È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

RICHIEDI L'ISCRIZIONE AL FORUM PER POTER PARTECIPARE ED ACCEDERE A TUTTE LE DISCUSSIONI
CLICCA QUI PER LA RICHIESTA DI ISCRIZIONE !!
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva

Il nazismo esoterico

Ultimo Aggiornamento: 19/05/2013 13:54
Autore
Stampa | Notifica email    
23/03/2012 08:09
 
Quota

LA VERA STORIA DEGLI UFO NAZISTI - PARTE 2

Nuove Comparse

Nel febbraio 1953 il quotidiano "Hamburger Morgenpost" pubblicò una importante serie di ben tredici articoli dedicati ai dischi volanti ed alle storie dei dischi nazisti, riprendendo e cristallizzando in maniera definitiva le dichiarazioni di Schriever degli anni precedenti. Uno di essi era intitolato "Abbiamo costruito i dischi volanti" ed era firmato da George Klein (che secondo il ricercatore tedesco Klaus-Peter Rothkugel era lo stesso Georg Sautier che aveva scritto un articolo sui dischi tedeschi sulla rivista "Kristall" nel 1950): in esso veniva affermato che la storia dei dischi volanti era nata nell'aprile 1941, allorchè Goering chiese ad un gruppo di progettisti riunito al ministero dell'aviazione di sviluppare aerei più veloci e con forme alternative. Il presunto volo di prova di un disco volante avvenuto a Praga il 14 febbraio 1945 veniva descritto nei particolari, citando la presenza del fantomatico Habermohl. Oltre la presenza di alcune ricostruzioni grafiche di sicuro impatto visivo, il quotidiano pubblicò anche la lettera di un tale Joachim Roehlike, che affermava di essere stato un pilota notturno durante la guerra e che, in tale posizione, tra il 1944 ed il 1945 fu informato dell'esistenza di "missili circolari", già disponibili in un numero da cinque a quindici.

Nella primavera del 1953 il quotidiano tedesco "Welt am Sonntag"[46] pubblicò l'intervista a George Klein (che nella successiva pubblicistica legata ai "dischi nazisti" assunse svariati ed improbabili titoli e qualifiche, tra cui quello di collaboratore del ministro degli armamenti Albert Speer). Egli avrebbe visto il volo di prova di un disco il 14 febbraio 1945: in tre minuti sarebbe salito fino a 12.400 metri. Il velivolo avrebbe avuto una velocità di 2.200 Km/h, resistendo al calore prodotto grazie alla costruzione con speciali leghe metalliche. Sarebbe stato "guidato da raggi" e stabilizzato in volo tramite l'uso di giroscopi. Klein riprendeva le notizie diffuse dalla stampa nei due anni precedenti e le faceva proprie, arricchendole ulteriormente. Secondo lui c'erano stati due distinti progetti: uno capeggiato da Miethe e orientato alla realizzazione di un disco di 42 metri di diametro, l'altro da Schriever (che morì proprio due settimane prima, secondo lo stesso Klein: non c'erano, quindi, più personaggi accertati che potessero confutare le sue affermazioni. In realtà Schriever morì il 16 gennaio 1953 a seguito di un incidente d'auto, anche se qualcuno, per mantenere viva la leggenda, ha messo in dubbio la sua morte) e da un certo Otto Habermohl (o Habennohl) per la costruzione di un un velivolo caratterizzato da un anello circolare e da una cabina sferica centrale. Lo sviluppo avveniva a Praga e poco prima dell'arrivo dei Russi progetti e materiali furono distrutti, mentre i tecnici fuggirono. Lo stesso Miethe, in modo molto romanzesco, sarebbe fuggito addirittura a bordo di un caccia-razzo Me-163: viste le caratteristiche e la limitata autonomia del velivolo questo particolare appare quantomeno improbabile. L'articolo (che venne ripreso anche da altri quotidiani stranieri[47]) era corredato da una fotografia in cui Klein mostrava all'intervistatore, il dottor Werner Keller, una grande rappresentazione, in pianta e di profilo, del disco.

Nel gennaio 1954 la stampa riportò una serie di notizie relative all'esistenza di dischi volanti sovietici, realizzati sulla base di progetti tedeschi e con il contributo di scienziati germanici. Il "Kas­se­ler Zei­tung" dell'11 gennaio 1954 affermava che i famosi dischi volanti osservati a partire dal 1947 erano russi, ma sviluppati grazie a studi tedeschi iniziati molti anni prima. Il giorno dopo il "Ba­di­schen Neu­e­sten Nach­rich­ten" riferiva che un ingegnere tedesco era tornato in germania dopo otto anni di lavoro in una base segreta siberiana. Là, insieme ad altri tecnici tedeschi, aveva collaborato ad un rivoluzionario velivolo denominato Cow 7 (i primi sei prototipi si erano rivelati un fallimento). Aveva avuto modo di osservare i decolli verticali di questi dischi, che in pochi secondi sparivano alla vista, grazie ad una velocità ascensionale di circa 1.000 Km/h. Erano dotati di dodici reattori, proprio come la famosa V-7 nazista (stessa numerazione, curiosamente). L'uomo aveva lavorato alla costruzione della cabina centrale, fatta di vetro al quarzo e rinforzata, al cui interno trovava sistemazione un equipaggio di quattro uomini. Tale cabina rimaneva immobile, mentre attorno ad essa ruotava vorticosamente l'anello su cui erano montati i reattori.

La rivista tedesca "Die 7 Tage" il 25 aprile 1954 pubblicò un articolo intitolato "I tedeschi hanno inventato i dischi volanti", comprendente due schizzi del disco di Miethe. Goering avrebbe ordinato fin dal 1941 la costruzione di velivoli discoidali: ci sarebbero stati due progetti, uno sviluppato da Schriever (di cui si accennava la "misteriosa" morte l'anno precedente) e l'altro da Miethe. Quest'ultimo progetto era originariamente destinato ad un velivolo da bombardamento, di 42 metri di diametro e dotato di turboreattori. Poi, tra il 1944 ed il 1945, fu prevista una cabina posta non al centro del disco, ma alla sua periferia, in modo da collocare al centro il "giroscopio stabilizzatore". Questa bizzarra configurazione fu addirittura ripresa da almeno un produttore francese di giocattoli, che realizzò un disco volante in latta (probabilmente intorno alla metà degli anni cinquanta) praticamente della stessa forma. La stella rossa presente sul disco probabilmente indicava una possibile origine russa, anche se la scritta "Terra-Marte" induceva a pensare ad un uso spaziale. Il disco di Miethe era dotato di dodici reattori, di cui sono i numeri 8 e 12 venivano usati durante il volo di crociera, mentre gli altri trovavano impiego durante le manovre. Il loro getto poteva anche essere orientato verso il basso per permettere lo stazionamento del velivolo.

Sembra che alla fine di luglio vi fosse una voce secondo cui il cargo svedese "Smoken" aveva preso a bordo tre fuggiaschi russi, mentre si era perso nella nebbia in territorio russo. Si trattava di tre ingegneri che erano scappati da una zona proibita, dove venivano costruiti degli oggetti volanti. Ogni giorno fino a 20 velivoli a forma di disco venivano lanciati verticalmente, per poi atterrare parecchie ore dopo sulla tundra, simili a dei dischi fiammeggianti. Gli ingegneri affermavano che i velivoli potevano trasportare "300-800 persone" ad una velocità media di 7.000 Km/h. Dei tecnici tedeschi erano coinvolti nel loro sviluppo.

Georg Klein riapparve nel 1954, durante la gigantesca ondata europea di avvistamenti UFO. Numerosi quotidiani[48], inclusi molti italiani[49], riportarono la notizia, proveniente da un articolo pubblicato dal "Tages Anzeiger" (Zurigo) del 18 settembre 1954. In esso veniva presentata una lunga intervista a Klein (il quale si sarebbe recato direttamente alla redazione del giornale, ancora una volta con una riproduzione in grande formato del disco di cui parlava), ricca di dettagli tecnici sulle caratteristiche del disco, riproponendo praticamente la stessa storia dell'anno prima e citando in modo distorto Belluzzo ("Bellouzo", errore che fu perpetuato dalla maggior parte delle fonti successive come "Bellonzo"), il cui ruolo veniva ridotto a quello di collaboratore di Schriever. Esistevano due tipi di dischi: uno di 16 metri di diametro e 5 reattori, l'altro di 42 metri di diametro e con 12 reattori (quest'ultimi dati sembrano essere ripresi dalle precedenti storie relative al ritrovamento di un disco volante, indicato come "russo", che sarebbe avvenuto nel 1952 alle isole Spitzbergen. Klein però affermava che si trattava di un prototipo tedesco là precipitato). L'uomo affermava di trovarsi in Svizzera per presentare un modello di disco volante in scala ridotta ed azionato da energia elettrica: voleva raccogliere i fondi necessari per realizzare un prototipo capace di ospitare due o tre persone.



Quasi un mese dopo, lo stesso giornale nell'edizione del 16 ottobre pubblicò un lungo articolo firmato "Georg Klein", che riassumeva le sue precedenti dichiarazioni, citando anche il progetto canadese AVRO e presentando un paio di schizzi del "disco Miethe", peraltro già pubblicati da "Die 7 Tage" nell'aprile precedente. Klein ribadiva lo sviluppo di dischi di 42 metri di diametro, a partire dal 1941-1942, i cui primi esemplari erano radiocomandati da un operatore che ne seguiva il volo, via radar, da una torre di controllo. Esaltava la superiorità della forma a disco nella costruzione di velivoli ad alte prestazioni, dilungandosi nei dettagli tecnici del disco, la cui paternità era sempre attribuita a Miethe. Ancora una volta la leggenda del disco precipitato e trovato alle isole Spitzbergen veniva messa in relazione con la caduta, molti anni prima, di un prototipo tedesco. Questa tendenza ad impossessarsi di altre notizie, integrandole nel contesto dei propri racconti in modo da acquisirne più credibilità, fu comune a buona parte degli inventori di dischi degli anni cinquanta, tendenza che, comunque, è sempre stata propria di chi ha proposto improbabili storie che dovevano essere accettate (a partire dai contattisti ufologici fino ad inventori più o meno credibili). Klein, in particolare, costruì una propria struttura di riferimento prendendo quanto era stato già pubblicato dalla stampa negli anni precedenti ed organizzando quelle storie in modo da limitare le loro incongruenze originali. Ognuno dei quattro personaggi coinvolti acquisiva un proprio progetto autonomo e piuttosto distinto dagli altri. La leggenda che Klein fu in grado di riprendere e perpetuare si fondava su un elemento fondamentale: nessuno dei personaggi coinvolti poteva intervenire per confutarla o togliere spazio a Klein stesso: Belluzzo e Schriever erano morti, mentre Miethe e Habermohl probabilmente non esistevano affatto!

La rappresentazione dei dischi tedeschi con improbabili motori a reazione collocati in vario modo alla loro periferia deriva probabilmente da varie situazioni. I motori a reazione erano la soluzione propulsiva più avanzata del momento ed erano associate direttamente alle meraviglie tecnologiche delle armi segrete tedesche, logico quindi che venissero usati anche in relazione a questa nuova, ulteriore, meraviglia. La forma discoidale del velivolo ed il movimento rotatorio ad esso associato determinavano la disposizione dei motori in modo da imprimere tale movimento. Ma gli "inventori" dei dischi non proposero nulla di nuovo. L'immagine del disco propulso da motori a reazione era già stata ampiamente diffusa da stampa e fumetti (e, in modo un po' diverso, anche dal primo film con una trama imperniata sui dischi volanti, "The Flying Saucer", uscito negli Stati Uniti nei primi giorni del gennaio 1950). Addirittura, la controcopertina del numero di novembre 1947 della rivista americana "Fantastic Adventures" pubblicava (nell'ambito di una trattazione che indicava nei dischi volanti il ritorno degli antichi dei - extraterrestri - dell'Egitto e di altre civiltà scomparse) due schizzi di un disco volante dotato di una cabina centrale trasparente. Il velivolo era dotato di 12 motori a reazione (in quattro gruppi a tre), proprio come nella fantomatica "V-7".

Le dichiarazioni di Klein, come ha fatto notare lo studioso francese Joseph Altairac[50] inducevano a pensare ad un vero e proprio programma di sviluppo in grande stile e dotato di ampi mezzi, sia finanziari che umani. Le affermazioni della maggior parte degli altri inventori di dischi, al contrario, sembravano essere legate ad attività quasi artigianali e legate ad un singolo personaggio e all'aiuto di pochi collaboratori (quasi una riedizione della popolare figura del geniale inventore, in questo caso ancora più geniale perchè ammantato dalla tenebrosa e malvagia scienza nazista). Ma un programma di tali dimensioni e finalità avrebbe dovuto generare, nonostante la segretezza, una qualsiasi minima traccia e documentazione storica: nulla è stato fin'ora trovato in merito. L'argomento è sempre stato di forte fascinazione ed impatto emotivo, capace di suscitare la curiosità, se non l'interesse, di molte persone. Questo è uno dei motivi per cui storie inventate e falsi opportunistici hanno probabilmente costellato quella che può essere definita come la "leggenda degli UFO nazisti" fin dalla sua nascita, ma ancora di più a partire dai filoni chiaramente fantascientifici nati nei primi anni ottanta (che hanno dato origine ad una ricca produzione di documentari, libri e pubblicazioni varie infarcite di astronavi naziste lanciate verso Marte e, addirittura, la stella Aldebaran, super armi e fantastiche tecnologie, antigravità, energie misteriose ed addirittura viaggi nel tempo). Uno scherzo, per esempio, fu pubblicato il 1 aprile 1972 (!) sulla rivista aziendale "Vereinigten Flugtechnischen Werker-Fokker GmbH": un disco volante, di cui venivano presentate tre foto, era stato inventato dalla società aeronautica Fokker! In realtà si trattatava di un modellino creato alla belle e meglio e la cui immagine fu ripresa negli anni novanta anche da alcune pubblicazioni americane[51].

Le storie degli "inventori" vennero acquisite per veritiere o quantomeno possibili anche da parte di alcuni "studiosi" ed "esperti", contribuendo a fornire alle storie stesse un sostegno di attendibilità che di certo non meritavano. Per esempio, la rivista "Tempo" del 23 settembre 1954 pubblicò un lungo articolo dell'esperto missilistico tedesco Hermann Oberth, che (nell'ambito di una sua teoria per la quale i dischi volanti erano veicoli extraterrestri) dava per certa l'esistenza della V-7[52], citando alcune delle caratteristiche che erano state divulgate dalla stampa negli anni precedenti.

Nel numero di ottobre 1954 della rivista italiana "Orizzonti" si riferì di un fascicoletto che sarebbe stato pubblicato di lì a poco a Berlino e dedicato ai dischi volanti come il risultato di uno dei progetti di armi segrete tedesche. L'articolo metteva insieme, in modo piuttosto confuso, alcune notizie relative agli inventori che erano apparsi sulla scena negli anni precedenti e riprendendo le notizie pubblicate dalla già citata rivista tedesca "Die 7 Tage" del 25 aprile. Per esempio, Rudolf Schriever veniva definito "notissimo asso e collaudatore" che sarebbe morto durante il collaudo del primo disco volante, nel 1941. Quattro anni dopo il prototipo definitivo era pronto, dotato di dodici motori collocati lungo la circonferenza e di una cabina centrale trasparente. Durante un volo di prova il disco telecomandato non rientrò alla base. Alcuni mesi dopo (secondo altre fonti, "dopo la guerra") una pattuglia inglese avrebbe ritrovato alle isole Spitzbergen i rottami di un velivolo non convenzionale: si trattava del disco tedesco lì precipitato.

Il 31 ottobre 1954 il "Wiener Echo" riferì la storia di un certo dottor Ronald Richter. Originario della Boemia e definito un personaggio bizzarro per le sue idee per produrre energia atomica con uranio per mezzo di un "metodo termico", sarebbe riuscito ad ingraziarsi Hitler in merito alle sue idee per nuovi velivoli legati a "elettricità e magnetismo", tanto da essere messo a capo di un gruppo di lavoro (ovviamente) a Peenemünde. Alla fine della guerra, Richter prese con sè tutti i documenti del progetto e fuggì in Argentina, dove divenne un protetto di Evita Peron. Sull'isola Huemul sarebbe stata costruito per lui un grande centro di sviluppo, in quanto il fine ultimo di Peron era quello di acquisire un'arma rivoluzionaria con cui fare diventare l'Argentina una grande potenza. La stessa fonte riferiva che numerosi quotidiani francesi avevano riferito le dichiarazioni di un tale Georges Grondeau, secondo cui Hitler si era rifugiato al polo sud e da lì faceva partire i dischi volanti, il cui sistema di propulsione era legato al campo magnetico terrestre.

Il settimanale italiano "Realtà Romanzesca" il 2 dicembre 1954 pubblicò un articolo riccamente illustrato dal noto disegnatore Curt Caesar, in cui si parlava di "dischi volanti" e, in particolare" di V-7 (indicate nell'articolo anche con il curioso nome di "ROSCH", cioè Rotierende Scheibe). Venivano ripresi i dati pubblicati in passato in relazione alla storia di Miethe. Il 17 aprile 1944 il disco aveva volato a velocità supersonica a quasi 21.000 metri di altezza ed aveva un'autonomia di circa 31.000 chilometri (e poteva essere radiocomandato fino a 15.000 chilometri di distanza). Aveva dodici turbine disposte attorno ad un corpo sferico centrale, che rimaneva immobile. Al suo interno c'era la cabina per i tre piloti e l'alloggiamento per radio e radar. Visti i getti incandescenti che fuoriuscivano dalle turbine il suo aspetto in volo era quello di un "globo luminoso".


La Fase finale dell'Origine dei Dischi Nazisti

Nel 1956 un ex-ufficiale del Genio dell'esercito tedesco, Rudolf Lusar, pubblicò un libro dedicato alle armi segrete tedesche della seconda guerra mondiale. [40] Sebbene contenente dati ed affermazioni discutibili in un'ottica di celebrazione patriottica, il libro diventò il lavoro di riferimento del settore e dedicò un paio di pagine anche ai "dischi volanti tedeschi", presentandoli come velivoli realmente progettati e sviluppati. In realtà Lusar non fece nient'altro che basarsi sulle fonti giornalistiche degli anni precedenti, peraltro senza citarle. In ogni caso la presenza di tali storie su un testo ritenuto "serio" fu subito sfruttata dai sostenitori dei dischi nazisti quale una sorta di riconoscimento ufficiale, perpetuando dicerie ed inesattezze (per esempio, la storpiatura di "Belluzzo" in "Bellonzo"). La stampa riprese i contenuti del libro di Lusar[53] e del suo appoggio alle tesi degli inventori tedeschi, riesumando anche le storie di Klein e di Miethe apparse qualche anno prima.[54] Lusar, seconco altri fonti, durante la guerra era impiegato all'ufficio brevetti tedesco, ma sembra che non sia stato possibile capire la sua attività durante quel periodo (negli anni sessanta risultò iscritto per un certo periodo all'ordine tedesco degli ingegneri). Nel 1970 un altro libro di storia militare[55] riprese acriticamente le stesse storie, contribuendo alla perpetuazione della leggenda e fornendo un apparente connotato di attendibilità. Nel marzo del 1957 durante un'audizione parlamentare del direttore del NACA, Hugh L. Dryden, il deputato democratico del Texas Albert Thomas chiese a Dryden se era vero, come affermato nel libro di Lusar, che i tedeschi avevano sviluppato un disco volante nel 1945, capace di volare a 1.250 miglia all'ora alla quota di 40.000 piedi[56]. Dryden affermò che si trattava semplicemente di una trovata pubblicitaria per promozionare il libro. Molti articoli riferirono che la medesima considerazione era stata espressa anche dal famoso aviatore ed eroe di guerra James H. Doolittle[57].

Il tedesco Andrea Epp fu un figura piuttosto importante nelle leggende dei dischi nazisti. Il 24 aprile 1958 depositò il brevetto per un progetto di disco volante, culmine dei suoi studi durati 16 anni e nelle settimane successive moltissimi organi di informazione europei parlarono di questo "disco terrestre": da allora cominciò ad apparire ripetutamente, nei successivi trent'anni, su numerosi quotidiani e riviste, stampa italiana inclusa. Più avanti Epp riprese anch'egli storie e personaggi degli anni precedenti, fondendo il tutto con un proprio ruolo attivo e modificando profondamente le sue dichiarazioni iniziali, rendendo il tutto poco credibile. Ulteriori dubbi derivano dal fatto che sia le dichiarazioni attribuite a Epp che le informazioni su di lui offerte da varie fonti sono spesso confuse e tra loro contraddittorie. Alcune pubblicazioni[58] dedicate a lui e, più in generale, ai "dischi nazisti", indicano proprio in Epp il progettista di tutti i dischi che sarebbero poi stati sviluppati dagli altri personaggi della saga dei dischi nazisti (Schriever, Belluzzo, Habermohl e Miethe), proseguendo nel solco delle affermazioni fantasiose e prive di qualsiasi supporto storico.

Il suo progetto originario sarebbe stato alla base degli altri e più famosi progetti di dischi tedeschi: nel 1940 avrebbe realizzato il suo primo disco di 60 centimetri di diametro, caratterizzato da un anello di rotori e da una cabina centrale. Il progetto sarebbe stato dato in un primo momento al generale Udet, e sarebbe poi passato al generale Dornberger a Peenemünde, il quale, dopo un'attenta valutazione, lo avrebbe raccomandato. Uno speciale impianto di costruzione sarebbe stato realizzato a Praga, dove sarebbe stato allocato un gruppo di specialisti diretti da Schriever e Habermohl. All'inizio l'intero programma fu gestito dalla Luftwaffe, poi dal ministro degli armamenti Speer attraverso il capo ingegnere Klein. Nel 1944, insieme ad altir progetti di armi discoidali, fu acquisito dalle SS sotto la direzione del generale Klammer. Schriever modificò la lunghezza delle pale rispetto ai disegni originali del disco e questo determinò un'instabilità che non era ancora stata risolta quando arrivarono i Russi. Al contrario, Habermohl seguì le specifiche originali e riuscì ad effettuare due o tre voli di successo. Un secondo team sarebbe stato capeggiato (ovviamente ...) da Miethe e "Bellonzo" in un'installazione a Dresda o Breslau, per poi convergere, secondo il frequentemente contradditorio racconto di Epp, a Praga. Quando arrivarono i russi tutti i prototipi e la documentazione fu distrutta: una parte dei tecnici scappò (di "Bellonzo" non si sarebbe avuta più traccia, mentre Miethe sarebbe addirittura scappato da Breslau a bordo di un caccia razzo Me-163, una palese assurdità), mentre altri, tra cui Habermohl, passò con i russi[59].

In un suo opuscolo Epp dichiarò di avere scattato due fotografie ad un disco il volo il 14 febbraio 1945 la stessa data che ricorre nelle storie precedenti), mentre in un'intervista contenuta nel documentario "UFO secrets of the the Third Reich" disse di averle scattate nell'autunno del 1944, mentre in una lettera del 1991 inviata all'autore Henry Stevens, le retrodatò all'agosto di quell'anno. Le foto, in ogni caso, ritraggono semplicemente una sagoma scura in lontananza, estremamente simile alle tante fotografie di dischi volanti "scuri" diurni che sono stati realizzati incollando una sagoma nera su un vetro. Epp presentò anche una lettera /dichiarazione del pilota Otto Lange, datata 10 luglio 1965, in cui l'uomo affermava che i dischi volanti erano stati realizzati sulla base dei disegni di Epp, a cui doveva essere riconosciuto tutto il merito. Lange stesso avrebbe guidato per circa 500 chilometri un disco. Secondo il ricercatore tedesco Rothkugel la calligrafia dello scritto è però proprio quella di Epp e la lettera un maldestro tentativo di fornire un supporto alle sue dichiarazioni.

Stando a quanto riportato da "Il Giornale d'Italia" del 25 agosto 1965 (e da altre fonti), nel 1939 avrebbe realizzato il primo prototipo, di dodici metri di diametro e dieci tonnellate di peso, capace di volare a duemila chilometri all'ora con due piloti di equipaggio. Le dichiarazioni del tedesco erano però un crogiuolo di errori e di imprecisioni: per esempio Schriever era dato ancora per vivo e tornato da poco dalla Russia, mentre Bellonzo (alias Belluzzo) era andato a lavorare negli Stati Uniti. Epp dichiarò che nel 1944 aveva sviluppato un altro disco, chiamato Omega, ben più grande: venti metri di diametro, otto motori, trenta tonellate di peso, otto uomini di equipaggio e 3.800 chilometri all'ora di velocità. Un modello in scala 1:10 di questo disco fu mostrato da Epp a partire dal 1958[60] : dotato di otto eliche intubate nel corpo del velivolo, possedeva anche due turbogetti che ruotavano alle estremità di un rotore fissato all'asse del disco, permettendo velocità fino a 5.000 KM/h. Secondo un articolo che la rivista aeronatuica "Alata" gli dedicò nel numero del maggio 1959, l'inventore tedesco avrebbe sperimentato il modello tra il gennaio ed il maggio del 1958, facendolo addirittura volare nell'estate di quell'anno.



Epp nel 1965 si recò in Italia, proveniente da un analogo giro in Francia (ma era già stato in entrambi i paesi nel 1959 sempre per trovare dei finanziatori o compratori dei propri progetti: chiedeva tre milioni di lire dell'epoca per la realizzazione di un disco a due posti[61]) per presentare la sua invenzione, incontrando sia giornalisti che appassionati di dischi volanti[62] e dimostrando un gran bisogno di vendere la sua realizzazione. Quattro anni dopo si trovava di passaggio a Bergamo e venne intervistato da un giornalista locale[63]: questa volta, in piena febbre da conquista della Luna, Epp presentava il suo disco come un veicolo per il viaggio verso il satellite, allunaggio compreso, dichiarando che il disco di dodici metri di diametro era in fase di costruzione in una località segreta della Germania, ad opera di un consorzio europeo. Nell'autunno del 1973 era ancora in Italia, a Chiavari e raccontò nuovamente la sua storia ad un giornalista ligure[64] (grazie anche all'attualità dell'ondata di avvistamento UFO di quel periodo): il suo progetto veniva retrodatato al 1936 ed il primo prototipo al 1941, con la successiva costruzione di quindici velivoli. Epp ebbe un momento di notorietà già nell'estate 1953, quando addirittura alcuni quotidiani americani[65] (oltre a giornali e riviste di altri paesi) riportarono la sua foto e quella di un suo modello di aereo a reazione a pianta triangolare. L'uomo veniva presentato come un inventore che, dopo dieci anni di lavoro, aveva realizzato il modello di un aereo che avrebbe potuto volare alla fantastica velocità di 1.200 miglia all'ora. Secondo alcune fonti Epp raccolse dei fondi che gli permisero poi di costruire il modello di disco nel 1958, evoluzione di altri due progetti del 1946 e del 1954. Sorge però un interrogativo: perchè Epp, se aveva realmente per le mani progetti e notizie su un velivolo circolare, non sfruttò il momento del 1953 o addirittura prima, quando erano apparse le storie di Belluzzo, Schriever, Miethe e di altri, per farsi avanti? Forte di quanto raccontò solo a partire dal 1958, e di due foto che a suo dire mostravano un disco tedesco in volo, avrebbe potuto facilmente acquisire una notorietà superiore a quella degli altri "inventori" suoi diretti concorrenti. I racconti rilasciati da Epp nel corso del tempo sono tra loro contradditori ed assomigliano ad un tentativo, spesso maldestro (come i suoi progetti aeronautici, per i quali era costantemente alla ricerca di soldi), di acquisire una conferma storica sfruttando malamente personaggi ed informazioni apparsi sulla scena mediatica ben prima di lui.

Il quotidiano "Kasseler Zeitung" del 7 giugno 1957 presentò un nuovo personaggio: si trattava dell'ingegnere austriaco H. Fister, che stava pubblicando una serie di articoli sul quotidiano viennese "Der Soldat". Secondo Fister i dischi volanti erano un'invenzione tedesca degli ultimi tempi della guerra. Lui, nel 1943, aveva iniziato lo sviluppo due nuovi razzi antiaerei (Akat 1 e Akat 2), ma presto le sue idee lo portarono a concepire un velivolo a formda di disco. Dotato di una parte centrale stazionaria e di una parte rotante che emetteva gas combusti luminosi ad altissima temperatura, sarebbe stato in grado di abbattere qualsiasi aereo, tagliandolo letteralmente a pezzi. Lo propose a Berlino al ministero dell'aviazione, ma la sua idea fu pronta in tre mesi. In effetti all'inizio del febbraio 1945 sarebbe stato possibile passare alla realizzazione di un prototipo di 7,1 metri di diamentro, 0,95 di altezza, capace di 3.000 km/h ad una quota massima di 30.000 metri. Ma era troppo tardi: la guerra finì e gli Alleati si impossessarono degli sforzi tedeschi. Fister lasciava intendere che la campagna condotta negli Stati Uniti a favore della provenienza extraterrestre dei dischi fosse in realtà usata dal governo americano per nascondere l'esistenza di queste tecnologie avanzate. Sempre nel 1957, la rivista tedesca "ZB"[66] pubblicò sul suo numero 25 una appariscente copertina a colori in cui alcuni soldati tedeschi della seconda guerra mondiale stavano osservando un disco volante, con insegne tedesche, a bassa quota. L'articolo all'interno riprendeva le classiche storie degli inventori già apparse sulla stampa negli anni precedenti.

Un altro "inventore" fece la sua comparsa in Germania intorno al 1964. Nel numero del 20 agosto 1966 del settimanale tedesco "Das Neue Zeitalter"[67] un laureato in economia (secondo l'autore, di dubbia affidabilità, Michael X Barton[68] era un radiotecnico che durante la guerra era stato coinvolto in "affari di stato segreti") di nome Hermann Klaas riferì di avere inventato e costruito nel 1941 un piccolo disco volante, di 2,40 metri di diametro, propulso da un motore elettrico (un'altra fonte fa risalire il primo modello al 1939, mosso da un propulsore a benzina prima e a reazione poi). Secondo Klaas i dischi volanti, a quell'epoca, venivano costruiti sia dai Russi che dagli Americani. Riallacciandosi alle ormai consolidate "storie" del trio "Bellonzo"-Schriever-Miethe presentandole come vere (ma fondendo tra di loro in modo confuso notizie e circostanze), venivano presentati tre disegni che venivano proposti come le illustrazioni di quei progetti, basati sull'uso di motori a reazione orientabili. Il primo era attribuito all'ultimo prototipo di Schriever e Habermohl, sviluppato tra il 1943 ed il 1945. Il secondo era il primo modello del 1941-42, mentre il terzo rappresentava il primo tipo definitivo. I primi due mostravano tre sfere nella parte sottostante (richiamando in questo la popolare iconografia dei dischi volanti di George Adamski) ed addirittura un tubo che fuorisciva dal un lato del corpo del disco, chiamato da alcune fonti "Walter tube", con funzioni di propulsione e "stabilizzazione". Sembravano, comunque, una rielaborazione diretta del disegno presente nel libro di Lusar del 1956. Il terzo aveva una struttura più complessa con una torretta dotata di oblò, zampe di atterraggio ed una cupola inferiore: nel complesso assomigliava molto a parecchie delle illustrazioni di dischi volanti circolate a partire soprattutto dal 1950.

Lo stesso giornalista tedesco, due anni prima aveva pubblicato sempre sulla "Das Neue Zeitalter" (10 ottobre 1964) un articolo in cui si riferiva che i dischi volanti erano stati progettati durante la guerra dagli ormai scienziati (!) Bellonzo, Schriever, Miethe e Habermohl ed assemblati in misteriose basi segrete naziste localizzate in Sud America e in Sud Africa.

Dopo gli anni cinquanta la comparsa di inventori tedeschi (i cui principali erano ormai entrati a far parte della leggenda degli "UFO nazisti") divenne sempre più rara: solo Andreas Epp, come si è visto, conitnuò a comparire regolarmente sulla scena, fino alla sua morte avvenuta nel 1997. Verso la fine degli anni settanta, lo scrittore francese Philippe Aziz (le cui fonti sono state ritenute da molti ricercatori poco o per nulla affidabili) menzionò in un suo libro[69], senza alcun riferimento bibliografico, una strana storia. Verso la fine della guerra Himmler fece stampare e lanciare sopra le demoralizzate linee tedesche una grande quantità di volantini in cui si riferiva della visione di un "pastore svedese", in cui comparivano deei grandi velivoli rotondi, senza equipaggio, che lanciavano fuoco contro le città nemiche ed emettevano attorno a sè un "raggio della morte". Il 2 maggio 1980 la "Neue Presse" di Augsburg presentò le dichiarazioni del settantaseienne Heinrich Fleißner, secondo cui era stao il consulente tecnico per lo sviluppo di un velivolo discoidale capace di volare a 3.000 Km/h nell'atmosfera ed a 10.000 km/h al di fuori di essa. Il disco sarebbe stato sviluppato a Peenemünde, ma i suoi componenti venivano assemblati in diverse località sotto il più stretto segreto. Il 24 aprile 1945 una squadriglia di quattro dischi, ognuno dei quali aveva due piloti, sarebbe decollata da un aeroporto di Berlino per una destinazione sconosciuta. I dischi avevano dei serbatoi rotondi, separati, di idrogeno ed ossigeno. Erano dotati di jets che facevano ruotare, "silenziosamente", la parte esterna, mentre i piloti eranno alloggiati in una cupola centrale trasparente e fissa. Il loro diametro era di 10 metri ed avevano delle zampe d'atterraggio per potere atterrare ovunque, anche sull'acqua, grazie a dei cuscini gonfiabili collocati all'estremità delle zampe stesse. Alla fine della guerra i disegni furono distrutti dai tedeschi e solo alcuni disegni di poca utilità caddero nelle mani dei Russi. Secondo Fleißner i dischi volanti erano i discedenti di quegli apparecchi, per il quale lui stesso presentò una domanda di brevetto nel 1955.



L'Eredità: Romanzi, Fumetti e Cinema

L'idea di fondo che i Nazisti possedessero tecnologie molto più avanzate del resto del mondo, quasi con connotati "magici" o comunque rivoluzionari, è stata ripresa ed ampliata da un gran numero di romanzi, fumetti e film. Tra queste tecnologie, quella dei dischi volanti ne rappresenta solo una relativamente piccola, ma significativa percentuale, mentre altre. come quella degli esperimenti medici e genetici (che sono alla base del sotto-genere filmico dei cosiddetti "Nazi zombies") è particolarmente ricca. I romanzi sono numerosi ed alcuni sono stati scritti da autori molto famosi, nettamente inferiori le pellicole realizzate, come Død snø (2009, zombies), Outpost (2008, basato sulle recenti leggende originate dal polacco Igor Witkowski in merito alla fantomatica "The Bell", un misterioso dispositivo costruito per misteriosi propositi, inclusi i viaggi nel tempo), S.S. Doomtrooper (2006, gli scienziati Nazi sviluppano un super-soldato, una specie di "incredibile Hilk"), Dead at the Box Office (2005, un film contenente un esperimento nazista di controllo mentale trasforma gli spettaori in zombies), Urda (2003, un "anime", dove un viaggiatore del tempo del 2112 torna nel 1943 con la sua capsula temporale e viene catturato dai nazisti, che vogliono usarla per vincere la guerra), River of Death (1989, un dottore nazista scappato in Amazzonia porta avanti terribili esperimenti genetici), Hell Hunters (1986, uno scienziato nazista in una base segreta del Sud America sviluppa un siero per trasformare gli uomini in zombie nazisti), Le Lac des Morts Vivant (1981, zombies), L'Abîme des morts vivants (1981, zombies), Shock Waves (1977, zombies), Frozen Dead (1966, uno scienziato tiene in vita le teste di criminali nazisti per innestarle su dei nuovi corpi), The Flesh Eaters (1964, uno scienziato nazista su un'isola tropicale sviluppa degli organismi per mangiare letteralmente gli uomini), The Yesterday Machine (1963, uno scienziato nazista inventa una macchina del tempo per tornare nella seconda guerra mondiale ed alterare il corso degli eventi), She Demons (1958, in una base segreta nazista su un'isola deserta, uno scienziato conduce esperimenti genetici su donne), Counterblast (1948, uno scienziato nazi vuole sviluppare un'arma batteriologica contro gli Alleati vincitori), Women in the night (1948, alla fine della guerra un gruppo di nazisti sono a Shangai a difendere il segreto del generatore a raggi cosmici, mille volte più potente della bomba atomica, che servirà per conquistare il mondo), Rendezvous 24 (1946, un gruppo di scienziati nazisti in una base sottorranea segreta tedesca sta sviluppando un sistema per lanciare bombe atomiche a distanza)

L'idea dello scienziato-pazzo nazista o, più in generale, della scienza maledetta nazista è ala base di un gran numero di produzioni che hanno cominciato a diffondersi dai primissimi anni del secondo dopoguerra, diffondendola sempre di più e costituendo una base di riferimento più o meno indiretta per le storie degli inventori di dischi tedeschi. Questi ultimi, a loro volta, hanno ispirato altre produzioni letterarie e filmiche (esempio: il progetto Iron Sky), creando uno scambio che continua tutt'oggi tra finzione e storie presentate come autentiche. L'idea dello scienziato pazzo e l'ispirazione per una grande quantità di romanzi che fanno riferimento ad una qualche mirabolante tecnologia nazista deriva dalla mitologia creatasi a partire dalla fine del 1944 sui progressi tedeschi nel campo degli armamenti e, più in generale, della ricerca scientifica. Tale mitologia, probabilmente fondata e sviluppata sulla fascinazione del male nazista, deriva dalla combinazione di un substrato di fatti storicamente accertati (che ha costituito una base di riferimento comunemente accettata ed in grado di rendere possibile tanto altro) e di molte fantasie, create e divulgate nel corso del tempo per vari motivi.

Nel 1947 il noto scrittore di fantascienza Robert A. Heinlein pubblicò "Rocketship Galileo": una spedizione americana sulla Luna trova una base nazista! Uno dei primi romanzi (un thriller di spionaggio) fu pubblicato in Francia nel 1952[70] ed aveva come protagonista un ingegnere tedesco che aveva lavorato sul motore di un disco volante nazista. I russi catturano un disco e ne costruiscono altri esemplari. Nel 1954 il francese Michel Lecler (alias Michel Lebrun) pubblicò Plutonium 239[71], in cui un disco volante alimentato da una pila atomica tascabile veniva costruito da alcuni scienziati nazisti, capeggiati da Adolf Hitler in persona, fuggiti in una base segreta in Svezia. Le caratteristiche del disco di fantasia furono dall'autore prese direttamente dalle dichiarazioni del 1952-1954 di Miethe e Klein, tanto che presentò una postfazione in cui affermava che i dischi volanti potevano essere di origine terrestre e, in particolare, provenienti da tecnologia nazista, oltre che riportare come credibile la storia che Hitler fosse ancora vivo. Nel 1958 fu pubblicato un interessante romanzo[72] che, per certi versi, sembra anticipare alcune delle tesi proposte negli anni successivi da Renato Vesco. Russi ed Americani avevano lanciato i loro satelliti artificiali nel 1953, i Russi erano già sbarcati sulla Luna e nel 1956 era cominciata la corsa per Marte! I risultati dei Russi derivano dal largo impiego di ex-scienziati nazisti, che hanno sviluppato una fantastica astronave ovoidale propulsa da "energia gravitazionale".

A partire dal 1971, l'occultista neonazista Wilhelm Landig (1909-1997), un austriaco che aveva prestato servizio nelle SS, scrisse una trilogia di fantasia, "Götzen gegen Thule", "Rebellen für Thule" e "Wolfszeit um Thule", in cui venivano riprese e sviluppate le tematiche relative a armi segrete mirabolanti, dischi volanti nazisti e basi segrete sotto le calotte polari. Alcuni di coloro che cercano di perpetuare la moltitudine di improbabili e spesso sconclusionate storie legate agli UFO nazisti hanno indicato nei romanzi di Landig una fonte documentale e reale, mascherata sotto forma di romanzo.
Anche la leggenda, di origine polacca, della cosidetta "campana" ("Die Glocke" o "The Bell") ha ispirato almeno tre romanzi tradotti in più lingue: "Black Order" (James Rollins, 2005), "Swastika" (Michael Slade, 2005) e "Black Sun" (James Twining, 2006).



Note e Fonti

↑ Da allora Romersa è stato citato in numerosi libri come testimone diretto dell'esistenza di una bomba atomica tedesca. Sia quest'ultima che quella descritta dal giornalista non trovano comunque alcun fondamento storico diretto. Stranamente, negli articoli di Romersa pubblicati su "Il Corriere della Sera" tra il 1944 ed il 1945 al suo ritorno dalla Germania non c'è assolutamente traccia di tale evento.
↑ Ducrocq, Albert (1947), Les armes secrètes allemandes. Paris: Berger-Levrault
↑ Szabò, Ladislas (1947). Hitler esta vivo. Buenos Aires: Editorial El Tabano
↑ Hauser, Heinrich (1946). Agarthi. In Amazing Stories 20(3)
↑ Caasy, Darius (1948). La distruzione del mondo? Hitler prepara .... Roma: Edizioni Rores
↑ "Il globo di fuoco satanico" in La Domenica del Corriere, 2 maggio 1948; "Il capitano Nemo minaccia New York" in La Domenica del Corriere, 9 maggio 1948; "Gli uomini delle tenebre al lavoro" in La Domenica del Corriere, 16 maggio 1948; "L'anticristo precede il Messia" in La Domenica del Corriere, 23 maggio 1948
↑ McKale, Donald (1981). Hitler: The Survival Myth. Stein and Day
↑ Giornale dell'Emilia 24 settembre 1946; Corriere Lombardo 24 settembre 1946
↑ Durante l'ondata del 1947, in alcuni documenti dei militari americani si parla di voci secondo cui i russi avevano già allestito una flotta di bombardieri intercontinentali a reazione, basati sul progetto Ho XVIII dei fratelli Horten.
↑ E' molto probabile che una gran parte di tali voci fossero fatte circolare dai servizi di informazione dei paesi occidentali per alimentare la paura della potenza militare sovietica e quindi giustificare nuovi progetti. Per esempio, nel 1948 i servizi di informazione americani ricevettero la notizia che i russi avevano allestito una flotta di 1.800 bombardieri a reazione, basati sullo sviluppo del progetto tedesco Ho VIII.
↑ The Sun (Baltimore) 8 luglio 1947
↑ The Evening Sun 10 luglio 1947; London Ontario Free Press 19 aprile 1947
↑ Halifax Herald 9 luglio 1947
↑ Kenn, Thomas (1999). Maury Island UFO: The Crisman Conspiracy, p. 53. Lilburn: IllumiNet Press
↑ Zunneck, Karl-Heinz (2001). Geheim-Technologien 2. Schleusingen: Amun Verlag
↑ Orizzonti ottobre 1954
↑ L'idea che i dischi potessero essere astronavi, in particolare di origine marziana, era comunque già presente, seppure in modo relativamente marginale, sulla stampa americana che se ne occupò durante l'ondata del 1947.
↑ Il Mattino dell'Italia Centrale, 27 marzo 1950
↑ Corriere d'Informazione 29-30 marzo 1950; Il Giornale d'Italia 31 marzo 1950; La Sicilia 2 aprile 1950
↑ Scienza e Vita maggio 1951
↑ Neu Presse, 27 marzo 1950; Die Strasse 9 Aprile 1950
↑ Luftfahr. Untertassen. Sie fliegen aber doch. In Der Spiegel 30 marzo 1950
↑ Meier H.J. (1975). Luftfahrt International 9
↑ Galveston Daily News 2 aprile 1951
↑ Flugkreisel, irdisch. In Heim und Welt 2 aprile 1950
↑ Il Giornale dell'Emilia 5 aprile 1950; Il Nuovo Cittadino 5 aprile 1950; Il Messaggero 5 aprile 1950
↑ Corriere Lombardo 22-23 aprile 1950
↑ Alto Adige 3 aprile 1950
↑ La Sicilia 18 aprile 1950
↑ 7 Tage 27 novembre 1954
↑ "Das gab's - die fliegende Untertasse der deutschen Luftwaffe" in "ZB, Illustrierte für Menschen im Atomzeitalter", n. 25, dicembre 1957
↑ Keyhoe D. (1950). The flying saucers are real. New York: Fawcett, 119-121
↑ Fenoglio R. (1951). "Progetti Italiani esperienze tedesche i "dischi volanti". ALI, 134-135
↑ Per esempio: La Sicilia, Il Giornale dell'Isola, Corriere di Sicilia, Il Secolo XIX e La Nazione Italiana del 15 maggio 1952
↑ Corriere d'Informazione 1-2 agosto 1952, Il Giornale dell'Isola 1 agosto 1952
↑ Brænne O.J. (1992). "Legend of the Spitzbergen saucer" in International UFO Review. December, pp. 14-20
↑ Saarbrücker Zeitung 28 giugno 1952; Berliner Volksblatt 9 luglio 1952; Der Flieger agosto 1952
↑ Matthews, Tim (1999). UFO Revelations. London: Blandford
↑ Rose, Bill - Buttler, Tony (2006). Secret project: flying saucer aircraft Hinckley: Midland Publishing
↑ Alto Adige 2 agosto 1952
↑ Romersa L. (1952). "Nel '44 ho pilotato un disco volante" in Tempo, 11 ottobre 1952
↑ Romersa Luigi (2005). Le armi segrete di Hitler. Milano: Mursia. 139-144
↑ Bild 8 novembre 1952
↑ Corriere di Sicilia 14 novembre 1952; Frankfurter Allgemeine Zeitung 15 novembre 1952
↑ F.I.G.U. Bulletin (6), febbraio 1996
↑ "Erste "Flugscheibe" flog 1945 in Prag enthuellt Speers Beauftrager", Welt am Sonntag 25 aprile 1953
↑ I Vrashyni (Atene) 13 maggio 1953
↑ Stuttgarter Zeitung 23 settembre 1954; Allgemeine Zeitung Mainz 1 novembre 1954
↑ La Sicilia e Il Giornalde dell'Isola 2 novembre 1954
↑ ALtairac, Joseph (1997). "Un mythe technologique: la léegende du V7" Scientifictions 1(2), 29-134
↑ Hamilton W.F. (1991). "Cosmic top secret". New Brunswick: Inner Light Publications
↑ Flying Saucer Review 1 (2), 12
↑ Bild am Sonntag 7 febbraio 1957
↑ Neue Presse 20 novembre 1956; Das Neue Zeitalter 10 maggio 1957
↑ von Gottberg Hans (1970). Das große Buch der Bundeswehr. Reutlingen: Ensslin Laibling
↑ El Paso Herald Post 14 marzo 1957; The Fresno Bee Repubblican 14 marzo 1957
↑ News Tribune 14 marzo 1957; Star News 14 marzo 1957
↑ Kadmon (1999). Andreas Epp. Wien:Aorta
↑ Epp A.J. (2005). Die Realität Der Flugscheiben. Peiting: Michaels-Verlag
↑ Tempo 16 dicembre 1958
↑ Le Ore 2 maggio 1959
↑ Partecipò, per esempio, al congresso del Centro Studi Cliepoelogici di Torino del 26 settembre 1965, proprio per presentare il suo progetto.
↑ L'Eco di Bergamo 13 giugno 1969
↑ Il Secolo XIX 14 dicembre 1973
↑ The Daily Mail 17 agosto 1953; The Lethbridge Herald 26 agosto 1953
↑ "Das gab's - die fliegende Untertasse der deutschen Luftwaffe" ZB, Illustrierte für Menschen im Atomzeitalter 25, dicembre 1957
↑ Altre informazioni sulle dichiarazioni di Klass furono pubblicate dalla rivista "Bergische Post".
↑ Barton, Michael X (1968). The German Saucer Story. Los Angeles: Futura Press
↑ Aziz Philippe (1978). Les societes secretes nazies. Genéve: Editions Versoix. 229
↑ Bruce, Jean (1952). Angoisse. Paris: Fleuve Noir. Edizione italiana: "Angoscia" (1960). SAIE
↑ Lecler M. (1954). Plutonium 239. La Corne d'Or
↑ Ward H. (1958). L'enfer est dans le ciel. Paris: Del Duca
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Questo forum non rappresenta una testata giornalistica poiché viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62/2001. Le immagini pubblicate sono quasi tutte tratte da Internet e quindi valutate di pubblico dominio (è consentita la libera pubblicazione attraverso la rete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione o degradate, per uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale utilizzo non sia a scopo di lucro). L’autore dichiara di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell’immagine o dell’onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi all’autore, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata.



<!script type="text/javascript" src="http://codice.shinystat.com/cgi-bin/getcod.cgi?USER=ufologando"> <!noscript> <!a href="http://www.shinystat.com/it" target="_top"> <!img src="http://www.shinystat.com/cgi-bin/shinystat.cgi?USER=ufologando" alt="Contatore visite gratuito" border="0" /> <!/noscript> Eman Engine Stats Directory www.Siti-Web-Bologna.it

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 22:03. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com