UFOLOGANDO

L'UFO crash di Roswell

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  • Gabrjel
    00 07/03/2012 18:41
    Re:
    zambu83, 07/03/2012 15.17:

    Volevo ringraziare pubblicamente Gabrjel per il bellissimo lavoro che sta facendo sul caso Roswell.Tutti i documenti che sta postando sono interessantissimi.Mi piacerebbe però che anche chi ha documentazione
    tesa a smentire le tante dichiarazioni dei testimoni dell'epoca le postasse così da avere un confronto ed una visione a 360 gradi dell'accaduto e delle polemiche che un caso del genere ovviamente si porta dietro da tanti decenni. [SM=g8197]



  • Gabrjel
    00 10/03/2012 09:36
    INTERVISTA A PAOLO MARTINUZ IN MERITO AL CASO ROSWELL

    Da >>> www.terninrete.it/headlines/articolo_view.asp?ARTICOLO_I...

    Paolo Martinuz da anni dedica parte della sua vita alla ricerca della verità sul presunto schianto UFO avvenuto nei pressi della cittadina di Roswell, New Mexico nel Luglio del 1947. Uno dei pochi italiani ad aver svolto indagini sul campo nell'Ottobre 2008 e nel Dicembre del 2009 e il risultato delle sue indagini verranno pubblicate in un libro di prossima uscita in Italia. Ha partecipato come relatore a svariate conferenze a tema, ed è autore di articoli per riviste di settore.



    Domanda: Da quanto tempo ti occupi del caso di Roswell? Perché ti stai dedicando con tanto impegno alla vicenda?

    Risposta: All'inizio degli anni '90 lessi il primo libro tematico, "The Roswell Incident" scritto da Berlitz e Moore, uno dei pochi saggi sull'argomento tradotto in lingua italiana. -Per la cronaca, Berlitz non fece nessuna indagine, non intervistò nessun testimone. Fu Moore con l'aiuto di Stanton Friedman a fare tutto. Sembra chiaro che si trattò di un'operazione commerciale, visto che Berlitz era uno scrittore di successo, ma lui con Roswell centrava come i cavoli a merenda-. Ovviamente, l'ipotesi del crash di un oggetto di provenienza extraterrestre ha il suo fascino e l'interesse per la faccenda era evidente. Riguardo alla tua seconda domanda, il mio impegno per la questione è legato oltre al tema indubbiamente suggestivo, anche al fatto che nessun ricercatore nostrano ha scritto un saggio su questo caso. In aggiunta, molti libri tematici non sono stati tradotti in lingua italiana e ci sono parecchie cose che vengono considerate come accertate dall'opinione pubblica, ma che in realtà non lo sono. Ho ritenuto necessario impegnarmi nel
    produrre un lavoro che facesse il punto della situazione, azzerando il gap di informazioni che neanche internet può colmare. Mi dispiace scriverlo, ma ritengo che alcuni testi tematici sul crash di Roswell non siano validi. Chi compra un libro ha il diritto di ottenere informazioni "reali". Con il termine "reali" intendo che i dati riportati siano proposti al lettore in maniera corretta, possibilmente riportando le trascrizioni integrali delle interviste ai protagonisti, anche se questo influisce sulla scorrevolezza del saggio. Ma il vantaggio è che il lettore ha la possibilià di valutare i contenuti testimoniali originali. Il lettore paga e l'informazione che viene fornita deve essere tecnicamente ineccepibile.

    D: Che opinione ti sei fatto sull'incidente avvenuto nel Luglio del '47?

    R: Si tratta di una faccenda molto più intricata di quello che molti lasciano intendere. Il problema è che la prima indagine indipendente è partita per caso nel 1978, 31 anni dopo i fatti, quando Stanton Friedman intervistò telefonicamente l'allora Maggiore Jesse Marcel. Purtroppo alcune persone chiave (o presunte tali) era già decedute da tempo, come l'ex Comandante della base William Blanchard, il suo vice Payne Jennings, lo Sceriffo di Contea George Wilcox, il pompiere Dan Dwyer, l'allora Vice Governatore del New Mexico, Joseph Montoya e molti, molti altri. Immaginiamo per un momento che tutti questi individui fossero stati contattati ed intervistati...
    Ci sono da considerare molte variabili. Prendiamo ad esempio le interviste ripetute. Diversi testimoni sono stati sentiti un numero esorbitante di volte (anche dal sottoscritto). Molti dei loro racconti sono variati nel tempo, spesso arricchiti da dichiarazioni non rilasciate precedentemente. Ma questo è fisiologico, come ci insegna la psicologia della testimonianza. Il problema è capire se le aggiunte fanno parte di una ricostruzione mnemonica basata su un ricordo vissuto o sono frutto di condizionamenti dovuti ai mezzi di comunicazione. I testimoni hanno anche inconsapevolmente riferito informazioni apprese guardando magari un programma televisivo o un articolo di giornale,facendole proprie e "collegandole" con la propria esperienza personale di allora?
    C'è anche gente che ha deliberatamente mentito, sebbene ritengo che siano molto pochi. Ma tra verità e menzogna esistono
    anche molte altre variabili, come i falsi ricordi, le omissioni etc.. Nel testo che stò scrivendo prendo in esame anche queste cose.

    D: Cosa ne pensi delle recenti dichiarazioni della vedova del Generale Harry N. Cordes?
    Le ritieni attendibili in base alle informazioni in tuo possesso?


    R: Non lo so, ma quello che mi ha particolarmente impressionato è una frase di Rogene Cordes: "Se te lo dico dovrò ucciderti".
    Questo le avrebbe detto suo marito dopo le continue pressioni di Rogene nel tentavo di conoscere la verità su che cosa realmente precipitò nel deserto. Sembra strano che una vedova si inventi simili frasi. Ovviamente qualcuno penserà che la donna possa aver mentito, tirerà in ballo i falsi ricordi o penserà che soffra di demenza.

    D: Credi che furono davvero recuperati corpi alieni?

    R: La mia indagine non è ancora conclusa, scriverò ovviamente tutto quello che penso nel libro. Comunque ho imparato in questi anni che le opinioni personali lasciano il tempo che trovano. Non mi va di vendere fumo con frasi ad effetto.

    D: Cosa ne pensi dell'ormai scomparso Colonnello Philip Corso?

    R: Ritengo che le persone adatte per esprimere opinioni personali su Corso siano quelle che l'hanno conosciuto. Mi riferisco
    in primis a Paola Harris, Maurizio Baiata e Roberto Pinotti. Il Colonnello non viene menzionato nel mio libro come neanche quel furbacchione di Santilli. Il motivo è semplice: il lavoro che stò svolgendo è imperniato sulla ricostruzione degli eventi verificatosi a Roswell, New Mexico, nel 1947 e sul presunto collegamento con la base di Wright Patterson, oltre che sui documenti dell'epoca, molti dei quali declassificati. Permetti di tenermi per me (almeno per ora) quello che penso su di lui.

    D: Supponiamo per un momento che l'oggetto che si schiantò nella proprietà custodita da Mac Brazel fu davvero una navicella aliena, credi che una qualche retro-ingegneria abbia agevolato lo sviluppo tecnologico degli ultimi 60 anni?

    R: Quindi parliamo in termini ipotetici: allora, quello che è sotto gli occhi di tutti è un progresso vertiginoso negli ultimi 30 anni in alcuni settori tecnologici, veramente stupefacente. Basti pensare ai microprocessori.
    Penso a quanto avrebbe detto verso la metà degli anni '50 un Premio Nobel per la chimica: "non arriveremo mai sulla Luna".
    Poi sembra che nel 1969 successe qualcosa, anche se alcuni cospirazionisti non ci credono.
    Mi ricordo che quando vidi per la prima volta lo Stealth mi chiesi se c'era sotto della retroingegneria. Ma forse venni condizionato dalla splendida sagoma. Ovviamente lo Stealth è già superato perchè i prototipi attuali non gli abbiamo ancora visti.

    D: Che idea ti sei fatto del caso Santilli?

    R: Non mi occupo di lui. Mi dispiace sinceramente per quella categoria di seri ricercatori che hanno investito così tanto tempo e denaro nello studio di questo file. Non se lo meritavano.

    D: Quali sono a tuo avviso, gli indizi più significativi che potrebbero avvalorare l'UFO-crash?

    R: Intendi come Ufo-crash lo schianto di un oggetto di natura esogena con esseri viventi a bordo? Appunto, parliamo di indizi, non di prove. Il problema è che le testimonianze quando parliamo di questi argomenti non bastano. Ma la testimonianza è sempre e comunque da tenere in considerazione. Dietro un testimone c'è un essere umano, il quale vede un evento con i suoi occhi ed ha i suoi processi mentali, non i miei, non i tuoi. La sua testimonianza è unica e lo rimarrà. Quando noi siamo testimoni di un evento lo elaboreremo e lo ricorderemo in maniera personale. Ma come si sa, detto evento non sarà mai l'esatta riproduzione del fatto oggettivo. Di testimonianze che parlano di corpi trovati nel deserto ce ne sono, sebbene una parte di esse sono indirette, di seconda mano. E c'è ovviamente da considerare il grado di attendibilità di ogni singola dichiarazione. Il problema di alcuni pro-ufo è che riportano le testimonianze come se si trattasse di ricordi accertati, reali. Poi c'è naturalmente il Memo Ramey. Diversi team e singoli ricercatori hanno provato a decifrare il contenuto e "naturalmente" i loro risultati non sono univoci. Altri hanno parlato del famoso "memory foil", il materiale che accartocciato riprendeva la sua forma originale. C'è da dubitare che nel 1947 un simile materiale esistesse.

    D: Quali testimonianze e prove mancano, a tuo avviso, per giungere a completare definitivamente il puzzle di Roswell?

    R: Almeno qualche documento. Riguardo al possibile oggetto e ai suoi occupanti, la Professoressa Margherita Hack scrisse una volta:"Ma possibile che in tanti anni di scorribande e atterraggi non ci abbiano lasciato nemmeno un "osso" da analizzare?"
    Però c'è da aggiungere che se l'osso l'avessero scoperto i militari, loro sicuramente non ce lo mostrerebbero.
    Nel libro mi occupo anche dei documenti declassificati risalenti al 1947, i quali dimostrerebbero che non ci fu nessun crash di un'astronave aliena. Mi riferisco al Memo Twining,al Memo McCoy ed altri. Secondo gli scettici, la mancanza di riferimenti nei documenti declassificati ottenuti attraverso il FOIA sul caso Roswell, dimostrerebbe in maniera inconfutabile l'impossibilità dello schianto di un oggetto alieno a nord di Roswell. Tuttavia la mancanza di riscontri vista da una diversa prospettiva non esclude a priori l'ipotesi esogena.

    D: Quale potrebbe essere stata la causa del presunto UFO crash? Un fulmine, un'avaria, interferenza radar oppure...?

    R: Sinceramente questo particolare non mi ha mai interessato. Anche perchè ho tanti altri filoni da seguire e la possibile causa del crash non la ritengo di primaria importanza.

    D: Visto che hai approfondito più che egregiamente la vicenda in tutte le sue sfaccettature, saresti in grado di citare quali e quante "versioni ufficiali" siano state proposte negli anni dall'Establishment?

    R: Sono solo quelle conosciute al grande pubblico:

    1. Il comunicato di Walter Haut dell'8 luglio 1947, nel quale la RAAF (Roswell Army Air Force) comunica il ritrovamento di un disco volante

    2. Alcune ore dopo il Generale Ramey da Fort Worth comunica alla stampa che il disco volante era in realtà un pallone sonda

    3. Nel 1995 l'Aeronautica pubblica il rapporto dal titolo The Roswell Report: Fact vs. Fiction in the New Mexico Desert, dove il pallone sonda diventa quello del Progetto Mogul. Il Progetto Mogul è stato declassificato nel lontano 1972.

    4. Nel 1997 l'Air Force chiude il caso con The Roswell Report Case closed.

    D: Sei a conoscenza di avvistamenti in cui l'oggetto volante rilevato sia assolutamente paragonabile, per forma e dimensione, a quello che i testimoni del caso Roswell descrivono?

    R: Bella domanda ma sinceramente non so risponderti. Il problema è che alcuni pseudo-testimoni, come per esempio Frank Kaufmann, hanno mentito. Un archeologo avrebbe detto che la forma era quella di un aereo senza ali con lo scafo molto spesso. Ragsdale, altro testimone con indice di attendibilità basso, (almeno una volta mentì), disse che l'oggetto assomigliava ad un aereo con ali strette, sottili. Frankie Rowe, la figlia del pompiere Dan Dwyer, disse che il padre le raccontò di aver visto i rottami di un velivolo senza però poter distinguerne la forma.
    Carey e Schmitt raccolsero alcuni anni fa altri resoconti: il Caporale Raymond Van Why del 390° di stanza a Roswell era della Polizia Militare. Egli disse alla moglie che il velivolo aveva la forma di un disco circolare. Ed Sain era nel 1947 un soldato semplice e apparteneva anch'egli al 390°. Il figlio disse ai due ricercatori che il padre gli raccontò che l'oggetto era la cosa più strana che vide nella sua vita.

    D: Sappiamo che da tempo stai lavorando al tuo libro che dovrebbe essere terminato per la fine dell'anno. Puoi darci qualche anticipazione sul contenuto e magari, qualche informazione inedita? Hai già pensato al titolo?

    R: Mi auguro che il libro sia disponibile per una data ben precisa, forse hai già capito quale. Riguardo al contenuto, posso dirti che stò analizzando nei dettagli diversi aspetti della storia, partendo da quando Mack Brazel scoperse i rottami, con chi parlò prima di recarsi a Roswell dallo Sceriffo Wilcox, che cosa succedeva alla base, se Walter Haut subì delle sanzioni disciplinari dopo aver rilasciato il comunicato stampa, come interpretare la seconda dichiarazione giurata dello stesso Haut, il quale dopo decenni di silenzio avrebbe detto ad alcuni di aver visto anche lui dei corpi alla base, dove sarebbero stati posizionati i check points dei militari, quanto valgono i racconti su presunti corpi ritrovati nella zona del crash, se è ragionevole pensare che si fosse trattato di un esperimento con cavie umane e molto altro.
    Si tratta di una ricerca indipendente, totalmente indipendente. Quando Paola Harris mi diede l'opportunità di parlare come relatore al convegno "Roswell 60 anni dopo" svoltosi a Roma il 1 aprile 2007, avevo la convinzione che a nord della contea si fosse schiantata un'astronave aliena. Poi compresi di aver sbagliato approccio. Non potevo avere una posizione di parte, perchè se hai una posizione di parte l'indagine ne risente e diventa faziosa. Solo liberandosi da preconcetti e stereotipi si può ancora scoprire qualcosa di importante. Ti ricordi al tempo della Guerra Fredda? Esisteva la Nato e il Patto di Varsavia. Ma c'erano anche i paesi non allineati. Io sono un non allineato perchè l'accertamento dei fatti conta di più di quello che uno crede o spera. Quando qualcuno scrive un saggio del genere, prima di tutto deve svolgere un'indagine con un approccio storico-giornalistico, in piena libertà, senza chiedersi prima del tempo cosa potrebbe essere successo. Solo l'indagine ti può aiutare a capirlo. Riguardo alle novità, esse sono inserite in un contesto, il quale deve essere letto attentamente per essere compreso.
    Sarebbe sprecato raccontarti qualcosa senza avere lo spazio per esporre nei dettagli il perchè e non aiutarebbe alla comprensione di un bel niente. Tuttavia posso dirti che fino a questo momento sono riuscito a raccogliere circa 15 testimonianze inedite di persone mai menzionate in precedenti libri. Riguardo al titolo, è meglio che non te lo dica per evitare che qualcuno me lo rubi.

    Ti ringrazio per l'opportunità concessami.
  • zambu83
    00 11/03/2012 10:10
    Della serie : "L'intervista inutile a Paolo Martinuz".
    L'intervistatore,nonostante la buona volontà,non è riuscito a cavare un ragno dal buco dal Martinuz stesso.Bisogna comprare il suo prossimo libro,anche se,date le premesse,temo non porterà nessun contributo decisivo alla scoperta della verità........ [SM=g27994]
  • Gabrjel
    00 11/03/2012 10:54
    Martinuz è fatto cosi [SM=g27985]
    Non si sbilancia mai. Però ti assicuro che porta contributi molto interessanti alla ricerca. Infatti molto del materiale che ho postato e che posterò ha avuto lui come ricercatore [SM=g27988]
  • Gabrjel
    00 13/03/2012 09:30
    IL MEMO DEL GENERALE RAMEY

    Da >>> www.ufoforum.it/topic.asp?whichpage=-1&TOPIC_ID=9712&REPLY_I...

    Mentre il Gen. Roger Ramey, nella foto in cui fu immortalato ( che lo ritraeva mentre mostrava ipocritamente un pallone “Mogul”ai giornalisti, convocati in una concitata conferenza stampa per sviare i sospetti dei giornalisti, avvisati della caduta di un Disco Volante ), reggeva in una mano un telegramma ( evidentemente appena giunto ) nel quale, dopo tutti questi anni, si è riusciti a tirare fuori, grazie a sofisticatissimi software informatici, qualche parola che ci può convalidare l'UFO-CRASH di Roswell!



    A parte tutto quello che ormai sappiamo riguardo tale avvenimento, questo fatto è in un certo senso la diretta conferma dell'accaduto...
    Ad aiutare a svelare il tutto è stato Donald R. Burleson, Direttore di un dei Laboratori di Informatica presso la Eastern New Mexic University, di Roswell.
    Per condurre la propria indagine, si è avvalso della foto scattata nel 1947, ma tratta da documenti provenienti da Internet elaborandola al fine di ottenere il meglio decifrabile.
    L'immagine è stata trasformata nelle dimensioni 2331x1881 pixel a 2400 dpi, in un file di 2.5 Megabyte. Questo per renderla ad alta risoluzione.
    Poi è stata filtrata con un sofisticato programma ad uso commerciale, ma con il miglior software in campo scientifico: il LUCIS.
    Il lavoro di Burleson ha messo in contraddizione quello che aveva dichiarato l'USAF: che era precipitato un pallone sonda.
    Dal telegramma, comunque, si sono evidenziate ben 9 righe, tranne qualche carattere.

    1° riga : “...RECO...OPERATION WITH ROSWELL “DISK” 074 “MJ”...AT THE...
    ( operazione di recupero con il DISCO di Roswell 074 MJ....al )

    2° riga:”THE VICTIM OF THE WRECK AND FORWARD TO THE...
    ( le VITTIME del disastro e traslate al... )

    3° riga: “...TEAM AT FORT WORTH, TEXAS.
    ( ...il Gruppo di Fort Worth, Texas...)

    4° riga: “....M-SS...ON THE “DISK” MUST HAVE SENT TWX A3-JM40 ADVANCED...
    (...messaggio sul DISCO deve inoltrarsi a TWX A3-JM40 avanzato...)

    5° riga: “ ...URGENT POWERS ARE NEEDED SITE TWO AT CARLSBAD, NMEX...
    ( ...poteri sono urgentementi richiesti nel Sito Due a Carlsbad, Nuovo Messico...)

    6° riga “...L – D SAFE TALK NEWSPAPER MEANING OF STORY AND A-...
    (... in un discorso sicuro il significato dato dai giornali alla storia e...)

    7° riga”...ONLY TURN ...T TOP OF WEATHER BALLONS 400- KW WAVE....
    (...dirigere solo...in cima palloni atmosferici con lunghezza d'onda di 400 Kw...)

    8° riga: “...9 AND LAND L...DENVER CREWS...
    (... e atterrato ...equipaggi da Denver...)

    9° riga: “ TEMPLE” ( firma )

    Temple, un nome sconosciuto, l'unico indizio sembra essere un codice utilizzato dall'F.B.I. che corrispondeva proprio alla dicitura TEMPLE.
    Lo stesso direttore dell'F.B.I. J. Edgar Hoover, utilizzò questo stesso codice.
    Con queste poche, ma significative frasi, si può ricostruire lo scenario :
    nelle vicinanze di Roswell un Oggetto di forma discoidale sarebbe stato recuperato da un gruppo di militari.
    Insieme all'Oggetto Discoidale sarebbero stati recuperati dei corpi che sarebbero stati subito trasportati da detto luogo per essere esaminati sommariamente alla Base.
    Si nota anche un'interessante linea-guida che indica l'urgenza di queste operazioni con una “copertura di palloni sonda”.



    Nota personale: Riguardo a questo memo più persone hanno provato a "leggerlo" e "ognuno" ha avuto delle diverse interpretazioni. Infatti chi sostiene la teoria del disco alieno ci ha letto questo, chi è reticente su questa teoria ci ha letto altro.
  • zambu83
    00 13/03/2012 09:55
    Io non so se la "traduzione" sia corrispondente alla realtà ma se lo fosse comporterebbe clamorosi sviluppi sul caso.Più specificatamente la frase " le vittime del disastro" non si può conciliare con la versione ufficiale del pallone sonda nè tantomeno con quella successiva più rocambolesca dei manichini per un esperimento aereo fallito.
    Bisognerebbe sapere se la traduzione del foglio sia stata visionata ed approvata da un'Università americana indipendente......
  • Gabrjel
    00 13/03/2012 09:57
    Una volta avevo visto l'immagine originale ingrandita del foglio, ma da idiota non me la sono salvata [SM=g8355]
    Se qualcuno l'avesse disponibile, potrebbe postarla [SM=g8861]
    Comunque posso dire che (parlo per me ovviamente), riuscire a leggerci qualcosa era veramente un'impresa. Infatti ad occhio nudo riuscivo a distinguere pochissime lettere.
  • Gabrjel
    00 14/03/2012 09:30
    UN'ECCEZIONALE NUOVA TESTIMONIANZA

    Da >>> www.ufoforum.it/topic.asp?whichpage=-1&TOPIC_ID=9712&REPLY_I...

    Il tempo è il nemico principale nelle indagini che riguardano gli eventi del 1947 perchè il passare dei decenni ha lasciato indietro la maggior parte dei testimoni diretti dell’episodio che ha cambiato il nostro rapporto con la questione “aliena”.
    Ma per fortuna alcune testimonianze sono sopravissute e quella di June M. Crain rientra tra queste. Nel 1998, un anno prima di morire, probabilmente consapevole di questo, questa anziana signora di 72 anni contattò il ricercatore, ex ufficiale di polizia, James E. Clarkson confidandoli il suo diretto coinvolgimento nella storia.
    Tutto questo episodio ha raggiunto il grande pubblico grazie al coinvolgimento di Linda Multon Howe, al cui sito vi rimando alla fine del post. Al Ryan Wood’s UFO Crash Conference recentemente tenutosi a Las Vegas, Clarkson ha fatto ascoltare un nastro sul quale aveva registrato l’intervista a June Crain.



    L’intervista destò un grande interesse perchè le rivelzioni fatte dalla donna confermavano uno degli aspetti più controversi di tutto ciò che è seguito il crash nel New Mexico. Fatta eccezione per la testimonianza di Jessie Marcel Jr. non esistevano infatti testimonianze dirette di persone che avessero potuto vedere e toccare i resti dello schianto. Uno di questi “resti” era il famoso foglio metallico dotato di memoria, che ritrovava la sua forma originaria qualsiasi cosa gli venisse fatta. Il governo Usa ha messo a tacere questa “diceria” spiegandola con i fogli di alluminio che costituivano il bersaglio radar del pallone sonda e mentre per altri filoni di ricerca si è riusciti a smentire le affermazioni governative ( vedi manichini ) nel caso in questione invece non si era mai potuto fare un granchè.
    June Crain, dopo il suo percorso formativo e le successive specializzazioni, finì per essere assegnata alla fine del 1942 al Air Materiel Command, di Wright Field Ohio ( poi divenuto Wright Patterson Field ) dove lavorando come impiegato giunse ad ottenere un livello di autorizzazione Q. ( en.wikipedia.org/wiki/Q_clearance )
    Durante la sua permanenza presso lo AMC per ragioni del tutto casuali ebbe l’opportunità di vedere e toccare un pezzo di un materiale che secondo l’ufficiale che glielo aveva mostrato proveniva “Da una navicella spaziale”. Su invito dello stesso lei provò a stropicciarlo e tagliarlo con le forbici ma nonostante i suoi sforzi esso tornava sempre alla sua forma iniziale. Come ha raccontato più volte era grande quando un biglietto da visita, grigio e spessoo diversi millimetri ma eccezionalmente leggero. L’ufficiale, quando qualcuno entrò nella stanza, si affrettò a rimettere in tasca l’esotico reperto, dimostrando così che probabilmente non doveva ne averlo con sè ne tanto meno mostrarlo in giro.
    A questo punto è bene ricordare che le credenziali di June Crain sono verificabili da diversi documenti, da lei stessa forniti, che dimostrano i suoi rapporti lavorativi con la base di Wright Field. La sua credibilità è importante anche perchè il suo racconto si è spinto oltre.
    Un sergente maggiore, infatti, le avrebbe raccontato di esser stato alla guida di un aereo da trasporto che ospitò 4 cadaveri di esseri non umani. Questo sergente, di cui June ricorda solo il nome, li descrisse come “Piccoli uomini verdi”, poi volendo essere più preciso specificò che erano di un verde-blu e alti poco più di un metro.
    Su www.earthfile.com potete trovare ulteriori dettagli e le trascrizioni delle interviste.
    Non possiamo ancora porre la parola fine su Roswell. Interessante in questo senso è il lavoro dei due investigatori, Thomas J. Carey e Donald R. Schmitt, che ancora oggi scavano nei ricordi dei sopravissuti e letteralmente alla ricerca del sito dell’incidente. Una delle cose più rilevanti da loro scoperte è che ancora oggi alcuni testimoni diretti ed indiretti vengono costantemente intimati al silenzio con metodi non degni di uno stato democratico, ma ben noti alla comunità ufologica.
  • zambu83
    00 14/03/2012 09:40
    Re:
    Gabrjel, 14/03/2012 09.30:



    Una delle cose più rilevanti da loro scoperte è che ancora oggi alcuni testimoni diretti ed indiretti vengono costantemente intimati al silenzio con metodi non degni di uno stato democratico, ma ben noti alla comunità ufologica.



    [SM=g8906] e poi dicono che gli insabbiamenti dei governi sono frutto delle fantasie dei complottisti!


  • Gabrjel
    00 20/03/2012 10:53
    PHILIP MANTLE INTERVISTA IL DOTT. JESSE MARCEL JR

    I primi di luglio del 1947, qualcosa si è schiantato nel deserto non molto distante da Roswell, New Mexico.
    Un allevatore di pecore, Mac Brazel, scoprì alcuni strani detriti metallici sulla sua terra. Non sapendo cosa fossero li prese con se e li portò all’ ufficio dello sceriffo. Egli a sua volta contattattò la Roswell Army Air Force, che ospitava la 509a Bomb Wing, l'unica ala della bomba atomica presente al mondo in quel momento. La RAAF mandò due uomini a
    Roswell per osservare quegli strani detriti. Uno di questi era il funzionario dell'intelligence Maggiore Jesse Marcel.
    Il Maggiore Marcel si recò al ranch in questione e recuperò un po'di questo materiale. Sulla via del ritorno alla base si fermò, nelle prime ore del mattino, a casa sua. Svegliò la moglie e il figlio di 11 anni, Jesse Marcel jr.
    Il Maggiore Marcel sparse una parte del materiale recuperato sul pavimento della cucina della sua casa incuriosendo e Jesse Jr. Di lì a poco sarebbero stati tutti coinvolti in quello che è diventato noto come l'Incidente di Roswell.
    Il Maggiore Marcel scomparve nel 1980, ma non prima di aver raccontato la sua storia.
    Durante il fine settimana di ottobre, 20 e 21 del 2007, la rivista UFO DATA tenne la conferenza annuale. Il tema di quell'anno fu il 60° anniversario dell'incidente di Roswell. Nel Regno Unito per la prima volta partecipò l’ormai Dott.
    Jesse Marcel jr, figlio del Maggiore Jesse Marcel. È stato il relatore principale della manifestazione e, il 24 ottobre, ho avuto il piacere della sua compagnia.
    Durante questa bella giornata di autunno ho colto l'occasione per mostrare al Dott. Marcel alcuni dei bellissimi paesaggi del North Yorkshire, Yorkshire Dales National Park e una delle sue numerose attrazioni storiche la Bolton Abbey in Wharfedale. Dopo una giornata di sole autunnale trovai il tempo per intervistare il Dott. Marcel sui suoi ricordi di quella mattina del l947.




    Mi parli un po'di lei. Chi è il Dott. Jesse Marcel jr?

    Beh, mio padre era un ufficiale della base aerea dell’ intelligence a Roswell, New Mexico. Ho fatto le scuole
    elementari in Roswell. Quando mio padre ha lasciato la vita militare ci siamo trasferiti in Louisiana dove mi sono
    diplomato. Ho fatto una scuola di specializzazione e poi la scuola statale di medicina della Louisiana e mi sono laureato nel l961.

    Credo che tu abbia anche prestato servizio nelle forze armate.

    Sì. Sono entrato nel Marina degli Stati Uniti e ho girato il Pacifico occidentale, coinvolto nella crisi dei missili a Cuba. Sono stato in Giappone, Cina e Vietnam. Sono partito per un addestramento di specializzazione nell’ospedale navale dove sono diventato uno specialista in orecchio, naso e gola. Sono rimasto dieci anni nella marina. In seguito mi sono
    trasferito a Helena, nel Montana. Dopo ho continuato nelle riserve. La Guardia Nazionale. Sono entrato nel 1972 mi sembra. Sono andato a scuola di volo per elicotteri e sono diventato chirurgo di volo. Mi sono finalmente ritirato nel l996.

    Si è ritirato, ma mi sembra di capire che è nuovamente in servizio da poco.

    Sì, mi sono ritirato per il mio 60° compleanno. Tuttavia, con il conflitto in Iraq sono stato chiamato di nuovo per il servizio attivo come chirurgo di volo e sono stato 13 mesi in Iraq in uno squadrone di elicotteri. Ho visto gran parte dell'Iraq da un elicottero Black Hawk.

    Come un giovane Jesse Marcel, quanti anni avevi quando l'incidente di Roswell ha avuto luogo?

    Avevo 11 anni a quel tempo.

    In che data è successo?

    È stato all'inizio di luglio del 1947, non sono sicuro della data esatta. Erano i primi di luglio, 1947.

    Potresti raccontare le vicende di nuovo di quella mattina di inizio luglio, 1947?

    Come ho detto, mio padre era l'ufficiale dell'intelligence di base. Il suo lavoro era proprio quello di indagare determinati eventi. E 'stato mandato in un ranch a nord-ovest di Roswell a raccogliere alcuni detriti da qualcosa che si era schiantato là vicino. E’ successo che la nostra casa era proprio sulla via del ritorno alla base, così portò il materiale dentro. Mio padre capì la natura insolita di questo (materiale). Così venne a casa, svegliò mia madre e me per farci dare un'occhiata a questi detriti che aveva trovato nel deserto, appena fuori di Roswell. Aveva già pre-posizionato il materiale sul pavimento della cucina. Egli disse: "Guarda! Credo che questi siano i resti di un disco volante".

    Come erano questi detriti?

    In realtà erano di tre tipi. Ce n’erano un sacco simili a fogli, sembravano fogli di alluminio da cucina di oggi. Alcune travi che avevano scritte molto strane o dei simboli. E alcuni di plastica nera. Le travi con i simboli sono state la parte più intrigante di tutta la faccenda.

    Quindi sei stato tu ad identificare per primo questi simboli sulle travi o è stato tuo padre a farteli notare?

    Beh mi piace pensarlo ma non ne sono sicuro. Mia madre ha detto che fu lei a notarli, ma mi piace pensare che sia stato io.

    Che aspetto avevano le travi, quali erano questi simboli?

    Erano di piccole dimensioni, da 12 a 18 pollici. Erano circa 3/8 di pollice di diametro. I simboli erano come forme geometriche stampate sulla parte interna della trave. Avevano un colore molto distintivo di porpora o viola. Erano solidi e non disegni, erano solidi.

    Suo padre come le commentò?

    Ha detto che sembrava la scrittura di un'altra civiltà.

    Quindi, per quanto tempo lei ha visto questo materiale?

    Probabilmente per circa 15 o 20 minuti in totale. E poi ho aiutato mio padre a metterlo in una Buick del l942. Poi non so se tornò alla base quella stessa notte o aspettò la mattina successiva. Ma lo portò alla base.

    Quindi lei era consapevole dell'eccitazione in città nel momento in cui la RAAF emesso il suo comunicato stampa in cui dichiarava di aver del materiale dallo schianto di un disco?

    Beh sa, ero impegnato in sella alla mia bicicletta e non ho prestato attenzione a quanto la gente diceva e io non ho visto il giornale.

    Quindi suo padre partì per qualche giorno.

    Quando portò il materiale alla base se ne andò per un periodo di tempo, non sono sicuro diquanto tempo. Ciò che compresi fu che il Colonnello Blanchard, comandante della base, gli ordinò di portare i detriti al Fort Worth Army Air Field, dove il generale Ramey dell’ ottava divisione dell’Air Force potesse vederlo. Non so esattamente per quanto tempo se ne andò, so solo che ci fece sedere e ci disse di non parlare ancora di quanto accaduto. Trattarlo come un
    non-evento, che non è successo, punto.

    Quindi, quando siete venuti a conoscenza della spiegazione ufficiale, cioè che non si era trattato di un disco volante, ma di un pallone meteorologico?

    Non ne sono esattamente sicuro, ma sarebbe stato anni dopo, perché me lo tolsi completamente dalla mente, non ci pensai più.

    Ha mai parlato con i suoi amici di questo?

    No. Era un argomento tabù.

    Quindi, negli anni successivi, suo padre è stato contattato, nel 1978, da un ricercatore UFO, Stanton Friedman. Suo padre ne parlò con qualcuno negli anni a venire?

    Raramente, tra di noi!. A volte al negozio di alimentari, vedevamo alcuni giornali con titoli sensazionali come 'Sono stato catturato da un venusiano' e noi ci guardavamo in faccia come a dire 'noi conosciamo la vera storia'.

    E naturalmente c'è un altro testimone, sua madre. Che cosa fece?

    Sa, lei era una casalinga nel 1940. Non ha detto un granché, il suo posto era in cucina, per così dire. Quindi non ha parlato molto. Naturalmente ero fuori città quando Stanton Friedman venne ad intervistare mio padre. Stavo facendo il tirocinio di medicina a Helena, nel Montana.

    Quindi eri fuori.

    Sì.

    È passato un po'di tempo da quando suo padre è morto. Si sente di dover aggiungere qualcosa alla storia da quando la sua storia è divenuta nota?

    Beh, lo chiamavo ogni settimana la domenica credo che fosse. Parlavamo brevemente di questo per rinfrescare i nostri ricordi, di come era e mi ha confermato quello che mi ricordavo. E mi ricordo una delle ultime conversazioni che ho avuto con lui, si, era appena andato a Roswell su richiesta di una delle stazioni televisive di New Orleans. Andarono al campo e quando gli parlai e scherzosamente gli dissi "Ne è rimasto qualcuno?", sue parole furono "No, lo hanno ripulito tempo fa".

    Ci parli un po’ di suo padre.

    Era un militare.

    Per esempio, cosa ha fatto durante la seconda Guerra Mondiale?

    Beh, è stato con il 509° gruppo bombardieri, l'unità che sganciò le bombe atomiche sul Giappone. Ha fatto un sacco di formazione con loro, era l'ufficiale di intelligence per tale unità. Erano un gruppo di raccolta. Non erano persone che volavano di notte, così è stato qualificato per questo. Egli era nel Pacifico occidentale durante la guerra e poi in preparazione del lancio della bomba atomica sul Giappone era a Tinian dove il B29 decollò per far sganciare le bombe su Hiroshima e Nagasaki.

    Prima dell’incidente di Roswell, nel 1947, successe che suo padre ed altri, scambiarono un pallone meteorologico con un riflettore radar collegato ad esso. Suo padre era qualificato per distinguere un pallone da un riflettore radar?

    Era molto qualificato, era andato a scuola radar poco tempo prima e sapeva distinguere bene un obiettivo radar da un pallone meteorologico. E anche l'attrezzatura ad essi correlata, quindi sapeva che quello che stava guardando non era un pallone meteorologico o un obiettivo radar e lo posso confermare.

    Quindi, se dobbiamo credere alla spiegazione ufficiale, per amor di discussione. E' stato un pallone meteorologico e suo padre si era sbagliato. Nella sua carriera militare è stato mai rimproverato, degradato o messo da parte? Per così dire.

    No, ho visto il suo libretto militare e le sue relazioni di valutazione ufficiale ed erano sempre di ottima qualità. Egli era rispettato, come un individuo altamente addestrato e non è mai stato rimproverato o ha subito alcun tipo di degrado a causa di una sua errata identificazione.

    E più tardi nella sua carriera, quale era il suo grado?

    Tenente colonnello.

    Quindi è stato promosso?

    Sì, fu promosso indipendentemente dal fatto di Roswell.

    E dove finì la sua carriera militare?

    È stato a Washington, non al Pentagono, in un altro ufficio, non ho mai saputo dove, ha concluso la sua carriera a Washington DC. Si dimise dalla Air Force perchè voleva tornare in Louisiana. Penso che ne avesse abbastanza della vita
    militare e fosse un po' sfiduciato da ciò che stava succedendo in quel momento con la Guerra di Corea e volesse tornare a casa.

    Quindi lei ha appena tenuto un discorso alla conferenza annuale della rivista UFO DATA. Ora, una delle cose di cui ha parlato è stato il fatto che lei è stato invitato a Capitol Building, potrebbe dirci un po'di più in merito?

    Ero occupato nel mio ufficio a casa a Helena e la mia segretaria venne da me e mi disse che vi era un signore al telefono che voleva parlare con me. Le dissi che al momento ero occupato con un paziente e di prendere il numero. Lei tornò dicendomi che la persona insisteva per parlare con me. Così presi il telefono. La voce disse: “So che andrà a
    Washington DC per un incontro” e io risposi che aveva ragione.
    Disse che voleva parlare con me del fatto di Roswell. Mi disse di chiamarlo al momento del mio arrivo. Così, quando arrivai a Washington e andai al motel, c'era un suo messaggio nella segreteria, quindi sapeva dove avrei alloggiato. Mi voleva incontrare il giorno dopo al Capitol Building, nella stanza 228. Così ho camminato fino al Campidoglio e mi presentai lì, era una persona molto piacevole. Mi disse che dovevamo parlare di Roswell. Così dissi ok. Mi chiese se volessi parlare in una stanza più sicura. Dissi di no, perché non avevo intenzione di dire qualcosa che non avessi già
    detto altre volte. Mi disse che aveva lui qualcosa da dirmi, così andammo a parlare in una stanza sicura. Abbiamo preso l'ascensore che andò giù a molti livelli al di sotto del Campidoglio dove c'era un gruppo di sale molto ben arredate per persone di alto rango. C’era un libro su Roswell posizionato sulla scrivania, indicò il libro e disse: "Questa
    non è finzione". E io replicai: “Bene! Io so che non lo è! Allora quando lo direte a tutti?”. Mi disse che se fosse per lui lo
    avrebbe già detto anni fa ma non è così.

    Ma chi era quest'uomo? Era un funzionario del governo?

    Il suo nome era Dick D'Amato. Si è qualificato come agente della NSA o della NSC. Così gli dissi quello che sapevo sulla vicenda Roswell. Mi chiese se fossi mai stato minacciato da nessuno. Gli dissi di no. Disse che sapeva di persone che erano state minacciate. Così scrisse il suo nome su un pezzo di carta e il suo numero di telefono, dicendomi di chiamarlo in caso di minaccia. Non ne ho mai avuto bisogno.

    Negli ultimi anni ci sono stati tentativi di infangare il buon nome di suo padre. Se non si può distruggere il messaggio allora distruggi il messaggero. Che cosa ha da dire su questo?

    Lo prendo come parte del gioco, lei e io sappiamo che ci sarà sempre gente che, secondo il loro programma, vorranno
    distruggere ogni notizia sugli UFO o dischi volanti o di Roswell. Fa parte del gioco.

    Ora penso di affermare il giusto dicendo che nel corso degli anni si è trovato a parlare con le altre persone coinvolte nell’incidente. C'è qualcuno che esce dalla folla per la sua convincente testimonianza?

    Ci sarebbe Bill Brazel, il figlio del proprietario del ranch, che prese un pezzo del relitto prima della pulizia. Lo ha messo nella sua bisaccia e qualche tempo dopo in un bar di Corona si è ubriacato e ne ha parlato. Poi un paio di giorni dopo qualcuno bussò alla sua porta e gli chiese di riconsegnarlo.

    Ve lo ha mai descritto? Non aveva nulla di insolito?

    È stato descritto come un foglio di (materiale), proprio come avevo visto io.

    La gente ha detto che era una specie di metallo particolare. Forse Bill Brazel disse qualcosa a riguardo?

    Lui no, ma mio padre si. Disse che se lo piegavi, si spiegava da solo. Ma non l‘ho visto di persona.

    Suo padre ha mai accennato all’infrangibilità del materiale?

    Raccontò un evento in cui uno degli uomini nel suo ufficio prese uno dei pezzi più grandi e lo colpì con una mazza, non gli fece nulla.

    Ora che abbiamo appena superato il 60 ° anniversario dell'evento di Roswell e ha pubblicato il suo libro “L‘eredità di Roswell“, mi dica un po’ di più sul libro e perché ha deciso di pubblicarlo ora.

    Beh, sto andando in là con gli anni e non c'è rimasta molta gente che abbia una conoscenza diretta di questo evento. Così ho voluto mettere nero su bianco la mia storia, i miei pensieri, perché credo che i fatti di Roswell fossero un vero e proprio UFO proveniente da qualche altro luogo. Ho voluto raccontarlo finché ero in tempo. Specialmente dal momento che è stato richiamato in servizio attivo in Iraq.
    Ho cominciato a scrivere il libro mentre ero in Iraq. In quel luogo ti rendi conto della tua mortalità. Una notte, un colpo di mortaio nelle vicinanze. Non indossavo il giubbotto antiproiettile, ma in seguito ho cominciato a mettere il mio portatile nel mio giubbotto antiproiettile per proteggerlo. Se fossi stato colpito almeno il libro sarebbe sopravvissuto.

    Ha intitolato il libro “L‘eredità di Roswell“. Secondo lei qual è l'eredità dell’Incidente di Roswell?

    L'eredità è quella di riconoscere il fatto che non siamo soli in questo universo. Che ci siano altre civiltà là fuori e ancora più importante che sanno come arrivare da noi, quindi sono più avanzate. E penso che uno dei messaggi è che sono più avanti di noi in modo da essere probabilmente sopravvissuti alla loro adolescenza nucleare.
    Quindi, se il messaggio è che gli altri possono sopravvivere a questa guerra, forse possiamo farlo anche noi.

    Un'ultima cosa. La posizione ufficiale della United States Air Force rimane che l'incidente a Roswell fu un pallone, o addirittura il Progetto Mogul, che è ugualmente un pallone. Che ne dice di questo?

    Beh un pallone è un pallone. La missione del Progetto Mogul era top secret, ma il materiale utilizzato era materiale di
    scaffale, obiettivi radar e palloni. Non c'era differenza, era la missione ad essere diversa.

    Lei ha visto le fotografie di suo padre fatte a Fort Worth, subito dopo l'incidente. Stava tenendo questo relitto sul terreno?

    No, decisamente no! Sa qual è la cosa buffa di tutta questa faccenda? Se guarda la faccia di mio padre quando alza questo obiettivo radar. Ha la faccia come dire:“ State scherzando, questa roba non è vera, lo hanno cambiato!”

    Quindi cosa diresti a chi dubita dell'idea extraterrestre dello schianto di Roswell?

    Rimanete sintonizzati e guardate il cielo, perché sono là fuori.

    Dott. Jesse Marcel, la ringrazio molto. Devo dire che è stato un vero piacere passare la giornata con il Dott. Jesse Marcel jr e aver trovato il tempo per un colloquio con lui. Indipendentemente dalle vostre riflessioni su quello che è successo a Roswell non si può mettere in dubbio l'onestà e la sincerità di quest'uomo.
  • Gabrjel
    00 20/03/2012 15:23
    Un grazie a Jerry prima di tutto!
    [SM=g8335]


    PHILIP CORSO E LA STRUTTURA DEGLI UFO

    Da >>> www.intothegalaxy.net/file/La%20fisica%20degli%20UFO%20ed%20il%20fisico%20degli%20ufo...









    [Modificato da Gabrjel 20/03/2012 15:24]
  • zambu83
    00 20/03/2012 17:29
    C'è qualcosa che non quadra.Esaminiamo un tratto dell'intervista al Dott.Jesse Marcel Jr:

    "Ve lo ha mai descritto? Non aveva nulla di insolito?

    È stato descritto come un foglio di (materiale), proprio come avevo visto io.

    La gente ha detto che era una specie di metallo particolare. Forse Bill Brazel disse qualcosa a riguardo?

    Lui no, ma mio padre si. Disse che se lo piegavi, si spiegava da solo. Ma non l‘ho visto di persona.

    Suo padre ha mai accennato all’infrangibilità del materiale?

    Raccontò un evento in cui uno degli uomini nel suo ufficio prese uno dei pezzi più grandi e lo colpì con una mazza, non gli fece nulla."

    Ma se questo materiale del disco volante era praticamente infrangibile e se piegato si riportava alla condizione iniziale e nel tentativo di tagliarlo non si era riusciti nell'intento,allora come si è fatto a rompere in più frammenti? [SM=g27994]
    [Modificato da zambu83 20/03/2012 17:29]
  • Gabrjel
    00 20/03/2012 18:18
    Tenendo per buono che sia davvero caduto un UFO, ci possono essere vari motivi...
    Con una caduta di quel genere, anche un materiale resistente avrebbe potuto rompersi.
    Le spiegazioni comunque potrebbero essere molteplici.
  • zambu83
    00 20/03/2012 19:35
    Re:
    Gabrjel, 20/03/2012 18.18:

    Tenendo per buono che sia davvero caduto un UFO, ci possono essere vari motivi...
    Con una caduta di quel genere, anche un materiale resistente avrebbe potuto rompersi.
    Le spiegazioni comunque potrebbero essere molteplici.





    Nutro qualche dubbio.Se il disco è stato costruito per affrontare scontri con frammenti di asteroidi o altri oggetti anche di minute dimensioni che ad altissime velocità possono diventare pericolosissimi per uno scafo del genere, è giustificata e logica una struttura come quella del materiale descritto,elastica e resistente.Ma se il crash ha avuto un impatto tale da distruggere una struttura siffatta ed idonea per viaggi spaziali,perchè allora non ha polverizzato dei corpi ben più fragili come quelli degli alieni?
  • Gabrjel
    00 20/03/2012 19:53
    Ora, non vorrei ricordare male e dire una boiata...ma mi sembra che i corpi non siano stati ritrovati dove c'era l'UFO, ma a qualche miglio di distanza. Quindi non sono impattati insieme.
    Il perchè non ne ho idea.
    Si saranno buttati nella speranza di salvarsi?! [SM=g10191]

    Non vorrei però ricordare male e confondermi magari con qualche film che ho visto su Roswell. [SM=g8355]
  • zambu83
    00 20/03/2012 20:07
    Re:
    Gabrjel, 20/03/2012 19.53:

    Ora, non vorrei ricordare male e dire una boiata...ma mi sembra che i corpi non siano stati ritrovati dove c'era l'UFO, ma a qualche miglio di distanza. Quindi non sono impattati insieme.
    Il perchè non ne ho idea.
    Si saranno buttati nella speranza di salvarsi?! [SM=g10191]

    Non vorrei però ricordare male e confondermi magari con qualche film che ho visto su Roswell. [SM=g8355]



    Mi sembra di ricordare che i corpi degli alieni fossero stati trovati nelle immediate vicinanze del disco.Poi c'è la storia dell'alieno
    ancora vivo ma su questo particolare le testimonianze mi sembra siano molto fumose.


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    sgittario
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    00 21/03/2012 11:12
    Re:
    zambu83, 20/03/2012 17.29:

    Suo padre ha mai accennato all’infrangibilità del materiale?

    Raccontò un evento in cui uno degli uomini nel suo ufficio prese uno dei pezzi più grandi e lo colpì con una mazza, non gli fece nulla."

    Ma se questo materiale del disco volante era praticamente infrangibile e se piegato si riportava alla condizione iniziale e nel tentativo di tagliarlo non si era riusciti nell'intento,allora come si è fatto a rompere in più frammenti? [SM=g27994]



    Puo darsi che il motivo della rottura non sia dovuto ad impatti con altri corpi ma a cause intrinseche all'UFO, elettromeccaniche o qualsivoglia.

  • Gabrjel
    00 21/03/2012 11:54
    Anche...
  • zambu83
    00 21/03/2012 12:15
    Re: Re:
    sgittario, 21/03/2012 11.12:



    Puo darsi che il motivo della rottura non sia dovuto ad impatti con altri corpi ma a cause intrinseche all'UFO, elettromeccaniche o qualsivoglia.




    Si ma del relitto sono stati trovati i pezzi sparsi in giro.Il materiale misterioso continuava ad avere le sue proprietà di resistenza ed elasticità anche nei frammenti residui dello scafo.
    Se fosse esploso per cause elettromeccaniche prima dell'impatto al suolo i corpi degli alieni sarebbero stati dilaniati......quà si parla anche di alieno trovato vivo......Insomma,la storia non quadra.


  • Gabrjel
    00 21/03/2012 12:23
    Sinceramente non vedo dove sta il problema.
    Cioè, un aereo precipita. Si distrugge con lo schianto. Qualche sopravvissuto c'è.
    E' successo nella storia. Di rado... ma è capitato.
    Perchè non può capitare ad un ipotetico UFO?
    [Modificato da Gabrjel 21/03/2012 12:24]
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