00 08/01/2012 09:16

Esempio di uno dei segnali rilevati.
In basso sono segnate le frequenze analizzate.
Credit: SETI/UC Berkeley


Man mano che il telescopio spaziale Kepler continua a scoprire esopianeti simili alla Terra, con l'obbiettivo finale di trovare un pianeta abitabile come il nostro, è solo naturale che un programma come il SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence) sia interessato a esaminare da vicino questi pianeti alla ricerca di possibili segnali radio alieni. Ed è esattamente questo che gli scienziati del SETI stanno facendo e ora hanno pubblicato i loro primi risultati preliminari.
I dati con cui stanno lavorando attualmente risalgono al rilascio dei dati Kepler dell'inizio del 2011, e ci sono diversi segnali molto interessanti tra quelli analizzati. La sigla KOI viene usata per indicare un "Kepler Object of Interest". Gli scienziati però sottolineano anche che questi segnali sono ben lontani dall'essere indizi incontrovertibili di civiltà aliene, e possono ancora essere spiegati con interferenze radio terrestri. Se un singolo segnale proviene da multiple posizioni del cielo, come questi, è molto probabile che possa trattarsi di un interferenza. Tuttavia, condividono molte caratteristiche anche con quello che ci si aspetterebbe da un segnale alieno di origine artificiale.


Analisi di altre frequenze del KOI 817.
Credit: Kepler/NASA/SETI/UC Berkeley


Tra gli esempi migliori di questo tipo di segnale ci sono KOI 817 e KOI 812. Si trovano a frequenze molto strette come ci si aspetterebbe da una fonte aliena. Inoltre cambiano in frequenza con il passare del tempo, per via dell'effetto doppler, cioè il modo del segnale alieno relativamente al telescopio radio sulla Terra. Se si trova un segnale con queste caratteristiche ma non c'è modo di spiegarlo con altre interferenze, allora diventa un buon candidato per essere un autentico segnale artificiale di origine extraterrestre.


Segnale KOI 812 analizzato dal team SETI in base ai dati Kepler.
Credit: NASA/SETI/UC Berkeley



Analisi dell'oggetto KOI 812, fatto dagli scienziati del SETI
in base a dati dell'Osservatorio spaziale Kepler.
Credit: NASA/SETI/UC Kepler


Questi sono solo i risultati delle primissime osservazioni e molte altre verranno fatte nelle prossime settimane e mesi.
Cercare i segnali autentici è sempre stato come cercare un ago in un pagliaio cosmico, ma fino ad ora abbiamo sempre cercato quasi alla cieca, avendo iniziato anche ben prima che fosse scoperto il primo esopianeta. Ci si chiedeva.. e se il nostro sistema solare fosse unico? Adesso però sappiamo che è solo uno dei tanti, con stime che arrivano a contare miliardi di pianeti solo nella nostra galassia, in base a questi dati preliminari di Kepler. In più c'è il fatto che la maggior parte di questi sono molto piccoli e rocciosi, come Marte o la Terra. Quanti di essi saranno abitabili è ancora una domanda aperta, ma scoprirli già ci fa avvicinare molto all'obbiettivo finale, fornendoci per la prima volta dei veri e propri target su cui concentrarci e verso cui rivolgere le nostre orecchie radar.

Di seguito trovate tutti i vari segnali rilevati per gli oggetti KOI 812 e KOI 817:

seti.berkeley.edu/kepler-seti-interference

seti.berkeley.edu/sites/default/files/first_cands.pdf