Il teologo si interroga sugli extraterrestri

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Sheenky Oo
00martedì 4 dicembre 2012 17:55
Fonte: www.ufoonline.it/2012/12/02/il-teologo-che-sale-sul-disco-volante-l-avvenire-si-interroga-sugli-extrate...

L'interrogativo se l’umanità sia o meno l’unica forma di vita intelligente nell’universo rappresenta una costante del pensiero umano. Nell’antichità la tesi di una pluralità di mondi è stata sostenuta da Epicuro e recisamente negata da Aristotele. In epoca moderna essa è stata affermata tanto da pensatori cristiani (Cusano) quanto da critici del cristianesimo (Bruno) in base ad argomenti non troppo dissimili, ma anche negata da molti altri. Dalla fine del XVIII secolo in poi hanno fatto la loro comparsa autori che riferiscono di incontri con forme di vita aliena intelligente, talora assimilate a esistenze angeliche o demoniche, mentre a partire dalla seconda metà del Novecento, con l’avvio dell’era dell’astronautica, si sono moltiplicate le testimonianze di avvistamenti di Ufo e i racconti, conditi con dettagli più o meno fantasiosi, di contatti con Et. Ne parla Andrea Agutti su Avvenire.



La presa di possesso da parte della fiction cinematografica di questo tema nell’ultimo cinquantennio ha contribuito moltissimo a renderlo di dominio comune, ma nella maggior parte dei casi ha finito per dare di esso un’immagine caricaturale e quindi per privarlo di una serietà scientifica, eppure non sono pochi gli scienziati che continuano a interrogarsi su questa ipotesi. È il caso del fisico matematico Paul Davies che negli anni Novanta, in un noto libro intitolato Siamo soli?, rifletteva sulle probabilità dell’esistenza di intelligenza extraterrestri prevalentemente a partire dai dati della esobiologia (cioè della scienza che valuta la possibilità di formazione della vita in pianeti diversi dalla Terra) e sulla base di essi legittimava la continuazione del progetto Seti, ovvero del sistema di ricezione di eventuali messaggi radio provenienti dall’universo avviatosi negli Stati Uniti a partire dagli anni Settanta. 

Il tema è stato preso in considerazione ripetutamente anche da parte della teologia cristiana, sebbene, fino ad oggi, in modo piuttosto occasionale. Alcuni teologi del Novecento (fra loro Teilhard de Chardin, Paul Tillich, Karl Rahner) ne hanno avvertito la portata, ma l’atteggiamento teologico prevalente, a parte alcune eccezioni, continua ad oscillare fra un malcelato scetticismo, non scevro da un certo sarcasmo, e una tattica attendista che aspetta effettive evidenze dell’esistenza di intelligenze extraterrestri per dare una risposta plausibile ai problemi che esso porrebbe. Fra questi il più scottante è quello che riguarda il significato dell’incarnazione di Gesù Cristo per eventuali specie viventi non umane e quello della sua singolarità o meno.
Il recente libro di Armin Kreiner Gesù, gli Ufo e gli alieni.
L’intelligenza extraterrestre come sfida alla teologia cristiana rappresenta una prima elaborazione sistematica di questo tema dal punto di vista della teologia fondamentale. L’autore, docente nella Facoltà di teologia cattolica di Monaco di Baviera, affronta con chiarezza e rigore il problema della compatibilità o meno della teologia cristiana con l’esistenza di esseri intelligenti non umani e probabilmente dotati di una loro religiosità. Il merito del testo, nella sua prima parte, è di ricostruire i diversi livelli dell’interrogazione umana circa l’esistenza di intelligenze extraterrestri, un’interrogazione intellettualmente affascinante e teoreticamente consistente a prescindere dalla problematicità delle testimonianze che concernono presunti contatti con alieni. Anche Kreiner, come gli altri autori sopra menzionati, ritiene che esista una buona probabilità dell’esistenza di intelligenze extraterrestri e di conseguenza sia legittimo da parte della teologia cristiana interrogarsi sul problema che tale esistenza pone, sebbene quest’ultima sia ritenuta meramente possibile.

Nella seconda parte del testo Kreiner prende in considerazione la principale obiezione che l’esistenza di esseri intelligenti verrebbe a porre alla teologia cristiana, quella circa la singolarità dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo. L’opera di Thomas Paine L’età della ragione (1776) è l’antesignana di questa tendenza che vede un’incompatibilità dell’esistenza degli extraterrestri non con il teismo in generale, cioè con la rappresentazione di un Dio personale e creatore dell’universo, ma appunto con la comprensione cristiana di Dio, cioè con quella comprensione di Dio che lo vede incarnarsi, una volta per tutte, nella figura storica di Gesù di Nazaret per redimere non soltanto l’umanità, ma il cosmo intero riconciliandolo con se stesso.

Al fondo di questo problema sta la formulazione di un’alternativa: o si ammette l’esistenza di intelligenze extraterrestri, e allora sembra perdersi il significato cosmico dell’evento singolare di Cristo, oppure non la si ammette, e allora quest’ultimo può essere mantenuto. Kreiner tenta di superare questa rigida alternativa concependo il problema posto dall’esistenza di extraterrestri intelligenti e della loro probabile religione alla stregua di quello che impegna la teologia cristiana con le religioni non cristiane. In particolare, la proposta di Kreiner passa per un ripensamento del concetto teologico di “incarnazione” e in particolare della tesi anselmiana della necessità dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo a motivo del peccato umano. 
Seguendo l’indirizzo di altri teologi medievali come san Bonaventura e Duns Scoto, egli propone di concepire l’incarnazione come il compimento del rapporto tra Dio e il mondo, dunque come un evento non collegato alla contingenza del peccato umano, ma al disegno complessivo di Dio sulla sua creazione. Ammesso questo, diviene plausibile pensare che un’incarnazione, ovvero una manifestazione di sé, come quella avvenuta in Gesù Cristo, sia realizzata da Dio anche in altri luoghi rispetto alla Terra, soltanto in forme diverse. In modo simile a quanto sostenuto dalla posizione pluralistica all’interno dell’attuale teologia della religioni, la singolarità dell’evento di Cristo non entrerebbe in contrasto, così, con la manifestazione di Dio in altre religioni, ma rappresenterebbe una delle forme di tale manifestazione cosmica di Dio.
Si tratta di una tesi che naturalmente è discutibile sotto diversi profili, ma che rappresenta un risposta non banale o elusiva ad un problema tanto affascinante intellettualmente quanto potenzialmente dirompente per la teologia cristiana.
Nuit.Dea
00mercoledì 6 febbraio 2013 13:46
Cercherò di esprimere il mio parere a riguardo con delicatezza e con modestia. Perché non sono una Teologa e rischierei approfondendo di dire o scrivere baggianate.
Immaginiamo l'arrivo sulla Terra di una civiltà extraterrestre.
Questa civiltà è chiaramente progredita potete immaginare il perché.
Le Religioni presenti al giorno d'oggi sono tante.
Ma soffermiamoci a parlare del Cristianesimo visto che si è tirato in ballo il Cristo.
Il Vangelo ci spiega come la sua venuta abbia un valore non universale ma singolare. Lui è il mandatario di Dio per redimere l'umanità.
Quindi necessariamente l'esistenza o la presenza sulla Terra di civiltà che non siano umane compromettono in assoluto il concetto prima esposto.
Il fatto poi che nel Vangelo e nella Bibbia non vengano mai menzionati altri mondi e altre civiltà è da ulteriore supporto alla mia tesi. Quindi no Religione e Scienza non andranno mai di pari passo.
Una Religione non può cambiare o modificarsi dopo gli eventi.
Sarebbe troppo facile così.
Sono nata Cristiana e oggi credo in Dio.
L'incontro con alieni non potrebbe mai distruggere mai ciò in cui credo.
Perchè il mio Dio è universale e non conosce confini né distinzioni nè storia. Lui c'è e c'è sempre stato.
Ancora prima del Big Bang...
Hybrid1973
00mercoledì 6 febbraio 2013 19:10
Nuit.Dea, 06/02/2013 12:46:

Cercherò di esprimere il mio parere a riguardo con delicatezza e con modestia. Perché non sono una Teologa e rischierei approfondendo di dire o scrivere baggianate.
Immaginiamo l'arrivo sulla Terra di una civiltà extraterrestre.
Questa civiltà è chiaramente progredita potete immaginare il perché.
Le Religioni presenti al giorno d'oggi sono tante.
Ma soffermiamoci a parlare del Cristianesimo visto che si è tirato in ballo il Cristo.
Il Vangelo ci spiega come la sua venuta abbia un valore non universale ma singolare. Lui è il mandatario di Dio per redimere l'umanità.
Quindi necessariamente l'esistenza o la presenza sulla Terra di civiltà che non siano umane compromettono in assoluto il concetto prima esposto.
Il fatto poi che nel Vangelo e nella Bibbia non vengano mai menzionati altri mondi e altre civiltà è da ulteriore supporto alla mia tesi. Quindi no Religione e Scienza non andranno mai di pari passo.
Una Religione non può cambiare o modificarsi dopo gli eventi.
Sarebbe troppo facile così.
Sono nata Cristiana e oggi credo in Dio.
L'incontro con alieni non potrebbe mai distruggere mai ciò in cui credo.
Perchè il mio Dio è universale e non conosce confini né distinzioni nè storia. Lui c'è e c'è sempre stato.
Ancora prima del Big Bang...






L'esistenza di alieni non è in conflitto con l'idea di divinità assoluta e quindi non può distruggere ciò in cui credi.
Anche se da studi e prove archeologiche si arrivasse alla dimostrazione che l'umanità è frutto di interventi genetici alieni, non è in conflitto con una divinità assoluta poichè essa come dici tu sarebbe alla base del cosmo stesso da prima che tutto è iniziato.
La venuta del figlio della divinità assoluta potrebbe non essere esclusiva della sola umanità (ma anche sì). Potrebbe essere esclusiva di tutte quelle civiltà che vanno un pò a rilento nell'evoluzione e si portano dietro a lungo violenza, ignoranza, ecc...
Il parlare a gente di 2000 anni fa (o prima ancora) di altri pianeti abitati sarebbe stato come parlare ad un muro; non era necessario anche se mi pare di ricordare che da nuove traduzioni dalla lingua originale della bibbia, si parla di pluralità dei mondi in qualche passo (nota 1).
La bibbia e i vangeli sono stati tradotti e portati al grande pubblico da "strateghi" teologi i quali hanno scremato ogni singola frase, omettendo, aggiungendo, cambiando e scegliendo le frasi e le parole giuste quindi vanno presi con le dovute accortezze.
Oggi non solo i più dotti iniziano a chiedersi come mai il termine Elohim che indica un plurale, venne usato per parlare di un dio unico e assoluto. La religione deve essere disposta a cambiare o perderà i consensi di chi usa la testa, i quali iniziano ad essere la maggioranza sul pianeta. Deve ammettere che i dogmi non bastano più e occorrono risposte.
La religione che non cambia dopo gli eventi era quella dell'inquisizione in cui le novità scomode venivano brutalmente represse.
La religione di oggi è già diversa.
E' già stato citato il fu C.Balducci e la sua apertura all'argomento ufo/alieni.
In un documentario ho sentito le parole di un altro ecclesiastico il quale ammetteva che la visione di Ezechiele ed altri passaggi, parlavano chiaramente di astronavi (nota 2).
Il papa twitta...ed ha ammesso in un suo libro che probabilmente la stella che ha guidato i re magi, era in realtà una "banale" congiunzione planetaria.

Il cambiamento fa parte di tutta l'umanità e se scienza e fede studiano la realtà, potranno arrivare anche a risultati analoghi. Se non succede allora l'una o l'altra o entrambe sono in errore.

note 1 e 2: se ritrovo i documentari che ho visto, li linkerò.
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