’oasi di Dakhla; che si trova più a ovest, dice Darnell, rivela chiaramente come la dinastia tebana riuscisse ad estendere il suo potere e la propria forza militare più di 100 miglia nel deserto ostile, costruendo una città intera, a controllo di un crocevia vitale delle rotte commerciali. Umm Mawagir, dice Darnell, è una testimonianza della "capacità incredibile di organizzazione degli egiziani".
La scoperta ha suscitato grande interesse negli ambienti dell’egittologia. "Penso si tratti di un ritrovamento molto importante", spiega Colin Hope, egittologo della Monash University di Melbourne, Australia. "E' un periodo del quale non sappiamo molto, e lui ha scoperto questo grande centro economico nel deserto". Dirk Huyge, curatore della Collezione egiziana nei Musei Reali d'Arte e Storia di Bruxelles, dice: "La massa di nuovi dati che scaturisce dalle indagini di Yale ha fornito informazioni al di là delle aspettative di qualsiasi studioso che lavori in Egitto".
In un ufficio di Yale decorato con armi tradizionali africane, stampe e dipinti della Valle del Nilo e una piccola statua di Napoleone Bonaparte, la cui settecentesca spedizione in Egitto segnò l'inizio dell’egittologia scientifica, John Darnell è appena tornato dal campo ed è in attesa della pubblicazione del suo primo articolo su Umm Mawagir in un volume di una conferenza internazionale. La scoperta, spiega, è il risultato di anni di indagini tenaci, lungo una delle vie più importanti nel deserto occidentale, lunga 110 miglia.



Darnell si interessò alle strade del deserto, per la prima volta, nel 1988, mentre studiava antichi testi egiziani a Luxor. La finestra del suo ufficio guardava attraverso il Nilo, e fu colpito dalla vista delle piste del deserto che attraversavano entrambe le sponde est e ovest. "Sapevamo che gli antichi egizi erano andati nel deserto", ricorda "ma non sapevamo esattamente come fossero arrivati lì. E io cominciai a chiedermi se ci fosse un modo per datare tali piste".
Curiosi, lui e Deborah decisero di seguire un percorso che corre sopra la Valle dei Re, sulla riva occidentale del Nilo, una delle regioni più intensamente studiate in tutto l'Egitto. Sotto, si sentiva il rombo dei pullman turistici e le voci dei turisti eccitati. "Non pensavamo che avremmo trovato qualcosa di nuovo", dice Darnell. "Pensavamo che avremmo trovato giusto alcuni resti di ceramica. Ma nei primi tre minuti ci siamo imbattuti in una stele frammentaria [una pietra scolpita] e in montagne di materiali ceramici ".
Rendendosi conto che si erano imbattuti in un nuovo campo dell’egittologia con la ricerca della strada del deserto, i Daniell iniziarono le escursioni tra i percorsi che portano fuori da Luxor. Si rifornirono quanta più acqua possibile per le loro escursioni, e camminarono per le strade che attraversano 50.000 chilometri quadrati di deserto. Registrarono gli antichi siti che si trovavano accanto alla strada e con pazienza esaminarono e contarono i cocci di ceramica che giacevano a terra. Gli stili distintivi della ceramica di diverse epoche loro permisero di datare sia le strade sia i siti, ed i due ricercatori rimasero stupiti dalla antichità di alcuni dei reperti. In un luogo noto in arabo come Wadi el - Hol, o "Valle del terrore", i Daniell scoprirono due iscrizioni di 3800 anni prima con la più antica scrittura alfabeta fonetica conosciuta al mondo.
La montagna crescente di dati ha rivelava la quantità di traffico che scorreva lungo la Strada Girga, che si estendeva 110 miglia a ovest da Tebe nella Valle del Nilo, sino alla remota oasi di Kharga nel deserto occidentale. "Questa era una via importante nell'antichità" dice John Darnell. E c’era un'infrastruttura impressionante per mantenere il traffico in movimento. Lungo la strada, i Daniell scoprirono una serie di avamposti ufficiali che servivano come depositi di cibo e acqua per i viaggiatori. Quei depositi datavano al Medio Regno dell'Egitto, un periodo che va tra il 2125 e il 1650 a.C. Invece i più antichi insediamenti dell’oasi di Kharga, allora conosciuti agli studiosi, erano stati costruiti più di 1000 anni dopo la fine del Medio Regno.



Chi aveva creato queste infrastrutture complesse nel deserto, e perché? Mentre rimuginava su queste domande, Darnell si ricordò di una scritta lasciata da un non identificato faraone Medio Regno, molto probabilmente Monthuhotep II. Nel testo, il faraone descriveva con fierezza la sua decisione di incorporare le oasi del deserto occidentale nel suo regno della Valle del Nilo. La maggior parte degli egittologi hanno categoricamente respinto l'istruzione, credendo, dice Deborah Darnell, che "i faraoni egiziani non avessero la capacità tecnologica e le conoscenze per sfruttare le risorse idriche nell’oasi di Kharga". Ma la serie di avamposti del Medio Regno situata lungo la Strada Girga suggeriva altrimenti.
Per i Daniell, tutti i nuovi elementi indicavano l'esistenza di una grande città del Medio Regno al capolinea della Strada Girga, nell’oasi di Kharga. Nessun centro urbano di tale importanza era mai venuto alla luce. Ma nel 2000, mentre visitava le rovine di un tempio nell’oasi di Kharga, datato ad un periodo molto più tardo, Deborah vide un piccolo frammento di anfora di epoca faraonica, sporgente da una dispersione di altri frammenti di ceramica. "Pochi sanno come appaiono le ceramiche nelle oasi dei faraoni", ricorda – e forse è questa la ragione per cui nessuno le aveva mai notate sul sito. Sospettando fortemente sospettare di essersi imbattuti nella città perduta, il gruppo iniziò con attenzione un rilevamento immediato della zona.
Nel 2005 il gruppo trovò una denso strato di stampi in ceramica per la cottura del pane, le vestigia di un grande panificio industriale, circa un chilometro a nord del tempio. E questa estate, Darnell John e i suoi colleghi hanno trovato le estese rovine di una grande città inesplorata, compresa la fondazione di un importante edificio amministrativo, di mattoni di fango. Darnell, che conduce gli scavi, ha chiamato la metropoli del deserto Umm Mawagir che in arabo significa, memorabile, "la Madre degli Stampi per il pane".
"La cottura del paneera fatta su scala piuttosto massiccia a Umm Mawagir" ha detto Darnell. Per capire il perché, lui e il suo team hanno scavato parte della panetteria, esponendo una zona delle dimensioni approssimative di una piccola camera da letto. Quando hanno spazzato via una matrice di cenere e sabbia, gli archeologi hanno scoperto ulteriori strati densi di stampi rotti di ceramica, quasi mezza tonnellata di ceramica in un'area di soli 16 metri quadrati, una quantità che stupì Darnell. Alcuni stampi erano grandi e di forma circolare, adatti per un pane unico; la maggior parte erano doppi stampi, simili nello stile alle teglie che gli Egizi moderni usano per fare certi tipi di pane zuccherato. Inoltre, la squadra ha trovato due forni di cottura di grandi dimensioni, un mortaio di pietra per la pilatura del grano, e un assortimento di pietre per macinare la farina.



La portata dell'operazione, dice Darnell, suggerisce che Umm Mawagir producesse un surplus enorme di pane, sufficiente a sfamare un esercito di soldati. La squadra ha trovato altri segni che la città antica del deserto, una volta, servisse come importante presidio militare. Sparse in tutto il sito c’erano le pentole rotte di soldati del deserto nubiano, conosciuti come Medjoy, truppe molto apprezzate dai faraoni egiziani. Alcuni di questi vasi erano fatti di argilla nubiana, il che indicava che erano stati fatti molto più a sud e portati sino a Umm Mawagir. Altri, invece, erano ricavati da argille locali dell’oasi di Kharga, suggerendo che le truppe nubiane portassero con sé i loro artigiani per fare la ceramica.
"Possiamo immaginare un gruppo di soldati Medjoy assunto dagli egiziani, non ci sono prove di schiavi qui di stanza a Kharga ", dice Colleen egittologo Manassa '01, '04PhD, professore associato di Yale presso il reparto di Lingue e Civiltà orientali, che recentemente ha scavato un cimitero di soldati Medjoy vicino a Luxor. Trovare le pentole delle truppe Medjoy a Umm Mawagir, aggiunge, aumenta "la probabilità che un centro strategico militare vi si trovasse".
Ad oggi, il team ha scavato meno della metà dell'uno per cento del sito tentacolare, che copre quasi 90 ettari. Benché i forti venti del deserto abbiano battuto le antiche mura della città di mattoni di fango, la conservazione del sito è eccellente, con tanti muri più di tre metri di altezza. Dalle prime indicazioni, dice Darnell, appare che l'antica città fu sede di una vasta gamma di antichi abitanti egiziani, da funzionari importanti sino agli artigiani che producevano statuette di terracotta e luccicanti perline bianche con i gusci delle uova di struzzo.
Mentre lunghi anni di paziente scavo e di ricerca rimangono ancora da compiere a Umm Mawagir, Darnell ritiene che la città nel deserto, in ultima analisi, possa far luce su un momento cruciale oscuro nella storia egiziana. Per anni, gli studiosi si sono chiesti come un paese impoverito e la dinastia reale di Tebe, molto indebolita alla fine del Medio Regno, alla fine riuscisse a respingere dall’Egitto invasori stranieri e rinascere alla grandezza, ancora una volta, nel Nuovo Regno, l'età di Nefertiti, Tutankhamon e Ramses il Grande. I reperti di Umm Mawagir ora accennano fortemente a porgere una risposta. "La dinastia di Tebe", suggerisce Darnell, "può avere usato il suo controllo militare ed economico del Deserto Occidentale per vincere la guerra contro gli invasori".



Per Darnell,, tuttavia, la vera meraviglia è il genio amministrativo che è andato a creare di una città nel deserto più di 3600 anni fa. "La gente sempre ammira i grandi monumenti della Valle del Nilo e le incredibili imprese architettoniche che vedono lì. Ma io penso che dovrebbero rendersi conto di quanta maggior fatica sia stata necessaria per lo sviluppo dell’oasi di Kharga in uno dei deserti più aspri e aridi della Terra".

Heather Pringle è editor e contribuisce alla rivista Archaeology.

Fonte: www.yalealumnimagazine.com (Settembre / Ottobre 2010).





eone nero
00mercoledì 8 febbraio 2012 11:48
UNA GROTTA DIPINTA NEL SAHARA

può rivelare gli indizi dell'alba dell'Egitto

di Patrick Werr

CAIRO (Reuters) - 24 maggio 2010 - Gli archeologi stanno studiando i disegni rupestri preistorici scoperti in una remota caverna, nel 2002, con figure danzanti e strane bestie senza testa, che propongono nuovi indizi circa la nascita della civiltà egizia.




Esploratori dilettanti sono imbattuto nel grotta, che comprende 5.000 immagini dipinte o incise nella pietra, nel vasto deserto vicino al confine sud-ovest dell'Egitto con la Libia e il Sudan.
Rudolph Kuper, un archeologo tedesco, ha detto che il dettaglio dei dipinti nella "Grotta delle Bestie" indica una datazione del sito di almeno 8.000 anni fa, probabilmente ad opera di cacciatori-raccoglitori, i cui discendenti possono essere stati tra i primi coloni della Valle del Nilo, allora paludosa e inospitale.
La grotta si trova a 10 km dalla "Grotta dei nuotatori" romanzata nel film il "Paziente inglese", ma con un numero molto maggiore di immagini, e meglio conservate.
Attraverso lo studio della grotta in pietra arenaria e altri siti nelle vicinanze, gli archeologi stanno cercando di costruire una linea temporale per confrontare la cultura e le tecnologie dei popoli che abitavano la zona.
"E' la grotta più sorprendente... in Nord Africa e in Egitto", ha detto Karin Kindermann, membro di un team a guida tedesca che ha recentemente fatto un viaggio sul sito, 900 km a sud-ovest del Cairo.
"Prendi un pezzo del puzzle e vedi dove potrebbe adattarsi. Questo è un pezzo importante", ha detto.
Il Sahara orientale, una regione della dimensione dell'Europa occidentale che si estende tra Egitto, Libia, Sudan e Ciad, è il più grande deserto arido e caldo del mondo. Le precipitazioni medie nel centro del deserto sono di meno di 2 millimetri l'anno.
La regione era una volta molto meno arida.
Verso l'8500 a.C., la piovosità stagionale fece la sua comparsa nella regione, creando una savana e attraendo gruppi di cacciatori-raccoglitori. Intorno al 5300 a.C., le piogge si fermarono e gli insediamenti umani ritornarono sull'altopiano. Nel 3500 a.C., gli insediamenti erano scomparsi del tutto.

Movimento verso la valle del Nilo

"Dopo 3-4000 anni di ambiente e vita da savana nel Sahara, il deserto tornò e la gente fu costretta a spostarsi ad est verso la valle del Nilo, contribuendo alla fondazione della civiltà egiziana, e verso sud sino all'Africa sub-sahariana", ha detto Kuper, un esperto presso l'Istituto tedesco Heinrich Barth.
L'esodo di massa corrisponde con la nascita della vita sedentaria lungo il Nilo che poi sboccia nella civiltà faraonica, che ha dominato la regione per migliaia di anni e la cui arte, architettura e il governo hanno contribuito a formare la cultura occidentale.
"E' stato un movimento, credo, passo-passo, perché il deserto non ha fretta. Le piogge si ritirano, per poi tornare, e così via. Ma passo dopo passo la regione diventava più secca, e la gente si muoveva verso la Valle del Nilo o verso il sud ", ha detto Kuper.
Kuper e il suo team stanno registrando le prove geologiche, botaniche e archeologiche attorno alla grotta, inclusi gli strumenti in pietra e ceramica, e le confrontano con altri siti della regione orientale del Sahara, per aggiungere nuovi pezzi di un puzzle preistorico.
"Sembra che i dipinti della Grotta delle Bestie siano precedenti all'introduzione di animali domestici. Ciò significa che essi sono precedenti al 6000 a.C.", ha detto Kuper, che ha condotto il suo primo viaggio sul campo alla grotta nel mese di aprile 2009. "Questo è ciò che riusciamo a dire".
L'opera d'arte visibile copre una superficie di 18 metri di larghezza e 6 metri di altezza. Nel mese di ottobre, la squadra di Kuper ha rilevato e fotografato la grotta con il laser per acquisire immagini ad alta definizione, tridimensionali.
Un test di scavo di un paio di settimane fa, durante la terza visita della squadra alla grotta di arenaria, ha scoperto ancora più disegni che si estendono verso il basso, sino a 80 cm sotto la sabbia, ha detto Kindermann.
"Ora abbiamo sempre più prove di quanto fosse ricca la cultura preistorica nel Sahara orientale", ha detto Kuper.

Fonte: Reuters Africa.





sgittario
00mercoledì 8 febbraio 2012 12:45
Re:
Gabrjel, 08/02/2012 10.54:




Per quello che ne so io una sala è sotto la zampa sinistra della Sfinge. Vorrei inoltre porre una semplice riflessione:
Cosa sappiamo di Cheope riportato nei documenti Egizi? Praticamente niente, forse non era nemmeno un faraone...

Gabrjel
00mercoledì 8 febbraio 2012 12:57
La stanza di cui parli credo sia solo una "fantasia" popolare. Non mi sembra di aver mai letto che sia stata confermata questa storia. O mi sbaglio?
Riguardo a Cheope che fosse un faraone credo non ci siano dubbi. Il dubbio riguardo a lui più che altro sta nel fatto che la grande piramide sia attribuita a lui e che fosse stata la sua tomba.
sgittario
00mercoledì 8 febbraio 2012 13:32
Re:
Gabrjel, 08/02/2012 12.57:

La stanza di cui parli credo sia solo una "fantasia" popolare. Non mi sembra di aver mai letto che sia stata confermata questa storia. O mi sbaglio?
Riguardo a Cheope che fosse un faraone credo non ci siano dubbi. Il dubbio riguardo a lui più che altro sta nel fatto che la grande piramide sia attribuita a lui e che fosse stata la sua tomba.




Non è una fantasia popolare Gabrjel, ma deriva dalle ricerche ad ultrasuoni effettuati diversi anni fa da Bauval, Hanchok e forse c'era anche il geologo Scotch. Quando annunciarono la scoperta, li mandarono via in fretta e furia e no gli hanno più dato la possibilità di confermare il tutto. Ne parlò anche Giacobbo all'epoca...

Sicuramente tu sai meglio di me come funzioanno queste cose. Prima attaccano chi fa ricerca per dimostrare che si bagliano comunque, poi zitti zitti col tempo.... e senza mai dare ragione a chi lo aveva pensato prima. Tanto è vero che poi lo stesso Hawass si è messo a scavare sotto....
Finchè non cadono tutti questi paradigmi..... e quando facciamo progressi?


eone nero
00mercoledì 8 febbraio 2012 13:50
"Il 30 gennaio 1929, il professor Reisner, docente di egittologia all'Università di Harvard, comunicò alle sue autorità di Harvard e di Boston, di avere trovato la tomba di Menesse (Menes, considerato il primo faraone dell'epoca storica dall'egittologia ufficiale, nda) nel Tempio del Sole, sottoposto alla colossale Sfinge di Giza".


Il romano Marcellino, del quarto secolo, dichiarò:

"Esistono alcune gallerie sotterranee e passaggi ricolmi di tortuosità al di sotto della Piramide nei quali, è stato detto, gli adepti di antichi riti (sapendo che il Diluvio era imminente, e impauriti che la memoria delle sacre cerimonie potesse essere obliterata), costruirono rifugi in vari luoghi, posizionando gli scritti al di fuori del terreno con grande lavoro. E pareggiarono i muri iscrivendovi caratteri geroglifici".

[IMG]http://i43.tinypic.com/r6wxhe.jpg[/IMG]


Giamblico, scrisse un trattato su i Misteri Egizi, descrivendo le iniziazioni associate alla Sfinge. "In un posto segreto tra le zampe del monumento felino, disse, si trova una Porta di Bronzo, e la sua chiave di apertura è data da una molla nascosta. Attraverso di essa i neofiti arrivano in una stanza circolare. Da questo punto sono soggetti ad una serie di processi iniziatici per diventare a pieno titolo membri tra gli Iniziati".


Su di una stele, fatta erigere da un funzionario chiamato Nezem e ora custodita al Museo del Louvre di Parigi, è chiaramente visibile una rampa di sei scalini che conduce a questa camera sotterranea. Studiosi conservatori hanno tentato di spiegare il piedistallo semplicemente come una rappresentazione del vicino Tempio della Sfinge, perché da un punto di vista nelle sue vicinanze la Sfinge sembra essere posizionata al di sopra dello stesso. Ma questa illusione ottica può essere unicamente vista dalla parte anteriore della Sfinge e non nella prospettiva disegnata.

Negli anni Trenta, la sabbia intorno alla Sfinge era stata completamente rimossa, cosicché oggi sappiamo che il monumento era stato costruito su di un letto di roccia.

Ma questo letto potrebbe essere il piedistallo che gli antichi artisti avevano in mente?


La stanza:

Questa stanza è descritta come segue: "ella città di Ani, (Eliopoli, N.d.R.), c’è un tempio chiamato la Casa di Sapti, (in riferimento a Septi, il quinto faraone della Prima Dinastia, circa 3.000 a.C.). Dentro il Tempio si trova una stanza con una biblioteca speciale dove sono contenuti i papiri degli inventari. Il muro di questa stanza è fatto di blocchi di pietra e tra questi, o dietro uno di essi, si trova una nicchia contenente una piccola scatola di selce. È all’interno di questa scatola che i sigilli ipwt, o chiavi, che aprono la Stanze Segrete di Thoth o Camera degli Archivi, sono state nascoste".

Fonte: Misteridellaterra.com (non più attivo).

EGITTO: IL MISTERO E LA TRADIZIONE DELLA "CAMERA DEGLI ARCHIVI"

di Joseph Robert Jochmans

www.edicolaweb.net/am_0109s.htm

Originale

www.think-aboutit.com/EGYPT/hall_of_records.htm

Altro articolo

www.catchpenny.org/chamber.html


Gabrjel
00mercoledì 8 febbraio 2012 14:31
Si si, per fantasia popolare intendevo dire che la scopertà non è ancora stata realizzata e ufficializzata.
Di misteri egiziani ce ne sono parecchi, e avremo modo di parlarne in questo topic [SM=g27988]
Gabrjel
00mercoledì 8 febbraio 2012 15:03
LA PORTA SULL'INFINITO













eone nero
00mercoledì 8 febbraio 2012 15:27
Le Camere Segrete Sotto La Sfinge

Non é tanto perché noi di Nexus avessimo avuto bisogno di ulteriori conferme, quanto piuttosto per una necessità di rendere partecipi i nostri lettori di incredibili realtà che scorrono sotto i nostri occhi quando si va a scavare un poco più a fondo nel pozzo del "debunking" archeologico, che ritengo fondamentale far sapere a tutti queste notizie.
Pochi giorni dopo avere assistito al primo convegno della nostra rivista (il 24 novembre scorso a Montegrotto Terme) stavo dando un'occhiata alle prime pagine di un libro non recente che avevo comprato per quattro soldi. Dopo pochi minuti di lettura, all'improvviso saltai letteralmente sulla sedia, leggendo questa nota: "Il 30 gennaio 1929, il professor Reisner, docente di egittologia all'Università di Harvard, comunicò alle sue autorità di Harvard e di Boston, di avere trovato la tomba di Menesse (Menes, considerato il primo faraone dell'epoca storica dall'egittologia ufficiale, nda) nel Tempio del Sole, sottoposto alla colossale Sfinge di Giza".

I motivi per cui ero rimasto colpito erano diversi: in primo luogo perché proprio in quel periodo stavo leggendo con interesse, ma anche con un briciolo di delusione perché, in fondo, era un poco inconcludente, l'ultima fatica libraria del mitico Robert Bauval che riguarda proprio argomenti strettamente attinenti alla nota in questione.

In aggiunta, l'appunto era così preciso e circostanziato che rifletteva senz'altro un'informazione letta da qualche quotidiano o da qualche rapporto. Il fatto, era, come appurai in seguito, che il volumetto che avevo comprato non era altro che la riedizione del saggio: "Il processo all'Atlantide di Platone", dell'autore Gennaro D'Amato, pubblicato nel 1930, in piena epoca fascista.

Indipendentemente dal periodo, un testo molto ben fatto, molto preciso, che regge ancora oggi anche ai lettori più esigenti. In sostanza, con questa nota si rendeva di dominio pubblico che un egittologo americano, tale Reisner, docente ad Harvard (e per me laureato in economia alla Bocconi, Harvard ha sempre rappresentato il massimo delle Università: la "Facoltà" per eccellenza), informava le autorità statunitensi dell'esistenza della tomba del 10 faraone Menes, trovata all'interno di un tempio (chiamato da Reisner "Tempio del Sole"), che si trova sotto la Grande Sfinge di Giza.

C'era da farsi venire un infarto. Ma come! Proprio quello che tutti gli egittologi ortodossi a partire dalla notte dei tempi fino ad arrivare all'incredibile Zahi Hawass hanno sempre negato, e cioè l'esistenza di un tempio o di "camere segrete" sotto la Sfinge, il Praf. Reisner l'aveva reso noto già 70 anni fa? E non se ne era più parlato? Tutto sparito? Tutto nascosto? Ma chi era poi questo Reisner? E allora che fare?

Era necessario indagare. E così ho fatto. Iniziamo allora con il "Prof. Reisner", che altri non é che il Praf. George Andrew Reisner (Indianapolis, Usa , 1867 - Giza, Egitto, 1942 ), considerato dagli stessi americani come uno dei più importanti egittologi fondatori della moderna ricerca archeologica. Tanto per intendersi un personaggio che, a partire dal 1903 e fino alla sua morte nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, non aveva fatto altro che studiare e scavare le tombe dell'Antico Regno Egizio e a passare gran parte della sua vita nella piana di Giza.

Un grande studioso, le cui ricerche erano sempre state finanziate dall'Università di Harvard e dal Museum of Fine Arts di Boston, lo scopritore della camera sotterranea della regina Hetep-Heres, la madre del grande faraone Cheope. Un grande archeologo, insomma. Naturalmente, leggendo le informazioni che riguardavano la sua vita, non trovai nemmeno un accenno riguardante l'episodio della sua dichiarazione del 30 gennaio 1929 sul tempio sotterraneo alla Sfinge.

In più, guardando le sue pubblicazioni scientifiche, notai che esisteva un "buco" di 8 anni, dal 1926 al 1933, in cui pareva non avesse scritto più nulla di interessante. Possibile? Andai ancora più a fondo.
Sostanzialmente pensavo: "Va bene, non si può scrivere sempre, e non credo che in seguito gli abbiano fatto sparire carte e documenti relativi agli studi e agli scavi sulla Sfinge ma, in ogni caso, chi o quale istituzione deteneva ora tutti gli archivi di Reisner?". Cercai ancora ed arrivai ad una risposta molto sconfortante: il Museo Semitico della Harvard University ed in particolare il Or. Mark Lehner il quale, proprio in questo periodo stava allestendo una mostra con parecchio materiale del defunto Reisner. Mostra dal titolo: "La Sfinge e le Piramidi-100 anni di archeologia americana a Giza". Mark Lehner!

La mia ricerca é finita prima ancora di incominciare!, pensai subito. Ma certo, come molti lettori sapranno, Lehner é l'<> di Zahi Hawass, e cioé lo studioso che, partito in pompa magna dagli Usa a metà degli anni '70 con l'appoggio della Fondazione Cayce per cercare prove dell'arrivo degli Atlantidi in Egitto, fece poi un clamoroso voltafaccia negli anni successivi per diventare uno dei più duri e puri egittologi ortodossi che esistano. Se veramente Reisner aveva del materiale che dimostrava l'esistenza di un tempio o di una camera segreta sotto la Sfinge, questa documentazione non poteva finire in mani peggiori.


Fine della storia per ora, anche se ho intenzione di indagare più a fondo appena ne avrò il tempo necessario: se D'Amato aveva letto la notizia su qualche giornale bisognerà riuscire a riesumare i quotidiani dell'epoca fascista. Ma ora proseguiamo su altri argomenti, anche se strettamente attinenti. Come avrete senz'altro compreso, il problema archeologico é ormai una faccenda sempre più connessa al rilascio o meno delle informazioni ivi pertinenti ed alle reticenze volute o inconsapevoli ( il più delle volte volute). Siamo stati accusati spesso di scagliarci contro l'archeologia ufficiale senza ricordare mai il lavoro eccezionale che gli archeologi hanno svolto fino ad ora.

Questo é assolutamente inesatto e senz'altro, per esempio, approviamo con entusiasmo quello che l'archeologia sta preparando per verificare con certezza quello che è stato trovato a 700 metri di profondità al largo di Cuba.

Il punto é che uno studio archeologico nuovo, aperto verso nuove frontiere e non più elitario ci interessa. Un'archeologia fissata su considerazioni, paletti e steccati vecchi di due secoli non ci interessa affatto: ci sono altre riviste in Italia che si preoccupano di fare del negazionismo archeologico la loro bandiera. Basta andare in edicola e comprarsele.
Per farvi comprendere esattamente il nostro pensiero ci occuperemo infatti del Colonnello Jamés Churchward e del suo libro "Mu: il continente perduto", il primo vero libro che nel mondo ha poi dato origine alla corrente culturale chiamata Archeologia Misteriosa o di Frontiera, nella quale ci rispecchiamo. Come vedrete, cadranno sotto il nostro fendente immaginario non solo gli archeologi ortodossi, questo é normale, ma anche alcuni nostri autorevoli colleghi, e questo dispiace non poco.

La prima edizione del libro fu pubblicata nel 1926 nel Regno Unito, primo libro di una fortunata saga di ben 5 libri sempre sullo stesso argomento: la perduta civiltà del Pacifico di Mu. Una prima cosa da dire, molto importante é che gli studi di Churchward risalgono già alla seconda metà del 19° secolo: parliamo quindi di più di 100 anni fa e pertanto é necessario, leggendo il Iibro, avere una mentalità un poco aperta e chiudere un occhio riguardo, per esempio, a certe interpretazioni un poco colonialiste e un po' vecchia Inghilterra, società alla quale, nel bene e nel male, il Colonnello Churchward apparteneva. Ma al di fuori di certe fantasie esoteriste ed un poco occultiste, lo stile Società Teosofica del tempo, che tanto avevano avuto successo in quel periodo, il testo é validissimo anche oggi per quanto riguarda l'ipotesi di una civiltà dell'epoca glaciale esistente nell'area degli oceani australi Indiano e Pacifico (Lemuria-Mu), e fu, in concomitanza di recenti studi scientifici oceanici in quella vasta area, clamorosamente profetico.

Bene, nonostante questo, vi posso garantire che il testo di Churchward è non solo uno dei libri più vituperati dall'archeologia ufficiale (e questo non è una novità) , ma anche uno degli studi più dimenticati nelle bibliografie degli autori di archeologia di frontiera più di successo di questi ultimi anni. Insomma, tutti si sono dimenticati di Churchward, prendendogli a prestito molte intriganti ipotesi e togliendogli invece il giusto merito che gli spetta. Vediamone alcuni esempi.
Cominciamo, come deve essere con il primo punto: il continente di Mu.
"Tutte storie! Churchward era un imbroglione! Ha portato nel Pacifico le fandonie di Atlantide e di Lemuria. La scienza ha da tempo dimostrato che un continente, ora perduto, nell'oceano Indiano o nel Pacifico, non é mai esistito". Così, con la bava alla bocca, più o meno si sono sempre espressi gli "scienziati" nei confronti di Churchward. Cari amici, é vero proprio il contrario: la scienza, da tempo, ha "scoperto un continente perduto negli abissi dell'Oceano Indiano". Un grande continente che si collegava all'India, all' Africa, all' Australia, all' Antartide, discendente diretto del Grande Gondwana, che ricopriva nell'epoca paleozoica o primaria tutto l'emisfero australe.

"Questo sesto continente é il ponte multiplo", che può spiegare di tutto, forse perfino dirci attraverso flora, fauna e condizioni climatiche come poterono generarsi i teppi primevi delle razze umane di questa parte del mondo. Questo straordinario successo si deve alla nave oceanografica Joides Resolution della Us National Sciences Foundation e alle sue esplorazioni di pochi anni fa.

Certo, questo continente cominciò ad affondare 20 milioni di anni fa ma la cosa fu molto graduale, nel corso di milioni e milioni di anni e poi dobbiamo ricordare che solo 15.000 anni fa il livello degli oceani era più basso dell'attuale di almeno cento metri, lasciando liberi molti milioni di chilometri quadrati utili allo sviluppo dell'ipotetica civiltà di Lemuria-Mu nell'area degli oceani Indiano e Pacifico. La scoperta del complesso di Yonaguni in Giappone lo insegna.

Come vedete, sarebbe meglio che gli "scienziati" si informassero di quello che fanno altri più volenterosi loro colleghi in giro per il mondo, invece di parlare utilizzando solo scherni mentali preconfezionati e pregiudizievoli.
Un comportamento più prudente avrebbe infatti frenato lo studioso Giulio Facchetti dallo scrivere un recente articolo eccessivamente negativo nei confronti del colonnello inglese, facendolo passare come un mistificatore assoluto.

La sua teoria di fondo é invece ancora validissima: teniamo presente che, per esempio, altri studiosi considerarono le tavolette scoperte dal mineralogista William Niven (1850-1937) in Messico e prese in considerazione da Churchward come una invenzione bella e buona. Invece le tavolette esistono davvero, sono migliaia e si trovano in un museo a Tampico.

Sull'interpretazione simbolica che ne fece Churchward invece non sono per niente convinto anche se, per fare un paragone, lo studioso Schwaller de Lubicz ha ben dimostrato le incredibili possibilità interpretativesimboliche dei geroglifici egiziani. C'è tutto un mondo che abbiamo dimenticato completamente e che non riusciamo più a far rivivere, quando osserviamo i più antichi segni creati dall'uomo del passato.

Veniamo infine a toglierci il sassolino dalla scarpa "in famiglia". Leggendo le recenti opere del giornalista Graham Hancock, di cui ho comunque molta stima, e del medico tropicale Stephen Oppenhetmer, sembra infatti che entrambi abbiano fatto realmente di tutto per non citare mai l'esistenza. Le opere e le più felici intuizioni del Colonnello Churchward. Oppenheimer ipotizza l'esistenza di una civiltà primigenia situata in un'area indonesiana, ora sommersa, posta, guarda caso, tra l'oceano Indiano ed il Pacifico. Non una riga per ricordare il lavoro, molto precedente al suo, di Churchward.

Veniamo ad Hancock: Churchward, a sostegno della sua teoria su Mu, citava località misteriose, con tanto di foto, come Angkor in Cambogia, Nan Madol all'isola di Ponape nel Pacifico e l'isola di Pasqua, citando infine il significato cosmologico del Dio serpente a sette teste Naga. Anche qui, guarda caso, tutti riferimenti e luoghi visitati da Hancock, citati nei suoi ultimi libri di enorme successo a sostegno della "sua" teoria di una civiltà pre-diluviana, in particolare ne "Lo specchio del Ciélo". Guardate la bibliografia : Churchward, chi l'ha visto?
Concludiamo con un caso che ha del clamoroso. Tutti voi conoscerete quel grande personaggio che é Robert Bauval (ho avuto il piacere di conoscerlo di persona) e della sua teoria della correlazione tra la posizione delle stelle centrali della Costellazione di Orione e le tre piramidi di Giza.

Fantastico, bellissimo, tutti gli egittologi rimasero, come si suoi dire, a pane e pesci e come Bauval spesso ricorda nelle sue conferenze, qualcuno di questi vorrebbe cancellarlo sia dal Cielo che dalla Terra (come in atto, così in basso...). Noi invece lo vogliamo vivo e vegeto (Nexus lo ha recentemente intervistato) però Bauval, a sostegno della sua teoria, ha sempre accennato al puntamento astronomico dei cosiddetti "Canali di Areazione" posti all'interno della grande Piramide di Cheope, perché puntano verso Sirio e Orione. Eccezionale questa cosa, ma chi fu il primo a rendere noto (siamo nel 1926 ) questo fenomeno, sia pure in forma molto meno precisa di come ha fatto Bauval? Ma certo: il noster-sempernoster James Churchward!.

Di Marco Zagni

Fonte: Nexus Magazine
Gabrjel
00venerdì 10 febbraio 2012 18:01












sgittario
00venerdì 10 febbraio 2012 19:18
Bello studio, ammiro l'impegno. Solo che a mio modo di vedere bisogna capire bene "quando" sono state fatte e per quanto mi riguarda ne da cheope ne da chefren ne da micerino. E' chiaro che c'è un progetto a monte di queste strutture così legate fra loro, che richiedono uno o più progettisti, non certo gli architetti che c'erano nel 2500 a.c.

Questa è la mia opinione, suffragata dal fatto che gli egiziani hanno sempre raccontato le loro gesta e la loro vita quotidiana; perchè non dire come le hanno costruite? Semplice, almeno per me: non le hanno fatte loro... ma civiltà che ci hanno voluto lasciare un grande messaggio, che non abbiamo ancora compreso. Mi ricordo una frase letta in un libro dei popoli sudamericani: si dice che gli spagnoli chiesero durante la conquista a quei popoli come avessero fatto a costruirle. La risposta fu: Sono da qui da millenni prima di noi! le abbiamo solo utilizzate.
Questo per dire che nessuna piramide al mondo conosciuta si sa come l'hanno costruita. (vedere anche macchu pichu come esempio).

Per il resto fate voi.....
Gabrjel
00venerdì 10 febbraio 2012 19:22
Piccolo OT... Ti ricordi di che libro si trattasse?
eone nero
00venerdì 10 febbraio 2012 22:38
sgittario, 10/02/2012 19.18:

Bello studio, ammiro l'impegno. Solo che a mio modo di vedere bisogna capire bene "quando" sono state fatte e per quanto mi riguarda ne da cheope ne da chefren ne da micerino. E' chiaro che c'è un progetto a monte di queste strutture così legate fra loro, che richiedono uno o più progettisti, non certo gli architetti che c'erano nel 2500 a.c.

Questa è la mia opinione, suffragata dal fatto che gli egiziani hanno sempre raccontato le loro gesta e la loro vita quotidiana; perchè non dire come le hanno costruite? Semplice, almeno per me: non le hanno fatte loro... ma civiltà che ci hanno voluto lasciare un grande messaggio, che non abbiamo ancora compreso. Mi ricordo una frase letta in un libro dei popoli sudamericani: si dice che gli spagnoli chiesero durante la conquista a quei popoli come avessero fatto a costruirle. La risposta fu: Sono da qui da millenni prima di noi! le abbiamo solo utilizzate.
Questo per dire che nessuna piramide al mondo conosciuta si sa come l'hanno costruita. (vedere anche macchu pichu come esempio).

Per il resto fate voi.....



Ricordo anch'io quanto dissero gli amerindi ai conquistadores, questo di certo non implica a rigor sia di logica sia degli elementi che abbiamo a disposizione che siano di origine aliena.

Ricordo che l'uomo navigava ben 800 mila anni fa oltre che camminare in posizione eretta da oltre 3.6 milioni di anni.

Un cataclisma, un cambiamento climatico normalissimo su un grande periodo ha potuto far regredire tranquillamente una civiltà alla barbarie, e nel giro di poche generazioni far scomparire anche le conoscenze.

Il vedere per forza alieni ovunque è indice esclusivo di retaggi religiosi, l'uomo ha capacità incredibili, le religioni da millenni vedasi anche egiziani hanno cercato di disintegrare queste conoscenze.

Erodoto che per tante cose va bene a tanti ha descritto come vennero costruite, e tante ipotesi e teorie hanno stabilito la natura umana.

Poi che siano state costruite nel 2.500 a.e.v. può suonare strano anche a me, ma per questo dobbiamo dar demerito alle influenze religiose monoteiste che hanno deciso che il mondo è stato creato in 7 giorni nel 4004 a.e.v. e la vecchia archeologia era succube di questo come lo è tuttora.


sgittario
00sabato 11 febbraio 2012 12:06
Re:
Gabrjel, 10/02/2012 19.22:

Piccolo OT... Ti ricordi di che libro si trattasse?



Sto cercando di rintracciarlo nella mia biblioteca, se ci riesco ti faccio sicuramente sapere.... Comunque se l'ho impressa nella mente è perchè "credevo" in quella frase.

Per fortuna anche Eone la conosceva.... [SM=g8335]


sgittario
00sabato 11 febbraio 2012 12:16
Re:
eone nero, 10/02/2012 22.38:



Ricordo anch'io quanto dissero gli amerindi ai conquistadores, questo di certo non implica a rigor sia di logica sia degli elementi che abbiamo a disposizione che siano di origine aliena.

Ricordo che l'uomo navigava ben 800 mila anni fa oltre che camminare in posizione eretta da oltre 3.6 milioni di anni.

Un cataclisma, un cambiamento climatico normalissimo su un grande periodo ha potuto far regredire tranquillamente una civiltà alla barbarie, e nel giro di poche generazioni far scomparire anche le conoscenze.

Il vedere per forza alieni ovunque è indice esclusivo di retaggi religiosi, l'uomo ha capacità incredibili, le religioni da millenni vedasi anche egiziani hanno cercato di disintegrare queste conoscenze.

Erodoto che per tante cose va bene a tanti ha descritto come vennero costruite, e tante ipotesi e teorie hanno stabilito la natura umana.

Poi che siano state costruite nel 2.500 a.e.v. può suonare strano anche a me, ma per questo dobbiamo dar demerito alle influenze religiose monoteiste che hanno deciso che il mondo è stato creato in 7 giorni nel 4004 a.e.v. e la vecchia archeologia era succube di questo come lo è tuttora.





Calma Eone, sei andato oltre le mie aspettative. Mi dispiace che hai fatto uno sforzo pensando che io intendessi dire che le hanno fatte gli alieni, ma come vedi sopra non li ho nemmeno nominati. Mi scuso comunque delle eventuali intenzioni.

Quello che volevo precisare è che queste strutture si addebitano a civiltà che nel contesto storico cui sono collocate non erano di sicuro in grado di costruirle sia per ragioni tecniche che progettuali.

Ora, questo significa 2 cose:
- Che ci sono state civilta che ci hanno preceduti molto più avanzate.
- O che le civiltà precedenti sono state "aiutate" a costruirle. Ricordo in proposito la leggenda dei figli del "Sole" a cui è stata dedicata la città di Eliopolis. Se non sbaglio c'era anche un'accenno su l'ultimo numero di "Runa Bianca".
Ricordatevi che le leggende hanno sempre un seme della verità.... [SM=g27988]




Gabrjel
00sabato 11 febbraio 2012 12:28
Re: Re:
sgittario, 11/02/2012 12.06:



Sto cercando di rintracciarlo nella mia biblioteca, se ci riesco ti faccio sicuramente sapere.... Comunque se l'ho impressa nella mente è perchè "credevo" in quella frase.

Per fortuna anche Eone la conosceva.... [SM=g8335]






Grazie [SM=g27990]
eone nero
00sabato 11 febbraio 2012 12:51
sgittario, 11/02/2012 12.16:



Calma Eone, sei andato oltre le mie aspettative. Mi dispiace che hai fatto uno sforzo pensando che io intendessi dire che le hanno fatte gli alieni, ma come vedi sopra non li ho nemmeno nominati. Mi scuso comunque delle eventuali intenzioni.

Quello che volevo precisare è che queste strutture si addebitano a civiltà che nel contesto storico cui sono collocate non erano di sicuro in grado di costruirle sia per ragioni tecniche che progettuali.

Ora, questo significa 2 cose:
- Che ci sono state civilta che ci hanno preceduti molto più avanzate.
- O che le civiltà precedenti sono state "aiutate" a costruirle. Ricordo in proposito la leggenda dei figli del "Sole" a cui è stata dedicata la città di Eliopolis. Se non sbaglio c'era anche un'accenno su l'ultimo numero di "Runa Bianca".
Ricordatevi che le leggende hanno sempre un seme della verità.... [SM=g27988]





Mi devi scusare per come mi sono espresso [SM=g9962] , ho preso il tuo post come spunto, ho visto bene che non hai citato gli alieni che purtroppo dopo Dake, Kolosimo e Von Daniken questi sono entrati nell'immaginario collettivo.

Non ho letto Runa Bianca, hai il riferimento dell'articolo?

Che miti e leggende abbiano un fondo di realtà è anche mio parere, ma le caste sacerdotali spesso e sovente hanno colorato i miti, e l'Egitto è un'ottimo esempio di teocrazia, ieri come oggi.



Gabrjel
00sabato 11 febbraio 2012 13:44
Re:
eone nero, 11/02/2012 12.51:



Non ho letto Runa Bianca, hai il riferimento dell'articolo?





Credo si riferisca a questo articolo:















sgittario
00sabato 11 febbraio 2012 14:34
Si Gabrjel, era proprio questo l'articolo che intendevo.

Ma andando oltre l'articolo la domanda è: Cosa hanno fatto di così importante da meritarsi la costruzione di una città?

Una parte di questa storia penso di conoscerla, ma non posso dimostrarvi quasi niente per ora. Bisogna attendere altre scoperte che verranno...
eone nero
00sabato 11 febbraio 2012 14:48
Grazie Gabrjel, chi è l'autore dell'articolo?

Gabrjel
00sabato 11 febbraio 2012 16:40
L'autrice:



Rendici partecipi delle tue idee sgittario [SM=g27990]
sgittario
00sabato 11 febbraio 2012 20:45
Re:
Gabrjel, 11/02/2012 16.40:

L'autrice:



Rendici partecipi delle tue idee sgittario [SM=g27990]



Intanto Gabrjel consentimi una precisazione: come hai letto sopra ho parlato di conoscenza personale, derivante da mie ricerche. Per dire che non sono mie idee, ma le ho fatte mie perchè la mia coscienza ed il mio modo "quantico" di vedere le cose sono diverse dalla maggior parte dei ricercatori. Pertanto mi sono limitato semplicemente ad associare quanto conosciuto con la scienza ufficiale e non.

Detto questo provo a dare qualche ulteriore informazione sulla base di come io ho percepito le mie conoscenze e per quei pochi indizi che oggi abbiamo.

Da circa un paio d'anni sotto la piramide di Seti I mi sembra, sono stati scoperti dei tunnel che, al momento, si dice siano lunghi circa 7 km. Ebbene, sapevo già di diversi anni che ogni piramide d'Egitto (e ad essere sinceri non solo) comunicavano tutte fra loro! I moviventi della terra, con i millenni, hanno fatto poi franare questi tunnel. In effetti quello scoperto è chiuso da terriccio e da massi, a testimoniare che continuavano....

Nel cuore del tempio di Abu Simbel, la cui costruzione è data a Ramsess II, c'è il Santuario con all'interno 4 statue: 3 di dei ed una di Ramsess II. Quello che per gli archeologi sono 3 in verità è uno solo, come il Padre, il figlio e lo spirito santo per intenderci.
Il suo nome originale era RA-TA-BIN (generato da RA). Ebbene, lui è uno dei due progettisti della piana di Giza; veniva da Atlantide...

Penso che sia opportuno che mi fermi qui, altrimenti per spararmi addosso mi venite a cercare a casa. [SM=g10191]

Gabrjel
00sabato 11 febbraio 2012 20:53
E perchè mai? Ognuno ha le proprie idee [SM=g27988]
Piuttosto quando dici che ogni piramide è collegata, intendi tutte o quelle principali di Giza?
E in merito, quale sarebbe il motivo di questo collegamento? Simbolico o reale?
eone nero
00domenica 12 febbraio 2012 05:27
Gabrjel, 11/02/2012 20.53:

E perchè mai? Ognuno ha le proprie idee [SM=g27988]
Piuttosto quando dici che ogni piramide è collegata, intendi tutte o quelle principali di Giza?
E in merito, quale sarebbe il motivo di questo collegamento? Simbolico o reale?



Io non ho ancora capito ne il post e tanto meno l'autrice, mi piacerebbe capire le basi dell'articolo.

Ti ringrazio per la gentilissima risposta. [SM=g27985]




Gabrjel
00domenica 12 febbraio 2012 09:04
In che senso Eone?
Ti riferisci all'articolo su Ello o al post di sgittario?
Se riguarda l'articolo, non c'è molto da capire. Si parla semplicemente delle tracce trovate a Ello di un'antica cultura elliopolitana che riguardava il culto del sole.
sgittario
00domenica 12 febbraio 2012 10:36
Re:
Gabrjel, 11/02/2012 20.53:

E perchè mai? Ognuno ha le proprie idee [SM=g27988]
Piuttosto quando dici che ogni piramide è collegata, intendi tutte o quelle principali di Giza?
E in merito, quale sarebbe il motivo di questo collegamento? Simbolico o reale?



Allora Gabrjel, il collegamento era reale e riguarda tutte le piramidi d'Egitto.

Gabrjel
00domenica 12 febbraio 2012 10:49
E il motivo di questo collegamento secondo te?
eone nero
00domenica 12 febbraio 2012 12:53
Gabrjel, 12/02/2012 09.04:

In che senso Eone?
Ti riferisci all'articolo su Ello o al post di sgittario?
Se riguarda l'articolo, non c'è molto da capire. Si parla semplicemente delle tracce trovate a Ello di un'antica cultura elliopolitana che riguardava il culto del sole.



Per certi versi mi sembrava di leggere René Adolphe Schwaller de Lubicz, ma forse è la mia impressione.

www.estovest.net/prospettive/schwaller.html

A proposito del tunnel della piramide di Seti I°

www.archeostoria.it/il-tunnel-segreto-di-seti-i/

www.italiaparallela.it/index.php/storia-parallela/255-raggiunta-la-fine-del-tunnel-della-tomba-di...

www.aton-ra.com/egitto/notizie-egitto/archeologia-egitto/335-segreti-tunnel-del-faraone-egi...

ilfattostorico.com/2010/06/30/raggiunta-la-fine-del-tunnel-della-tomba-di...

egittophilia.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...




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