Individuati dal Telescopio Spaziale Kepler due esopianeti aventi dimensioni simili alla Terra

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KOSLINE
00mercoledì 21 dicembre 2011 15:37
Ecco un'altra bella ed importante scoperta del Telescopio Spaziale NASA Kepler all'opera dal 2009 per individuare i pianeti extrasolari simili alla nostra Terra.
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La notizia diffusa ieri dalla NASA in una conferenza stampa è che la missione Kepler ha individuato - e confermato - per la prima volta in assoluto due esopianeti le cui dimensioni sono molto simili alla Terra.

Dobbiamo però frenare gli entusiasmi, poiché essi sono troppo vicini alla loro stella.

La stella in questione è Kepler-20, lontana da noi almeno 1000 anni luce, nella costellazione della Lira. E' una stella di classe G, proprio come il nostro Sole, solo un po' più piccola ed un po' meno calda. Intorno a questo astro orbitano cinque pianeti ed i due pianeti di cui stiamo parlando sono Kepler-20e e Kepler-20f.

Kepler-20e è un po' più piccolo di Venere, il suo raggio misura infatti 0,87 volte il raggio Terrestre. Kepler-20f è invece appena più grande del nostro Pianeta, con un raggio pari a 1,03 raggi Terrestri. Si tratta quindi molto probabilmente di due pianeti rocciosi, aventi le "dimensioni giuste", ma queste da sole non bastano.

Kepler-20e infatti orbita intorno alla sua stella ogni 6,1 giorni (Terrestri), mentre Kepler-20f se la prende un po' più comoda, con un periodo orbitale di 19,6 giorni.

Questo vuol dire che sono molto, molto vicini alla loro stella, molto più vicino di quanto lo sia la Terra rispetto al nostro Sole.

Sono due mondi estremamente caldi, del tutto inospitali. Kepler-20f ha una temperatura di circa 426,6°C (800°F), simile in questo a Mercurio.
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Kepler-20e invece è ancora peggio, con più di 760°C (1400°F) in superficie.
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Un altro modo per dirlo è che sono abbondantemente fuori dalla "zona abitabile" della loro stella. Non è possibile che possa esserci acqua liquida al suolo in entrambi i pianeti individuati.

Le parole di Francois Fressin (Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, Cambridge), autore principale di un nuovo studio pubblicato sulla rivista Nature: "L'obiettivo principale della missione Kepler è quello di trovare pianeti aventi dimensioni simili alla Terra nella zona abitabile. Questa scoperta dimostra per la prima volta che i pianeti le cui dimensioni sono paragonabili a quelle della Terra esistono intorno ad altre stelle, e che siamo in grado di individuarli".

Il sistema planetario intorno alla stella Kepler-20 comprende altri tre pianeti, tutti più grandi della Terra ma più piccoli di Nettuno. Il più vicino alla stella è Kepler-20b (periodo orbitale 3,7 giorni), Kepler-20c (10,9 giorni) e Kepler-20d (77,6 giorni).

Tutti e cinque questi pianeti orbitano intorno a Kepler-20 ad una distanza massima che non supera la distanza orbitale tra Mercurio ed il nostro Sole. Ma questo nuovo sistema solare ha un'altra caratteristica molto particolare, che lo rende "abbastanza strano".

Nel nostro sistema solare i pianeti più piccoli e rocciosi orbitano più vicino al Sole, mentre quelli più grandi e gassosi orbitano molto più lontano. I pianeti di Kepler-20 invece sono organizzati secondo un'altra organizzazione: grandi, piccoli, grandi, piccoli ed ancora grandi.

Jack Lissauer (planetary scientist e Kepler science team member al centro NASA Ames Research Center): "I dati di Kepler ci mostrano che alcuni sistemi planetari hanno una struttura nella disposizione dei pianeti molto differente da ciò che vediamo nel nostro sistema Solare. Le analisi dei dati di Kepler continuano a fornire nuove intuizioni sulla diversità dei pianeti e dei sistemi planetari della nostra galassia".

Nuove informazioni per i ricercatori quindi, dati freschi per meglio comprendere l'evoluzione dei sistemi planetari nello spazio molto lontano da casa nostra. Le possibilità sono varie. Secondo una di queste alcuni pianeti non si sarebbero formati laddove stanno orbitando, ma molto più lontano rispetto alla loro stella. Essi sarebbero poi migrati all'interno probabilmente in seguito ad interazioni con il disco di materiale da cui si sono originati.

La sensazione comune però è che sia solo una questione di tempo riuscire ad individuare il "giusto" pianeta con le "giuste" dimensioni, nella "giusta" posizione orbitale tale da consentire la presenza di acqua liquida in superficie.

Nel frattempo date un'occhiata al seguente video, un'animazione del sistema planetario di Kepler-20



fonte dati foto : Nasa [SM=g1950684]
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