00 29/11/2011 14:54
Di solito non leggo con piacere posts così lunghi. Stavolta più leggevo e più mi andava di leggere.
La filosofia che io seguivo un tempo era "orientaleggiante" cioè seppur nata in Italia, si poggiava su concetti provenienti da filosofie orientali.
Anche in essa si parlava di "tutt'uno", "illusione del tempo", "realtà illusoria", "il mondo creato/percepito" nel duale ruolo della mente che crea e al tempo stesso vive un mondo che in Realtà non esiste; il concetto da te espresso si sposa bene con questo modo di vedere le cose. Anche se io non seguo più quella filosofia, per me è una specie di integrazione.

Spesso formulazioni così complesse, si basano su studi lunghi anni, basati su verifiche e approfondimenti, quindi è difficile dare una risposta a una singola domanda, senza tirare fuori esempi approssimativi e che suscitano a loro volta altre "impertinenti" domande;

ma io ho una domanda:

se la realtà non esiste in sè, cosa impedisce a ognuno di noi di vivere una specie di realtà onirica dove l'impossibile accade? C'è un filo di oggettività?

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Esistono solo 10 tipi di persone: quelle che conoscono il codice binario e quelle che non lo conoscono.