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Ecco qui:

Nel 1974, un congresso di studiosi interpretò diversamente il simbolismo della stele di Palenque; attribuendogli un significato spirituale ed identificando uno ad uno i diversi simboli che si intrecciano nella rappresentazione: in tale contesto, la figura umana centrale viene identificata come il sovrano-sacerdote Hanab Pakal II, posta sopra la maschera del dio della pioggia, da cui si dirama un'albero cruciforme con un serpente bicefalo e l'uccello Quetzal. Studi più approfonditi hanno allontanato sempre di più l'ipotesi che il re Pacal fosse stato un paleocosmonauta. Si è infatti scoperto che l'elaborato bassorilievo sulla lastra di pietra è in realtà la fusione di sei bassorilievi, rinvenuti anche singolarmente ed indipendentemente gli uni dagli altri in altri siti archeologici e di cui gli esperti di civiltà precolombiane hanno stabilito incontrovertibilmente l’esatta valenza simbolica.

Andiamo con ordine: partendo dal basso della raffigurazione (così come è mostrata nell'immagine sopra) il plimo glifo che troviamo è quello che per la cultura Maya rappresenta l'occidente, dove il sole cala e 'muore' creando l'accesso per il mondo dei morti. In un’antica mappa Maya, l’occidente viene collocato in basso, proprio come nella pietra di Pacal; il nord, simboleggiante la terra della pioggia, è a sinistra di esso. Il sud è a destra e rappresenta il sole a mezzogiorno, quindi il luogo del calore; infine l’est, in alto, è il luogo dove sorge il sole e quindi dove ha inizio la nascita o la rinascita.
  
Sopra il primo glifo ne troviamo un secondo, che secondo la maggioranza degli studiosi rappresenta la maschera ossea del dio della morte, signore del livello dell’Oltretomba. Sopra di esso è collocata una figura umana; tutti ritengono si tratti di Hanab Pakal II, sovrano-sacerdote di Palenque; i cui resti sono stati conservati per secoli sotto questa enorme lapide.

La mitologia Maya vede i quattro punti cardinali (Nord, Sud, Ovest, Est) uniti da una gigantesca croce chiamata l'Albero della Vita, che collega il cielo, la terra e il regno dei morti. Questo ci porta al terzo glifo, posto appena sopra la figura umana: esso rappresenta, in questa raffigurazione, oltre che l'albero della vita, anche l’albero, inteso come vegetale, la Via Lattea ed il "Bianco Cammino", una strada sacra che corre da oriente ad occidente, dalla nascita alla morte. Si presume infatti che la stele rappresenti il viaggio del Re Pacal verso gli inferi.

Il quarto glifo è sovrapposto all'albero della vita e rappresenta un serpente bicefalo che i Maya adoravano; era conosciuto come Itzamnà o Dragone Celeste. Simbolicamente esso rappresenta la vita e la morte.

Giungiamo infine al quinto simbolo, che si trova nella parte più alta del bassorilievo e rappresenta un Quetzal, un uccello sacro per i Maya e odierno simbolo nazionale del Guatemala. La combinazione di questi simboli ha tratto in inganno molti studiosi poichè visti nel complesso sono difficilmente riconoscibili. La chiave che ha permesso di decifrare il complesso simbolismo è costituita proprio dalla presenza di Hanab Pakal II, che nella rigida gerarchia della Città-stato di Palenque rappresentava il fulcro dell'universo; la sua posizione 'centrale' nella raffigurazione è dovuta proprio al suo status.