Dal sito e per gentile concessione di Massimo Polidoro
Ho letto di recente questo articolo di Massimo Polidoro che racconta un'esperienza assolutamente reale accaduta al Sig. David Bianchi appartenente del Gruppo Toscana del CICAP.
L'ho ritenuto molto interessante ed ho chiesto all'ufficio stampa del segretario nazionale del CICAP, il permesso per la sua pubblicazione integrale su UFOLOGANDO, che dire... permesso accordato ed anche in pochissimo tempo, voglio quindi come prima cosa porgere i miei ringraziamenti.
Ecco l'articolo:
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Visto che la discussione su “Hereafter” e le esperienze di pre-morte ha sollevato l’argomento, forse è il caso di approfondire anche qui il tema del “terrore notturno” che avevo trattato in dettaglio nel mio libro Il sesto senso. E visto che l’argomento lo richiede, lo faremo a puntate. Cominciamo con il resoconto di un’esperienza particolarmente sconvolgente perché la persona che l’ha vissuta, David Bianchi, non solo è dichiaratamente scettica nei confronti dei fenomeni paranormali ma fa addirittura parte del Gruppo Toscana del CICAP:
«Era una tranquillissima notte del mese di marzo, quando mi svegliai colpito dalla luce del lampione che si trova in strada proprio di fronte alla finestra di camera mia. “Ah!”, pensai tra me, “ma guarda un po’ che razza di luce fa stanotte quel lampione…”.
«In effetti la luce che filtrava attraverso i forellini dell’avvolgibile era un po’ troppo forte per essere quella di un lampione, troppo bianca e ogni tanto si notava una lieve traccia di azzurro. Ora che la guardavo meglio mi sembrava anche che roteasse come quella del lampeggiatore di un’ambulanza.
«Io abito in un paesino piuttosto piccolo, ci conosciamo tutti e ho avuto paura che fosse successo qualcosa di spiacevole al mio vicino, quindi decisi di alzarmi per controllare cosa fosse quella luce.
«A questo punto fui colto di sorpresa da un fatto piuttosto strano: non riuscivo assolutamente a muovermi!
«“Non è possibile”, pensai, “cosa mi sta succedendo?” Riuscivo a muovere solo la testa e mi voltai lentamente. La luce fuori dalla finestra sembrava impazzita, stava roteando a una velocità incredibile. Il mio panico nel frattempo aumentava. Lentamente, riuscii ad arrivare all’interruttore della luce vicino al letto, ma non sembrava funzionare. Provai ripetutamente a premere l’interruttore ma non successe niente.
«Il panico aumentava e soprattutto un’altra terribile sensazione stava facendosi spazio dentro di me: “c’è qualcuno nella stanza!” Sì, avevo proprio l’impressione che ci fosse qualcun altro nella stanza. Nello stesso tempo mi rendevo conto che era assurdo pensare a una cosa del genere, sapevo benissimo che non era possibile, eppure il terrore c’era: quel terrore profondo che prende un bimbo piccolo che vede i mostri nel buio. Era terribile, e nel frattempo mi sentivo completamente paralizzato nel letto, riuscivo a muovere solo gli occhi.
«Giuro che avrei voluto urlare dalla paura ma non ci riuscivo. Non riuscivo a capire cosa mi stesse succedendo anche se cominciava ad affiorare un’ipotesi tanto terribile quanto assurda.
«D’improvviso vedo distintamente delle ombre nella stanza, erano almeno in quattro. Mi sentii stendere le gambe, girare la testa, prendere per le braccia, in un attimo fui ricoperto di una sostanza gommosa tipo lattice. Ero completamente immobilizzato, furono fatti dei fori per gli occhi e uno per la bocca, avrei voluto urlare ma non ci riuscivo.
«Ero completamente in balìa di non so chi o che cosa, l’unica cosa che ero riuscito a notare era che queste creature avevano la testa piuttosto grossa, degli occhi enormi e delle mani con dita sottilissime. Solo una cosa riusciva a darmi forza, e cioè il fatto che malgrado fossi in preda al panico, riuscivo ancora a pensare, e stavo pensando che quello che stavo vivendo purtroppo era un rapimento da parte di alieni.
«“Non è vero… No! Non è possibile… gli scienziati, Piero Angela, gli amici del CICAP… si sbagliano tutti. Questa volta è vero, mi sta succedendo, ma non può essere. Come faccio a raccontarlo? Non mi crederanno mai”.
«Nel frattempo ero stato sollevato dal letto e trasportato fuori su una specie di barella. In un attimo avevamo attraversato la parete ed eravamo diretti verso una fortissima luce bianca.
«Un momento dopo ero di nuovo nel mio letto. Mi trovavo in una posizione molto scomoda, il mio sguardo volò subito all’orologio appeso alla parete: le tre e mezza: “Ma quanto tempo era passato?”»
Domani continueremo con un altro resoconto particolarmente sconcertante e poi cercheremo di capire che cosa succede in casi come questi e come, chi li ha vissuti, ha finito per spiegarseli.
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Naturalmente pubblico anche il link alla spiegazione dell'accaduto fornita dal diretto testimone, questa però la leggete sul sito dell'autore:
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Questo il link dell'articolo:
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Questo il link al sito di Massimo Polidoro:
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