Un pilota di aereo di linea divulga il suo avvistamento UFO del 1976

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Gabrjel
00giovedì 12 gennaio 2012 09:50
La traversata ai comandi di un Boeing 747 è una sorta di routine per Jean-Marie, pilota di linea in una compagnia nazionale. E nulla sembra disturbare il suo volo di quel bel venerdi del mese di ottobre del 1976.


Un boeing 747

Lui è felice: tra un paio di ore, troverà i suoi figli e, in particolare, il suo figlio più grande che festeggerà il 10° anno d'età. E' in questo preciso momento che pensa a questo regalo arrivato da un altro mondo che lui vide per la prima volta. Forte, intensa, immobile, una luce sembrava levitare nel cielo assolato che domina i confini d'Europa.
La procedura è chiara. Jean-Marie sapeva cosa fare. Ma gli apparecchi di comunicazione non funzionarono più. Si poteva provare a ripristinare il tutto, ma non c'era modo di raggiungere la torre di controllo. Si poteva correre verso la sua destinazione, la luce sembrava immobile. Un fenomeno che andava oltre i limiti del ragionevole o, per lo meno, i limiti conosciuti della Fisica.
Dopo numerose prove, Jean-Marie riesce ad unirsi ad un altro aereo, che vola verso un'altra capitale europea. Se la sua prima preoccupazione fosse quella del buon funzionamento della radio, Jean-Marie resta senza voce quando l'altro pilota, il cui piano di volo era assolutamente diverso dal suo, chiese se aveva modo di vedere la luce nel cielo. Ascoltando la risposta affermativa, il comandante di bordo chiamò gli equipaggi di altri aerei.
Tutti vedettero la luce. Il Sole? Era di fronte a loro, mentre la luce si trovava sul lato. Raggruppando le informazioni, sembrò essere molto lontana.
Buone notizie: il collegamento con la torre di controllo iniziò a funzionare di nuovo. Tutte le torri di controllo ricevettero lo stesso messaggio. Una sorta di panico si impossessò dei piloti prima di riportare i rispettivi velivoli al sicuro.
Come risposta, gli venne riferito che la segnalazione del "fenomeno" fu trasmessa alle autorità competenti. La Forza aerea di ogni Paese inviò degli aerei da combattimento. Ma quando arrivarono sulla scena, determinata dall'intersecazione dei dati dei navigatori di ogni velivolo, non videro nessuna traccia del passaggio di un oggetto volante, identificato o non.
Una volta atterrato, Jean-Marie e il suo equipaggio vennero immediatamente prelevati da dei militari che non indicarono l'unità d'appartenenza. Volevano un debriefing. Jean-Marie spiegò loro ciò che vide, ponendo domande naturali che gli vennero in mente, ma non ottenendo mai una risposta. Gli fu intimato, semplicemente, l'ordine di non dire a nessuno ciò che vide.
La minaccia? Il divieto definitivo di volare. Oggi, Jean-Marie è in pensione e ama raccontare la sua storia agli amici che lo vanno a trovare. Lo ascoltiamo parlare. Jean-Marie racconta bene. Sorridiamo. Non c'è più tempo a rilanciare il dibattito sugli UFO. Jean-Marie non sa quello che vide, ma sa che c'è una soluzione razionale a tutto ciò...a meno che...

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