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Nazismo: l’arianesimo e la ricerca dell’Urheimat

Spesso sentiamo parlare di razza ariana, ma cosa intendevano precisamente i nazisti e gli scienziati dell’epoca? Bisogna distinguere le ricerche scientifiche, seppur non all’avanguardia, dalle deformazioni ideologiche dell’epoca.

La parola “ariano” deriva dal sanscrito #257;rya che significa “quello nobile”. Invece, la parola tedesca “Urheimat”, è composta da Ur che significa “antico” e da Heimat che significa “casa”.

Mettiamo in correlazione queste parole e cerchiamo di comprendere meglio: se sostituiamo la parola “ario” con il suo sinonimo “indo-europeo”, tutto ci apparirà un po’ più chiaro.

Molti linguisti comparativi si sono adoperati a partire dai primi del ’900. Il Nazismo, infatti, godeva di una solida base scientifica, poi disgregatasi con gli approfonditi studi sulla genetica.
Secondo queste teorie, la razza ariana (quindi proto-indoeuropea) avrebbe portato la propria lingua, religione e cultura diffondendola in tutta Europa, attraverso varie ondate migratorie avvenute fino al II secolo a.C.

In questo calderone si sono poi andati ad aggiungere diversi miti come quello di Thule, luogo semi-mitico in cui si credeva risiedesse la saggezza della cultura ariana. Alcuni la identificavano con la mitica Atlantide, altri con l’Islanda o la Scandinavia. Non è un caso che la prima cellula del nazionalsocialismo si chiamasse Società Thule.

Notiamo che gli studi nazisti dell’SS Ahnerbe diretti da Himmler, avallati anche dagli scienziati dell’epoca, miravano a dimostrare propagandisticamente la superiorità della razza ariana e a riscrivere arbitrariamente la storia. Un uso apologetico della storia.

Scientificamente, durante i primi del ’900, si è creduto che il luogo d’origine della razza ariana fosse l’Europa del Nord, in particolare la Germania e la Scandinavia. Sarebbe avvenuta una sorta di diaspora continentale di questo popolo nomade e guerriero che avrebbe travolto gli altri popoli grazie alla sua tecnologia guerriera.

Gli scienziati seguirono il modello, piuttosto rozzo, dell’albero genealogico e furono influenzati dalle teorie ottocenteste del Diffusionismo. In questa visione, popoli come i Dori (che fondarono la civiltà greca), i Troiani e quindi i Romani (Enea fuggito in Italia), sarebbero di stirpe ariana.
Tentarono di trovare arbitrariamente un comune filo conduttore, su base linguistica, tra le civiltà.

Questo è solo un assaggio, prometto di tornare su questo argomento.
Esistono tuttora studi paleo-antropologici SERI sui popoli indoeuropei e sul loro luogo d’origine: l’ultima e più accreditata teoria è quella di Maria Gimbutas sulla cultura Kurgan.