Operazione "Dashur"

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Sheenky Oo
00martedì 22 maggio 2012 11:36
Fonte: www.edicolaweb.net/un070701.htm

1978: a 30 Km dal sito archeologico di Menfi si innesca una crisi per il possesso di un misterioso oggetto sepolto sotto la piramide di Dashur.
Cronaca degli scontri tra l’esercito di Gerusalemme e gli Egiziani.




Condurre una revisione esaustiva della bibliografia ufologica in spagnolo è sicuramente una chimera. Desideriamo comunque gettare nuova luce su alcuni casi che tempo addietro non sono stati compresi o studiati appieno. Redatto nel 1978, dall’inquirente Jean Pierre Jorde, il servizio che segue riguarda un caso avvenuto lo stesso anno in Egitto. Secondo Jorde, stando ad una informazione confidenziale "Commandos israeliani si sarebbero confrontati con l’esercito egiziano, in una lotta disperata per la conquista di un UFO localizzato nella parte sottostante di una piramide". La notizia venne diffusa a livello mondiale dal periodico californiano "La Nación".
A metà del Febbraio 1978, un gruppo di archeologi israeliani iniziò gli scavi nei pressi della grande piramide di Snefru, a Dashur (regione di Menfi). La piramide, come quelle circostanti, non era mai stata aperta per questo tipo di ricerche, trattandosi di una zona adibita dagli Egiziani a operazioni militari Top Secret. Si può attribuire al clima di distensione nei confronti di Israele, l’autorizzazione agli scavi da parte del presidente egiziano Anwar Sadat. Gli archeologi lavoravano a quindici metri di profondità, in una zona mai esplorata prima, a nord della piramide, quando, nel sistemare la base di un treppiedi di una macchina fotografica, uno dei sostegni urtò una pietra friabile, una sorta di materiale di riporto, che cedette sotto il peso e la pressione della macchina fotografica.

L'INCREDIBILE RITROVAMENTO
Il fotografo si inchinò per guardare attraverso il buco formatosi accidentalmente. Sotto i loro piedi si apriva una caverna. Con foga gli archeologi spazzarono via i detriti e ampliarono il foro con picconi e pale, fino a intravedere un oggetto misterioso. Non era un antico manufatto egizio. Era di 120 centimetri di diametro, a forma discoidale. Al centro la sua parte più spessa doveva essere di tre metri e sembrava costituito da metallo nitido e brillante, privo di segni degli effetti del tempo. Nessuna tomba, né statue, né offerte votive sacre circondavano lo strano artefatto che era sostenuto da tre zampe. Esaminando attentamente la caverna, due degli archeologi scesi nella cavità constatarono la presenza di equipaggiamento elettronico e medicinali (nella fattispecie pasticche), in perfette condizioni. Per Israele, Paese da sempre preparato per un’eventuale guerra, quel materiale rappresentava una buona dotazione di armi sofisticate e ultramoderne, di cui avrebbero potuto vantare il possesso. Gli archeologi, dopo aver parlato tra loro, decisero che era necessario comunicare immediatamente la notizia del ritrovamento al proprio governo, segretamente e rapidamente, in modo che gli Egiziani non se ne accorgessero e quindi confiscassero il materiale rinvenuto. Venne deciso che il fotografo, che aveva scattato innumerevoli foto dello strano artefatto, avrebbe portato i rullini a Tel Aviv, per mostrarli alle autorità. Nel frattempo, gli altri membri del gruppo continuarono a scavare, fingendo di continuare i lavori, per evitare sguardi indiscreti. Erano giunti alla conclusione che si doveva trattare di una nave spaziale, nascosta al di sotto della piramide di Snofru. Infine le foto giunsero al Ministero della Difesa di Israele, dove venne riunito lo "Zahal", un gruppo militare ultrasegreto. Alla sessione, che si prolungò fino all’alba, parteciparono anche gli esperti che tempo addietro pianificarono l’operazione "Entebbe". Il tema della discussione era come appropriarsi dell’oggetto, che avrebbe garantito loro un vantaggio bellico insuperabile e come evitare di farlo cadere nelle mani degli Egiziani. E così, mentre parallelamente i politici di ambo le nazioni si scambiavano calorosi saluti, promesse di pace e aiuti reciproci... l’intelligence israeliana pianificava la realizzazione di un’operazione militare di Commandos, simile a quella di "Entebbe", in pieno territorio egiziano. Solo le forze armate israeliane più selezionate vennero messe pienamente al corrente delle caratteristiche dell’azione militare, decisa per il primo Marzo.

SCATTA L'OPERAZIONE DI RECUPERO
Tre aerei Hercules 103-E vennero utilizzati per il trasporto e un Hercules 103-H, detto "Ippopotamo", venne dislocato per un camion da dieci tonnellate. Uno degli Hercules 103-E trasportava un ospedale da campo, mentre gli altri contenevano jeeps, armi leggere e un commando di cinquanta soldati a testa. Inoltre, una squadriglia di caccia F4 avrebbe garantito la copertura aerea necessaria per l’operazione. Il camion da trasporto (su cui si sarebbe caricato l’UFO) era un molotov sulle cui paratie esterne vennero collocate taniche extra di benzina coperte da placche protettive di acciaio, questo per evitare che una granata trasformasse il camion in una bomba. Tra la cabina di guida e il resto del camion vennero installati due ganci ed i motori corrispondenti per il sollevamento dell’oggetto e alla piattaforma portante si aggiunse una rampa molto larga. Anche le jeeps furono equipaggiate con taniche extra di benzina. Alle tre del mattino venne dato l’ordine "Zanek" agli aeroporti Ben Gurión, di Tel Aviv e a quelli segreti delle Forze Armate israeliane. Tutto fu classificato come una "operazione di routine". La rotta da seguire passava sopra il sud est del Sinai e il Mar Rosso, addentrandosi direttamente nel basso Egitto. Un quinto aereo Hercules volava dietro la flotta, pronto a sostituire uno dei cargo nel caso fosse stato messo fuori combattimento. Il piano, in caso di scontro, era di attaccare violentemente e con decisione, per terminare l’operazione al massimo in due ore e rientrare in Israele più rapidamente possibile. Il camion, da parte sua, nel ritorno avrebbe dovuto aprirsi il passo attraversando i dintorni del Mar Rosso e tagliare attraverso la penisola del Sinai per dirigersi verso casa. Dietro il camion si sarebbero posizionate le quattro jeeps e gli uomini che sarebbero sopravvissuti alla battaglia, custodi del prezioso carico. Non ci sarebbero state soste. Se un aereo o un veicolo si fosse rotto o rimasto indietro, andava abbandonato sul posto. Gli agenti segreti in territorio egiziano avevano ricevuto istruzioni di ottenere delle lance per attraversare il Nilo, la parte più pericolosa della missione. Il fattore sorpresa era il più importante, perché bisognava entrare e uscire dal territorio prima che dal Cairo si trovasse il tempo necessario per spedire un contingente armato per intercettarli. Il Sinai doveva essere raggiunto prima che venisse chiusa la via di ritirata.

L'ASTRONAVE ISSATA SUL CAMION
Nella piramide di Snofru il gruppo archeologico era ancora in attesa. Erano nove giovani eccitati e trepidanti che verso le ore 13.00 videro giungere gli aerei. Uno degli Hercules, adibito ad ospedale da campo, doveva raccogliere gli archeologi e riportarli in Israele. Il secondo ordine era stabilire un perimetro di difesa attorno alla piramide. Il camion da trasporto fuoriuscì dall’enorme ventre dell’"Ippopotamo" e avanzò verso la caverna. I commandos avevano iniziato a piazzare i ganci e le funi per issare l’astronave extraterrestre sulla piattaforma del camion. Fu allora che arrivò un contingente armato di Egiziani: evidentemente gli aerei erano stati localizzati dai radar. I soldati egiziani saltarono fuori dai loro veicoli e stabilirono un fronte di battaglia ad una certa distanza. Gli Israeliani, da parte loro, disponevano di mortai e di armi leggere. Seguirono dieci minuti di combattimento furioso. Poi gli Egiziani, che avevano subito numerose perdite, si ritirarono. Ma un nuovo contingente armato egiziano, molto più poderoso, si avvicinava a tutta velocità. Nel contempo si lavorava febbrilmente, assicurando l’UFO sopra la piattaforma del camion. Il combattimento divampò nuovamente. I mortai israeliani sollevavano ondate di sabbia sopra le forze egiziane e i cannoni anticarro si accanivano contro i veicoli che non si aspettavano una simile accoglienza di fuoco e sangue. I sistemi di puntamento degli Israeliani e la qualità delle loro armi frustrarono tutti i tentativi degli Egiziani di circondarli. Ormai l’UFO era alloggiato sopra il gigantesco camion. Le jeeps furono collocate attorno al veicolo da trasporto, montando mitragliatrici da 50mm raffreddate ad acqua. Anche i caccia F4 collaboravano all’attacco delle forze di terra israeliane, spianando con i missili il campo di battaglia. Terminato il loro compito, gli aero cargo si mossero, necessitando di poco spazio per il decollo. Così partirono, sotto un diluvio di proiettili egiziani. Tre soldati del commando israeliano furono feriti mentre venivano ultimati i preparativi della partenza del camion con a bordo l’astronave stellare. In molti morirono. Gli Egiziani, forti della superiorità numerica, guadagnavano terreno, nonostante fossero carenti di artiglieria e molti giacevano morti tra le sabbie del deserto. Con quindici minuti di ritardo sul piano prestabilito, il grosso camion da trasporto degli Israeliani iniziò ad arrancare sul terreno sabbioso. Da un momento all’altro i caccia egiziani avrebbero potuto apparire sulle loro teste...

IN ZONA PERICOLO
Le jeeps avanzavano scortando il camion, per proteggere un carico costato tante vite. I veicoli egiziani, bloccati dall’aeronautica israeliana, non potevano gettarsi all’inseguimento dei commandos, almeno in quelle prime ore della giornata. Mentre il convoglio prima lambiva e poi attraversava il Nilo, si ebbe notizia che i caccia israeliani F4 avevano sostenuto una cruenta battaglia aerea con i MiG egiziani. Un allarme via radio aveva raggiunto il Cairo. Ma le truppe inviate per intercettare il commando invasore non riuscirono a giungere in tempo, proprio come aveva pianificato Israele. Sembra però che le truppe già sul luogo continuassero a pressare gli Israeliani fino alla zona del Sinai. Ad un certo momento, il combattimento si fece talmente cruento che fu necessario fermare il convoglio e far fronte al nemico. Questa battaglia, che iniziò alle 3.00 pomeridiane, terminò con altri dieci soldati israeliani morti e una jeep completamente distrutta. La carovana riprese il viaggio, sempre tallonata dagli Egiziani. L’inseguimento continuò durante tutta la notte. All’alba, mancavano ancora 800 chilometri di spietato deserto da attraversare ed il combustibile stava terminando. Anche i caccia israeliani F4 dovettero tornare alla base per il rifornimento. Fu allora che il quinto Hercules entrò in azione, atterrando nelle vicinanze del convoglio e rifornendo i mezzi di carburante, olio e pezzi di ricambio. I feriti furono portati via dall’Hercules. Finalmente attraversarono la frontiera d’Israele, ma gli Egiziani per un po’ continuarono a seguire le loro orme passo passo e ogni confronto armato significò morte e sangue per ambo le parti. La nave spaziale, centro di tutta l’azione, servì molte volte come riparo ai combattenti, da cui sparavano con le loro armi, o morivano...

ISRAELE MANTIENE L'UFO IN SUO POSSESSO
Valse davvero la pena spargere tanto sangue e aver provocato una situazione internazionale delicatissima, solo per appropriarsi di un misterioso oggetto che riposava sotto la piramide? I servizi segreti israeliani ne erano convinti. Si pensa che venga mantenuto il riserbo più assoluto sulla situazione proprio perché le armi che vennero rinvenute nel Disco Volante erano di incredibile potenza. Il mistero persiste.
La sensazione generale è che, con questo colpo di mano, Israele si sia trasformata nella nazione più potente del mondo. Quando il pieno potenziale di tali armi sarà stato sviluppato (tramite retroingegneria, ndr.), la bilancia politica in Medio Oriente penderà sicuramente a favore d’Israele... Altri elementi che furono rinvenuti nell’UFO sono ancora oggetto di analisi e il governo israeliano ha molti dubbi su come e se utilizzarli. Un Paese che lotta palmo a palmo per ogni centimetro di terreno - dicevano - non può concedersi il lusso di non usare elementi chimici che diminuiscono o ritardano l’invecchiamento del corpo umano e che, al massimo delle possibilità, negli extraterrestri assicura una longevità di secoli. In Israele si sono realizzati esperimenti con soggetti di oltre 81 anni, con le droghe di longevità nascoste nell’UFO. Tutti gli esperimenti conclusero che il processo di deterioramento biologico veniva ridotto e contenuto (a partire da poche alcune settimane dall’inizio del trattamento). Tre dei soggetti testati si considerano tanto rinnovati mentalmente che desiderano frequentare l’Università e altri due chiedono il permesso di contrarre matrimonio tra di loro, visto che il loro appetito sessuale si è rinnovato completamente. L’uso massiccio di questi farmaci anti-invecchiamento prevederebbe una maggiore necessità di territorio e potrebbe essere fonte di nuove guerre per espandersi, incluso appropriarsi, come già accadde, di regioni che non appartenevano loro...
Gli archeologi israeliani che scoprirono l’oggetto volante affermano che potrebbero essercene di più, sotterrati tra le soffici sabbie che circondano la piramide "ritorta", situata a nord di quella di Snefru. Si chiama così perché il suo angolo di salita cambia quando ci si trova a due terzi di distanza dalla cima. La teoria secondo cui le piramidi sarebbero una specie di batteria energetica e hangar per i Dischi volanti pare essere pienamente dimostrata da questo episodio. È possibile che anche gli Egiziani avessero trovato, o fossero sul punto di trovare un UFO, con tutto il suo straordinario potenziale di strumenti e tecnologia avanzata. Esiste una parte delle Sacre Scritture che afferma che la fine del mondo comincerà il giorno che nel Medio Oriente avverrà un disastro. È possibile che gli extraterrestri, migliaia di anni fa, giunsero sul nostro pianeta e visualizzarono il futuro con i loro apparecchi. Forse per questo motivo sotterrarono l’UFO, approntato tanto per allungare la vita con le sue droghe di longevità, come per distribuire morte e distruzione tramite le sue armi sofisticate. Può darsi che, sul punto di ritornare verso le loro remote galassie, gli extraterrestri decisero di lasciare la scelta a noi, oppure chissà, lasciarono un legame indecifrabile per motivare l’essere umano a un cambiamento di comportamento e poco dopo ripresero il loro inesorabile cammino verso le stelle.
Sheenky Oo
00martedì 22 maggio 2012 11:36
Mi puzza come cosa...
Qualcuno sa qualcosa in più?
Magari un certo eone... [SM=g27986]
eone nero
00venerdì 25 maggio 2012 05:21
Sheenky Oo, 22/05/2012 11.36:

Mi puzza come cosa...
Qualcuno sa qualcosa in più?
Magari un certo eone... [SM=g27986]



Perdona il ritardo [SM=g27995] , mi sono dovuto subire una caterva di improperi da alcuni amici ricercatori Sudamericani cui ho sottoposto il caso che non mi era del tutto nuovo. *
Il minimo che mi è capitato di sentirmi è che ero Loco [SM=g10700] [SM=g10191] [SM=g10191]

Posto possibilmente domani, è interessante la vicenda [SM=g8278]




* promemoria per citare la fonte di dove lessi qualcosa di simile la prima volta.








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