Santorini tra passato e presente

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Nuit.Dea
00lunedì 8 aprile 2013 17:13
Emerse già maestosa in età preistorica in quello che oggi viene chiamato Mare Egeo figlia di un vulcano che giace al di sotto di essa
e che, nel corso dei secoli, non ha mai dato tregua.
Isola dotata di grazie e fascino ma capace anche di infondere un profondo senso di angoscia e impotenza.
Santorini la si ama o la si odia. Non esiste il forse, non esiste il potrebbe..
Ci sono viaggiatori che vengono da ogni parte del pianeta incuriositi e dalla tanta decantata bellezza e dalla storia che qui atticchisce e sembra non voler più andare via.
Tra le Cicladi in Grecia lei è di sicuro al più bella e oserei dire unica... unica al mondo.

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Tanto rara e preziosa, una vecchia signora che domina e non si lascia dominare. Selvaggia e apparentemente statica quasi perfetta.
Immaginiamo di trovarci al tramonto sulle terrazze di Ia o di Thera, aggrappate a strapiombo sulla immensa "Caldera", una sorta di mare interno a una terra semicircolare insieme a quattro isolotti, del vulcano forse alto mille metri sprofondato negli abissi dopo una spaventosa eruzione avvenuta 3500 anni or sono. Osservate il mare che da quassù sembra infinito..respirate la storia millenaria. Il tempo sembra essersi fermato..



L'isola fu sventrata in parte da un'apocalittica eruzione del vulcano avvenuta intorno al 1627 a.C. (datazione stabilita da Manning, nel 2006, attraverso accurate analisi al C14 e dendrocronologiche) ed invasa successivamente quasi del tutto dal mare.
Fu la più imponente eruzione avvenuta in Europa in epoca storica, che ebbe conseguenze devastanti per la civiltà minoica, e fu la principale causa dell'inizio del suo declino completo, di cui abbiamo testimonianze a Thera; secondo i più recenti studi, l'eruzione del vulcano provocò dapprima una pioggia di pomici e ceneri, poi piovvero massi più grossi ed infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l'isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 km/h facendo udire i suoi boati dall'Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte più cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche.
La violenta esplosione di magma svuotò il gigantesco bacino magmatico sottostante l'isola, provocando il crollo dell'edificio vulcanico; miliardi di metri cubi d'acqua si precipitarono nell'abisso incandescente: la repentina vaporizzazione dell'acqua scatenò una serie di esplosioni titaniche (fenomeni piroclastici) che scardinarono ciò che restava dell'isola, sollevando immense ondate alte fino a 60 metri, originando uno tsunami che raggiunse la costa settentrionale di Creta con onde alte fino a 20 m devastando tutti i villaggi di quella zona
Ma di sicuro quella tremenda eruzione ha posto fine allo sviluppo di una avanzata societa' preistorica su quest' isola. Gli scavi di Akrotiri hanno portato alla luce parte di una citta' e il relativo, geniale impianto fognario, con edifici a due piani, affrescati da artisti che sapevano usare con grande gusto i colori. I reperti raccolti indicano che gli uomini dell' isola coltivavano l' olivo, il grano, allevavano le pecore, producevano formaggio, pescavano, tessevano, realizzavano vasi di squisita fattura che decoravano con cura e navigavano il Mediterraneo intrecciando commerci e importando la cultura di altre civilta' , in particolare di quelle minoica ed egizia. Infatti tra gli scavi di Akrotiri non e' stata trovata finora alcuna traccia di resti umani. Non solo. Non sono stati rinvenuti monili, il che sta a significare che la gente era stata messa in allarme da scosse telluriche a ripetizione e aveva abbandonato la citta' per tempo, lasciando dietro di se' soltanto gli oggetti troppo ingombranti e pesanti per essere trasportati. Ma, se e' vero che una catastrofe come quella del 1500.1600 avanti Cristo non si e' piu' ripetuta, e' altrettanto vero che il vulcano che c' e' qui sotto e' l' unico attivo del mar Egeo e, nel corso dei secoli, non ha mai dato tregua. Eruzioni e terremoti sono pane quotidiano e la gente ne sa qualcosa: l' ultimo disastro risale soltanto al 1956. Le cronache degli ultimi tre secoli, vergate perlopiu' dai gesuiti, offrono dettagli da brivido sulle eruzioni. Ora, nella ricorrenza del 19 luglio, gli uomini di Santorini vanno a gettare olio nella bocca del vulcano, sull' isola di Nea Kameni, nel centro della "Caldera", e accendono fuochi e danzano. Un rito scaramantico e al tempo stesso una sfida. Ma sentite cosa accadde quella notte, nel 1707, secondo il racconto del padre gesuita francese Tarillon: "Il mare del golfo cambiava ininterrottamente colori. Dal verde vivo diventava rossastro e piu' tardi giallo acceso e un odore acre saliva dal profondo del mare. La notte tra il 19 e il 20 luglio, dopo che si erano formate due isole denominate Aspronisi (isola bianca) e Mavronisi (isola nera), comincio' a salire dal mare un intenso fumo e tra questo fumo a guizzare le fiamme. I santorinesi di Skaros, le cui case, costruite a precipizio sul mare, erano a sola mezza lega di distanza, temettero di saltare in aria da un momento all' altro e decisero di abbandonare la rocca e trovare scampo in altra parte dell' isola...". Quell' eruzione duro' un intero anno e quando cesso' l' isola di Nea Kameni, ossia il complesso principale del vulcano, aveva assunto una forma e una dimensione del tutto diversa. Quella che il visitatore puo' osservare oggi, con un bicchiere del gradevolissimo vino bianco locale in mano, dall' alto delle terrazze che si protendono sullo strapiombo della "Caldera". E, per quel che se ne sa, il vulcano potrebbe risvegliarsi in qualunque momento.






"Suggerisco a chi telefona per prenotare di scegliere un' altra isola, se l' intenzione e' di fare quelle che si definiscono vacanze al mare", dice Nadia Psychas, titolare con il figlio Costis della piu' raffinata "guest house" tradizionale di Ia, il bianco villaggio della punta Nord di Santorini, che e' senz' altro il posto piu' bello dell' isola. "Perivolas", che significa giardino, e' il nome della residenza, costituita da 12 case scavate nella pozzolana, come le antiche abitazioni degli isolani. Gli ospiti di Nadia e Costis non possono essere piu' di 30.35 e si godono il silenzio e la vista incantevole della "Caldera" dalle acque blu (profondita' : 380 metri). Per andare a fare un bagno al mare bisogna affrontare una lunga scalinata, oppure andare in auto fino alla sponda opposta, piu' dolcemente degradante, dell' isola. Santorini . spiega Yannis Tseklenis, importante stilista e decoratore d' interni ateniese, innamorato dell' isola . nella storia recente ha vissuto tre momenti diversi di sviluppo. I grandi commerci marittimi, che hanno fatto ricche alcune famiglie di armatori e capitani. Nel secolo scorso fino a 300 velieri affollavano il porto. I blocchi di pozzolana di Santorini sono stati utilizzati per la costruzione del canale di Suez. Il pregiato vino dell' isola, ottenuto da un' uva che cresce quasi strisciante nell' arida terra vulcanica, veniva venduto alla Russia, come vino da Messa. La Rivoluzione d' Ottobre mise fine alle Messe e ai commerci di Santorini con il porto di Odessa. Poi fu il momento della salsa di pomodoro. Un pomodorino grande poco piu' di una ciliegia, ma con la forma di un vero pomodoro da insalata e dal sapore straordinario. Sorsero ben nove stabilimenti di inscatolamento, di cui restano le ciminiere e i muri sbrecciati: la concorrenza delle serre stronco' ogni velleita' industriale. E infine il turismo, che da una ventina d' anni porta ricchezza sull' isola, ma i cui effetti saranno devastanti, se non si porranno presto limiti all' afflusso delle auto e dei motorini che stanno soppiantando gli asini e i muli, da secoli i soli mezzi di locomozione e trasporto. Ia, con le sue stradine pavimentate di lastre di marmo bianco, indice della ricchezza del villaggio, e le cupole blu delle sue chiese, resta un luogo molto gradevole per concedersi qualche giorno di meditazione e vero riposo. Non ci sono chiassosi locali, discoteche, sale con giochi elettronici. I graziosi caffe' all' aperto diffondono le voci di Pavarotti o di Placido Domingo vigna alla cantina e quindi lavorato di notte. Si puo' dimenticare il vulcano? Questo no. Si finisce sempre per pensarci e per parlarne.





Uno scorcio by night..e guardate che meraviglia..quale incanto..




Francesco84751
00giovedì 11 aprile 2013 14:07
che meraviglia.. e che posti incredibili e alieni possiamo trovare sul nostro mondo
Nuit.Dea
00giovedì 11 aprile 2013 19:05
Re:
Francesco84751, 11/04/2013 14:07:

che meraviglia.. e che posti incredibili e alieni possiamo trovare sul nostro mondo



E non è finita qui... [SM=g27988]
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