Il nazismo esoterico

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Gabrjel
00lunedì 30 gennaio 2012 20:23
Prima di leggere tutto, è necessario sapere che queste informazioni possono anche essere errate e spesso e sovente potrebbero essere frutto di troppa immaginazione. Questo non toglie di certo che il succo del discorso sia reale e che il nazismo è stato sicuramente fondato anche sulle convinzioni esoteriche dell'epoca.



MISTICISMO NAZISTA

Il misticismo nazista è un termine generale per indicare le correnti semireligiose presenti nel nazismo, vere o presunte, che spesso si confondono con l'occultismo, l'esoterismo, la criptostoria e il paranormale.
Il misticismo nazista attribuisce in genere alla persona di Adolf Hitler e alla missione nazista un significato semireligioso e attribuisce ad alcuni gerarchi del partito nazista (NSDAP), come Richard Walther Darré, Rudolf Hess, Heinrich Himmler, Reichsführer delle SS, Alfred Rosenberg e altri, semplice interesse o anche pieno coinvolgimento in questa visione.
La mistica nazista è stato uno strumento di propaganda e non ha reali radici nelle tradizioni prenaziste radicate nel misticismo germanico (o nella Ariosofia) e tutti gli sforzi speculativi per rintracciare tali radici sono stati rigettati dagli storici. Lo stesso concetto di misticismo nazista è oggetto di critica, essendo un tema trattato in numerosi testi di forte presa popolare, sensazionalistici e privi di basi scientifiche.



Panoramica
Il misticismo nazista è un movimento völkisch basato su radici ideologiche mistiche, reali o supposte, che affondavano nel pensiero di Adolf Hitler o di altri capi nazisti, spesso mutuate da idee di contemporanei o precursori come Arthur de Gobineau.
Guido von List, Jörg Lanz von Liebenfels, la Teosofia e la Thule-Gesellschaft sono state viste come importanti figure e organizzazioni la cui influenza sul nazismo storico è fortemente contestata, ma sono figure che tanti esponenti del misticismo nazista considerano come fondamentali.
Fra coloro che rifiutano una reale connessione fra la autentica tradizione occulta tedesca e il pensiero nazista, va ricordato Adolf Schleipfer. In un articolo intitolato The Wiligut Saga e contenuto nel libro The Secret King, Schleipfer rimarca le differenze fra il credo di Karl Maria Wiligut (l'influente guida spirituale di Himmler, considerato "eminenza grigia" della spiritualità nazista) e quello generalmente accettato quale proprio dell'odinismo. Stephen A. McNallen, fra l'altro traduttore in lingua inglese del libro, arrivò a dire:

«...la prima ragione che hai per possedere The Secret King è di usarlo per difendere Asatru dalla bugia che 'Hitler fosse un pagano' o che 'Asatruar tracciò la via alla Germania Nazista.' The Secret King prova in modo definitivo che così non è stato. Un'arma potente al servizio della verità»

Varie altre voci, fra le quali il sopracitato Stephen McNallen, lo studioso Stephen E. Flowers, ed il giornalista Michael Moynihan, hanno affermato che il misticismo nazista fu solo una riproposizione distorta dell'Odinismo. In particolare, nel novembre 2006 Flowers tenne una conferenza di 80 minuti su questo argomento ad una convention del Woodharrow Institute.
Esempi tipici del misticismo nazista sono l'Hitlerismo esoterico e la Tempelhofgesellschaft, mentre ci sono altre organizzazioni come la Artgemeinschaft di Jürgen Rieger e l'Armanen-Orden fondata proprio da Adolf Schleipfer nel 1976, che rappresenta significativi sviluppi del misticismo germanico dopo la seconda guerra mondiale, ma che non sono necessariamente forme ben definite di misticismo nazista.

Critiche al misticismo nazista come concetto storico
L'uso di simbologie runiche, il rinnovamento della mistica germanica e l'esistenza di dipartimenti goverantivi nazisti dedicati allo studio dell'eredità ancestrale tedesca (incluso il paganesimo) hanno portato alla credenza che nel nazismo fosse inclusa anche una certa componente mistica. Il ruolo giocato dal misticismo nello sviluppo del nazismo e dei suoi ideali sono stati identificati perlomeno dal 1940, con la pubblicazione di Cause occulte della presente guerra di Lewis Spence. Nel suo libro, Spence identifica un substrato neopagano nel nazismo (come responsabile del quale identificava Alfred Rosenberg), che equipara al satanismo; inoltre, collegò il nazismo all'Ordine degli Illuminati.
Vari studiosi affermano, d'altra parte, che l'interesse di Hitler e di altri gerarchi nazisti per l'occulto e per il paganesimo è stato in larga parte esagerato e sopravvalutato. Causa perlomeno parziale di questo è che simili testi, specialmente se scritti in ambito anglosassone, e durante la guerra (come appunto quello di Spence), facilmente possono essere visti come fonte propagandistica avversa al Nazismo. Ma ovviamente non va sottovalutato il fatto che simili tesi sono in grado di stimolare moltissimo l'immaginario collettivo. Il ricercatore di Oxford Nicholas Goodrick-Clarke riguardo all'argomento, nel capitolo finale del suo libro Le radici occulte del nazismo (nel quale definisce cripto-storiche le tesi a suo avviso troppo entusiaste riguardo al ruolo dell'occultismo nazista) conclude che:

«I libri scritti sull'occultismo nazista fra il 1960 e il 1975 tipicamente erano di effetto e senza adeguate basi scientifiche. Comune alla maggior parte degli autori era l'ignoranza completa delle fonti primarie, e inesattezze ed errori sono state continuamente ripetute da ogni nuovo frequentatore del genere fino ad avere oggi una letteratura decisamente abbondante basata su 'fatti' completamente spuri riguardo alla Società Thule, ai legami dei nazisti con l'Oriente, e alla iniziazione occulta di Hitler. Tuttavia, la moderna mitologia del nazismo occulto, sebbene triviale e assurda, esercita un fascino ben oltre il mero intrattenimento. Autori stimati furono tentati da aspetti eccitanti della storia intellettuale: Ellic Howe, I figli di Urania (1967, ripubblicato come L'astrologia e il Terzo Reich, 1984) tratta la storia del presunto astrologo personale di Hitler, e James Webb ha dedicato un intero capitolo a 'I Magi del Nord' in La costituzione occulta (1976). Focalizzandosi sugli effetti pratici dell'occultismo nell'irrazionalismo politico, Webb ha portato in auge, nella storia del pensiero, lo studio dell'occultismo nazista».

Le tesi portate dal misticismo nazista

«La forza senza un fondamento spirituale è destinata a fallire»
(Hitler)

Sulla base di questa affermazione, i sostenitori del misticismo nazista hanno pensato che il Führer e i suoi gerarchi puntarono alla creazione di una religione che esaltasse la forza e la potenza del popolo tedesco. Obiettivo primo era la consacrazione della razza "pura" che avrebbe poi fondato un nuovo ordine mondiale, cioè il Terzo Reich. Alla base del mito della razza pura vi era la leggenda di un popolo superiore: gli ariani. Per il nazismo i discendenti di questa stirpe si sarebbero sparpagliati in tutto il mondo ed in particolare in Tibet. Vennero quindi promosse dalla Ahnenerbe spedizioni per provare che la popolazione germanica derivasse da quei discendenti facendo anche esperimenti criminali sui corpi dei tibetani. Provando che i tedeschi erano discendenti degli ariani, si doveva favorire la nascita di una nuova razza. L'antisemitismo e la discriminazione razziale derivano direttamente da questo concetto.
Un'altra componente dell'odio razziale derivava dalla presunta società Thule, cui si pensava facessero parte lo stesso Hitler, Rudolf Hess e Alfred Rosenberg.

Punti chiave
I concetti chiave includono le origini della Razza ariana (e la sua branca più 'pura', i Teutoni o il Popolo Tedesco), e la superiorità degli Ariani su tutte le altre razze.
Nel misticismo nazista varie località leggendarie o immaginarie fra cui Atlantide, Thule, Hyperborea, Shambala e la stella Aldebaran sono state presentate come luoghi di provenienza originali degli Ariani Übermenschen (superuomini).
Un altro punto accertato è quello secondo il quale la Herrenrasse (razza suprema) è stata indebolita attraverso l'incrocio con le cosiddette untermenschen o “razze inferiori”.

Esempi
Esempi di filosofia mistica nazista sono visti in:

* l'Ariosofismo;
* l'Armanismo;
* la Theozoologia

oltre alle correnti espresse nei seguenti ordini esoterici:

* Armanen-Orden;
* Art-gemeinschaft;
* Tempelhof-gesellschaft
* Thule Gesellschaft
* Vryl gesellschaft

Soppressione dell'occultismo non nazista
Lo stato totalitaristico fondato dal partito nazista dimostrò la tendenza a sopprimere tutti i gruppi religiosi indipendenti. Ciò non fu applicato solo alle varie Chiese presenti nel Terzo Reich, ma anche alla Massoneria e alla società dei Rosacroce. Hitler successivamente ridicolizzò pubblicamente molti mistici tedeschi, specialmente se appartenenti alla Massoneria, alla Teosofia e alla Antroposofia. Stando a quanto si legge nei loro scritti privati, i leader del partito nazista tedesco non avevano intenzione di incoraggiare forme di paganesimo non utili a portare avanti la consapevolezza di un'etnia pangermanica.
Rudolf von Sebottendorff fu coinvolto nella Società Thule e nei Germanenorden. Nel gennaio 1933 pubblicò Bevor Hitler kam: Urkundlich aus der Frühzeit der Nationalsozialistischen Bewegung (Prima che Hitler arrivasse: Documenti dai Primi Giorni del Movimento Socialista Nazionale). Comprensibilmente, il libro non fu affatto apprezzato dalle autorità naziste (o forse dallo stesso Hitler), e fu messo all'Indice. Sebottendorff riparò allora in Turchia. Si suppone sia stato la guida del gruppo tedesco neopagano Germanische Glaubens-Gemeinschaft.
Nel 1936 l'esperto armanista di rune Friedrich Bernhard Marby, un seguace dell'ariosofia occulta di Guido von List, fu arrestato e mandato in campo di concentramento. Fu liberato nel 1945 a Dachau.
Altri occultisti imprigionati durante il Terzo Reich furono Peryt Shou Peryt Shou, Siegfried Adolf Kummer Siegfried Adolf Kummer, Rudolf John Gorsleben, Werner von Bülow, Franz Bardon e Wilhelm Wulff.
Essere un membro o un ex membro di un'organizzazione odinista valeva come squalifica ad occupare cariche all'interno del NSDAP. Molti altri membri di questi gruppi finirono in campi di concentramento, sebbene non si sappia se qualcuno di loro fu ucciso. L'attenzione dello stato non si concentrò sui gruppi religiosi fino a che, il 9 giugno 1941, Reinhard Heydrich, capo della polizia di sicurezza, bandì un gran numero di pratiche spirituali. Le organizzazioni furono sciolte, le loro proprietà confiscate, e molti dei loro leader arrestati.
La persecuzione di occultisti fu dovuta principalmente alle raccomandazioni fatte ad Himmler da Karl Maria Wiligut, il suo mago personale. Wiligut identificò l'irminismo come la vera religione ancestrale, affermando che il culto di Wotan di Guido von List e la sua magia runica fosse una religione falsa e scismatica. Himmler, seguendo queste raccomandazioni, imprigionò nei lager molti seguaci di List e vari occultisti nazisti non ufficiali. Si dice anche che il celebre Aleister Crowley cercò di entrare in contatto con Hitler, ma vi sono ben poche prove.

Hitler e il paganesimo tedesco
Nel 1915, mentre era sotto le armi sul fronte occidentale con l'esercito tedesco, Hitler scrisse, menzionando la divinità germanica precristiana Wotan, questa poesia esoterica:

«Ich gehe manchmal in rauhen Nächten

Zur Wotanseiche in den stillen Hain,
Mit dunklen Mächten einen Bund zu flechten -
Die Runen zaubert mir der Mondenschein.

Und alle, die am Tage sich erfrechten,
Sie werden vor der Zauberformel klein!
Sie ziehen blank - doch statt den Strauß zu fechten,
Erstarren sie zu Stalagmitgestein.

So scheiden sich die Falschen von den Echten -
Ich greife in das Fibelnest hinein
Und gebe dann den Guten und Gerechten
Mit meiner Formel Segen und Gedeihn».


«Talvolta mi reco nelle notti amare

Alla quercia di Woden nella placida macchia,
E tutti quelli che durante il giorno sono impudenti,
Dalla formula magica sono fatti minuscoli!
Perciò verranno separati i retti degli empi
raggiungerò un nido di parole
e donerò ai buoni e ai puri
con il mio incantesimo fortuna e prosperità».

Molti studiosi ritengono comunque che Hitler non avesse intenzione di ristabilire il culto delle divinità antiche. Lui stesso, nelle conversazioni a lui attruibuite raccolte da David Irving, afferma che "mi sembra che niente potrebbe essere tanto stupido quanto ristabilire il culto di Wotan. La nostra mitologia antica ha smesso di essere realmente praticabile fin da quando il Cristianesimo si è impiantato. Niente muore, a meno che non sia già moribondo." E in Mein Kampf afferma che "La caratteristica tipica di questi personaggi [i moderni seguaci delle antiche religioni tedesche] è che a parole declamano dell'antico eroismo germanico, della vaga preistoria, di asce di pietra, lancia e scudo, ma in realtà sono i più grandi vigliacchi che si possano immaginare. Proprio quelle persone che brandiscono pedisseque imitazioni in latta di vecchie spade tedesche e indossano pelliccia d'orso con un paio di corna di toro sulla loro testa, predicano del nulla odierno ma lottano con armi solamente spirituali e scappano più velocemente che possono di fronte a un comunista qualunque." In un documentario trasmesso lunedì 15 febbraio 2010 su History Channel si poneva l'accento sul ruolo di "Messia salvifico" che Hitler incarnava agl'occhi del popolo tedesco prostrato dalla disoccupazione, dalla situazione economica disastrosa, dalla miseria. I temi che il commentatore evidenziava erano:

* Hitler più volte disse di ammirare la gerarchia ecclesiastica, la quale era da intendersi come modello cui ispirarsi per organizzare il partito.
* Himmler, a sua volta, considerava i Templari ed i Cavalieri Teutonici come gli antesignani delle SS. Devoti anima e corpo al dittatore nazista.
* Hitler aveva dato ordine di epurare il Vangelo e la Bibbia dalla più esigua traccia di "Giudaismo". Altresì aveva dato mandato di reperire - nei testi sacri - ogni minima traccia che riconducesse Cristo "alle sue origini ariane".
* La coreografia delle adunate naziste era mutuata dalle solenni festività cristiane, seppur con evidenti componenti neopagane.
* Hitler, non appena entrato trionfalmente in Vienna, nel 1938 s'impossessò della Lancia Sacra (Heilige Lanze) che la tradizione vuole appartenuta al centurione Longino, con la quale sarebbe stato trafitto il costato di Gesù.
* Hitler fece cercare ovunque, dalle SS, il Santo Graal, il calice ove Cristo avrebbe benedetto il vino durante l'ultima cena. A volte con esiti tragici, come nel 1944, quando culminò con la strage della cittadina francese di Oradour-sur-Glane.
* Hitler più volte citava la "missione divina" che era venuto a compiere per il bene della Germania. A questo riconduceva la "protezione" che gli aveva consentito di rimanere illeso negli attentati in cui rimase vitima.
* Hitler si suicidò la Notte di Santa Valpurga (Walpurgisnacht), notte in cui si celebrava il Sabba da parte delle streghe, ma anche in cui - in base ad alcuni calcoli storici - cadde uno dei giorni proposti per la resurrezione di Cristo.
* Hitler tenne sempre in somma considerazione una veggente tedesca, tal Elsbeth Ebertin, per via di una straordinaria previsione da lei compiuta sul destino del dittatore tedesco nel 1923, quand'era un semisconosciuto politico di Monaco di Baviera.

Le esperienze mistiche di Hitler
Hitler affermò che, mentre combatteva la prima guerra mondiale, ebbe un risveglio religioso, e in particolare mentre, a causa di un attacco nemico con il gas, rimase ricoverato in ospedale temporaneamente privo della vista (ottobre 1918). Durante questo periodo capitò inoltre un fatto celebre; una "voce" misteriosa gli disse di lasciare un affollatissimo rifugio durante un fuoco a raffica, e lui obbedì. Pochi attimi dopo sopra quel punto cadde una granata. Hitler vide in questa esperienza come un messaggio che gli fece credere di essere un individuo unico, illuminato, destinato a una "missione" speciale.
Il 28 settembre 1918 Hitler capitò sotto il tiro di un soldato britannico, Henry Tandey, che scelse di non sparargli perché si accorse che era ferito. Per ironia della sorte, Tandey divenne il soldato di leva più decorato dell'armata britannica nella prima guerra mondiale, con una Victoria Cross per il coraggio dimostrato nella battaglia di Marcoing, proprio dove avvenne questo incontro. Il fatto è conosciuto perché Hitler in seguito riconobbe Tandey in una foto su un giornale e la conservò. Nel 1937 Hitler chiese ed ottenne una copia di un dipinto di Tandey dal suo reggimento, assieme ad una copia del suo dossier di servizio. Il dipinto fu notato da Neville Chamberlain nell'abitazione di Hitler a Bergof quando vi si recò per la Conferenza di Monaco.

La "Mano del destino"
Hitler, al termine del fallito colpo di stato del 1923, passato alla storia coll'epiteto di "Putsch della birreria" (in quanto fu tentato alla birreria Burgebraükeller a Monaco di Baviera) decidendo di suicidarsi sparandosi alla tempia venne affrontato con una tecnica di arti marziali dalla moglie americana del suo amico e camerata Sepp Dietrich, che gl'impedì di compiere l'atto. Durante la conseguente detenzione carceraria di Hitler, presso la fortezza di Landsberg, egli confidò a Rudolf Hess, il suo delfino, che la Signora Dietrich aveva avvertito "... come una sorta di mano che la spinse materialmente ad avanzare il pugno in modo da allontanare la pistola dalla testa di Hitler".

La presunta possessione di Hitler
Hermann Rauschning, uno dei collaboratori più stretti di Hitler, afferma nel suo libro Hitler Speaks, che Hitler fu oggetto di una possessione demoniaca e che il suo umore variava in modo casuale ed incomprensibile. Ad ogni modo, gli studi più recenti non vedono affatto in Rauschning una fonte degna di fiducia.
Un'altra figura importante che sostenne questa tesi è stata Sepp Dietrich. In tre occasioni, papa Pio XII avrebbe tentato un esorcismo a distanza, ma riportando sempre un fallimento. August Kubizek, uno dei più cari amici di Hitler fin dall'infanzia, assicura che Hitler, allora diciassettenne, gli parlò una volta di "riportare la Germania alla sua gloria passata"; riguardo a questo, Kubizek ricorda che "era come se un altro essere parlasse attraverso il suo corpo, e lo muovesse quanto muoveva me."
Anche papa Benedetto XVI ha affermato che potrebbe esservi stata un'influenza demoniaca nelle azioni dei nazisti.

Artur Dinter
Nel 1927 Hitler silurò il Gauleiter della Turingia, Artur Dinter, perché affermava con troppa forza di volere una religione della purezza della razza ariana. L'anno seguente lo stesso Dinter fu espulso dal partito dopo aver pubblicamente attaccato Hitler riguardo a tale decisione.

Erik Jan Hanussen
Paradossalmente, il più seguìto tra gli occultisti da parte di Hitler era un suo coetaneo ebreo, tal Erik Jan Hanussen, che non solo gl'impartì lezioni di oratoria, ma anche curò la teatralità dei gesti del futuro dittatore[29]. A far data dal 1932 (sebbene altri futuri alti gerarchi nazisti abbiano ricorso al medium già a partire dal 1924) Hitler ricorse più volte alle "cure" di Hanussen ogni qual volta doveva prendere decisioni importanti o si sentiva deluso dai risultati elettorali, tanto che, nel 1932, l'esoterista, a quel tempo secondo solo ad Harry Houdini per fama, gli preannunciò la conquista del potere per l'anno seguente, il che effettivamente si verificò nella data prestabilita, in quanto "... Questo hanno deciso le potenze celesti e nulla potrà mutare tale verdetto se scritto nel destino". Nel corso di un'intervista, Hanussen ebbe modo di affermare circa Hitler ed il nazismo: "Hitler? Sì, un ottimo direttore d'orchestra ! Però, lo spartito.... - rammentate bene - ebbene quello l'ho scritto io !". Hanussen morì in circostanze oscure un anno esatto dopo aver predetto la vittoria hitleriana, nella primavera del 1933, ma sembra ormai accertato che Hitler non fosse coinvolto nel suo omicidio, quanto - piuttosto - lo fossero Himmler e G#333;ring. Hanussen predisse a Göring la caduta del Terzo Reich e questa fu una delle cause probabili della sua morte. Il giorno prima di morire, con l'inchiostro simpatico scrisse una lettera all'ex segretario Juhn, che tanto gli fu di nocumento: "Desidero che si ricompongano i nostri dissidi... tu non credi nell'occulto, ma il nuovo padrone (Hitler) della Germania ci crede eccome ! Leggi quanto profetizza il mio collega, il profeta Daniele nel capitolo 8 ( "13-Udii parlare un santo e un altro santo dire a quello che parlava: «Fino a quando durerà questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la trasgressione devastante, il santuario e la milizia calpestati?». 14-Gli rispose: «Fino a duemilatrecento sere e mattine: poi al santuario sarà resa giustizia» "). Calcola bene gli anni e saprai quando cadrà l'uomo malvagio che cerca di sottomettere il mondo con la forza bruta (sempre Hitler). Calcola gli anni da quando cento sinagoghe saranno distrutte in un'unica sera ("Notte dei cristalli", 1938) e saprai quando cesserà il suo barbaro sogno".

Lettura delle profezie, episodi a doppia lettura e frequentazione di veggenti
Hitler - è provato dalle fonti storiche - era molto incline alla lettura delle profezie ed alla frequentazione di veggenti. Hanussen a parte, molti episodi del nazismo rimangono non del tutto chiariti. L'operazione che passò alla storia col nome de "La Notte dei Lunghi Coltelli" (in tedesco: "Die Nacht der langen Messer", 1934), fu presa a modello delle epurazioni (costituì il modello a cui s'ispirò Stalin per l'organizzazione delle purghe) fu voluta da Hitler, dal ministro degli Interni Göring e dal leader delle SS, Himmler. Alcuni vedono un regolamento di conti non solo sul campo politico, ma anche esoterico. Anche la morte dell'archeologo Otto Rahn non è stata del tutto chiarita. L'archeologo Otto Rhan e, dopo di lui, il filosofo Alfred Rosenberg, cercarono a Montségur, vicino ai Pirenei, il Santo Graal. Si credeva forse che il sacro calice, che aveva custodito il sangue di Cristo, potesse rendere onnipotente e immortale il Terzo Reich. Hitler, nel 1942 si recò in Bulgaria a consultare una nota veggente di nome Vangelia Pandeva ("Baba Vanga", 31 gennaio 1911 - 11 agosto 1996) che viveva nella città di Petrich. Probabilmente l'incontro non fu dei più felici,essendo stato Hitler visto uscire piuttosto cupo in volto. Si faceva commentare anche i passi di Nostradamus, della Monaca di Dresda, di San Malachia, Mother Shipton e dell'anonimo monaco tedesco noto con lo pseudonimo de "Il Ragno Nero" (in tedesco: "der Schwarze Spinne") da un sedicente esoterista, tal Ludwig Birzer.

La "Mancata Marcia su Berlino"
Nel 1930 Hitler venne intervistato dal Washington Post. L'intervistatore chiese al futuro dittatore se fosse intenzionato ad imitare Benito Mussolini con una "Marcia su Berlino". Al che, Hitler rispose all'incredulo interlocutore "quasi fosse in trance": "Una marcia su Berlino... ?! Ed a che fine se io, a Berlino, ci sono già ?!".

Gli angeli in attesa
Una mattina, nell'autunno del 1933, le grida d'un Hitler terrorizzato svegliarono all'alba alcuni domestici, che trovarono il dittatore in stato confusionale e ripeteva: "Là ! Nell'angolo ! Non vedete che ci sono quattro angeli in piedi, che aspettano di portarmi via.. ?!". L'unico ad aver parlato di questo delirio di Hitler fu Albert Speer.

Origine dell'hitlerismo esoterico
Il fondatore dell'hitlerismo esoterico fu Heinrich Himmler, il quale, molto più di qualunque altro alto ufficiale del terzo Reich, compreso Hitler stesso, era affascinato dalle teorie di razza riguardo agli ariani (e non solo i germanici) e da certe forme di neopaganesimo tedesco. Si diceva che Himmler si considerasse il successore spirituale (o forse la reincarnazione stessa) di Enrico I di Sassonia, dal momento che stabilì speciali rituali delle SS riguardo a questo re e che riportò le sue ossa alla cripta della Cattedrale di Quedlinburg. Aveva persino decorato con una sua commemorazione la sua abitazione a Wewelsburg.

Culto di Hitler
Nella dottrina nazista, Adolf Hitler occasionalmente veniva paragonato con Gesù, o comunque riverito come un salvatore mandato da Dio.
Una preghiera, usata negli orfanotrofi, recita così:

«Führer, mein Führer, von Gott mir gegeben, beschütz und erhalte noch lange mein Leben

Du hast Deutschland errettet aus tiefster Not, Dir verdank ich mein tägliche Brot
Führer, mein Führer, mein Glaube, mein Licht
Führer mein Führer, verlasse mich nicht».


«Führer, mio Führer, datomi da Dio, proteggimi e sostieni la mia vita per ancora molto tempo

hai salvato la Germania dalla miseria più nera, a te devo il pane quotidiano
Führer, mio Führer, mia fede, mia luce
Führer mio Führer, non mi abbandonare».

Ahnenerbe
L'Ahnenerbe Forschungs und Lehrgemeinschaft, ovvero la Società di ricerca ed insegnamento dell'eredità ancestrale, fu fondata nel 1935 come istituto dedicato alle ricerche riguardanti la storia antropologica e culturale della razza germanica. Gli scopi iniziali della società fondata da Heinrich Himmler, Hermann Wirth, e Walter Darré miravano a riscoprire la grandezza delle popolazioni dell'antica Germania dando ampio spazio agli scopi divulgativi; le sue attività iniziarono via via ad allargarsi grazie alla spinta crescente data dalle teorie intorno al mito della razza superiore, di cui i tedeschi sarebbero stati i diretti discendenti. La sua guida fu affidata allo stesso Wirth.
Perciò, molto tempo e molte risorse furono dedicate all'ideare un background “storico”, “culturale” e “scientifico” per permettere che nella società tedesca prosperasse l'idea di una razza ariana superiore. Furono create organizzazioni misticheggianti, solitamente legate ai corpi di élite delle SS, con specifici credo e rituali.
Tra il 1937 e il 1938 fu organizzata persino una spedizione tedesca in Tibet alla ricerca delle origini della razza ariana. A questo proposito, il leader della spedizione, Ernst Schäfer, si fece misurare volto, teschio e naso dall'antropologo della spedizione Bruno Beger. Un'altra spedizione parti alla volta delle Ande.
Simili spedizioni furono organizzate anche per la ricerca di oggetti mitici o semi-mitici creduti in grado di garantire potere e abilià straordinarie a chi li possedesse: per esempio, il Sacro Graal e la lancia di Longino. Ad ogni modo, quest'organizzazione non fu coinvolta nel trasferimento della lancia da Vienna a Norimberga dopo l'Anschluss. Per quanto concerne il Sacro Graal, nel giugno del 1944 la II^ divisione delle S.S. "Das Reich" mise a ferro e fuoco il paese di Oradour-sur-Gland, massacrandone gran parte della popolazione, rea di aver occultato, a loro dire, la reliquia che Hitler cercava disperatamente per mezza Europa.
Nel 1939 venne incorporata all'interno del Persönlicher Stab RfSS.
Come molte altre organizzazioni della Germania nazionalsocialista la Ahnenerbe fu coinvolta in attività nei lager, e specialmente negli esperimenti che ivi erano condotti. A far parte della Ahnenerbe erano l'SS-Sturmbannführer i dottori August Hirt ed il medico maggiore della Luftwaffe, Sigmund Rascher. Il primo, docente di anatomia all'Università di Strasburgo, si occupò di raccogliere ad Auschwitz migliaia di crani umani allo scopo di compiere misure antropometriche e di confrontarle; il secondo organizzò gli esperimenti di decompressione nel Campo di concentramento di Dachau.
Sebbene la Ahnenerbe fosse l'anima dietro alle attività archeologiche e di ricerca sulla storia antica tedesca, le sue spedizioni archeologiche rappresentano nella cultura popolare uno degli elementi più facilmente identificabili del lato esoterico del nazismo. In particolare la figura degli "archeologici nazisti" alla ricerca di antichi manufatti portata alla conoscenza del grande pubblico con il film I predatori dell'Arca perduta all'inizio degli anni ottanta, è assurta con il tempo a vero e proprio stereotipo narrativo.

"L'istituto del pendolo" e l'astrologia
Durante la seconda guerra mondiale, in Germania ed in Gran Bretagna si sarebbe fatto largo uso di pratiche occulte, astrologia e simili, nella convinzione che sarebbero potute essere utili a scopi bellici. In Germania, le SS assoldarono numerosissimi astrologi e occultisti. Tre dei più conosciuti, che lavorarono durante il conflitto per Walter Schellenberg e sostanzialmente anche per lo stesso Himmler (il quale, come già detto, aveva sviluppato un vero fanatismo per l'argomento), furono Ludwig Straniak (1879-1951), il dott. Wilhelm Gutberlet (entrambi esperti nell'uso del pendolo) e l'astrologo Wilhelm Wulff (il cosiddetto Istituto del pendolo).
Assieme a Wulff, un altro celebre astrologo della Germania nazista fu Karl Ernst Krafft.
Quando Hitler, dopo la caduta del fascismo, ordinò di localizzare la posizione di Mussolini con qualunque mezzo, fu impiegato anche il potere del pendolo. Nel libro di Peter Levenda, Unholy Alliance, l'episodio è raccontato così:

«Ciò nonostante, un certo "Maestro del Pendolo Sidereo" riuscì infine a localizzare Mussolini su un'isola ad ovest di Napoli. Va aggiunto che in quel momento Mussolini non aveva alcun contatto con il resto del mondo. Fu infatti l'isola di Ponza dove fu trasferito all'inizio. In altre parole, il "Maestro del Pendolo Sidereo" riuscì a localizzare il prigioniero italiano più celebre del ventesimo secolo... in cambio di nient'altro di un pranzo decente, qualche drink, una buona sigaretta, e un pendolo in oscillazione sulla cartina dell'Italia. Si ricorda anche che uno degli amici più intimi di Hitler fu proprio il "Maestro del Pendolo Sidereo" dott. Gutberlet. Nessuno è in grado di dire se si tratti dello stesso "Maestro"».

Nel suo Lo Zodiaco e la Svastica, Wulff sostiene a sua volta che uno dei suoi primi incarichi importanti dopo essere stato arrestato dai nazisti fu di localizzare Mussolini, che scomparve dopo la sua caduta in disgrazia nel 1943. Anche Wulff assicura di aver scoperto la risposta esatta - circa cinquanta miglia a sudest di Roma - quando nessuno ancora ne era a conoscenza, la stessa isola di Ponza del "Maestro del Pendolo Sidereo".
Anche l'architetto Ludwig Straniak fu utilizzato dai tedeschi. Pare avesse un dono particolare nel localizzare oggetti su mappe usando il pendolo. Come test, gli organi maggiori della Marina Tedesca gli ordinarono di trovare la Prinz Eugen, allora in mare. Pare rimasero particolarmente sorpresi nel veder localizzare la nave di guerra nonostante fosse in quel momento impegnata in una segretissima missione al largo della Norvegia. Questo episodio parve impressionarli talmente da convincere anche le SS a fare molto più affidamento sulle scienze dell'occulto.

Altri presunti appartenenti all'Istituto del pendolo
Altri occultisti dell'Istituto del Pendolo furono:

* Karl Spiesberger
* dr. Benedikt
* A. Frank Glahn (1865-1941)
* dr. E. Klasen
* Ernst Schradin
* dr. K.E.Weiss
* Rud. Vöckler
* Friederike Hauffe
* Heinrich Jürgens
* Julie Kniese
* Barone dr. Carl Ludwig von Reichenbach
* prof. Karl Bahr
* Friedrich Kallenberg
* prof. dr. Leopold Oelenheinz
* prof. Hellmut Wolff (1906-1986)
* Thomas Charles Lethbridge (1901-1971)

Gli astrologi di cui le SS decisero di avvalersi furono principalmente:

* Karl Ernst Krafft
* Wilhelm Wulff
* Dr. Wilhelm Gutberlet
* Ernst Schulter-Strathaus

In seguito a questo massiccio utilizzo bellico, il mondo dell'occulto presente in Germania fu visto dopo il 1945 come retaggio del periodo nazista e molto demonizzato.[39] In seguito, conobbe nuova linfa attraverso l'opera di Karl Spiesberger (Fratur Eratus) e dal 1955 il sistema runico di Armanen e l'uso del pendolo divennero nei salotti tedeschi ancor più di moda di quanto lo fossero prima del conflitto. Riguardo all'astrologia post-bellica in Germania, si ricorda, oltre alla più popolare astrologia occidentale, anche una scuola di pensiero che tratta del sistema astrologico germanico (basato su rune) e del suo uso nelle predizioni nella tradizione nordica dell'Odinismo.

Savitri Devi
Con la caduta del Terzo Reich, l'hitlerismo esoterico poté finalmente permettersi di deificare Hitler, morto suicida alla fine del conflitto. Uno dei maggiori esponenti dell'hitlerismo esoterico post bellico fu Savitri Devi. Lei vide un collegamento fra l'ideologia ariana del Führer con quella paninduista del movimento di indipendenza indiano e di attivisti come Subhas Chandra Bose. Nella sua visione, la svastica era un simbolo di particolare importanza, in quanto simboleggiava l'unità della razza ariana nelle sue componenti germaniche ed hindu (ed era anche, nella tradizione tibetana, un simbolo di buon augurio).
Savitri Devi interpretò il nazismo all'interno di una più larga struttura di corsi e ricorsi storici della storia induista. Considerò la figura di Hitler come Kalki, il decimo e finale avatar di Vishnu, e lo chiamò con appellativi quali “il Semidio dei nostri tempi; l'Uomo contro il Tempo; il più grande Europeo di tutti i tempi”, considerando la sua visione di riportare il popolo ariano al passato di un'era perfettissima, e anche la sua effettiva possibilità di eliminare le distruttive forze che agiscono "nel Tempo". La sua sconfitta - e l'arresto di questi progetti prima della loro attuazione - come risultato del suo essere stato "troppo magnanimo, troppo corretto, troppo buono", al suo non essere stato abbastanza senza pietà, al suo avere, nel suo "profilo psicologico, troppo 'sole' [benevolenza] e non abbastanza 'fulmine' [praticità, assenza di scrupoli]”; questo, a differenza della sua prossima incarnazione:

«Kalki agirà con un'assenza di pietà senza precedenti. Al contrario di Adolf Hitler, Lui non risparmierà uno solo dei nemici della Causa divina: non uno degli avversari dichiarati, ma neppure un solo individuo degli ignavi, o degli opportunisti, o degli eretici, o dei meticci, o dei deboli di salute, o degli esitatori, o dei troppo-umani; nemmeno uno solo fra coloro che, nel corpo, nel carattere o nella mente, recassero ancora il marchio delle Ere Decadenti».

Miguel Serrano
Un'altra importante figura dell'hitlerismo esoterico è Miguel Serrano, un diplomatico cileno. Fra i suoi libri, Il nastro dorato--Hitlerismo esoterico e Adolf Hitler, l'Ultimo Avatar.
Il concetto di Iperborea ha per Serrano contemporaneamente un significato razziale ed uno mistico. La sua convinzione è che Hitler si sia recato a Shambhala, una città sotterranea che egli colloca in Antartide (precedentemente, al Polo Nord ed in Tibet), dove entrò in contatto con gli dei iperborei e da dove sorgerà di nuovo un giorno al comando di un'armata di UFO. Guiderà allora le forze della luce (Iperborea, associata talvolta con Vril) alla vittoria contro quelle delle tenebre (che inevitabilmente includono, per Serrano, gli Ebrei adoratori di Jehova) nella battaglia finale, quella che aprirà l'era del Quarto Reich.
Secondo Nicholas Goodrick-Clarke "Serrano segue la tradizione gnostica catara (anni 1025-1244) identificando in Jehova, il Dio dell'Antico Testamento, il demiurgo malvagio. Come i dualisti medievali, questa eresia ripudiò Jehova come un dio falso e un mero esecutore nei confronti del vero Dio, molto lontano dal regno di mortali. Questa dottrina gnostica chiaramente conduceva a pericolosissime implicazioni nei confronti del popolo ebraico. Dato che Jehova era, a tutti gli effetti, la loro divinità primigenia, ne conseguiva che essi fossero a tutti gli effetti gli adoratori del demonio. Assurgendo così gli ebrei al ruolo di figli di Satana, l'eresia catara riuscì a dare all'antisemitismo lo status di dottrina teologica, con tanto di vasta base cosmologica. Se gli Ariani Iperborei sono l'archetipo e i discendenti di sangue di quelli che Serrano chiama divyas (provenienti dal Sole Nero), è ovvio che l'archetipo del Signore dell'Oscurità ha bisogno di un'adeguata razza antagonista. Il demiurgo trovò negli Ebrei il popolo più adatto a divenire il suo archetipo". Lo studioso delle religioni Frederick C. Grant e Hyam Maccoby enfatizzano, nella visione dualistica gnostica, che "gli Ebrei erano visti come il popolo eletto dal demiurgo per avere lo speciale ruolo storico di fermare l'operato salvifico degli emissari del Vero Dio". Serrano quindi considera Hitler come uno dei più grandi emissari di questo dio, rifiutato e crocifisso dalla tirannia della massa ebraicizzata come altri rivoluzionari portatori di luce prima di lui.
Serrano, nella sua ideologia, ha anche riservato un posto speciale alle SS le quali, nei loro tentativi di ricreare l'antica stirpe dell'uomo-dio ariano, sono considerate sopra qualunque tipo di moralità e dunque giustificate nelle loro azioni, visto anche l'esempio della "distaccata violenza" anti-umanitaria insegnata nell'inudismo ariano del Bhagavad Gita.

Tempelhofgesellschaft

Il Tempelhofgesellschaft fu fondato a Vienna nei primi anni novanta da Norbert Jurgen-Ratthofer e Ralft Ettl con lo scopo di insegnare una forma di religione gnostica chiamata Marcionismo. Il gruppo identifica il "malvagio creatore di questo mondo", ovvero il demiurgo, con Jehova, il dio degli Ebrei. Distribuiscono volantini dicendo per esempio che la razza ariana si stabilì all'inizio su Atlantide, dopo il suo arrivo dalla stella Aldebaran (un'informazione basata sulla lettura di ipotetici "antichi manoscritti sumeri"). Affermano che da Aldebaran gli ariani sono in grado di ottenere l'energia vril del Sole Nero. Base del loro insegnamento, la certezza che, date le origini extraterrestri della razza ariana, la sua missione divina è quella di dominare tutte le altre.

Il misticismo nel moderno neonazismo
Influenze mistiche spesso sono presenti nella moderna musica nazista, specialmente riferimenti a particolari manufatti come la Lancia Sacra.
D'altro canto, svariati gruppi ed organizzazioni neopagane del Nord Europa, hanno esplicitamente dichiarato che il neonazismo e i suoi collegamenti con Ásatrú non è assolutamente da ritenersi condividere con loro un patrimonio comune, o simile. In particolare, affermano con forza queste posizioni soprattutto organizzazioni come i Theods, lo Asatruarfélagio e il Vioartruar.

Il misticismo nazista e le pseudoscienze moderne
Le opere di Miguel Serrano, Julius Evola, Savitri Devi e altri hanno generato numerose altre opere sulle connessioni tra il credo della razza ariana e la fuga di vari nazisti e teorie cospirazioniste, come quella dei rettiliani, della terra cava e delle mitiche civiltà al suo interno, e di un'oscura cospirazione per il Nuovo Ordine Mondiale.
Il libro Arktos: The Polar Myth in Science, Symbolism, and Nazi Survival, dello studioso della Hypnerotomachia Poliphili Joscelyn Godwin, discute di varie teorie pseudoscientifiche sulla possibilità di elementi nazisti tuttora sopravviventi in Antartide. Arktos è encomiabile, nel suo approccio attento e nella disamina di molte fonti altrimenti non disponibili. Godwin e altri autori, compreso Nicholas Goodrick-Clarke, hanno discusso anche dei presunti rettili antartici alleati di Hitler (a volte collegati agli iperborei) e delle connessioni fra misticismo nazista e l'energia Vril, o le civiltà nascoste di Shambhala e di Agartha, o le presunte basi UFO sotterranee.

Gabrjel
00lunedì 30 gennaio 2012 20:26
WEWELSBURG E LE SOCIETA' INIZIATICHE TEDESCHE

Abbiamo ripercorso, nello scorso numero di ARCHEOMISTERI, la tappa più significativa di un viaggio che questa estate ci ha visti impegnati presso alcuni siti storici tedeschi che ospitarono l’iniziale coacervo di ideologie esoteriche sottese al movimento nazista. Wewelsburg ha costituito una tappa obbligata all’interno di un più vasto percorso di studio personale che ci ha permesso di toccare alcune capitali europee nonché quei luoghi che vengono identificati oggi come le roccaforti ideologiche entro cui assunse forza e vigore quel movimento ideologico e culturale che conosciamo con il nome di nazismo esoterico. Nelle vicinanze dell’ameno castello abbiamo avuto modo anche di visitare la meno nota Externsteine, un luogo in cui le antiche conoscenze pagane e druidiche si fusero con la nuova ideologia dei Reich, originando una commistione ideologico-religiosa mai osservata entro un partito politico. Da tali assunti vogliamo continuare questo nostro percorso visitando a posteriori, e cercando di recuperare alcune risposte, circa le motivazioni che permisero a determinate ideologie di strutturarsi così profondamente entro il partito nazista. Cercheremo inoltre di delineare il quadro storico e culturale che permise la creazione di queste entità culturali nonché la parallela ideazione di una nuova cultura religiosa che avrebbe avuto in Wewelsburg il suo centro di potere principale.

Le motivazioni storiche e culturali
“Dobbiamo rinnovare il culto dei Germani ”, con queste parole un giovanissimo caporale Adolf Hitler si espresse durante un discorso, tenutosi nel 1920, poco dopo la fondazione del Partito NazionalSocialista Tedesco (NSDAP). Parole quantomeno sibilline e che lasciano appena intravedere il moto insondabile che certamente si agitava nell’animo di un giovane reduce della Prima Guerra Mondiale. Già in quel periodo si ritiene che Hitler si fosse avvicinato, o facesse già parte, di circoli esoterico-politici come quelli della Thule Gesellschaft, un organismo fondato nel 1918 da Rudolf von Sebottendorff1, al secolo Rudolph Gauler, e connotati da un acceso nazionalismo nonché da un intenso antisemitismo. La Thule costituisce forse l’esempio più palese di quanto andremo a presentare in queste pagine ovvero di istituzioni in cui il sentimento di nazionalità, unito alla volontà di risollevare l’onore di un paese devastato dalla guerra, aveva permesso di promuovere nuove forme culturali e nuovi campi di ricerca interiore.
La società Thule, che non fu come molti continuano ad affermare una società segreta bensì un cenacolo di stampo culturale-esoterico-nazionalista gerarchicizzato, attinse a piene mani dalle teorie del professore di geopolitica Karl Haushofer2, convinto assertore della rinascita della grande Germania nonché si fece portavoce di una politica espansionistica verso est tesa a ricostituire un solido “spazio vitale”3 che avrebbe a sua volta garantito il dominio sul mondo. A tali “dottrine” si affiancarono gli insegnamenti di un curioso monaco cistercense, sospeso a divinis dalle gerarchie ecclesiastiche, Adolf Lanz Von Liebenfels fondatore dell’Ordine dei Nuovi Templari, e primo patrocinatore dell’idea sull’esistenza di una razza superiore formata dall’antico popolo ariano, ritenuto a sua volta di origine semidivina e a cui era stato affidato il compito di liberare il mondo dagli popolo ebraico.
A questo si aggiunge un dato poco rimarcato nelle pubblicazioni sul tema, la Thule si ispirò anche al Buddismo tibetano deformandone i contenuti principali nonché annettendovi le dottrine esoteriche proposte dalla teosofa di origine russa madame Helena Petrovna Blavatsky, considerata la più grande medium e occultista della storia recente nonché la fondatrice della Società Teosofica Internazionale.
La Blavatsky sosteneva di essere in contatto telepatico con antichi “Maestri sconosciuti”, sopravvissuti di una razza eletta vissuta tra Tibet e Nepal, rifugiatisi in seguito a una spaventosa catastrofe nelle viscere della Terra ove avrebbero fondato una straordinaria civiltà sotterranea all’oscuro del mondo, la leggendaria Agarthi.
Gli appartenenti alla Thule mirarono, attraverso la telepatia e attraverso specifiche pratiche esoteriche, che si svolgevano solitamente nei boschi e vicino a corsi d’acqua, ad entrare in contatto con questa sorta di superuomini, al fine di ricostituire la leggendaria razza superiore e concedere alla Germania “il ruolo e la potenza che le spettavano”.
Proprio in tale ambito siti archeologici come quello di Externsteine assunsero un valore ed una valenza unici dopo la conquista del potere da parte del nazismo. Le lunghe arenarie scure evocanti nel loro aspetto le antiche rune, gli alti bastioni scavati dal tempo e dalle intemperie, il tutto accentuato dalla presenza di un ameno stagno e dal carattere maestoso del manto forestale limitrofo, spiegano la vocazione che spinse i primi gerarchi nazisti a recarsi in questo luogo e a trasformarlo nel sito per antonomasia ove le élite delle SS ricevevano il loro “battesimo sacro” per assurgere ai gradi più alti delle loro gerarchie. Wewelsburg e Externsteine si legano indissolubilmente entro quel progetto, prevalentemente himmleriano, di creare oltre ad una nuova “razzia ariana” anche una nuova religione globale4.
A tale riguardo riteniamo importante raccontare una nostra esperienza personale, vissuta proprio durante la nostra spedizione estiva, sintomatica di un percorso che solo cinquant’anni fa centinaia di persone sperimentarono nel cammino iniziatico di Externsteine. Abbiamo voluto ripercorrere e sperimentare in prima persona una delle tappe che vedevano coinvolti i giovani ufficiali delle SS durante il loro rito di iniziazione. Ci siamo quindi distesi in quell’incavo di arenaria conosciuto con il nome di “sepolcro” cercando di comprendere quali elementi potessero essere stimolati nell’iniziando. Siamo rimasti davvero sconcertati nel percepire subito un cambiamento, quasi un distacco dalla realtà circostante, originato dalla perfetta “copertura” che questo incavo produce sul soggetto. Ogni suono esterno viene attutito mentre il flebile suono dell’inspirazione e dell’espirazione sembrano predominare su ogni altro. Una situazione del genere favorisce sicuramente stati meditativo-contemplativi profondi, gli stessi che erano richiesti ai giovani ufficiali durante la loro iniziazione. A differenza di noi però questi stessi dovevano rimanere entro il sarcofago per una notte intera cercando di riscoprire e richiamare a sé le antiche forze che avevano reso eroi gli uomini del mito. Una vera e propria morte e rinascita rituale che, accompagnata dalla sacralità del luogo e da rituali pagani mutuati dal nazismo, trasformavano il tutto in un vero e proprio rituale religioso.

La voce della memoria
Giorgio Galli autore del primo testo italiano sul nazismo esoterico5, in una recente intervista rilasciata alla rivista cattolica 30 Giorni6, chiarisce ampiamente quel retroterra culturale e storico che condusse queste concezioni ad assurgere un ruolo predominante nella cultura tedesca successiva al 1918. #61825;gInnanzitutto una concezione secondo cui la storia che conosciamo è solo una parte della storia dell’umanità. Solo alcune élites di iniziati conoscono “tutta” la storia. La storia antichissima di civiltà pure e incorrotte. Questo sapere e queste conoscenze, a cui è possibile attingere con pratiche e riti occultistici, trasmettono un particolare potere agli iniziati i quali devono svolgere anche un ruolo politico per gestire il futuro di una umanità decaduta cui occorre restituire le doti e le caratteristiche andate perdute nel tempo. I componenti di queste società si ritengono, insomma, depositari di un’antica sapienza primordiale che si manifesta spesso in riti particolari. Un fatto interessante è che alcuni adepti di gruppi esoterici si trovano a ricoprire ruoli anche nei servizi segreti dei propri Paesi. Un personaggio chiave in tal senso è il tedesco Theodor Reuss, della società occultistica Ordo Templi Orientis, maestro dell’inglese Aleister Crowley. Crowley, anch’egli maestro d’occultismo e al contempo agente dei servizi segreti inglesi, alla fine dell’Ottocento aderisce alla celebre Golden Dawn – una derivazione, come s’è detto, della Società rosacrociana – e poi fonda una sezione inglese dell’Ordo Templi Orientis . La Golden Dawn è a sua volta collegata con associazioni tedesche connesse alla dottrina segreta della russa madame Elena Blavatsky – fondatrice a New York, nel 1875, della Società teosofica – e all’antroposofia di Rudolph Steiner ”7.
La preoccupazione e la testimonianza riguardo la possibile ascesa del nazismo non solo come entità politica ma anche come nuova religione ci vengono confermate da due importanti figure del tempo che contrastarono e identificarono fin da subito la matrice ideologico-religiosa alla base di questo partito. Anche in questo caso ci si sofferma raramente su alcuni emblematici momenti che videro coinvolte le gerarchie cattoliche nella condanna del Reich, si sente forse più spesso parlare di possibili connivenze di alcuni suoi alti membri rispetto al vero lavoro di prevenzione e condanna operato dalla Chiesa Cattolica. August von Galen, vescovo di Münster durante il periodo nazista, e lo stesso Pio XI mostrarono le loro profonde preoccupazioni verso le nuove ideologie del Reich attraverso la pubblicazione, nel 1937, dell’enciclica Mit Brennender Sorge8. Pio XI parlò per questo movimento anche direttamente di neopaganesimo quando sovente si riferì alle matrici ideologiche soggiacenti al nazismo. La Chiesa di Roma condannò infatti profondamente l’operato e le principali figure del Reich, pur mantenendo un profilo medio nella sua gestione pubblica e politica della res operò clandestinamente per cercare di minare alla base ideali che oltre a possedere una matrice fortemente distruttiva avrebbero potuto contrastare il credo cattolico se fossero riusciti ad assurgere alle vette della millenarità.
Lo stesso Galli affermerà “In realtà si può parlare di qualcosa di più del neopaganesimo. Tutte le cerimonie nazionalsocialiste ricalcano un modello religioso: le luci, il Führer che appare come una magica agnizione. Hanno tutte un carattere di liturgia magica”9.

I figli di Odino
Diventa ora necessario osservare come affianco delle grandi società esoteriche, alcune delle quali ancora oggi conosciute ed esistenti, presenti in Germania prima della salita al potere da parte di Hitler fossero altresì presenti una vasta ed eterogenea quantità di comunità, unioni, società e associazioni di matrice neopagana o neogermanica passate perlopiù sotto il silenzio della storia e note solamente a pochi studiosi di queste tematiche che ne abbiano indagato i recessi. Buona parte di queste istituzioni erano “private” o “riservate” per differenti motivazioni, prima tra tutte la necessità di una non esposizione di alcuni dei suoi membri (che in non rare occasioni appartenevano all’élite culturale o politica del momento) o perché composte da uomini provenienti dai Freikorps e dalle Einwohnerwehre, ovvero i gruppi di milizia popolare che si erano formati subito dopo il primo dopoguerra. Molti di questi gruppi organizzavano incontri clandestini e non erano rari i casi in cui in tali incontri venivano officiate vere e proprie ritualità pagane. Alcune di queste società pubblicavano delle vere e proprie riviste, si veda Runen dell’Ordine dei Germani, ma in generale si richiamavano ad una tradizione culturale e religiosa antica che aveva cercato di preservare e continuare a vivere nell’ambito del non recente fenomeno del neopaganisimo tedesco10.
Studiosi come René Freund affermano11 che sarebbero esistite oltre “cento società” di questo tipo tra cui le principali furono:

Armanenschaft (Gli Armani)

Bund fur personliche Religion (Lega per la Religione Personale)

Deutschbund (Lega Tedesca)

Deutsche Erneuerungsgemeinde (Comunità Tedesca di Rinnovamento)

Deutschglaubige Bewengung (Movimento dei Credenti Tedeschi)

Deutscher Monistenbund (Lega Tedesca dei Monisti)

Freie Gemeinde vom deutschen Leben (Libera Comunità di Vita Tedesca)

Germanenbund (Lega dei Germani)

Germanenorden (Ordine dei Germani)

Jungborn (Fonte di Giovinezza)

Jungdeutscher Orden (Ordine dei Giovani Tedeschi)

Lichtfreunde (Amici della Luce)

Lumen-Klub (Club dei Lumi)

Neutempler (Nuovi Templari)

Thule Gesellschaft (Società Thule)

Wodan- Gesellschaft (Società di Odino)

Con l’avvento del nazismo molte di queste entità, compresa la stessa Massoneria, vennero smantellate e disperse per fare posto a nuove strutture di fede interamente naziste tra cui si annoverano la Thule Gesellschaft, La Fratellanza del Serpente e l’Ordine del Sole Nero.
Queste furono solo alcune, ma in realtà le principali, tra le Società iniziatiche che si svilupparono sotto il nazismo. In alcune di esse possiamo trovare iscritti anche quegli stessi gerarchi “apportatori” o “fautori” di una nuova cultura e di una nuova religiosità germanica. Non si dimentichi come Alfred Rosenberg, il filosofo del Reich, nutrisse una vera e propria ossessione per il mistero del continente di Atlantide nonché per la mistica medievale; Rudolph Hess, designato in qualità di successore di Hitler, era stato uno studioso di occultismo e di chiaroveggenza mentre un Heinrich Himmler, capo delle SS e numero tre nella gerarchia nazista, era stato ossessionato dall’idea di fondare un nuovo ordine iniziatico di stampo germanico. Sullo stesso Hitler tutto e il suo contrario è stato detto e scritto ma nessuno può togliergli l’epiteto che forse comprende meglio il ruolo e il valore enigmatico che la sua guida e le sue idee sul Reich millenario produssero, portando altresì a considerarlo il “Mago Nero” del Reich e del XX secolo. Come sottolinea Emil Julius Gumbel nel suo “Cospiratori, storia e sociologia delle società segrete nazionaliste tedesche”12, stampato la priva volta nel lontano 1924, molti di questi gruppi neopagani si attribuirono una “… veste mistica, che si manifestava soprattutto attraverso la loro lingua segreta”. Karl Jaspers ci ricorda13 invece come “…l’identificazione di Dio e della Razza pura erano l’assioma principale degli adepti ariani. E per quanto in generale ci si interessasse ancora alle grandi religioni straniere, le si indicò come fenomeni degenerati oppure le si adattò al vero arianesimo”.
Le antiche leggende, i miti, le favole, le saghe nordiche e i culti antichi riemersero a nuova vita in questo enorme processo ricostruttivo di una identità e di una cultura tedesca. Si cercò di colpire il monoteismo cristiano con le armi più antiche, gli eroi e le gesta delle saghe mitologiche pagane furono decristianizzati per riprenderli nella loro antica valenza e nelle loro antica cultura.
Nel processo di arianizazione si cercò addirittura di trasformare il Cristo semita in un “Gesù ariano”, così nel 1901 la rivista pangermanista Heimdall pubblicò una serie dia rticoli in cui si esaltava la figura di Cristo-ariano, figlio di un funzionario germanico e depositario del “sangue puro”. Concetti palesemente e grossolanamente distorti nonché piegati alle volontà ideologiche-religiose del nazismo.
Conveniamo con Freund nel constatare come il nazismo possa essere sì compreso all’interno di questi movimenti per la sua visione del mondo, ma anche di come anche se ne fosse ben presto distaccato e mutuato per perseguire finalità politiche e non solo più para-religiose e culturali. Si procedette in maniera sistematica includendo da una parte personaggi come Von List, Sebbotendorf e Haushofer entro le nuove gerarchie del Reich, riprendendo le loro dottrine, la loro mistica e la loro nuova visione del mondo, ma allo stesso tempo perseguendo finalità più materiali e facendo emergere questo lato oscuro del Partito solo subdolamente o se vogliamo solo a posteriori quando i primi studiosi sul tema, Pawels e Bergier, ne studiarono e ne identificarono le matrici. Un doppio binario culturale-esoterico e ideologico-politico che avrebbe permesso, tanto per l’habitus mentale vissuto in quel momento dal popolo tedesco quanto per un rinnovato interesse per l’antico germanismo, l’ascesa di un partito ai vertici dello stato tedesco. Il popolo vide in Hitler e nel suo entourage quei capi in grado di ridare forza e onore alla devastata nazione tedesca, Hitler vide altresì nel suo popolo e nelle idee degli uomini che gli furono affianco gli strumenti necessari per imporre una nuova dottrina ed un nuovo impero che avrebbero successivamente dovuto possedere una portata globale. La storia è stata diversa e solo a distanza di cinquant’anni riusciamo a comprendere pienamente i diversi ed alterni elementi che si connaturarono alla base delle ideologie naziste.
La degna conclusione di quanto sopra esposto pensiamo possa risiedere nella rispota che Giorgio Galli diede durante una sua recente intervista. Di fronte alla domanda su come fosse stato possibile che da esperienze esoteriche si fosse riusciti a raggiungere un potere così grande come quello che ebbero Hitler e i suoi “adepti” in Germania, il noto politologo risponde “Io ho sempre cercato di evitare di privilegiare esclusivamente la chiave interpretativa dell’esoterismo per spiegare certi fatti. è sicuramente, come ho già detto, un aspetto importante e trascurato. Ma Hitler raggiunge il consenso per ragioni che la storiografia ha già abbondantemente studiato e che io non metto in discussione: l’umiliazione tedesca dopo la Prima guerra mondiale, le frustrazioni derivanti dalla sconfitta e dal Trattato di Versailles, la crisi economica del ’29 che produce 6 milioni di disoccupati, la politica di Weimar che non riesce ad esprimere una risposta efficace a questi problemi. Queste sono le ragioni principali che permettono a Hitler di prendere il potere. Hitler riesce a fronteggiare la disoccupazione anche prima del riarmo, con i grandi lavori pubblici, accettando i consigli del finanziere e politico Hjalmar Schacht, che è un keynesiano. D’altronde Hitler nel Mein Kampf presenta un progetto politico che ha degli aspetti normali, come, appunto, la lotta alla disoccupazione”.
Il nostro viaggio ci ha riservato numerose scoperte che riproporremo nel corso dei prossimi mesi, al momento però stiamo cercando di riportare alla luce altri lati meno noti della storia nazista in cui i movimenti esoterici e para-religiosi sembrano assumere valori spesso neanche considerati dalla storiografia ufficiale. Attraverso un viaggio nel nostro passato e nelle sue più oscure pieghe emergeranno nei prossimi anni nuovi scenari che probabilmente permetteranno di comprendere definitivamente la matrice esoterica sottostante all’ascesa del nazismo.

Note
1Rudolf Von Sebottendorff, Prima che Hitler venisse, Edizione Arktos, Torino, 1987.
2Haushofer, Karl , Geopolitik des Pazifischen Ozeans : Studien ؆ber die Wechselbeziehungen zwischen Geographie und Geschichte (1924/1938) [Kurt Vowinckel Verlag; Heidelberg/Berlin.
3Il ben noto Lebensraum, il concetto fu fatto proprio da Hitler che lo impiegò per legittimare la politica espansionistica e bellicista che avrebbe consentito alla Germania di conseguire l’ampliamento dello spazio vitale, fino a un dominio tedesco su tutto il continente europeo.
4G. L. Mosse, The Mystical Origins of National Socialism, in Journal of the History of Ideas , Vol. 22, No. 1 (Jan. – Mar., 1961), pp. 81-96.
5Giorgio Galli, Hitler e il Nazismo Margico, BUR, Milano, 2005.
6La grande Germania, un sogno esoterico, articolo di Paolo Mattei, apparso sulla rivista 30 Giorni, Ottobre 2004. – www.30giorni.it
7Vd. articolo di Paolo Mattei.
8 Enciclica «MIT BRENNENDER SORGE», «CON VIVA ANSIA», LETTERA ENCICLICA AI VENERABILI FRATELLI PATRIARCHI PRIMATI ARCIVESCOVI VESCOVI E AGLI ALTRI ORDINARI AVENTI CON L’APOSTOLICA SEDE PACE E COMUNIONE «Sulla situazione della Chiesa nel Reich germanico». PIO XI, 14 Marzo 1937.
9vd. Hitler e il Nazismo Margico, BUR.
10Gugenberger Eduard, Schweidlenka Roman, Mutter Erde, Magie und Politik. Zwischen Faschismus un neuer Gesellschaft, Verlag fur Gesellschaftskritik, Wien, 1987.
11René Freund, La magia e la svastica, Lindau, Torino, 2006.
12Emil Julius Gumbel, Verschworer. Zur Geschichte un Soziologie der deutschen nationalistichen Geheimbunde 1918-1924, Fischer, Frankfurt am M., 1984.
13 Karl Jaspers, Ragione e antiragione nel nostro tempo, SE, Milano, 1999.

Gabrjel
00lunedì 30 gennaio 2012 20:28
LA SOCIETA' THULE

La Thule Gesellschaft fu fondata il 17 agosto 1918 da Adam Alfred Rudolf Glauer (alias Erwin Torre) che assunse, a seguito di una contestata adozione, il nome di Rudolf "Freiherr" (Barone) von Sebottendorff (o von Sebottendorf), dopo che aveva aderito, infondendovi nuova linfa, ad un'altra società occulta: il Germanenorden.



Il Germanenorden, fondato nel 1912, aveva come leader Philip Stauff, ma il menbro membro più eminente era, appunto, Rudof Glauer, che era entrato a farne parte nel 1916, "mettendosi a capo di un'ala segreta antisemita dedita a combattere l' 'alleanza segreta ebraica'."

"Sotto Stauff e Sebottendorff l'ordine capovolse i temi otiginali della teosofia: i membri credevano che alla base di tutti i mali ci fosse la 'mescolanza razziale' e che la Germania dovesse sforzarsi di creare una superiore razza ariana per rivendicare il predominio sul mondo. Inoltre, l'ordine pretendeva che i suoi membri anziani dipendessero direttamente dai 'Capi Segreti del Tibet', discendenti degli Atlantidei e dimoranti da 'qualche parte sull'Himalaya' sotto il regno del 'Re della paura' o 'Re del Mondo' (...), questo 're' avrebbe avuto- e avrebbe tuttora- potere di vita e di morte su tutti gli esseri viventi della terra" (Gary Hyland, "I segreti perduti della tecnologia nazista", Newton Compton Editori).

Tra i membri della Thule figuravano: Rudolf Hess, Wilhelm Frick, Julius Streicher,germanen Orden Alfred Rosenberg, Hans Frank, Max Altmann, Anton Drexler, Dietrich Eckart, Gottfried Feder, Karl Harrer, Ernst Halbritter, Walter Deicke, Franz Dannehl, Walter Nauhaus, Georg Baubatz, Johannes Hering, Herman Pohl, Michael Lotter, Friedrich Krohn. Tutti personaggi che in un modo o nell'altro acquisirono successivamente una fama sinistra.

Ecco cosa riporta lo stesso Sebottendorff nel suo "Prima che Hitler venisse" (Oggero Editore): "Nauhaus propose di attribuirgli la denominazione ufficiale di Società Thule, approvata da Sebottendorff, che la giudicò misteriosamente suggestiva quanto basta, riservandosi peraltro di illustrarne tosto l'autentica finalità a chi di dovere. La consacrazione dei locali destinati ad ospitarne la sede fu celebrata il 17° giorno del mese di Ernting - (Agosto) - del 1918. Alla cerimonia intervennero ambedue i Presidenti dell'Ordine Germanico, i quali designarono Sebottendorff a rappresentarli. conferendogli la carica di Maestro. (...) Ogni membro dell'Ordine portava come distintivo una spilla di bronzo, (...) recante entro uno scudo, una Croce Uncinata intersecata da due lance incrociate, contrassegno simbolico che era stato ripreso da una prototipo arcaico rinvenuto in Slesia, raffigurante una Croce Uncinata apposta ad una antica ascia germanica. Le sorelle affiliate all'Ordine avevano invece adottato come distintivo una semplice Croce Uncinata in oro.



Von Sebontendorff attinse a piene mani dalle teorie geopolitiche di Karl Hausofer, l'assertore del Lebensraum, dalla dottrina di Adolf Lanz von Liebenfels, e dalle speculazioni teosofiche di madame Helena Petrovna Blavatsky.

Inoltre, si rifece al Sufismo a cui era stato introdotto durante il suo soggiornogurdjieff in Turchia.

Sembra che, nell'ambito del Sufismo, Sebontendorff fosse entrato in contatto con Georges Ivanovi#269; Gurdjieff e che i suoi riti occulti, influenzati anche dagli insegnamenti del Maestro Spirituale cercassero l'elevazione e il superamento del torpido ed ottuso stato di veglia per ottenere, tramite un duro lavoro su sè stessi, un livello superiore di consapevolezza.



A tal riguardo, Giorgio Galli nel più volte citato "Hitler e il Nazismo Magico", "Allo scoppio della rivoluzione (Gurdjieff) si trasferisce col suo gruppo nel Caucaso settentrionale, vicino alla natìa Georgia, ma anche sede di una di quelle "colonie" indiane di cui aveva parlato Schlegel. L'avanzata dell'Armata rossa induce il gruppo a trasferirsi prima a Costantinopoli e poi in Germania. E un itinerario analogo a quello di von Sebottendorff e ci si può chiedere se i due si siano incontrati tra il 1920 e il 1922, quando il fondatore della Thule viaggia nelle sue due patrie".

Un altro notevole influsso esercitarono su Sebontendorff gli studi di madame Blavatsky sulla telepatia, che avrebbero permesso agli adepti iniziati della Thule di entrare in contatto con gli abitanti di Agarthi, i Maestri Sconosciuti possessori della mitica energia Vril, di cui anche gli eletti Ariani sarebbero tornati in possesso, trasmutandosi in Superuomini.

Infine, "il Maestro della Società Thule credeva alla verità fondamentale del Monismo.Per lui il cielo e la terra non erano in opposizione tra loro, ma appartenevano alla stessa realtà, al tempo stesso spirituale e materiale. Dio non è esterno all'uomo, ma è, in fin dei conti, il destino stesso di ogni individuo. Finalmente ardevo! In quel piccolo volumetto ("Die praxis der alten türkischen Freimaurerei" di Sebottendorff), passato del tutto inosservato, scoprivo il messaggio di Iperborea..." (Jean Mabire, "Thule - Il sole ritrovato degli Iperborei", Edizioni L'era dell'Acquario).

Per ottenere tali risultati, gli iniziati della Thule si riunivano a volte nei boschi in vicinanza di corsi d'acqua ed ivi eseguivano i riti occulti a cui sopra abbiamo accennato.

Sebottendorff scrisse solo nel 1933 il libro Bevor Hitler kam ("Prima che Hitler venisse", ut supra), ma, uscita la seconda edizione nel 1934, misteriosamente, esso venne completamente ritirato dalle stampe, sparendo dalla circolazione ed il suo autore arrestato per breve tempo.

Da ciò nacque la leggenda che in esso fossero contenuti i segreti ed occulti riti che permettevano il contatto con i Superiori Maestri Sconosciuti.

Niente di più falso.

Il libro in realtà è una specie di diario (a volte tedioso), scritto in terza persona, delle iniziative intraprese dall'autore per contrastare la Repubblica Sovietica Bavarese proclamata il 6 aprile 1919 dal commediografo Ernst Toller, appartenente ai Socialisti Indipendenti. Una delle prime iniziative intraprese da tale governo fu la dichiarazione di guerra alla Svizzera per alcune locomotive!

Dopo alcuni giorni di follie, il potere venne preso dal triumvirato russo composto da Eugen Leviné, Max Levien e Towia Axelrod, inviati da Lenin per la formazione della Repubblica dei Consigli in Bavaria. Il fatto che fossero tutti e tre russi ed ebrei, insieme alla decisione di sciogliere l'esercito con l'organizzazione della Rote Armee popolare, rappresentò uno schiaffo in faccia ai movimenti pangermanici e nazionalisti raggruppati attorno a Sebottendorff.

Il 30 aprile 1919, sette membri della Thule, tra cui una donna, presi in ostaggio dal governo bolscevico bavarese, vennero condannati a morte ed uccisi.

Pochi giorni dopo i Freikorps, tra cui l'Oberland, formato dall'attivissimo Sebottendorff, penetrarono in Bavieria sconfiggendo i comunisti ed abbandonandosi a feroci massacri. Leviné fu l'unico del triumvirato a pagare con la vita.

Dopo queste vittorie, Sebottendorff, apparentemente stremato, ma in realtà allontanato da false accuse di appropriazione indebita, ritornò in Turchia, perdendo progressivamente i contatti con gli altri appartenenti alla Società Thule.

Il 12 settembre 1919, senza aver avuto niente a che fare con questi avvenimenti, Adolf Hitler aderì al DAP (Deutsche Arbeiterpartei). Egli neanche conosceva Sebottendorff, ma venne iniziato dai membri della Thule, tra cui Harrer, Drexler, Eckart e Rudolf Hess, compagno di prigionia a ludendorff.Landsberg e fedele scritturale del folle "Mein Kampf".

Subito dopo il fallito putsch del 9 novembre 1923 a Monaco, Erich Friedrich Wilhelm Ludendorff, eroe della I Guerra Mondiale, che era stato coinvolto al tentativo di colpo di stato grazie a vane promesse, prese le distanze da Hitler.

Il 30 gennaio 1933, avendo Hinderburg, Presidente del Reich, nominato Hitler Cancelliere, Ludendorff così gli scrisse:

"Facendo Hitler cancelliere del Reich, Lei ha affidato la nostra santa patria a uno dei più grandi demagoghi di tutti i tempi. Le predico solennemente che quest'uomo maledetto porterà il nostro Reich nell'abisso, causerà alla nostra nazione sofferenze inaudite e che la maledizione del genere umano la perseguiterà nella tomba per quello che Lei ha fatto".

Parole profetiche...

Nel frattempo Hitler, sempre più agitato da forze demoniache aveva allontanato tutti i membri della Thule dal partito a parte Hess. Aveva compreso in carcere di essere stato "teleguidato" da Sebottendorff ed i suoi affiliati per i fini del Pangermanesimo.

Nel 1933 Sebottendorff, a seguito di svariate traversie, era tornato in Germania ed aveva pensato dl lucrare con la situazione creatasi a seguito dell'avvento di Hitler al Cancellierato, dando alle stampe il proprio resoconto degli avvenimenti bavaresi e confidando nella riconoscenza del Führer. Hitler invece, riteneva di avere alcuni conti in sospeso con il Maestro della Thule, conti che sarebbero stati saldati in un sol colpo.

Sembra che un altro motivo per cui Hitler avesse ordinato il sequestro del libro fosse dovuto al fatto che Sebottendorff si era (giustamente) attribuito un diritto di primogenitura della fondazione del NSDAP (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei), avendo dato impulso alla nascita del DAP, primo nucleo del NSDAP, nonché dell'utilizzo della svastica come simbolo germanico e perfino del saluto introdotto da Hitler, Sieg Heil (Vittoria e Salvezza) che, all'interno della Thule sarebbe stato Heil und Sieg (Salvezza e Vittoria).

Già il titolo stesso del libro, Prima che Hitler venisse, rappresentava una provocazione per il Führer, lasciando ad intendere che il vero lavoro iniziatico, preparatorio ed organizzativo era stato svolto dallo stesso Sebottendorff.

Ovvio che l'egomaniaco Führer non poteva accettare la divulgazione di tali affermazioni, anche se vere.

Dopo l'arresto e la breve prigionia, Sebottendorff venne espulso dal Paese.

Alcuni storici, forse con poco approfondimento, hanno tratto da questi avvenimenti il destro per affermare che nulla ebbe il Nazismo a che fare con l'Esoterismo e l'Occultismo, rinnegando tutti gli studi eruditi effettuati al riguardo da Giorgio Galli e Marco Dolcetta, solo per citare due degli autori italiani di maggiore autorevolezza.

Spieghino, pertanto, costoro con quali modalità un ex caporale boemo oscuro e misconosciuto. una volta affiliatosi ad uno dei tanti partiti völkisch, il DAP, con appena una cinquantina di iscritti, sia divenuto l'uomo più potente di Germania prima e d'Europa dopo.

"Sono visitatori provenienti da un altro piano. Il medium ne è posseduto. Liberato da questo demone, egli ripiomba nel mediocre. Così avviene che incontestabilmente alcune forze invadono Hitler, forze quasi infernali, delle quali il corpo chiamato Hitler è soltanto l'involucro provvisorio" (Hermann Rauschning , "Hitler speaks", trad. in Italia, "Hitler mi ha detto").

Tornando al fondatore della Thule-Gesellschaft, questi, essendo ormai inviso ad Hitler, riparò nuovamente in Turchia.

Il resto della sua storia è del tutto privo di interesse. Si uccise, gettandosi dal Bosforo, l'8 maggio 1945, il giorno dopo la dichiarazione di resa della Germania.

In tal modo, senza alcuna gloria, moriva uno dei personaggi che avevano direttamente o indirettamente instradato ed iniziato Adolf Hitler alla Politica, all'Esoterismo ed alla conoscenza dei Maestri Sconosciuti.
Gabrjel
00lunedì 30 gennaio 2012 20:31
LA SOCIETA' VRIL

Nel 1921 nacque, dall'impulso di Karl Hausofer e Rudolf Freiherr von Sebottendorff, il cui vero nome era Adam Alfred Rudolf Glauer, la Vril Gesellschaft (Società Vril) o Loggia Luminosa, una comunità segreta di medium ed occultisti tedeschi, in stretto contatto con l'Hermetic Order of the Golden Dawn.
Secondo quanto afferma Jan Van Helsing, pseudonimo di Jan Hudo Holey, ne "Secret Societies and their power in the 20th Century" ("Geheimgesellschaften und ihre Macht im 20. Jahrhundert"), nel 1917 il Barone Von Sebonttendorf, Karl Hausofer, l'asso dell'aviazione Lothar Waiz, il Prelato Gernot della Segreta "Societas Templi Marcioni" (gli eredi dei Cavalieri Templari) e Maria Orsic, si incontrarono per la prima volta a Vienna.

Il Prelato Gernot avrebbe parlato loro dell'avvento della nuova Era, l'Era dell'Acquario, e che l'ILU, il raggio divino, proveniente dal Centro della Galassia (e quindi dal Buco Nero situato esattamente al centro di Essa - si legga al riguardo il nostro articolo), avrebbe finalmente raggiunto la Terra, portando all'elevazione ed all'evoluzione degli esseri umani, ponendo fine all'Era del Kali Yuga. Il punto in cui la Societas Templi Marcioni ipotizzava che il raggio divino avrebbe raggiunto la Terra era il massiccio alpino dell'Untersberg, vicino a Salzburg e Berchtesgaden, che sarebbe divenuta la residenza preferita di Adolf Hitler.

Nel settembre del 1917, Sebottendorf si sarebbe incontrato con i membri del dhvss.jpgDie Herren vom Schwarzen Stein (DHvSS - I Signori della Pietra Nera), adoratori della Dea della Montagna e della Resurrezione, Isais, che avrebbero introdotto il barone ai segreti della Pietra Nera (il Sacro Graal?). Proprio costoro fonderanno in seguito l'ordine occulto SS Schwarze Sonne, il cui simbolo è il Sole Nero riprodotto nella Sala delle Riunione degli Obergruppenführer a Wewelsburg.wewelsburg.jpg
Tutti insieme, questi elementi avrebbero dato la spinta propulsiva alla creazione della Loggia Vril o Vril Gesellschaft.

Negli anni '90 del 1900, venne fondata a Vienna da Norbert Jurgen-Ratthofer e Ralft Ettl, una società che si ispirò grandemente al retroterra culturale della Vril, la Tempelhofgesellschaft. Questa ha, come fine, l'insegnamento della dottrina del Marcionismo, un'eresia gnostica che identifica JaHWeH o JaHVeH con il Demiurgo creatore del mondo materiale, del Male. Secondo gli adepti, la razza ariana, destinata a dominare il mondo, si sarebbe stabilita su Atlantide, dopo l'arrivo da Aldebaran. Tale informazioni deriverebbero da imprecisati antichi manoscritti sumeri o accadici.

Il tutto pare, però un rimaneggiamento dell'humus culturale ed esoterico che permeava la Vril Gesellschaft.

In tutte le dottrine gnostiche, caratterizzate da un accentuato dualismo ed in particolare nel Marcionismo, vi è, comunque, la netta contrapposizione tra il Buon Dio, L'Eone Gesù, il Soter, e il Demiurgo, impersonificante la favola del creatore del Mondo, il Dio dell'Antico Testamento, il male.

Gesù-Soter, nella dottrina gnostica, è un eone, un avatar, non ha natura materiale, la sua luce non serve a redimere tutti i peccatori, ma solo ad illuminare le anime predisposte alla verità ed all'elevazione, al passaggio dimensionale.

Pertanto nello gnosticismo, il Bene è rappresentato dall'Eone Gesù, mentre il male è il Demiurgo El Shaddai, che è anche l'Arconte ostile Elsadaios, l'Arconte che rappresenta il Sole.

Sempre Jan Van Helsing nel suo "Società Segrete e il loro Potere nel Ventesimo Secolo" scrive che, "Sebontedorff identificò chiaramente El Shaddai, il Dio dell'Antico Testamento, con il distruttore, l'antagonista di Dio (Gesù Cristo, il vero Dio)."

E' indicativo che Satan, in Ebraico, significa l'avversario, l'antagonista.



Wulf Schwarzwaller, in "The Unknown Hitler: His Private Life and Fortune" (Zenith Ed.), scrive che, "La Loggia (Vril) includeva Hitler, Alfred Rosenberg, Himmler, Goring e il medico personale di Hitler, Dr. Morell. E' anche risaputo che Aleister Crowley e Gurdjieff presero contatto con Hitler. Gli inusuali poteri di suggestione di Adof Hitler diventano più comprensibili se si considera che egli aveva accesso alle "segrete" tecniche psicologiche di Gurdjieff che, a sua volta, erano basate sulle tecniche dei Sufi e dei lama Tibetani ed era vicino agli insegnamenti Zen della Società Giapponese del Dragone Verde."



L'intento della Vrl era lo studio dell'origine della Razza Ariana, la ricerca dei progenitori Ariani, che ritenevano essere gli Atlantidei ed il recupero dell'energia Vril per gli Eletti.

"Il mondo cambierà", scriveva Bulwer-Lytton, "i nostri Signori usciranno dal centro della Terra. O noi facciamo un’alleanza con loro, diventando così Signori noi stessi, o ci troveremo tra gli schiavi, nel mucchio di letame che nutrirà le radici delle nuove città che sorgeranno".

Secondo Giorgio Galli, in una recente intervista, "(Questa era) una concezione secondo cui la storia che conosciamo è solo una parte della storia dell’umanità. Solo alcune élites di iniziati conoscono “tutta” la storia. La storia antichissima di civiltà pure e incorrotte. Questo sapere e queste conoscenze, a cui è possibile attingere con pratiche e riti occultistici, trasmettono un particolare potere agli iniziati i quali devono svolgere anche un ruolo politico per gestire il futuro di una umanità decaduta cui occorre restituire le doti e le caratteristiche andate perdute nel tempo. I componenti di queste società si ritengono, insomma, depositari di un’antica sapienza primordiale che si manifesta spesso in riti particolari".

Ed identico era il credo della Vril.

"La Società credeva [inoltre] che Vril fosse la lingua parlata dagli Atlantidei o Tuleani. Era un idioma composto di suoni e di clic.
La Società Vril forniva rivelazioni segrete, la venuta della Nuova Era, il ritorno della lancia del destino, il ritorno della magica pietra nero-violetta, e del pugnale in ferro nero della vecchia fede pagana germanica. (...) La Società Vril riteneva che la vera fonte di energia fosse il Sole Nero, un'infinita radiazione di energia reale anche se invisibile per l'occhio umano." (Encyclopedia of Ancient and Forbidden Secrets, voce "Vril")

Il motto della Società era: "Non tutto il Bene viene da lassù".

Il simbolo era una giovane donna con i capelli acconciati a lunga coda di cavallo e diventò anche il segno di riconoscimento di quel gruppo che si si definiva "Alldeutsche Gesellschaft für Metaphysik."





Il cuore pulsante della Società era un gruppo di donne dotate di grandi poteri medianici.
La loro guida era la medium della Thule Gesellschaft, Maria Orsitsch (Orsic) di Zagabria, che aveva ricevuto messaggi e disegni dagli Alieni Ariani di Alpha Tauri nel sistema binario di Aldebaran, distante dalla Terra 65 anni-luce.



Questi Alieni avrebbero visitato l'Antica Agade, portandovi la civiltà che avrebbe poi prodotto l'Impero Accadico, il primo immenso impero della Storia, guidato da Sargon I, detto il signore delle quattro parti del mondo

Il termine Vril, infatti, deriverebbe dal termine accadico "VRI-IL" (Simili a Dei).

Le medium della Vril avrebbero ricevuto altri messaggi da Aldebaran. Grazie a tali comunicazioni, avrebbero appurato che la popolazione di Aldebaran si diividerebbe tra il "Divino Popolo della Luce", gli Ariani alti, biondi dagli occhi azzurri e razze degenerate geneticamente.

A causa della continua espansione di Aldebaran (il suo diametro è attualmente 38 volte quello del Sole, ha infatti terminato l'idrogeno ed adesso fonde l'elio) gli Ariani sarebbero stati costretti ad abbandonare, 500.000 anni fa, il pianeta natale, colonizzando nuovi pianeti. In quei contatti, gli Aldebarani affarmarono che il loro è un sistema binario. Solo nel 1997 è stata scoperta la sua compagna, una nana bruna.

Nel nostro sistema solare avrebbero colonizzato il Pianeta Mallona (Prometeo per i Romani, denominato anche Marduk o Maldek) situato tra Giove e Marte, il Pianeta Esploso. Avrebbero poi colonizzato Marte ed infine la Terra, dando origine all'Impero Accadico-Sumero.

Insieme a Maria Orsic, canale di tali messagi e seconda nella linea di comando ci sarebbe stata la medium Traute A.

Oltre che segno di riconoscimento, la lunga coda di cavallo rappresenta, per le tradizioni esoteriche, forza medianica. I capelli sarebbero, infatti, antenne magiche. Pertanto, le poche foto pervenute ritraggono sempre i membri della Vril con capelli lunghissimi.



Proprio grazie ai messaggi ed ai disegni trasmessi da Aldebaran e ricevuti dalla Orsic e tradotti dall' Antico Sumero da Sigrun, un altro elemento di spicco del gruppo il cui pseudonimo derivava dalla valchiria Sigrune, venne costruita una macchina volante interdimensionale a forma di disco, la Jenseitsflugmaschine (JFM).

Questa macchina era composta da tre dischi con un'unità centrale che fungeva da generatore. I due dischi superiore ed inferiore, ruotando in direzioni contrapposte, generavano un campo magnetico sempre più forte. Al culmine si creava un "buco bianco" che avrebbe permesso il passaggio dimensionale del mezzo fino a raggiungere la Flotta Sumera ad Aldebaran.



Gli esperimenti sarebbero continuati fino al 1924. Dopo di allora, La JFM sarebbe stata smantellata ed infine distrutta.

Il Dottor Willy Ley, esperto missilistico costretto nel 1933 a lasciare la Germania, affermò che i membri della Società Vril ritenevano di avere conoscenze segrete che avrebbe loro permesso di mutare, rendendoli simili ai semidei che vivono all'interno della Terra Cava.

"Il dottor (...) Ley, uno dei pionieri della moderna scienza missilistica: studioso tedesco fuggito negli USA nel 1933, scrive (1947) su una rivista americana della nascita nel 1925 della Loggia della Luce (detta anche Societa’ della Verita’) in contatto con i super uomini Vril, e, congiuntamente a questi ultimi, rivolta alla conquista globale. Ley venne sbeffeggiato dalla comunita’ dei suoi colleghi scienziati e la data della presunta costituzione si prestò a critiche feroci; e’ altresì vero che nel 1925 venne sciolta Thule, che confluì nel gruppo dirigente del partito nazista, così come e’ vero che in quel periodo Hitler si distaccò definitivamente dall’insurrezionalismo dei Frei Korps per avvicinarsi alla classe colta degli industriali ed ai Junkers della vecchia germania: è così, l’ideologia dei picchiatori in camicia bruna non era quella dei cosiddetti eletti nel cuore del partito. Ricercatori successivi a Ley si divisero sull’identificazione dei Vril: per alcuni, essi erano una super razza originaria del nostro Pianeta nascostasi probabilmente alla fine dell’Eta’ dell’oro nel sottosuolo, ove aveva costruito enormi cunicoli entro cui si spostavano a velocita’ vertiginosi su dischi volanti; per altri essi erano degli extraterretri veri e propri provenienti dallo spazio. Quest’ultima ottica prendeva le mosse proprio da un mito interno a Thule, cioe’ che i leggendari Iperborei (i misteriori popoli posti oltre Thule, l’ultima e fantasmagorica citta’ all’estremo nord europeo dell’alba dei tempi) fossero i discendenti dell’equipaggio di un’astronave schiantatasi sulla Terra, fuggita da un remoto pianeta in preda ad una guerra catastrofica. Dalle migrazioni degli Iperborei, sarebbero nate alcune etnie particolari (in cui si distingueva notevolmente il sangue di tipo Rh negativo, aggiungo io): Celti, Norreni, Bretoni, Baschi ed Ariani." (Pensatore, "La Svastica sull'Antartide. Una 'contaminatio' Aliena-Nazista-Americana")

Le medium usavano, per raggiungere la concentrazione necessaria, tecniche di meditazione mutuate dagli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola.

L'uso di queste tecniche avrebbe permesso, nell'iniziato, la riattivazione del Vril. I membri della Loggia Illuminata credevano che la riattivazione del Vril avrebbe riportato i popoli della Terra Cava in superficie e solo chi era Padrone della Potenza del Vril, sarebbe diventato simile ad Essi, mentre gli altri, i "non risvegliati" sarebbero rimasti schiavi.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:19
GLI ALDEBARANI

Curiosamente, il contatto delle medium della Vril non sarebbe stato stato l'ultimo contatto medianico con gli Aldebarani.
Il medium Richard Miller afferma di aver ricevuto il 12 marzo 1958 un messaggio telepatico da Kla-La di Aldebaran, il quale avrebbe portato i saluti dalla Luce della sua dimensione (il riferimento alla Loggia Luminosa è evidente).
Kla-la afferma che la Grande Piramide sarebbe stata costruita dall'equipaggio di una nave proveniente dal Terzo Pianeta della Costellazione di Aldebaran, per fungere da faro interplanetario. In una cavità posta a 243 piedi sotto la Piramide, sarebbero state poste della apparecchiature atte al riequilibrio dell'asse gravitazionale terrestre, per produrre un clima più favorevole alla vita.
Tra l'altro fornisce una datazione della Piramide più simile a quella (più veritiera) ipotizzata da Graham Hancock in base agli studi alluvionali e geomorfologici della zona (circa tredicimila anni fa), rispetto a quella favoleggiata dai cosiddetti egittologi ufficiali (2500 a.C.).

In questa pagina il resoconto di tale contatto medianico: www.think-aboutit.com/ufo/john_winston_2.htm

LE EVOLUZIONI SUCCESSIVE ALLO SCOPPIO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALI
Nel 1941, Adolf Hitler per impedire che altri potessero acquisire conoscenze esoteriche superiori alle proprie, sciolse le società segrete, tra cui la Thule, che però continuò la sua attività sotto l'unità segreta SS E-IV (Entwicklungsstelle 4), Nucleo di Ricerca Tecnica E-IV delle SS.
Sembra, invece che la Vril abbia continunato ad esistere autonomamente, grazie ad un'attività pubblica di sperimentazione di nuovi tipi di motore come Antriebstechnischen Werkstätten Vril, che avrebbero permesso la messa in opera dei Vril e delle Haunebu, gli UFO di Hitler.
Ma gli adepti della Vril continuarono ad agire a livello esoterico, pur essendo loro vietato, attribuendosi il nome occulto di Die Kette (La Catena), indicando con questo termine l'anello, l'uroburo, che univa medianicamente le loro menti e, per riconoscersi tra loro, utilizzavano un piccolo disco raffigurante l'unione delle menti di Maria Orsic e Sigrun.
Verso la fine della Guerra, essendo ormai chiara la sconfitta, la Vril progettò il trasferimento di tutta la tecnologia avanzata ottenuta dai contatti con gli Alieni Ariani nella Base segreta nazista in Antartide, la Base 211, mentre tutti i membri della Vril, in particolare le preziose medium, si sarebbero recati ad Aldebaran tramite l'Andromeda Gerät, ennesimo mezzo costruito tramite le nformazioni degli Aldebarani.



In una (presunta) comunicazione del marzo 1945 la Vril Gesellschaft annunciava la decisione di utilizzare tale mezzo per abbandonare la Germania ormai assediata dalle orde nemiche e raggiungere Aldebaran.
Sembrerebbe che, fin dal 1943 l'unità speciale SS E-IV, con la collaborazione delle medium, lavorasse alla costruzione dell' Andromeda Geräte.
Il prototipo venne chiamato Freya ed esisterebbero delle testimonianze che affermano il successo del progetto. Quindi la comunicazione del marzo '45 sarebbe veritiera.
L'astronave avrebbe avuto una lunghezza di 140 metri e 30 metri di diametro, potendo contenere al suo interno una Haunebu IV e due Vril

2. Alcune foto pervenute proverebbero l'esistenza di questa Raumschiff (Nave Spaziale), anche se, ovviamente, sulla loro genuinità nessuno può esprimere un parere sicuro.

Il mezzo avrebbe avuto una velocità prossima a quella della luce, sfruttando la spinta dovuta al controllo di campi magnetici, una tecnologia che non poteva ovviamente essere terrestre, ma frutto delle comunicazioni degli Aldebarani.
Il volo non poteva che avere un'unica destinazione: Aldebaran.

Il fatto sarebbe confermato da Jan Van Helsing (op. cit.), "Sembra che almeno un VRIL-7 da caccia ed un VRIL-7 da trasporto siano partiti da Brandenburg - dopo la distruzione dell'area dei test - verso Aldebaran con alcuni degli scienziati della Vril e membri della Loggia".

Comunque sia andata, sulla Terra, delle medium della Vril Gesellschaft non si è più avuta notizia alcuna.

OGGI?
La sottile linea rossa che dalla Golden Dawn, tramite Crowley e l'O.T.O., arriva alla Thule ed alla Vril Gesellschaft sembrerebbe essersi definitivamente spezzata. Ma forse non è così.
Vi è taluno, infatti, che afferma che dalle ceneri della Vril sarebbe sorto il Novo Vera Ordo VRIL

thuletempel.org/wiki/index.php/Novo_Ordo_Vril

(N.O.V.), con affiliati, soprattutto di sesso femminile, distribuiti tra Germania, Austria, Francia ed Italia.Le sedi in Italia sarebbere poste vicino a Milano ed a Venezia.
La nuova loggia avrebbe un carattere ancora più segreto rispetto alla Società Vril, anche per il raccordo di forze mondiali contrarie ad ogni tipo di elevazione spirituale e mentale dell'individuo, che invece deve rimanere schiavo di convenzioni, leggi restrittive e lobbies politico-industriali.
Tra l'altro, vi sarebbe un preciso collegamento tra questo Ordine e un altro Ordine Occulto, Causa Nostra, anche denominato Causa Nostra Vril, se non addirittura una completa identità e comunanza di intenti, persone e mezzi.

www.causa-nostra.com/

In rete circola la foto di una (presunta) leader della Nuova Vril chiamata Vera, i cui lunghi capelli farebbero riferimento alla tradizione magico-esoterica delle medium della Vril Gesellschaft.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:22
La Deutsches Ahnenerbe – Studiengesellschaft für Geistesurgeschichte („Eredità tedesca degli antenati – Società di studi per la preistoria dello spirito“) sorse il 1 luglio 1935 per iniziativa del Reichsführer SS Heinrich Himmler, il quale concepì l’idea di dar vita a tale istituzione in seguito alla lettura dell’opera dell’olandese Herman Wirth (1), da lui personalmente incontrato un anno prima. Della nuova Società di studi fu segretario generale, fino alla fine, l’Obersturmbannführer SS Wolfram Sievers, che sarà processato a Norimberga e impiccato. La sede della Società era a Berlin-Dahlem, Pücklerstrasse n. 16, mentre la fondazione che la sosteneva economicamente si trovava al n. 28 della Wilhelmstrasse.

Principale organo di stampa della Deutsches Ahnenerbe, che pubblicava libri e periodici, fu la rivista “Germanen”.

L’Ahnenerbe nacque sotto il patronato congiunto delle SS e del Ministero dell’Agricoltura: oltre a Himmler, era entrato in rapporto col professore olandese anche il ministro Richard Walther Darré, il quale avvertiva pure lui l’esigenza di un’istituzione scientifica che fornisse solide basi alla dottrina del Partito. Ma la collaborazione tra Himmler e Darré non sarebbe durata a lungo, data la loro divergenza di vedute circa l’Idealtypus germanico, che per il ministro dell’Agricoltura (e per lo stesso Wirth) era rappresentato dal contadino, mentre per il capo delle SS si identificava con la figura del guerriero. Al professor Wirth, che lasciò la Ahnenerbe nel febbraio 1937, subentrò come presidente della Società Walther Wüst, rettore dell’Università di Monaco e membro dell’Accademia delle Scienze, il quale era affiancato da uno stretto collaboratore di Himmler, Bruno Galke. Nel 1943 Wüst diede le dimissioni; ciò non gli evitò di essere condannato a morte a Norimberga, anche se la pena capitale gli venne poi commutata.

L’unica menzione pubblica fatta da Himmler circa la Ahnenerbe si trova in un discorso del gennaio 1937. Parlando del Servizio razziale delle SS, il Rasse und Siedlungshauptamt, Himmler disse che “esso ha anche l’incarico di effettuare ricerche scientifiche in collaborazione con l’Istituto Ahnenerbe. Così – proseguì il Reichsführer SS – ad Altchristenburg abbiamo scoperto una fortezza su una superficie di trenta iugeri. (…) Dal punto di vista scientifico e dottrinale, il nostro compito consiste nello studiare queste cose senza falsificarle, in maniera obiettiva. Le scoperte fatte dall’Istituto Ahnenerbe ad Altchristenburg hanno rivelato l’esistenza di sette strati (…) Tutte queste cose ci interessano, perchérivestono la massima importanza nella nostra lotta ideale e politica”. E fu lo stesso Himmler, stando almeno a quanto dichiarato da Sievers a Norimberga, a riassumere lapidariamente il programma generale delle attività demandate alla Ahnenerbe, con queste parole: “Raum, Geist, Tod und Erbe des nordrassischen Indogermanentums” (“Spazio, spirito, morte ed eredità del mondo indogermanico di razza nordica”).

Gordon Williamson, Storia illustrata delle SS In altri termini, la Società aveva il compito di effettuare ricerche sullo spirito ariano, di salvare e rinvigorire le tradizioni popolari, di diffondere tra la popolazione la cultura tradizionale germanica. Sorsero quindi in seno alla Ahnenerbe una cinquantina di dipartimenti, ciascuno dei quali si dedicava a un particolare settore d’indagine: i canti tradizionali, le danze popolari, gli stili regionali, l’etnografia, le leggende, la geografia sacra ecc. Ci si occupò della costruzione di monumenti che celebrassero la gloria del popolo tedesco e degli eroi della rivoluzione nazionalsocialista; si intrapresero scavi archeologici; ci si impegnò nella conservazione dei monumenti storici (tra i quali, la sinagoga Staronova di Praga, risalente al XIII secolo). Per dire quale fu il livello degli studiosi che collaborarono con la Ahnenerbe, basterebbe menzionare l’Ehren SS (“SS ad honorem”) Franz Altheim, il grande storico delle religioni (2).

Oltre a ciò, nell’Ahnenerbe c’era anche una sezione che si occupava di studi tradizionali. Essa, secondo Brissaud, “aveva un eminente collaboratore nella persona di Friedrich Hielscher, amico dell’esploratore svedese Sven Hedin, amico di Karl Haushofer, di Wolfram Sievers, di Ernst Jünger e anche di… Martin Buber” (3). Friedrich Hielscher è il “Bodo” o “Bogo” dei Diari di Jünger. Nato a Guben nella Bassa Lusazia il 31 maggio 1902, partecipò nel 1919 alle azioni dei Corpi Franchi; poi diventò dottore in legge, giornalista e scrittore, “una delle teste pensanti che diressero e formarono i circoli nazional-rivoluzionari” (4). Nell’aprile del 1928 assunse la direzione della rivista nazional-rivoluzionaria “Der Vormarsch”, che era stata diretta da Jünger; nel 1930 cominciò a pubblicare “Das Reich”, un periodico omonimo del suo trattato di “teologia dell’Impero”: Das Reich, Berlin 1931.

“Il nome di Friedrich Hielscher – scrive Brissaud – figura tra i primi di una lista dell’Ahnenerbe comprendente più di cento nomi, che fu prodotta al processo di Norimberga” (5). Nonostante ciò, Hielscher rientra nel novero di quegli uomini dell’Ahnenerbe che non solo non furono “impiccati come ‘criminali di guerra’ o uccisi a fuoco lento nelle segrete o nei campi di concentramento dei vincitori, [ma] sembrano aver goduto di una strana immunità, come se un cerchio magico li avesse avvolti e protetti, perfino davanti ai ‘giudici’ del processo di Norimberga” (6). Addirittura, se dobbiamo credere a Brissaud, dopo aver deposto una testimonianza praticamente inconsistente al processo contro Sievers, Hielscher “ottenne dagli Alleati l’autorizzazione ad accompagnare Sievers al patibolo” (7).

Nazismo. La cospirazione occulta - DVD Nel 1938 la Ahnenerbe organizzò una spedizione in Tibet. Il capo della spedizione, lo Hauptsturmführer SS dr. Ernst Schäfer, era un biologo e zoologo che già nel 1930-’32 e nel 1934-’36 aveva partecipato a un paio di spedizioni in Cina. Tornato in patria, Schäfer aveva avuto modo di esporre a Himmler la sua idea di una spedizione in Tibet. Il Reichsführer accolse entusiasticamente l’idea di Schäfer e assunse il patrocinio dell’iniziativa. Oltre a Schäfer, facevano parte del gruppo quattro Obersturmführer SS: il capocarovana “tecnico” Edmund Geer, l’antropologo ed etnologo Bruno Beger, il geografo e geomagnetologo dr. Karl Wienert, il fotografo e operatore cinematografico Ernst Krause. Scopo ufficiale della spedizione era lo studio della regione tibetana dal punto di vista antropologico, geografico, zoologico e botanico. Ma a Himmler importava anche stabilire un contatto con l’abate di Reting, diventato Reggente del paese nel 1934, un anno dopo la morte del tredicesimo Dalai Lama. Infatti il quattordicesimo Dalai Lama, quello attuale, bsTan adsin rgya mts’o, nel 1938 aveva tre anni e sarebbe stato insediato nel 1940.

Imbarcatisi a Genova nel maggio 1938, i sei uomini dell’Ahnenerbe arrivano a Colombo e quindi a Calcutta, dove sono accolti da una campagna di stampa orchestrata da agenti inglesi contro la spedizione tedesca. Da Calcutta il gruppo non si muove finché Schäfer, recatosi a Darjeeling, non riesce a ottenere dalle autorità anglo-indiane un visto di sei mesi per il Sikkim, lo staterello himalayano che per varie ragioni costituisce la più favorevole porta d’accesso al Tibet. Ai primi di luglio, portando con sé un bagaglio di due tonnellate e mezzo, la spedizione parte da Calcutta e arriva in treno alle falde dell’Himalaya, dove ha inizio la lunga marcia; “la nostra meta è il Trono Divino, là in alto” – dice il commento sonoro della pellicola girata dall’operatore Krause (8). A Gangtok, capitale del Sikkim, trovano un maharaja generoso di aiuti: è Sua Altezza Tashi Namgyal, che nel 1948 ospiterà anche il nostro Giuseppe Tucci. Di lì la spedizione procede verso nord: una carovana di dieci indigeni e cinquanta muli avanza lentamente a causa delle piogge monsoniche, del fango e delle frane. Dopo una sosta di due settimane nei pressi di Thanggu (a quota 4.500 m.), le otto tende da campo vengono piantate a Gayokang, alle falde del Kanchenjunga (m. 8.585); per alcune settimane il campo di Gayokang è la base da cui partono fruttuose missioni di ricerca. Tra luglio e agosto, Schäfer e Krause accolgono l’invito di un influete principe tibetano e si recano alla sua residenza estiva di Doptra, dove ricevono la promessa che la spedizione sarà raccomandata presso le autorità di Lhasa. Alla fine di settembre, dopo aver effettuato le loro ricerche nella parte tibetana del Sikkim, gli uomini dell’Ahnenerbe ritornano a Gangtok per assistere all’annuale “danza di guerra degli dèi”. Subito dopo, Schäfer si reca con l’interprete a conferire con un alto funzionario politico per esporgli i programmi della spedizione; nel frattempo, Wiener e Beger si spingono sull’Himalaya, mentre Krause e Geer attraversano la giungla e vanno a completare riprese cinematografiche e ricerche zoologiche nella zona di Gayokang. Allorché il gruppo si ricostituisce, il campo rimane per qualche tempo ai piedi del Kanchenjunga, a una temperatura di venti gradi sotto zero. Così, dopo una serie di ricerche nel territorio di Lachen e un’ascensione lungo una parete del Pimpo Kanchen, il primo giorno di dicembre gli uomini dell’Ahnenerbe ricevono la notizia che il Reggente del Tibet li invita a trascorrere due settimane a Lhasa. Prima di allora vi erano potuti entrare pochi Europei, tra i quali nessun tedesco.

Rupert Butler, SS-Wiking. The History of the Fifth SS Division 1941-45 Felicemente terminata l’esplorazione del Sikkim, poco prima di Natale gli uomini del Reich si dirigono verso Lhasa con una nuova carovana. Varcano la soglia della “città proibita” il 19 gennaio 1939, accompagnati da un alto ufficiale tibetano e accolti dalle massime autorità; non dal Dalai Lama, che si trovava ancora nel suo villaggio nel territorio di Amdo, vicino al lago Kokonor. Esiste una fotografia di Schäfer, con l’elmetto estivo delle SS, che saluta il segretario personale del Panchen Lama (direttore spirituale del Dalai Lama), mentre un’altra foto documenta uno scambio di doni tra la delegazione del Reich e i dignitari della teocrazia tibetana. Agli ospiti tedeschi viene concesso il privilegio di assistere alle feste del Capodanno lamaista; viene permesso loro di visitare il Potala e gli altri templi, di studiarli e fotografarli. L’antropologo può osservare da vicino un momento culminante della vita religiosa tibetana e, approfittando dell’immensa folla di pellegrini affluita a Lhasa per il Capodanno, può approfondire lo studio della tipologia razziale del paese. Più difficile è il lavoro dello zoologo, a causa dell’interdizione dell’uso delle armi da fuoco durante le feste del Capodanno; ma l’interdizione viene aggirata mediante l’impiego di una sorta di fionda fabbricata da Schäfer, che consente di aggiungere alla collezione ornitologica diversi esemplari.

La visita a Lhasa doveva durare quattordici giorni; ma l’intesa stabilitasi tra le SS e le autorità lambiste è tale, che il governo tibetano non lascia partire i propri ospiti prima del 19 marzo, facendoli accompagnare da un alto funzionario fino alla stazione inglese di Gyangtse (Rgyal-rce). Dopo un’esplorazione delle rovine dell’antica capitale Jalung Phodrang, disabitata da circa un migliaio d’anni, e dopo una marcia di seicento chilometri fino al lago di Yamdrok, il 25 aprile gli esploratori tedeschi raggiungono Shigatse (Gzis ca rce), dove risiede il nono Panchen Lama, Lobsang Tseten. A Shigatse, nei cui pressi si trova il monastero di Tashi Lhunpo, abitato da quattromila monaci, l’accoglienza è calorosa come a Lhasa: tutta la popolazione accorre a dare il benvenuto agli uomini dell’Ahnenerbe. Il Panchen Lama riceve ufficialmente la missione tedesca e firma un documento di amicizia con il Terzo Reich.

Marco Zagni, Archeologi di Himmler. Ricerche, spedizioni e misteri dell'Ahnenerbe Il 19 maggio la marcia riprese in direzione di Gyangtse, che fu raggiunta in tre giorni. Qui ebbero luogo trattative coi funzionari inglesi circa il passaggio in India e il trasporto dell’ingente materiale. Una decina di animali da soma dovette essere impiegata solo per il materiale di interesse etnologico (costumi, tende, un aratro, un telaio ecc.), al quale si aggiungevano i centootto volumi di Scritture buddiste donati dal Reggente al governo del Reich. Si trattava verosimilmente del Kanjur (bka’-gyur), versione tibetana del Canone, che nell’edizione di Derge (Sde dge) consta per l’appunto di centootto volumi. Oltre a ciò, la spedizione portava con sé più di 4.000 uccelli impagliati, più di 500 teschi di animali, esemplari zoologici viventi, piante d’ogni genere, semi vegetali.

Attraverso Gangtok, il gruppo giunse a Calcutta; via Bagdad, Atene, Vienna, i reduci della spedizione atterrarono a Berlin-Tempelhof la sera del 4 agosto 1939, dopo sedici mesi di assenza dalla Germania (9). All’aeroporto di Monaco, Schäfer e i suoi camerati ebbero la sorpresa di trovare il Reichsführer SS Heinrich Himmler, venuto personalmente ad accoglierli.

Di lì a poco si sarebbe realizzata la predizione del veggente tibetano che aveva detto a Schäfer: “Verranno gli uomini volanti e ci sarà una grande catastrofe. Qualcosa di terribile accadrà nelle terre degl’Inglesi e dei Tedeschi. Vi sarà una scintilla enorme e anche la nostra religione ne sarà colpita”.

Quanto al battaglione di Waffen SS tibetane che avrebbe preso parte alla difesa di Berlino, rimane ancora un mistero.

Note

(1) Herman (Felix) Wirth (Utrecht 6 maggio 1885 – Kusel 16 febbraio 1981), professore olandese naturalizzato tedesco, dal 1909 al 1919 era stato lettore di filologia olandese all’Uiversità di Berlino. Nel 1925 si iscrisse alla NSDAP. Studioso dei simboli della protostoria, pubblicò diverse opere, tra le quali spiccano due monumentali capolavori: Der Aufgang der Menschheit, Jena 1928 e Die heilige Urschrift der Menschheit, Leipzig 1931-1936. Intorno alla sua attività scoppiò una vivace polemica scientifica allorché pubblicò Die Ura-Linda-Chronik, Leipzig 1932 (trad. it. dell’editio minor, Leipzig 1934, apud Edizioni Barbarossa, Saluzzo 1989); secondo Wirth si trattava di un autentico documento originario del popolo frisone, mentre per i suoi avversari era solo una fabbricazione relativamente recente. Herman Wirth, scrive Armin Mohler, “incarna perfettamente la singolare posizione dei Völkischen nel Terzo Reich: da una parte egli viveva grazie ad un incarico di ricerca della Ahnenerbe, dall’altro gli era proibito pubblicare” (A. Mohler, La Révolution Conservatrice en Allemagne 1918-1932, Pardès, Puiseaux 1993, p. 444).

(2) Franz Altheim (Erscherscheim 6 ottobre 1898 – Münster 1976) si addottorò con uno studio su Die Komposition der Politik des Aristoteles, discussa col professor Hans von Arnim all’Università di Francoforte sul Meno. Qui entrò in relazione col filologo Walther Friedrich Otto (che nel 1933-’34 gli fece pubblicare Epochen der römischen Geschichte) e con l’etnologo Leo Frobenius. Insegnò alle università di Halle, Berlino e Münster. Tra le opere più significative della sua sterminata produzione scientifica, la Römische Religionsgeschichte, Berlin 1956 (ed. definitiva), Niedergang der alten Welt, Frankfurt am Main 1952, Die Araber in der alten Welt, Berlin 1964. In italiano: Dall’antichità al Medioevo (Sansoni, Firenze 1961), Il dio invitto (Feltrinelli, Milano 1960), Romanzo e decadenza (Settimo Sigillo, Roma 1995), Storia della religione romana (Settimo Sigillo, Roma 1996).

(3) André Brissaud, Hitler et l’ordre noir. Histoire secrète du national-socialisme, Librairie Académique Perrin, Paris 1969, p. 285. Anche il libro di Brissaud, per alcuni versi abbastanza documentato, rimasta certe fantasticherie che il famigerato Mattino dei maghi di Louis Pauwels e Jacques Berger (Mondadori 1963, pp. 371-374) ha trasmesse a gran parte della letteratura “nazioccultistica”. Si veda, come ulteriore esempio di ciò, Le marché du diable di Robert Faligot e Rémi Kauffer (Fayard, Paris 1995, p. 243), dove si sostiene che la spedizione dell’Ahnenerbe in Tibet aveva lo scopo di “saggiare le possibilità di una presa di contatto tra i mitici maestri del Tibet e la Società di Thule, che se ne considerava l’erede”. D’altronde, anche specialisti di germanistica come Furio Jesi hanno riciclato le tesi del Mattino dei maghi, attribuendo agli “studiosi guidati dal dottor Scheffer [sic]” lo scopo di “raccogliere materiali sulle origini della razza ariana” (F. Jesi, Germania segreta, Feltrinelli, Milano 1992, p. 188).

(4) A. Mohler, op. cit., p. 585.

(5) A. Brissaud, op. cit., p. 454.

(6) Savitri Devi, L’India e il nazismo, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1979, p. 53.

(7) A. Brissaud, op. cit., p. 286.

(8) Dai 16.000 metri di pellicola in bianco e nero e dai 2.000 a colori girati da Krause fu ricavato il documentario Geheimnis Tibet. (Se ne veda l’edizione italiana nel video allegato al fascicolo n. 9 della serie Il nazismo esoterico di Marco Dolcetta, Hobby and Work, Milano 1994). Oltre a realizzare le riprese cinematografiche, Krause scattò 20.000 fotografie e trovò anche il tempo per mettere insieme una straordinaria collezione di formiche, api, calabroni e farfalle.

(9) Alla fine di quel medesimo mese d’agosto si sarebbe dovuta concludere anche la terza spedizione tedesca sul Nanga Parhat (m. 8.114), guidata da Peter Aufschneiter, che era partita nel maggio 1939. Sorpresi in territorio indiano dallo scoppio della guerra (3 settembre), Peter Aufschneiter e Heinrich Harrer, il campione dei giochi olimpici del 1936, furono internati in un campo di concentramento britannico. Evasi nel 1944, raggiunsero il Tibet, dove ottennero asilo. Cfr. H. Harrer, Sieben Jahre in Tibet, A. J. MacPherson 1958 (ed. franc. Sept ans d’aventures au Tibet, Arthaud, Paris-Grenoble 1953).

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:23
Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:25
LA SVASTICA SULL'ANTARTIDE
Una “Contaminatio” Aliena-Nazista-Americana

Lo trovate qua: sentistoria.org/index.php?option=com_joomdoc&task=doc_details&gid=136&Itemid=61&lang=it&el_mcal_month=4&el_mcal_y...
Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:26
FASCISMO, NAZISMO E ARCHEOLOGIA DI FRONTIERA

Fu parecchi anni fa quando, sulla scia della necessità di raccolta di materiale valido per la stesura della mia tesi di laurea in Storia economica, ebbi l’onore ed il piacere di conoscere il grande Ardito Desio, eminente scienziato fondatore dell’Istituto di Scienze della Terra di Milano e poi appassionato organizzatore di spedizioni alpine italiane indimenticabili sul Tetto del Mondo.
Stava allora per raggiungere la meta dei 90 anni, un’inezia pensando al fatto che se ne è andato non molto tempo fa e aveva già superato agevolmente i cento, e, prendendomi in simpatia mi aveva prestato del materiale legato alle prime ricerche petrolifere compiute durante il periodo fascista nei territori delle colonie italiane (in particolare in Africa Orientale ed in Libia).
Mi disse: “Indipendentemente da quel periodo di dittatura, allora si era in una fase davvero eroica per le ricerche petrolifere, sempre strettamente connesse a quelle geologiche. Avevamo già scelto alcune zone del deserto libico dove eravamo già in grado di effettuare, anche dal punto di vista tecnologico, le prime esplorazioni nei primi anni ‘40. Se non avessimo perso però inopinatamente tutte le nostre colonie, quel mare di petrolio libico lo avremmo scoperto noi, al posto degli Inglesi , che sfruttarono le nostre mappe di ricerca nel dopoguerra“.
E poi continuò: “Avevo contribuito anch’io alla preparazione di quelle mappe, poi sequestrate. Quell’ avventuriero un po’ guascone che era Italo Balbo parecchie volte negli anni Trenta mi faceva venire a prendere e insieme si volava, lui alla guida, sopra il multiforme deserto libico e nelle zone del Fezzan Orientale e pure nel sud–est , a caccia di zone promettenti ma un po’ alla ventura. Il romanzo di Benoit sull’Atlantide Africana era uscito da relativamente poco tempo anche in Italia e quindi insieme, nei momenti di pausa, si fantasticava sulla possibile scoperta di chissà quali tesori archeologici nascosti in quel vero e proprio mare desertico. Anni dopo seppi che i tedeschi ci credevano veramente all’Atlantide e mandarono delle spedizioni di ricerca pure in Nord Africa “.
Allora non diedi particolare importanza a queste informazioni, al di fuori del fascino del racconto in se’, reminiscenze di vita di questo grande italiano ma oggi, dopo la pubblicazione del saggio sull’archeologia nazista dell’Ahnenerbe (Archeologi di Himmler, Ritter ed., Milano, 2004 ) e di un altro un saggio curato da G. De Turris sull’esoterismo fascista (Esoterismo e Fascismo, ed. Mediterranee, Roma, 2006), quello che mi confidò a quel tempo Desio assume ora una luce particolarmente interessante.
Si può quindi tentare, in estrema sintesi con questo articolo, di presentare alcune considerazioni su quello che ha potuto significare per queste due dittature del XX secolo il pensiero esoterico e archeologico alternativo, già allora in pieno sviluppo.
Quali erano le visioni interpretative di questo pensiero in Germania, quali in Italia?
La ricerca di visioni alternative all’Occidente pluto-democratico massonico, come allora si bollavano le democrazie europee e statunitensi, fino a che punto spinse a metodi di ricerca diversi la vita quotidiana, il mondo letterario, la ricerca umanistica e scientifica la Germania nazista e l’Italia fascista?
Sono argomentazioni alle quali, a 60 anni e oltre dalla fine della II Guerra Mondiale, è difficile rispondere, soprattutto perché dopo il 1945, la necessaria opera di de-nazificazione e di de-fascistizzazione del dopoguerra, a ben vedere, ha fatto comunque tabula rasa anche di concetti ed ipotesi sorte allora davvero affascinanti, sulle quali, depurate dagli eccessi propagandistici e utilitaristici di parte, ci si potrebbe discutere parecchio. Ma la ricostruzione è comunque molto difficile e richiede, e richiederà tempo, soprattutto fino a quando gli storici dovranno aspettare di volta in volta la messa a disposizione pubblica di materiale d’archivio inedito da parte delle allora forze vincitrici della II guerra mondiale, che si protrarrà fino al 2045 – cento anni dopo la fine della guerra.
Ma senza dover essere costretti ad aspettare tutto questo tempo, alcune considerazioni possiamo già esporle sin da subito.
Per quanto riguarda le concezioni, le idee e le fattive ricerche preistoriche ed archeologiche il fascismo ed il nazismo presero, tutto sommato, strade diverse. Ma soprattutto con diverso impegno: fondamentalmente il nazismo tedesco fece di tutto per appropriarsi e rimodellare a suo uso e consumo il bagaglio culturale poggiato di fatto su una interpretazione particolarmente “nazionalista“ della Mitologia Nordica.
Rosenberg ed Himmler in particolare, seppure concorrenti in Germania per ottenere il primato nazionale sullo studio umanistico, la fattibilità e l’attuazione di determinate campagne di ricerca , in Germania e all’estero, diedero alle nuove concezioni della preistoria, fondamentalmente basate sulla ipotesi di una antichissima esistenza di una Atlantide Nordica, un carattere di propaganda nazista contingente della situazione di allora senza pari in queste discipline. I loro rispettivi enti di ricerca, creati ad hoc da questi due leader nazisti, lo AMT ROSENBERG ( Ufficio Rosenberg ) e lo Ahnenerbe ( Eredità degli Antenati ) per anni si fecero una “guerra culturale“ senza pari, attraverso azioni di contrasto vero e proprio per ottenere permessi e concessioni di ricerca preistorica e archeologica, e attraverso le pagine dei loro magazines mensili di informazione: lo Amt Rosenberg divulgava le sue scoperte attraverso la rivista Germanen–Erbe ( Eredità dei Germani ), l’Ahnenerbe con i mensili Nordland e Germanien.
Ma al di fuori di questa pura guerra di potere tra gerarchi nazisti c’era in campo la volontà di diventare gli unici referenti plausibili e accettati dalla comunità tedesca atti ad una operazione gigantesca di rivisitazione, ricostruzione e retrodatazione della nascita della civiltà umana, in chiave nordica , razziale ed anche antisemita.
Sostanzialmente, secondo le ipotesi alternative di coloro che supportavano ricerche preistoriche ed archeologiche di frontiera, da un’antichissima civiltà “Polare“ si era sviluppata in seguito , 15-20.000 anni fa, la civiltà di Atlantide, un’Atlantide a guida “Nordica”, con una classe dirigente capostipite della “razza ariana “.
Dopo la scomparsa del continente glorificato da Platone, grandi movimenti di migrazione di questa gente Atlantico – nordica si era spostata dalle aree Nord del mondo verso Sud e verso Est, creando nei millenni successivi le più antiche civiltà storicamente conosciute compresi gli antichi Romani.
L’indiano Tilak nel primo novecento, l’olandese Wirth ( fondatore insieme a Himmler dell’Ahnenerbe nel 1935 ) in seguito , ma anche il pensatore italiano, il barone Julius Evola erano stati di questo avviso .
Evola si differenziava così parzialmente, per l’ennesima volta ,da gran parte del pensiero dominante allora in Italia che, guidato da Mussolini, con il suo movimento fascista vedeva un modello per la sua società ideale fondamentalmente gli antichi fasti di Roma, e non certo una poco probabile ( per lui) origine Nordica delle popolazioni italiche pelagiche e pre- romane.
Ma al di là di queste ipotesi, ancora controverse ai giorni nostri e, sotto alcuni punti di vista , non proprio da sottovalutare aprioristicamente, il pensiero culturale tedesco e quello mediterraneo italiano si scontravano, al di fuori delle alleanze strategiche e militari, anche in questi campi dello scibile umanistico, storico e propagandistico.
Ne era ben conscio il padrone delle SS Heinrich Himmler, capo dell’Ahnenerbe che così si esprimeva con una lettera del 1937 all’indogermanista Walther Wuest:
“I musei italiani possiedono una innumerevole quantità di oggetti che ci riguardano in relazione al nostro arianesimo. Gli italiani non nutrono alcun interesse per queste cose. Sono invece interessati all’Età di Cesare e all’Età Imperiale…sembrano del tutto disinteressati a capire da dove sono venuti. Intravedo a questo punto la possibilità di trovare un rimedio …in questo contesto bisogna raggiungere due obiettivi: dimostrare esattamente che i Romani, come naturalmente i Sanniti, gli Umbri , i Volsci, i Latini ecc…sono venuti a Sud come una migrazione di tribù indogermaniche dal Nord, dai nostri territori Baltici. Lo stesso andrebbe dimostrato anche per i Greci in tutte le loro componenti “.
Naturalmente queste ipotesi non erano universalmente accettate, neanche in Germania, dove invece personaggi eccentrici e studiosi alternativi come lo stesso Herman Wirth venivano bollati come “ Germanomanen “ ( Germano–maniaci ).
Adolf Hitler, nella sua visita in Italia del 1938 insieme a Mussolini, durante l’inaugurazione della nuova sistemazione dell’ARA PACIS vicina al Mausoleo di Augusto, per opera dell’architetto Ballio Morpurgo, non aveva mai preso realmente in considerazione un’origine “nordica “ delle popolazioni italiche pre-romane, e rimase sempre attaccato al concetto delle supremazie classiche Greche e Romane, considerando gli interessi di frontiera di Himmler, con la sua voglia di organizzare in ogni dove le sue spedizioni Ahnenerbe alla ricerca delle fonti della “Razza Ariana“, poco più di una perdita di tempo e denaro.
Ma nel frattempo, come in Germania salivano alla ribalta della cronaca specialisti archeologici nazisti dell’Atlantide “del Nord“, così in Italia, diversi appassionati italiani, in modo del tutto privato si davano parecchio da fare appassionati ricercatori dell’Atlantide Mediterranea o meglio detta , la “Tirrenide“, l’ultimo punto di arrivo della gente atlantide durante la loro invasione del mediterraneo, episodio descritto nei ben noti capitoli di Platone, il Timeo e il Crizia .
Anche qui lo scopo propagandista non era secondario: secondo il desiderio di questi appassionati Mussolini avrebbe dovuto dedicare e distogliere energie, finanziamenti e personale per cercare l’Atlantide Tirrenica, esistente migliaia di anni fa nel Mediterraneo, quando il “mare nostrum” era molto più basso di quello attuale, più di cento metri più basso, e i grandi spazi che si aprivano nella zona mediterranea erano stati millenni fa forieri di civiltà plurisecolari ,capostipiti di Malta, Creta, ed Egitto.
Certo bisognava organizzare delle vere e proprie spedizioni marine, con stanziamenti ad hoc per delle vere e proprie missioni di “archeologia subacquea” ante litteram, perché in fondo al mediterraneo, al largo di La Spezia, al largo della Toscana e fuori Marsala, in mare aperto, giacevano delle vere e proprie città tirreniche sommerse, relitti di civiltà meravigliose.
Non si mancò anche di informare e cercare di coinvolgere la nascente arma subacquea italiana ( in particolare alcuni elementi facenti parte della formazione X Flottiglia Mas ), che allora era all’avanguardia rispetto a tutte le altre marine da guerra mondiali. Ma la cosa veniva guardata con sospetto da più parti ed inoltre, allora come oggi, si voleva dare spazio alla ricerca subacquea di relitti di antiche navi piuttosto che lanciarsi, sia pur emozionalmente, alla ricerca di “ fantomatiche “ città tirreniche sepolte da millenni sotto il fango marino.
Ci furono altri episodi interessanti, per esempio fu proprio durante il fascismo che nacque l’idea di utilizzare la nascente arma aerea per arrivare a fare ricerche fotografiche a fini archeologici dal cielo: l’esperienza della Prima Guerra Mondiale aveva fatto sì che alcuni esploratori aviatori militari si fossero resi conto che una visione aerea d’insieme di certi territori poteva facilitare la ricerca archeologica. In alcune zone apparve infine lampante, da una approfondita analisi fotografica aerea, che parti del territorio nazionale nascondevano ancora molti tesori sepolti, al Nord come al Centro Italia. Allora, come oggi.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:28
I DISCHI VRIL

di Carlo Barbera

La Società Vril o Loggia Luminosa fu fondata in Germania nel 1921 come "Società Pangermanica di Metafisica” per esplorare le origini della razza Ariana. Fu costituita inizialmente da un gruppo di donne medium psichiche dirette da Maria Orsitsch (Orsic) di Zagreb (Croazia), già medium della Thule Gesellschaft (1), che sosteneva di aver ricevuto comunicazioni da alieni Ariani viventi su Alpha Tauri, nel sistema di Aldebaran. Secondo la Orsic questi alieni avevano visitato la Terra e si erano insediati in Sumeria e la parola Vril deriva dall’antica parola Sumera “Vri-Il” “simile a dio”.
Una seconda medium del gruppo fu conosciuta solo come Sigrun, un nome legato etimologicamente a Sigrune, una Valchiria ed una delle nove figlie di Wotan nella leggenda Norvegese.
La Società Vril combinava gli ideali politici dell’Ordine degli Illuminati di Baviera con il misticismo Hindù, la Teosofia di Madame Blavatsky e la Cabala Ebraica. Fu il primo gruppo nazionalista Germanico ad usare il simbolo della swastika come un emblema di collegamento tra l’occultismo Orientale con quello Occidentale. La Società Vril presentava l’idea di un matriarcato sotterraneo, un’utopia socialista governata da esseri superiori che avevano padronanza sulla misteriosa energia chiamata Forza Vril.

“Questa società segreta fu fondata, letteralmente, sulla novella di Bulver Lytton “The Coming Race” (La razza ventura), scritta nel 1871. Il libro descrive una razza di uomini psichicamente molto più avanzata della nostra. Essi hanno raggiunto un tale potere su se stessi e sulle cose da essere quasi simili a dei. Per il momento sono nascosti e vivono in caverne, tunnel e grandi cavità al centro della Terra. Presto emergeranno per regnare su di noi.”

Il Mattino dei Maghi
Mentre compivano le ricerche per il loro classico libro “Il Mattino dei Maghi”, gli autori Jacques Bergier e Louis Pauwels ottennero la dichiarazione riportata sopra da uno dei più grandi esperti missilistici del mondo il Dr.Willy Ley, che lasciò la Germana nel 1933. Il Dr. Ley disse che i membri della Società Vril - che si formò poco prima che i Nazisti andassero al potere – credevano di possedere una conoscenza segreta che li avrebbe resi in grado di mutare la loro razza e li avrebbe resi simili agli uomini nascosti nelle viscere della Terra; si trattava di metodi di concentrazione, un intero sistema di ginnastiche interne per mezzo dei quali si sarebbero trasformati.
Queste tecniche erano probabilmente basate sugli Esercizi Spirituali di Ignazio di Loyola, le tecniche di concentrazione e di visualizzazione dei Gesuiti simili a molti insegnamenti occulti, in special modo ai culti sciamanici e al Buddismo Tibetano.
I Nazisti tenevano in grande considerazione questi Esercizi Spirituali, che credevano essere stati tramandati dagli Antichi Maestri di Atlantide. Gli occultisti del tempo sapevano che Ignazio era un Basco ed alcuni dichiaravano che il popolo Basco era l’ultima discendenza della razza Atlantidea. L’uso appropriato di queste tecniche avrebbe permesso la riattivazione del Vril per il dominio della razza Teutonica su tutte le altre.
La Società Vril credeva che chiunque fosse divenuto maestro del Vril sarebbe stato maestro di se stesso, degli altri attorno a lui e del mondo. Credevano anche che il mondo sarebbe cambiato e che i “Signori” sarebbero emersi dal centro della Terra. Chi non avrà fatto un’alleanza con loro e sarà divenuto egli stesso un “signore”, si ritroverà fra gli schiavi.
Nel suo libro “The Unknown Hitler”, l’autore Wulf Schartzwaller dice:
“Haushofer fu uno studente del mago e metafisico Russo George Gurdjeff. Sia Gurdjeff che Haushofer sostenevano di avere contatti con logge Tibetane segrete che possedevano il segreto del “Superuomo”. La Loggia Luminosa includeva Hitler, Aalfred, Rosenberg, Himmler, Goring e il medico personale di Hitler, Dr. Morell, tutti già membri della Thule Gesellschaft che si unirono alla Società Vril nel 1919.
Il potere di suggestione di Hitler diviene più comprensibile se si ipotizza la sua conoscenza delle segrete tecniche psicologiche di Gurdjeff, basate sugli insegnamenti dei Sufi, dei Lama Tibetani e che lo resero familiare con l’insegnamento Zen della Società Giapponese del Dragone Verde”.
Con Hitler al potere nel 1933, sa la Thule Gesellschafts che la Società Vril ricevettero presumibilmente uno stato ufficiale di finanziamento per programmi continuativi per lo sviluppo di dischi da utilizzare sia per il volo spaziale che come macchine da guerra.

La Forza Vril ed il Sole Nero
Ne “La Razza Ventura” di Lytton, il popolo sotterraneo usa la Forza Vril per operare e governare il mondo (pochi bambini armati con bacchette a potere Vril sarebbero in grado di sterminare una razza di oltre 22 milioni di barbari minacciosi). Serviti da robots ed in grado di volare su ali dotate di forza Vril, i vegetariani Vril-ya sono – per stima propria – razzialmente e culturalmente superiori a chiunque altro sulla Terra, sopra e sotto la superficie. Ad un certo punto il narratore conclude (da prova linguistica) che i Vril-ya sono “discendenti dagli stessi antenati della grande famiglia Ariana, dai quali ha fluito, in varie correnti, la civiltà dominante nel mondo”.
La Forza Vril o Energia Vril si credeva derivasse dal Sole Nero, una grande sfera di “Prima Materia” che esiste ipoteticamente al centro della Terra, dando luce ai Vril-ya ed emanando radiazioni nella forma di Vril.
Albert Pike, 33° grado dell’Antico ed Accettato Rito di Frammassoneria Scozzese disse, “C’è in natura una forza più potente, per mezzo della quale un singolo uomo che la possedesse, e conoscesse come dirigerla, potrebbe rivoluzionare e cambiare la faccia del mondo”.
Questa è la forza che i Nazisti ed il loro occulto circolo interno cercarono così disperatamente di scatenare sul mondo. Una manifestazione della “Grande Opera” promulgata dagli Adepti delle società segrete di tutte le epoche. La Società Vril si rifaceva ad un antico archetipo, già nella mente degli alchimisti e dei maghi, che fu solo re-interpretato da Lytton, nella luce di quell’epoca di revival occulto e di incalzante progresso scientifico.
Fu Madame Blavatsky, esule russa e fondatrice della teosofia, a interessarsi e studiare “seriamente” la misteriosa energia Vril. Influenzata anch’essa da “La Razza Ventura”, essa scrive nel suo “Iside Svelata”, pubblicato nel 1877: “Esiste una forza della natura i cui segreti poteri erano noti agli antichi teurghi ma che è negata dai moderni scettici. I fanciulli antidiluviani – che forse giocavano con essa, allo stesso modo in cui i bambini de ”La Razza Ventura” di Bulwer Lytton usano il tremendo Vril –la chiamavano “Acqua di Phtha”; i loro discendenti la denominarono Anima Mundi, l’anima dell’universo; più tardi, i cultori di ermetismo medievali la definirono “luce siderale”, o il “Latte della Vergine Celeste”, il “Magnes”, e molte altre denominazioni”.
Continua Madame Blavatsky: “C’è stata un’infinita confusione di appellativi per designare una medesima cosa. Il caos degli antichi, il fuoco sacro degli zoroastriani, o l’Antusbyrum dei Parsi; i fuochi di sant’Elmo degli antichi Germani; i lampi di Cybele; la torcia ardente di Apollo; la fiamma sull’altare di Pan; il fuoco inestinguibile nel tempio dell’Acropoli e in quello di Vesta; l’elmo fiammeggiante di Plutone; le scintille lucenti sul copricapo dei Dioscuri, sulla testa di Gorgone; l’elmo di Pallade e il caduceo di Mercurio; l’egizio Phtha, o Ra; il greco Zeus Cataibates (colui che discende); le lingue di fuoco; il roveto ardente di Mosè; il fuoco eterno dell’”abisso senza fondo”; i vapori dell’oracolo di Delfi; la Luce Siderale dei Rosacroce; l’Akasha degli adepti indù; la Luce Astrale di Eliphas Levi; l’aura e il fluido dei magnetizzatori; l’od di Reichenbach; il globo di fuoco di Babinet; lo Psychod e la forza ectenica di Thury; il magnetismo atmosferico di alcuni naturalisti; il galvanismo e, infine, l’elettricità : non sono altro che denominazioni diverse di molte manifestazioni o effetti della medesima e misteriosa causa onnipervasiva, l’Archeos dei greci.”
Sempre Madame Blavatsky nel suo “La Dottrina Segreta “ del 1888, si esprime riguardo i poteri dell’energia Vril.

“E’ questa Forza vibratoria che, una volta diretta contro un’armata da un Agni Rath montato su un vascello volante, un aerostato, ridusse in cenere 100.000 uomini ed elefanti, con la stessa facilità con cui si calpesterebbe un topo. Se ne parla per allegorie nel Vishnu Purana, nel Ramayana e in altre opere: è la favola del saggio Papilla, il cui sguardo trasformò in una montagna di ceneri i 60.000 figli di Sagara, e cui si accenna nelle opere esoteriche come il Kapilaksha, l’”Occhio di Kapilla”.

Nei Vril-ya della “Razza Ventura” fu prevista l’idea di mutazione e trasformazione in una più alta forma di “uomo-dio”. Lo stesso Lytton fu un iniziato Rosacrociano ben versato nelle filosofie arcane ed esoteriche e sicuramente nei più grandi progressi della scienza dei suoi giorni.

Il "motore" degli UFO Nazisti?
Nella ricerca degli elementi che costituiscono l’idea e l’opera della Società Vril ed il Gruppo Thule ha importanza fondamentale l’esame del presunto programma segreto di UFO Nazisti. Presumibilmente la Società Vril, attraverso le sue medium, stabilì una qualche forma di contatto con i “Capi Segreti” o gli stessi “Vril-ya”, ed iniziò segretamente a cooperare con alcuni scienziati Tedeschi alla fine degli anni ’20.
A partire dal 1936 Hitler inviò squadre di “Spelunkers”nelle caverne e nelle miniere di tutta l’Europa alla ricerca dei Vril-ya e durante gli anni 1937-38 i Nazisti compirono estensive esplorazioni delle regioni Antartiche. Sembra che, come l’Ammiraglio Byrd, ebbero successo nella ricerca dell’ingresso del favoloso buco del Polo Sud; fu qui che, come alcuni affermano, essi presero contatto con i “Superuomini Sconosciuti” che vivevano nella favolosa città di “Rainbow City”.
Nel 1922 le Società Thule e Vril costruirono il primo disco volante Tedesco, il JFM (Jenseitsflugmaschine) o “Macchina Volante dell’Altro Mondo”, a Monaco, per prove di volo canalizzato che durarono due anni. La ricerca fu condotta da W.O.Schumann dell’Università Tecnica di Monaco, ma il progetto fu interrotto nel 1924 con lo smantellamento della macchina ed il suo trasferimento nelle installazioni della Messerschmitt di Asburgo, dove fu conservata per ricerche successive dalle quali il Prof.Schumann sviluppò un’unità di levitazione che fu chiamata Schumann-Munich o Levitatore SM.
La nuova serie RFZ (Rundflugzeug) o “Velivoli Rotondi” iniziò nel 1937, dopo che la Società Vril comprò i terreni a riposo che circondavano l’aeroporto di Arado-Brandenburg. I dischi RFZ, 1,2,3,4 e 6 furono testati li sotto la supervisione della Società Vril mentre la Thule fu aiutata da una speciale branca tecnica delle SS, l’unità E-IV, che era impegnata nello sviluppo delle energie alternative.
La Società Thule lavorò dal 1935 in poi ad un disco diverso in una località segreta della Germania Nord-Occidentale riferita come Hauneburg. La macchina da loro prodotta fu conosciuta come H-Gerat (Congegno Hauneburg) ma nel 1939 quando fu perfezionato il motore Triebwerk (Thrustwork-Lavoro Potenziale) fu abbreviato ad Haunebu. L’Haunebu I° fu in breve designato come RFZ-5 quando la Thule si spostò da Hauneburg ad Arado-Brandenburg.
Il Triebwerk della Società Thule fu un rivoluzionario motore EMG (elettro-magnetico-gravitazionale) conosciuto anche come Tachyonator 7.
Anche la Società Vril sviluppò il proprio Triebwerk dal 1941 con il RFZ-7, che fu ri-battezzato Vril-1 Jager (Cacciatore).
Dopo che nel 1941 Hitler proibì le società segrete, sia la Società Thule che la Vril furono documentate sotto l’unità SS E-IV. La Vril divenne conosciuta anche come “Die Kette” (La Catena), che si riferisce al collegamento mentale tra i suoi membri.
Dal 1944 fu realizzato il disco a volo canalizzato Vril 7 Geist (Spirito) come anche un’enorme e cilindrica nave-madre di 139 metri chiamata Andromeda-Gerat (Congegno Andromeda).
Un’unità speciale chiamata Sonderburo (Ufficio Speciale) 13 fu creata ufficialmente dalla Luftwaffe per investigare su strani fenomeni aerei nei cieli del Reich ma sembra che il suo vero scopo fosse quello di coprire i frequenti rapporti di dischi e di sigari volanti in volo.
Nel Settembre del 1944 un pilota di jet ME-262 scoprì il luogo dove era custodito uno degli Andromeda e riportò il fatto; immediatamente il Sonderburo 13 cercò di fingere la propria ignoranza su tale congegno.
Contemporaneamente, mentre gli Alleati avanzavano ulteriormente nel Reich, la Società Vril programmò l’evacuazione della sua tecnologia in basi fuori dall’Europa, in modo particolare in una base segreta Antartica, la Base 211; mentre il loro piano personale era di evacuare le loro medium verso le stelle con il volo dell’Andromeda. Essi scomparvero nel Marzo del 1945 e non furono mai più trovati.

Note familiari per chi è nel campo della ricerca Ufologica. Molti libri sono stati scritti a riguardo, sebbene nessuno di essi sembra accordarsi in uno scenario comune. Gli Alleati confiscarono ogni frammento di documento Nazista e la maggior parte di essi sono tutt’ora classificati. L’esistenza della Società Vril fu rivelata incidentalmente, in documentazione rubata ed ora in possesso del Governo Britannico. Se i Vril-ya esistono e i Nazisti stabilirono veramente un contatto con questa razza superiore, potremmo presumere che la propulsione antigravitazionale lavorava sui principi della forza Vril.
Non importa quindi che la storia dei Vril-ya sia reale o meno. Molti hanno scoperto questa forza indipendentemente dalla novella di Lytton; in un modo o in un altro essa continua ad essere soppressa, a rimanere retaggio dei pochi, oggetto di studio e di sperimentazione ben oltre l’etica di qualsiasi scienza, forse in attesa di tempi nuovi e di nuove rivelazioni. Forse in attesa della razza ventura.

(1) La Thule-Gesellschaft (Società Thule) fu fondata il 17 Agosto 1918, da Rudolf von Sebottendorff, iniziato in Turchia alla Massoneria, all’occultismo, al misticismo Islamico, all’alchimia, al Rosicrucianesimo ed a molto altro.
Il suo nome originale fu Gruppo di Studio per l’Antichità Germanica ma iniziò ben presto a disseminare propaganda antirepubblicana ed anti-Semitica.
Un movimento per promuovere le idee della Thule-Gesellschaft tra i lavoratori industriali e per combattere il Marxismo, fu costituito in Agosto del 1918 . Il Circolo Politico dei Lavoratori con il membro del Gruppo Thule, Karl Harrer, come presidente.
Da ciò nacque il Partito Germanico dei Lavoratori nel 1919. Questo divenne in seguito il NSDAP sotto la leadership di Adolf Hitler. Esso aveva membri tra i massimi esponenti del partito, incluso Rudolf Hesse e Alfred Rosenberg, sebbene non Adolf Hitler. Serbottendorff dichiarò: ”I membri della Thule erano le persone alle quali si rivolse Hitler all’inizio e che per primi si allearono con Hitler. L’NSDAP (il Partito Nazista) fu creato dalla Società Thule nel 1920.
Il Dr.Krohn, che creò la bandiera Nazista fu anche un membro della Società Thule.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:39
IL SOLE NERO, LA SVASTICA, I SEGRETI OCCULTI DEL NAZISMO ESOTERICO & LE SS (SCHUTZ STAFFELN)

PER COMPRENDERE IL NAZIONAL SOCIALISMO DOBBIAMO IMMERGERSI IN UN MONDO NASCOSTO DERIVANTE DA ANTICHE DOTTRINE ESOTERICHE.
TUTTA LA STORIA E' UN FILO INVISIBILE CHE SI INTRECCIA CON ALTRE FORZE NON PERCEPIBILI IN QUESTA DIMENSIONE.
DIETRO IL NAZISMO ESOTERICO VI SONO DIFFERENTI FILI INVISIBILI CHE PASSANO DA ATLANTIDE AI MONDI SUPERIORI, DA ESSERI DEMONIACI A MAESTRI DI LUCE.
IL SOLE NERO, LA SVASTICA, ATLANTIDE, LE SS, LA THULE & GLI U.F.O. MA COSA C'E' DAVVERO DIETRO AL NAZISMO ESOTERICO ?
SCOPRIAMOLO INSIEME IN QUESTO LUNGHISSIMO POST COLMO DI INFORMAZIONI E VIDEO

MICHELE P.



IL SIGNIFICATO DELLE SS ORDINI ED ÉLITES POLITICHE di Julius Evola

In Italia delle “SS” germaniche si conoscono generalmente solo alcuni aspetti contingenti, che si legano alle tragiche vicende della seconda guerra mondiale e che non sono i più adatti a far penetrare il vero spirito di questa organizzazione, unica nel suo genere.

Anche a prescindere dalla sinistra farsa di Norimberga, ove l'intera “SS” è stata bollata come “associazione criminale”, gli stessi simpatizzanti sanno sopra tutto delle qualità che la “SS” ha mostrato come truppa scelta di combattimento, ignorando quasi il significato politico che essa ebbe nel terzo “Reich”.

Qualche cenno in proposito non sarà dunque privo di interesse, giacché con la “SS” si realizzò una esigenza, il cui significato va di là dai quadri del semplice hitlerismo.

L'origine delle “SS” risale ad un piccolo gruppo scelto (Stabswache) formatosi a protezione della persona di Hitler nel primo periodo della sua lotta. È nel 1932 che esse furono organizzate come un vero e proprio corpo, il cosiddetto “corpo nero” (Schwarzkorps) distinto dalle semplici “camicie brune” o “SA”, corpo il quale al momento della conquista del potere contava già centomila uomini.

Il comando allora passò da J. Schreck a Heinrich Himmler, che ne restò il capo supremo, dipendente solo dal Führer.

Per via della loro azione energica e decisiva sia contro il comunismo, sia all'interno del partito (specie nelle repressioni del 30 giugno 1934), le “SS” assunsero figura di “guardia della rivoluzione nazionalsocialista”; ad esse furon dati ampi poteri e un larghissimo margine di autonomia, il che permise ad Himmler di sviluppare un'azione sistematica selettiva e organizzativa.

La sigla “SS”, come molti sanno,
deriva dalle iniziali di Schutz-Staffeln, che vuol dire più o meno “staffette o squadre di protezione”.

In realtà, le “SS” dovevano divenire la spina dorsale del terzo “Reich”, l'“Ordine” del nazionalsocialismo, una specie di Stato nello Stato, se non pure al di sopra dello Stato.

Lo stesso Himmler indicò nei seguenti termini lo spirito e l'origine ideale della sua organizzazione. In tutti gli antichi Stati — egli dice — è sempre esistita una élite formata da uomini pronti a dar tutto per il loro principe, a difenderlo e proteggerlo, in ciò sentendo un particolare orgoglio ed onore. Tale fu la nobiltà ereditaria, la quale, già sostegno del puro principio della sovranità politica, nell'epoca dell'illuminismo, del liberalismo e del capitalismo decadde, non fu più all'altezza dei suoi antichi compiti.

Il problema oggi è di riprendere lo stesso principio e di trarne una applicazione adeguata al nuovo tipo di Stato. Occorreva dar nuovamente forma a una élite che garantisse la stabilità e la continuità del nuovo ordine rivoluzionariamente affermatosi, che ne rafforzasse le strutture, che, in base ad una incondizionata fedeltà, fosse pronta a stroncare tutto ciò che lo minacciasse o avesse carattere di deviazionismo. Tale è la genesi ideale della “SS”.

Himmler teneva molto ad ascrivere ad essa il carattere di un Ordine, con vari tratti che ricordano appunto gli antichi Ordini cavallereschi, compreso un carattere, in un certo modo, ereditario. Per venire a tanto, egli seguì i seguenti princìpi selettivi.

Anzitutto quello razziale.

Si sa che per il razzismo moderno non tutti gli elementi etnici compresenti in una data nazione hanno lo stesso valore e la stessa dignità. Fra di essi, uno è quello centrale, che ha una funzione formatrice, tanto che il suo prevalere o decadere condiziona anche l'ascesa o il declino dell'intero popolo.

Secondo l'ideologia tedesca, per la Germania questa “superrazza” corrisponderebbe al sangue e al tipo nordico.

La prima cura degli organizzatori della “SS” fu, pertanto, che essa accogliesse uomini di origine “aria” ben certa (senza ascendenti nemmeno lontani ebraici o di razza di colore), i quali nei loro tratti somatici si avvicinassero particolarmente al puro tipo nordico.

Ciò, come criterio selettivo di primo grado. Date le mescolanze avvenute nel corso della storia di ogni popolo, è certo impossibile che il fisico corrisponda esattamente al morale; così se le qualità morali di tipo “nordico” è più probabile ritrovarle in un uomo fisicamente nordico che non in quello con tratti di altre razze, pure si impongono ulteriori considerazioni.

Pertanto, gli aspiranti alla “SS” oltre ad essere in ordine quanto al tipo somatico, avevan da superare delle prove, in cui le qualità interne ascritte al sangue dell'uomo nordico fossero tenute a manifestarsi. Si trattava, per così dire, di prove di carico: l'aspirante veniva messo non di rado in situazioni speciali, nelle quali egli non poteva non mostrare quel che era il suo vero carattere.

A tale riguardo, come primo requisito da dimostrare valeva appunto la fedeltà. Lo stesso Himmler, in occasione dei fatti del 30 giugno 1934, aveva dato alla “SS” come parola d'ordine: «Uomo della SS, il tuo onore è la tua fedeltà», con evidente relazione con una massima dell'antico codice sassone:

«Tutto può essere perdonato, eccetto il tradimento».

La fedeltà qui viene intesa in senso lato:

si tratta della fedeltà rispetto al Capo e alla causa, ma altresì rispetto alla razza e a dei princìpi fondamentali della condotta, come già fu di norma nell'antica Cavalleria.

È ancora Himmler che scrisse, a tale riguardo, le seguenti parole, che poco confortano l'immagine distorta e sinistra che alcuni hanno della “SS” in genere:

«Si pecca contro la fedeltà e l'onore non solo quando si lede il proprio onore o quella di un'altra SS, ma anche e sopra tutto quando non si rispetta l'onore di altri, quando si scherniscono cose ad altri sacre, o quando non si interviene virilmente in favore di chi è assente, di chi è debole, di chi è indifeso».

Come base per la formazione dell'uomo della “SS”, dopo la fedeltà, veniva l'obbedienza, che doveva essere piena ed incondizionata, non meno che nei più severi Ordini monastici. Fu detto che quando l'ufficiale prussiano giurava sulla sua bandiera, egli non apparteneva più a sé stesso.

Tale tradizione federiciana era stata ripresa dalla “SS”. In nome del Capo e della Idea, l'uomo della “SS” doveva esser pronto a tutto,

«anche a sacrificare il proprio orgoglio, gli onori esteriori, e tutto ciò che personalmente ci può essere caro e prezioso».

Doveva potersi frenare quando tutto lo avrebbe spinto ad agire, così come doveva poter agire, senza esitare, anche nei casi in cui a ciò avesse sentito i più forti ostacoli interni. Questo requisito dell'obbedienza assoluta Himmler lo considerava, fra l'altro, come un correttivo per l'accentuato senso dell'Io e della libertà come l'uomo nordico ha in proprio, e che spesso in lui ha agito in senso negativo.

È chiaro tuttavia che da ciò può procedere una certa linea di inesorabilità, la quale è forse fra le cause che, in determinate circostanze obbligate, han fatto apparire l'agire della “SS” sotto una luce non del tutto favorevole.

Altre qualità richieste all'uomo della “SS” erano la leale schiettezza, il dominio di sé (specie quanto ad espressione visibile dei sentimenti e ai gesti), la capacità di attenersi inflessibilmente a ciò che si sia deciso o che si sia promesso. A tale riguardo, non si mancava eventualmente di metter alla prova l'aspirante.





Ad esempio, se si sapeva che egli indulgeva all'alcool o al fumo, gli si chiedeva di rinunciare, per un tempo più o meno lungo, a tale abitudine, esigendo la sua parola d'onore. Se non la dava, era espulso; ma se, avendola data, la tradiva, «non gli restava più che la pistola», cioè che ammazzarsi (espressione testuale di Himmler).

Un altro caso. Si è accennato che la “SS” tendeva a svilupparsi come un corpo od Ordine ereditario, come un Sippenorden. Risultato di una selezione somatica e morale, si voleva che le sue qualità di élite nordica si trasmettessero in una adeguata discendenza. Da ciò derivava una ulteriore prova di carico per l'uomo della “SS”. Egli non era libero di sposare chi voleva.

Egli doveva subordinare il fatto personale, sentimentale o sessuale, ad un interesse d'ordine già superindividuale, portando la propria scelta solo su donne che presentassero sufficiente garanzia per una discendenza non degenere o alterata. Per il che esisteva, nella “SS”, un apposito ufficio. Se l'uomo della “SS” non sapeva o non voleva impegnarsi in tal senso, veniva parimenti espulso.

Il periodo di prova durava in genere un anno e mezzo, essendo naturalmente compreso

anche l'addestramento militare. Poi, mediante giuramento solenne e consegna del “pugnale d'onore della SS”, si veniva aggregati al corpo.



Una legge del 1936 disponeva che ogni capo della “SS” garantisse, sotto la sua responsabilità:

1) che nessun aspirante fosse accettato quando mancassero i requisiti indicati, si trattasse anche di un suo figlio o parente;

2) che ogni anno un quarto dei nuovi elementi non provenisse da famiglie di “SS”.

Con la seconda disposizione si voleva prevenire il cristallizzarsi della élite in un gruppo artificialmente chiuso, che potesse lasciar cadere fuori di sé elementi qualificati.

Si teneva cioè conto delle leggi studiate dal Pareto, a che una «circolazione delle élites garantisse, oltre che la continuità, la vitalità e la freschezza del nucleo centrale.

Una curiosa definizione (dovuta all'Heydrich) della “SS” è quella di «truppa di rottura nel dominio della visione del mondo» (weltanschauliche Stosstrupp). Per il lato negativo, si trattava dell'attacco contro la visione della vita avente per espressione precipua il marxismo e il bolscevismo, «antitesi di tutti i valori dell'uomo ario e nordico»; mentre, per il lato positivo, ciò aveva riferimento a un modo di “ritorno alle origini” che fu tratto caratteristico per la “SS”.

La “SS”, infatti, intese rievocare le tradizioni nordiche primordiali, precristiane, nei loro simboli, nella loro metafisica, nella loro visione della vita; e per gli studi al riguardo fu incaricata una speciale sezione culturale, detta Ahnenerbe.

Tale “dimensione” fu caratteristica per la “SS”.

Già la sigla con le due esse, stilizzata in un doppio segno a zig-zag, fu identificata con le cosiddette “rune della vittoria”, antico segno nordico il quale, con allusione alla folgore, aveva simboleggiato un potere magico, una forza dall'alto.

E questo fu appunto il ben noto segno portato dagli stendardi e dalle uniformi del “corpo nero”.

Invero, l'interesse che nelle alte gerarchie della “SS” (a partire da Himmler) si ebbe per il mondo dei simboli e delle tradizioni primordiali, fu spiccato.

Si può accennare che Himmler favorì gli studi di H. Wirth, noto ricercatore nel dominio del simboli e dei miti, e che J. Evola fu ripetutamente invitato a parlare su tali argomenti, in ambienti di capi della “SS”, trovando una preparazione e un interessamento maggiori di quelli che incontrò nell'Italia fascista, dove, a parte una mera vernice, si continuò con le routines di una intellettualità di tipo deteriore e tendenzialmente “neutro”, borghese o antifascista.

L'articolazione della “SS” è più o meno nota. Vi era la “polizia segreta di Stato” (Gestapo) come un organismo di controllo politico sopraordinato a qualsiasi autorità o persona particolare; in un aspetto speciale, essa aveva figura di SD (iniziali di “servizio di sicurezza”).

Vi erano inoltre le formazioni della “Testa di morto” e, infine, le Waffen SS, formazioni puramente militari, divisioni scelte che seppero imporre l'ammirazione agli stessi avversari.

Ma, nel complesso e riferendoci al periodo prebellico, il carattere fondamentale della “SS” fu quello di un “Ordine”, di una nuova nobiltà politica razzialmente, moralmente e — nell'accennato settore della “visione del mondo” — anche spiritualmente selezionata, che ambiva a costituire la spina dorsale del nuovo Stato antimarxista e antidemocratico, controllandolo e sorreggendolo con una specie di tessuto capillare:

poiché uomini della “SS” erano disseminati in ogni dominio, nella diplomazia, nella burocrazia, nelle università, nell'industria, la qualifica valendo non di rado come una specie di investitura, spesso onoraria e segreta, conferita a persone che si ritenevano degne di essere aggregate al nucleo centrale, fedele custode dell'idea.

L'Ordensstaatsgedanke, cioè l'ideale di uno Stato retto non da un “partito” e ancor meno da politicanti democratici o dagli esponenti marxisti del lavoro, ma da un “Ordine”, stava dunque alla base della “SS”, facendo di essa un tentativo audace, il cui significato, a parer nostro, non è limitato all'ultima storia tedesca e ai quadri dell'hitlerismo.

Julius Evola

Il Barone Julius Evola (pseudonimo di Giulio Cesare Andrea Evola) (Roma, 19 maggio 1898 – Roma, 11 giugno 1974) è stato un filosofo, pittore e poeta italiano.

Le sue posizioni, vicine al fascismo e al nazionalsocialismo, si espressero in una critica in chiave tradizionalista.

Mussolini ne apprezzò alcune impostazioni (in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale), anche se nel panorama culturale del fascismo non ebbe apparentemente un ruolo determinante. C'è tuttavia chi ritiene che in sede diplomatica Evola abbia svolto missioni ad altissimi livelli per conto dello stesso governo italiano.

Nel 1937 pubblica Il Mito del Sangue (poi riedito nel 1942) dove ricostruisce le concezioni sulla razza nelle civiltà antiche e nelle teorie del XVIII secolo, contrapponendole alla versione moderna del razzismo biologico tedesco.

Segue nel 1941 la Sintesi di dottrina della razza.

In questi testi esprime le sue concezioni antisemite, non basate su un razzismo biologico (gli Ebrei non potevano infatti essere considerati secondo Evola una razza, per le mescolanze subite nel corso della storia), ma spirituale.

Egli oppone a livello tradizionale 'Giudei' e 'Ariani' (da 'Arya', gli antichi Indiani) nel nome di una differenza di spirito.

In quegli anni scrive la prefazione all'edizione italiana dei Protocolli dei savi di Sion.

Dichiara che non ha importanza la non attendibilità storica dell'opuscolo visto che comunque lo stesso racconta una veridicità secondo lui attendibile sugli effetti ebraici di controllo della società (banche, stampa, mercato, politica) attraverso la dissoluzione culturale dall'interno.

L'ebraismo è per Evola una colpa senza redenzione: «nemmeno il battesimo e la crocefissione cambia la natura ebraica».

Benché non ve sia traccia nella biografia dell'autore, il saggista Franco Cuomo scrive che Evola, nel 1938, è tra i firmatari del così detto Manifesto della razza.

SINTESI DEL PENSIERO DI JULIUS EVOLA

Evola è propugnatore del 'tradizionalismo' ovvero di un modello ideale e sovratemporale di società caratterizzato in senso spirituale, aristocratico e gerarchico.

Secondo l'autore tale modello è riscontrabile, da un punto di vista storico, in civiltà quali quella egiziana, romana, indiana.

Tali civiltà non si basano su criteri economici, materiali e biologici, ma sono suddivise e gestite in base a criteri di gerarchia sociale di carattere ereditario e spirituale.

Secondo Evola ogni azione che avviene durante la vita biologica (che l'autore definisce il divenire) rispecchia direttamente una medesima azione di carattere metafisico (l'essere) e dunque imperitura e sovratemporale.

Il cammino dell'uomo durante la sua non-evoluzione (come la definisce lo stesso Evola in aperto contrasto con le teorie darwiniane) avviene attraverso un percorso di tipo circolare e non lineare. Traccia di questa teoria la si trova, ad esempio, nello schema proposto da Esiodo relativo alle così dette quattro età:

età dell'oro, età dell'argento, età del bronzo e, infine, età del ferro.

Secondo Evola l'uomo ha la possibilità di elevarsi alla sfera divina e metafisica attraverso precise strade (il rito e l'iniziazione), utilizzando determinati strumenti (l'azione e la contemplazione) all'interno di contesti sociali predeterminati (la casta, l'impero).

Queste civiltà -ritenute superiori dall'autore- si basano dunque su una più elevata dimensione metafisica e spirituale dell'esistenza, anziché su criteri di ordine materiale e biologico.

La naturale decadenza di queste società (secondo i principi della dottrina delle quattro età) è inversamente proporzionale all'aumento del progresso e della modernità.

Tale processo di decadenza ha inizio con la perdita dell'unico polo che in passato racchiude sia l'autorità spirituale che quella temporale e prosegue attraverso i valori illuministi espressi con la Rivoluzione Francese per arrivare alla società odierna dove la dimensione spirituale dell'esistenza è andata definitivamente perduta.

In particolare Evola rifiuta totalmente il concetto di egalitarismo in favore di una visione differenziatrice della natura umana.

Ne consegue un netto rifiuto per la democrazia (intesa come strumento di massa) e parimenti per ogni forma di totalitarismo, anch'esso ritenuto uno strumento di massa che si basa non su un'autorità spirituale, bensì solo su un'autorità di tipo temporale.

Parimenti le differenze naturali tra gli esseri umani si rispecchiano anche nelle stesse razze.

Evola rifiuta una visione razzista della vita in senso biologico, affermando la sua teoria del così detto razzismo spirituale. La 'razza interiore' di cui parla il filosofo è definita come un patrimonio di tendenze e attitudini che -a seconda delle influenze ambientali- giungono o meno a manifestarsi compiutamente.

L'appartenenza ad una razza si individua dunque sulla base delle caratteristiche spirituali, e solo in seguito fisiche, diventandone col tempo queste ultime il segno visibile.

Una parte del pensiero evoliano può essere espresso dalla Rivoluzione conservatrice, soprattutto per quanto riguarda l'avversione per il sistema liberal-capitalista.

MIGUEL SERRANO & IL SOLE NERO

Miguel Joaquín Diego del Carmen Serrano Fernández è nato a Santiago del Cile. Educato all'Internado Nacional Barros Arana dal 1929 al 1934, inizialmente abbraccia il Marxismo, scrivendo per giornali di sinistra.

Presto disilluso dal Comunismo, si iscrive al Movimiento Nacional Socialista de Chile (M.N.S.), un partito nazista cileno (capeggiato da Jorge González von Mareés). Nel luglio del 1939 si associa pubblicamente al M.N.S. (allora nominato Vanguardia Popular Socialista - Fronte Popolare Socialista), scrivendo per il giornale Trabajo ('Lavoro').

OCCULTISMO

I suoi libri sono ispirati in gran parte dalla dottrina dell'Hitlerismo Esoterico, da lui fondata. La filosofia di Serrano è influenzata da un certo neo-gnosticismo antimodernista, ma anche dal tantrismo e dal Wotanismo (nel senso di Odinismo).

In questo contesto, gli Ariani sono Iperborei, discendenti degli uomini-dio, i Divyas.

Serrano postula una cospirazione globale che li vedi opposti alle forze oscure del Kali-Yuga, comandate dal dio degli ebrei: il Demiurgo, ovvero YAHVE', creatore della materia.

Serrano sintetizza la tradizione esoterica indiana e quella nordica, entrambe le quali vengono considerate di provenienza ariano-iperborea.

In particolare, egli rielabora, estremizzandola, la teoria junghiana dell'inconscio collettivo ariano, e come l'induista Savitri Devi riconosce in Adolf Hitler l'avatar che si è opposto al nemico satanico-materialistico del Kali-Yuga.





THULE

La Società Thule (in tedesco: Thule-Gesellschaft) fu una società segreta di estrema destra e costituì il nucleo originale del Partito nazista, Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei (NSDAP).

La Società Thule fu fondata nel 1910 da Felix Niedner, che tradusse in tedesco il libro Old Norse Eddas. La società fu influenzata anche dagli scritti di Lanz von Liebenfels, un misto di teosofia, |paganesimo nordico, antisemitismo, mistificazione dell'alfabeto runico.

La Società Thule fu trasferita il 18 agosto 1918 a Monaco, su iniziativa di Rudolf Glauer, che poi si diede il nome in quello di Barone Rudolf von Sebottendorff, capo del ramo bavarese del Germanen Order.

La Thule stessa era, almeno inzialmente, un'affiliazione a Monaco del Germanen Order.

La società Thule sarebbe strettamente legata a una società segreta tedesca, l'Ordine dei Teutoni, fondata nel 1912.

La Thule attinse a piene mani dalle teorie del professore di geopolitica Karl Haushofer, convinto assertore del ritorno della grande Germania e dell'espansione ad est al fine di costituire un solido 'spazio vitale' che avrebbe a sua volta garantito il dominio sul mondo, dagli insegnamenti di uno strano monaco cistercense allontanato dalla Chiesa, Adolf Lanz von Liebenfels, fondatore dell' 'Ordine dei nuovi Templari', una sorta di setta che predicava l'esistenza della razza superiore formata dagli ariani, che erano ritenuti semidei col compito di liberare il mondo dagli ebrei.

La Thule si ispirò molto anche al Buddhismo tibetano deformandone i contenuti ed anche alle dottrine esoteriche di madame Helena Petrovna Blavatsky, la celebre medium e occultista, fondatrice della Società Teosofica Internazionale, che sosteneva di essere in contatto telepatico con gli antichi 'Maestri sconosciuti', i sopravvissuti di una razza eletta, che sarebbe vissuta tra Tibet e Nepal, i quali si sarebbero rifugiati in seguito a una spaventosa catastrofe nelle viscere della terra, dove avrebbero fondato una straordinaria civiltà sotterranea, la mitica Agarthi.

Gli appartenenti a Thule miravano, attraverso la telepatia e attraverso specifici riti occulti, che si svolgevano solitamente nei boschi e vicino a corsi d'acqua, ad entrare in contatto con questa sorta di superuomini, al fine di ricostituire la razza superiore.

L'eredità ideologica della società Thule fu raccolta dal Partito Nazionalsocialista tedesco (NSDAP).

Adolf Hitler e il suo movimento forgiarono il loro pensiero e cominciarono la loro scalata proprio all’ombra di personaggi controversi come Glauer ed Eckart.

Hitler fu iniziato alla Società Thule nel 1919 da Dietrich Eckart, che in quel periodo ne era il leader.

Hitler dedicò successivamente il Mein Kampf a Eckart. Non ci sono testimonianze in merito al fatto che Hitler abbia preso parte a riunioni della Thule, dopo l'iniziazione.

Nel 1920, Hitler diventerà la guida del Partito Nazionalsocialista.

La società Thule fu una delle prime organizzazioni soppresse da Hitler dopo la sua ascesa al potere, insieme ad altre società esoteriche, inviando diversi suoi membri nei campi di concentramento, mentre altri diventarono gerarchi del regime nazista.

NAZISMO - LA COSPIRAZIONE OCCULTA

“Ben lungi dall’essere una personalità completamente oscura, il Führer ha sempre avuto una sorta di seconda faccia quasi femminile, con interessi romantici e vagamente decadenti. (…) In modo perfettamente coerente con questo tipo di carattere, egli coltivò fin da giovanissimo un forte interesse per un esoterismo un po’ á la page, fatto di frequentazioni prototeosofiche e attenzione verso leggende piene di mistero come quella della lancia di Longino.

Una volta giunto al potere Hitler dovette, almeno ufficialmente, prendere le distanze dal sottobosco esoterico in cui si era formato: per mantenere una Germania forte e unita sotto il suo controllo era infatti necessario trattare con cattolici e protestanti. Essi non avrebbero certo potuto appoggiare un capo di Stato esoterista e mago”.

Questo breve estratto dal libro del Prof. Dolcetta, giornalista (ha collaborato con diverse testate giornalistiche Rai) e studioso di Storia e Politologia, oltre che docente di Filosofia della Politica presso l’EHESS di Parigi, mette ben in evidenza il contenuto centrale del saggio:

l’anima esoterica che ha alimentato la visione politica hitleriana. Poco nota, specialmente al grande pubblico, questa influenza ha avuto invece grande presa su tutta l’impostazione pangermanica del Führer al punto da poter dire che non è tanto da ricercare nella sua “follia” l’azione d’espansione politico-militare, quanto in una precisa visione “messianica” figlia di un esoterismo teosofico, che in quegli anni era stato alimentato e si era ingrossato in organizzazioni germaniche e britanniche.

Dolcetta ripercorre le varie tappe che hanno portato alla nascita del nucleo esoterico sulla base del quale si è forgiato il nazionalsocialismo, senza tralasciare di evidenziare quanto tali credenze abbiano avuto come estimatori personaggi anche molto distanti dal nazismo.

È come se il filo rosso di una visione “razzista” – di una élite chiamata, per compito divino, a guidare le masse – sia stata trasversale a parti politiche anche molto distanti tra loro, e che hanno fatto della visione magico-esoterica dell’esistenza lo strumento interpretativo della realtà nel suo complesso.

Nel caso specifico, riferisce l’Autore, sulle letture mitologiche precristiane del periodo viennese – forgiate in base a una visione paganeggiante e di stampo wagneriano – s’innestano per Adolf Hitler gli insegnamenti avuti durante il periodo della detenzione, dopo il putsch fallito di Monaco, da due maestri d’eccezione: Rudolf Hess e Karl Hausofer.

Durante le lunghe serate a Landsberg, Hess e Hausofer cercarono di convincere Hitler dell’importanza dei pensieri magici, della realtà pratica e misteriosa del Vril (energia associabile in qualche modo allo Spirito Santo), della necessità di sviluppare la filosofia occulta elaborata durante le riunioni dell’associazione Thule (società segreta di cui facevano parte i due maestri di Hitler e alla quale avrebbe aderito lo stesso Führer).

Insomma, alla ricerca dell’occulto, già presente in Hitler, e che egli aveva associato alla razza germanica di stampo sigfridiano (eroe tragico dell’epopea germanica dei Nibelunghi), la società segreta di Thule dava tutta una impostazione più prettamente magica e…geopolitica.

Infatti Hausofer, generale dell’esercito, aveva sviluppato una teoria geopolitica, fondata sullo “spazio vitale” (Lebensraum), cui poi Hitler attingerà abbondantemente nel suo Mein Kampf e più in generale nella sua visione politica.

LE INIZIAZIONI
LE SS OCCULTE
LO SPIRITO DELL'ANIMA GERMANICA
LEON DE GRELLE
IL BUCO NERO
GLI U.F.O.

Le SCHUTZ STAFFELN ('Squadre di Protezione' o 'Reparti di Difesa', spesso abbreviato con SS) erano un'unità paramilitare d'élite del Partito Nazista Tedesco (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP).

Vennero formate reclutando appartenenti delle SA, nel 1925, per essere la guardia personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i raduni del NSDAP. Il 6 gennaio 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler come capo delle SS, che contavano solo 280 uomini. Con l'approvazione di Hitler, Himmler ampliò i ranghi delle SS e per la fine del 1932queste contavano già 52.000 membri.

Dopo solo un anno erano arrivate a oltre 209.000 uomini.

Prima del 1932 le SS vestivano la stessa uniforme delle SA, ad eccezione di una cravatta nera e di un berretto nero con un simbolo a forma di teschio (Totenkopf, 'testa di morto').

Successivamente adottarono un'uniforme nera e, appena prima della guerra, una grigia. La popolazione tedesca ammirava la disciplina delle SS, specialmente se paragonate alle SA che talvolta si abbandonavano ad atti casuali di violenza.

Il loro motto era 'Il mio onore si chiama fedeltà' (in tedesco: 'Meine Ehre heißt Treue').

Il sistema dei gradi delle SS era unico, in quanto non copiava i termini usati nella Wehrmacht.

Heinrich Himmler, assieme al suo braccio destro Reinhard Heydrich, consolidò il potere dell'organizzazione.

Nel 1931 Himmler diede a Heydrich l'incarico di costituire un servizio di intelligence all'interno delle SS, il Sicherheitsdienst (SD).

Al momento dell'inizio della seconda guerra mondiale il numero dei membri salì a 250.000 e le Waffen-SS vennero formate nel dicembre 1940 per combattere a fianco della Wehrmacht, l'esercito regolare tedesco.

Le SS ricevettero anche il controllo della GESTAPO nel 1936.

Le SS si evolsero durante la seconda guerra mondiale in una forza altamente efficace e letale, macchiandosi di innumerevoli crimini di guerra a danno della popolazione civile dei paesi occupati.

Al loro culmine, il nome e la reputazione per una violenza efficiente e terrificante, erano sufficienti a infondere paura nel cuore di chiunque.

Hitler diede alle SS giurisdizione su tutti i campi di concentramento e permise loro di supervisionare il controllo quotidiano di tutte le nazioni conquistate dalla Germania durante la guerra.

Verso la fine della seconda guerra mondiale, un gruppo di ex-ufficiali delle SS si rifugiò in Argentina e mise in piedi una rete di fuggitivi nazisti con il nome in codice di ODESSA.

SCHUTZ STAFFELN - LE SS

















I MISTERI DEL NAZISMO

Ufficialmente il Nazismo si proclamava al di sopra delle confessioni religiose, ma Hitler e gli altri capi nazisti facevano uso del simbolismo e delle emozioni cristiane nel propagandarsi presso il pubblico tedesco (prevalentemente cristiano).

La relazione tra nazismo e cristianesimo può essere descritta solo come complessa e controversa.

Hitler sosteneva una forma di 'cristianesimo positivo', nel quale Gesù Cristo era un ariano, i dogmi tradizionali erano respinti, si accusava la chiesa di avere manipolato il cristianesimo antico gnostico per fini di potere e, in modo simile agli antichi marcioniti si ripudiava l'Antico Testamento.

Alcuni scrittori cristiani hanno cercato di tipicizzare Hitler come un ateo o un occultista (o persino un satanista), laddove altri hanno enfatizzato l'utilizzo esplicito del linguaggio cristiano da parte del partito nazista, indipendentemente da quale fosse la sua mitologia interna.

L'esistenza di un Ministero per gli Affari Ecclesiastici, istituito nel 1935 e guidato da Hanns Kerrl, venne riconosciuta a fatica da ideologi come Alfred Rosenberg, che sosteneva un confuso ritorno alla religione germanica, come pure il comandate in capo (Reichsführer) delle SS e capo della polizia tedesca Heinrich Himmler.

Le relazioni del partito nazista con la Chiesa cattolica sono dibattute. Molti sacerdoti e leader cattolici si opposero apertamente al nazismo sulla base di incompatibilità con la morale cristiana.

La gerarchia cattolica condannò i fondamenti teorici del nazismo con l'enciclica Mit brennender Sorge (1937) di papa Pio XI.

Come per molti oppositori politici, molti sacerdoti vennero condannati al campo di concentramento per le loro posizioni.
Il comportamento della chiesa cattolica tedesca e di papa Pio XII sono attualmente oggetto di controversia storiografica.

Fu al contrario favorevole al nazismo il vescovo Alois Hudal, che cercò un compromesso tra chiesa e regime.


MA CHE COSA ERA DAVVERO IL NAZISMO ?
QUALI ARCANI STUDI SVOLGEVANO I NAZISTI ?
CHE NESSO C'ERA TRA I NAZISTI, LO SPIRITISMO, GLI STUDI ESOTERICI E L'OCCULTO ?
QUALI MISTERI CI SONO ANCORA DIETRO A QUESTA AFFASCINANTE IDEOLOGIA ?







Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar.

Sfruttando la sua abilità oratoria e facendo leva sull'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende (fallito Putsch nel 1923, con conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla Cancelleria nel 1933 e instaurò la dittatura nel 1934, assumendo anche la carica di capo di stato dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg.

Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta ad espandere il Lebensraum (spazio vitale) tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale.

In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia, il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale. Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.

I DISCORSI DEL FUHRER



' Quaggiù il successo è il solo metro di giudizio di ciò che è buono o cattivo'.
(ADOLF HITLER)

' Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola '.
(ADOLF HITLER)

'O si è cristiano o si è tedesco. Essere tutti e due contemporaneamente è impossibile'.
(ADOLF HITLER)

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:41
UNA RECENSIONE DI "LA RAZZA VENTURA"

Il nome di Edward George Bulwer-Lytton, scrittore, politico e aristocratico inglese, è oggi meno famigliare ai letterati e ai lettori forti. Proprio per questo mi sembra opportuno dare qualche coordinata, mostrando una prima, curiosa antitesi. Meglio: un curioso e fastidioso cortocircuito nella critica occidentale.
“Era una notte buia e tempestosa” (“Paul Clifford” è il romanzo in questione), “la penna è più potente della spada”: bene, è Lytton l’altrimenti oscuro autore di quell’incipit e di quella massima. Superfluo dire che quell’incipit deve molta della sua grottesca popolarità ai “Peanuts” di Charles Schulz.
Lytton è considerato, sulle sponde americane, tra i più mediocri autori vittoriani; talvolta, in ambito anglosassone, il suo nome serve come sinonimo di pessima scrittura; addirittura esiste un concorso a lui intestato, dedicato al peggior incipit in lingua inglese, organizzato dalla University di San Josè.
Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco, invece, ce lo raccontano così: “Erudito, romanziere, eminente massone e membro della Societas Rosicruciana in Anglia, l’avanzato circolo occultistico fondato nel 1865 da Wentworth Little, e che qualche anno più tardi generò per filiazione diretta l’Hermetic Order of the Golden Dawn” (p. 8) – certo, non ne esaltano lo stile. Ma direi che l’autore è tutt’altro che ridicolizzato.

B.L. conobbe discreta popolarità, in vita; fu autore estremamente prolifico, non eccezionalmente considerato dalla critica ma letto con piacere dal pubblico. I curatori dell’opera ricordano che l’opera più fortunata, in questo senso, a distanza di tempo, rimane “Gli ultimi giorni di Pompei” (1834), schierandosi tuttavia per la sua produzione narrativa meno nota, quella incentrata sull’occulto, la magia e l’esoterismo: segnalano “Zanoni” (1849: in Italia esistono traduzioni per Sonzogno, Bocca, Tea), “A Strange Story” (1862) e “Magicians and Magic” (1865) assieme, finalmente, a “The Coming Race” (1871) (cfr. pp. 29-31).

Questo romanzo in Italia venne originariamente pubblicato (con differita di soli ventisei anni, quindi postumo) dalla casa editrice Treves, nel 1898. Soltanto 82 anni dopo è tornato sugli scaffali delle librerie attente all’esoterismo e alla spiritualità, per merito delle Edizioni Arktos. È un peccato che la circolazione sia ridotta: come vedremo a breve, è un interessante esempio di letteratura distopica, non andrebbe relegato tra le opere destinate a curiosi, studiosi e cultori dei laterali o dei dimenticati. Intanto, lascio l’onere dell’introduzione all’opera ai due curatori, De Turris e Fusco: “The Coming Race (…) descrive un mondo sotterraneo scoperto dal protagonista della narrazione, mentre esplora una miniera. In esso vive una razza superiore che conduce un’esistenza ‘utopistica’ grazie al possesso di una energia invincibile e inesauribile, che può essere guidata con il pensiero e per mezzo della quale ogni cosa è possibile (…). L’allegoria è evidente: una forza interiore conquistata e opportunamente diretta rende possibile la ‘rettificazione’, cioè la purificazione del proprio intimo, spingendo indietro gli istinti animali che ci legano alla Terra. Per designare questa forza, che Eliphas Levi chiamava ‘mediatore plastico’, Bulwer-Lytton scelse il nome di vril” (p. 19).

È una distopia: una delle prime, assieme a “Erewhon” di Samuel Butler (1872).
Una di quelle più influenti: diverse associazioni occulte, nel Novecento, si mostrarono interessate alla possibilità d’un’esistenza d’un’altra razza nella “terra cava”. Sin qua, note di colore e prime coordinate per orientarsi a dovere; passiamo adesso all’analisi della trama e a cenni sullo stile e sulla struttura.

Americano, nipote di emigranti inglesi, benestanti e influenti, il protagonista e io narrante viene mandato a Liverpool ad appena sedici anni, per perfezionare la sua formazione nell’antica madrepatria. Qualche anno dopo, durante una visita in una miniera, l’ingegnere suo amico s’avventura in un pozzo che stanno trivellando. Scende, e al suo ritorno è sconvolto: crede d’essere impazzito, ha sentito voci umane – e pensa si tratti della solita mania dei demoni e degli gnomi dei minatori. Il narratore, così, accompagna l’ingegnere il giorno successivo: si calano con una corda, che d’un tratto si spezza. Il narratore rimane solo e fugge, mentre un drago si nutre della carcassa del suo amico.
Adesso è solo, nelle viscere della terra. La luce è diffusa, dolce e argentea; s’apre a un tratto un’ampia valle, i colori dominanti diventano plumbeo e rosso dorato. In questo scenario appare il primo membro del popolo dei sotterranei.
“Mi ricordava le immagini simboliche dei Genii o dei Demoni che si scorgono sui vasi etruschi o sulle pareti dei sepolcri orientali… immagini che riprendono le forme umane e tuttavia appartengono ad un’altra razza. Era alto, non gigantesco, ma alto quanto gli uomini più alti al di sotto della statura dei giganti” (p. 42).
Ha occhi neri, viso glabro, colorito da pellerossa; è antropomorfo, ma il narratore lo sente “ostile” all’uomo. Parlano lingue diverse, totalmente estranee. Incomprensibili: le prime comunicazioni avvengono via disegni.
La guida accompagna il narratore nella cittadella; s'accorge di automi immobili lungo le pareti, ammira giardini splendenti di fiori meravigliosi e colorati, capisce che qualcuno ha le ali. Quando scopre la loro complessa natura meccanica, scosso e spaventato, sviene: pur riconoscendo cortesia e gentilezza nei suoi ospiti, è ovviamente spaventato a morte. Al suo risveglio, tempo dopo, costoro parlano la sua lingua, e lui ha appreso i rudimenti della loro. Può avere inizio lo scambio.

La razza sotterranea è quella degli Ana (uomini), sopravvissuti a cataclismi e inondazioni (il nostro diluvio?) nascondendosi nelle grotte, e là ricostruendo il loro già evoluto mondo; conoscono la luce del gas e del petrolio, non devono temere l’oscurità. La loro comunità era divisa in classi; attraversarono diverse forme di governo, anticamente addirittura la democrazia (reputata rozza), e superarono le fasi della lotta di classe e delle guerre tra diverse etnie. Questo sin quando non scoprirono il Vril. L’autore lo definisce come “unità delle energie naturali”, “elettricità” che influisce sul clima, sugli individui (in trance, dopo lo svenimento, aveva appreso la loro lingua), sulle malattie; crea e distrugge. Dal momento in cui tutti potevano attingere a quella forza, nessuno aveva più mostrato volontà d’espansione: poco a poco, erano sparite anche le forze dell’ordine. Tutti rispettavano le leggi (meglio: “convenzioni” da tutti apprezzate), nessuno le imponeva con la violenza. Gli Ana avevano una sola lingua e molti dialetti; leggi e costumi simili, tra uno e un altro popolo.
A capo della razza degli Ana, un magistrato supremo (Tur), con mandato a vita: senza residenza sontuosa o reddito superiore, a coordinare diversi dipartimenti, con armonia e grazia. Felicità, ordine, autorità sono strettamente interconnesse (p. 75).
I cittadini vivono di agricoltura e artigianato; unici pericoli esterni, le irruzioni di fuoco e acqua, le fughe di gas, le tempeste di vento sotterranee, rettili e draghi nemici, cacciati dai più giovani. Si lavora in giovane età guadagnando abbastanza per vivere serenamente da adulti. Tra An – uomo – e Gy – donna – esiste eguaglianza di diritti; piuttosto, le donne dimostrano superiorità aggressiva e difensiva. Il matrimonio può durare tre anni; quindi, può terminare o essere rinnovato. Ciononostante, la poligamia è molto rara e i divorzi inesistenti. L’equilibrio delle coppie è importante. A corteggiare sono le donne, felici un giorno d’obbedire con gioia al compagno, sapendolo uguale e inferiore nella forza.

L’essere supremo, da tutti adorato, è espresso da un geroglifico simile a una piramide; la piramide rovesciata significa “potenza”. Da tempo non esistono più testi per testimoniare o interpretare l’esistenza e la giustizia del Creatore e del Conservatore del mondo: gli Ana sanno che, da esseri finiti, non hanno la capacità di definire ciò che è infinito e onnipotente. Si limitano ad avere fede.
Credono nella metempsicosi, ma tra un pianeta e l’altro e in diversa forma.
Credono che un giorno torneranno a vedere il sole, per sterminare la specie umana che ha sporcato il mondo.
Vivono ascoltando musica, in ogni stanza, a un volume discreto; si concedono qualche innocente lusso, passando le loro giornate in un invidiabile stato di equilibrio. Intanto, le donne scelgono il loro An: e una di loro, la figlia dell’autorità massima, s’innamora del narratore. È un legame proibito, che rovescerà le sorti del protagonista, esule infine da quel mondo sotterraneo.

Complessivamente, il romanzo può essere posizionato tra quelle distopie del secolo scorso destinate a rivelare apocalittici scenari futuri, in questo caso non dormienti né paralleli ma viventi sotto le nostre terre: al contempo, va a proporre, come le antiche utopie, sistemi alternativi al nostro.
Da un lato, Lytton sembra apprezzare la struttura societaria e la forma statale degli Ana, rivelando quindi le sue predilezioni e le sue speranze, includendo la cessazione delle violenze tra esseri umani e l’avvento d’una società priva di contrasti, idilliaca e solare. D’altro canto, il suo protagonista sca(m)pa temendo per le sorti della specie umana, non cessando quindi – a dispetto degli abiti indossati, e della neolingua appresa, con tanto di acute osservazioni filologiche e grammaticali – di percepire come ostili quegli uomini che aveva riconosciuto come “demoni” dalle ali meccaniche, e dagli sviluppi tecnologici così simili a quelli di noi lettori contemporanei. I robot cominciano ad apparire nelle nazioni più evolute, in ogni casa; la musica in ogni ambiente è già una realtà, bastano piccoli transistor. I ruoli e la considerazione della donna stanno tornando, come in alcune società antiche e avanzate, a essere non dissimili da quelli dell’uomo.

Stilisticamente, e con buona pace degli yankee di San Jose, la narrazione tiene; non so se sia per merito della buona traduzione, ma direi che in ogni caso non si registrano gravi cadute di stile: l’equilibrio espressivo è forse grigio ma onesto, la leggibilità non è gravata nemmeno dal capitolo dedicato alla grammatica degli Ana, forse un po’ ostico per chi non ha fatto studi letterari ma non essenziale, in ogni caso. Il sogno del Vril animò molti intellettuali, così come quello dell’esistenza d’un popolo antico ed evoluto, nascosto all’interno della terra; probabilmente, che si tratti di memoria genetica d’un antico stadio di evoluzione sempre negato dalle scienze o di una speranza che molti tra noi hanno sempre avuto, la sostanza non muta – sarà così ancora per diverse generazioni, sin quando non troveremo prove inconfutabili di ciò che è, e di ciò che non può non essere che fantasia o reminiscenza.

Ai curatori De Turris e Fusco la riconoscenza del lettore, il ringraziamento per aver restituito alla luce una distopia degna d’essere considerata sia nel genere, sia nella letteratura esoterica; uno schiaffo morale piuttosto chiaro a chi, forse con qualche ingenuità, sta cercando di cancellare ogni traccia dell’opera di questo bizzarro aristocratico inglese.

EDIZIONE ESAMINATA e BREVI NOTE

Edward George Bulwer-Lytton (Londra, 1803 – Torquay, 1873), poeta e scrittore inglese, deputato prima liberale poi conservatore, aristocratico per ascendenza materna.

Edward Bulwer-Lytton, “La razza ventura”, Edizioni Arktos, Carmagnola, Torino 2006 (prima: 1980). A cura di Gianfranco De Turris e Sebastiano Fusco.

Prima edizione: “The Coming Race”, 1871.
Prima edizione italiana: “La razza futura”, Treves, Milano, 1898.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:43
E' indicativo che Satan, in Ebraico, significa l'avversario.



Precisazione : quello che è scritto in lettere Ebraiche non è Satan ,

ma bensì il Tetragramma , lettere // yod, he, waw, he // che rappresentano il suo ( ipotetico ) opposto , noi lo chiamiano Dio.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:49
"LA RAZZA VENTURA" IN INGLESE



La trovate qua: www.gasl.org/refbib/Bulwer__Coming_Race.pdf
Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:53
KARL MARIA WILIGUT

TRATTO DA "THE SECRET KING: KARL MARIA WILIGUT - HIMMLER'S LORD OF THE RUNES. THE REAL DOCUMENTS OF NAZI OCCULTISM"
Translated by Stephen E. Flowers, Ph.D.;
edited by Michael Moynihan

INTRODUZIONE
I. il mistero di Wiligut


Gli scritti di Karl Maria Wiligut - anche conosciuto come Lobesam, Jarl Widar, e Karl Maria Weisthor - sono documenti misteriosi.



Sarebbe estrememente difficile capirli senza qualche parola di introduzione per descrivere il contesto degli spesso ineffabili contenuti del suo lavoro. Wiligut è in qualche modo unico come scrittore esoterico. Per esempio, scrisse relativamente poco (a confronto del suo predecessore Guido von List) e pubblicò anche meno (molto del suo lavoro rimase negli archivi). Una buona pare del materiale da lui pubblicato è in forma di versi in rima, spesso illustrati o dimostrati con ideogrammi o rune. Inoltre porta una distinzione come il miglior esoterista conosciuto che abbia avuto un grado nelle SS e abbia prodotto un’opera esoterica per il Reichsführer-SS Heinrich Himmler. L’opera di Wiligut quindi è ciò che più di vicino abbiamo ai dati principali e obiettivi di qualsiasi nozione spesso altamente mitologicizzata del “Occultismo Nazionalsocialista”.
Con tutti questi fattori di distinzione, Wiligut era inoltre un prodotto dello Zeitgeist che governava il suo tempo e delle influenze che lo avevano preceduto. Lo scopo di questa introduzione è fornire una biografia generale di Wiligut con una discussione sistematica sulla sua ideologia esoterica, sulla sua eredità e sulle influenze possibili sulla sua tradizione nell'insieme.
Wiligut è un uomo eternamente oscuro. Era una figura oscura nell’Austria dell’inizio del 20esimo secolo, ha pubblicato le sue idee soltanto in pubblicazioni poco note negli anni ‘30 ed è diventato un membro delle SS di Himmler nel 1933 dove ha prodotto ciò che consisteva in rapporti riservati per il suo capo. Il suo posto -o il suo effetto- nella cultura occulta della Germania dell’inizio del 20esimo secolo dunque è difficile da valutare.
[...]

Rilascio e Servizio nelle SS (1927-1939)
[...]
Nella primavera di quell'anno [ 1935; Anm. Kephra ], Wiligut venne spostato da Monaco di Baviera verso Berlino, si sistemò nella sua stessa villa a Kaspar Theyss Str.33 e fece parte dei dipendenti di Himmler. Anche se il lavoro "del Weisthor" era per qualche aspetto simile a quello dell’Ahnenerbe (il reparto delle SS interessato di ricerca sulla storia ancestrale/culturale della Germanica antica, stabilita in un'estate dwl 1935), il suo lavoro era essenzialmente seperato da quel settore. Wiligut svolse funzioni per Himmler in persona, mentre l'Ahnenerbe faceva parte di una più grande struttura conforme a standard accademici più obiettivi.
Settori importanti in cui Wiligut lavorò per Himmler includevano la sua concettualizzazione del castello di Wewelsburg come "centro del mondo"; il disegno dell'Anello delle SS; la creazione di vari riti e il disegno degli oggetti rituali da usare nelle cerimonie delle SS; e un flusso costante dei rapporti sugli argomenti esoterici della teologia, della storia e della cosmologia che ha pubblicato privatamente per la maggior parte a Himmler.
Il castello di Wewelsburg è una struttura del diciassettesimo secolo situata vicino a Büren in Vestfalia. Himmler vide il castello per la prima volta nel 1933 durante un viaggio per una campagna del partito. È incerto se Wiligut lo avesse accompagnato in questo viaggio; tuttavia, è certo che il colonnello lo influenzò notevolmente sulla concettualizzazione del castello come quartier generale delle sedi in tutto il mondo per un ordine di cavalieri- le SS (Hülser 1982: 33, 40). Subito dopo Wewelsburg fu trasferito alle SS, e si transformò nella sede del Gesellschaft zur Förderung und Pflege deutscher Kulturdenkmäler ( Società per la Promozione e la Cura dei Monumenti della Cultura Tedesca) e successivamente fu trasformato "in un'accademia nordica" per la formazione ideologica dei comandanti delle SS. Sempre più fu concettualizzato come un Ordine-Castello (Ordensburg) e fu ritoccato per transformarsi nello spazio rituale per le particolari cerimonie per la cerchia d’elite di Himmler all'interno delle SS.
Centro di questo culto era la torretta a Nord del castello. Lo spazio più basso di questa torretta, la volta, è chiamata "il Walhalla".
Sopra questa volta vi è la sala del colonnato, sul pavimento del quale è blasonato il simbolo che più distingue Wewelsburg:
La sala del colonnato doveva trasformarsi nell'alloggiamento rituale centrale dell'ordine dei cavalieri delle SS che Himmler e Wiligut hanno previsto. Questo castello doveva essere l'ultimo centro di ordine culturale così come le campagne militari per la diffusione di nuovo impero degli Ariani e, nella concezione di Himmler e di Wiligut, un baluardo contro "i subumani" invasori dell'est – i Bolscevichi.
Wewelsburg si è trasformato in un grande deposito per tutti i generi di tradizioni, di rituali e di oggetti delle SS. Alla fine della guerra, poichè le truppe americane si erano avvicinate alla regione, il castello fu fatto saltare il 31 marzo 1945 dagli uomini delle SS per ordine di Himmler. Le truppe americane tre giorni dopo si sono mosse dentro ed hanno fissato il luogo. Quanto a cosa sia accaduto a gran parte del materiale e dei documenti originalmente alloggiati nell’Ordensburg, ci sono tre risposte: alcuni devono essere stati rimossi prima della detonazione della costruzione; alcuni di questi sono stati saccheggiati dagli abitanti del villaggio vicino nei tre giorni fra la detonazione e l'arrivo degli Americani; il resto fu saccheggiato dai soldati americani. L'oggetto di culto più importante delle SS è l'anello "testa di morte" (Totenkopfring).







Il disegno di questo è attribuito a Wiligut.
Il testo di un documento che è stato presentato ai membri delle SS insieme con l'anello dice:


"Vi affido l’SS-Totenkopfring.
È: Un segno della nostra lealtà al Führer, alla nostra obbedienza costante ai nostri superiori ed alla nostra solidarietà e cameratismo indistruttibile.

La testa della morte è un monito da preparare in qualunque momento per rischiare le nostre proprie vite per la durata dell'intero collettivo.

Le rune di fronte alla testa della morte sono segni santi dal nostro passato, a cui recentemente siamo stati ricollegati con la filosofia del socialismo nazionale.

Le due Sig-Runes simbolizzano il nome del nostro corpo di protezione [Schutzstaffel].

Lo Swastika e l’Hagall-Rune devono mantenere la nostra attenzione sulla nostra fede instancabile nella vittoria della nostra filosofia.

L'anello coronato tutt’intorno con foglie di quercia, le foglie del vecchio albero tedesco.

Questo anello non può essere venduto, e non è ammesso che sia trasferito ad altri.

In caso di un vostro ritiro dalle SS o dalla vita, questo anello deve essere rinviato al Reichsführer delle SS.

Le copie e le imitazioni sono punibili da legge e dovete proteggerli voi stessi.

Portate l'anello con onore!

Heinrich Himmler"



Secondo Hüser (1982: 66-67), gli anelli degli uomini delle SS morti in battaglia sono stati immagazzinati in un posto speciale nel Walhalla; quelli dei membri dell SS che se ne sono andati in altre circostanze sono stati fusi normalmente. Hüser inoltre segnala che il deposito "delle centinaia" di anelli, che avevano resistito all'esplosione e al fuoco, così come gli sforzi degli abitanti locali di saccheggiare il castello, fu infine saccheggiato dai soldati americani.
Inoltre sembra che Wiligut era fondamentale nella creazione dei rituali e nella progettazione degli oggetti cerimoniali da usare nelle pratiche di tali rituali. Una trascrizione completa è stata scoperta negli archivi delle SS per un rito di affidamento del nome che Wiligut ha condotto per il figlio neonato dell'ufficiale delle SS Karl Wolff ed a quale Himmler stesso era presente.
Gran parte del disegno rituale sembra concentrarsi sulle cerimonie di unione dei membri delle SS e le loro spose. C’era uno scopo eugenetico in queste cerimonie in quanto gli uomini delle SS più importanti e le loro spose dovettero dimostrare la loro eredità di Ariani seguendola indietro almeno fino al 1750.
Uno delle più importanti e misteriose funzioni del lavoro "magico" attivo di Wiligut è venuto in forma degli enigmatici Halgarita-Sprüche (Detti di Halgarita), che era un mantra della tradizione di Wiligut progettato per aumentare la memoria ancestrale e per facilitare il ritorno della fede di Irminist.
[...]
Durante gli anni 1933-1939, Wiligut produsse un certo numero di rapporti per Himmler su una varietà di soggetti relativi alla religione esoterica, alla teologia, alla storia e perfino alla politica. Un documento descrive le idee di Wiligut sulla necessità di re-confiscare le proprietà incamerate dalla chiesa dai seguaci dell’antica fede nazionale. (Hüser 1982: 205)
Durante questi anni di alta attività, Wiligut era già un uomo anziano con i suoi settanta anni. La sua salute e livello generale di energia non erano apparentemente al passo con l’etica al centro della burocrazia socialista nazionale tedesca, perciò "venne curato" con droghe dai medici delle SS. Sembra che queste droghe hanno avuto l'effetto di causare determinati cambiamenti di personalità, compreso la dipendenza aumentata del colonnello da tabacco e da alcool.
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L’ideologia di Wiligut
Eccetto in manier a generale, è difficile da determinare il contenuto esatto della tradizione di Wiligut oltre ciò che egli stesso ha scritto. Gli elementi chiave nella struttura degli insegnamenti di Wiligut sono le sue idee riguardo la teologia (esplora nella sua poesia le concezioni di Gôt/Gotos per esempio), la storia, e la posizione della tradizione della sua famiglia nella storia, così come un modo specifico di capire le Rune. È chiaro, tuttavia, che stava sviluppando queste idee col tempo, oppure ha solamente scelto di rivelarlo gradualmente.

La Teologia Segreta
Anche se non c’era segno di questo nelle scritture iniziali di Wiligut, tranne forse il suo uso di quello che è sembrato essere sentimento ortodosso di cristianità nella sua poesia, Wiligut dovette infine rivelare che la religione originale della stirpe germanica non era l’"Odinismo" ma qualcosa che identificasse come "Cristianesimo-Irmin." Nella struttura di questo sta seguendo un'idea espressa da Guido von List che ha visto l’"Armanesimo" (collegato all’Irminismo) come il predecessore esoterico ed il presupposto "all’Odinismo" più exoterico. La differenza è che List ha visto Armanesimo e Odinismo funzionanti in cooperazione nella storia come modelli inerenti allo sviluppo, dove invece Wiligut ha visto un’ostilità e una discordanza ancestrale fra "Cristianità-Irminista" e "Odinismo", comprese che tutti quegli aspetti teologici e mitologici pagani tratti dall’Edda e da altre vecchie fonti norvegesi gli sono sembrati "stranieri" o "disgustosi". Questi sentimenti sono messi in luce ne "Il Sussurro di Gotos-la Conoscenza delle Rune". Anche se il contrasto fra Odinismo ed Irminismo era stato espresso prima, non era mai stato messo in questi termini così antagonistici. Lo sforzo a ri-mitologizzare la cristianità come "una religione Ariana" ha goduto di una buona ricezione fra molti nazionalsocialisti del tempo di Wiligut.
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La Storia Segreta
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Molti degli eventi in questa storia segreta sono tratti dalle saghe islandesi e dalla storia tedesca; tuttavia, le date attribuite a questi eventi sono proiettate indietro nel tempo a proporzioni di vacillamento. Questo genere di cronologia esoterica deve particolarmente almeno qualcosa ai trattati Theosofici di H.p. Blavatsky come pubblicato nel Vol.II della sua Dottrina segreta.
I temi dominanti nella tradizione di Wiligut di storia esoterica includono lo sviluppo dei rami dell’umanità "dai figli della luce" (Kymris) e "dai figli della pietra"; il conflitto fra l’Irmin-cristiano (dell'Asa-Uana-clan) e l’Odinista; l'importanza di Goslar e della regione della montagna di Harz alla meta-storia, ed il ruolo chiave è stato giocato da un eroe della cultura chiamato Teut, che Mund paragona all’Hermes greco ed al Thoth egiziano.
Questa meta-storia, che ancora attende una sintesi e un'esposizione finale, è più da interpretare in un senso pratico come allegoria mitica per lo sviluppo della coscienza nell'umanità col passare del tempo.
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La Runologia di Wiligut
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Il trattato di Wiligut più elaborato e comprensivo della sua Runologia personale si trova ne “Il Sussurro di Gotos—Conoscenza delle Rune” (1934). Wiligut non è propriamente interessato nei caratteri runici spigolosi dei vecchi norvegesi e delle vecchie fonti inglesi - queste sono, per lui, forme decadenti. La sua Runologia è basata su un concetto centrale di base della circolazione cosmica di Spirito-Energia-Materia. In questo Wiligut vede l'universo come dinamico ma inalterabile. Segue continuamente le stesse leggi. Il cambiamento è l’apparenza del mondo agli esseri umani che sono in fasi differenti del loro sviluppo e che quindi vedono il mondo come se sia sottoposto ad un cambiamento continuo e costante. Così per Wiligut la Runologia era soprattutto lo studio di questo sistema esoterico di circolazione cosmica, che le figure Runiche hanno messo in codice
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Essenziale per la comprensione della Runologia di Wiligut è il concetto di due tipi differenti di circolazioni - verticale ed orizzontale – che si intersecano ad un punto centrale. La circolazione orizzontale è quella materiale, che fornisce l'impulso verso la forma e verso la vita. Questa è anche denominata la Runa-tel ed è vista come essere femminile ed appartenere alla madre della terra. La circolazione verticale è spirituale e fornisce il principio creativo.
Nel punto in cui questi due generi di circolazione si intersecano si trova la coscienza, forma e vita e c’è un inizio di un Essenza materiale dello Spirito, o la germinazione di unità, rappresentate dalla Runa Not. Questo segno indica una rotazione di Need.
La cosiddetta "croce di Irmin" usata da Wiligut illustra, sotto forma di modello a quattro poli, il processo in un altro senso:

..........SPIRITO
.................I
.................I
MATERIA--+--ENERGIA
.................I
.................I
.......ROTAZIONE

La chiave sta nella possibilità della circolazione in discesa lungo il palo verticale di essere invertita in moda da poterla fare ritornare ancora su.
Il contributo ideologico principale di Wiligut si trova nella sua valida e tradizionale presentazione dei concetti che circondano una storia nascosta e la sua concezione delle Rune come descrizioni delle circolazioni di vari tipi di energia. Le sue idee sembrano a qualcuno molto costrittive a causa del modo in cui tanti dei suoi contemporanei sembrano essere influenzati da ciò che ha detto, o da come lo ha detto. L’enigma che era Wiligut probabilmente è tanto collegato alla sua presenza personale che mai potremo capire completamente le sue idee completamente con i soli scritti.
[...]

Conclusione
Una valutazione finale e completa di un individuo come Karl Maria Wiligut è difficile. Questa difficoltà risulta dalla tensione fra il mito dell'uomo e della sua "realtà obiettiva". Ma questa formulazione stessa implica una dicotomia che non può non avere legittimità. Possiamo guardare l'importanza dell'individuo e possiamo guardare il significato delle sue idee per capire il suo posto nella storia.
Come individuo, Wiligut è uno studio obbligatorio nell'importanza dello’esoterismo nello stato nazionalsocialista. Molto è stato fatto nei circa trenta o più anni passati riguardo "le radici occulte del Nazismo". Tali studi possono forse mostrare come idee simili sono state tenute dalle guide del Nazionalsocialismo e prima "dagli occultisti" non Nazionalsocialisti. Ma queste somiglianze possono e dovrebbero attribuirsi generalmente al fatto che le guide Nazionalsocialiste ed i cosiddetti "occultisti" del giorno hanno ripartito una tabella culturale comune e facevano parte dello stesso Zeitgeist. Wiligut è il collegamento fra il mondo a volte oscuro dei cerchi esoterici di inizio del 20esimo secolo in Germania ed in Austria e lo stato Nazionalsocialista. Wiligut può essere contato come un membro dell'ambiente del nazionalismo esoterico dall'inizio del secolo, anche se il suo ruolo sembra essere secondario fino all'inizio degli anni 20. Ma in Wiligut vediamo uno di questi individui "oscuri" prender parte direttamente ad una posizione ufficiale di sostentamento nel regime Nazionalsocialista. Ha svolto un ruolo importante nel concettualizzare gli obiettivi di progettazione e le pratiche esoteriche del circolo d’elite di Himmler all'interno delle SS, e questo solo fattore fa di Wiligut un affascinante oggetto di studio.
Le idee di Wiligut ci giungono tramite tre fonti:

1)I suoi scritti
2)Gli scritti dei suoi allievi
3)I rapporti orali dei suoi allievi

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La tradizione di Wiligut sembra rifarsi su tre caratteristiche: il suo punto di vista della storia esoterica; un codice linguistico esoterico; e "la chiave delle Rune" basato sul flusso di Materia-Energia-Spirito descritto dal Drehauge ("occhio di rotazione"). La visione della sua tradizione storica indica che i tedeschi originali erano monoteisti Irmin-Cristiani e le fonti per la religione germanica fondate sulla scienza accademica erano più tardi documenti decadenti influenzati dal meridione, non-Germanico, il Cristianesimo. Ciò che sembra molto probabile qui è che Wiligut era riluttante ad accettare molti dei sentimenti del Cristianesimo ortodosso ed ha rifiutato di riconoscere ciò che ha visto come "le barbarie" dei suoi antenati. Il codice linguistico esoterico di Wiligut è identico nello spirito a quello di Guido von List e sembra una conclusione inevitabile che Wiligut abbia derivato molta della sua ideologia per quanto riguarda i suoni sacri e le sillabe dalle scritture di List. Più originale sembra essere la sua teoria circa le interazioni di Materia-Energia-Spirito nella produzione della coscienza. Questo modello è, anche secondo i suoi allievi, la chiave al mondo concettuale del Wiligut.
[...]
Ma forse la cosa più notevole circa Wiligut è il il modo in cui la sua tradizione poteva influenzare gli altri intorno lui in un’assenza virtuale di una grande struttura di materiale scritto. Il suo metodo in prevalentemente orale per la trasmissione della sua tradizione ad un piccolo corpo degli allievi, che per la maggior parte sono rimasto fanaticamente leali lui ed ai suoi insegnamenti, è la radice di un grande mistero circa la persona di Karl Maria Wiligut. Il fatto che - un veterano anziano della I Guerra Mondiale - poteva inoltre contare fra i suoi allievi e devoti uno degli individui più potenti e spietati del ventesimo secolo - Reichsführer-SS Heinrich Himmler - deve essere considerato ancora quando si giudica la misura di questo uomo particolare.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:56
IRMINISMO

Questa religione panteistica è strettamente riservata ai discendenti dei popoli Germanici.
Le divinità sono delle forze increate che agiscono in qualità di teoremi alla base della manifestazione della materia, permettendo a questa di costituirsi secondo un preciso ordine armonico e logico. La discendenza di Sangue e la Spiritualità sono unite dal fatto che le stesse divinità hanno etnia germanica: Sacra Rita. Secondo l'Irminismo il concetto della Sacra Rita si ricollega alla necessità del riconoscimento di un legame di sangue tra tutti gli irministi, il quale possa permettere la costituzione di un organismo religioso che consenta di accorpare tutti i discendenti dei Germani. L'insegnamenti principali di questa dottrina sono: ''fede'' e ''costume''. Mantenere la fede negli Dei equivale ad aver fede nella propria etnia mentre mantenere le antiche tradizioni significa glorificare gli antenati germanici.
Centrale nella teologia e nella cosmologia irminista è il concetto di Irminsul. Questo simbolo è il pilastro sacro che regge l'Universo e l'armonia di tutte le cose; si tratta dunque di una esplicita rappresentazione Mitologia e metaforica della legge universale che pone ordine alla manifestazione della materia, permettendo a questa di andarsi a costituire in modo logico e armonioso. L'Irminsul è dunque la rappresentazione dello spirito dell'Uno da cui sorgono tutte le cose di cui il cosmo è fatto. La Divinità è concepita come un pilastro, ovvero un motore eterno che permette all'universo di procedere nei suoi eterni cicli di trasformazione, cambiamento e rinnovo che costituiscono le basi per il continuo rinvigorirsi della vita (e della morte, vista come un momento di passaggio ad una nuova vita data la dottrina della reincarnazione; non come un momento di fine definitiva).



L'Irminsul sostiene tutte le cose e in questo contesto va a realizzare quelli che sono i significati del termine irmin, che in alto germanico antico(nel quale è penetrato passando attraverso il linguaggio gotico airmana o aírmana e il protogermanico ermuna o ermana, per poi essere inglobato in molti altri linguaggi tra cui l'inglese nelle sue varie fasi) indica "forza" e "grandezza". L' Irminsul è considerato come una diversa rappresentazione dell' Yggdrasill. Si tratta della realtà che sta dietro a tutte le cose, dell'energia che si trova alla base dell'esistenza, oltre l'illusione costituita dal mondo materiale. In quest'ottica l'Irminsul, unico simbolo e rappresentazione della Divinità secondo gli irministi, va ad incarnare il concetto di Dioimmanente, infinito, senza forma ma continuamente elargente forza vitale e forza di logica organizzazione.
L'Irminsul, prima di essere nuovamente venerato in epoca moderna dagli Irministi, è stato venerato fino al 804 dopo Cristo (forse clandestinamente anche dopo) dal popolo sassone (in germanico ''gente di spada'') quando Carlo Magno battezzò forzatamente tutta la popolazione. Qui Carlo Magno fece bruciare tutti i monumenti o simboli dell'antica religione, fece una carneficina dei fedeli che non vollero abbacciare la croce. In un bassorilievo trovato in un sito nella località chiamata Externsteine si può notare un Irminsul piegato dalla croce cristiana.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:56
IRMINISMO WILIGUTIANO

L'Irminismo wiligutiano (da Irmin, nome di un'ipotetica divinità germanica ancestrale) è una dottrina filosofica ed esoterica classificata come parte del misticismo germanico e nazista basata sul vecchio Paganesimo germanico e su parecchi elementi tratti dalla dottrina cristiana e biblica. La tradizione irminista wiligutiana (originariamente chiamata solamente Irminismo, termine oggi utilizzato per indicare una religione etena) è sorta in seno agli insegnamenti esoterici di Karl Maria Wiligut e traendo elementi dall'Armanismo, corrente del misticismo germanico fondata da Guido Von List. La dottrina irminista wiligutiana fu, secondo le idee di Wiligut, la religione originale dei Germani, successivamente soppiantata con la forza dalla religione germanica antica e infine dal Cristianesimo.
Il nome dell'Irminismo wiligutiano deriva dal termine Irmin, che secondo gli irminkristiani sarebbe il nome di una teorizzata divinità ancestrale della religione germanica. Scientificamente il termine è studiabile come una retroformazione del lemma Irminsul (letteralmente "grande pilastro"), nome di un simbolo spirituale della religiosità teutonica. Se ricollegato al sassone antico (nel quale comparse con le influenze protogermaniche) il termine assume il significato di "forte" o "grande", e risulta interconnesso anche con l'alto tedesco antico ermen e norreno jormun. La seconda parte del lemma deriva da Krist, il profeta degli irminkristiani, considerato il vero Cristo, copiato in seguito dalla Chiesa cristiana delle origini.
Secondo la dottrina di Karl Maria Wiligut, riportata anche nei versi che questi scrisse negli anni Venti (la raccolta intitolata Halgarita Sprüche), la Bibbia fu in origine un testo germanico, sacro all'antico Irminismo wiligutiano in seguito rimpiazzato dalla religione germanica politeistica (che Wiligut chiama nei suoi scritti Wotanismo, in evidente opposizione con la religione wotanista teorizzata da Guido Von List e fondata anni più tardi da David Eden Lane). Gli irministi wiligutiani credono in una divinità chiamata Krist, che sostengono essere il modello originale dal quale il Cristianesimo delle origini trasse il modello per la figura di Gesù, oltre ad avere assimilato anche componenti dottrinali e testi sacri della dottrina irminista wiligutiana. Gli aderenti speculano che il Wiligutianesimo sia emerso nel 12.500 a.C., periodo in cui venne rivelata direttamente da Krist, e divenne la religione principale delle popolazioni germaniche. Dall'Irminismo wiligutiano primordiale si sarebbe successivamente scisso il Paganesimo germanico antico, rimpiazzato infine da una terza religione: il Cristianesimo

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:58
LE SS IN TIBET



La Deutsches Ahnenerbe – Studiengesellschaft für Geistesurgeschichte („Eredità tedesca degli antenati – Società di studi per la preistoria dello spirito“) sorse il 1 luglio 1935 per iniziativa del Reichsführer SS Heinrich Himmler, il quale concepì l’idea di dar vita a tale istituzione in seguito alla lettura dell’opera dell’olandese Herman Wirth (1), da lui personalmente incontrato un anno prima. Della nuova Società di studi fu segretario generale, fino alla fine, l’Obersturmbannführer SS Wolfram Sievers, che sarà processato a Norimberga e impiccato. La sede della Società era a Berlin-Dahlem, Pücklerstrasse n. 16, mentre la fondazione che la sosteneva economicamente si trovava al n. 28 della Wilhelmstrasse.

Principale organo di stampa della Deutsches Ahnenerbe, che pubblicava libri e periodici, fu la rivista “Germanen”.

L’Ahnenerbe nacque sotto il patronato congiunto delle SS e del Ministero dell’Agricoltura: oltre a Himmler, era entrato in rapporto col professore olandese anche il ministro Richard Walther Darré, il quale avvertiva pure lui l’esigenza di un’istituzione scientifica che fornisse solide basi alla dottrina del Partito. Ma la collaborazione tra Himmler e Darré non sarebbe durata a lungo, data la loro divergenza di vedute circa l’Idealtypus germanico, che per il ministro dell’Agricoltura (e per lo stesso Wirth) era rappresentato dal contadino, mentre per il capo delle SS si identificava con la figura del guerriero. Al professor Wirth, che lasciò la Ahnenerbe nel febbraio 1937, subentrò come presidente della Società Walther Wüst, rettore dell’Università di Monaco e membro dell’Accademia delle Scienze, il quale era affiancato da uno stretto collaboratore di Himmler, Bruno Galke. Nel 1943 Wüst diede le dimissioni; ciò non gli evitò di essere condannato a morte a Norimberga, anche se la pena capitale gli venne poi commutata.

L’unica menzione pubblica fatta da Himmler circa la Ahnenerbe si trova in un discorso del gennaio 1937. Parlando del Servizio razziale delle SS, il Rasse und Siedlungshauptamt, Himmler disse che “esso ha anche l’incarico di effettuare ricerche scientifiche in collaborazione con l’Istituto Ahnenerbe. Così – proseguì il Reichsführer SS – ad Altchristenburg abbiamo scoperto una fortezza su una superficie di trenta iugeri. (…) Dal punto di vista scientifico e dottrinale, il nostro compito consiste nello studiare queste cose senza falsificarle, in maniera obiettiva. Le scoperte fatte dall’Istituto Ahnenerbe ad Altchristenburg hanno rivelato l’esistenza di sette strati (…) Tutte queste cose ci interessano, perchérivestono la massima importanza nella nostra lotta ideale e politica”. E fu lo stesso Himmler, stando almeno a quanto dichiarato da Sievers a Norimberga, a riassumere lapidariamente il programma generale delle attività demandate alla Ahnenerbe, con queste parole: “Raum, Geist, Tod und Erbe des nordrassischen Indogermanentums” (“Spazio, spirito, morte ed eredità del mondo indogermanico di razza nordica”).

In altri termini, la Società aveva il compito di effettuare ricerche sullo spirito ariano, di salvare e rinvigorire le tradizioni popolari, di diffondere tra la popolazione la cultura tradizionale germanica. Sorsero quindi in seno alla Ahnenerbe una cinquantina di dipartimenti, ciascuno dei quali si dedicava a un particolare settore d’indagine: i canti tradizionali, le danze popolari, gli stili regionali, l’etnografia, le leggende, la geografia sacra ecc. Ci si occupò della costruzione di monumenti che celebrassero la gloria del popolo tedesco e degli eroi della rivoluzione nazionalsocialista; si intrapresero scavi archeologici; ci si impegnò nella conservazione dei monumenti storici (tra i quali, la sinagoga Staronova di Praga, risalente al XIII secolo). Per dire quale fu il livello degli studiosi che collaborarono con la Ahnenerbe, basterebbe menzionare l’Ehren SS (“SS ad honorem”) Franz Altheim, il grande storico delle religioni (2).

Oltre a ciò, nell’Ahnenerbe c’era anche una sezione che si occupava di studi tradizionali. Essa, secondo Brissaud, “aveva un eminente collaboratore nella persona di Friedrich Hielscher, amico dell’esploratore svedese Sven Hedin, amico di Karl Haushofer, di Wolfram Sievers, di Ernst Jünger e anche di… Martin Buber” (3). Friedrich Hielscher è il “Bodo” o “Bogo” dei Diari di Jünger. Nato a Guben nella Bassa Lusazia il 31 maggio 1902, partecipò nel 1919 alle azioni dei Corpi Franchi; poi diventò dottore in legge, giornalista e scrittore, “una delle teste pensanti che diressero e formarono i circoli nazional-rivoluzionari” (4). Nell’aprile del 1928 assunse la direzione della rivista nazional-rivoluzionaria “Der Vormarsch”, che era stata diretta da Jünger; nel 1930 cominciò a pubblicare “Das Reich”, un periodico omonimo del suo trattato di “teologia dell’Impero”: Das Reich, Berlin 1931.

“Il nome di Friedrich Hielscher – scrive Brissaud – figura tra i primi di una lista dell’Ahnenerbe comprendente più di cento nomi, che fu prodotta al processo di Norimberga” (5). Nonostante ciò, Hielscher rientra nel novero di quegli uomini dell’Ahnenerbe che non solo non furono “impiccati come ‘criminali di guerra’ o uccisi a fuoco lento nelle segrete o nei campi di concentramento dei vincitori, [ma] sembrano aver goduto di una strana immunità, come se un cerchio magico li avesse avvolti e protetti, perfino davanti ai ‘giudici’ del processo di Norimberga” (6). Addirittura, se dobbiamo credere a Brissaud, dopo aver deposto una testimonianza praticamente inconsistente al processo contro Sievers, Hielscher “ottenne dagli Alleati l’autorizzazione ad accompagnare Sievers al patibolo” (7).

Nel 1938 la Ahnenerbe organizzò una spedizione in Tibet. Il capo della spedizione, lo Hauptsturmführer SS dr. Ernst Schäfer, era un biologo e zoologo che già nel 1930-’32 e nel 1934-’36 aveva partecipato a un paio di spedizioni in Cina. Tornato in patria, Schäfer aveva avuto modo di esporre a Himmler la sua idea di una spedizione in Tibet. Il Reichsführer accolse entusiasticamente l’idea di Schäfer e assunse il patrocinio dell’iniziativa. Oltre a Schäfer, facevano parte del gruppo quattro Obersturmführer SS: il capocarovana “tecnico” Edmund Geer, l’antropologo ed etnologo Bruno Beger, il geografo e geomagnetologo dr. Karl Wienert, il fotografo e operatore cinematografico Ernst Krause. Scopo ufficiale della spedizione era lo studio della regione tibetana dal punto di vista antropologico, geografico, zoologico e botanico. Ma a Himmler importava anche stabilire un contatto con l’abate di Reting, diventato Reggente del paese nel 1934, un anno dopo la morte del tredicesimo Dalai Lama. Infatti il quattordicesimo Dalai Lama, quello attuale, bsTan adsin rgya mts’o, nel 1938 aveva tre anni e sarebbe stato insediato nel 1940.

Imbarcatisi a Genova nel maggio 1938, i sei uomini dell’Ahnenerbe arrivano a Colombo e quindi a Calcutta, dove sono accolti da una campagna di stampa orchestrata da agenti inglesi contro la spedizione tedesca. Da Calcutta il gruppo non si muove finché Schäfer, recatosi a Darjeeling, non riesce a ottenere dalle autorità anglo-indiane un visto di sei mesi per il Sikkim, lo staterello himalayano che per varie ragioni costituisce la più favorevole porta d’accesso al Tibet. Ai primi di luglio, portando con sé un bagaglio di due tonnellate e mezzo, la spedizione parte da Calcutta e arriva in treno alle falde dell’Himalaya, dove ha inizio la lunga marcia; “la nostra meta è il Trono Divino, là in alto” – dice il commento sonoro della pellicola girata dall’operatore Krause (8). A Gangtok, capitale del Sikkim, trovano un maharaja generoso di aiuti: è Sua Altezza Tashi Namgyal, che nel 1948 ospiterà anche il nostro Giuseppe Tucci. Di lì la spedizione procede verso nord: una carovana di dieci indigeni e cinquanta muli avanza lentamente a causa delle piogge monsoniche, del fango e delle frane. Dopo una sosta di due settimane nei pressi di Thanggu (a quota 4.500 m.), le otto tende da campo vengono piantate a Gayokang, alle falde del Kanchenjunga (m. 8.585); per alcune settimane il campo di Gayokang è la base da cui partono fruttuose missioni di ricerca. Tra luglio e agosto, Schäfer e Krause accolgono l’invito di un influete principe tibetano e si recano alla sua residenza estiva di Doptra, dove ricevono la promessa che la spedizione sarà raccomandata presso le autorità di Lhasa. Alla fine di settembre, dopo aver effettuato le loro ricerche nella parte tibetana del Sikkim, gli uomini dell’Ahnenerbe ritornano a Gangtok per assistere all’annuale “danza di guerra degli dèi”. Subito dopo, Schäfer si reca con l’interprete a conferire con un alto funzionario politico per esporgli i programmi della spedizione; nel frattempo, Wiener e Beger si spingono sull’Himalaya, mentre Krause e Geer attraversano la giungla e vanno a completare riprese cinematografiche e ricerche zoologiche nella zona di Gayokang. Allorché il gruppo si ricostituisce, il campo rimane per qualche tempo ai piedi del Kanchenjunga, a una temperatura di venti gradi sotto zero. Così, dopo una serie di ricerche nel territorio di Lachen e un’ascensione lungo una parete del Pimpo Kanchen, il primo giorno di dicembre gli uomini dell’Ahnenerbe ricevono la notizia che il Reggente del Tibet li invita a trascorrere due settimane a Lhasa. Prima di allora vi erano potuti entrare pochi Europei, tra i quali nessun tedesco.

Felicemente terminata l’esplorazione del Sikkim, poco prima di Natale gli uomini del Reich si dirigono verso Lhasa con una nuova carovana. Varcano la soglia della “città proibita” il 19 gennaio 1939, accompagnati da un alto ufficiale tibetano e accolti dalle massime autorità; non dal Dalai Lama, che si trovava ancora nel suo villaggio nel territorio di Amdo, vicino al lago Kokonor. Esiste una fotografia di Schäfer, con l’elmetto estivo delle SS, che saluta il segretario personale del Panchen Lama (direttore spirituale del Dalai Lama), mentre un’altra foto documenta uno scambio di doni tra la delegazione del Reich e i dignitari della teocrazia tibetana. Agli ospiti tedeschi viene concesso il privilegio di assistere alle feste del Capodanno lamaista; viene permesso loro di visitare il Potala e gli altri templi, di studiarli e fotografarli. L’antropologo può osservare da vicino un momento culminante della vita religiosa tibetana e, approfittando dell’immensa folla di pellegrini affluita a Lhasa per il Capodanno, può approfondire lo studio della tipologia razziale del paese. Più difficile è il lavoro dello zoologo, a causa dell’interdizione dell’uso delle armi da fuoco durante le feste del Capodanno; ma l’interdizione viene aggirata mediante l’impiego di una sorta di fionda fabbricata da Schäfer, che consente di aggiungere alla collezione ornitologica diversi esemplari.

La visita a Lhasa doveva durare quattordici giorni; ma l’intesa stabilitasi tra le SS e le autorità lambiste è tale, che il governo tibetano non lascia partire i propri ospiti prima del 19 marzo, facendoli accompagnare da un alto funzionario fino alla stazione inglese di Gyangtse (Rgyal-rce). Dopo un’esplorazione delle rovine dell’antica capitale Jalung Phodrang, disabitata da circa un migliaio d’anni, e dopo una marcia di seicento chilometri fino al lago di Yamdrok, il 25 aprile gli esploratori tedeschi raggiungono Shigatse (Gzis ca rce), dove risiede il nono Panchen Lama, Lobsang Tseten. A Shigatse, nei cui pressi si trova il monastero di Tashi Lhunpo, abitato da quattromila monaci, l’accoglienza è calorosa come a Lhasa: tutta la popolazione accorre a dare il benvenuto agli uomini dell’Ahnenerbe. Il Panchen Lama riceve ufficialmente la missione tedesca e firma un documento di amicizia con il Terzo Reich.

Il 19 maggio la marcia riprese in direzione di Gyangtse, che fu raggiunta in tre giorni. Qui ebbero luogo trattative coi funzionari inglesi circa il passaggio in India e il trasporto dell’ingente materiale. Una decina di animali da soma dovette essere impiegata solo per il materiale di interesse etnologico (costumi, tende, un aratro, un telaio ecc.), al quale si aggiungevano i centootto volumi di Scritture buddiste donati dal Reggente al governo del Reich. Si trattava verosimilmente del Kanjur (bka’-gyur), versione tibetana del Canone, che nell’edizione di Derge (Sde dge) consta per l’appunto di centootto volumi. Oltre a ciò, la spedizione portava con sé più di 4.000 uccelli impagliati, più di 500 teschi di animali, esemplari zoologici viventi, piante d’ogni genere, semi vegetali.

Attraverso Gangtok, il gruppo giunse a Calcutta; via Bagdad, Atene, Vienna, i reduci della spedizione atterrarono a Berlin-Tempelhof la sera del 4 agosto 1939, dopo sedici mesi di assenza dalla Germania (9). All’aeroporto di Monaco, Schäfer e i suoi camerati ebbero la sorpresa di trovare il Reichsführer SS Heinrich Himmler, venuto personalmente ad accoglierli.

Di lì a poco si sarebbe realizzata la predizione del veggente tibetano che aveva detto a Schäfer: “Verranno gli uomini volanti e ci sarà una grande catastrofe. Qualcosa di terribile accadrà nelle terre degl’Inglesi e dei Tedeschi. Vi sarà una scintilla enorme e anche la nostra religione ne sarà colpita”.

Quanto al battaglione di Waffen SS tibetane che avrebbe preso parte alla difesa di Berlino, rimane ancora un mistero.

Note

(1) Herman (Felix) Wirth (Utrecht 6 maggio 1885 – Kusel 16 febbraio 1981), professore olandese naturalizzato tedesco, dal 1909 al 1919 era stato lettore di filologia olandese all’Uiversità di Berlino. Nel 1925 si iscrisse alla NSDAP. Studioso dei simboli della protostoria, pubblicò diverse opere, tra le quali spiccano due monumentali capolavori: Der Aufgang der Menschheit, Jena 1928 e Die heilige Urschrift der Menschheit, Leipzig 1931-1936. Intorno alla sua attività scoppiò una vivace polemica scientifica allorché pubblicò Die Ura-Linda-Chronik, Leipzig 1932 (trad. it. dell’editio minor, Leipzig 1934, apud Edizioni Barbarossa, Saluzzo 1989); secondo Wirth si trattava di un autentico documento originario del popolo frisone, mentre per i suoi avversari era solo una fabbricazione relativamente recente. Herman Wirth, scrive Armin Mohler, “incarna perfettamente la singolare posizione dei Völkischen nel Terzo Reich: da una parte egli viveva grazie ad un incarico di ricerca della Ahnenerbe, dall’altro gli era proibito pubblicare” (A. Mohler, La Révolution Conservatrice en Allemagne 1918-1932, Pardès, Puiseaux 1993, p. 444).

(2) Franz Altheim (Erscherscheim 6 ottobre 1898 – Münster 1976) si addottorò con uno studio su Die Komposition der Politik des Aristoteles, discussa col professor Hans von Arnim all’Università di Francoforte sul Meno. Qui entrò in relazione col filologo Walther Friedrich Otto (che nel 1933-’34 gli fece pubblicare Epochen der römischen Geschichte) e con l’etnologo Leo Frobenius. Insegnò alle università di Halle, Berlino e Münster. Tra le opere più significative della sua sterminata produzione scientifica, la Römische Religionsgeschichte, Berlin 1956 (ed. definitiva), Niedergang der alten Welt, Frankfurt am Main 1952, Die Araber in der alten Welt, Berlin 1964. In italiano: Dall’antichità al Medioevo (Sansoni, Firenze 1961), Il dio invitto (Feltrinelli, Milano 1960), Romanzo e decadenza (Settimo Sigillo, Roma 1995), Storia della religione romana (Settimo Sigillo, Roma 1996).

(3) André Brissaud, Hitler et l’ordre noir. Histoire secrète du national-socialisme, Librairie Académique Perrin, Paris 1969, p. 285. Anche il libro di Brissaud, per alcuni versi abbastanza documentato, rimasta certe fantasticherie che il famigerato Mattino dei maghi di Louis Pauwels e Jacques Berger (Mondadori 1963, pp. 371-374) ha trasmesse a gran parte della letteratura “nazioccultistica”. Si veda, come ulteriore esempio di ciò, Le marché du diable di Robert Faligot e Rémi Kauffer (Fayard, Paris 1995, p. 243), dove si sostiene che la spedizione dell’Ahnenerbe in Tibet aveva lo scopo di “saggiare le possibilità di una presa di contatto tra i mitici maestri del Tibet e la Società di Thule, che se ne considerava l’erede”. D’altronde, anche specialisti di germanistica come Furio Jesi hanno riciclato le tesi del Mattino dei maghi, attribuendo agli “studiosi guidati dal dottor Scheffer [sic]” lo scopo di “raccogliere materiali sulle origini della razza ariana” (F. Jesi, Germania segreta, Feltrinelli, Milano 1992, p. 188).

(4) A. Mohler, op. cit., p. 585.

(5) A. Brissaud, op. cit., p. 454.

(6) Savitri Devi, L’India e il nazismo, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1979, p. 53.

(7) A. Brissaud, op. cit., p. 286.

(8) Dai 16.000 metri di pellicola in bianco e nero e dai 2.000 a colori girati da Krause fu ricavato il documentario Geheimnis Tibet. (Se ne veda l’edizione italiana nel video allegato al fascicolo n. 9 della serie Il nazismo esoterico di Marco Dolcetta, Hobby and Work, Milano 1994). Oltre a realizzare le riprese cinematografiche, Krause scattò 20.000 fotografie e trovò anche il tempo per mettere insieme una straordinaria collezione di formiche, api, calabroni e farfalle.

(9) Alla fine di quel medesimo mese d’agosto si sarebbe dovuta concludere anche la terza spedizione tedesca sul Nanga Parhat (m. 8.114), guidata da Peter Aufschneiter, che era partita nel maggio 1939. Sorpresi in territorio indiano dallo scoppio della guerra (3 settembre), Peter Aufschneiter e Heinrich Harrer, il campione dei giochi olimpici del 1936, furono internati in un campo di concentramento britannico. Evasi nel 1944, raggiunsero il Tibet, dove ottennero asilo. Cfr. H. Harrer, Sieben Jahre in Tibet, A. J. MacPherson 1958 (ed. franc. Sept ans d’aventures au Tibet, Arthaud, Paris-Grenoble 1953).

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 11:59
UNO SPUNTO SULLA “AHNENERBE TECNOLOGICA”

Ecco un utile complemento di indagine a quanto già si può leggere nel saggio “Archeologi di Himmler “ (ed. Ritter, Milano, 2004).
Naturalmente non si è certo in grado qui di illustrare completamente il lavoro svolto dall’Ahnenerbe nei confronti di tutti i suoi Dipartimenti di ricerca scientifica i quali, compresi quelli dediti alle “Scienze naturali“, arrivarono già nel 1943 a raggiungere la considerevole cifra di circa 50 Dipartimenti, con un centinaio di “progetti“ in allora corso ed un numero di addetti che, compreso l’indotto, (rappresentato da collaboratori esterni, dal RUSHA e da unità del Servizio di Sicurezza SD particolarmente dedicate) fu abbastanza rilevante, siamo nell’ordine di qualche migliaio di persone, tra militarizzati (Allgemeine SS-SS generali ), scienziati e civili.
I motivi sono i più diversi ma, nella sostanza, il Dipartimento Ricerche Militari è stato il Dipartimento della Società Ahnenerbe che, dal Dopoguerra, più è stato descritto, illustrato e denigrato con i più scabrosi particolari e presentato a tutti, in tutto il mondo - anche in circostanze fuori luogo -, solo per gli ovvi motivi legati alle condanne di Norimberga e alla propaganda dei Paesi Alleati Vincitori della Seconda Guerra Mondiale, e su questo Dipartimento esistono già interi saggi sull’argomento. L’argomento degli esperimenti “medici“ poi, a nostro modesto parere, è stato certamente un tema doloroso ma anche un tema ipersviscerato da più parti soprattutto per farlo diventare come una sorta di “cover up“ mediatico o piuttosto di “polvere negli occhi“ nei confronti della gente comune, nel senso che ci siamo convinti che in realtà il Dipartimento SS Ahnenerbe per le Ricerche Militari entrò anche e clandestinamente a far parte di quei centri di ricerca tecnologici super-segreti che si occuparono dei “Black Projects“ delle SS, progetti fuori bilancio facenti capo ad una organizzazione delle SS “Top Secret“ di cui nemmeno il ministro Albert Speer era a conoscenza e il cui vero responsabile era il Generale delle SS Hans Kammler (scomparso poi misteriosamente nel 1945, forse in Sud America).
Questi argomenti, di carattere tecnologico, sono rimasti un tabù per circa 60 anni, soprattutto in Germania e nel nostro Paese, a causa di certi veti imposti dagli USA, dalla Gran Bretagna e soprattutto dai potenti gruppi di controllo di stampo massonico/industriale, veti legati soprattutto al fatto di essere considerati dal punto di vista scientifico generi pericolosamente alternativi, culturalmente “antisistema“ ed in definitiva contrari al paradigma tecnico/energetico attualmente dominante: si parla infatti di studi militari iniziali relativi ad una “free energy“, una energia “pulita” e libera ( sulla base degli studi di Nikola Tesla e Viktor Schauberger ) in contrapposizione a quella “sporca“ che ci si ostina ancora ad usare oggi, in pieno XXI secolo, temi di cui chiunque è facilmente in grado di comprenderne l’importanza tecnologico-politica, una volta tratte le determinate ed ovvie conclusioni dalle riflessioni di cui sopra.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:00
Nazismo: l’arianesimo e la ricerca dell’Urheimat

Spesso sentiamo parlare di razza ariana, ma cosa intendevano precisamente i nazisti e gli scienziati dell’epoca? Bisogna distinguere le ricerche scientifiche, seppur non all’avanguardia, dalle deformazioni ideologiche dell’epoca.

La parola “ariano” deriva dal sanscrito #257;rya che significa “quello nobile”. Invece, la parola tedesca “Urheimat”, è composta da Ur che significa “antico” e da Heimat che significa “casa”.

Mettiamo in correlazione queste parole e cerchiamo di comprendere meglio: se sostituiamo la parola “ario” con il suo sinonimo “indo-europeo”, tutto ci apparirà un po’ più chiaro.

Molti linguisti comparativi si sono adoperati a partire dai primi del ’900. Il Nazismo, infatti, godeva di una solida base scientifica, poi disgregatasi con gli approfonditi studi sulla genetica.
Secondo queste teorie, la razza ariana (quindi proto-indoeuropea) avrebbe portato la propria lingua, religione e cultura diffondendola in tutta Europa, attraverso varie ondate migratorie avvenute fino al II secolo a.C.

In questo calderone si sono poi andati ad aggiungere diversi miti come quello di Thule, luogo semi-mitico in cui si credeva risiedesse la saggezza della cultura ariana. Alcuni la identificavano con la mitica Atlantide, altri con l’Islanda o la Scandinavia. Non è un caso che la prima cellula del nazionalsocialismo si chiamasse Società Thule.

Notiamo che gli studi nazisti dell’SS Ahnerbe diretti da Himmler, avallati anche dagli scienziati dell’epoca, miravano a dimostrare propagandisticamente la superiorità della razza ariana e a riscrivere arbitrariamente la storia. Un uso apologetico della storia.

Scientificamente, durante i primi del ’900, si è creduto che il luogo d’origine della razza ariana fosse l’Europa del Nord, in particolare la Germania e la Scandinavia. Sarebbe avvenuta una sorta di diaspora continentale di questo popolo nomade e guerriero che avrebbe travolto gli altri popoli grazie alla sua tecnologia guerriera.

Gli scienziati seguirono il modello, piuttosto rozzo, dell’albero genealogico e furono influenzati dalle teorie ottocenteste del Diffusionismo. In questa visione, popoli come i Dori (che fondarono la civiltà greca), i Troiani e quindi i Romani (Enea fuggito in Italia), sarebbero di stirpe ariana.
Tentarono di trovare arbitrariamente un comune filo conduttore, su base linguistica, tra le civiltà.

Questo è solo un assaggio, prometto di tornare su questo argomento.
Esistono tuttora studi paleo-antropologici SERI sui popoli indoeuropei e sul loro luogo d’origine: l’ultima e più accreditata teoria è quella di Maria Gimbutas sulla cultura Kurgan.



Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:01
INIZIO DEL CAPITOLO "IN TIBET" TRATTO DAL LIBRO "ARCHEOLOGI DI HIMMLER"

Nel febbraio del 1946 gli Alleati interrogarono nuovamente il dr. Ernst Schäfer, naturalista, così com'era avvenuto l'anno precedente, sui suoi stretti rapporti con Heinrich Himmler, le SS e l'Ahnenerbe.
Certamente Schäfer (1910-1992) era ben conosciuto per aver fatto parte dell'Organizzazione SS per l'Eredità Ancestrale ed anche dell'Istituto Sven Hedin ivi collegato, ma anche e soprattutto per avere organizzato la famosa spedizione dell' Ahnenerbe SS in Tibet del 1938-1939.
Naturalmente Schäfer non ebbe particolari problemi a rispondere, anche se cercò ingenuamente di separare le attività dell'Istituto Hedin per l'Asia Centrale dall' Ahnenerbe - cosa francamente insostenibile dato che l'Istituto Hedin era un'emanazione diretta della prima società.
Sì, certo, rispose Schäfer, il primo incontro con il Reichsfuhrer SS Himmler era avvenuto nel luglio del 1936 durante le Olimpiadi di Berlino.
Himmler era rimasto molto colpito dalle già promettenti doti del giovane SS Schäfer, il quale aveva già effettuato ben due spedizioni in Tibet (nel 1931-32 e nel 1934-36) sotto la guida dell'esploratore americano Brooke Dolan per conto dell'Accademia delle Scienze Naturali di Filadelfia.
La Teoria dell'Universo di Ghiaccio di Hörbiger, disse Himmler a Schäfer, era sicuramente esatta, l'unica che spiegasse in modo sufficientemente scientifico i corsi ed i ricorsi storico/catastrofici sul pianeta Terra, compreso l'ultimo diluvio universale.
In più Himmler era personalmente convinto che la razza "ariana" non si era evoluta come le altre razze inferiori secondo le teorie di Darwin, ma derivava da un popolo semi-divino (i Tuatha De Danaan) disceso dal cielo e che si era stabilito in Atlantide.
Prima della distruzione finale, gli Atlantidi ariani erano migrati in varie parti del Mondo e senz'altro avevano creato ancora un grande Impero nell'Asia Centrale (area Tibet - Deserto del Gobi).
La svastica, simbolo ancestrale ariano per eccellenza, era ancora profondamente presente in quelle regioni remote, nelle due forme sinistrorsa e destrorsa pertanto, Himmler concluse, era necessario che Schäfer potesse organizzare un'altra spedizione in Tibet, questa volta completamente tedesca e sotto gli auspici dell'Organizzazione Ahnenerbe, per ripercorrere spiritualmente il tragitto migratorio verso l'Asia effettuato dagli ariani primigeni, in fuga dall'Atlantide sconvolta dal diluvio, ed esplorare ancora il Tibet. Schäfer accettò nonostante non fosse per niente convinto delle teorie di Himmler, ma francamente, come poteva rifiutarsi visto che all'epoca era Untersturmf#369;hrer delle SS?
Ci sia consentita ora una, piccola digressione poiché, senza alcuna informazione aggiuntiva, alcune ipotesi di Himmler potrebbero apparire completamente fuori dalla realtà.
In verità recentemente si sono verificate alcune scoperte che possono far pensare che qualcosa di vero riguardante queste migrazioni verso l'Asia centrale ci possa essere stato.
In primo luogo, fino a poco tempo fa, si pensava che il plateau tibetano fosse stato abitato solo a partire dalle tarda epoca Neolitica (5.000 anni fa).
Ora queste datazioni sono state arretrate a circa 20.000 anni or sono con la scoperta di antiche impronte di mani e piedi sicuramente umani in una località a circa 90 Km dalla capitale Lhasa.
Questa scoperta in un certo senso supporta una leggenda tibetana che sostiene l'arrivo di una cultura religiosa (antenata del culto Bon), portata da Nord dal "sovrano ... Shenrah, che proveniva dall'inaccessibile regno di Olmolungring ... Shenrah arrivò al monte Kailas .... Lì diffuse il culto Bon per tornare poi al proprio Paese".
Inoltre è abbastanza recente la scoperta nel deserto di Taklamakan (al confine con l'attuale Repubblica Popolare Cinese - Uighur Xinjiang/Turkestan Orientale) di mummie umane dalle certe caratteristiche "nordeuropee, cioè con occhi azzurri, capelli biondi o rossicci e spesso ondulati, nasi stretti e un'altezza inusitata per la regione e per l'epoca (oltre i 180 cm., n.d.r.)" e databili intorno al 2.000 a.C."
E diciamo questo solo per fare alcune puntualizzazioni utili alle nostre prossime conclusioni, a fine saggio. Ma torniamo alla spedizione.
Si riuscì seriamente ad organizzare il viaggio quando l'Ahnenerbe fu completamente nelle mani di Himmler e del suo RFSS, cioè dopo l'allontanamento di Wirth e l'arrivo di Walther Wust, nel 1938.
Oltre a Schäfer, naturalista ed esperto di botanica, capo spedizione, i componenti più importanti (tutti delle SS) erano i seguenti:

Bruno Beger Etnologo e Antropologo
Ernst Krause Entomologo e Cameraman cinematografico
Karl Wienert Geofisico / Geomagnetismo delle rocce
Edmund Geer Direttore tecnico e capo-carovana

La richiesta da parte di Himmler di far partecipare Edmund Kiss alla spedizione non fu accolta da Schaefer, crediamo per puri e semplici motivi di leadership, legati anche al fatto dovuto alla notevole differenza di età tra i due ufficiali.
Gli scopi generali del viaggio in Tibet che interessavano a Schäfer erano prettamente di carattere scientifico, geografico, geologico, naturalistico e antropologico, come dimostravano i progetti della spedizione da lui elaborati nel 1937.
Così almeno questa fu la versione che diede agli Alleati nel dopoguerra.
Ancora nell'aprile del 1947 Schäfer si distaccò dalle ipotesi sostenute da Himmler durante il loro primo incontro del 1936, dicendo in sostanza che quasi tutti gli alti vertici nazisti credevano alla teoria della Cosmologia Glaciale (Welteislehre), Himmler in testa, mentre lui l'aveva sempre considerata errata e pazzesca.
Dobbiamo però considerare anche il fatto, e lo si sostiene da più parti, che durante la missione in Tibet il dr. Wienert effettuò degli esperimenti scientifici volti proprio a verificare la Teoria Wel (dovrebbe anche esistere una relazione scientifica di Wienert in merito, del 1947) e che, durante gli interrogatori, il prigioniero Schäfer non fu certo un maestro di verità sostenendo per esempio, in modo maldestro, una separazione giuridica di fatto tra l'Istituto Sven Hedin (di cui era stato responsabile) e l'Ahnenerbe, per il solo e semplice motivo che l'Istituto Hedin si trovava a Monaco e non a Berlino.
Vediamo allora come si svolsero gli avvenimenti legati alla spedizione, in modo più dettagliato.
Così come scrisse nel suo libro Geheimnis Tibet (Tibet Segreto) per Ernst Schäfer non era un coincidenza che "l'aura che circonda il Tibet affascina le persone di tutti i Paesi civilizzati del mondo e quella terra proibita appare come qualcosa di soprannaturale, misterioso e demoniaco".
La causa nazionalsocialista percepiva sostanzialmente i limiti della civilizzazione democratica occidentale e guardava al Tibet come ad un Paese che avrebbe potuto "liberare" spiritualmente la Germania.
Prima di accennare direttamente alla spedizione "SS Ernst Schäfer 19381939" vogliamo informare i nostri lettori che, finalmente, a partire dall'ottobre 2003, si è reso disponibile in lingua inglese un libro veramente completo su questa famosa missione: Himmler’s Crusade dello scrittore e documentarista televisivo Christopher Hale, che senz'altro consigliamo per una maggiore comprensione del periodo politico/storico in cui si svolse l'evento.
Il problema, come molti saggi che provengono dal mondo anglosassone in generale, è l'interpretazione che si dà a qualsiasi accadimento verificatosi sotto la Germania nazista, ancora oggi esageratamente di parte: secondo certi autori, una visione "luciferina" di qualsiasi atto, anche il più normale, svoltosi durante il periodo '33-'45 è sempre ben accetta, forse perché è più semplice da spiegare e commercialmente rende di più.
Anche questo saggio di Hale punta ad un'interpretazione "sinistra" della missione di Schäfer, soffermandosi eccessivamente sugli scopi "antropologici" del viaggio.
Per il momento noi ora diamo invece la versione che segue, riservandoci qualche "sorpresa" in seguito.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:02
I LATI OSCURI DEL TERZO REICH TRA OCCULTISMO ED ASTROLOGIA

Fenomeni complessi come il movimento nazista ed il Reich hitleriano sono stati analizzati da ogni angolatura, ma è interessante riprendere un aspetto forse meno approfondito del nazional-socialismo, che andò oltre quelli che erano gli interessi volti a creare un grande impero millenario e che assunse contorni occulti, macabri, circondati da un alone di mistero, tali da alimentare, ancora di più, i lati oscuri del già tetro mondo della svastica.

Esoterismo, occultismo, astrologia, mistica esoterica, alchimia (i colori ufficiali del vessillo nazista sono i colori sacri dell’alchimia: nero, rosso e bianco): queste voci che si intrecciano intorno all’ideologia nazista fanno parte di una filosofia che ha contribuito in misura rilevante alla formazione culturale di Hitler e dei suoi gerarchi; queste espressioni di modi di essere e di tentativi di approccio alla realtà avevano caratteristiche differenziate, ma, al contempo, erano unite dal comune denominatore dell’irrazionalità.
In una Germania devastata dalla sconfitta nella Grande Guerra, una parte dell’élite nazista (Hess, Rosenberg, Himmler, Frank, Goebbels, Goring) si ritrovò a contatto con personaggi e sette di natura occulta, predicanti strane teorie ed illustranti convulsi presagi, che sconfinavano nel mondo del paranormale e che prevedevano l’avvento di una razza ariana superiore e dominatrice, trascinata da un suo illustre figlio e destinata a decidere i destini del mondo.
Alcune radici ideologiche del partito nazional-socialista affondano profondamente in questi aspetti di cultura esoterica che erano stati sconfitti, ma non cancellati, dal pensiero scientifico del Cinquecento, Seicento e dell’Illuminismo. Questo non esclude che senza la frustrazione seguita alla sconfitta; senza la crisi economica del 1929, che interruppe un periodo di ripresa; senza le debolezze strutturali del liberalismo tedesco; senza la disoccupazione di massa; senza gli errori politici dei comunisti della III Internazionale con la teoria del social-fascismo e della socialdemocrazia, con la sottovalutazione dei propositi reazionari dei militari, il nazismo non sarebbe giunto al potere.

In altre parole, nella Germania uscita sconfitta ed umiliata dal primo conflitto mondiale, si presentavano quelle condizioni culturali irrinunciabili allo sviluppo dell’occultismo di massa, ossia una grande incertezza e sfiducia nella vita. La mancanza di alternative spinge spesso un popolo verso credenze irrazionali. Un profondo alone di mistero circonda, quindi, il Terzo Reich ed il suo vate Hitler, ideatore di un nazismo i cui timori andavano oltre quel mostruoso apparato militare messo in piedi dalla Germania, oltre quei terrificanti crimini commessi dagli uomini con la svastica, fino a sconfinare in una dimensione proibita, che superava i limiti della realtà.
Per capire esattamente - anche dal punto di vista storico - le radici esoteriche del nazismo, occorre inquadrare il clima tipico, la temperie culturale, che si erano andati sviluppando in quegli anni in Europa. Sin dalla fine dell’Ottocento si discuteva sulla possibile ubicazione della mitica Atlantide: l’intreccio tra la fantageografia di Platone e Scott Elliot (membro della Società Teosofica, fondata nel 1873 a New York da Madame Blavatskij, che predicava una “dottrina segreta”, una sorta di controstoria dell’umanità che comportava la trasmissione di messaggi e di qualità particolari ad una cerchia di iniziati e di grandi maestri del passato), che la situavano in Groenlandia, e l’antica convinzione che la culla dell’umanità fossero le catene montuose tra l’India ed il Tibet, fece collocare in quest’ultima regione Sham bha lah, città capitale del mitico regno di Agharti e sede di maghi buoni e dell’antica sapienza.

Un esploratore serio ed apprezzato come lo svedese Sven Hedin si spinse, tra il 1899 ed il 1902, alla ricerca delle terre degli Arii e della leggendaria Sham bha lah e poi divenne sostenitore della guerra hitleriana. Per ampliare il campo e risalire alle origini della fantastoria non si può tralasciare l’esperienza francese, con le teorie razziste di Gobineau, autore del Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane, considerato da Richard Wagner un vero e proprio Vangelo nei suoi cenacoli (Hitler fu un grande ammiratore di una sua opera minore: Rienzi, che narrava la storia di un tribuno del popolo che cade tragicamente vittima dell’incomprensione del mondo circostante; di Wagner apprezzava anche il suo vegetarianesimo, credendo che l’umanità dovesse redimersi mediante l’uso di alimenti esclusivamente vegetali).
Il suo seguace Ludwig Schemann fondò in Germania la Società Gobineau per propagandarne le tesi, ancor di più sostenute dal genero inglese di Wagner, Houston Steward Chamberlain. Questo testimonia come, negli ultimi decenni del XIX secolo e fino al primo conflitto mondiale, sorsero in Germania ed in Austria associazioni e cenacoli che avevano analogie in Inghilterra e la cui caratteristica consisteva nel ritenersi depositari di un’antica sapienza primordiale che, in alcune sue manifestazioni, sfociava nell’esoterismo, nel magismo, nell’occultismo. Nel 1867 un gruppo di studenti liceali viennesi fondava la Die Telyn, associazione con il nome di un’arpa i cui suoni paramagici esprimevano la creatività delle popolazioni celtiche del Galles meridionale durante i periodici festival poetici.

In questo gruppo militavano i futuri fondatori della socialdemocrazia austriaca, ma anche giovani entusiasti, ammiratori di Nietzsche e di Wagner che, per qualche anno, collaborarono con Georg Ritter von Schonerer, il fondatore del movimento pangermanista al quale Hitler si richiamò nel Mein Kampf. Così scrive George Mosse: “Il più influente dei gruppi occultistici fu quello che si costituì a Vienna, nei due ultimi decenni del XIX secolo, avendo a mentore Guido von List, un erudito austriaco ossessionato dal desiderio di provare che Vienna era stata la città santa dell’antichità…
Egli operava una commistione di natura e storia, ove la prima era intesa quale guida divina dalla quale promanava un’incessante forza vitale. Quanto più una cosa era vicina alla natura, tanto più era vera; il passato ariano tedesco era vicinissimo a tutto ciò che era vero….Ma questa comprensione del passato richiedeva una più profonda iniziazione: era necessario che l’individuo si accostasse all’elemento più genuino della forza vitale, all’antica sapienza germanica. Essa tuttora esisteva, pregna ancora di forza vitale, sia pure in stato di letargo e compito di storici e germanisti era farla rivivere. …List si vantava di aver ritrovato il kala, il linguaggio segreto degli antichi germani; poiché alcune delle parole kala ricorrevano nella Cabala; List affermava che esse erano il frutto della sapienza germanica. Come madame Blavatskij, List si affermava in possesso di una scienza segreta che, per mezzo della forza vitale, svelava il passato.
Questa sua affinità con la teosofia era resa evidente dalla sua credenza che tutte le impressioni necessariamente provenissero da un mondo extrasensoriale e dalla sua fede nella possibilità di comunicare con gli spiriti di età passate…List condivideva con madame Blavatskij il concetto di karma, come è dimostrato dal resoconto del sogno circa il capo messianico da lui fatto pubblicare su Prana, una rivista teosofica tedesca. Le idee di List si diffusero in Germania tramite Alfred Schuler, il cui ambiente era Schwabing, il quartiere degli artisti di Monaco…”, ove Hitler trascorse gli anni prima della guerra.

Dalle rune, i segni di scrittura nell’alfabeto degli antichi popoli nordici, il cui segreto List studiava, proviene la sigla delle SS. La reincarnazione, parte integrante del credo del karma, della rinascita era insita in quel tipo di cultura. È attendibile che Heinrich Himmler, lo spietato organizzatore delle SS, si ritenesse la reincarnazione di Enrico l’Uccellatore, il sovrano che, nel mito wagneriano, accoglie Lohengrin, figlio di Parsifal, sfortunato ricercatore del Graal, che è un’altra componente della cultura che porterà al nazismo. Ne è basilare espressione la rivista “Ostara”, di cui Hitler è assiduo lettore negli anni viennesi (ne richiedeva addirittura degli arretrati). La pubblicazione, fondata nel 1905, prendeva il nome da un’antica dea germanica della primavera ed era diretta da un seguace di List, un frate che aveva lasciato la tonaca, Jorg Lanz von Liebenfels, personalità nota per il suo marcato antisemitismo.
Questo oscuro personaggio istituì un “castello dell’ordine”, una setta antisemita denominata “L’Ordine dei Nuovi Templari” a Werfenstein, in Austria meridionale, per l’organizzazione di un ordine maschile ario-eroico destinato a divenire l’avanguardia di signori biondi e dagli occhi azzurri nel sanguinoso scontro con le razze inferiori ed impure che adottava, come simbolo, quella stessa svastica (dal sanscrito svastika, da svasti, ossia felicità) che sarebbe divenuta l’emblema del partito nazionalsocialista. Egli predicava la teozoologia: gli dei sarebbero stati le forme di vita superiori, dotati di organi sensoriali che avrebbero loro conferito straordinari poteri, ormai perduti a causa della contaminazione degli uomini dei con gli uomini bestie.

Erano una razza estinta, ma l’etnia ariana aveva la possibilità, essendo la più vicina discendente degli uomini dei, di recuperare quei poteri e quelle doti paranormali per dominare il mondo reale, dopo aver preservato, attraverso un processo di selezione genetica e leggi razziali, la purezza della razza, ed eliminato il Cristianesimo, distruttore dell’antico culto ariano, con la sua politica di tutela del debole, che, viceversa, andava soppresso, per impedire una pericolosa contaminazione nei confronti del più forte; Lanz proponeva anche concorsi di bellezza razziali. L’antisemitismo nazista, quindi, aveva una componente legata alla cultura esoterica. Da un lato gli Ebrei erano visti come una specie di non uomini o di sotto-uomini (frequenti le espressioni di Hitler in proposito); dall’altro essi erano temuti come concorrenti in quanto depositari, visti come “degenerati”, di una sapienza originaria, che, in qualche modo, avevano ereditato e distorto.
Questo secondo aspetto è giunto alla cultura di massa attraverso il film di successo “I predatori dell’arca perduta”, che vede nazisti ed americani in concorrenza per recuperare antichi poteri di geni del male. Prima di proseguire il nostro percorso alla ricerca delle connessioni tra esoterismo e nazismo occorre rifocalizzare l’attenzione sui rapporti tra Germania, Francia ed Inghilterra. La svolta nella politica hitleriana che condusse alla seconda guerra mondiale partì dalla rimilitarizzazione della Renania (febbraio-marzo 1936) non consentita dal Trattato di Versaglia.

Il mondo rimase stupito dalla mancanza di reazione della Francia (in grado di sconfiggere rapidamente la divisione tedesca mandata sul Reno), che Hitler aveva previsto, contro l’opposta valutazione dello stato maggiore tedesco. Questa previsione si basava sulla convinzione del Fuhrer (espressa nel Mein Kampf) che, diversamente dall’Inghilterra, la quale conservava uno spirito imperiale, la Francia era votata ad un’inarrestabile decadenza, perché dominata dalle influenze ebraiche oltre che massonico-democratiche. A questa valutazione - che apparteneva alla cultura politica tradizionale - Hitler aggiungeva, probabilmente, la convinzione di essere dotato di qualche forma di preveggenza e quella che in Francia esistessero dei gruppi ristretti di formazione culturale “ariana”- era il paese di Gobineau - che potevano appoggiare la sua politica di “restauratore” del ruolo della razza bianca nel mondo.
Vi erano, inoltre, settori importanti dell’alta borghesia francese che stavano per adottare il motto “Meglio Hitler del fronte popolare” (che si era costituito e si preparava a vincere le elezioni dell’aprile-maggio 1936). Effettivamente, quando scoppiò la guerra, la Francia la combatté senza convinzione sino alla rapida sconfitta del giugno 1940 ed al suo interno si sviluppò un forte movimento per una aperta collaborazione con la Germania. Alla vigilia dell’attacco all’Urss (maggio-giugno 1941) Rudolf Hess si recò in Inghilterra in un’enigmatica missione di pace, ma Churchill non volle parlare con lui.

Nei propositi del Fuhrer c’era la possibilità di associare al progetto della costruzione di uno spazio eurasiatico la “sorella ariana” Inghilterra. Churchill lo riteneva pura follia, dettata da una cultura occulta la cui presenza egli avvertiva e temeva anche in settori influenti (aristocratici, intellettuali) della società inglese. Riteneva di poter salvare l’Occidente da un pericolo “demoniaco” e sperava anche di salvare l’Impero inglese con l’aiuto degli Stati Uniti (ma, di fatto, non lo salvò). Va anche sottolineato che Churchill, all’inizio della sua carriera politica, avvertì la presenza di una “dottrina segreta”, che ritrovò poi, estremizzata, nel nazismo, ma che sapeva presente pure ai vertici della società inglese ancora nel 1941.
Churchill era il più intransigente oppositore di ogni politica di intesa con la Germania nazista. La osteggiava con una determinazione che ne fece, agli occhi di Hitler, un nemico personale, che ingiuriava e disprezzava. Churchill divenne il campione della crociata anti-hitleriana perché non ebbe mai esitazioni nel bandirla e lo fece sia perché capiva che il dittatore tedesco aveva progetti non negoziabili (un uomo i cui mezzi erano razionali, ma i fini folli), sia perché riteneva che questi progetti si fondassero su una impostazione culturale non priva di punti di riferimento nella stessa Inghilterra (pur noto per il suo pragmatismo Churchill non esitò a servirsi di Aleister Crowley, il più grande satanista dell’epoca, definito la bestia 666 dell’Apocalisse, al fine di sconfiggere quelli che credeva i macabri ed occulti poteri del Fuhrer della grande Germania).

Lo statista britannico aggiunge, quindi, un’altra tessera al mosaico di indizi sulla cultura esoterica nazista e sulla speranza hitleriana che essa gli potesse fornire interlocutori nel Regno Unito. “Golden Dawn” (alba dorata), “Apostoli di Cambridge”, “Conversation Society”, “Midnight Society”, “Fratellanza pre-Raffaellita”: questi ed altri erano i possibili interlocutori a cui pensava Hess nel maggio 1941. Se vi era veramente un ponte occulto tra Inghilterra e Germania, si possono capire la speranza di Hitler di una pace con la Gran Bretagna ed i presupposti sui quali si basava il viaggio di Hess in Scozia. Ma c’erano in Inghilterra questi interlocutori?
Lo potevano essere gli eredi delle società segrete, della “Golden Dawn”, dei nuovi templari che i vertici nazisti conoscevano? Hitler forse lo sperava, se la tradizione ariosofista era ritenuta un ponte che univa le due nazioni, che avrebbe consentito ai nazisti di trovare nella patria del Leviatano di Hobbes interlocutori omologhi e diversi dalla classe politica tradizionale. Da qui le errate convinzioni nel 1939 che l’Inghilterra non sarebbe entrata in guerra con la Polonia e, nel 1941, che si sarebbe aperta una via all’intesa se fosse partito l’attacco all’Urss (era come costringere con la forza l’Inghilterra alla pace). Ma il timore dell’espansione comunista era tale da poter indurre la Gran Bretagna ad accettare un’Europa tedesca come baluardo contro l’Est? È da escludere che questa fosse la posizione dei laburisti e dei liberali.

Poteva essere il punto di vista dei settori del partito conservatore ed anche dell’aristocrazia britannica, forse fino alla famiglia reale. Questi erano, notoriamente, i settori della società inglese su cui puntava Hitler. In realtà, condizionato da una ininterrotta serie di successi anche nelle situazioni meno favorevoli, egli sopravvalutò le sue doti di intuizione (consolidatesi nella cultura esoterica) ritenendosi infallibile. Accadde anche ad altri dittatori di successo, ma, nel nazismo esoterico, ciò poteva essere valutato in termini di maggiore o minore iniziazione, di come andasse gestita l’antica sapienza recuperata.
Tornando al viaggio di Hess (rimase in Gran Bretagna fino al 10 giugno) per trattare una pace separata con il Duca di Hamilton (è discorde l’opinione degli storici nel ritenere la missione un’iniziativa volontaria o sotto gli ordini del Fuhrer e fu sottolineato ampiamente il suo squilibrio psichico per non attirare l’attenzione sulla sua missione fallita; in realtà si disse di tutto: dalla supposizione che in Inghilterra fosse giunto il sosia di Hess perché era stato ucciso per ordine di Himmler prima del viaggio all’ipotesi che Goring aveva dato l’ordine di abbattere il suo aereo mentre era in volo), esso rappresenta la certezza che Hitler puntava sull’influenza di settori della società inglese legati alla cultura esoterica, anche se tali contatti non ebbero l’esito da lui sperato. Hitler attaccò ugualmente all’Est; Stalin fu messo in guardia da Churchill, ma fu diffidente: anzi, proprio quanto stava accadendo in Inghilterra col viaggio di Hess, lo indusse a diffidare più degli Inglesi che dei Tedeschi.

Hitler non avrebbe attaccato l’Urss senza essersi assicurato di non essere impegnato su due fronti. Stalin sapeva che il patto di non aggressione del 1939 era solo una tregua, ma non pensava che il Terzo Reich l’avrebbe rotta senza prima essersi assicurato una copertura ad occidente. Due errori paralleli – quello di Hitler e di Stalin – la cui origine è comune: in Inghilterra erano in corso colloqui: poiché non avevano portato a nulla di concreto, Stalin ritenne che Hitler non avrebbe attaccato. Ma poiché si erano svolti, Hitler li riteneva una premessa sufficiente per attaccare e creare un fatto compiuto suscettibile dello sviluppo futuro che auspicava da decenni: un’intesa con l’Inghilterra sulla base di una creazione di un’Eurasia germanica alleata dell’Impero britannico.
Nella geopolitica (disciplina insegnata presso l’Università di Monaco da Haushofer, fondatore della rivista “Zeitschrift fur Geopolitik”, che ebbe un’influenza determinate per il giovane Hitler rinchiuso in carcere dopo il fallimento del putsch del novembre 1923) dello spazio vitale (Lebensraum) per la conquista della Russia europea, l’astrologia ebbe un ruolo dominante. Era diffusissima nel periodo tra le due guerre e fu studiata da uomini e donne di vara estrazione in Germania. La cultura astrologica era fatta propria anche da scienziati impegnati nella ricerca dell’energia atomica. Le conseguenze della disfatta, con tutti i suoi problemi e le sue incertezze, indussero molti a rivolgersi agli “astri” in cerca di informazioni e pronostici che annunciassero giorni migliori.

A Monaco ed a Lipsia si tennero i congressi delle associazioni astrologiche tedesche, rispettivamente nel 1921 e 1922. Anche Hitler (nato a Braunau, città vivaio di medium, argomento sul quale il dibattito era molto acceso negli anni della sua adolescenza) si interessò di astrologia: nei primi mesi del 1920 prese lezioni dall’astrologo ed indovino Hanussen, secondo la testimonianza del suo collega di partito Otto Strasser. Per il futuro Fuhrer (su cui erano celebri le profezie di Elsbeth Ebertin), dunque, l’astrologia (tenuta in grandissima considerazione per la scelta dei giorni in cui attuare operazioni belliche e politiche) era solo un pezzo del mosaico di fantastoria, fantacosmogonia, occultismo ed antiche culture sul quale si basava la sua formazione e quella dei suoi gerarchi (Hess riteneva che l’astrologia fosse una scienza riscoperta da combinare con la geopolitica haushoferiana).
La stessa cellula embrionale del partito nazional –socialista, nell’agosto del 1918, fu, d’altronde, la misteriosa ed occulta Società di Thule (oltre al Vril, altra società segreta molto influente in Germania), raggruppamento antisemita di estrema destra, una setta che si ricollegava agli insegnamenti di Haushofer ed alle dottrine di Liebenfels. La Thule, fondata da Rudolf Glauer, che poi mutò il nome in Heinrich Von Sebottendorff, era, dunque, una società esoterica infarcita di nazionalismo, di esaltazione per una grande Germania, destinata a risollevarsi ed a conquistare la superiorità razziale del suo popolo.

La Thule, uno dei cui simboli era il dio barbaro Wotan (infatti, Thule, nella mitologia nordica, è un “antico regno delle nevi”, forse lo stesso artico, ma probabilmente, l’origine è anche da raccordarsi alla località di Thale dove fu svolta il 2 maggio 1914 una grande adunanza dell’Ordine dei Germani, Germanenorden), deformò le idee del buddismo tibetano, di altre istituzioni esoterico-massoniche e di Madame Blavatskij; i suoi adepti miravano, attraverso la telepatia e mediante specifiche e macabre cerimonie, ad entrare in contatto con i rappresentanti della razza eletta. Glauer coltivò il suo grande interesse per il mondo islamico in generale, e per la Turchia in particolare, entrambi minacciati dal bolscevismo: la sua idea era quella di produrre una sorta di “Islam germanico” di stampo razzista con soldati/guerrieri che si opponessero all’Illuminismo tollerante ed umanista nato dalla Rivoluzione Francese.
Hitler ed il suo movimento forgiarono il loro pensiero e cominciarono la loro scalata proprio all’ombra di questi oscuri personaggi come Glauer; un marchio indelebile che avrebbe avvolto, e tutt’ora avvolge, nel mistero, la storia del nazionalsocialismo, dall’inizio alla fine. Ma, per quanto idee come la magia delle rune di List fossero diffuse, le concezioni esoteriche non potevano essere proposte come programma politico di un partito che puntava ad essere di massa, tanto più quando erano a disposizione argomenti più facilmente popolarizzabili: la pugnalata alle spalle (opera soprattutto di Ebrei) come causa della sconfitta; l’ingiustizia di Versaglia per i territori tedeschi sottratti alla Germania e per le enormi riparazioni di guerra da pagare; le incertezze della classe politica di Weimar; il pericolo comunista.

Il gruppo di intellettuali della Thule tenne per sé l’esoterismo e l’occultismo e mise in primo piano l’organizzazione politica, entrando in contrasto con il suo fondatore, con la formazione del Dap, il partito nazional –socialista, avente come simbolo la croce uncinata destrogira, scelta da Hitler, a testimonianza della sua influenza nonostante fosse appena giunto nel gruppo di intellettuali, che si erano formati nell’ambito di una cultura ben definita, la quale costituiva il maggior legame tra essi e la ragione per la quale scelsero Hitler come leader. In altre parole, fu la comune convinzione culturale del gruppo nel quale egli si dimostrò particolarmente fornito di caratteristiche che apparivano quasi medianiche che gli fecero assumere la leadership.
La Thule organizzò Leghe di Combattimento in cui militarono Hess, Rosenberg, Himmler, Frank, Eckart, Bormann, Richter e tanti altri. È in questa cerchia ristretta e sulla base di questa cultura che dal 1933 vengono prese decisioni fatali per la Germania e per l’Europa. Rosenberg e Frank (nel suo diario, in data 10/02/1937, si legge: “Se Cristo apparisse oggi, sarebbe tedesco. Noi siamo strumenti di Dio per la distruzione del male”) ebbero ruoli decisivi nella marcia verso Est, il primo come responsabile nel 1941 dei territori russi occupati ed il secondo già dal 1939 come governatore della Polonia; Hess e gli Haushofer collaborarono a questa strategia con un intreccio di geopolitica ed astrologia; Goring (era un fervente sostenitore della teoria della terra cava di Neupert, secondo la quale la Terra conteneva, al suo interno, tre pianeti delle dimensioni approssimative di Venere, Mercurio e Marte.

Per verificare questa teoria fu effettuata una spedizione all’isola di Rugen con uno specialista in radiazioni e microonde ed infrarossi, Heinz Fischer, per localizzare la flotta inglese a Scapa Flow, ma, dopo pochi giorni, la spedizione venne smobilitata per gli infruttuosi tentativi e Neupert finì in un campo di concentramento) e Goebbels si interessavano di Nostradamus e di oroscopi (convocò al Ministero della Propaganda lo svizzero Karl Ernst Krafft, che aveva pubblicato un “Trattato sull’astrobiologia”, come interprete di Nostradamus e per analizzare oroscopi, almanacchi e profezie); Himmler adottava cure omeopatiche come Hess e coltivava l’erboristeria per seguire la tradizione wagneriana di un peccato originario che aveva sedotto gli Arii e dal quale occorreva riscattarsi; voleva trasformare le SS in un ordine nel quale l’iniziazione si intrecciava con la spietatezza: le sue idee sulla creazione biologica di una nuova razza derivavano direttamente da Lanz Von Liebenfels.
In questo clima culturale si formò attorno ad Himmler una cerchia di personaggi famosi e spietati, a partire da Reinhard Heydrich, il numero due delle SS; Rudolph Rahn, autore di testi dell’esoterismo nazista come “Crociata contro il Graal” e “La corte di Lucifero in Europa”; Wolfram Sievers. I tratti culturali tracciati di sopracitati personaggi valgono a confermare la cultura comune di un gruppo passato dalle letture e dai piccoli gruppi esoterici sino all’esperienza della Thule (che si sciolse formalmente nel 1930, l’anno del primo grande successo elettorale del partito da essa derivato, con il 17% dei voti), alla costruzione del partito, alla conquista del potere ed alla gestione del Terzo Reich per la preparazione della grande guerra ariana.

La cultura esoterica va collegata anche alle vicende degli attentati a cui Hitler sfuggì. A Monaco, l’8 novembre 1939, il Fuhrer lasciò la Burgerbraukeller con qualche minuto di anticipo sull’orario previsto e la bomba scoppiò subito dopo, provocando sette morti e sessantatre feriti (l’astrologo Krafft, che morì nel lager di Buchenwald, aveva previsto il tentativo di assassinio). Questo attentato, che fu solo il primo di quelli preparati dopo la guerra, intensificatisi dopo l’inizio della campagna all’Est, fu opera di George Esler, arrestato pochi giorni dopo, e, secondo la storiografia ufficiale, agì da solo. Hitler scampò anche all’ “Operazione Walkiria”, ossia all’attentato di Rastenburg del 20 luglio 1944, ma morì come avrebbe preferito, non avendo vinto: il comunicato ufficiale lo disse caduto mentre difendeva l’ultimo baluardo della civiltà, ma, contemporaneamente, nasceva la leggenda che metteva in dubbio la morte del capo di una elite politica e culturale con radici esoteriche, che ha segnato il destino dell’Europa nella prima metà del Novecento.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:05
Qua si parla di un'altra spedizione delle Ahnenerbe nella chiesa di Santa Maria Isana a Livorno Ferraris.

genova.ogginotizie.it/3663-la-misteriosa-fondazione-ah...
Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:06
LA PREISTORIA SECONDO LE TEORIE DI HERMAN WIRTH

tratto dal libro “Gli archeologi di Himmler”

Con particolare interesse analizzeremo ora le vicende legate alla vita e agli studi del professor Herman Felix Wirth (1885-1981), co-fondatore insieme con Heinrich Himmler dell'Ahnenerbe, nonché primo presidente della stessa fino al suo inesorabile allontanamento avvenuto nel 1937-'38.
In effetti, si decise definitivamente di scrivere questo saggio dopo che ci eravamo accorti che parte delle teorie descritte nel nostro primo lavoro L'Impero Amazzonico, collimavano in linea di massima con quelle esposte molti anni fa da Wirth stesso, o meglio non si poteva far altro che risalire anche alle ricerche di Wirth (e di altri studiosi, tra i quali Tilak ed Evola) per completare il quadro delle nostre ipotesi.
Chi scrive, appassionato della preistoria del Sud America, aveva infatti considerato la possibilità di una antica migrazione di uomini Cro-Magnon Atlantico-Europei nel continente americano durante l'ultima Era glaciale di Wisconsin-Wurm, una migrazione indipendente, e forse precedente, da quella Sapiens "asiatica" proveniente dallo Stretto di Bering, perciò ci si imbatté logicamente nella scuola di pensiero di tutto un "corpus" di studiosi tradizionalisti, per arrivare infine anche a Wirth.
Per inciso, ci teniamo a rilevare subito che la portata delle sue teorie sono ancora oggi quanto mai oggetto di polemiche tra le opposte fazioni dei suoi estimatori e detrattori.
Anticipiamo anche che i temi "wirthiani" saranno ripresi nella parte conclusiva del presente saggio dove anche noi non ci sottrarremo nel dire la nostra su tutta una serie di tematiche affrontate nel corso della presente esposizione. Da tutto quello che abbiamo letto in merito a questo ricercatore, una cosa possiamo subito dire: era senz'altro un personaggio geniale ma eccentrico e, come sempre accade, in perenne contrasto con le personalità degli altri studiosi suoi coevi.
Vogliamo solo ricordare che quando Rudolf Mund, ultimo presidente dell'ONT morto nel 1985, lo contattò per avere notizie di prima mano in merito alla figura di Karl Maria Wiligut, Wirth si irrigidì moltissimo sostenendo che "quel famigerato truffatore doveva essere assolutamente dimenticato".
Ma probabilmente, questo francamente esagerato giudizio negativo derivava non tanto da screzi personali ma dal fatto che Wirth si era sempre considerato uno "scienziato" nel senso più completo del termine, mentre gli studi di Wiligut non sarebbero mai potuto essere da lui considerati come tali. Invece Himmler aveva sempre preso in forte considerazione scientifica le idee di entrambi.
Ma, a questo punto, che dire di questo tenace studioso tedesco-olandese - era nato a Utrecht?
Già dalla fine degli anni '20, naturalizzato tedesco, dopo la pubblicazione di uno dei suoi saggi più famosi, Der Aufgang der Menschheit - L'Ascesa dell'Umanità -, in complementarietà con altre pubblicazioni e conferenze, Wirth aveva cominciato lentamente a far presa su una certa parte della cultura giovanile tedesca.
Non dobbiamo dimenticare infatti, che proprio in questo periodo avvenne l'incontro con il giovane Wolfram Sievers, il quale abbandonò la sua attività di commerciante di libri e divenne suo fidato assistente.
Wirth voleva soprattutto che le sue ricerche facessero presa sulla gente, anche sulle persone più comuni, e si batteva contro la burocrazia tedesca per far sì di ottenere sempre la possibilità di illustrare i risultati delle sue ricerche anche all'aperto, di fronte al pubblico, sotto un semplice tendone da circo.
Julius Evola, già nel 1930, ha ben presente il pensiero di Wirth e riesce ad esprimerlo compiutamente in poche righe qui riportate: "Il Wirth, in un'opera ponderosa e molto discussa... ha sostenuto che per spiegare una quantità di convergenze e di corrispondenze di simboli, dati antropologici e filologici, ecc., è necessario ammettere l'esistenza di una razza nordico primordiale, che verso l'Età della Pietra dalle regioni artiche si sarebbe spostata verso il sud, dando luogo alle forme più alte di una civilizzazione di tipo cosmico-solare".
Come possiamo vedere, l'influenza sul pensiero di Wirth da parte dell'opera dell'indiano Tilak, era stata fondamentale: sull'origine "polare" o in ogni caso Nord Europea dei bianchi ariani, si trovavano dunque in sintonia diversi studiosi nel mondo, Evola compreso, il quale però considerava l'insieme delle fonti Tradizionali tramandate segretamente, per via iniziatica, come un elemento di prova addirittura superiore agli elementi circostanziali e scientifici riscontrati dal Wirth nelle sue ricerche.
Abbiamo così, secondo Wirth, una dimora polare, patria primitiva della razza nordica, che aveva sviluppato una sorta di civiltà da "Età dell'Oro" (corrisponderebbe, secondo le ultime ricerche, ad un periodo interglaciale "caldo" collocabile tra il 40.000 ed il 28.000 a.C.).
Qui Wirth riportava una grande quantità di dati geologici, climatici e botanici veramente impressionanti dimostrando come allora, tra i 70 e gli 80 gradi di latitudine Nord, vi era una temperatura media annua paragonabile ad un clima temperato (sui 10 gradi centigradi, contro i 20 sotto zero attuali a quelle latitudini) e che questo territorio aveva incluso anche l'Islanda, la Groenlandia e le Isole Spitzbergen.
Era L'Atlantide polare, Thule, la sacra dimora della prima umanità.
Umanità che quindi, secondo Wirth, era nata in un periodo "Terziario", molto prima dell'arrivo di una fortissima glaciazione (dal 28.000 a.C. - ultima fase del Wurm) che aveva di conseguenza costretto gli abitanti di questo Eden Polare a migrare verso Sud, per costituire più tardi l'Atlantide platoniana che tutti conosciamo (dal 15.000 al 9.000 circa a.C.).
La fine del Wurm, l'innalzamento repentino dei mari, insieme con altre catastrofi naturali (il Diluvio Universale) aveva costretto i superstiti dell'Atlantide ariana ad una diaspora in Europa, Asia, Africa nordoccidentale ed America.
Questo, in sostanza, il pensiero di Herman Wirth.
Come si può facilmente comprendere, l'essenza delle teorie di Wirth riscosse allora il favore dei nazionalsocialisti, chiaramente perché secondo questa storia alternativa dell'Homo Sapiens Sapiens, la parte del leone la faceva la razza primigenia nordico-aria e di conseguenza i suoi discendenti, i popoli germanici.
Anche con il favore dei nazisti, in ogni caso, Wirth non aveva certo vita facile.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:07
IL LAMA DAI GUANTI VERDI DI HITLER

Il 25 aprile del 1945 delle truppe sovietiche che partecipano alla presa della capitale tedesca incappano in una straordinaria scoperta. In un edificio di tre piani, abbattuto dall'artiglieria russa, ci sono i cadaveri di sei uomini disposti a circolo. Al centro del cerchio ce n'è un settimo, anch'egli morto. Tutti indossano uniformi tedesche, ma i loro lineamenti sono orientali, quasi sicuramente tibetani. Il cadavere al centro del circolo indossa anche dei bizzarri guanti verdi ed è l'unico occidentale del gruppo.
In seguito gli uomini dell'NKVD (i servizi segreti sovietici) lo indentificheranno come Ignatius Timothy Trebitsch-Lincoln, un avventuriero ungherese al servizio del Reich, dato per morto nel '43, in Cina. Trebitsch era un personaggio più che singolare. Giudeo di nascita, classe 1879, si convertì al cristianesimo nel '99, durante un suo viaggio a Londra. La sua conversione fu talmente radicale che per anni diventò una sorta di missionario, molto attivo tra l'Inghilterra e il Canada. All'apice della sua carriera strinse anche una profonda amicizia con un magnate dell'industria dolciaria, tal Seebohm Rowntree, che riuscì addirittura a farlo eleggere per un singolo mandato al parlamento britannico.
Durante la Grande Guerra le sue fortune precipitarono e si trovò squattrinato e obbligato a riciclarsi nelle forze armati inglesi come spia. Poco considerato dai suoi nuovi datori di lavoro, non ci pensò molto a vendersi ai nemici, ossia alla Germania. I servizi segreti del Kaiser lo utilizzarono come agente doppiogiochista. Finita la guerra si trovò costretto a fuggire negli Stati Uniti, dove per qualche tempo fu protetto dal diplomatico tedesco Franz Von Papen.
Ciò nonostante gli inglesi riuscirono a riaverlo indietro – in fondo era un traditore a conoscenza di molti segreti compromettenti – ma i magistrati si limitarono a incarcerarlo per pochi mesi, e poi lo rispedirono ai suoi nuovi amici tedeschi. Fu così, durante gli anni tumultuosi della Repubblica di Weimar, che conobbe Adolf Hitler, rimanendone affascinato.
Il fallito putsch di Monaco, a cui partecipò, lo costrinserò però di nuovo alla fuga. Passato al soldo di un'internazionale monarchica europea, la White International, venne spedito in estremo oriente come spia al soldo di diversi signori della guerra cinesi. Fu proprio in Asia che conobbe la sua seconda conversione, diventando un monaco buddista di una certa importanza.
Nel '37 si vendette a un ulteriore nuovo padrone: il Giappone. I nipponici lo incaricarono di fare propaganda antibritannica in Asia e lui obbedì di buon grado. Fu proprio grazie a questo nuovo lavoro che Trebitsch tornò in contatto coi nazisti. Ora gli uomini della svastica erano forti, ricchi e in costante ascesa.
Le SS, in particolare, trovarono particolarmente utile il talentuoso carisma dell'ungherese e anche la sua predisposizione per il misticismo orientale. Himmler in persona lo incaricò di recarsi in Tibet per indagare sulla misteriosa setta del Re del Mondo, una figura esoterica pronta a fare la sua comparsa in scena al momento opportuno, per decidere le sorti della terra. Era interesse delle SS scoprire se i monaci buddisti che attendevano la venuta il Re del Mondo potessero identificare questa misteriosa entità nella persona di Adolf Hitler, che da tempo sosteneva di avere “messaggi onirici” da non meglio precisati “Superiori Sconosciuti”.
I "Superiori Sconosciuti" erano concepiti come semidei che controllavano i destini del mondo standosene nascosti - a seconda dei casi - nelle viscere della terra (immaginata come cava, sulla scorta delle teorie di John Cleves Symmes Jr. ed altri), in profonde gallerie scavate nell'Himalaya o in altri luoghi inaccessibili.
Da qui in poi la nostra storia si fa fin troppo nebulosa. Come già detto Trebitsch venne dato per morto nel '43, ma questa versione ufficiale poteva essere solo un modo per sviare le attenzioni del controspionaggio inglese.
Alcuni studiosi di storia apocrifa tendono a credere che il monaco ungherese tornò a Berlino come novello ambasciatore della setta del Re del Mondo, o addirittura come portavoce in carne e ossa dei Superiori Sconosciuti. Non a caso si era fatto accompagnare da sette monaci tibetani, anche se permane il mistero del perché indossassero delle uniformi tedesche al momento del bombardamento russo.
Anche la disposizione a circolo dei sette fa pensare a una qualche sorta di rituale mistico, forse inteso a dar man forte a quel poco che rimaneva delle truppe tedesche a difesa di Berlino e dell'uomo che per dodici lunghi anni si era considerato una sorta di Messia in contatto con entità non umane che ordivano piani misteriosi in grado di mutare il destino del nostro pianeta.
Qualunque sia la verità una cosa è certa: se i Superiori Sconosciuti esistono, alla fine decisero di non aiutare Adolf Hitler, lasciandolo al suo misero fato di morte e di eterna dannazione.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:08
LA BIBLIOTECA DI HITLER - Parte 1

Di Giandomenico Bardanzellu

Sedicimila volumi: saccheggi e dispersione – Guerra e cultura – L’ammirazione per Shakespeare – Una trilogia incompiuta – Nel cuore della formazione: Schopenhauer


“Chi dice la verità prima o poi viene scoperto”

Oscar Wilde


Nei primi giorni del gennaio 2009 il mio interesse fu attratto da una recensione comparsa sulla pagina letteraria della International Herald Tribune dal titolo Hitler’s private library – The books that shaped his life di Timothy W. Ryback (La biblioteca privata di Hitler – i libri che formarono la sua vita). Autore della recensione è Jacob Heilbrunn (il nome è al di là di ogni sospetto), uno dei fondatori del movimento neo-conservatore americano, che ha prodotto i vari Bush, Cheney, Rumsfeld ecc… Heilbrunn si affretta a prendere posizione per tamponare una falla che potrebbe portare ad un’alluvione. E’ possibile che egli sapesse dell’esistenza della biblioteca, ma in tal caso si era ben guardato dal parlarne. Ora è troppo tardi: un libro documentato ed obiettivo ne informa il mondo. Scegliere ancora il silenzio o cercare di stroncarlo? La comunità ebraica sceglie stavolta una via di mezzo: parlarne è inevitabile e stroncarlo è impossibile. Ecco Heilbrunn ricorrere all’ironia, alla battuta: “Sebbene Hitler sia più conosciuto per bruciare i libri, possedeva 16.000 volumi”, “Essere un topo da biblioteca non esclude che si possa essere un assassino di popoli” e così via. Ora noi lasceremo il povero Heilbrunn ad arrampicarsi sugli specchi ed esamineremo più da vicino il sorprendente libro di Ryback.

Ryback premette che l’analisi storica degli eventi può aver luogo solamente quando il loro corso è compiuto, e cita Hegel: “La civetta di Minerva spande le sue ali soltanto quando scende il crepuscolo”.


* * * *

Il mondo delle scoperte è sempre affascinante, sebbene per certi aspetti, e per certe persone, sia ancora sconvolgente. Esso può abbattere dalle fondamenta idee, teorie, istituzioni intorno alle quali l’umanità si era per secoli modellata. Si pensi alla tormentata elaborazione e alla definitiva conferma della teoria eliocentrica, si pensi alla scoperta dell’America, la cui esistenza anche dopo i viaggi di Colombo veniva tassativamente negata dai teologi della regina Isabella in quanto la Bibbia non faceva menzione dell’esistenza di un simile continente. Forse anche Colombo, fervente cattolico, condizionato da queste censure, rimase convinto fino alla morte, dopo quattro viaggi, di non avere scoperto un nuovo continente, ma di avere raggiunto “el levante para el poniente”, ossia di essere giunto sulle coste orientali dell’Asia.

Il concetto di “scoperta” significa l’acquisizione alla coscienza dell’umanità di terre, di leggi fisiche, di ritrovamenti archeologici, di documenti, che non erano ancora a conoscenza del mondo. In alcuni casi vi furono personaggi, nonché governi, che, pur essendo al corrente delle scoperte, non diffusero le notizie in loro possesso. Ciò avvenne per ignoranza, per opportunismo politico o per paura. Riprendendo l’esempio del Continente americano è oggi noto che i Vichinghi vi sbarcarono casualmente, intorno all’anno 1000, sotto la guida di Leif Eriksson, figlio di quell’Erik il Rosso al quale, secondo le Saghe islandesi, è attribuita la scoperta della Groenlandia. I Vichinghi chiamarono “Vinland” quella terra strana ed inospitale che è l’attuale isola di Terranova in territorio canadese. Gli studi più recenti indicano che il nome Vinland non ha nulla a che fare con il vino, come talvolta si legge, fantasticando che mille anni fa il Canada avrebbe avuto un clima temperato e sarebbe stato ricco di frutta ed in particolare di uva, da cui i Vichinghi avrebbero tratto il vino. La sillaba “vin” nell’antica lingua norvegese significa “pascolo, prateria”. La costa dove i Vichinghi sbarcarono era abitata da eschimesi selvaggi, da loro chiamati Skrelinghi, nonché da alcune tribù indie del Nord-America. Talmente scarse erano le prospettive di sviluppo che, dopo due anni, i Vichinghi l’abbandonarono definitivamente lasciandovi solo primitive tracce di insediamenti, oggi in parte ricostruiti, nella località chiamata “Anse aux Meadows” (Baia delle Praterie). Tale baia è difficilmente accessibile, si trova nell’estremo lembo nordorientale dell’isola di Terranova e fu recentemente visitata da chi scrive. I Vichinghi non sapevano dove erano sbarcati, e dunque non seppero mai tornarvi. Nessuno nel mondo di allora ebbe cognizione di quell’evento. “I Vichinghi conobbero l’America, ma non la scoprirono”, come scrive Paolo Emilio Taviani nella sua monumentale opera Colombo.

Quattro secolo dopo i Cinesi, con tutt’altra preparazione tecnica e culturale, costeggiarono il continente americano da ciò che oggi è l’Alaska fino alla Terra del Fuoco, superarono lo Stretto di Magellano e, attraverso l’Atlantico e l’Oceano Indiano, rientrarono in Cina. Tutto ciò avveniva fra il 1421 ed il 1423 sotto il segno dell’imperatore Ciu Di della dinastia dei Ming. Egli sviluppò le costruzioni navali ad un livello del tutto sconosciuto nel resto del mondo, e riuscì ad allestire una flotta immensa che chiamò “La flotta del tesoro”.

In quattro diverse spedizioni i Cinesi circumnavigarono il pianeta prima di Magellano, percorsero il passaggio di Nord-Est, costeggiarono le Americhe, l’Africa e l’Australia. Gli ammiragli, tutti eunuchi di alto rango, informarono solamente l’Imperatore e i suoi ministri dei loro favolosi viaggi, che furono nel massimo segreto descritti e cartografati. Essi assicurarono all’Imperatore che oramai “tutti gli abitanti del mondo erano diventati suoi sudditi!” Nessuna delle grandi potenze del pianeta ebbe cognizione di questi spettacolari viaggi, in particolare della circumnavigazione della Terra, né l’Impero di Bisanzio, né il Sacro Romano Impero, né il Papato o i Re di Francia, Spagna, d’Inghilterra, né il Doge di Venezia.

Sono stati scritti importanti testi su questo tema, fra cui il libro dello storico inglese, nato in Cina, Gavin Menzies. Egli ha compiuto ricerche in 120 Paesi e il titolo del libro è 1421, the year Cina discovered the world, Bantam Press, Londra (1421, l’anno in cui la Cina scoprì l’America, pubblicato in Italia nel 2002 da Carocci). I motivi principali dei Cinesi per tenere segrete le conoscenze acquisite coi loro viaggi possono essere così riassunti: la sicurezza dell’Impero e, soprattutto, il disprezzo perso i popoli occidentali ritenuti barbari e ignoranti, pertanto indegni di avere accesso a simili importanti informazioni.

Come noto, l’America fu infine scoperta, nel senso storico e scientifico della parola, da tre italiani, seppure per conto di governi stranieri: Colombo, Vespucci e Caboto (il John Cabot degli Inglesi!) che, a mezzo della cartografia e della dettagliata descrizione delle coste esplorate, permisero ai naviganti il ritorno e la successiva colonizzazione di quelle Terre, contribuendo a cambiare irreversibilmente la storia del mondo.

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In conclusione: i Vichinghi non comunicarono la loro “scoperta” per ignoranza. I Cinesi non la comunicarono per disprezzo.

Ma anche nel mondo della ricerca storica sono stati nascosti importanti ritrovamenti, per un motivo ancora meno nobile dei precedenti: per paura.

E’ il caso del 16.300 volumi della biblioteca di Adolf Hitler sottratti dai Russi e dagli Americani nel 1945 nei luoghi dove il proprietario li custodiva: nella Cancelleria, nel Bunker di Berlino, nella residenza dell’Obersalzberg e nel primo appartamento occupato dal Fuhrer a Monaco, in Tierschstrasse 41. I volumi rapinati furono tenuti rigorosamente nascosti per evitare di urtare la suscettibilità di certi ambienti interessati a conservare l’esclusiva sui giudizi da loro stessi forniti sul Nazionalsocialismo e sul suo Capo.

La biblioteca viene fatta conoscere soltanto ora, 63 anni dopo, grazie alla coraggiosa e laboriosa ricerca di un giovane storico, Timothy W. Ryback. Dell’esistenza di questa massa di libri di innegabile valenza storica erano fino ad oggi al corrente pochissimi “addetti ai lavori” che ben si guardarono dal comunicarne l’esistenza, ossia l’FBI, il quale a suo tempo fu incaricato della presa in consegna e del trasferimento dei volumi in America, e gli archivisti incaricati di conservarli in oscuri locali, inaccessibili al pubblico.

Ryback, che è ben lungi dall’essere un nazista, si è concentrato solo sui libri di sicura appartenenza al Fuhrer da lui certamente letti ed annotati, perché sono quelli che permettono di gettare uno sguardo furtivo sulla sua intima personalità. Solo nel 2008 Ryback riesce a pubblicare il libro Hitler’s private library – The books that shape his life, Alfred A. Knopf, New York, 2008, oggi disponibile anche nella traduzione italiana La biblioteca di Hitler – Che cosa leggeva il Fuhrer, Mondadori. Si noti che la corretta traduzione in italiano del sottotitolo originale inglese “the books that shaped his life” è “i libri che formarono la sua vita” e non già il più banale “che cosa leggeva il Fuhrer”. Si ritiene che l’eccellente traduttrice lo abbia ben saputo, ma evidentemente ha prevalso la circospetta politica dell’editore.

I libri del Fuhrer furono tenuti preclusi al pubblico a causa del devastante impatto che essi avrebbero avuto sulla falsa immagine di Adolf Hitler che la letteratura e la stampa politicamente corretta avevano per più di mezzo secolo gabellato al mondo. Sarebbe risultato che Hitler non ebbe soltanto eccezionali capacità politiche, ma fu anche dotato di singolare sensibilità nel campo delle arti figurative, architettoniche e musicali (per citare caratteristiche che nessuno ha mai potuto constatare), e fu anche una personalità ricca di cultura storica, letteraria e filosofica, oltre che militare, alla quale, grazie ad una prodigiosa memoria, poté attingere in ogni istante della sua vita.

Tutto ciò doveva rimanere rigorosamente nascosto! Come spiegare che “l’imbianchino”, “il caporale austriaco”, “l’artista fallito”, “il prete mancato” e soprattutto “il Prolet” (che in tedesco significa “proletario”, ma che è anche il velenoso insulto riservato al Fuhrer da certi strati dell’aristocrazia tedesca), avesse anche raccolto e classificato personalmente 16.300 volumi, di cui la massima parte reca inequivocabili tracce di lettura, come testimoniano sottolineature, commenti e annotazioni manoscritte?

Mentre nel caso di altri grandi uomini della Storia le umili origini vengono universalmente riconosciute come un merito e ciò a causa delle difficoltà che hanno aggiunto alla loro vita sociale e culturale, nel caso di Hitler le umili origini vengono considerate un’ulteriore vergogna! La massima parte dei suoi biografi si sofferma con supponenza delle modeste condizioni della sua famiglia, addirittura esagerando la miseria materiale e morale in cui il piccolo Adolf sarebbe nato e cresciuto. Essi vogliono vedere un’ulteriore prova per la sua demonizzazione: è chiaro, lasciano intendere con spocchia, che “da parte di chi nasce e cresce in un certo ambiente non c’è da aspettarsi niente di buono!”. Nella delirante ricerca per individuare anche nell’infanzia di Hitler le radici della sua “politica criminale” nessun biografo è però riuscito a battere lo scrittore ebreo Norman Mailer che nel suo ultimo (per fortuna) libro The castle in the forest, Little Brown, 2007, ha superato ogni limite di volgarità e di malafede. L’autore presenta il libro come una biografia dei primi 15 anni di vita di Hitler. Da una piccolissima nota prima del titolo si apprende che il libro è “opera di finzione, strettamente basata su dati storici”!. Con questa premessa ogni infamia diviene lecita, l’importante è che sembri vera! Mailer immagina che i primi 15 anni della vita di Hitler gli vengano narrati dal diavolo incaricato da Satana di instillare nel giovane Adi tutti i germi del male. Il libro fu criticamente recensito in Svizzera con un articolo Des Teufels Antwort (La risposta del diavolo) comparso sulla Neue Zurcher Zeitung del 23 settembre 2007.

L’”idillio” fra Norman Mailer e Hitler comincia ancora prima della nascita del pargoletto. Mailer sostiene che la madre di Hitler, Klara Polzl, non fosse la moglie del padre di Hitler, Alois, bensì…sua figlia! Dall’accoppiamento incestuoso fra padre e figlia nei fienili di un misero e sperduto villaggio austriaco, sarebbe nato il “mostro”!. La sua infanzia e l’adolescenza vengono descritte come una ininterrotta serie di complicate masturbazioni, di accoppiamenti omosessuali e di atteggiamenti paranoidi. Il giovinetto cresce in un mondo di totale abiezione economica, culturale e morale. “Insomma”, fa capire il Mailer: “dall’alba si vede il giorno”. D’altronde, ci racconta il Mailer, già in famiglia vi erano esempi di perversioni di ogni tipo: un nonno di Hitler si sarebbe accoppiato con una puledra. Da buon cattolico il vecchio andò poi a confessarsi dal parroco, il quale però non se la prese più di tanto. Si fosse trattato di un adulterio o comunque di una relazione illecita con una donna, gli disse il parroco, si sarebbe trattato di un peccato gravissimo. Ma da una cavalla, si sa, non avrebbe potuto nascere un essere umano! Così il nonno se la cavò con qualche Ave Maria.

Mailer, nato nel 1923 a Long Beach, era forse l’esponente più sordido dell’intellettualismo ebraico americano, corrotto, carico di denaro e di odio, esaltato da premi letterari pilotati politicamente, come il premio Pulitzer, alcolizzato, definito “Maiale dell’anno” da un’Associazione Americana per l’Emancipazione. Sposato sei volte, produce alla fine dei suoi giorni uno dei più ripugnanti testi pseudo-storici che siano mai stati scritti. E’ un vero peccato che sia morto poco dopo averlo pubblicato, perché forse il colpo di grazia glielo avrebbero dato la scoperta da parte di Ryback della biblioteca del suo “beniamino”, Adolf Hitler.


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Ryback osserva che il critico tedesco del XIX secolo, Walter Benjamin, appassionato bibliografo, sosteneva che si può giudicare un libro dalla sua copertina ed un bibliografo dalla sua collezione. Benjamin sosteneva inoltre che “non sono i libri che vivono nel bibliografo bensì è lui che vive in loro. Un collezionista può essere compreso soltanto dopo la sua morte”. Dal 1945 per più di mezzo secolo, gran parte dei libri di Hitler rimase nell’oscurità climatizzata della Rare Books Division della biblioteca del Congresso, edificio Thomas Jefferson, dirimpetto alla US Supreme Court. Questi libri, una volta appassionatamente conservati, spostati, combinati per argomento da Hitler stesso, sono ora accumulati senza alcun criterio. Accanto alle edizioni originali di Clausewitz si trova, ad esempio, un libro di cucina francese dedicato “à monsieur Hitler, végétarien”. Vi si trovano le prime edizioni del Mein Kampf, un’analisi del Parsifal, una monografia di Nostradamus, le Deutsche Schriften (Scritti tedeschi) di Paul Lagarde (1934) dove sono sottolineati concetti come il “il trasferimento di tutti gli ebrei d’Austria e di Germania in Palestina” e “gli ebrei sono come un’acquatica pestilenza che deve essere sradicata dai nostri fiumi e dai nostri laghi”. Paul Anton Lagarde era un orientalista, nato a Berlino il 2 novembre 1827 e morto a Gottinga il 22 dicembre 1891 dove era professore dal 1869. Insegnava glottologia semitica, copto, persiano, armeno. Tradusse e pubblicò in tedesco tutte le opere di Giordano Bruno. Nel 1903 furono pubblicati postumi gli Scritti Tedeschi sui rapporti fra Stato e Chiesa.

Tra i volumi di Hitler prelevati a Berchtesgaden figurano le opere complete di Shakspeare, in nove volumi rilegati in cuoio, con incise le sue iniziali in oro. Egli riteneva che Shakespeare fosse superiore, sotto ogni aspetto, a Goethe e Schiller, perché mentre Sakhespeare ha esplorato con la sua immaginazione le forze primordiali che avrebbero condotto all’edificazione dell’Impero Britannico, i due autori tedeschi si sono concentrati sulla crisi della vita e sulle rivalità fra fratelli. “Come si spiega” si chiede Hitler “che l’Illuminismo tedesco (lessing) abbia prodotto un “Nathan il Saggio”, la storia di un rabbino che riconcilia cristiani, mussulmani ed ebrei, mentre fu Sakhespeare a dare al mondo “Il mercante di Venezia” e “Shylock”?”. Tra i libri del Fuhrer, scrive ancora Ryback, fu ritrovata la traduzione in tedesco del testo di Henry Ford L’ebreo internazionale – il principale problema del mondo, ma sul suo comodino Hitler teneva anche testi più leggeri come un’edizione dei divertenti e dispettosi personaggi di Wilhelm Busch Max und Moritz (simili ai nostri Bibì e Bibò).

Lo storico inglese Jan Kershaw definisce Hitler come “una delle personalità più impenetrabili della Storia moderna” e scrive che “le fonti per ricostruire la vita privata e personale del dittatore tedesco sono straordinariamente scarse in paragone, ad esempio, alle fonti relative a Churchill e Stalin”.

Non siamo per nulla d’accordo con questo parere. La presunta assenza di fonti sulla vita privata e personale del Fuhrer ha fatto comodo per decenni ai suoi detrattori lasciandoli liberi di diffamarlo come meglio credevano opportuno.

In aggiunta al ben noto libro di Kubizek Er war mein Jugendfreund (Era il mio amico di gioventù) mai tradotto in italiano ma fatto conoscere da l’Uomo libero n. 53, la fantasia di chi si lamenta della scarso materiale sulla vita di Hitler deve fare i conti con altri tre pilastri documentali:

1) Hitler’s Tischgesprache (Conversazioni intorno ad un tavolo) raccolte nel 1941 e 1942 da Henry D. Picker, avvocato e giurista, incaricato da Hitler di trascrivere tutte le conversazioni che il Fuhrer conduceva con i suoi invitati sui più disparati argomenti, dalla storia alla pittura, dalla società alla politica e così via. Il libro fu proibito per lungo tempo in Germania.
2) I velbali di Hitler – Rapporti stenografici di guerra 1942-1945, a cura di Helmut Heiber, resoconti delle sedute con i suoi generali sulla situazione militare, da cui risulta con quanta attenzione egli ascoltasse tutte le opinioni, anche quelle diverse dalle proprie, e dove con calma e serenità esprimesse le proprie posizioni, lungi dal comportarsi in modo isterico e villano, come la letteratura fasulla e i film di Hollywood da decenni ce lo presentano. Il primo volume dei Verbali è comparso in italiano solo nel 2009. I testi sopravvissuti all’arbitraria distruzione rappresentano un centesimo del totale.
3) Il libro sulla sua biblioteca, di cui ci stiamo occupando.

La biblioteca di Hitler costituisce innegabilmente una valida fonte di informazione sulle sue più personali opinioni, che ci vengono consegnate attraverso i titoli, le sottolineature, i commenti attraverso punti esclamativi o interrogativi su certe frasi, le dediche dei donatori, i segni dell’uso ripetuto di un dato libro attraverso le orecchie alle pagine, gli appunti, le macchie, nonché attraverso tutti i segni che ad un bibliografo esperto permettono di individuare il carattere del collezionista, così come l’esperto fisiognomico può risalire all’essenza del carattere di una persona attraverso i tratti del volto.

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Nel primo conflitto mondiale Hitler era di servizio sul fronte occidentale in Francia nei pressi di Fournes/Fromelles, nelle Fiandre, come “Meldeganger” ossia some portaordini, del 16° Reggimento di Fanteria Bavarese di Riserva. La lotta contro gli Inglesi consisteva nel difendersi dagli attacchi dei gas (nuova, terribile arma nel 1915), ma anche contro la pioggia e il fango che riempivano le trincee. La squadra di Hitler, inizialmente di 8 uomini, dopo la battaglia di Wytschaete, nell’autunno del 1914, si era ridotta alla metà. Nell’autunno 1915 Hitler era l’unico sopravvissuto. I messaggi avevano un ordine di priorità stabilito dal numero crescente delle X, che variava da uno a tre per i messaggi urgentissimi. Il servizio durava 24 ore su 24 al fronte, con tre giorni di rientro nelle retrovie ogni settimana. Hitler non mancò di notare che spesso semplici cartoline di saluto erano classificate con 3 X.

Fra i libri appartenenti a Hitler ritrovati da Ryback vi è 4 anni sul fronte Occidentale – Storia del reggimento List RIR 16 – Memorie di un Reggimento Tedesco, rilegato in cuoio marrone. Nel libro sono descritti i sacrifici e la disperazione di quelle settimane di pioggia, di fango e di gas.

Uno dei libri più emblematici di quel periodo è una guida di Berlino che il ventiseienne Hitler acquistò per 4 marchi in una gelida mattinata del novembre 1915 a Fournes, ritrovata nel Bunker di Berlino trent’anni dopo.

Il 21 ottobre 1915 il generale Petz manda Hitler a Valenciennes a requisire dei materassi. Al ritorno a Fournes Hitler acquista in una libreria il libro di Max Osborn sulla storia architettonica di Berlino, con 179 figure, edizioni Seemann, Lipsia. Ottant’anni dopo il libro testimonia il servizio al fronte del suo proprietario. Nella prima pagina all’interno c’è una piccola iscrizione A. Hitler, Fournes, 22 novembre 1915”. Scrive Ryback: “Quando aprii questo fragile volume nella sala di lettura dei ‘Libri Rari’ della biblioteca del Congresso una polvere finissima fuoriuscì dalle sue pagine, come fango ormai secco delle trincee dell’epoca”.

Lo stesso Osborn, autore del libro, famoso critico e giornalista dell’epoca visitò il fronte occidentale in quell’autunno del 1915. Invia i suoi articoli a Berlino, dai quali si evince la sua inorridita meraviglia per un’arma che egli considera terribile, micidiale e risolutiva: la bomba a mano, causa di stragi impensabili prima del suo impiego nei combattimenti ravvicinati. Orsborn è anche inorridito dell’uso che gli inglesi fanno dei gas. Dal campanile della cattedrale di Ypres, rimasto miracolosamente in piedi in mezzo alle rovine, egli vede un soldato a cavallo attraversare al galoppo una zona bersagliata dall’artiglieria nemica. Sia il cavaliere che il cavallo portano una maschera antigas. Osborn paragona questa visione alle demoniache creature dipinte da Hieronymus Bosch.

In un simile inferno, il fatto che nelle ore di libertà un caporale spendesse quattro marchi per comprarsi un libro di architettura, quando tutti i suoi compagni ne approfittavano per spendere i pochi soldi disponibili con donne, Schnaps e tabacco, è considerato da Ryback come un atto di trascendenza estetica, la fuga da un mondo in cui bellezza e la raffinatezza si sono irrimediabilmente perdute. Lo provano le impronte delle dita di Hitler sulle illustrazioni – Rubens, Diana assalita dai satiri; Botticelli, scene della Divina Commedia -, le orecchie alle pagine e le sottolineature sui vari passaggi.

Il sergente della Compagnia Max Amann racconta che quando riscontrava un sovrappiù di fondi nel budget del reggimento, sapendo quanto poco possedesse il caporale austriaco glieli offriva, ottenendo però sempre un cortese rifiuto: Hitler gli diceva di dare quei soldi a chi ne avesse più bisogno di lui. Quando alle tre di notte occorreva un portaordini e Amann chiedeva chi si presentasse volontario, era sempre Hitler a farlo. Amann esclamava: “ancora voi!” e Hitler rispondeva: “lasciate dormire gli altri – a me non importa”. Questi episodi sono parte del libro scritto dall’ufficiale veterano, Adolf Meyer, sulle memorie di guerra e intitolato Con Adolf Hitler nel Reggimento della Riserva di Fanteria Bavarese 16 List. Meyer nel 1934 offrì il libro a Hitler che lo conservò nella sua libreria.

Il giovane Hitler non era mai stato a Berlino, ma se ne era entusiasmato attraverso il libro di Osborn (L’antica Grecia sul suolo di Prussia). Era tuttavia critico su alcuni aspetti architettonici della città (“Guglielmo II aveva certamente gusto, purtroppo si trattava di un gusto orribile”). Hitler prevedeva che un giorno Berlino sarebbe stata “la Capitale del Mondo”. Un altro libro ritrovato è la guida di Bruxelles. Si ritiene che Hitler ne sia entrato in possesso nel luglio 1916, dopo la battaglia nella Foresta delle Argonne. Egli riuscì ad andare a Bruxelles per una settimana, seguendo le visite indicate nella guida. Da Bruxelles inviò una cartolina ad un camerata dell’RIR16: “Questa è la più bella visita che io abbia mai fatto, nonostante la pioggia che è caduta ininterrotta”.

Nell’ottobre del 1916, dopo 18 mesi nei pressi di Fournes (la cui cascina adibita a caserma egli fissò nei suoi acquerelli) il reggimento fu trasferito sulla Somme. Subito ebbe 250 morti, 855 feriti e 90 dispersi. Hitler fu ferito alla gamba da uno shrapnel e ricoverato nell’ospedale militare di Beelitz, presso Potsdam. Scrisse: “Che cambiamento dal fango della Somme ai bianchi letti di questo miracoloso edificio!”.

Ebbe per la priva volta l’occasione di visitare Berlino e ne rimase affascinato. Fu impressionato dalla statua equestre di Federico il Grande, opera dello scultore Christian Daniel Rauch, e vi colse il “perfetto equilibrio fra classicismo e prussianesimo”.

Nel settembre 1918 viene rimandato al fronte e, nel pieno dlel’offensiva inglese con i gas viene gravemente ferito agli occhi. Viene trasportato nell’ospedale di Pasewalk in Prussia Orientale. Nel novembre, in quello stesso ospedale, apprende la notizia della capitolazione della Germania.

La storia del libro di Osborn è avventurosa. Nella primavera del 1945 il libro, assieme ad altri, venne messo al riparo in una miniera di sale presso Berchtesgaden, dove cadde nelle mani degli americani della 101° Divisione Aerotrasportata che se lo portarono oltre-Atlantico. Finì alla libreria del Congresso col N. 6885.07.

Ryback trova fra i libri del Fuhrer una copia popolare, in cattive condizioni, del Peer Gynt di Ibsen (“questo Faust Nordico”). Dietrich Eckart vi testimonia la sua amicizia per Hitler con la dedica: “Seinem lieben Freund Adolf Hitler gewidmet. Dietrich Eckart, Munchen 22 oktober 1921” (dedicato al suo caro amico Adolf Hitler. Dietrich Eckart, Monaco 22 ottobre 1921). Dietrich Eckart era l’ideologo della Thule Gesellschaft ed è considerato il mentore di Hitler. Pubblicista, ideologo, drammaturgo, inventore dello slogan che mobilitò le masse “Deutschland erwache” (Germania, ridestati!). Nacque da ricca famiglia il 23 marzo 1868 a Neumarkt nel Palatinato. Ebbe il suo primo successo con una riedizione teatrale del Peer Gynt di Ibsen che fu rappresentata nel 1914 a Berlino nel Teatro Reale. La traduzione che egli fece dal norvegese divenne la traduzione ufficiale, e sostituì la traduzione fatta dall’ebreo Christian Morgenstern, che Eckart definì “buona per una gazzetta da birreria”. La versione di Eckart fu rappresentata 183 volte.

Hitler era un ammiratore di Ibsen e identificò una parte di se stesso in Peer Gynt che, nel primo atto, grida alla madre: “Io voglio raggiungere la grandezza. Voglio fama e onori per te e per me!”. Peer Gynt parte per il mondo per realizzare i suoi sogni, attraversa l’Europa, attraversa il mare, incontra esseri umani e animali, veri e mitologici, percorre i deserti del Nord-Africa, si stabilisce in Marocco dove vive in ricchezza e splendore. Alla fine della vita ritorna in patria dove si ricongiunge a Solvejg, l’amore della sua vita. Nel catalogo dei dischi di Hitler sono elencate tre diverse registrazioni dell’opera di Edvard Grieg, che musicò il Peer Gynt negli anni 1874-1875.

Hitler attribuisce a Eckart il merito di aver identificato il collegamento fra giudaismo e bolscevismo. Da una Conversazione (un’intervista a Hitler fatta da Eckart nel 1923) si evince che Hitler attribuisce agli ebrei gli eccessi della Chiesa cattolica: la vendita delle indulgenze era un’evidente “pratica” di ispirazione giudaica. Egli ritiene inoltre che le Crociate sarebbero state orchestrate dagli ebrei per sottrarre la Palestina al dominio islamico e che sarebbero costate alla Germania 6 milioni di morti! Tale cifra è palesemente esagerata, eppure la cifra di 6 milioni era già popolare a quell’epoca: in un articolo apparso sul The American Hebrew dal 31 ottobre 1919, a firma Martin H. Glynn, già Governatore dello Stato di New York, viene addirittura usata la parola “olocausto”. Si parla di persecuzioni nei Paesi dell’Est dell’Europa e ripetutamente si indica in 6 milioni il numero di vittime ebraiche. L’articolo, torniamo a dirlo, è datato 31 ottobre 1919! Nasce il dubbio che in qualche linguaggio segreto, simbolico, la cifra di 6 milioni voglia soltanto dire “molti”. La usa il giornalista Glynn nel 1919, la usa Hitler nel 1923, e ancora oggi, nel 2009, suona stranamente familiare.


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Scrive sempre Dietrich Eckart che Lutero si espresse già molto chiaramente sugli ebrei: “Lutero ci ha incoraggiato a bruciare le sinagoghe e le scuole ebraiche, e a buttare terra sulle loro macerie in modo che nessun essere umano possa più vedere una pietra, o le ceneri di esse”.

Hitler su tali misure aveva delle riserve: “Bruciare le loro sinagoghe non darebbe un gran vantaggio. La realtà è che, anche se non fosse mai esistita una sinagoga, o una scuola giudaica, o un Vecchio Testamento, o un Talmud, lo spirito giudaico continuerebbe ad esistere e ad avere i suoi effetti. Questo rotolarsi nello sporco, quest’odio, questa malizia, quest’arroganza, quest’ipocrisia, questo cavillare, questo incitamento all’inganno e al delitto, è forse una religione? Allora nessuno sarebbe più religioso del demonio stesso! L’essenza del giudaismo è il carattere dell’ebreo!”.

Hitler aveva negli scaffali della sua libreria il Don Chisciotte, i racconti di Fenimore Cooper, il Robinson Crusoe di Daniel Defoe, il Viaggio attraverso il deserto di Karl May e i resoconti dei viaggi avventurosi del grande esploratore svedese Sven Hedin in Asia Centrale, Cina, Tibet. La sorella di Hitler, Paula, scrive che nella sua gioventù Hitler menzionava spesso con ammirazione il nome di Sven Hedin. Il destino volle che, negli anni successivi, tale ammirazione si dovesse sviluppare un una sincera amicizia tra i due uomini.

Sven Hedin dedicò a Hitler una copia del suo libro L’America nella lotta dei continenti. Se ne può comprendere l’influenza dalla lettera calorosa che Hitler scrisse a Sven Hedin il 20 ottobre 1942 per ringraziarlo, e che è giunta con la documentazione ritrovata da Ryback. Nel libro sopra citato egli raccomandava agli Stati Uniti di non lasciarsi coinvolgere nelle guerre europee e sosteneva che era stato proprio Franklin D. Roosevelt nel 1939 a far precipitare l’Europa nella guerra, e non certo Hitler. Nella lettera citata Hitler lo ringrazia per le sue affermazioni sulla responsabilità della guerra, e tuttavia si dice felice che la Polonia non abbia accettato le sue condizioni, perché ciò avrebbe concesso alla Russia più tempo per riarmarsi contro la Germania. Hitler invitò ripetutamente Sven Hedin al Reichstag ed ebbe sempre di lui il massimo rispetto.


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Otto Dickel era un professore di filosofia ad Augusburg ed è l’autore del libro La Rinascita dell’Occidente, scritto anche per contrastare le tesi del ben più noto Il Tramonto dell’Occidente di Oswald Spengler, pubblicato nel 1918 (1° volume) e nel 1922 (2° volume). Dickel sosteneva che il Nazionalsocialismo, assieme al socialismo economico e all’antisemitismo poteva far risorgere la cultura europea. La “tirannia degli ebrei”, sosteneva Dickel “è la più grande minaccia non solo per la Germania, ma per tutto il continente europeo. La questione ebraica non può essere più importante per alcune persone e meno importante per altre. E’ una questione fondamentale per tutto l’Occidente perché i giudei controllano la stampa, le arti, le università, e influenzano così l’anima del popolo (la “Volksseele”)”. La soluzione proposta da Dickel è quella di “liquidare questi meccanismi di controllo degli ebrei”; “sono gli Ariani che devono informare ed istruire gli altri Ariani”. Il giornale Valkischer Beobachter raccomandava che La Rinascita dell’Occidente sia letto da tutti i veri nazionalisti tedeschi. Il libro di Dickel era parte della biblioteca di Hitler, che però l’aveva dichiarato “spazzatura”. In effetti il libro giudicava Karl marx un “idealista”, difendeva la Repubblica di Weimar e proponeva una forma assai blanda di antisemitismo, suggerendo che l’economia tedesca dovesse rimanere in mani ebraiche! Hitler era pronto ad abbandonare un Partito che accettasse tali idee. Nel nascente Partito di allora si pose la scelta: Hitler o Dickel. Il 13 luglio 1921 Anton Drexler, allora Presidente del partito, incaricò Eckart di convincere Hitler a rientrare. Eckart era irremovibile nel suo appoggio a Hitler e pubblicò un veemente articolo sul Volkischer Beobachter in suo favore. Il 10 settembre 1921 Hitler divenne presidente del Partito al posto di Drexler ed espulse Dickel dal Partito Nazionalsocialista.

Fin da quegli anni l’interesse bibliografico di Hitler è testimoniato da varie fotografie scattate dal futuro fotografo ufficiale del Reich, Heinrich Hoffmann, nell’appartamento di Hitler in Thiersch Strasse 41 a Monaco, dove il Fuhrer è ripreso di fronte agli scaffali pieni di libri della sua biblioteca. Ancora più significativi sono i libri stessi. Delle migliaia di libri di Hitler attualmente a Washington, Providence e altrove, Ryback ne ha trovati almeno 40, datati ai primi degli anni Venti: biografie di Giulio Cesare, di Federico il Grande, di Immanuel Kant, un’edizione del 1919 del testo di Heinrich Class Storia della Germania, documenti sulle responsabilità dell’Inghilterra nello scatenamento della Prima Guerra Mondiale, una traduzione del 1918 del testo Nazionalismo dell’indiano Rabindranath Tagore, premio Nobel per la letteratura nel 1915.

Non mancano i classici dell’antisemitismo: I fondamenti del 19° Secolo di H. S. Chamberlain, la traduzione in tedesco del testo di Henry Ford L’ebreo internazionale – il principale problema mondiale, e ancora, Lutero e gli ebrei, Goethe e gli ebrei, Schopenhauer e gli ebrei, Wagner e gli ebrei, nonché antologie dell’antisemitismo da Lutero a Emil Zola, Il mio risveglio politico di Anton Drexler, il testo di Gottfried Feder Manifesto per combattere la schiavitù dell’interesse da capitale.

Fra i libri appartenenti a Hitler attualmente nella biblioteca del Congresso di Washington si trovano anche 12 copie del Mein Kampf. L’edizione più antica è del 1926: si tratta di due volumi rilegati in cuoio con incisioni in oro e con la scritta “Vi sono 500 copie di questa edizione di lusso firmate dall’autore”. Altre edizioni numerate sono del 1927 e non mancano sei copie del Mein Kampf in alfabeto Braille, per i ciechi, in sei volumi. Sono grandissime e ogni volume deve essere sollevato con due mani. Le copie del Mein Kampf giunte a Washington sono state con ogni probabilità prelevate dagli americani nell’estate del 1945 dal Centro Editoriale del Partito Nazionalsocialista, che era l’ufficio di Dietrich Eckart alla Tierschstrasse 11, e sono stati erroneamente attribuite alla biblioteca di Hitler. Solo due copie del Mein Kampf sono certamente appartenenti alla sua biblioteca, un’edizione del 1930 e una del 1938, con annotazioni manoscritte del Fuhrer. Assieme ad esse, prelevato nel Fuhrerbunker da Albert fresson, si trovano anche il testo dello storico svizzero Jacob Burckhardt Riflessioni sulla storia del mondo con la dedica della moglie di Burckhardt “al mio amico e Fuhrer – 24 dicembre 1934”. La presenza di questi libri nella biblioteca di Hitler suggella il concetto di Ryback, ossia che l’autore preserva se stesso in un libro che è, a sua volta, preservato nella propria biblioteca.

E’ noto che Hitler scrisse il Mein Kampf durante la detenzione nella prigione di Landsberg. Ivi lesse Schopenhauer, Marx, Nietzsche, lo storico von Treitschke e Otto von Birmarck, ma nessuno di questi libri è stato ritrovato da Ryback tra i libri sottratti dalla biblioteca di Hitler.

Non amava Gandhi. Disse: “Secondo me l’ammirazione per Gandhi è una perversione razziale”.

Fu ritrovato il testi Zur freude del chirurgo-scrittore Karl Ludwig Streich, su felicità, bellezza, creatività, genialità e immortalità con molte annotazioni di Hitler. In particolare sottolineò la frase “I geni sono riconosciuti soltanto dopo la loro morte, specialmente in Germania”.

Si è speculato molto sulle fonti del Mein Kampf. A parte le influenze di Dietrich Eckart, di Houston Stewart Chamberlain, di Lagarde, di Rosemberg e di altri, si possono con più evidenza rinvenire nel Mein Kampf le tracce dell’opera Tipologia razziale del popolo tedesco dell’antropologo razzista-nazionalista Hans F. K. Gunther (noto come “Rassen-Gunther”).

Certamente ebbe influenza anche la traduzione del libro di Henry Ford The International Jew. Ryback cita l’articolo del New York Times del dicembre 1922: “Sulla parete dietro la poltrona di Hitler vi è una grande fotografia – si tratta di Henry Ford”. “Nell’anticamera vi è un grande tavolo ricoperto di pubblicazioni, molte delle quali sono traduzioni dei libri di Henry Ford”. Il primo testo di Ford tradotto in tedesco, disponibile in Germania fu L’ebreo internazionale – un problema mondiale. Baldur von Schrach lo lesse da ragazzo e dichiarò di essere subito divenuto un convinto antisemita.

Hitler scrive che Ford era un genio creativo che si opponeva all’emergere degli ebrei negli USA: “Ogni anno gli ebrei si presentano come i capi di una forza lavorativa di un popolo di 12° milioni di uomini. Un solo uomo rimane indipendente e si oppone ad essi, con loro grande rabbia”. Ford a sua volta scrive: “La Germania, con la possibile eccezione degli Stati Uniti, è la nazione al mondo più minacciata dagli ebrei. Essi detengono le principali industrie, le finanze, il futuro della Germania. Questa presa non si è allentata. E’ rimasta inamovibile”.

Quando dissero a Ford che i Protocolli dei Savi Anziani di Sion dovevano essere considerati come uno studio romanzato e non come vera storia, egli disse che non importava nulla, perché ciò non alterava la verità del contenuto. Hitler era dello stesso parere: “E’ del tutto indifferente da quale cervello ebraico i Protocolli siano nati. La cosa importante è che, con terrificante realismo, essi svelano la natura e le attività dei giudei ed espongono i loro fini ultimi”.

Nella prima fase del Mein Kampf è romanticamente riassunta la visione politica del Fuhrer: “Una sorte benevola ha voluto che il Destino mi assegnasse come luogo di nascita la cittadina di Braunau-an-der-Inn. Essa si trova alla frontiera fra due Stati tedeschi, la cui riunificazione, almeno a noi più giovani, appariva fin d’allora come la missione della nostra vita, da raggiungersi con ogni possibile mezzo”. Da notarsi che in una prima bozza scritta nel carcere di Landsberg e ritrovata da Ryback, Hitler usò l’insolita parola “Vorbedeutung” per definire la “circostanza” del suo luogo di nascita. La parola significa “premonizione”, “predestinazione”.

“La Riunificazione”, scrisse Hitler poche righe dopo, “non è da intendersi in senso economico o sociale, bensì razziale. Lo stesso sangue deve ritrovarsi nello stesso Stato”.

Il manoscritto del primo volume del Mein Kampf fu completato il 16 ottobre 1924 con la dedica a Dietrich Eckart “per essersi votato al risveglio della nostra gente con gli scritti, col pensiero, con le azioni”.

Nella biblioteca dell’Università di Harvard, reparto “libri rari”, Ryback ha trovato tre copie con dedica manoscritta di Hitler, inclusa una copia (n.144) dell’edizione originale, datata novembre 1942.

La successiva opera letteraria di Hitler fu dedicata alle sue esperienze durante la Prima Guerra Mondiale, ma il libro non giunse mai al termine. Ernst Junger nel 1926 gli mandò una copia di Feuer und Blut (Fuoco e Sangue) con la dedica “al Fuhrer nazionale Adolf Hitler”. Junger era l’autore di Tempeste d’acciaio – La guerra come esperienza interiore e aveva dimostrato che il veterano era la voce più forte del soldato di prima linea, in contrasto con la letteratura pacifista di quegli anni come Niente di nuovo sul Fronte Occidentale di Erich Maria Remarque.

Del testo di Hitler, mai giunto alla pubblicazione, abbiamo però testimonianze nelle lettere che egli inviò all’amico di Monaco Ernst Negg, dove descrive le sue esperienze di ventiseienne al battesimo del fuoco, le marce notturne, l’artiglieria nemica, gli inglesi che “sbucano come formiche, e quelli che non si arrendono vengono uccisi”. Hitler ha sottolineato inoltre molti passaggi del libro di Junger. E’ possibile che i testi di Junger, magistralmente scritti sul tema della guerra, possa aver indotto Hitler a rinunciare ad aggiungere un suo libro su questo argomento. E’ altrettanto importante osservare che la carriera politica stava ormai assorbendo tutto il suo tempo. Come scrisse a Sigfried Wagner nonché nella prefazione del Mein Kampf, egli era “un uomo di azione politica e non di parola scritta”.

Nella primavera del 1945 Hitler inviò il suo aiutante Julius Schaub a Monaco con l’incarico di distruggere tutti i propri manoscritti, lettere, documenti privati, ecc. Christa Schroder, segretaria di Hitler, ricorda di avere visto Schaub distruggere i documenti “con l’aiuto di due taniche di benzina”, cancellando così la maggior parte della vita privata di Hitler,…ma non tutta! Hitler aveva dimenticato (e Schaub non poteva saperlo) che quindici anni prima aveva dato una copia del suo quarto progetto di scrittore (Mein Kampf 1° e 2° volume, e Ricordi di Guerra) all’editore Eher Franz (Eher Verlag) di Monaco. Si tratta di un testo ingiallito di 324 pagine manoscritte.

Il memorandum del Capitano Paul M. Leake dell’esercito americano (American Signal Corp) precisa che il testo fu ritrovato alla Tierschstrasse 11 e venne identificato come “Target No. 589”. Inoltre: “Il Sig. Joseph Berg, che abita alla Scheubner-Richter-Strasse No. 35 di Monaco, e che era il direttore tecnico della casa editrice, ci consegnò il manoscritto di un testo non pubblicato di Hitler, scritto circa 15 anni prima e tenuto in cassaforte. Il Sig. Berg disse di avere ricevuto precisi ordini di non stamparlo né di mostrarlo ad alcuno”.

Ciò significa che alla data del 1928 Hitler, trentanovenne, aveva già maturato quattro anni di esperienza come autore di scritti politici. In questo testo la prima frase è: “Nell’agosto 1925, scrivendo la Seconda Parte del “Mein Kampf”, espressi i principi fondamentali di politica estera della Germania nazionalsocialista, sebbene in forma piuttosto concisa”. Hitler intendeva fornire in questo libro una visione più ampia sul ruolo della Germania nel mondo, così trasformando il Mein Kampf in una trilogia integrata: il primo volume su Hitler stesso, il secondo volume sul Partito Nazionalsocialista in Germania, il terzo volume sul ruolo della Germania nel mondo.

Nelle elezioni del 1928 il Partito nazionalsocialista subì un’amara sconfitta, raccogliendo meno del 3% del voto nazionale. Nei suoi diari Goebbels definì quella situazione nella primavera del 1928 come “trostlos” (desolante). La ragione di ciò scava nella intelligente politica del Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar, Gustav Stresemann. Nel 1924 egli negoziò il cosiddetto “accordo Dawes” che di fatto eliminava l’obbligo delle assurde riparazioni che la Germania avrebbe dovuto pagare secondo il Trattato di Versailles e che condusse alla disastrosa inflazione del 1923. In queste complesse trattative Stresemann fu assistito dal Presidente della Banca del Reich, Hjalmar Schacht, futuro Ministro delle Finanze di Hitler. (L’autore di questo articolo, allora studente universitario, ricorda di aver conosciuto Hyalmar Schacht a Torino nel 1954).

L’anno successivo Stresemann firmò il Patto di Locarno, favorendo la riconciliazione della Germania con i suoi ex nemici, in particolare con la Francia, e per questa zione gli fu assegnato il premio Nobel per la pace.

Nel suo terzo libro Hitler sviluppa il concetto che la sopravvivenza dello spirito presuppone la continuazione e la selezione della razza, in pieno accordo con il pensiero darwiniano.

Quando compì il 39° anno ricevette il libro scritto da Maria Grunewald La visione della Germania di Fichte, dedicato al “riverito Fuhrer”. Il libro descrive vite di fanciulle ariane e di indomiti guerrieri, con titoli come Sulla Bellezza, Gli Dei della Luce combattono le Forze delle Tenebre e riflette la visione di Fichte sul ruolo dell’individuo nella società. Si riscontra l’influenza della Grunewald nel terzo volume. Quando lo completò nel luglio 1928, Hitler andò in vacanza all’isola di Helgoland, assieme alla sorella Angela, alla nipote Geli e a Goebbels. Quando ritornarono Max Amann andò a Monaco col manoscritto e lo rinchiuse nella cassaforte della Tierschstrasse 11, dove sarebbe rimasto per 17 anni.

Gli eventi cambiarono radicalmente nel 1929: Stresemann subì un attacco di cuore il 3 ottobre e tre settimane dopo la borsa di New York crollò causando la grande depressione, con conseguenze anche sulla Germania. Hitler non si dedicò più alla scrittura, ma solo alla politica e tre anni dopo divenne il Cancelliere della Germania.
Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:09
LA BIBLIOTECA DI HITLER - PARTE 2

L’accrescimento della biblioteca di Hitler, dapprima lento, perché entravano nella biblioteca solo i libri da lui acquistati, fu poi più rapido, specie quando divenne Cancelliere e si trasferì alla Prinzregentenplatz 16/11 di Monaco.

Nel 1927 Goring gli regalò una sua biografia Goring – Riassunto di una vita con la dedica “in stima e lealtà”. Himmler gli diede due suoi libri: uno nel 1934 Voci dei nostri Antenati e un altro nel 1938 Morte e immortalità nella visione del mondo indo-germanico. Quest’ultimo fu un dono natalizio, ma Himmler, per evitare nella dedica di scrivere la parola “Natale”, scrisse la data come “Julfest”, festività pagana!

Per il 44° compleanno del Fuhrer, Baldur ed Henriette von Schirach gli regalarono un libro di antiquariato in due volumi sulla sua città natale di Braunau-an-der-Inn. Henriette von Schirach, nata Hoffmann, era la figlia del fotografo di Hitler ed egli la conosceva fin da bambina quando la chiamava “il mio raggio di sole”. La ragazza sposò più tardi Baldur von Schirach e rimase sempre in amichevoli rapporti con Hitler, fino al noto episodio che anche Ryback riporta: in una serata al Berghof, Henriette von Schirach, reduce dall’Olanda, dice al Fuhrer di aver assistito al rastrellamento di ebrei olandesi e aggiunge: “Sono sicura, mio Fuhrer, che voi non potete sapere nulla di ciò…”. La faccia di Hitler si irrigidì, si alzò e le disse: “Voi siete una sentimentale, signora von Schirach! Cos’hanno a che fare con voi quegli ebrei olandesi?” Henriette lasciò la sala e le fu consigliato di lasciare subito il Berghof. Non incontrò mai più Hitler. Per comprendere il livello della sua fede nazionalsocialista è il caso di ricordare che quando il marito venne condannato a 20 anni di reclusione a Norimberga, Henriette chiese subito il divorzio.


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Leni Riefenstahl dedicò a Hitler due volumi di fotografie tratte dai suoi documentari Il trionfo della volontà, la cronaca cinematografica del Congresso di Norimberga del 1934, e Olympia sulle Olimpiadi di Berlino del 1936, uno in occasione del Natale 1936 e l’altro in occasione del Natale 1937. Ryback ha inoltre ritrovato un terzo volume dedicato a Hitler “con gratitudine ed eterna lealtà”, rilegato in cuoio rosso, intitolato La bellezza nei Giochi Olimpici con inquadrature degli atleti più belli, sia uomini che donne, e con una grande fotografia di Jesse Owens con la scritta “L’uomo più veloce del mondo”. E’ questa l’ennesima riprova che Hitler non aveva alcuna avversione verso questo atleta nero americano, perché altrimenti l’attentissima Riefenstahl non avrebbe incluso la sua foto in un libro dedicato al Fuhrer. Il contributo più importante alla biblioteca del Fuhrer fu però dato dalla Riefenstahl con il dono dell’opera completa del filosofo tedesco Johann Gottlieb Fichte (1762-1814) così dedicatagli in data 20 giugno 1933: “Al mio caro Fuhrer con la più profonda stima”.


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Hitler disse una volta al suo caro amico e confidente Hans Frank di avere avuto sempre con sé nelle trincee della guerra il libro di Schopenhauer Il mondo come volontà e rappresentazione. Che Hitler conoscesse Schopenhauer risulta anche dalla citazione che egli ne fece nel Mein Kampf quando riporta la definizione fatta da Schopenhauer dell’Ebreo: “Il gran maestro della menzogna”. Ryback ha ritrovato nella biblioteca di Hitler un testo di Schopenhauer, ristampato nel 1931. Un’ulteriore conferma della devozione di Hitler verso Schopenhauer è data dal busto del filosofo che egli teneva sulla scrivania al Berghof.

Hitler possedeva la prima edizione delle opere di Nietzsche, 8 volumi pubblicati fra il 1903 e il 1909, ma solo un libro fu ritrovato nel Bunker; il testamento politico di Nietzsche.

Secondo Dietrich Eckart, Nietzsche sostituì Schopenhauer sempre più nei concetti come “La volontà di potere di Herrenvolk” (Popolo di Dominatori), la lotta per la vita eroica, la lotta contro l’educazione reazionaria, contro la filosofia cristiana e contro l’etica basata sulla compassione.

La Riefenstahl riporta invece una conversazione con Hitler che suggerisce una diversa interpretazione. Egli diceva “Nella mia gioventù non ho avuto modo di procurarmi un’istruzione adeguata. Ora ogni notte leggo uno o due libri, anche quando vado a letto molto tardi. Quando una persona “dà”, deve anche “ricevere”, e io ricevo ciò di cui ho bisogno dai libri che leggo”. La Riefenstahl gli chiese a questo punto quali autori preferisse, e Hitler disse: “Schopenhauer”. E lei: “non Nietzsche?”. Hitler rispose: “Non posso veramente trarre molto da Nietzsche. Egli è più un artista che un filosofo. Non possiede l’intelligenza chiara come il cristallo di Schopenhauer. Naturalmente stimo Nietzsche. Egli impiega la più bella lingua tedesca di tutta la nostra letteratura, è un genio, ma non è la mia guida!”. Dietrick Eckart ha identificato in Fichte, Schopenhauer e Nietzsche il triunvirato filosofico del Nazionalsocialismo.


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La biblioteca di Hitler include circa quaranta volumi dedicatigli fra il 1919 ed il 1935 dall’editore Julius Friedrich Lehmann, uno dei più generosi donatori della biblioteca ed altresì l’architetto della scienza nazionalsocialista del razzismo biologico. Nelle sue dediche Lehmann definisce questi libri “e pietre miliari del movimento nazionalsocialista”. Essi sono in effetti il compendio dell’ideologia etica, estetica, sociale, politica, legale ed economica del Nazionalsocialismo. Nel primo volume di una serie intitolata Dottrina dell’eredità umana e dell’igiene razziale la dedica a Hitler è la seguente: “Ad Adolf Hitler, come importante contributo all’approfondimento delle sue conoscenze. Con amicizia J. F. Lehmann”. Secondo Eckart, Lehmann fu uno dei primi sostenitori dei movimenti nazionali a riconoscere il potenziale politico di Hitler. Lehmann ha fornito libri con dedica a Hitler anno per anno, per più di un decennio, riempiendo i mobili-libreria sia dell’appartamento alla Tierschstrasse che della successiva residenza al Prinzregentenplatz. Fra di essi Ryback ha ritrovato la traduzione del classico trattato di Madison grant del 1916 La base razziale della Storia d’Europa. La copia di Hitler, del 1925, reca la dedica di Lehmann “con amicizia”. Seguono i libri di Hans F. K. Gunther sull’identità ariana.

In conclusione, il compendio dei libri donati dall’editore Lehmann costituisce non solo la parte centrale della biblioteca di Hitler e la base del suo mondo intellettuale, ma anche il fondamento ideologico del Terzo Reich. Per il suo contributo al successo dell’ideologia nazionalsocialista Hitler decorò Lehmann col distintivo d’oro del Partito, il massimo riconoscimento politico dell’epoca.

Un’interessante notizia storica è legata alla scoperta dell’espressione “Terzo Reich” (Das dritte Reich). Essa proviene dal titolo di un libro di Arthur Moeller Bruck precisamente Das dritte Reic, dedicato a Hitler nel novembre 1924, nel primo anniversario del fallito putsch di Monaco. E’ stato altresì ritrovato da Ryback un volume di Paul Lagarde, ristampato nel 1934, costituito da una raccolta di scritti antisemiti del XIX secolo, con un centinaio di pagine cariche di annotazioni manoscritte di Hitler.


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Hitler era capace di assimilare prodigiose quantità di informazioni e di richiamarle alla memoria, su di una serie sconfinata di argomenti che spaziavano dalla produzione di carri armati alle opere teatrali. Una sera, dopo aver ascoltato Hitler dissertare sulla qualità delle opere di Schiller in paragone a quelle di G. B. Shaw, Goebbels scrisse nel suo diario: “Quest’uomo è un genio!”. L’amico di gioventù Kubizek (vedi L’Uomo Libero n. 53), impressionato dalla capacità di lettura e di assimilazione di Hitler, scrisse che Hitler non leggeva per distrarsi o per piacere, ma che per lui la lettura era un lavoro “estremamente serio”.

Uno strumento di consultazione era la Grande Enciclopedia Brockhaus in 20 volumi, pubblicata fra il 1928 e il 1934. Egli consultava anche l?enciclopedia Meyer’s. Per acquistare la certezza su di una informazione, sia sulla lunghezza di un fiume, o su di un episodio della vita di Napoleone, consultava sempre entrambe le fonti per vedere se vi erano discrepanze. Questo fu raccontato a Ryback dall’ultima segretaria di Hitler, Christa Schroder. Nel testo di Lagarde (520 pagine) è riportato con enfasi il concetto di Fichte che “gli ebrei non possono essere assimilati”. E sottolinea la frase: “Poiché io conosco i tedeschi non posso immaginare che agli ebrei sia permesso di vivere in mezzo ad essi”. Scrive ancora Lagarde: “Nonostante il loro desiderio di essere equiparati ai Tedeschi non esitano a mostrare la loro estraneità anche nelle costruzioni delle sinagoghe. Cosa vuol dire costruire in stile pseudo-moresco i luoghi di culto, se non per sottolineare l’appartenenza alla razza semitica e asiatica?”. Hitler sottolinea il concetto di Lagarde sulla responsabilità di essere Tedeschi: “Ognuno di noi diviene un traditore della nazione se non realizza e non rispetta la propria responsabilità verso l’esistenza, la felicità ed il futuro della Patria in ogni istante della vita. Ognuno di noi è un eroe ed un liberatore se invece agisce in tal modo”.

Si può dire che dopo il 1933 le annotazioni di Hitler sui libri donatigli da Lehmann assunsero la rilevanza di una Dottrina di Stato.


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Nel 1936 il vescovo austriaco Alois Hudal scrisse il libro I fondamenti del Nazionalsocialismo. Due copie con la dedica a Hitler furono ritrovate nella sua biblioteca. Uno solo di questi libri sembra sia stato letto, almeno per le prime sedici pagine, ed è privo di annotazioni a margine.

Questo libro è la testimonianza di un dilemma spirituale nel mondo dei cattolici tedeschi. La tesi ivi sostenuta da Hudal, con dottrina e intelligenza, era quella di dimostrare l’affinità, se non addirittura l’identità ideologica e spirituale, tra Cattolicesimo e Nazionalsocialismo. Entrambe le dottrine includono il concetto di obbedienza incondizionata all’Autorità, poiché il “Fuhrerprinzip” costituisce l’aspetto secolare del dogma dell’infallibilità del Papa. Inoltre sia i Cattolici che i Nazionalsocialisti provano una profonda avversione per gli ebrei. Hudal osserva che già nel XIII Secolo S. Tommaso d’Aquino nel suo trattato De regimine judaeorum ammonisce le genti sulla tendenza degli ebrei a dominare il mondo. Hudal sostiene che se i nazionalsocialisti potessero essere persuasi a sostituire il loro “antisemitismo” con l’”antigiudaismo”, ossia di avversare gli ebrei per la loro religione e non per la loro razza, l’unione del Cattolicesimo col nazionalsocialismo costituirebbe su tutto il Continente Europeo il più forte baluardo contro la minaccia del Bolscevismo. Hudal cita l’allora Ministro degli Esteri sovietico Molotov che avrebbe detto che “la più grande minaccia per il Comunismo sarebbe costituita dalla fusione del Fascismo col Cattolicesimo” (come noto nel linguaggio sovietico non viene mai usata la parola “Nazionalsocialismo” bensì solo la parola “Fascismo”, per non dare ai compagni sovietici una bieca visione del “Socialismo”).

Nell’autunno del 1934 Hudal si recò nientemeno che dal Papa Pio IX in vaticano per sottoporgli il manoscritto. Il Papa disse a Hudal, senza mezzi termini, che stava commettendo un errore immenso poiché “non vi era nulla di spirituale nel Nazionalsocialismo, che altro non era che colossale materialismo”. Il Papa gli disse che non credeva ad un accordo fra il cattolicesimo ed il Nazionalsocialismo, ma non gli vietò la pubblicazione del libro ed, anzi, gli avrebbe augurato “buona fortuna” per la sua iniziativa.

Un altro personaggio che credeva di conoscere Hitler era Franz von Papen (Cancelliere del reich nel 1932, Vice-Cancelliere nel 1933-34, Ambasciatore ad Ankara fino al 1944). In quanto cattolico praticante e, come Hitler, austriaco. Von Papen era già allora una specie di democristiano ante-litteram. Hudal si rivolge a lui per sondare la posizione del Partito sul suo testo, nella speranza di ottenerne l’appoggio ufficiale. Von Papen fu entusiasta del progetto di Hudal. L’8 giugno 1936 lo presenta a Hitler e a Goebbels raccomandandone caldamente l’ufficializzazione da parte del Partito. Mentre in un primo momento Hitler sembrò essere positivamente interessato al progetto, il sottile, diffidente, intelligentissimo e sospettoso Goebbels non lo fu affatto. Suggerì diplomaticamente al Fuhrer di richiedere diverse modifiche, sottolineando che un compromesso fra il Nazionalsocialismo ed il Cattolicesimo avrebbe fortemente “annacquato” l’ideologia nazionalsocialista che ha le sue radici nel “razzismo scientifico”. Hitler comunque non vietò la pubblicazione del libro ed il 3 novembre 1936 Hudal gli dedicò la prima copia con la scritta: “Al Fuhrer della Resurrezione Germanica, al Sigfrido della speranza e della grandezza tedesca”. Alle critiche di Goebbels si unì ora anche Bormann e von Papen si lamentò in seguito che le opportunità per una aperta discussione ed una sponsorizzazione del libro sarebbero state “sabotate”. Nello stesso tempo il vaticano si distanziò nettamente dal suo contenuto, dichiarando che si trattava di una personale iniziativa del vescovo Hudal. Sembra addirittura che Pio XI abbia avuto la tentazione di metterlo all’Indice, e che non lo abbia fatto perché sarebbe stata la prima volta nella Storia della Chiesa che il libro di un Vescovo cattolico finiva all’Indice. Hudal si disperò, cadde in depressione, cercò di farsi ricevere dal Papa, ma senza successo. Gli stessi vescovi tedeschi definirono Hudal “il vescovo nazista”, il Cardinale Faulhaber lo definì “il teologo di corte di Hitler”. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Hudal fu mandato in un remoto monastero dove si consolò col motto latino “habent sua fata libelli” (i libri hanno un loro destino).


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In quegli stessi anni Hitler dovette occuparsi anche di un altro libro, di stampo opposto rispetto al Cristianesimo, il quale vi veniva combattuto in ogni suo aspetto. Si tratta de Il mito del XX Secolo di Alfred Rosemberg. Il libro sosteneva la sterilizzazione, la poligamia e la propagazione del 5° Vangelo secondo il quale Gesù sarebbe stato un profeta fanatico, volto alla distruzione e alla vendetta. Rosemberg sostiene che San Paolo fosse un agente degli ebrei, che operava al fine di schiavizzare i popoli d’Europa sotto il manto del Cristianesimo. In effetti, Saul, o Paolo di Tarso, noto infine come San Paolo, era un ebreo ortodosso, intelligente e cosciente, il quale vide nella nuova, ultima setta ebraica, detta cristiana, lo strumento più potente per compiere la “missione” del popolo ebraico, ossia quella di regnare sugli altri popoli, di asservirli moralmente, sfruttandoli anche economicamente. Paolo di Tarso, come scrive Nietzsche, “diede un senso nuovo ai misteri antichi”. Questo tema è trattato sul quotidiano Rinascita del 4 settembre 2009 nell’articolo Paolo di Tarso o del Cristianesimo Giudaico che riporta lo studio di Savitri Deri Mukerji (1905-1982), scritto al Cairo nel 1957 e presentato da Mauro Likar.

Il sorprendente libro di Rosemberg, da cui il Fuhrer stesso prese le distanze e che sarcasticamente definì “impenetrabile”, è in realtà un libro originalissimo, ricco di concetti storici, filosofici e culturali della massima profondità, scritti purtroppo in forma complessa e di difficile lettura. Hitler ebbe addirittura una discussione aperta col Cardinale di Monaco Faulhaber, che si lamentò che il testo di Rosemberg venisse adottato come testo di lettura nelle scuole. Il Fuhrer, per non umiliare il cardinale Faulhaber, che era in sostanza un suo amico e sostenitore, si arrampicò sugli specchi dicendo che aveva delle riserve sul libro, ma non sul suo autore Alfred Rosemberg. Aggiunse che anche la Chiesa era responsabile dell’enorme diffusione del libro perché l’aveva messo all’Indice! E’ da rilevare che Pio XI non mise all’indice il Mein Kampf perché l’autore era un Capo di Stato, e la Chiesa non intendeva aprile le ostilità col Terzo Reich su questo tema. Non mise all’indice il libro di Hudal perché, come detto, era il libro di un vescovo cattolico. Ma non esitò a mettere all’indice Il mito del XX Secolo, consacrandone così l’immensa popolarità (due milioni di copie, superate solo dal Mein Kampf). Rosemberg sostiene che la prima sconfitta dell’umanità è stata causata dal Cristianesimo, seguita quindi dal suo “figlio illegittimo”, il Bolscevismo. Essi hanno una comune matrice storico-religiosa: l’Ebraismo. Egli si chiede ancora: “Come si spiega che vi siano al mondo più di 2 miliardi di uomini (secondo le stime degli anni Trenta) e più di 170 religioni differenti? La Chiesa ha sfruttato l’esigenza dell’uomo di comprendere le forze della Natura, e ne dà la propria interpretazione, allo stesso tempo minacciando tutti coloro che non credono a ciò che essa comanda”.


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Hitler aveva interesse, come già si è visto, in innumerevoli campi della scienza, della letteratura, della filosofia, e non gli furono estranei neppure i soggetti spiritualistici e occultistici, come testimoniano i molti libri ritrovati nella biblioteca su questi soggetti. Dediche e iscrizioni si trovano sui seguenti testi: Il Regno di Dio e il Mondo Contemporaneo di Peter Maag, 1915; l’Anulus Platonis del XVII secolo, ritrovato nel settore “Scienze Occulte”; e ancora I Morti vivono nel settore “Fenomeni paranormali” del 1914, dedicato a Hitler.

Questi ultimi libri furono ritrovati nel Bunker e si trovano oggi in parte alla Brown University e altri alla Libreria del Congresso.

Negli scritti di Carl Ludwig Schleich si trovano segni a matita sul tema “relazioni fra la biologia cellulare, l’immortalità e la conoscenza umana”. Nel testo La Legge del mondo di Max Riedel, dedicato a Hitler nel 1939, è sottolineata la frase: “Nel nostro corpo risiede tutta la storia dell’umanità, a partire dalla nascita della prima stella. Attraverso il nostro corpo passa l’energia dell’universo, dall’eternità all’eternità”.

Un personaggio al servizio di Hitler, responsabile per cene, serate di gala e decorazioni delle sale, Willy Kannemberg, così gli dedicò il libro Schlieffen del Dott. Hugo Rochs, pubblicato nel 1921: “Dedicato al mio Fuhrer “ col motto “so-oder-so – Sieg Heil – 19/05/1940” Questo motto si può tradurre “con tutti i mezzi, a ogni costo”. La dedica non sarebbe stata gradita dal Fuhrer per la sua eccessiva confidenzialità da parte di un subordinato. Il libro è assai interessante e quasi profetico per quanto sarebbe poi avvenuto nella Seconda Guerra Mondiale. Il Dott. Rochs era il medico personale del Conte Alfred Schlieffen, autore del famoso piano applicato nel corso della Guerra Franco-Prussiana. Schlieffen non bombardò Parigi nel 1870 per risparmiare i civili e mise la Germania insistentemente in guardia contro il pericolo di una guerra su due fronti. Nel libro ci sono 32 annotazioni di Hitler a margine, tutte relative ai futuri eventi della campagna di Francia. In particolare si nota una spessa sottolineatura di Hitler su una frase di Schlieffen relativa a Federico il Grande, il quale era dell’avviso che in un attacco alla Francia sarebbe stato vantaggioso attaccare dal Nord attraverso i Paesi bassi e assediare Dunkerque!

Schlieffen vedeva la Germania minacciata da Francia e Inghilterra a Ovest e dalla Russia a Est. Egli era dell’avviso che si dovesse ad ogni costo evitare la guerra su due fronti, al punto che, citando nuovamente Federico il Grande, Schlieffen sostiene che occorrerebbe essere pronti a sacrificare un’importante regione come la Prussia Orientale, cedendola, se necessario, alla Russia, pur di sconfiggere Francia e Inghilterra sul Fronte Occidentale. Una volta ottenuto questo risultato sarà possibile per la Germania riprendersi le regioni cedute. Schlieffen scrive ancora: “L’esercito russo è da considerarsi comunque un esercito nemico”. Questa frase è stata pesantemente sottolineata da Hitler, e Ryback ha voluto scorgere in questa sottolineatura, su un libro ricevuto il 19 maggio 1940, il primo segno dell’intenzione di Hitler di attaccare la Russia.


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Al corrispondente da Berlino della United Press negli anni Trenta,Frederick Oechsner, già scriveva che la collezione di libri di Hitler ammontava a 16.300volumi, stima confermata recentemente da due studiosi citati da Ryback, Philip Gassert e Daniel Mattern. Oechsner scrisse a suo tempo che circa la metà dei 7.000 volumi dei quali aveva conoscenza tratta di argomenti militari. In particolare tutte le campagne napoleoniche venivano commentate da Hitler con ampie sottolineature, così come le guerre prussiane, la guerra ispano-americana scritta da Theodore Roosevelt ed il libro del Generale F. W. von Steuben, consigliere militare di George Washington nella Rivoluzione Americana, ancora oggi celebrato in America come un importante protagonista della guerra d’indipendenza dall’Inghilterra.

L’interesse di Hitler per gli argomenti militari nacque già nella prima giovinezza, quando lesse il libro di Heinrich Gerling sulla Guerra Franco-Prussiana. Scrive Hitler nel Mein Kampf: “Quell’eroica lotta divenne la mia più grande esperienza interiore. Da allora mi entusiasmai sempre di più per tutti gli argoment collegati alla guerra ed agli eserciti”. Quando lasciò la prigione di Landsberg si dedicò all’acquisto dei più vari tipi di trattati militari sugli aspetti della storia, della strategia e delle armi. Specifici trattati sui carri armati (Heigl’s Taschenbuch der Tanks, del 1935) nonché sulle navi da guerra e sugli aerei fanno parte della sua biblioteca. “Almanacchi Militari” pubblicati ogni anno dai vari Paesi venivano raccolti, letti e confrontati. Sono stati ritrovati dozzine di almanacchi inglesi, francesi e russi. Il più vecchio testo militare è quello del patriota tedesco Ernst Moritz Arndt, del 1815, un trattato sul “Guerriero Teutonico” dedicato a Hitler dalla pronipote dello stesso Arndt.
Dozzine di libri su Federico il Grande facevano parte della biblioteca, incluse le biografie di eroi militari Prussiani delle guerre napoleoniche, quali Karl von Stein e Friedrich von Bulow.

Hitler aveva memorizzato tutti i dati tecnici sulle varie armi dedotti dagli almanacchi. Conosceva i nomi e le caratteristiche di tutte le navi da battaglia del mondo. Era aggiornato su tutte le produzioni di aerei, navi, carri armati.

A differenza dei suoi generali era appassionato di Karl May e aveva studiato le guerre indiane. Egli apprezzava l’abilità tattica e l’astuzia del capo indiano Winnetou, maestro del mascheramento e nella sorpresa per sopraffare l’avversario.

Possedeva molti libri sul grande Federico II, fra cui la monumentale biografia di Thomas Carlyle, 2.100 pagine scritte fra il 1858 ed il 1865. Gli fu regalata da Goebbels l’11 marzo 1945 e gli fu effimero conforto quando ebbe notizia della morte di Roosevelt il 12 aprile. Hitler ebbe allora la breve illusione, alimentata da Goebbels, che la morte di Roosevelt avrebbe avuto per la Germania le stesse conseguenze che la morte di Caterina la Grande ebbe per la Prussia nella Guerra dei Sette Anni.

Nel bunker fu ritrovata un’edizione economica delle profezie di Nostradamus del 1628. Ryback la rintracciò alla Brown University. Si tratta di un testo curato da Carl Loog e pubblicato nel 1921. La 57° Quartina profetizza per i successivi 290 anni, ossia dal 1628 al 1918, le guerre degli inglesi contro i francesi prima e contro i tedeschi poi, quando gli inglesi si saranno alleati ai francesi. Mentre la profezia sembra includere solo la Prima Guerra Mondiale, una diversa interpretazione delle date parrebbe includere il riferimento anche alla Seconda Guerra Mondiale. Ryback esamina il libro in dettaglio e nota che non mostra segni di lettura, commenti a margine o sottolineature. I fogli sono tagliati solo fino alla pagina 42, 26 pagine prima del riferimento alla Seconda Guerra Mondiale.


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Scrive Walter Benjamin: “Lo scopo ultimo dei libri sarà quello di raccontare il collezionista, una volta che questi sia scomparso. Non solo il collezionista viene preservato dai suoi libri, ma in quelle pagine c’è l’essenza della sua stessa vita”.


Giandomenico Bardanzellu

Articolo tratto da L’UOMO LIBERO n. 68 Anno XXX del novembre 2009 pagine 63-87
Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:10
ADOLF LANZ



Adolf Lanz, noto anche come Jörg Lanz o meglio ancora come Lanz von Liebenfels, come amava denominarsi (Penzing, 19 luglio 1874 – Vienna, 22 aprile 1954), è stato un monaco austriaco, fondatore della confraternita estremista di destra Ostara che diffondeva teorie antisemite le quali furono alla base di diversi pilastri ideologici del Partito Nazista. Può essere ritenuto come l'ideale ispiratore della concezione mistico religiosa di ispirazione neopagana del Reich ripresa da Adolf Hitler con particolare evidenza nei suoi scritti sull'argomento.
Era nato presso Linz da una famiglia aristocratica sia pure decaduta, ed era entrato nell'ordine cistercense (successivamente però abbandonò i voti) e sin da giovane si era interessato ai riti esoterici legati alla cultura indiana e ad altre religioni orientali, tanto che si discostò sempre più dalla religione cristiana e i professori di teologia lo espulsero da Linz nel 1895.
In quell'anno viaggiò per l'India in cerca di una nuova ispirazione per fondare un suo ordine esoterico e durante un viaggio nei dintorni di Calcutta acquistò un anello venduto da un santone per pochi soldi dove era impresso il simbolo dello svastica, considerato un simbolo di vita eterna e per questo il simbolo supremo del predominio della casta ariana, che aveva dominato l'India fin dall'antichità.
Tornato in Austria, nel 1900 con alcuni preti protestanti scacciati dalla Chiesa, fondò un ordine, Osthara, i cui proseliti venivano annunciati e condannati non soltanto dal clero, ma anche dal governo imperiale di Francesco Giuseppe che fu tentato di mettere una taglia sulla sua testa. Von Liebenself, tuttavia, non offese gli Asburgo e perciò ebbe il permesso di continuare la sua predicazione.
Egli sosteneva che in Austria e in Germania, e in generale in tutti i Paesi del Nord Europa, esistano individui di razza ariana riconoscibili dai capelli biondi e occhi azzurri che avrebbero il compito di sterminare la razza ebraica dal pianeta. Nel 1908 fece stampare dei volantini su tutta la città di Vienna per condannare la presenza degli Ebrei in tutta l'Europa e su come abbiano contaminato la politica europea al punto da fomentare, secondo lui, lo scoppio della prima guerra mondiale. Gavrilo Princip, secondo von Liebenself, era stato mandato dagli ebrei per assassinare Francesco Ferdinando d'Asburgo-Este.
La confraternita Osthara era stata condannata da Pio X già nel 1911 in una bolla segreta dove venivano condannate tutte le sette d'Europa che erroneamente tramandavano il messaggio di Gesù Cristo.
Nel 1921 von Liebenself andò a Monaco di Baviera per estendere il suo credo. Due anni dopo fu fondato il Partito Nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi da alcuni reduci della prima guerra mondiale, come Anton Drexler, Adolf Hitler, Hermann Göring e Rudolf Hess, che conobbero di persona il leader dell'Osthara e vollero adottare la svastica come simbolo del loro partito, che in seguito fu chiamato nazista.
Nel 1933 i nazisti presero il potere in Germania e Von Liebenfels fu attivo alle riunioni del Partito fino al 1937, quando decise di tornare in Austria ad occuparsi dei suoi adepti. Si ritirò a vita privata solo nel 1946, affidando la guida al figlio quarantatreenne Fritz. Morì a Vienna ricordato solo dai suoi seguaci, ma l'Osthara continua ancor oggi la sua predicazione a Linz grazie al nipote Johannens (n. 1929) e al nipote Sebastian (n. 1962).
Il contributo storicamente più significativo si concretizza nella stesura dei Diari nei quali egli rivela le rivelazioni avute dalla dea Ostara che riecheggiano quasi un rapporto di tipo panico e panteistico con la religione concepita come un incomparabile strumento di collegamento tra i pochi uomini eletti toccati dall'illuminazione e la deità incarnata nei phaenomena. È palpabile l'influsso degli scritti dei grandi mistici asiatici da lui particolarmente apprezzati.
È anche probabile che le spedizioni organizzate dal Terzo Reich nelle sperdute regioni dell Asia centrale si ricollegassero alla speranza di trovare preziosi fondamenti storici ed etnologici della razza ariana ritenuta dal Von Liebenfels la primigenia manifestazione dell Uomo puro ed incorrotto sulla Terra, in contatto diretto con gli Dei, analogamente ad un cristiano Paradiso terrestre.
Vi è anche chi ipotizza che il Mein Kampf abbia in lui il suo effettivo scrittore relegando di fatto il futuro Fuhrer a semplice artefice dei libelli antisemiti innestati nell'opera. Tuttavia Hitler sembra ignorare nel corso degli eventi che si susseguono la persona di Lanz che troviamo vivere come tanti altri sfollati affamati nelle boscaglie intorno a Monaco negli anni della depressione economica che precedono l'avvento di Hitler. Verrà poi riscoperto da questi a partire dal 1933 venendo tuttavia progressivamente emarginato dalla scena politica, dalla quale si distaccò definitivamente nel 1937.

Gabrjel
00martedì 31 gennaio 2012 12:11
LA TEOZOOLOGIA DI JORG LANZ VON LIEBENFELS

Di Luca Leonello Rimbotti

Si è ritagliato un suo piccolo posto nella storia. Lo troviamo in tutti i libri più importanti che si occupano delle primissime origini ideologiche del Nazionalsocialismo. A volte viene descritto addirittura come quello che fornì a Hitler le idee: Jörg Lanz von Liebenfels, a metà strada fra il monaco erudito e il visionario psichedelico, fu capace di immaginare fantastici mondi da apocalisse. Dipinse lo scenario della storia come una lotta manichea tra la razza ariana luminosa e quella tenebrosa degli uomini-bestia, attingendo dalla Bibbia, da antichi testi gnostici, aramaici, greci, da dimenticati libri apocrifi e da un’infinità di dettagli archeologici e filologici, nella certezza che l’Età dell’Oro, popolata in origine da un’umanità bella e nobile, fosse degenerata nel caos della modernità a causa degli incroci umani con gli animali. In questa sua «rappresentazione zoomorfa del principio del male», come l’ha definita lo storico Goodrick-Clarke, in realtà si ritrovano antichi incubi dell’uomo. La paura della bestia, e della bestia che è in noi, ha dato vita nel tempo ad ogni sorta di proiezione.



In materia, ci sono dei piccoli classici. Ad esempio, Il Bello della Bestia di Silvia Tommasi, in cui si è ripercorso l’immaginario “bestiale” da Lovecraft a Karen Blixen. Oppure, il famoso Bestie, uomini, dèi di Ossendowski, in cui l’Asia viene popolata di presenze oscure e terribili, fino a Bestie o dei? L’animale nel simbolismo religioso, in cui, tra l’altro, Grado G. Merlo sottolineava la pratica cristiana di attribuire agli eretici i tratti dell’immondo animale. Impostazione foriera di radicalismo tra opposte fazioni ideologiche, che avrà le sue ricadute nel Novecento. E proprio a questa mentalità giudeo-cristiana di associare la bestia al demoniaco, drammatizzando così al massimo il suo già robusto dualismo di fondo, si può far risalire la febbrile volontà di Lanz von Liebenfels di giudicare la vicenda storica come un continuo processo di corruzione, attraverso la promiscuità sessuale tra uomo superiore e uomo imbestiatosi.



Adesso le Edizioni Thule Italia ripropongono il testo certo più caratteristico di Lanz, Teozoologia. La scienza delle nature scimmiesche sodomite e l’elettrone divino, a cura e con la traduzione di Marco Linguardo. Si tratta di un vero unicum editoriale. Il bizzarro titolo ci rimanda direttamente all’epoca, il 1905, in cui il libro fu scritto. Le recenti scoperte scientifiche dei raggi X e della radioattività, di cui Lanz fu un appassionato studioso, lo portarono a diventare egli stesso uno sperimentatore, ottenendo anche svariati brevetti di motori e sistemi elettrici. Ne trasse le immagini del Theozoon, l’uomo divino fornito di poteri magnetici superumani, e del suo speculare semibestiale, l’Anthropozoon.



Questa nota futuristica, unita al tradizionalismo völkisch di cui Lanz era imbevuto e all’erudizione teologica, costituirono l’esplosiva miscela di una formula ideologica pericolosamente in bilico tra fantascienza e millenarismo pangermanista. Non sarà stato comunque un caso che il giovane viennese Lanz, assunti nel 1897 i voti monacali presso l’abbazia cistercense di Heiligenkreuz, si fosse dedicato non solo alla severa esegesi biblica, ma anche all’apprendimento di un sapere razzialista direttamente appreso dal suo istitutore conventuale, l’erudito Nidvard Schlögl, biblista e orientalista allora di fama. La teoria che «la radice di tutti i mali del mondo avesse effettivamente una natura animale subumana», come dice Goodrick-Clarke, si stilizzava in Lanz nel rappresentare la lotta cosmica tra l’ordine, di cui erano detti portatori i popoli bianchi dominatori, e il caos ingenerato invece dagli orgiasmi sessuali, con cui i popoli di colore avrebbero sedotto i signori, conducendoli a crescente rovina bio-psichica.
Questa idea fissa si era rafforzata in occasione del ritrovamento, avvenuto nel 1894 nello stesso monastero in cui Lanz ricoprì anche ruoli di insegnante, di una pietra tombale medievale, in cui compariva la scena di un antico aristocratico che teneva sotto i piedi una specie di animale. Da qui insorse nell’immaginario di Lanz una ricerca ossessiva di prove, che attraverso l’arte antica, certi obelischi e bassorilievi assiri, o i bestiari medievali, testimoniassero di quella pratica di ibridazione universale, che a un certo punto si saldò a idee di rigenerazione situate in un mitico futuro, in cui l’uomo – non diversamente da quanto tratteggiato da Nietzsche, che per il suo Superuomo usò il termine di Züchtung, che significa allevamento – si sarebbe purificato da ogni impurità attraverso la pratica di una selezione dei tipi migliori.
Lasciate entro pochi anni la tonaca e l’abbazia, Lanz dal 1900 entrò in contatto con ambienti del pangermanesimo, come quelli legati a Guido von List, Theodor Fritsch e Ludwig Woltmann. Non si sa come, riuscì ad entrare in possesso del castello di Werfenstein, sul Danubio, facendone la sede dell’Ordine del Nuovo Tempio, da lui fondato. Quanto poi alla sua rivista Ostara, che veicolava l’ideologia ariosofica in un misto di teosofia, cristianesimo ariano e pangermanesimo razzista, noi sappiamo da numerosi storici, a cominciare da Fest e Kershaw, che il periodico venne letto dal giovane Hitler. E, molto probabilmente, i due, che furono a Vienna e a Monaco in anni vicini, ebbero anche modo di conoscersi. Ma Hitler divenne ben presto un politico moderno e realista, e una volta al potere lasciò indisturbato Lanz, ma fece chiudere molti circoli dell’occultismo völkisch, giudicandoli confusionari.
Effettivamente, occorre dire che esiste da sempre nell’arte e nella psicologia umana un’associazione tra la bestia e l’uomo, che è circonfusa di pesanti inquietudini. Gli studiosi si sono spesso interrogati su quelle presenze animalesche così ricorrenti un po’ ovunque, dalle divinità egizie alla tavoletta di Narmer, in cui una figura di dominatore aggioga una forma subumana, alle cattedrali gotiche, sovrabbondanti di mostruose creature animali, alle placche dorate vichinghe, in cui si vedono bestie umanoidi, fino alle rappresentazioni legate al lupo, da alcuni studiosi rovesciate in miti sovrumani: per dire, anni fa Chiesa Isnardi studiò il lupo mannaro presente nelle tradizioni europee come un’immagine del Superuomo. In ogni caso, la strana figura del monaco Lanz – che ebbe tra i suoi estimatori personaggi come Lord Kirchner, August Strindberg e autorevoli biblisti del suo tempo – rimane ancorata a un’epoca in cui il progresso scientifico e il riemergere di arcaismi occulti si fusero in maniera impensata. Creando i presupposti di un’ideologia di massa che di lì a pochi anni avrebbe salito la ribalta mondiale.

Fonte:
Tratto da Linea del 21 febbraio 2010
www.centrostudilaruna.it/teozoologia.html
Gabrjel
00domenica 5 febbraio 2012 16:42
ALLA RICERCA DEL GRAAL - 1943/1945

Dalla primavera del 1943 , la situazione per le forze dell’Asse si stava facendo sempre più critica: , oltre al conflitto vero e proprio era in atto una vera e propria guerra occulta tra forze esoteriche e nascoste completamente inconciliabili, lanciate pure rispettivamente alla ricerca di “ reliquie sacre “ universali di potere, possibilmente situate in zone geopolitiche/geomantiche di assoluta importanza per il dominio del mondo, riconosciute come tali da queste “ massonerie “ nemiche, in conflitto tra loro da molto tempo.
Una di queste zone e’ legata indissolubilmente al cuore dell’Asia : l’Himalaya , e capiremo alla fine perché nell’ambito della Seconda Guerra Mondiale occulta, non manifesta, era un luogo “ così” importante.
Estate 1943: nel giro di poco tempo , così come ci racconta il testimone Ralph Bergstresser (1) nell’estremo nord dell’India le autorità militari britanniche riescono ad arrestare diverse spie tedesche in missione segreta.
Potrebbe essere una normale retata, invece non è così. Prima di farsi catturare 3 di queste spie riescono a distruggere dei finti orologi da polso che in realtà nascondono congegni elettronici complicatissimi : sono radio potentissime ma miniaturizzate, impensabili a quell’epoca e pure sconosciute, ma non per chi le aveva ideate almeno 20 anni prima : Nikola Tesla.
Ai servizi segreti Alleati prende un vero colpo: la lotta mondiale ormai punta su concetti, tecnologie, strumenti ed oggetti che, a vario titolo, sconfinano abbondantemente nell’esoterico!
Gli Alleati lo sanno bene, e non hanno anche loro certamente la coscienza pulita: è dai tempi di Nikolas Roerich (anni ’20) e da alcune strane spedizioni degli anni ’30 che gli statunitensi puntano, per ordini dall’alto, (leggi presidente F.D. Roosevelt ed i suoi affiliati) (2) a “cercare qualcosa” tra l’Asia Centrale ed il Tibet . Avevano partecipato Ilya Tolstoy, l’esploratore Brooke Dolan ed il suo amico tedesco Ernst Schäfer…
Ma ora Schäfer, in piena guerra, è ormai membro a pieno titolo dell’Organizzazione SS per l’Eredita’ Ancestrale “ Ahnenerbe “ , con a capo Heinrich Himmler, il quale vorrebbe che in pieno 1943 il suo pupillo eroe della spedizione SS in Tibet 1938-’39 , Schäfer appunto, ritorni sugli altopiani tibetani per organizzare una grande operazione militare e di intelligence germano/tibetana contro i Sovietici.
Forse il servizio segreto inglese è arrivato appena in tempo, forse tutta l’idea di Himmler è solo una pazzia irrealizzabile, ma una cosa è chiara : chi combatte vorrà , a guerra finita, il dominio politico militare sul Tibet.
Ma perché il Tibet è così importante? Cosa c’è dietro? Si cerca qualcosa ,o piuttosto, è più importante mantenere un controllo geopolitico del territorio Himalayano per l’incerto futuro postbellico?
Lo sveleremo presto, intanto torniamo nella nostra cara e vecchia Europa, in particolare nel Sud della Francia, l’allora cosiddetta “ Francia Libera “.
A partire dall’estate 1943 Hitler ed Himmler hanno una fretta del diavolo: L’”Operazione Zitadelle “ non sta conseguendo ad Est gli effetti sperati nonostante l’impegno strenuo di tre divisioni d’elite delle Waffen SS– dare cioè un colpo di maglio sul campo militare ai Russi di modo tale da organizzare quanto meno un armistizio sul “Fronte Bolscevico”- ma tutto questo non avviene, anzi. In più sul Fronte Sud le cose vanno male, gli Italiani si stanno “ sganciando “ dall’alleato tedesco facendo arrestare Mussolini. L’Otto settembre è molto vicino.
Heinrich Himmler sente il bisogno necessario e crede fermamente che il recupero di qualche straordinario oggetto preterumano possa aiutare a modificare le sorti della guerra ma la “ Lancia di Longino” non basta più, ci vuole ben altro, il “ Graal”, qualunque cosa esso sia, insieme ad altri tesori sacri (3).
Con il mutuo soccorso delle forze tedesche e di quelle della Francia di Vichy si intraprende una missione archeologica dell’Ahnenerbe nei pressi di Montsegur che durerà circa 6 mesi. All’interno della zona delle ricerche, tra grotte e colline, vengono impediti gli accessi stradali ai cittadini francesi ed ai civili in generale.
I comuni, le zone e le grotte dell’Ariege vengono esplorate senza sosta , in particolare presso il villaggio di Caussou, la zona di Pic Saint Barthelemy e del monte Soularac (zona a Sud di Tolosa) .Altre zone di ricerca oltre a quella di Montsegur , quella di Rennes le Chateau ( Auriac, Saint Paul de Fenoullet, Embres, Castelmaure e Durban ). Infine la zona di Comus ( foresta di Basqui ) (4).
Fino a novembre 1943 risulta che non ci furono scoperte particolari, se non dei graffiti preistorici, in parte già esaminati dallo studioso Otto Rahn durante le sue peregrinazioni nelle grotte della regione dell’Ariege negli anni ’30.
Ma, da questo momento in poi la situazione si complica, con il diretto intervento del Reichsführer Heinrich Himmler ( e questo è certo ) e cominciano, da allora fino ad oggi, una nutrita serie di interpretazioni storico/fantasiose che sono soprattutto dei depistaggi.
Una prima interpretazione, abbastanza risibile e suffragata da nessuna prova concreta, è la leggenda popolare che circola ancora oggigiorno nella zona centrale della Germania: fu trovato il Graal (inteso come Calice – interpretazione classica Cristiana -) e per un breve periodo fu custodito nel castello di Wewelsburg dalle SS, per essere messo poi al sicuro, in un luogo segreto, a fine guerra.
Alcune cose provenienti da quella zona furono messe in salvo con la fine del conflitto, come vedremo, ma non certo il Santo Calice.
Una seconda, veramente assurda e sotto un certo punto di vista storico pure in mala fede, vuole mettere a tutti costi in relazione il tristemente famoso massacro di civili francesi ad Oradour sur Glane (9 giugno 1944) per opera di elementi della II Divisione Waffen SS Das Reich, con la ricerca infruttuosa del Santo Graal in quella zona!
Una terza, la più conosciuta e forse la più datata, prende in considerazione il diretto intervento nel febbraio/marzo del 1944, su ordine di Himmler, dell’eroe della liberazione di Benito Mussolini al Gran Sasso , il maggiore delle Waffen SS Otto Skorzeny ( deceduto nel 1975 ).
Personaggio di non rare capacità e dotato pure di un fascino non comune, tanto da essere stimato pure dai suoi nemici [e dopo la guerra , pure dai servizi israeliani (!), con i quali collaborò in funzione anti–egiziana negli anni ’50 (5)], Skorzeny in realtà era abilissimo a prendere in giro tutti quanti visto che, pur collaborando con gli Alleati nel dopoguerra, contemporaneamente fu anche uno dei più intraprendenti creatori dell’Organizzazione Odessa/ Spinne ( il Ragno ), associazione clandestina di mutuo soccorso per le SS in fuga all’Estero.
Ormai anziano ed in lotta con un tumore maligno, riguardo alla Rahn/Graal connection, Skorzeny rispose in una intervista concessa all’inizio degli anni ‘70 a Christian Bernadac con tali parole:
“Non ho mai conosciuto Otto Rahn, anzi penso di non aver mai sentito parlare di lui. Nè di lui né del Graal…ma tutto questo non è serio, si figuri che dopo la guerra , in Spagna, ricevevo la visita di molti tedeschi che volevano farmi dire dove era nascosto il Graal…e mi volevano dare milioni e milioni…per tornare al vostro Rahn, non cercate troppo, perdete il vostro tempo…nell’entourage di Himmler, di Heydrich, di Schellenberg, di Canaris…c’erano dozzine di ufficiali che cambiavano regolarmente identità e così cambiavano i loro dossier…se il suo Rahn non è morto e lei ha l’impressione che abbia cambiato identità [ diventando ambasciatore tedesco a Roma con il nome di Rudolf Rahn , tesi poco credibile di Bernadac ] può essere una notizia che non stupirebbe nessuno”(6).
Ma,viste le capacità trasformistiche di uomo in grado di fare il doppio gioco come Skorzeny, diciamo noi , di fronte allo studioso francese l’ex SS dei servizi speciali avrà detto la verità?
Anche se magari non partecipò direttamente alla cerca del Graal, o del Tesoro nascosto nell’Ariege, potrebbe avere dato il suo appoggio ugualmente come coordinatore.
Vogliamo noi ora dare una nostra interpretazione dei fatti basando ci su alcuni dati di fatto ed alcune ipotesi che potremmo definire “metastoriche“ o “ai confini della realtà” ma che, probabilmente, fanno centro.
Tutto fa capo all’Ahnenerbe ed al servizio segreto delle SS sicherheitdienst ( SD ).
Tutto ruota intorno a : una serie di tavolette preistoriche con incisioni pre-runiche ritrovate presso la foresta di Basqui. Una sorta, così come viene definita, di Bibbia Nordica antidiluviana, testimonianza di una antica civiltà solare.
Oltre a questa scoperta, gli studiosi Ahnenerbe avrebbero trovato sì una sorta di tesoro in oro, gioielli e reperti (in particolare una sorta di cristallo nero) di varia provenienza storica. Ma per quanto riguarda il “Graal“ o meglio il suo concetto, che cosa si sarebbe scoperto dietro questo nome? Come dice perfettamente Jean Markale (7), Iil Graal non è che un concetto, una immagine simbolica che può assumere tutte le forme e che è necessariamente al di fuori del tempo e dello spazio “.
Ma è soprattutto un percorso Iniziatico, rappresentato materialmente da una Pietra Nera cristallina, portata in Occidente in salvo dalla Terra Santa dall’Imperatore Federico II di Svevia dopo una crociata, e spiritualmente dal segreto dell’energia vitale divina, che anche sul nostro pianeta può assumere le forme più impensabili, nelle zone più disparate della Terra .
Ma in alcune aree in particolare è maggiormente presente, vedi intorno ai Poli, vedi in Asia Centrale, vedi in Sud America (8) . Ed esistono dei custodi di questa “forza primordiale divina“ , che vivono in località inaccessibili, da sempre. Una delle più importanti si trova in Tibet, zona da sempre ambita da molti ed ora in mano alla Cina, guarda caso il prossimo incontrastato leader mondiale.
Questo è uno dei segreti del Graal, illuminazione divina cercata sia dalle forze dell’Asse, sia dagli Alleati nel corso di una feroce Guerra Mondiale fatta non solo di guerra di movimento, ma anche di guerra occulta tra opposte società segrete esoteriche con fini geopolitici , geomantici , religiosi e di potere. Ma, tra i due litiganti un terzo, alla fine, ne ha tratto vantaggio.
Siamo alla fine del nostro percorso ma ci mancava una ultima rappresentazione “metastorica“.
30 aprile 1945: dall’Accademia degli ufficiali SS di Bad Tolz escono due gruppi armati.
Uno composto di alpinjäger SS si dirige verso il ghiacciaio dello Zillertal dove tra le nevi nasconderà un grosso contenitore metallico, che sarà recuperato come stabilito, in un gesto simbolico, esattamente 50 anni dopo.
Tra i reperti, parte del tesoro dell’Ariege ma soprattutto lo stendardo della divisione delle Waffen SS Leibstandarte Adolf Hitler, mai caduto in mano agli Alleati.
Il secondo gruppo, ultimo nucleo scelto delle “SS esoteriche“, raggiungerà un luogo vicino Salisburgo dove ad attenderlo ci sarà un maestoso Heinkel 277 V, quadrimotore a lungo raggio di ultima generazione, rifornito di carburante preso direttamente dalla riserva personale del Maresciallo Goering.
Anche la “Bibbia“ nordica (le tavolette pre-runiche non cadrà mai in mano agli Alleati.
Vecchi maestri Tibetani dell’antico culto Bon stanno aspettando presso il monastero di Tashi Lumpo questo reperto, proveniente dal Centro Europa per mezzo di un velivolo straordinario, che passerà sopra la rotta Polare prima di raggiungere l’Himalaya.
La profezia del tenente SS Otto Rahn, l’ultimo dei cercatori romantici [“ La guardiana del Graal, dopo aver messo il Graal al sicuro era salita sulla cima del Thabor e di là, trasformandosi in colomba bianca, aveva preso il volo verso le montagne dell’Asia “ ( 9 ) ], si era avverata.

Bibliografia
1)R. Bergstresser : “ Il dr. Nikola Tesla “, Quaderni dell’Età dell’Acquario, n.20,21,22, 1982.
2)W. Henry : “ One foot in Atlantis, “Earthpulse Press, USA, 1998.
3)Sulla Lancia di Longino vedi : “ Adolf Hitler and the secrets of the Holy Lance “, di H.A. Buechner, Thunderbird Press, USA, 1988.
4)G. Patton, R. Mackness : “ L’Enigma dell’Oro scomparso “ Newton & Compton, Roma , 2000.
5)R.A. Segre : “ Il nazista agente d’Israele “, in “ Il Giornale “, 13/12/1995.
6)C. Bernadac : “ Le Mystere Otto Rahn “, ed. France Empire, Francia, 1978.
7)J. Markale : “ Il Graal “, Mondadori, Milano, 1999.
8)Chi scrive si riferisce ad impressionanti fenomeni luminosi e celesti ben noti ma ancora sconosciuti che si manifestano per esempio nei cieli della Norvegia, lungo alcuni fiumi asiatici e nell’altopiano del Taklamakan cinese, in Tibet , in piena foresta amazzonica tropicale del Sud America e sulle Ande peruviane.
9)Otto Rahn : “ La corte di Lucifero “, ed. Barbarossa, Milano, 1989.

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