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Ufologicamente: articoli, ricerche e casi ufologici

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2012 08:12
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30/09/2012 11:52
 
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GLI UFO, CROWLEY E LA CONNESSIONE OCCULTA

Articolo di Roberto La Paglia
Fonte: www.ufosigns.org/index.php?mod=read&id=1347310632

In un mio articolo, ripreso all’interno del volume “Ufologia Occulta” (Cerchio della Luna Editore), mi ripromettevo di indagare in merito alla connessione esistente tra il mondo dell’occulto e il fenomeno Ufo; questa breve indagine si basava sullo scenario che vide come protagonista Aleister Crowley e l’Operazione Amalantrah, un rituale svolto tra gennaio e marzo del 1918, basato sull’uso delle Chiavi Enochiane.
Il lavoro magico rituale, come alcuni ricorderanno, culminò nell’apertura di un varco dimensionale e il contatto con una entità chiamata LAM.
Si potrebbe a questo punto pensare di inserire la figura di Crowley in una tematica ufologica, ma si tratterebbe di una conclusione inesatta e del tutto affrettata; scopo di questo nuovo articolo sarà, quindi, non soltanto approfondire l’argomento in questione, ma anche riportare l’operazione Amalantrah e la figura del LAM a quelli che sono i loro precisi riferimenti storici e ideologici.



Antefatto
Gennaio/marzo 1918; Aleister Crowley, si dedica a quella che sarà in seguito conosciuta come “Operazione Amalantrah”, ovvero dei lavori magico rituali che si svolgono in alcune camere arredate in Central Park West, a New York City.
Lo scopo principale di queste operazioni è quello di avviare dei contatti, tramite la Magia Cerimoniale e le pratiche di Magia Sessuale, con intelligenze esterne al nostro mondo; il contatto vero e proprio viene affidato alle visioni di una medium.
Attraverso il Rituale, viene creato un Portale Magico, ovvero uno spazio nel tessuto dello spazio tempo entro il quale avverranno le manifestazioni; i risultati non tardano ad arrivare e l’entità che si presenta viene chiamata Lam.
Questa figura, ancora oggi avvolta nel più fitto mistero, è stranamente molto simile a quella razza di extraterrestri meglio nota come Grigi, non abbiamo però alcun commento diretto da parte del grande occultista inglese riguardo ai fatti appena narrati; sappiamo soltanto che creature molto simili al Lam vennero segnalate ripetutamente per tutto il 1980 nella Hudson Valley; di questo avvenimento esiste la testimonianza riportata in “Contact of the 5th Kind” di Philip J. Imbrogno e Marianne Horrigan, ovvero un disegno realizzato da Ann Direnger che raffigura un essere del tutto simile al Lam di Crowley.
Il mago inglese trovò forse un metodo “alternativo” per contattare gli extraterrestri?
A questo domanda risponderemo alla fine, continuiamo intanto il nostro antefatto.
Dopo l’esperimento condotto da Crowley, la presenza del Lam non rimase un caso isolato; Michael Bertiaux riuscì ad evocarlo nel 1960 e dieci anni dopo, un gruppo O.T.O. (Ordo Templis Orientis), replicò con successo la stessa esperienza.
Dopo questi successi, gli interessi dei circoli occulti, in special modo di quelli appartenenti o direttamente ispirati dall’O.T.O., presero in grande considerazione questo metodo di ricerca; e Kenneth Grant, riconosciuto come il successore di Crowley, formalizzò definitivamente il Culto di Lam, riconoscendo a questa entità natura aliena.
Iniziamo subito con il ricordare che tale scenario, ovvero la presenza di energie senzienti che sovrastano il nostro pianeta e sono parte integrante dell’universo, era già stata esplorata da H. P. Lovecraft e ripresa da Charles Fort, ma si trattava di una visione altamente negativa e non necessariamente in stretta sinergia con l’ipotesi extraterrestre.
L’operazione Amalantrah non si prefiggeva di raggiungere lo status di primo esperimento di contatto con il mondo alieno, lo stesso Crowley non aveva questa intenzione, tanto che definì il Lam una “entità Enochiana”, accezione che lo accosta più al rituale magico che non ai moderni schemi di Contattismo e Channeling.
Nonostante ciò il portale aperto da Crowley, ma soprattutto il percorso storico che contribuì al buon fine dell’operazioni, riportano numerose coincidenze che trovano, a loro volta, ampio riscontro nella letteratura ufologica.
Il termine Entità Enochiana ci riporta indiscutibilmente al sistema Enochiano usato dal mago elisabettiano John Dee durante il 17° Secolo, personaggio per il quale Crowley nutriva un profondo interesse.
John Dee, insieme al suo collaboratore Edward Kelly, non erano certo nuovi a questo tipo di esperienza; anche loro avevano avuto “particolari” incontri, interazioni delle quali erano stati protagonisti quelli che chiamavano dei “piccoli uomini” che si muovevano “in una nuvoletta di fuoco”, un modello che non è certo sconosciuto alla letteratura ufologica.
In ogni caso l’interesse di Crowley era puramente di matrice magico spirituale, un modo per allargare e approfondire la conoscenza; il disegno del Lam non rivestì in seguito nessuna importanza per il mago inglese, tanto che lo tenne conservato per circa 36 anni facendone poi dono a Kenneth Grant. Dal 1919 al 1945 Crowley non si interessa al Lam; dobbiamo quindi dedurre che il Lam, inteso come contatto extraterrestre, sia una divulgazione di Grant? Forse parte dell'ideologia dell'O.T.O. di matrice Tifoniana?
Crowley si riferisce in realtà ad un portale di accesso ma non affronta nessuna tematica che, in qualche modo, possa essere legata all'Ufologia; Grant, al contrario, nel 1955 annuncia la scoperta di Iside, un pianeta trans-plutonico, e stabilisce allo stesso tempo l'Ordine Loggia Nu-Iside proprio allo scopo di favorire il contatto. A coronamento di questo fatto, sempre lo stesso Grant, dichiara pubblicamente (1980) che il ritratto del 1918 (il Lam di Crowley) può essere usato come punto focale per l'energia extraterrestre. Risulta a questo punto difficile, se non addirittura arbitrario, inserire Crowley in una tematica ufologica, mentre l’intera questione ci porta ad esplorare nuove ipotesi di ricerca.

Gli Ufo, Kenneth Grant e le Operazioni Babalon
A dispetto dell’idea originale di Crowley, Grant si mosse verso obiettivi radicalmente diversi, all’interno dei quali la ritualistica, il portale aperto nel 1918 e il Lam stesso assumevano molteplici accezioni, non ultima quella di una connotazione dichiaratamente aliena, laddove con questo termine ci si riferisce ad una origine extraterrestre.
Nel suo “Outside the Circles of Time” cos’ scrive riferendosi alla questione trattata in questo articolo: “…alcuni credono che i fenomeni Ufo facciano parte del “miracolo”, e una grande quantità di prove sembra suggerire che queste entità misteriose siano localizzate all’interno dell’atmosfera terrestre…la New Lodge Isis possiede gli strumenti per entrare in contatto con loro…”.
Il riferimento evidente si riallaccia all’esperienza di Crowley, all’uso delle Chiavi Enochiane e a nuovi rituali abbinati che permetterebbero il contatto interdimensionale.
L’esperienza di Crowley andò quindi avanti, nonostante il disinteresse dimostrato dal mago inglese, e passò nelle mani di Grant, ma il percorso di quella che potremmo definire, ma soltanto come agganzio storico e non certo ideologico, la “nuova Amalantrah” non si fermò certo a questo punto.
Nel 1946, Jack Parsons, un discepolo di Crowley, capo del ramo californiano dell’O.T.O. e noto scienziato missilistico, portò avanti l’idea del contatto con l’aiuto di Frater H, nome iniziatico scelto da L. Ron Hubbard, conosciuto ai più come il fondatore di Scientology ma anche apprezzato scrittore di romanzi di fantascienza.
La nuova operazione, anzi le nuove operazioni visto che si trattò di vari tentativi, presero il nome di Babalon e permisero ai due uomini di entrare in contatto con creature o entità non molto dissimili dal Lam; Parsons e Hubbard ripresero in pratica i ruoli originari che avevano visto come protagonisti nel 1918 Crowley e la Dama Scarlatta, ma anche John Dee e Edward Kelly, ovvero il mago e il veggente uniti nel tentativo di realizzare delle comunicazioni ultraterrene.
Le operazioni Babalon differivano nettamente da quelli che erano stati i presupposti e i rituali di Amalantrah; si trattava in realtà di uno scenario molto più vicino alla Magia Sessuale attraverso la quale si voleva arrivre alla creazione di un “figlio” nel piano spirituale; una volta creato questo “bambino spirituale” sarebbe stato “indirizzato” ritualmente nell’utero della Sacerdotessa, assumendo in tal modo la sua manifestazione umana.
Perché tutto ciò accadesse era necessario riaprire il portale sigillato da Crowley, cosa che avvenne ma che, allo stesso tempo, sfuggì in parte di mano agli officianti i quali non riuscirono a chiudere il varco che rimase fuori da ogni controllo. Probabilmente fu proprio questo “incidente” a dare il via a tutta una serie di particolari coincidenze, le stesse che da molti vengono messe in relazione con i successivi avvenimenti di natura ufologica.
Approfondendo quest’ultimo aspetto ci troviamo di fronte a questa singolare serie di coincidenze temporali: i lavori delle operazioni Babalon si conclusero nel 1947, sempre nel giugno dello stesso anno avvenne il famoso avvistamento di Kenneth Arnold e il mese successivo l’incidente di Roswell; sempre nell’estate del 1947 si registrano: la prima grande ondata di avvistamenti, l’Ufo crash di Chengdu (Cina) e il presunto recupero di parti di un disco volante operato dai militari russi presso quella che viene ricordata come l’Area 51 della Russia, Kapustin Yar.
Come se ciò non bastasse, il 12 agosto del 1989 il ricercatore John Judge rilascia una intervista alla KPFK radio di Los Angeles durante la quale, tra le altre cose, fa una ben precisa affermazione: Kenneth Arnold e Jack Parsons erano stati molto spesso partner di volo sullo stesso aereo; non abbiamo in merito ulteriori conferme ma si tratta certo di una ben strana coincidenza.
D’altra parte tutti i personaggi di questa vicenda, in un modo o nell’altro, erano legati tra loro e avevano avuto in precedenza esperienze similari, così come l’intero scenario ricalcava fedelmente quel particolare momento storico e ideologico.
Non a caso, quindi, Ron Hubbard inserì nella cosmologia relativa a quella che sarebbe poi stata la sua “religione” i “Thetan”, ovvero le anime di alieni spaziali morti che tentano in tutti i modi di impossessarsi del corpo degli esseri umani, e ancora una volta non a caso, probabilmente, Sia lo stesso Hubbard che Parsons ebbero una esperienza “visionaria” con queste entità proprio nel Deserto della California, ovvero nello stesso luogo che fu in seguito lo scenario principale di personaggi quali George Adamski e George Hunt Williamson.
Sono tutte coincidenze? Casualità?
Se quanto appena riportato attiene esclusivamente al mondo delle circostanze fortuite, su questo stesso piano deve essere letto “Communion”, il libro di Whitley Strieber da molti ritenuto il primo documento ufficiale nel quale viene descritto un caso di Abduction; nel romanzo di Strieber, infatti, i “grigi” appaiono stranamente somiglianti al Lam tranne che per gli occhi, anche se proprio nella seconda pagina del volume, una delle varianti fotografiche è esattamente uguale all’essere evocato da Crowley.
Ancora una volta siamo costretti a rivolgerci a Kenneth Grant, il quale, in uno dei suoi scritti, afferma quanto segue: “…il Lam è un Grande Antico, il cui archetipo è riconoscibile nelle fattezze degli occupanti degli Ufo…”. La dichiarazione di Grant, per quanto qualcuno insista nel darle una o più diverse interpretazioni, sembra abbastanza chiara: il Lam e gli alieni conosciuti come Grigi sono un’unica cosa.
Volendo cercare altre connessioni possibili, ci basterà rileggere parte della letteratura ufologica e metterla a confronto con quanto si afferma ancora oggi riguardo al Culto del Lam, ricordando allo stesso tempo che quest’ultima definizione e la sua connessione con la tematica Ufo sono entrambe conseguenze delle già citate operazioni Babalon, così come l’accostamento del Lam alla tematica Ufo deriva dalle dichiarazioni di Grant, due fatti che insieme convalidano l’assoluta estraneità di Crowley a questo tipo di ideologia, ma riprendiamo la disamina delle strane analogie.
Esaminando il rituale di evocazione proposto da Grant, un suo consiglio colpisce in maniera particolare, il suggerimento di iniziare a meditare concentrandosi sugli occhi del Lam. In tal senso Kenneth Grant scrive: “…guardando negli occhi di questa entità si avverte subito una immediata sensazione di leggerezza, di assenza di peso, quindi la sensazione di essere risucchiati in un vortice…”; si tratta certo di uno scenario che suona abbastanza familiare a chi si occupa di Ufologia, basta consultare le testimonianze di coloro che hanno avuto modo di fissare gli occhi dei Grigi, raccontando in seguito le stesse sensazioni descritte da Grant.
Analoga descrizione si può trovare nei lavori di John Keel, le cui teorie ben si sposano con quanto accadde durante e dopo le operazioni Babalon.
Inutile dire che l’intero contesto potrebbe anche essere riconducibile ad alcuni casi di Abduction e di annullamento della coscienza.

Il Lam: alcune ipotesi
A questo punto diventa del tutto inutile tentare di sfuggire al quesito che fin dall’inizio si è insinuato in ogni riga di questo scritto: chi o cosa è esattamente il Lam?
Prima di provare a rispondere, tentiamo di tracciarne un quadro, sia pure sommario, seguendo le dichiarazioni di Kenneth Grant, ricordando ancora una volta che tali affermazioni non riguardano Crowley, il quale, a differenza del suo discepolo e in seguito capo dell’O.T.O., non manifestò alcun interesse in merito:

Il Lam rappresenta un collegamento tra i sistemi stellari di Sirio e Andromeda.
Si tratta di una “porta” che si apre sul vuoto, di una apparizione il cui numero è 71, il numero del Nulla.
Il Lam è simile a un Grande Vecchio il cui archetipo è riscontrabile negli occupanti degli Ufo.
E’ stato invocato per compiere l’opera di Aiwass del quale è un riflesso.
E’ un trasmettitore di vibrazioni. E, allo stesso tempo, pura energia.

Possiamo a questo punto azzardare l’ipotesi che il Lam sia una entità singola appartenente ad una vera e propria classe di creature, non un singolo bensì una vera e propria condizione esistenziale
Il Lam quindi, riprendendo il discorso originale di Crowley, è pura conoscenza, il frutto di una evoluzione che si è affinata e completata su diversi piani, in svariati livelli e su diversi pianeti, compreso il nostro.
Il mago inglese aprì quindi un varco dimensionale, ponendosi non tanto come pioniere da un punto di vista ufologico bensì come precursore di quell’estremo bisogno di ampliare la coscienza globale del quale oggi così tanto si parla.
Crowley attraversò involontariamente il mondo degli Ufo ma, al contrario, non si può affermare con certezza che l’ipotesi extraterrestre non contempli da sempre al suo interno le regole e l’intima essenza di quella che da sempre , per nostro comune intendere, definiamo Magia.
30/09/2012 11:54
 
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IL MOTORE A CURVATURA E' UN PROGETTO FATTIBILE

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/il-motore-a-curvatura-e-un-progetto-fattibile-dicono-gli-sci...

Un motore a curvatura (Warp Drive) per conseguire viaggi più veloci della luce – un concetto divenuto popolare con la serie televisiva Star Trek – potrebbe non essere così irrealistico come si pensava, dicono gli scienziati.
Un motore a curvatura manipolerebbe lo stesso spazio-tempo per spostare una nave stellare, approfittando di una lacuna nelle leggi della fisica che impedisce a qualsiasi cosa di muoversi più veloce della luce. Un concetto nella vita reale di un motore a curvatura fu suggerito nel 1994 dal fisico messicano Miguel Alcubierre, tuttavia calcoli successivi scoprirono che un dispositivo del genere richiederebbe quantità proibitive di energia.
Ora i fisici affermano che degli aggiustamenti possono esser fatti per proporre un motore a curvatura che permetta di far circolare un significativo flusso di energia notevolmente inferiore, potenzialmente in linea con l’idea di ritorno dal regno della fantascienza a quello della scienza.
“C’è fiducia“, ha affermato il 14 settembre Harold “Sonny” White (immagine sotto) del Johnson Space Center della NASA in occasione del “100 Year Starship Symposium“, un meeting organizzato per discutere le sfide del volo spaziale interstellare.



DISTORSIONE SPAZIO-TEMPORALE
Un motore a curvatura di Alcubierre coinvolgerebbe una nave spaziale dalla forma di un pallone da calcio, collegata ad un grande anello che la circonderebbe. Questo anello, potenzialmente di materia esotica, causerebbe la deformazione dello spazio-tempo intorno alla nave stellare, creando una regione di spazio contratto davanti e indietro lo spazio espanso.
Nel frattempo, la stessa nave stellare resterebbe all’interno di una bolla spazio-tempo che non è stata deformata totalmente.
“Tutto nello spazio è limitato alla velocità della luce“, ha spiegato Richard Obousy, presidente di Icarus Interstellar, associazione no-profit di scienziati e ingegneri dediti a perseguire il volo spaziale interstellare. “Ma la cosa davvero interessante è lo spazio-tempo, il tessuto dello spazio, non limitato alla velocità della luce“.
Con questo concetto, la nave spaziale sarebbe in grado di raggiungere una velocità effettiva di circa 10 volte la velocità della luce, il tutto senza rompere il limite di velocità cosmica.
L’unico problema è quello che precedenti studi hanno stimato che il motore a curvatura richiederebbe una quantità minima di energia uguale circa quella della massa-energia del pianeta Giove.
Ma White, recentemente, ha calcolato cosa accadrebbe se la forma dell’anello che circonda il veicolo spaziale fosse adattata da uno con la forma di ciambella arrotondata, al contrario di un anello piatto. In questo caso ha scoperto che il motore a curvatura potrebbe essere alimentato da uno dalle dimensioni di circa quello di un veicolo spaziale come il Voyager 1, sonda della NASA lanciata nel 1977.
Inoltre, se l’intensità delle curvature spaziali può essere oscillata nel tempo, l’energia necessaria viene ridotta ancora di più, ha scoperto White.
“I risultati che ho presentato oggi cambiano da impraticabili a plausibili e meritano ulteriori indagini“, ha detto White. “La riduzione di energia supplementare realizzata dall’oscillazione dell’intensità della bolla è una interessante congettura che potrà divertirci guardando in laboratorio“.



TEST DI LABORATORIO
White e i suoi colleghi hanno iniziato gli esperimenti con una versione mini del motore a curvatura nel loro laboratorio.
Hanno creato quello che chiamano White-Juday Warp Field Interferometer al Johnson Space Center, in sostanza la creazione di un interferometro laser che istiga le versioni micro delle curvature spazio-tempo.
“Stiamo cercando di vedere se siamo in grado di generare un’istanza davvero piccola di ciò in un esperimento da tavolo, per cercare di perturbare lo spazio-tempo di una parte su 10 milioni“, ha affermato White.
Ha chiamato questo progetto un “umile esperimento” rispetto a quello che sarebbe necessario per un reale motore a curvatura, ma ha detto che ciò rappresenta un promettente primo passo.
E altri scienziati hanno sottolineato che anche se le sue idee suonano stravaganti, come il motore a curvatura, devono essere prese in considerazione se l’umanità è seriamente interessata a viaggiare in altre stelle.
30/09/2012 11:54
 
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RAPPORTO PRELIMINARE DELLA COMMISSIONE SIGMA/3AF SUGLI UFO

Articolo e traduzione a cura di Antonio De Comite
Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/lassociazione-aeronautica-astronautica-francese-e-gli-ufo-rapporto-prel...
Fonte documento: ufoedintorni.altervista.org/blog/wp-content/uploads/2012/09/SIGMA-N...

Quello che vi presentiamo in questa sede è il primo rapporto sulla questione UFO redatto dall’Associazione Aeronautica Astronautica di Francia (3AF) , associazione composta da eminenti scienziati, della Difesa, del settore aeronautico e astronautico d’Oltralpe. Un rapporto preliminare redatto il 31 maggio 2010 (ma ancora di attualità), a Parigi, che fa il punto sulla questione UFO. Un rapporto molto interessante che, anche se “work in progress“, racchiude punti di riflessione molto accattivanti. Un documento che sembra la naturale “evoluzione” del rapporto “Cometa” sugli UFO, che tanto scalpore fece nell’ambiente ufologico (e non solo) nel lontano 1999 del secolo scorso.





























30/09/2012 11:55
 
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I DUBBI DEL "FALSO" CASO CAPONI

Articolo di Stefano Panizza
Fonte: falsimisteri.myblog.it/archive/2012/09/20/i-dubbi-del-falso-caso-cap...

Nella comunità ufologica è parere quasi unanime che il cosiddetto Caso Caponi sia solo una grande montatura creata ad arte dal medesimo. è pur vero che ci sono eccezioni a questa tesi, ma costituiscono la netta minoranza. In sostanza, si sostiene che le fotografie scattate da Caponi, ad una misteriosa e presunta creatura, siano in realtà le immagini di un manichino artefatto dal medesimo e che la sua testimonianza non abbia nessuna prova a sostegno.
Come sempre, e senza partire da tesi preconcette, ho cercato di analizzare il caso, contattando una parte di coloro che vissero, più o meno direttamente, i fatti di allora. Purtroppo non tutti hanno dato la loro disponibilità, né chi mi ha risposto ha chiarito compiutamente i dubbi che mi erano sono sorti.
Analogamente la mancanza di immagini della presunta creatura, non pubblicate perché coperte da copyright e per il quale Caponi chiede il pagamento dei relativi diritti, impedisce di cogliere appieno il significato di quanto scritto.
Inoltre, non tutto il materiale di cui sono venuto in possesso trova spazio nel presente articolo, sia per motivi di privacy che per l’impossibilità di verificare determinate informazioni.
Ad ogni buon conto, ritengo che la vicenda si presti a diversi ragionamenti interessanti.
Vediamo, ora, a dove ci portano, partendo, naturalmente, dall’inizio.

La vicenda
Filiberto Caponi ha sempre dichiarato di essere stato testimone, nel lontano 1993, di svariati incontri con una strana creature umanoide nei pressi di Pretare. Il paese è una frazione del Comune di Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Di poche centinaia di abitanti, sorge ad una quota di 900 metri ed ai piedi del Monte Vettore.
L’essere mostrava le seguenti caratteristiche: testa liscia e sferica, occhi fissi e neri, pelle rugosa e con cicatrici, con alcune macchie bianche sul petto, unitamente a due specie di tubi. Le braccia erano piccole e con tre dita. Le gambe snelle presentavano piedi con una biforcazione. La schiena mostrava un rigonfiamento. Emetteva, poi, una sorta di lamento e sembrava attratto dalla luce.
Di questa creatura esistono sei foto polaroid “ufficiali” consultabili in internet, più una settima mai riconosciuta da Caponi.
Il caso venne indagato dal CUN (Roberto Pinotti, Gianfranco Lollino, Massimo Angelucci), CROVNI (Fabio Della Balda) e da Massimo Fratini dell’allora C.S.UFO. Solo in un secondo momento anche da Timothy Good.
Il CISU, stando a quanto riportato da quest’ultimo nel libro citato in bibliografia, si limitò a chiedere “… appunti, disegni e copie delle fotografie, spiegando che sarebbero stati usati per scopi scientifici …”.
Le frasi virgolettate riferite a Lollino sono estratte dai numeri 25 (ottobre 2001) e 23 (agosto 2012) della rivista Ufo Notiziario.

Le fotografie
Le fotografie che circolano in rete e pubblicate su riviste, come detto, sono sei. La settima è consultabile unicamente (per quanto di mia conoscenza) nella rivista n.25 sopra citata.
Vediamo di analizzare schematicamente il problema.
Gli incontri nei quali Caponi ha dichiarato di aver visto la creatura sono sei.
Il primo avvenne il 9 maggio 1993 attorno alle ore 23,30 e non scattò nessuna foto.
Il secondo ci fu nella stessa notte alle ore 4 ed anche di questo caso non ci sono immagini.
Il terzo si verificò il 24 maggio. Scattò due fotografie, gettate a terra prima che si asciugassero e raccolte successivamente. Queste costituiscono le foto n.1 e n.2.
Sono poco chiare, nel senso che non si capisce cosa sia l’immagine fotografata. Oltre a quanto, Caponi scrisse che subirono un misterioso danneggiamento all’interno della scatola nella quale erano custodite. Furono pubblicate dal Messaggero nell’edizione del 1 luglio 1993 e da Stop il 17 luglio.
Il quarto incontro avvenne il 10 agosto. La foto riprende un essere accucciato nell’erba e con le gambe fasciate da una sorta di benda. Questa costituisce la foto n.3.
Il quinto incontro ci fu il 19 agosto. Due fotografie riprendono un essere seduto da due angolazioni leggermente diverse. Dal suo torace sembrano uscire due tubi biancastri. Costituiscono le foto n.4 e n.5. La seconda di queste venne scattata dopo aver posato a terra la prima, in attesa che si asciugasse. Una delle due venne pubblicata da Visto del 28 ottobre 1993. Copie delle immagini furono analizzate dal CUN e le risultanze, dal punto di vista della credibilità, intesa come riproduzioni di una creature vivente, furono sconfortanti. In pratica, queste avrebbe mostrato la tipica rigidità di un manichino e le lieve discrepanze negli oggetti di scena delle fotografie 4 e 5 che sono consecutive, indicherebbe “… che nell’intervallo tra uno scatto e l’altro, chi ha realizzato le foto avvicinandosi al soggetto per apportare lieve modifiche alla scena, abbia inavvertitamente trasportato (o asportato) tali oggetti”.
Questi due aspetti, e cioè la “rigidità” e le “discrepanze”, mi sembrano, però, più figli di un’interpretazione, che di fatti concreti. Nel senso che ciò che è stato immortalato potrebbe essere stato semplicemente fermo. Poi, quanto è facile cogliere il cinetismo in una fotografia?
Una possibile obiezione potrebbe venire dalle parole di Good, che scrive, a proposito delle caratteristiche tecniche della Polaroid, che “Ogni singola fotografia comincia il processo di sviluppo appena estratta dalla macchina. Di solito l’immagine comincia ad apparire dopo due o tre minuti, ma lo sviluppo completo può richiedere dai quindici minuti un su, a seconda della temperatura ambientale (Dati forniti dalla Polaroid UK)”. Cioè, visto i lunghi tempi di sviluppo, la creatura non avrebbe certamente aspettato in posa la seconda fotografia. In realtà Caponi, come visto, giustifica la consecutività fra le due foto dicendo che la prima polaroid venne posata a terra e subito dopo scattata la seconda.
Sulla modifica degli oggetti di scena, l’analisi fa riferimento, in particolare, ad una confusa “macchietta” sul lato del piede destro. Non potrebbe, in realtà, essersi trattato di un insetto o un pezzo di un qualcosa spostato dal vento nel tempo fra le due immagini?
Il sesto ed ultimo incontro avvenne il 9 ottobre. La foto (n.6) ritrae un essere in piedi. Caponi dichiarò che a vederlo fu anche la nonna.
Visto pubblicò l’immagine nell’edizione del 28 ottobre 1993. Osservando visivamente le foto 3-4-5, e confrontandole con la 6, balzano all’occhio alcune differenze: in quest’ultima la creatura appare più magra, più rossiccia e più lucente. Quindi siamo di fronte a due “cose” diverse? Quando venne scattata la foto 6, Caponi scrive che pioveva. Questo potrebbe aver alterato, alla luce del flash, la riflettenza e il colore della figura. Più difficile spiegare il dimagrimento, salvo ipotizzare, come suggerisce Caponi stesso, che essa si fosse privata di un qualche involucro. Il fatto è che l’obiezione “prima grassa e poi magra” mossa dagli “scettici” è troppo palese perché l’ipotetico falsario non possa non averla considerata. E, quindi, perché prestare il “fianco” così’ facilmente?
Esisterebbe, poi, una foto n.8. Infatti nel nell’”Ordinanza di restituzione di cose sequestrate” datata 27 ottobre 1998 e con la quale la Pretura Circondariale di Ascoli Piceno restituì a Caponi quanto trattenuto, si legge chiaramente di “n.7 foto”. Copia dell’atto è consultabile a pagina 236 del libro di Timothy Good. La foto n.8 sarebbe quella scattata dai carabinieri in uno dei luoghi in cui Caponi dichiarò di aver visto la creatura. Quindi, gli vennero restituite le sue sei foto più quella scattata dai militi? Stando a Good si, che ne era entrato in possesso (come è evidente manca una foto, la 7, di cui parleremo dettagliatamente poi).
Timothy Good scrive: “Ho incaricato il professor Roger J.Green, perito riconosciuto dalla facoltà di giurisprudenza e professore di sistemi di comunicazione elettronica presso la Warwick University, di condurre un’analisi sugli originali delle Polaroid in mio possesso”. Questi avrebbe dichiarato: “è impossibile accertare dalle immagini l’origine di una creatura simile, se sia “opera dell’uomo” o meno … L’istinto suggerisce che la complessità delle prove confermi l’idea che si tratta di una creatura autentica, che non presenta alcuna reale affinità con un modello di terracotta realizzato da Caponi”.

La foto numero sette
La storia è talmente contorta da meritare un capitolo a se stante.
La faccenda delle foto, infatti, si complica ancora di più perché gli inquirenti del CUN–CROVNI avrebbero visto, in realtà, una settima foto (non considerando quella dei carabinieri). Questa venne giudicata identica alla n.6, con l’unica differenza di un punto bianco al di sotto dell’inguine della creatura. è consultabile a pagina 46 della rivista n.25 sopra citata.
Secondo Lollino, Caponi l’avrebbe mostrata agli inquirenti del CUN, poco propensi a credere alla storia, in mancanza delle altre sei foto depositate presso un’agenzia giornalistica di Roma che ne curava i diritti. Scrive, infatti,: “Filiberto disse che quella Polaroid la scattò due giorni dopo la precedente nelle stesse condizioni. Il che era semplicemente impossibile!”. In effetti non è credibile che due giorni dopo la creatura si sia posizionata esattamente nell’identico posto, al millimetro, compreso il medesimo rapporto dei fili d’erba nei confronti dei piedi. Se si confrontano bene le due immagini si nota, però, che sono proprio identiche (salvo il segno citato). Cioè ogni particolare di una foto è esattamente sovrapponibile all’altra. In altre parole, il fotografo dopo aver sistemato quanto Lollino definisce “… molto probabilmente un supporto che serviva a mantenere eretto e un po’ staccato “l’alieno” dalla parete”, si sarebbe riposizionato millimetricamente nella posizione della prima foto per fare un secondo scatto. Fatto che ritengo ugualmente poco credibile, salvo ipotizzare che la macchina polaroid fosse stata posizionata su un appoggio fisso.
In realtà la versione scritta da Good è diversa. “Ho chiesto a Filiberto di dire la sua, e lui nega di avere mai posseduto più di sei fotografie della creatura, che furono mostrate tutte a Pinotti e ai suoi colleghi del CUN durante la prima visita. Dopo quella visita, Filiberto prestò cinque delle foto a Renato Bianchi dell’ANSA, trattenendo la sesta come misura di sicurezza. … i ricercatori del CUN tornarono a casa di Caponi per la seconda volta … Filiberto andò a prendere la sesta foto e la mostrò di nuovo a Pinotti”.
Ed è diversa anche dalla versione di Caponi perché scrive che Pinotti non fu presente alla prima visita ed i suoi collaboratori videro solo delle copie perché gli originali erano già in mano all’agenzia giornalistica già al tempo della prima visita. Infatti scrive “Spiegai (n.d.a. a quelli del CUN) che le foto erano al sicuro da un mio amico giornalista che aveva fatto l’articolo su Visto …”.
In riferimento alla seconda visita Caponi, scrive di essere rientrato in possesso delle fotografie e che “… Roberto P. … passò ad esaminare le polaroid e, dopo averle osservate attentamente per qualche minuto, con aria molto serena, mi spiegò la straordinaria importanza di quelle fotografie”. Quindi il CUN vide gli originali di tutte le fotografie e non la sola foto “incriminata”, cioè quella con il punto bianco sotto l’inguine della creatura.
Che si tratti, si chiede Lollino di “un supporto per mantenere in equilibrio un pupazzo?”. In pratica, secondo questa ipotesi, come già accennato, l’artefatto sarebbe stato appoggiato alla parete di terra retrostante, come dimostrerebbe lo studio di ombre fatto dal CUN.
In realtà, mi chiedo, se siano distinguibili quelle prodotte da un qualcosa di appoggiato ad altro di semplicemente molto vicino.
Lollino, ad ogni modo, sconfessa Caponi e sembra dar ragione a Good quando scrive: “Fu un momento decisivo allorquando Fliberto, non ancora rientrato in possesso delle polaroid che si trovavano nelle mani dell’agenzia giornalistica di Roma che ne curava i diritti e messo alle strette da Pinotti che gli disse di non credere che si fosse separato da tutte le foto eseguite, ci mostrò una settima foto”.
E prosegue, a proposito del momento in cui Caponi mostro la foto n.7 così simile alla n.6: “Anche Caponi si accorse della gaff commessa …”.
La domanda è però: il CUN in base a cosa fece il confronto? Ce lo spiega Lollino quando scrive che “… fu immediato il riscontro con la sesta foto della serie, cioè la terza pubblicata sulla rivista Visto, che avevamo sotto gli occhi in quel momento”.
Caponi non ha mai parlato di questa foto nascosta e, ad una mia precisa domanda, ha risposto che non esiste.
Ma Good scrive che in una lettera che gli indirizzò Lollino “Rendendosi conto di quell’errore grossolano, Filiberto ha trattenuto per sé la foto …”.
Va ricordato che la riproduzione delle fotografie da parte del CUN fu possibile solo durante l’ultimo sopralluogo a Pretare.
Appare certamente curioso che Caponi si fosse dimenticato del fatto che la foto n.7 l’avesse creata appositamente per rimediare alla svista del sostegno, tanto da mostrarla tranquillamente e, anzi, permettendone addirittura una riproduzione. Allora, se prestiamo fede alla sua versione e dunque non gliela mostrò, da dove salta fuori la riproduzione della foto con il punto bianco?

Il modellino
Il fatto che potrebbe essere stato ritrovato nel laboratorio un pupazzo somigliante alla creatura non proverebbe nulla. Potrebbe essere stata la conseguenza degli incontri e non l’oggetto delle fotografie. Poi, perché non disfarsi di una prova così pericolosa?
Caponi nega decisamente la presenza di questo artefatto. I carabinieri avrebbero, cioè, sequestrato solo pezzi di argilla informe.
In effetti, la mancanza di una semplice fotografia, sicuramente da scattarsi in questi frangenti, rende poco plausibile la notizia.

Le testimonianze
Gianfranco Lollino del Centro Ufologico Nazionale, scrive: “Nessun testimone ha mai confermato direttamente o indirettamente le dichiarazioni che tendevano a chiamarli in causa nei fatti raccontati da Filiberto, durante tutta la durata dell’inchiesta, anzi, abbiamo raccolto per lo più smentite o dei “non so” …”.
In riferimento alla testimonianza della nonna precisa: “ … se pensiamo all’anziana nonna di Filiberto, svegliata di soprassalto più volte, costretta ad uscire in strada con la mano del nipote sulla bocca per impedirgli di gridare e portata al cospetto di questa creatura che ogni volta spariva dietro l’angolo, beh … lascio ad ognuno di voi una valutazione oltre che psicologica del contesto testimoniale”. E più avanti: “ … ha ammesso di vedere, una volta, quell’omino seduto a terra davanti il portone di casa, solo per qualche attimo …”
Riguardo al padre scrive: “… ha ammesso in una circostanza di vedere “qualcosa di bianco” scappare sotto un arco a poche decine di metri dalla casa …”.
Quindi, nessuno ha visto o sentito niente, gli stessi famigliari si limitarono a confuse ed inattendibili affermazioni.
Filiberto Caponi racconta la storia nei suoi libri “sE Torni fatti vivo” e “Il caso Caponi”.
Ed è di tutt’altro tenore, da questo punto di vista.
Parlando della nonna afferma: “… alla vista del piccolo essere smise di agitarsi e dopo qualche attimo di silenzio, con una certa esitazione e lo sguardo incredulo, iniziò a sorridergli esclamando: - Com’è piccolo, che carino! Cosa guarda? - … la creatura indietreggiò leggermente guardando mia nonna che, a bassa voce, mi ripeteva di tornare indietro e di limitarmi a guardarlo”. E prosegue: “… sentii la nonna rispondermi che si era infilato sotto il vecchio arco…”.
Nel corso della trasmissione “I fatti vostri” del 5 novembre 1993 la nonna “… con semplicità e candore rispose che in un primo momento quella creatura le era sembrata un folletto o uno spirito …”.
Nella prefazione del suo primo libro la ringrazia scrivendo: “… per avermi creduto dopo aver visto …”.
Dunque, la versione è diametralmente opposta: la nonna vide molto bene, e per un tempo non certo breve, la misteriosa creatura.
Del padre, invece, scrive: “… anche lui era stato svegliato da quell’urlo (n.d.a. della creatura) …”. E poi: “… la creatura, come una saetta, attraversò la strada, sparendo sotto il passaggio buio. Mi voltai e vidi mio padre dietro di me, lo sguardo fisso nella direzione in cui l’essere era svanito: anche lui era riuscito a vederlo anche se per un attimo soltanto”. Prosegue scrivendo che “… notammo qualcosa muoversi fra gli alberi e i cespugli” e “… una scia luminosa cadde tra gli alberi in direzione del fruscio, producendo un bagliore accecante. D’istinto ci riparammo sotto il davanzale portandoci le braccia sopra la testa”.
In questo caso le due versioni sono sostanzialmente coincidenti: il padre vide, si, qualcosa, ma di poco definito. Udì invece chiaramente qualcosa di anomalo.
Caponi prosegue: “… due donne del paese … chiacchieravano di strane urla udite nella notte e attribuite da una di loro allo spirito di una vecchia, morta poco tempo prima … non erano le sole ad aver udito quegli urli”. Anche amici avrebbero sentito “... l’urlo assordante che ormai conoscevo bene”.
E la sera del 19 agosto 1993 “… mia sorella … mi disse di aver sentito rumori di tonfi e di salti fuori dalla finestra del bagno”.
Vennero organizzati dei gruppi di ricerca per trovare l’essere. In una di queste “il silenzio della notte fu squarciato da quell’ormai inconfondibile urlo e tra noi calò il gelo. Il cane saltò la recinzione … venne violentemente scaraventato giù ”.
Una persona del paese ammise di aver notato una strana creatura simile a “… scimmia pelata che zoppicava…”. Purtroppo “… si rifiutò di rendere pubblico il suo incontro”.
Vi sarebbero stati anche avvistamenti a carattere ufologico: “… un ragazzo ed una ragazza … mi raccontarono di aver notato in un angolo del campo sportivo delle strane evoluzioni di sfere rosse e verdi che solcavano il cielo, sollevandosi dal basso verso l’alto molto rapidamente e facendo delle brusche virate ad angolo retto, per poi sparire velocemente con un sibilo simile a quello di un palloncino che si sgonfia”. E poi “Anche altre coppie appartate in quella zona, come seppi dopo, avevano notato lo stressi fenomeno”.
Quindi abbiamo due versioni dei fatti in totale, o quasi, contrapposizione.
Da una parte il CUN che minimizza l’apporto testimoniale, dall’altra Caponi che sembra mostrare evidenze significative.
Infatti, a suo dire, famigliari, parenti e amici sperimentarono fenomeni misteriosi (luci e suoni). Ma è, soprattutto, la vicenda della nonna che potrebbe evidenziare qualcosa di concreto a favore di Caponi perché le testimonianze citate, vaghe o anonime, non possono avere, a mio avviso, troppa considerazione. Ella vide, e chiaramente, l’essere, e lo vide in movimento. Ciò escluderebbe, nella sostanza, l’ipotesi di un fantoccio messo ad arte da Caponi.
Il punto, però, non è solo cosa “vide”, ma anche cosa “dichiarò”.
Perché se disse effettivamente quanto riportato dal nipote, questi avrebbe un importante alleato dalla sua parte. Non ho avuto modo di recuperare la trasmissione della RAI, però, presumo che abbia detto effettivamente le cose riportate nel libro, in quanto potenzialmente verificabili e smentibili in qualunque momento.

Avvenimenti correlati?
La mattina del 15 giugno 1983 i cinque componenti di un elicottero Agusta dei Vigili del Fuoco, ad un’altezza dal suolo di circa 600 metri ed in prossimità dell’aeroporto di Pescara, avvistarono uno strano oggetto in apparente rotta di collisione con il velivolo. Sembrava di forma antropomorfa, con un’altezza di circa 1,30 metri, con una calotta a mo’ di testa di circa 50 cm di diametro e due specie di grandi occhi. Apparivano, poi, due piccoli arti inferiori di colore giallo ocra e due superiori dalla forma sferica. Dietro la schiena, invece, era in bella vista una sorta di antenna trapezoidale.



Si muoveva contro vento e sembrava avesse interesse per l’elicottero. Dopo alcuni secondi si allontanò velocemente ad una velocità stimata in 300/400 km orari, non prima di essersi girato “… fissando l’equipaggio con i suoi grandi occhi …”, come riportato da Moreno Tambellini nel suo libro citato in bibliografia.



La torre di controllo dell’aeroporto di Pescara non registrò nulla sugli schermi radar.
Intorno alle h 17,30 del 20 giugno 1983 a Pettorano sul Gizio (AQ), comune confinante con Sulmona, un gruppo di persone dichiarò di aver visto a circa 100 metri di distanza una forma sferica, simile ad un pallone, sorvolare un filare di pioppi. Scesa a terra ed avvicinata fino ad una distanza di 10 metri da uno dei componenti, saltellò più volte prima di rialzarsi e scomparire verso la montagna “Catena del Morrone”.
“Il suo colore era marroncino con striature chiare, alto tra gli 80 e i 60 centimetri, aveva una “testa” circolare un po’ ellittica più grande di quella umana, due occhi neri e lucidi coperti da una sorta di “mascherine di plastica”, sulla testa portava un’antennina bianca lunga circa 10-15 centimetri, in basso sotto la “testa” aveva due “gambe” senza piedi con un’altezza dei ginocchi due segni o tasche a forma di V o U”. Frase citata dal libro di Tambellini. Il caso venne indagato anche da Angello Ferlicca e Claudio Zacchia del CISU e pubblicato sulla rivista UFO n.13 del dicembre 1993. Nella medesima rivista un lungo articolo mostra come l’estate del 1993 abbia mostrato una vera e propria ondata di segnalazioni di “umanoidi volanti”.
Ritornando ai due casi citati, Capone scrive: “… il vicepresidente (n.d.a. del CUN) individuava molte similitudini tra la mia esperienza e quelle, analoghe, esaminate dal CUN poco tempo prima su segnalazione di avvistamenti avvenuti a Pescara e a Sulmona. Dapprima stentai a dargli ragione, ma quando sovrappose le mie foto a un disegno del precedente avvistatore, io stesso notai che le immagini collimavano perfettamente. Solo lo scafandro dell’alieno, che doveva servirgli per volare, era posizionato in modo differente nei due casi. Ma a giudicare dal resto poteva benissimo trattarsi del medesimo EBE ”.
Personalmente, confrontando i disegni, che vennero realizzati in base alle testimonianze, con le fotografie di Caponi, le similitudini mi sembrano piuttosto forzate. La “testa”, infatti, è sproporzionata rispetto al corpo, nel primo caso, poi, l’insieme dell’essere appare piuttosto tozzo. Nel secondo, invece, è completamente assente il tronco. Caratteristiche che non si trovano nelle fotografie. L’unico punto di raccordo potrebbe essere il colore marrone – giallo ocra. Piuttosto poco, però, per affermare che le immagini ritraggano la stessa figura. E, poi, i due luoghi sono distanti molte decine di chilometri da Pretare.
Nel luglio del 1993 due missili terra – aria sparati da due caccia dell’Aviazione Italiana avrebbero, addirittura, abbattuto un Ufo nei presi del Monte Vettore, vicino a Pretare.
Dopo tre giorni iniziarono gli avvistamenti di Caponi.
Di quanto esisterebbe un documento top secret, la cui attendibilità è tutta da verificare.
Poi c’è la storia delle galline. Nel mese di agosto una strana moria di galline colpì il paese. Sembravano dissanguate ed alcune mutilate. La fantasia della gente corse con il pensiero alla creatura misteriosa. In realtà, il collegamento, ammesso che esista, è solo ipotetico e si basa, a mio avviso, sul niente.
Ed, infine, la testimonianza del cognato di Caponi, del 13 ottobre 1993. Avrebbe visto, tornando in macchina dal lavoro e dirigendosi verso Pretare, una luce gialla molto intensa in ascesa sul Monte Vettore. La stessa notte un bagliore intenso avrebbe illuminato la sua stanza.

La confessione
Caponi sottoscrisse davanti ai carabinieri un documento di ammissione della truffa. In pratica dichiarò di aver creato personalmente il fantoccio di creta, poi fotografato. A suo dire, furono i carabinieri a convincerlo che quella era la soluzione migliore per tutti: la quiete pubblica sarebbe tornata e lui avrebbe potuto sempre sostenere la realtà della testimonianza.
A conferma della confessione il quotidiano “Il Messaggero" (Edizione Marche) del 9.11.1993 riportò: "Io la creatura l'ho vista davvero. La gente però non avrebbe mai creduto al mio racconto se non l'avessi accompagnato con foto convincenti. E così ho costruito una statuina di creta sul modello di E.T. e l'ho fotografata...".



Tutto chiaro ed indiscutibile?
In realtà le cose non sono mai semplici, nel senso che una persona che confessa non necessariamente dice la verità.
Lo sa benissimo il nostro Codice Penale che all’art.369 Autocalunnia punisce chi “ … incolpa se stesso di un reato che egli sa non avvenuto …”.
E restando nel nostro ambito, cioè le tematiche “misteriose”, i casi non mancano.
Forse pochi conoscono la storia del campesino Basilio Uchuya che, dietro consiglio del dottor Javer Cabrera e messo alle strette dalla polizia peruviana, confessò di aver realizzato le Pietre di Ica (artefatti litici che dimostrerebbero la coesistenza fra uomini e dinosauri).
Lo avrebbe fatto per evitare di essere accusato di contrabbando di opere archeologiche.
Ritornando a Caponi, come si fa a capire quando ha mentito e quando no?
Le ammissioni di colpa sembrano caratterizzare solo i primi tempi, come a dire che andava confermata la versione dati ai carabinieri.
Poi, una volta scagionato dalle accuse, come sotto vedremo, tornò alle dichiarazioni originarie.

La denuncia
Caponi venne accusato dai Carabinieri di Arquata del Tronto per “diffusione di notizie false o esagerate tendenti a turbare l’ordine pubblico” ai sensi dell’articolo 656 del Codice Penale, con il conseguente ritiro del materiale fotografico.
Un provvedimento grave, non c’è dubbio.
E a quanto scrive Lollino più che giustificato, in quanto, con Fabio Della Balda ed una pattuglia di Carabinieri, raccolse la turbata testimonianza di due ragazzine del paese. Da queste si evinse “ … una serie di affermazioni e racconti sconclusionati e farneticanti …” addebitali al Caponi.
Nella memoria difensiva per l’archiviazione del caso si legge, invece, come “… la vicenda abbia esclusivamente creato divertimento e nessun turbamento dei singoli, tantomeno dell’ordine pubblico; neppure era potenzialmente idonea a realizzare questo risultato …”. Il testo è consultabile a pagina 15 della rivista Dossier Alieni n.4 dicembre 1996.
Quindi, ci fu o non ci fu il panico fra la gente? E quanta parte ha fatto la presenza di giornalisti fin troppo curiosi?
Ad ogni modo, nel maggio del 1994 Il GIP (Giudice per le indagini preliminari) archiviò il caso scagionando l’interessato dall’accusa e restituendogli le immagini.

Conclusioni
A mio avviso, questi sono i punti fermi della vicenda:

- la testimonianza di Caponi non è supportata da evidenze incontrovertibili

- le testimonianze correlate acquisiscono peso diverso a seconda della fonte che le riporta

- il comportamento di Caponi, nella ricostruzione dei fatti a lui sfavorevole, appare contraddittorio e, per certi versi, illogico

- i presunti avvenimenti correlati al caso sono incerti nell’esistenza o nei collegamenti con il medesimo

- le fotografie non dimostrano nulla, in particolare la settima suscita troppe domande per avere una valenza concreta

- risulta impossibile ricostruire la vicenda nel suo complesso al di là di ogni ragionevole dubbio in quanto molte affermazioni non sono verificabili

E quindi?

La verità di cosa sia successo in quel lontano 1993 la conosce solo Caponi.
30/09/2012 11:56
 
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UFOLOGIA E MORTI MISTERIOSE

Articolo di Cope Schellhorn
Fonte: www.net-parade.it/cgi-bin/link.aspx?utente=giovaneopini

Morte per fucilata al cranio. Morte per sospetto avvelenamento. Morte per sospetto strangolamento. Morte a causa di possibili virus letali impiantati nel corpo.

Eppure le morti sospette di ufologi quali Phil Schneider, Ron Johnson, Ann Livingston e Karla Turner, così come quelle di tantissimi ufologi del passato, sembrano solo enfatizzare una realtà con la quale molti dei più importanti ufologi sono oggi diventati più familiari: non solo la ricerca ufologica è potenzialmente dannosa, ma la durata della vita della media degli ufologi più impegnati è decisamente più breve della media nazionale.
Tuttavia, le morti misteriose tra gli ufologi non sono una novità.
Nel 1971 il noto ricercatore Otto Binder scrisse un articolo per il 'Saga Magazine's Special UFO Report' intitolato "Liquidation of the UFO Investigators". Egli stesso aveva svolto indagini su 137 ricercatori, scrittori, scienziati e testimoni coinvolti nella ufologia, morti nei precedenti 10 anni, molti dei quali in circostanze misteriose. I casi selezionati da Binder riguardavano tantissimi infarti, cancri fulminanti e strani omicidi.
Avremo l'occasione di parlare di molti di questi casi, ma prima guardiamo le morti sospette più o meno recenti.

PHIL SCHNEIDER
Fu ritrovato massacrato a casa sua il 17 gennaio 1996, e strangolato col catetere di cui faceva uso. Questo omicidio sembra una esecuzione militare a tutti gli effetti.



Se le circostanze di questa morte sembrano molto controverse, altrettanto controverse furono le rivelazioni da lui rese note pubblicamente prima di morire.
Phil era un geologo dilettante ed un esperto in esplosivi. Dichiarò di aver lavorato in 13 delle 129 installazioni sotterranee che, stando alle sue testimonianze, il governo USA aveva già costruito dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Due di queste basi erano grandi ed includevano la famosa base di Dulce, New Mexico, dove si sospetta da tempo si faccia della retro-ingegneria aliena.
Schneider diceva che i Grigi lavoravano insieme a tecnici USA e che, nel 1979, in seguito ad un fraintendimento tra alieni e umani vi fu una sparatoria in cui gli alieni presero in ostaggio alcuni tecnici e scienziati terrestri.
Furono ben 66, tra agenti segreti, FBI, e berretti neri, a morire nello scontro. Anch'egli in quella circostanza fu colpito al petto e molto probabilmente fu questa la causa di un cancro che si manifestò pochi anni dopo proprio in quella zona del corpo.
Se le cose stessero davvero in questo modo Schneider avrebbe infranto il "codice del silenzio" imposto a tutti i collaboratori ai progetti segreti e la cui penalità consiste nella morte. Non fu un caso se, prima di essere massacrato, subì altri 14 attentati di vario genere. Disse pubblicamente che era "segnato" e sapeva che non avrebbe vissuto a lungo.
Alcune sue accuse sono degne di attenzione:

1) il governo USA fece un patto con gli alieni Grigi nel 1954: questo accordo è chiamato il Grenada Treaty;

2) molta della tecnologia degli stealth è stata sviluppata con la retro-ingegneria dagli UFO alieni schiantatisi al suolo;

3) l'AIDS era un virus da laboratorio per controllare la popolazione inventato dal National Ordinance Laboratory di Chicago, Illinois (o forse è solo l'insieme degli effetti provocati dai farmaci usati per curare il virus Hiv, che molti esperti definiscono 'innocuo' - n.d.A).

4) ad insaputa di tutti, il governo USA possiede un dispositivo che causa terremoti.

Qualunque cosa si possa pensare delle sue dichiarazioni, è innegabile il fatto che avesse attratto l'attenzione dell'FBI e della CIA.
Stando alla vedova, alcuni agenti segreti setacciarono attentamente casa sua dopo la morte e sequestrarono almeno 1/3 delle foto di famiglia.

RON RUMMEL
Ex-agente dell'intelligence dell'USAF e direttore della rivista 'Alien Digest' (dal 6 agosto 1993), Rummel presumibilmente si sparò in bocca.



"Presumibilmente" perchè:

1) stando alle testimonianze dei suoi amici sulla pistola non c'era sangue e questa era completamente priva di impronte digitali;

2) la nota lasciata dal presupposto suicida sembra scritta da una persona mancina, e non destrorsa come lui;

3) dal corpo promanava una esalazione di sodio pentothal.

Il suo giornale toccava argomenti scottanti come l'aspetto predatore/preda delle relazioni umani/alieni, e l'uso di umani come fonte di cibo e di sfruttamento per riciclare parti dei corpi degli alieni.
E' molto probabile che con tale attività informativa oltrepassò i confini vietati, finendo così "suicidato".
Molto interessante, infine, il fatto che uno suoi migliori amici fosse proprio Phil Schneider con il quale aveva spesso collaborato.

RON 'JERROLD' JOHNSON
Vice-direttore delle indagini del MUFON morì a 43 anni, di colpo, ed in modo strano mentre si trovava ad una riunione della Society of Scientific Exploration ad Austin, Texas.
Durante la proiezione di un filmato, alcuni seduti vicino a lui udirono un gorgoglio. Quando le luci si riaccesero, Johnson era per terra, con il volto purpureo e una emorragia nasale che fuoriusciva copiosa. Sotto il suo tavolo, una lattina di soda.
Era morto di un colpo apoplettico, o per una reazione allergica alla bibita? Oppure ci sono altre ragioni?
Effettivamente alcuni fatti della sua vita possono portare a credere tutt'altro.
Infatti, negli ultimi tempi, dopo aver lavorato presso la Earth Tech Incorporated di Austin, Johnson lavorò alla propulsione degli UFO per lo Institute of Advanced Studies.
L'autopsia fu dichiarata inconcludente così come quella di molti altri "morti all'improvviso" e che, come lui, avevano lavorato o collaborato in questo campo o si erano interessati all'argomento UFO.
Quanto sia facile, oggi, causare infarti con prodotti chimici e radiazioni pulsanti, o indurre un infarto ed altri mali fisici (come cancri rapidi) è purtroppo una questione ai più sconosciuta.

ANN LIVINGSTON
Morì agli inizi del 1994 di un cancro alle ovaie molto rapido.
Ann era una ragioniera che si dedicava alla ufologia in quanto membro del MUFON. In questa veste aveva pubblicato un articolo: "Electronic Harassment and Alien Abductions" sul Mufon Journal del Novembre 1993.



L'articolo criticava duramente Julianne McKinney, direttrice dello Electronic Surveillance Project of the Association of National Security Alumni, la quale non credeva agli UFO e li riteneva velivoli governativi sperimentali.

KARLA TURNER
Ufologa autrice di 'Masquerade of Angels', 'Taken', e 'Into the Fringe', morta a sua volta di cancro.



Sia pubblicamente che privatamente, la Turner smascherava lo spettro della rappresaglia aliena esposto soprattutto nel libro 'Maquerade of angels'. Non sappiamo quanto di fondato c'era nei suoi sospetti.

DANNY CASOLARO
Giornalista investigativo che fece serie indagini su un software chiamato Project Promise, che poteva rintracciare chiunque in qualunque parte del mondo, morto per uno strano suicidio nel 1991. Casolaro investigava anche la base di Pine Gap, la Area 51 e la bioingegneria portata avanti dal governo USA.

MAE BUSSEL
Investigatrice che conduceva programmi radio, parlava "fuori dei denti" e - come la Livingston e la Turner - morì di cancro fulminante. Anche lei si interessava di UFO.

DECK SLAYTON
Astronauta, era pronto a parlare pubblicamente delle sue esperienze ufologiche, ma anche a lui il cancro tappò la bocca.

BRIAN LYNCH
Giovane sensitivo contattista, morì nel 1985 ufficialmente di overdose.
Stando alla sorella Geraldine, un anno prima era stato avvicinato da un agente segreto che lavorava per la PSI-tech Company di Austin, Texas, che gli disse che stavano facendo esperimenti su armi da guerra di tipo psichico. Dopo la sua morte, tra i suoi effetti personali fu ritrovato uno scritto che diceva: 4 milioni dal Pentagono per il Progetto Scanate.

DON ELKINS
Pilota per le Eastern Airlines negli anni '80, morì suicidandosi dopo aver indagato per più di 10 anni il cover-up ufologico.



Dunque, cosa o chi sta eliminando gli ufologi oggi e nel passato?
Forse alcune morti sono davvero avvenute per cause naturali o per suicidio, ma, come Otto Binder notava già 40 anni fa, ce ne sono decisamente troppe. La logica e il buon senso ci portano a credere che tutte queste morti premature in un campo che conta pochi investigatori sono decisamente sproporzionate.
Quello che vediamo sembra una concatenazione di eventi, causali e spesso mortali: una grossa minaccia è la attività delle agenzie segrete USA, un'altra è l'intervento diretto degli alieni, una terza è il coinvolgimento di tecniche psicologiche portate avanti da alcuni "occultisti".
è più che probabile questi elementi siano responsabili in parte o per tutte quelle morti di ieri e di oggi.
Il fatto, poi, che ben 30 morti "strane" siano associate anche al progetto per lo Scudo Spaziale effettuato dalla Marconi Limited in Inghilterra tra il 1985 ed il 1988 ci da conferme in questo senso. Eccone elencate alcune.
Roger Hill, un disegnatore della Marconi Defense Systems, si sparò nel marzo 1985.
Jonathan Walsh, un esperto di comunicazione digitale impiegato presso la ditta sorella della Marconi, la GEC, cadde dalla finestra del suo hotel nel novembre 1985, dopo aver espresso timori per la sua vita.
Ashad Sharif, altro scienziato della Marconi Ltd., s'impiccò in modo alquanto "artificioso": pare che, dopo aver fissato un capo della corda al collo e aver fissato l'altro capo ad una pianta, risalì in macchina, accelerò e così si strangolò, nell'ottobre 1986.
Nel marzo del 1988 Trevor Knight, sempre connesso alla Marconi Ltd., si asfissiò col monossido di carbonio esalato dalla sua auto.
Peter Ferry, direttore di marketing della suddetta ditta, fu trovato fulminato con i fili elettrici infilati in bocca nell'agosto 1988.
Sempre lo stesso mese dello stesso anno, Alistair Beckham fu trovato anch'egli morto fulminato con i fili elettrici arrotolati sul corpo e con un fazzoletto infilato in bocca. Era ingegnere presso la Plessey Defense Systems, altra consociata della Marconi Ltd.
L'ultimo della lista fu Andrew Hall, trovato morto nel Settembre di quell'anno per avvelenamento da monossido di carbonio.
Giunti a questo punto è ovvio chiedersi quale collegamento potrebbe esserci tra lo studio sullo Scudo Stellare e le morti di ufologi: se, così come molti hanno ipotizzato, la ricerca suddetta fu iniziata con lo scopo di proteggere gli USA sia dalla Russia che dagli alieni, allora sì che ci sono collegamenti.
Probabilmente il KGB, realizzando che le forze occidentali stavano perfezionando un potentissimo raggio che poteva essere usato nello spazio contro di loro, mise in atto una offensiva per distruggere il progetto. Se ciò è vero, e l'arma esiste e funziona, abbiamo una spiegazione per il crollo dell'Unione Sovietica.
Oppure, questi scienziati scoprirono la vera natura del progetto e furono sottoposti a livelli tali di stress da commettere il suicidio in massa, quasi. Altrimenti scoprirono di lavorare con e per esseri non umani e ne pagarono le conseguenze.
Una cosa è certa: qualcosa di terribile avvenne alla Marconi Ltd. Generalmente gli scienziati non si suicidano e nemmeno compiono omicidi così bizzarri come questi sopra esposti.
Un'altra possibilità è che un contingente di alieni ostili abbia saputo dell'operazione Scudo Spaziale ed abbia deciso di boicottarla per proteggersi, creando traumi psichici e depressioni agli scienziati che poi si sarebbero suicidati. Ma se davvero fosse così, perché poi le morti finirono? Il progetto fu abbandonato, o forse venne protetto meglio? Molto improbabile.
Forse venne portato a termine nel 1988 ed è ora operativo.
In verità nessuno si rende conto dei rischi che gli ufologi corrono. Nemmeno loro stessi! Difatti coloro che ritengono le morti dei loro colleghi negli anni '50 e '60 molto sospette paiono credere che qualunque forza o agenzia segreta che c'era dietro, abbia ammorbidito le tattiche negli anni '80 e '90. Ma l'evidenza dei fatti non supporta questa tesi. Non ci sono dubbi, comunque, che negli anni passati accaddero strane cose.
Ad esempio, le morti più intriganti e raccapriccianti che avvennero in quel periodo furono quelle della giornalista DOROTHY KILGALLEN, dell'astronomo MORRIS KETCHUM JESSUP e del fisico Dr. JAMES MCDONALD, la prima per overdose, gli ultimi due per presupposti suicidi.
I dettagli di questi decessi - nonostante le dichiarazioni ufficiali - sono inquietanti e non poco. Ognuno dei tre era giovane e affermato, e tutti e tre erano profondamente coinvolti nelle indagini ufologiche.
La Kilgallen, la più famosa giornalista dei suoi tempi, molto affermata in Inghilterra ad altissimi livelli, scrisse due articoli che forse firmarono la sua condanna a morte.


Dorothy Kilgallen

Il primo del febbraio 1954, parlava di un incontro segreto dei capi militari mondiali programmato per l'estate successiva.
L'altro del 1955, pubblicato poco prima della sua morte per overdose accidentale di barbiturici ed alcool (alla Marilyn Monroe, tanto per intenderci), parlava di un ignoto ufficiale inglese di gabinetto, che avrebbe detto: "Gli UFO sono creati da piccoli omini alti meno di un metro. è spaventoso, ma non si può negare che gli UFO vengano da altri pianeti!"
Qualunque sia la fonte (pare fosse un nobiluomo della famiglia Mountbatten), questa voce nella atmosfera degli anni '50 era inaccettabile.
Da ricordare che il Robertson Panel, abilmente orchestrato dalla CIA, si era riunito nel 1953 ed aveva emesso il famoso Report.
In sintesi: questo documento e l'attitudine dei suoi componenti rappresentavano una linea dura per insabbiare tutti i casi UFO più significativi. Con l'anno 1953 e con questo incontro iniziò ufficialmente il cover-up governativo sul fenomeno che continua ancora oggi, con in più altre sfumature.
Ma davvero la Kilgallen si è uccisa involontariamente? O forse fu aiutata a farlo?
Il Dr. James McDonald, fisico dello Institute of Atmospheric Physics e professore presso il Department of Meteorology della Università della Arizona, tentò il suicidio nel 1971. Nessun altro negli anni '60 aveva combattuto duramente come lui per convincere il Congresso a prendere seriamente il problema UFO, della cui esistenza era più che convinto. Era diventato una spina nel fianco per coloro che volevano mantenere il cover-up ufficiale e, non vale manco la pena dirlo, la sua morte capitò proprio di proposito per loro.
McDonald, presumibilmente depresso, si sparò alla testa ma - purtroppo - non morì subito e rimase cieco, ma non al 100%. Però, in qualche modo, alcuni mesi dopo il primo tentativo - il 14 giugno 1971 - riuscì ad uscire dallo istituto ov'era ricoverato, salì su un taxi che lo portò ad un negozio di armi, dove comprò una calibro 0.38 spagnola, si fece poi portare verso nord, nel deserto, dove si fece lasciare alle ore 16:00 in un'intersezione. Forse camminò da solo per un miglio fino al Canyon del Oro, luogo a lui familiare, e lì si sparò. Ma la ricostruzione appare davvero poco probabile.
Il suo corpo fu trovato da un signore sotto un ponte il giorno dopo, a mezzogiorno. Quando fu ritrovato, la polizia dichiarò che era morto già da 8-10 ore. In teoria poteva essere stato trovato nel deserto proprio lo stesso giorno che era sparito se qualcuno avesse chiamato la polizia immediatamente, e se le efficientissime squadre di ricerca e soccorso di Tucson fossero state messe all'opera. Ma nessuno le chiamò mai.
L'astronomo ed archeologo Morris Ketchum Jessup commise anche egli un suicidio sospetto nel Dade County Park, Florida, nel 1959.
Tuttavia non ci sono dubbi che il noto autore di lavori importanti ed influenti come 'The Case for the UFO' e 'The Expanding Case for the UFO' a lungo andare fosse andato in depressione. Si, ma perchè?
Le cose non andavano troppo bene per lui, dobbiamo ammetterlo: il divorzio, le pubblicazioni che, benché si fossero rivelate importanti negli anni, ed oggi sono introvabili, allora vendettero poco, la sua alienazione dallo ambiente scientifico che lo amareggiava, i pochi amici rimastigli (il biologo Ivan T. Sanderson, ed il dr. Martin Valentine). Sanderson, disse di averlo visto preoccupato per 'strani eventi' che lo avevano "coinvolto in un mondo irreale e completamente malato".
Ma era davvero così malridotto, o fu portato a diventarlo?
Anna Genzlinger investigò a fondo la sua morte e così concluse: 'L'uomo era stato messo sotto un certo tipo di controllo mentale. Quelli erano giorni in cui si sperimentavano mezzi di controllo mentale che solo oggi sono venuti a galla. Alcuni fatti sul caso lasciano attoniti. Non fu neppure fatta l'autopsia sul corpo, che per legge si deve fare su ogni sospetto suicida.'
Il Sergente Obenclain, che era stato sul posto poco dopo il ritrovamento del cadavere, disse: 'Tutto sembrava fatto in maniera professionale. Il tubo era legato con un filo spinato allo scappamento e stranamente era di un annaffiatoio meccanico, non manuale.'
Stando alla ex-moglie aveva iniziato a ricevere strane telefonate subito dopo le indagini sul progetto top-secret effettuato dalla Marina USA, il Philadelphia Experiment (v. post correlati) e all'epoca a capo del cover-up sugli UFO c'era lo ONI (Office of Naval Investigations).
E non finisce qui...
Frank Edwards, il noto commentatore radiofonico che come James McDonald stava premendo per avere udienze da parte del Congresso sugli UFO, morì di un supposto infarto il 24 Giugno 1967, proprio nello anniversario dello avvistamento di Kenneth Arnold.
Una mera coincidenza? Forse no.
Alcuni ufologi prominenti morirono lo stesso giorno: Arthur Bryant, contattista; Richard Church, membro consigliere del CIGIUFO, e lo scrittore di fantascienza Willie Ley.
Gli annali di ufologia sono spaventosamente pieni di morti di ufologi dovute a strane forme di cancro maligne e veloci, per infarti fulminanti, suicidi sospetti e per tutta una serie di strani accadimenti. Solo un caso?
E che dire dell'ex-segretario della difesa James Forrestal, morto per presunto suicidio, precipitando dal 16° piano dell'ospedale di Bethesda, dov'era ricoverato, nel 1949? E dello scrittore ufologo Damon Runyon Jr. che si gettò da un ponte di Washington nel 1988? Lo fece per volontà sua? E cosa accadde davvero al dr. B. Noel Opan che, nel 1959, dopo una presunta visita di misteriosi MIB, sparì, così come fece Edgar Jarrold, l'ufologo australiano l'anno dopo?
Come ci spieghiamo la lunga serie di infarti che uccise Edwards, lo scrittore H. T. Wilkins, Henry E. Kock, il giornalista Frank Scully ed il famoso contattista George Adamski?
E come spiegarci la lunga serie di suicidi: Reverendo Della Larson, contattista, la scrittrice Gloria Lee (Byrd), la ricercatrice di UFO che scoprì il corpo di Larson Marie Ford, e gli ufologi Doug Hancock e Feron Hicks?
E che dire dei cancri maligni e fulminanti che portarono velocemente alla tomba l'ufologo canadese Wilbert B. Smith, l'ufologo brasiliano il Dr. Olavo Fontes, Jim e Coral Lorenzen, il biologo Ivan T. Sanderson ed il fondatore del CUFOS il Dr. Joseph A. Hynek?
Certo non tutti costoro, né i meno importanti che non possiamo qui includere, furono eliminati.
Molti morirono sì di cause naturali, ma altri lasciano seri dubbi ed altri ancora sembrano avere il marchio di Caino.
Sappiamo com'è facile indurre colpi apoplettici ed infarti usando sostanze chimiche e fasci pulsanti. Sappiamo come alcuni governi siano ancora coinvolti in ricerche psico-tecnologiche e come una mente umana possa essere manipolata, così tanto da portare, in modo subdolo, un soggetto alla pazzia.

L'ufologia non è un passatempo né hobbistico né tantomeno sicuro. Ci sono pericoli reali nel mettere il naso in alcune cose. Molte morti di cui sopra sono sospette. Altre paiono apertamente delle esecuzioni. A che scopo, e chi le ha attuate?
30/09/2012 11:56
 
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SCIENZIATO BULGARO SCOPRE I SEGRETI SUGLI UFO?

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/scienziato-bulgaro-scopre-il-segreto-de...

Il campo al plasma, che altera la gravità intorno agli oggetti volanti, può essere il mezzo principale della propulsione degli UFO. Il segreto sarebbe stato scoperto da Stoyan Sarg – Sargoytchev, fisico alla York University di Toronto (Canada).

“Ho lavorato con un principio fisico, che può spiegare fenomeni come i dischi volanti“, ha dichiarato nel corso di una conferenza scientifica dedicata al 40° anniversario dello studio spaziale in Bulgaria.



Lo scienziato ha affermato che “lavorando in laboratorio, ho scoperto che si può cambiare la gravità locale intorno ad un oggetto attraverso il quale creare un meccanismo totalmente nuovo, in grado di muoversi nello Spazio. E’ diverso dai motori a reazione esistenti, perché è attraverso la creazione di un campo di forza che un oggetto può sviluppare grandi velocità e manovrabilità, anche al di fuori dello spazio aereo“.

“Sono sicuro“, continua lo scienziato, “che questi oggetti esistessero prima della Seconda Guerra Mondiale. Era impossibile che fossero di origini terrestri perché – a quei tempi – una tale tecnologia non esisteva, a differenza di oggi. Dobbiamo accettare il fatto che vi è una intelligenza extraterrestre, che può essere migliaia di anni avanti a noi e che proviene da altri sistemi solari. La loro tecnologia può essere molto avanzata, dal momento che solo da 100 anni la nostra ha compiuto progressi inimmaginabili. Pertanto, questa tecnologia permetterebbe di spostarsi ad enormi distanze, per creare basi in luoghi che non sono nemmeno abitati“.

Sarg ha spiegato che un “disco volante” è diverso da una normale nave spaziale, visto che utilizzerebbe un campo al plasma, il quale verrebbe attivato da appropriati campi magnetici. Per una maggiore efficienza, dovrebbero essere gas selezionati. Ciò sarebbe necessario per modificare la gravità. Dovrebbe essere asimmetrica, rispetto all’opposizione della direzione del campo di forza. Questo meccanismo può essere utilizzato con 4 elettrodi “e, anche, nelle nostre navi spaziali“.
30/09/2012 11:57
 
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UFO DURANTE LA MISSIONE "ICE RECONNAISSANCE"

Articolo di Antonio De Comite
Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/naval-history-ufo-avvistati-in-groenlandia-n...

La notizia fu pubblicata sul periodico statunitense “Naval History, ottobre 2004, volume 18, fascicolo 5, pag. 50” e porta la firma dell’allora comandante della U.S. Navy Edward P. Stafford, autore di opere letterarie militari come “The Big E” del 1962 e “Subchaser” del 1988, entrambi testi pubblicati dal Naval Institute.

L’articolo in questione si chiama “Cosmic Curiosity” e racconta una storia interessante, ufficialmente riconosciuta da una rivista di stampo militare. Di seguito il testo in questione del caso:

Sessant’anni fa, piloti della U.S. Navy videro qualcosa al di sopra della loro base in Groenlandia, che causò stupore.

Accadde nel mese di agosto 1952, quando ero responsabile di un gruppo di tre aerei di pattuglia della U.S. Navy, che operavano dalla nuova base statunitense a Thule, a nord ovest della Groenlandia, a più di 100 chilometri dal Polo Nord.

La missione principale assegnata ai nostri aerei quadrimotori Privateers della Seconda Guerra Mondiale si chiamava “Ice Reconnaissance“, il che significava che dovevano sorvolare il canale Kennedy, le Smith Sound, la baia di Baffin e lo stretto di Davis, al fine di localizzare gli iceberg e altri ghiacci galleggianti.

I dati furono trasmessi alle navi che, ogni estate, riapprovvigionavano la catena artica dei radar, conosciuta sotto il nome di linea DEW (Distant Early Warning).

Il nostro lavoro secondario, che non doveva interferire con il precedente, era quello di fornire assistenza a un gruppo di scienziati che effettuavano delle ricerche sui raggi cosmici. Circa una volta a settimana, se le condizioni meteorologiche lo permettevano, si lanciava un enorme pallone traslucido, chiamato “Skyhook“, al quale venivano sospese una serie di lastre fotografiche ultrasensibili.

I palloni venivano trasportati dal vento ad un’altezza di più di trenta chilometri, dove l’atmosfera, più leggera a causa della rotazione della Terra presso il Polo Nord, permette ai raggi cosmici di lasciare delle tracce sulle lastre fotografiche.

Dopo che le lastre venivano esposte per qualche ora, gli scienziati inviavano un segnale radio al pallone, facendo esplodere una piccola carica che permetteva di liberare le lastre che scendevano verso il suolo, appese ad un grande paracadute rosso.

Noi dovevano volare al di sopra dello strato di nubi, se ce n’era uno, al fine di avere un contatto visivo con il pallone ed essere in grado di comunicare il luogo dove si posavano le lastre. Un elicottero veniva poi inviato per il recupero.

Questi palloni di alta quota erano equipaggiati da trasmettitori radio a bassa frequenza, di debole potenza. Le nostre bussole radio erano regolate in modo che i loro aghi venivano giornalmente puntati nella direzione dei palloni.

Le missioni non presentavano nessuna difficoltà perché avvenivano quando le condizioni meteorologiche erano buone, e ad un’altitudine sufficiente per sorvolare gli iceberg e le masse rocciose costiere, spesso ricoperte di nebbia. Al contrario, questi ostacoli dovevano spesso essere schivati quando effettuavamo dei pattugliamenti di ricognizione relative agli iceberg o altre masse di ghiaccio.

Ognuno di noi doveva effettuare due o tre missioni del genere. Ci piacevano, soprattutto, perché questi voli apportavano dei piccoli cambiamenti rispetto alle abituali missioni di routine o di tattica. Inoltre, avevamo il sentimento di partecipare al progresso della Scienza.

Così fui sorpreso nello scoprire che uno dei piloti – al ritorno da un volo di sorveglianza di uno di questi palloni – era pallido e sembrava teso come se avesse partecipato ad una missione di combattimento o dopo aver rischiato di schiantarsi contro una montagna.

Il tenente John Callahan era un pilota professionale di totale fiducia, così quando lo vidi uscire dal suo apparecchio in quello stato, capii subito che si era verificato un incidente avvenuto durante il volo.

“Accidenti, che cosa è successo, John?“, gli domandai. “Sembra che sei appena sfuggito da una collisione in pieno volo!“

“Ed, non ci crederai, e non sono sicuro di poter credere in me stesso. Eppure io L’HO VISTO! E anche O’Flaherty e Merchant. Tuttavia, penso che non ci credano neanche loro“.

Seguii John nei rifugi al bordo della pista, più in una piccola stanza destinata ai briefing, dove scrissi qualche parola in rapporto al suo aereo. Poi ci siamo seduti e bevuto una tazza di caffè. Il comportamento di John sembrava davvero differente da quello suo abituale.

Anche se era un pilota della U.S. Navy altamente qualificato e competente, era sempre gentile, cordiale e giocoso. Non mancava quasi mai di scherzare e di ridere, anche dopo incursioni a sorpresa a bassa quota o dopo lunghi voli di pattugliamento agli strumenti.

Quel giorno non era così. Aveva un aspetto cadaverico e sembrava, in modo evidente, scosso. L’ultima volta che lo vidi, fu durante la guerra.

Ecco cosa raccontò John Callahan:

Volava a 3.000 metri di quota in una giornata limpida, con il pallone bene in vista sopra di lui. La sua bussola era chiusa sul trasmettitore fissato a bordo del pallone. Grazie al binocolo che si trova a bordo di ogni velivolo, il suo copilota Bill O’Flaherty e lui stesso osservavano periodicamente il pallone e il suo pacchetto di strumenti che pendevano sotto di esso, simile ad esempio alla coda di un aquilone. Durante gran parte del volo, tutto sembrava procedere normalmente.

Tuttavia, nel corso di una ispezione attraverso un binocolo, John scoprì che qualcosa di strano accadeva con il pallone e il suo carico. Egli, osservando a lungo il pallone, passò il binocolo a O’Flaherty e disse: “Guarda il pallone e dimmi che cosa vedi“. O’Flaherty guardò un momento, abbassò il binocolo, fissò intensamente John e poi, dopo aver ripreso la sua osservazione, esclamò: “Mio Dio, John! Ci sono tre dischi argentei, brillanti, attaccati al pacchetto degli strumenti! Non erano lì l’ultima volta che abbiamo ispezionato il pallone! Da dove diavolo vengono?“

Callahan riprese il binocolo per una nuova ispezione. I dischi erano ancora lì, come descritti dal suo copilota.: tre oggetti metallici brillanti, a forma di piatto, attaccati al cavo di sostegno, appena sopra il pacchetto di strumenti scientifici.

Per citofono, Callahan chiamò il comandante di bordo nella cabina di guida e gli porse il binocolo: “Date un’occhiata, Merchant, e datemi le vostre conclusioni“. La sua reazione fu del tutto simile a quella dei suoi due colleghi.

Callahan riprese il binocolo e osservò gli strani oggetti per lunghi minuti, mentre O’Flaherty che manovrava il Privateer teneva in vista il pallone. Improvvisamente, Callahan trattenne il respiro. Quello che stava accadendo era incredibile: i tre oggetti si staccarono dal pallone, componendo poi una formazione a “V”.

Mentre Callahan guardava il tutto incredulo, la formazione sembrò inclinarsi sulla sinistra e fuggire nel cielo in due o tre secondi ad una velocità sbalorditiva.

Callahan porse il binocolo a O’Flaherty. “Non c’è più“, disse piano. “E’ salito nel cielo a partire da quasi trenta chilometri d’altitudine. Non ho mai visto nessuna cosa virare in modo così secco, e muoversi così rapidamente“.

Dopo avermi raccontato la sua storia, Callahan si assicurò che il pacchetto di strumenti fosse correttamente arrivato a terra e che la sua posizione sia stata comunicata.

Poi continuò:

“Accidenti, Ed, vista l’angolazione presa da questi oggetti nel cielo per scomparire in tre secondi, hanno dovuto spostarsi a decine di migliaia di chilometri orari e infliggere centinaia di ‘G’ ai loro occupanti! E quel mezzo può accelerare quasi verticalmente da un’altezza di 30.000 metri?“

Mentre questi eventi erano molto chiari nella sua mente, Callahan si sedette e scrisse un rapporto completo dell’incidente. Questo rapporto fu trasmesso, tramite la catena di Comando, all’Ufficio delle Informazioni dell’Ammiragliato (Office of Naval Intelligence). Un rapporto fu ugualmente indirizzato all’attenzione delle autorità della U.S. Air Force a Thule.

Non c’è mai stata nessuna spiegazione o il riconoscimento a causa di questi rapporti. Il fenomeno restò registrato nella memoria di John C. Callahan, del suo copilota e del comandante di bordo, e nella mia stessa, dopo che tutto questo mi fu raccontato in modo così vivido al ritorno dalla missione.
30/09/2012 11:57
 
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JILL TARTER CI INTRODUCE ALLA VITA EXTRATERRESTRE

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/ted-jill-tarter-ci-introduce-alla-vita-extrate...

Jill Tarter non ha bisogno di presentazioni. E’ una scienziata, specializzata in astronomia, direttrice del SETI (Search of Extrarrestrial Intelligence). Sempre cordiale, disponibile e con il sorriso sulle labbra, ha un sogno: quello di scoprire la prova scientifica di una intelligenza e tecnologia extraterrestre. Viene chiamata simpaticamente la “Judi Foster” del film Contact.



Vi presentiamo un video, con sottotitoli in italiano, del suo intervento (avvenuto nel 2009) sulla prestigiosa platea di TED. Sentirete la passione con cui espone l’argomento in oggetto e la mente aperta su determinate tematiche. Buona visione e buona riflessione.

Scaricabile da qui: video2.ted.com/talk/podcast/2009/None/JillTarter_2009-480...
30/09/2012 11:58
 
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UN UFO SFIORA UN AEREO DELLA DELTA AIRLINES

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/un-ufo-sfiora-un-aereo-della-delta-a...

Non è la prima volta che oggetti sconosciuti sfiorano aerei civili. L’ultimo caso registrato risale al giorno 23 settembre 2012 ed è stato riportato dal NUFORC (National UFO Reporting Center).
In un colloquio telefonico con suddetta associazione, un testimone (ritenuto altamente attendibile) ha raccontato che quel giorno si trovava a bordo del volo 1307 della Delta Airlines, sul tragitto che andava da Richmond ad Atlanta. Erano le ore 19:30 circa (ora locale) e si trovava seduto sul lato sinistro dell’aereo, in un posto vicino al finestrino. Circa sette minuti prima dell’atterraggio, vide un oggetto che si trovava al di fuori dell’aereo e che si muoveva ad elevata velocità, passando da sotto l’ala del velivolo.
Anche se l’avvistamento è durato poco (circa 2-3 secondi), il testimone è riuscito a notare le sue caratteristiche: era di forma circolare, con la parte superiore dall’aspetto intenso di color acqua ed una luce. Era, per gran parte, di colore argenteo e dalla parte sottostante ad esso fuoriusciva uno stretto cilindro. In termini di dimensioni, non era più grande dell’ala dell’aereo.
Il testimone rigetta l’ipotesi pallone, visto che è – ad esempio – a conoscenza della forma di un pallone meteo e, soprattutto, di quelli in dotazione di “Google“.
Il testimone, rimasto anonimo per ovvi motivi, non si è perso d’animo e ha cominciato a chiedere alle persone accanto a lui se avessero visto qualcosa. La risposta è stata di scherno, facendo riferimento al serial televisivo “X-Files“. Ciò ha prodotto nel testimone una risata di nervosismo.
Allora ha chiesto, una volta atterrati e a malincuore, ad un ragazzo che era seduto dietro a lui la stessa cosa. Il ragazzo prima ha detto di “essere fuori di testa” e che stava fingendo di non aver visto nulla. Poi ha dichiarato che era un ex militare e che secondo lui quel “coso” passato sotto l’ala dell’aereo non era un velivolo “stealth“.
I due decisero quindi di andare dal pilota e al copilota. I due, dopo aver detto ciò che avevano visto, ricevettero una risposta “tranquillizzante” dai due uomini al comando del velivolo, parlando di “palloni” o della “torre a terra“. Nonostante tutto avrebbero fatto delle verifiche sulla situazione.
Naturalmente, i due testimoni non hanno creduto a queste spiegazioni e il testimone principale che ha contattato il NUFORC ha concluso affermando:

“Permettetemi di dire che non ho mai creduto agli UFO o altro, prima di questo episodio. Non so se quello che ho visto faceva parte di un esperimento da parte del Governo degli Stati Uniti, di un altro Paese o se per davvero proveniva da un altro pianeta. Posso solo descrivere quello che ho visto“.

Il NUFORC porterà questo caso all’attenzione della comunità aeronautica.
30/09/2012 12:00
 
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GLI ASTRONOMI E GLI UFO: UNA RISPOSTA A LORD MARTIN REES

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/gli-astronomi-e-gli-ufo-una-risposta-a-lord-mart...

L’astronomo Lord Martin Rees ha recentemente espresso la sua opinione sugli UFO: “nessun astronomo serio dà alcun credito a nessuna di queste storie…penso che la maggior parte degli astronomi le respinga. Scarto l’argomento per questi motivi: per quale ragione gli alieni fanno un grande sforzo per venire qui percorrendo distanze interstellari, incontrando solo persone strambe, fare alcuni cerchi nei campi di mais e andare di nuovo via?“.



Queste dichiarazioni di rifiuto da parte di scienziati di rilievo sono una frustrazione continua per il ricercatore UFO. In particolare, dato che in realtà l’interesse per gli UFO spinge alcune persone a studiare l’astronomia! Purtroppo, è prevalente l’idea che solo i pazzi vedono gli UFO.
Ma poiché Martin Rees è uno scienziato, la risposta corretta è quella di fornire al ricercatore i dati scientifici, che sono direttamente rilevanti con ciò che ha dichiarato. Si è a conoscenza di soli tre tentativi per misurare scientificamente la percentuale di astronomi che vedono gli UFO. Due di questi dimostrano che non solo gli astronomi vedono gli UFO in America, ma molti hanno paura di denunciare i loro avvistamenti perché temono il ridicolo professionale e pubblico. La fonte finale indica che gli astronomi vedono gli UFO ad una velocità notevolmente superiore rispetto alla popolazione generale.
Il 6 agosto 1952, l’astronomo J. Allen Hynek presentò al Progetto Blue Book dell’USAF il documento dal titolo “Special Report on Conferences with Astronomers on Unidentified Aerial Objects“.



Hynek intervistò circa 45 astronomi sulle loro esperienze e opinioni sugli UFO durante e dopo il meeting della American Astronomical Society che avvenne nel giugno di quell’anno. Hynek fornì alcune note su ogni astronomo individuato e le loro opinioni. Ecco quello che alcuni astronomi pensavano nel 1952:

L’astronomo Y (nessun avvistamento) affermò: “se ne vedessi uno, non direi nulla“.

L’astronomo II (due avvistamenti): “è disposto a collaborare, ma non vuole avere notorietà“, riferì Hynek.

L’astronomo OO (un avvistamento) fu un nuovo osservatore alla Harvard Meteor Station nel New Mexico. Vide due luci muoversi in parallelo che erano troppo veloci per un aereo e troppo lente per una meteora. Non segnalò la sua osservazione.

Hynek concluse: “sono stati intervistati più di 40 astronomi, di cui cinque avevano fatto avvistamenti di tipologie diverse. Ciò è una percentuale superiore rispetto a quella tra la popolazione in generale. Forse, questo c’era d’aspettarselo, visto che gli astronomi, dopo tutto, guardano il cielo“.

Il nuovo punto successivo di dati proviene dall’anno 1977. Il dottor Peter Sturrock effettuò un questionario sulle opinioni e le esperienze sugli UFO. Anche in questo caso gli obiettivi erano i membri della American Astronomical Society. Il documento fu poi stampato nel 1994 sul Journal of Scientific Exploration.
Sturrock ricevette 1.356 risposte provenienti da 2.611 questionari. Sessantadue astronomi risposero che osservarono qualcosa che non riuscirono a spiegare, che potrebbe essere importante per il fenomeno UFO. Diciotto di questi testimoni affermarono di aver riportato in precedenza i loro avvistamenti, e, rileva Sturrock, con una percentuale del 30 per cento, un tasso molto più grande rispetto a quello previsto per la media della popolazione.
La Sezione 3.2 del documento è titolata come “Comparison of Witnesses and Non-Witnesses” e contiene una tabella la quale mostra che i testimoni di UFO erano, probabilmente, in realtà osservatori del cielo notturno (professionisti e dilettanti), mentre i non testimoni erano con ogni probabilità nemmeno osservatori del cielo.



Sturrock incluse anche commenti da parte degli astronomi, e un nuovo esempio è illuminante:

C1. “Sono contrario ad essere interrogato in merito a queste ovvie sciocchezze. Non identificato= inosservato o di fatto non registrato : mitologia moderna. Troppo rispetto è dato ad esso“.

C1O. “Oggi trovo difficile fare la vita di astronomo. Sarebbe professionalmente un suicidio dedicare molto tempo agli UFO. Tuttavia, sono molto interessato al vostro sondaggio“.

C16. “Mendel e Condon non faranno ulteriori e inutili indagini, a meno che non venga realmente riportato un nuovo fenomeno…Non esiste un modello di rapporti UFO, tranne che provengono in prevalenza da inaffidabili osservatori“.

Al dibattito della AAAS, organizzato da Carl Sagan nel 1969, il dottor Franklin Roach consegnò un documento titolato: “Astronomers’ Views on UFOs“. Egli si concentra sulla mancanza di rapporti UFO pubblicizzati dai maggiori programmi di ricerca astronomica che costantemente monitorano, costantemente, vaste aree del cielo. E presentò una citazione del famoso astronomo Gerard Kuiper:

“Dovrei correggere una dichiarazione che è stata fatta, ossia che gli scienziati hanno evitato i rapporti di UFO per paura del ridicolo…Uno scienziato sceglie il suo campo di indagine perché crede mantenga la sua reale promessa. Se poi la sua scelta si rivela sbagliata, si sentirà molto male e cercherà di affinare i suoi criteri prima che riparta. Quindi, se la società ritiene che la maggior parte degli scienziati non sono attratti al problema UFO, la spiegazione deve essere che non sono stati impressionati“.

Kuiper, in base ai commenti di cui sopra, ha idealizzato il comportamento dei giovani scienziati. Mancando di ruolo e di prestigio, erano meno disposti a soffrire beffeggiamenti dai loro pari.

Il punto finale di informazioni proviene dalla ex Unione Sovietica, con il rapporto titolato: “Observations of Anomalous Atmospheric Phenomena in the USSR: Statistical Analysis” di L.M. Gindilis, D.A. Men’Kov, e I.G. Petrovkaya. Fu pubblicato dalla Soviet Academy of Sciences nel 1979 e tradotto in inglese dalla NASA nel “Technical Memorandum no. 75665” del 1980 e in seguito distribuito all’associazione ufologica CUFOS. Si tratta di analisi statistiche di oltre 200 rapporti di UFO nella ex Unione Sovietica. Tre quarti dei rapporti provengono dall’ondata massiccia di UFO che si ebbe nel 1967.

La Sezione 3, intitolata “Observers and Witnesses of Observations“, contiene alcuni dati molto interessanti. Si nota che “al contrario della falsità molto diffusa, vi è una percentuale molto significativa di astronomi tra gli osservatori“. Confrontando il numero di testimoni UFO con i dati di occupazione censiti, gli autori arrivano a ciò che definiscono “Activity Coefficient“. Un elevato coefficiente lo indica in un gruppo (ndr quello degli astronomi) che riporta avvistamenti di UFO più del previsto, in base alla popolazione.

A quel tempo, approssimativamente lo 0,02 per cento dei Sovietici era composto da astronomi. Eppure erano rappresentativi di 10 rapporti nel database sovietico. Questo produce un coefficiente di attività di 7.500 (nota: la NASA ne tradusse 7.000). I laureati hanno un coefficiente di 3, i lavori di manutenzione hanno un coefficiente di 0,9 e gli studenti di 0,02. I numeri sovietici parlano chiaro: gli astronomi riportano gli UFO a ritmi…astronomici.



Gli astronomi vedono gli UFO. A meno che non pensiamo che siano dei pazzi semplicemente perché hanno visto un UFO, i dati dimostrano che Lord Martin Rees non è corretto. Negli Stati Uniti d’America, gli astronomi che osservano gli UFO sulle loro strumentazioni temono la derisione da altri scienziati e dalla stampa. Nonostante l’aura di illegittimità attorno agli UFO, i dati indicano che anche gli astronomi che riportano gli UFO hanno ritmi sensibilmente maggiori rispetto alle persone profane.

Altri dati recenti e migliori sono chiaramente auspicabili. Il sondaggio di Hynek fu informale, quello di Sturrock è vecchio di oltre 35 anni e le analisi dell’ex Unione Sovietica sono state fatte su rapporti non esaminati. Solo il documento di Sturrock fu soggetto a “peer-review“. Ma, come abbiamo visto, ci vuole un notevole coraggio per uno scienziato ad affrontare un “suicidio di carriera” e lo studio degli UFO, nonostante i proclami che l’argomento è off-limits.

C’è un mucchio di duro lavoro che deve essere fatto, se la Scienza confida nel comprendere il fenomeno UFO. Sarebbe particolarmente utile adottare il coefficiente di attività sovietico e applicarlo in altri databases. Speriamo che Martin Rees non abbia sbigottimento se molte persone applichino il metodo scientifico nei rapporti di UFO.
30/09/2012 12:01
 
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UFO: PARLANO I MILITARI A LAS VEGAS

Articolo di Sabrina Pieragostini
Fonte: www.extremamente.it/2012/09/28/las-vegas-parlano-i-militari-gli-ufo-vanno-presi-ser...

Chi si aspettava frammenti di astronavi, DNA rivelatori o testimonianze scioccanti, forse è rimasto deluso. Ma per gli esperti e gli appassionati di ufologia, l’appuntamento che si svolto lo scorso 22 settembre al Museo del Test atomico di Las Vegas si è rivelato particolarmente interessante.
è vero, il titolo dell’incontro prometteva la rivelazione di segreti -cosa che non è avvenuta- ma i relatori, quasi tutti ex ufficiali dell’Esercito e dell’Aviazione, hanno concordemente sostenuto che il fenomeno Ufo non è uno scherzo. Anzi, è un argomento che merita molta attenzione e che già ne ha ricevuta molta, a nostra insaputa, ai massimi livelli. Il più esplicito è stato l’ex colonnello dell’Air Force Charles Halt, che ha apertamente parlato di cover-up ed insabbiamento della verità.



“Spesso sento dire che sarebbe ora che il governo predisponga una struttura per investigare su questi argomenti“, ha detto all’auditorio, proseguendo: “Gente, questa struttura esiste già! Ed è a compartimenti stagni, sta investigando da decenni e sta giocando un ruolo molto attivo all’interno dei nostri servizi segreti, che probabilmente conoscono molto poco di quello che succede una volta che hanno raccolto le informazioni e che le hanno inoltrate. Fa un po’ paura, vero?”
Charles Halt è stato protagonista di un caso mai del tutto chiarito, passato alla storia come “l’incidente di Rendlesham Forest” o anche “la Roswell britannica”. Era il dicembre del 1980. Durante le festività natalizie, l’allora comandante della base Raf di Bentwaters, insieme ad altri militari, fu testimone di una serie di avvistamenti eccezionali e ravvicinati proprio all’interno del bosco.
Ma l’ex colonnello, invece, ha sempre sostenuto di essere certo di quello che aveva visto: un’astronave proveniente da un altro pianeta o forse da un’altra dimensione. “Negli ultimi anni il governo britannico ha diffuso tonnellate di informazioni, ma qualcuno ha sentito o visto le loro conclusioni ufficiali riguardo i fatti di Bentwaters? Quando i documenti sono stati divulgati, la parte relativa al mio personale coinvolgimento è scomparsa. è andata persa… “
Halt ha riconosciuto di non aver mai subito pressioni per tacere o smentire le sue clamorose rivelazioni. Ma si è dato anche la spiegazione. “Probabilmente per due buone ragioni: principalmente, per il mio alto grado e per il ruolo da me ricoperto, ma soprattutto perché fin da subito ho registrato tutto quello che sapevo su questa storia su una cassetta, ne ho fatte molte copie e le sparpagliate in giro. Forse penserete che sono paranoico, ma credo che il tempo impiegato a registrare quei nastri sia stato ben speso”, ha concluso.
Dichiarazioni pesanti, che non hanno sicuramente annoiato il pubblico in sala. E neppure gli altri oratori si sono risparmiati. Neanche il colonnello ormai in pensione Bill Coleman, portavoce tra il 1961 e il 1963 del famigerato e controverso “Blue Book Project” che nel 1969 arrivò a questa conclusione: gli Ufo non risultano prodotti di una tecnologia avanzata o comunque superiore alle conoscenze scientifiche in nostro possesso. Di fatto, insomma, questo studio ufficiale negava che gli oggetti volanti non identificati potessero essere astronavi extraterrestri.
Da portavoce, Coleman doveva allinearsi a queste affermazioni. Ma adesso, ormai anziano, ha potuto raccontare di quando, nel 1955, giovane pilota di un bombardiere B-25, mentre volava a pieno regime, si imbattè in un intruso che oggi descrive senza alcuna remora come “un classico disco volante“. Nonostante manovre azzardate e motori spinti al massimo, l’inseguimento tra il velivolo umano e quello che probabilmente non lo era si concluse come sempre avviene in questi casi: l’Ufo scomparve all’improvviso, lasciando incredulo il pilota.
Non solo. Coleman ha espresso anche la sua personale idea sul motivo che trattiene una potenziale razza aliena dal manifestarsi apertamente sulla Terra:” Un nostro raffreddore potrebbe uccidere un extraterrestre. E una banale malattia aliena potrebbe sterminare tutta l’umanità. Se sono così avanzati da compiere viaggi interstellari, non possono non capire che un eventuale contatto potrebbe essere fatale, per entrambi i popoli.”
Dunque, Ufo e alieni non sono argomenti risibili, buoni per quattro chiacchiere durante una cena d’estate, ma sono serie, serissime materie di discussione da affrontare ai livelli più alti. “Sono convinto che si tratti di fenomeni reali, è il momento che i Governi incomincino ad affrontarli in chiave scientifica”, ha ad esempio detto Bob Friend, anch’egli ex colonnello dell’esercito americano, che ha invitato i testimoni di strani avvistamenti a farsi avanti senza timore- militari inclusi.
Dall’unico a non aver mai indossato una divisa, ovvero Nick Pope- l’ufologo utilizzato come consulente dal Ministero della Difesa inglese- è arrivata poi una riflessione degna di nota e condivisibile. “Questo campo è pieno di ciarlatani ed esaltati. Ma nonostante le sciocchezze e le assurdità che a volte si sentono, non dobbiamo mai perdere di vista il fatto centrale: basterebbe che una sola delle centinaia di migliaia di segnalazioni che vengono fatte si rivelasse vera e tutto cambierebbe per sempre”.
03/10/2012 07:49
 
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UFO E GRAVITA' ARTIFICIALE

Fonte: www.gotanotherway.com/IANNC/340/Scienziati_finlandesi_scoprono_la_gravit%C3%A0_art...

Le informazioni su questa scoperta ci sono giunte da due fonti. Il numero di novembre 1996 del bollettino dell'Australian International UFO-Flying Saucer Research, Inc. con un articolo a pagina 15 che riprendeva direttamente quanto pubblicato da Skywatch dell'8 settembre 1996 ed era intitolato "Antigravità dalla Finlandia". L'altro è l'articolo apparso sul Sunday Telegraph britannico del 1 settembre 1996 (pag.3), ottenuto via Internet dal nostro tesoriere, Lee Earle. Sembra proprio che questo sia un autentico rapporto di una scoperta anomala con stupende applicazioni, come ora vedremo. Da quel che sappiamo dall'insabbiamento UFO e, in particolare, la segretezza sulle tecnologie avanzate, questo potrebbe benissimo essere tutto quello che sentiremo su questa scoperta se essa è veramente reale e genuina.



Così cercheremo di descrivere meglio che possiamo quello che sappiamo adesso, piuttosto che aspettare altro. Sembra che l'articolo di Skywatch sia basato su quello del Sunday Telegraph, o che entrambi hanno condiviso una stessa fonte, perché le terminologie sono praticamente identiche. Riproduco qui di seguito tutta la terminologia per descrivere la scoperta, ma lascio da parte molti dei paragrafi o delle affermazioni che speculano sul possibile significato e l'applicazione di essa. Conosciamo abbastanza bene il suo significato.

IL RAPPORTO
"In Finlandia alcuni scienziati stanno per rivelare i dettagli del primo dispositivo antigravità del mondo. Misura circa 30 centimetri, e si dice che riduca in modo significativo il peso di qualsiasi cosa sospesa sopra di esso. "L'affermazione - che è stata rigorosamente esaminata da scienziati e che dovrebbe apparire su una rivista di fisica il prossimo mese - potrebbe innescare una rivoluzione tecnologica... "Il Sunday Telegraph ha saputo che la NASA, l'agenzia spaziale statunitense, sta prendendo le dichiarazioni molto seriamente e sta finanziando ricerche su come l'effetto antigravitazionale possa essere utilizzato per il volo. "I ricercatori della Tampere University of Technology in Finlandia, che hanno scoperto l'effetto, dicono che potrebbe formare il nucleo di una nuova sorgente di energia, nella quale viene usato per sospingere i fluidi attraverso le turbine generatrici di elettricità. "Secondo il Dr. Eugene Podklentov, che ha diretto le ricerche, la scoperta è stata accidentale. È emersa durante un lavoro di routine sulla cosiddetta 'superconduttività', la capacità di alcuni materiali di perdere la loro resistenza elettrica a temperature molto basse. "La squadra stava conducendo esperimenti con un disco di ceramica superconduttiva in rapida rotazione, sospeso nel campo magnetico di tre bobine elettriche, il tutto racchiuso in un contenitore a bassa temperatura chiamato criostato. "Uno dei miei amici venne lì fumando la pipa", disse il Dr. Podklentov. "Sbuffo sopra il criostato e vide che il fumo andava continuamente verso il soffitto. Era stupefacente: non riuscivamo a spiegarcelo." "Gli esperimenti mostrarono una piccola diminuzione nel peso degli oggetti posti sopra il dispositivo, come se stesse schermandoli dall'effetto della gravità [terrestre] - un effetto considerato impossibile dalla maggior parte degli scienziati. "Pensammo potesse trattarsi di un errore," continua il Dr. Podklentov, "ma avevamo preso tutte le precauzioni". Eppure il bizzarro effetto continuò.

Il gruppo scoprì che anche la pressione dell'aria verticalmente al di sopra del dispositivo calava leggermente, con l'effetto rilevabile direttamente al di sopra della stesso in tutti i piani del laboratorio. "In anni recenti, sono stati proposti molti dispositivi cosiddetti 'antigravità' sia da scienziati professionisti che da amatori, e tutti sono stati scherniti dagli ambienti ufficiali. Quello che rende differente quest'ultima scoperta è che ha resistito ad intensi esami da parte di esperti indipendenti, scettici, ed è stata accettata per la pubblicazione sul Journal of Physics D: Applied Physics, pubblicato dall'Istituto di Fisica britannico. "Anche così, molti scienziati non si sentono a loro agio con l'idea dell'antigravità fino a che altri gruppi non ripetano l'esperimento. Alcuni scienziati sospettano che l'antigravità sia un effetto collaterale, atteso da molto tempo, della teoria della relatività generale di Einstein, per la quale oggetti rotanti possono distorcere l'antigravità". Fino ad ora si pensava che l'effetto sarebbe stato di gran lunga troppo piccolo per poter essere misurato in laboratorio. Comunque, il Dr. Ming Li, uno scienziato capo ricercatore dell'Università dell'Alabama, ha affermato che gli atomi all'interno di un superconduttore potrebbero amplificare enormemente l'effetto.

Le sue ricerche sono finanziate dal Marshall Space Flight Center della NASA di Huntsville, Alabama, e Whitt Brantley, capo dell'ufficio Concetti Avanzati della struttura, ha detto, "Ci stiamo occupando della cosa, perché se non lo facciamo, non potremo mai sapere." "Il gruppo finlandese ha già allargato il suo programma, per vedere se può amplificare l'effetto antigravità. Negli ultimi esperimenti, il team ha misurato una diminuzione di peso del 2 per cento negli oggetti sospesi sopra il dispositivo e il doppio se un dispositivo viene messo sopra un altro. "Se si potesse aumentare sostanzialmente l'effetto, le implicazioni commerciali sarebbero enormi".

DESCRIZIONE DELL'APPARATO SPERIMENTALE
La versione su Internet include uno schema (presumibilmente pubblicato dal Sunday Telegraph) dell'apparato usato in questo esperimento. Lo schema mostra un superconduttore ceramico a forma di anello, ruotante a 5.000 giri al minuto sull'asse verticale di rotazione (Figura 1). Questo anello ha il diametro esterno di circa 200 millimetri, e uno spessore di circa 8 mm. Tre solenoidi sono posizionati sotto l'anello e producono una forza magnetica che sopporta il suo peso (fa levitare l'anello). Probabilmente gli stessi solenoidi venivano usati per far levitare e girare l'anello prima che diventasse superconduttore. Ne parleremo ancora. Altri due solenoidi sembrano avvolgersi attorno all'anello. Venivano "usati per creare un campo magnetico attorno all'anello". Dato che la scoperta fu accidentale, ne deduciamo che questo apparato venne progettato per scopi differenti. Dobbiamo speculare sullo scopo originale di questi esperimenti per poter meglio apprezzare esattamente quali effetti elettromagnetici venivano prodotti che potrebbero aver portato all'effetto gravitazionale.

ATTUALI RICERCHE SUI SUPERCONDUTTORI
I superconduttori sono un'innovazione tecnologica con enormi potenzialità commerciali; da qui l'enorme sforzo di ricerca di molti scienziati. Molto di questo lavoro è diretto a superare due problemi che si trovano sulla strada delle applicazioni commerciali. Uno è che Ie temperature devono essere molto basse. Fino a poco tempo fa, per creare la superconduttività erano necessari pochi gradi al di sopra dello zero assoluto. Negli ultimi anni, è stata scoperta una classe di materiali che diventa superconduttiva a decine di gradi assoluti - un notevolissimo miglioramento, ma non basta ancora. Il secondo problema riguarda la quantità di corrente che un superconduttore può portare. Quando un materiale diventa superconduttore, succede una strana cosa: tutti i campi magnetici esterni vengono espulsi dal corpo del materiale. Se creiamo un flusso di corrente in un filo superconduttore, soltanto la superficie esterna del filo trasporterà corrente; l'interno del filo non parteciperà per niente. Questo significa che la supercorrente è estremamente intensa, ed è facilmente raggiungibile il punto in cui l'intensità della corrente distruggerà le condizioni di superconduzione. Dalla natura dell'apparato di Figura 1, sembra che gli sperimentatori stessero provando il materiale ceramico per la sua capacità di sostenere una certa intensità di corrente. L'effetto gravitazionale potrebbe pertanto essere dovuto ai tre solenoidi per la levitazione, o ai due solenoidi 'avvolgenti' o ad una combinazione di nessuna o di tutte queste cose.

OSSERVAZIONI ANOMALE
Prima di esaminare più dettagliatamente questi processi, lasciateci considerare esattamente cosa venne osservato. L' esterno del criostato era probabilmente freddo a causa dell'isolamento non perfetto, e l'aria in contatto con esso sarà stata anch'essa raffreddata, e discendeva verso il pavimento. Quando il visitatore rese parte dell'aria visibile per mezzo del fumo, gIi scienziati furono sorpresi nel vederla salire verso il soffitto. Essendo un poco più caldo dell'aria circostante, il fumo si sollevò, ma vicino al criostato l'effetto di raffreddamento dell'apparato predominava. Gli sperimentatori furono senza dubbio sorpresi nel vedere l'aria discendente, rivelata dal fumo. Essi mi misurarono la pressione dell'atmosfera sopra il dispositivo e trovarono che era un po' più bassa. Non ci è stato detto quanto fosse la differenza, ma una riduzione di pressione venne anche ottenuta agli altri piani superiori del laboratorio, direttamente sopra al dispositivo.

Questo ci dice che l'effetto ha un ampio raggio. L'effetto di una barra magnetica cala col cubo della distanza, quindi molto rapidamente. Se collocassimo una barra magnetica di 30 centimetri al posto del dispositivo, i suoi effetti suI pavimento del piano superiore sarebbero stati un cinquecentesimo rispetto a quelli in vicinanza del magnete. I campi di gravitazione naturali calano con il quadrato della distanza, quindi non così rapidamente. Il campo attorno ad una singola carica elettrica si comporta nello stesso modo. Se una sfera di 30 centimetri venisse caricata, l'effetto del suo campo sul pavimento del piano superiore sarebbe stato un sessantesimo rispetto a quello vicino ad essa. Gli sperimentatori finlandesi hanno senza dubbio determinato di quanto cala l'influenza con la distanza, sia verticalmente che orizzontalmente, ma questo non l'hanno detto. Possiamo assumere che essa diminuisca con l'inverso del quadrato, come la gravità naturale, o con l'inverso della distanza come per le onde radio emesse da un'antenna. Se la caduta fosse stata più rapida, sarebbe stato alquanto difficoltoso misurarla su una distanza di diversi piani. Gli sperimentatori sospesero anche un oggetto da un dispositivo di pesaggio, e osservarono un 2% di riduzione del suo peso. Per eliminare gli effetti non-gravitazionali, questo oggetto avrebbe dovuto essere un metallo non magnetico come rame, piombo o alluminio. Essi avranno messo a terra il dispositivo e l'oggetto per eliminare le forze elettriche, e misurato il peso con un dispositivo simile ad una bilancia a molla, che non dipende dalla gravità per il suo funzionamento.

L'ultima parte dell'informazione dice che quando i due dispositivi vennero sovrapposti uno sull'altro, la riduzione di peso si raddoppiò. Questo ci dimostra che questa influenza è lineare, e ci consente di prevedere che sia intensificando l'azione, che sovrapponendo dispositivi, o entrambe Ie cose, ogni grado di effetto gravitazionale sarebbe alla fine ottenibile. Niente è stato detto circa l'effetto al di sotto dell'apparato. C'era un qualche effetto anche lì? Consisteva in una riduzione o in un aumento di peso? Il fatto che non sia stato detto nulla sembra implicare che anche sotto il dispositivo vi fosse una riduzione di peso, e che essa diminuiva con la distanza in un modo simile al di sopra. Ma non lo sappiamo veramente. Anche gli sperimentatori avranno voluto tenere qualcosa per loro.

LA VEROSIMILE PROCEDURA DI SPERIMENTAZIONE
Lasciateci ora considerare gli eventi elettromagnetici di questo esperimento. Prima l'anello viene raffreddato vicino alla sua temperatura di superconduzione. Non conosco molto delle proprietà elettriche del materiale dell'anello, ma possiamo ritenere che fosse in grado di condurre elettricità, come fanno i metalli, prima di diventare superconduttore. Se così non fosse, allora il materiale superconduttore sarebbe stato applicato in un sottile strato sopra un anello metallico come ferro, e il metallo sarebbe servito per far levitare e ruotare l'anello prima del raggiungimento delle condizioni di superconduttività. La normale conduttività è necessaria ai tre solenoidi di levitazione per sollevare e ruotare l'anello. Questa azione è simile a quella che avviene in un normale motore ad induzione a corrente alternata - il tipo inventato da Tesla. Per far ciò, potrebbe essere stata utilizzata corrente trifase a cento cicli. Quando eccitati da corrente trifase, i solenoidi producono lo stesso effetto di un paio di barre magnetiche verticali che ruotano sotto l'anello a 6.000 giri al minuto. Data la resistenza elettrica nell'anello, si produce una specie di frizione elettrica che lo trascina intorno. Allo stesso tempo, l'anello viene respinto verso l'alto e fatto levitare. Come l'anello viene portato a velocità, esso probabilmente si raffredda più rapidamente a causa della turbolenza gassosa. A 5.000 giri al minuto diventa superconduttore. Quando questa succede, l'effetto frizione sparisce ma l'effetto levitazione rimane.

La corrente alternata trifase può venire a questo punto interrotta e sostituita, nei tre solenoidi, da un'equivalente corrente continua per mantenere la levitazione. Con l'anello ad alta velocità e superconduttore, è il momento di eseguire le misure d'intensità di corrente. In questa fase il disco sta rallentando a causa della frizione del gas all'interno del criostato, che probabilmente è elio. Questo può durare minuti, e permettere così di osservare gli effetti gravitazionali per diverso tempo. Durante questa fase, le due bobine avvolgenti vengono energizzate con corrente alternata o continua, probabilmente quest'ultima. L'intero anello è circondato da questo effetto, e il campo tende a centrare l'anello superconduttore nel solenoide. Così può anche venir usato per far levitare l'anello, e la corrente ai tre solenoidi può venire del tutto interrotta. La Figura 2 mostra il flusso di corrente nell'anello che è associata con queste bobine.



RIPRODURRE L'ESPERIMENTO
Lo scopo di quanto abbiamo esaminato di questo esperimento non è solo il capire cosa sia potuto succedere, ma aiutare ogni ricercatore interessato a ripetere l'esperimento. Anche se l'esperimento originale venne eseguito con un superconduttore, non è assolutamente ovvio che questo elemento sia essenziale. Certamente simili schemi di flussi di corrente possono essere prodotti in normali conduttori. Così, poiché un superconduttore può essere difficile da ottenere, almeno un certo lavoro significativo si può fare senza di esso. È del tutto possibile che la proprietà superconduttiva sia un ingrediente essenziale dell'effetto gravitazionale - e non qualsiasi superconduttore ma uno particolare, come quel materiale usato dal gruppo finlandese. Se fosse così, allora hanno la palla nel loro campo. Potrebbero non sapere esattamente nemmeno che cosa produce l'effetto gravitazionale - soltanto che i loro apparati lo stanno producendo. Quando appariranno gli articoli promessi, ne sapremo di più di che cosa serve per produrre effetti gravitazionali. Ho controllato i numeri di questa pubblicazione fino al novembre 1996 ma non ho trovato nessun riferimento a questo lavoro. Questo non è strano. Potrebbe servire oltre un anno ai finlandesi per soddisfare i revisori e gIi esaminatori della pubblicazione sul fatto che il loro lavoro è genuino, e stendere il loro rapporto in una forma accettabile agli editori. Sapendo quello che conosciamo sugli 'insabbiamenti', la nostra preoccupazione è che se la scoperta è genuina, la relazione del gruppo finlandese potrebbe non venire mai pubblicata.

NATURA DEL CAMPO GRAVITAZIONALE OTTENUTO
Vi sono abbastanza informazioni nell'articolo del Sunday Telegraph da consentirci di dire qualcosa sul tipo di campo d'influenza che hanno osservato gli scienziati finlandesi. La Figura 3 mostra un campo attrattivo naturale al quadrato inverso, e un campo repulsivo al quadrato inverso. Finora, quest'ultimo campo non è stato osservato. Se l'esperimento ha prodotto un campo repulsivo al quadrato inverso, avrebbe dovuto manifestarsi una perdita di peso sopra il dispositivo, un aumento di peso al di sotto di esso, ed una riduzione nella pressione dell'aria circostante. Comunque, non si sarebbe prodotto alcun movimento nell'aria, perché tutti i cambiamenti nel peso sarebbero stati bilanciati esattamente dal cambiamento di pressione. Un campo del genere sarebbe chiamato "conservativo". In un campo conservativo, un oggetto trascinato in qualunque traiettoria al suo interno, ma riportato al suo punto di partenza, non rilascerebbe energia al campo né potrebbe acquisirne da esso. Gli sperimentatori insistevano che l'aria sopra il dispositivo si sollevava continuamente. Questo significa che il campo non era conservativo. La Figura 4 mostra un campo che può produrre una riduzione di pressione come pure un movimento d'aria. È proprio il tipo di campo che vari ricercatori hanno postulato necessario a spiegare il comportamento degli UFO (vedere, ad esempio, The Truth About Flying Saucers di Aimé Michel, pag. 211). Per interpretare il campo, il lettore deve soltanto supporre che, ad ogni punta, la forza su ogni oggetto si esercita lungo le linee del campo locale nella direzione data dalle frecce; e che più sono accalcate le linee, maggiore è la forza. Nella figura 4 c'è una riduzione di peso sopra e sotto il dispositivo, e il dispositivo stesso dovrebbe mostrare la diminuzione più marcata.



Intorno ad esso l'effetto è per lo più verticale e abbastanza uniforme: un ideale campo propulsivo. Nell'articolo si parla della generazione di energia sfruttando l'effetto di perdita di peso. Questo è del tutto possibile nel campo della figura 5, ma non ci sarebbe un guadagno energetico. Questa energia dovrebbe provenire dal volano rotante o dai solenoidi. Sino a che non avremo prove del contrario, è insensato assumere che solo perché il campo non è conservativo, l'energia non viene di conseguenza conservata nella azione complessiva del campo. Nemmeno i campi di induzione magnetica sono conservativi, ma l'energia viene sicuramente conservata nella loro azione. Abbiamo qui un esperimento basato quasi completamente sull'induzione magnetica. Trovare un campo gravitazionale non conservativo non è sorprendente, ma scoprire che l'energia non era conservata sarebbe realmente una novità.

POSSIBILE APPLICAZIONE ALLA GENERAZIONE DI ENERGIA
Una riduzione del 2% nel peso è sufficiente a produrre sostanziali quantità di energia. Nel laboratorio, l'aria veniva sollevata sopra l'apparato, spargendosi orizzontalmente sul soffitto, e scendendo a distanza dall'asse del disco rotante. Se si realizzasse un tubo che seguisse tale percorso, pieno d'acqua, questa si muoverebbe come l'aria, ed una turbina potrebbe estrarre energia dal flusso. Una soluzione anche più semplice è preparare un grande volano dal bordo pesante, e posizionarlo col suo asse orizzontale di modo che un lato del bordo si trovi sopra il dispositivo, mentre l'altro si trovi il più lontano possibile (vedere figura 5). II volano potrebbe essere collocato all'interno di un contenitore a vuoto, per ridurre l'attrito dell'aria. Se il bordo di questo volano pesasse 1.000 chilogrammi, e si muovesse ad una velocità di 500 metri al secondo (il tipo di velocità che si ha nelle turbine a gas), una riduzione del 2% nel peso del bordo del volano genererebbe 100.000 watts di potenza: all'incirca la resa del motore a tutto gas di un'auto di media cilindrata. Altrove in questo articolo si è notato che questa energia doveva venire da qualche parte, più probabilmente dal disco rotante superconduttivo o dai solenoidi, o entrambi. In questo caso, l'energia non sarebbe usata come sorgente principale.



Comunque, perfino in questo caso ci sono applicazioni ingegneristiche degne di nota. Prima di tutto, se si inverte e si genera il movimento del volano, allora si sta pompando energia nel dispositivo. Questo potrebbe essere un modo per intensificare il campo, o di mantenerlo con sistemi che potrebbero risultare più convenienti o più efficienti delle varie immissioni elettriche. Il congegno potrebbe anche essere un trasformatore meccanico. Un volano potrebbe pompare energia all'interno, mentre un altro potrebbe tirarla fuori. I due volani potrebbero girare a differenti velocità, generando l'effetto di un cambio - magari uno vicino al 100% di efficienza. A questo stadio non sappiamo davvero quale potrebbe essere l'effetto di pomparvi dentro energia. Dato che un possibile effetto è quello di intensificazione del campo, ci si potrebbe aspettare che gli sperimentatori non perdessero tempo e conducessero alcuni esperimenti con volani girevoli, specialmente perché sono relativamente facili da fare.

FONTI EXTRATERRESTRI DI GRAVITÀ ARTIFICIALE
La propulsione gravitazionale è affrontata dalla letteratura sugli UFO, ma due fonti che penso tutti i ricercatori dovrebbero tenere a mente sono quelle di George Hunt Williamson e Daniel Fry. A pagina 83 di The Saucers Speak, Williamson comunica il seguente messaggio dato da extraterrestri il 19 settembre 1952: "Le quattro grandi forze principali sono: campo magnetico statico; campo elettrostatico; onda elettromagnetica; campo elettromagnetico risonante. I vostri scienziati non comprendono quest'ultimo." A pagina 51 di The White Sand Incident, Fry cita il suo contatto extraterrestre che il 4 luglio 1950 dice: "Avete sufficiente familiarità con l'elettrodinamica da sapere che un elettrone in movimento produce un campo magnetico. Il tremendo flusso di elettroni attraverso gli anelli di forza produce un campo magnetico molto potente. Dato che la direzione e l'ampiezza del flusso si possono controllare attraverso ogni anello, e in svariate direzioni attraverso un anello 'singolo', possiamo produrre un campo che oscilla con uno schema di modalità precisamente controllate. In tal modo possiamo creare risonanza magnetica tra i due anelli, o tra diversi segmenti di un singolo anello".

"Come anche sapete, ogni campo magnetico che sia in mutamento di intensità produrrà un campo elettrico che, ad ogni dato istante, è uguale in ampiezza [questo andrebbe forse interpretato come "fase". L'autore], opposto in polarità, e perpendicolare al campo magnetico. Se i due campi diventano reciprocamente risonanti, sarà generato un vettore di forza. L'effetto è simile, ed effettivamente identico, a un campo gravitazionale. Se il centro del campo coincide col centro di gravità del velivolo, il solo effetto sarà un aumento nell'inerzia, o massa, dello stesso. "Se il centro di gravità non coincide con il centro di forza, il velivolo inizierà ad accelerare verso il centro. Dato che il sistema che crea il campo è parte della nave, naturalmente si muoverà con essa, e senza interruzioni continuerà a generare un campo il cui centro di attrazione è proprio davanti al centro di gravità della nave, così che essa continuerà ad accelerare sintanto che sia generato il campo. "Da notare che questo sistema non implica 'free energy', ovvero ciò che la vostra gente chiama moto perpetuo..." "Per rallentare o fermare il velivolo, i controlli sono regolati in modo che il campo sia generato proprio dietro il centro di gravità, così da risultare in una accelerazione negativa." Al tempo in cui furono dati questi messaggi, le autorità governative avevano già in loro possesso UFO precipitati ed i mezzi per scoprire il loro metodo di propulsione. Questa informazione è stata negata al grande pubblico ed alla comunità scientifica. Gli extraterrestri, come spesso fanno, ci stavano spianando un po' la strada. Sfortunatamente, i ricercatori UFO e le comunità scientifiche e tecnologiche erano troppo ciechi e sordi per beneficiare di questo sforzo. Non è ancora troppo tardi: potrebbero ancora riscattarsi. La scoperta finlandese è solo l'ultima in una serie di 'colpetti' che potrebbero girar loro intorno.



PERCHÉ LA SQUADRA FINLANDESE HA RILASCIATO UN COMUNICATO STAMPA?
I ricercatori della Tampere University avevano già parlato con colleghi britannici quando decisero di rilasciare questa notizia alla stampa. Potrebbero aver avuto svariate ragioni per far questo: L'esperimento è relativamente facile da riprodurre in vari altri laboratori sulla superconduttività in tutto il mondo, e volevano assicurarsene la priorità. Negoziati con altri scienziati stavano andando in frantumi e la pubblicazione in un giornale scientifico adatto stava diventando dubbia. I mercanti dell'insabbiamento si stavano muovendo e loro videro una conferenza stampa come il modo per tenere la scoperta di pubblico dominio. Potrebbero aver sospettato o saputo che ricerche segrete sulla gravità hanno già progredito oltre questo punto, ed il miglior utilizzo della loro scoperta era portarla all'attenzione del grande pubblico.

Vedi anche:
www.esa.int/SPECIALS/GSP/SEM0L6OVGJE_0.html
esamultimedia.esa.int/docs/gsp/Experimental_Detection.pdf
09/10/2012 12:19
 
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EXTRATERRESTRI: AMICI E OSTILI

Fonte: scienzamarcia.blogspot.it/2012/07/george-c.html

George C. Andrews nel suo voluminoso libro Extraterrestri amici e ostili (pubblicato in lingua inglese nel 1993, tradotto in italiano e pubblicato dalla Macro Edizioni nel 2001) riporta una mole impressionante di informazioni su testimonianze di avvistamenti di UFO, di incontri ravvicinati con umanoidi, di rapimenti da parte di alieni (quelli che spesso indicati col termine inglese di abduction), ma anche di dischi volanti costruiti dall’uomo e tenuti nascosti in alcune basi segrete degli USA e dell’Australia.
Difficile dare un giudizio su ogni singolo episodio dato che molte volte le fonti sono puramente aneddotiche, basate su testimonianze personali, o sulle letture degli studi di altri ricercatori. Il volume in questione è una raccolta di elementi eterogenei, le testimonianze e le analisi ivi riportate sono a volte in contraddizione tra di loro, ma tutto sommato ritengo che l’autore sia motivato da buone intenzioni nella sua ricerca di una verità difficile da definire con precisione.



Una lettura disincantata delle testimonianze su simili questioni infatti mostra che le persone che vivono le esperienze di rapimento da parte di misteriose entità vengono ingannate rispetto a quanto subiscono ed ai reali scopi di quelle intrusioni: vengono sottoposti a cancellazione di memorie a breve termine, forse anche ad installazione di false memorie, e vengono fornite loro delle informazioni troppo belle per essere vere (“voi siete i prescelti”, “voi avete una missione speciale per l’umanità”) e che contrastano con il loro stato reale di persone sequestrate, di cavie umane utilizzate per esperimenti biologici e genetici.
Tali entità rapitrici raccontano storie dell’umanità e dei suoi rapporti con le razze aliene che si contraddicono l’una con l’altra e seminano continuamente menzogne mescolate ad alcune verità. Lo stesso Andrews mette in guardia da certi ufologi come Whitley Strieber autore del libro “Communion” (Morrow, New York, 1987) che parla in termini positivi di una comunanza tra uomini ed alieni. Strieber attribuisce a fantasie malate i ricordi di esperimenti condotti sui rapiti, al posto della parola “rapito” usa il termine “partecipante”, e parla dei rapitori come di “ospiti”: neolingua orwelliana.
Personalmente sono stato in contatto con persone che hanno avuto riportato esperienze di rapimenti e che mi sono sembrate assolutamente credibili (che dire poi dei resoconti di bambini che portano alla luce ricordi di quel tipo pur non avendo mai letto libri o visto film di fantascienza che parlano di rapimenti?), e dopo avere letto anche le numerose testimonianze raccolte in diversi libri non mi sento assolutamente di etichettare come semplici allucinazioni queste esperienze.
Si può tuttavia sospettare che esistano programmi segreti governativi che mirano al rapimento sotto copertura di persone qualunque, allo scopo di impiantare microchip o altri sensori, sperimentare sofisticare tecniche di manipolazione mentale, ma anche di ottenere informazioni di seconda mano sui rapimenti alieni; alcuni rapiti infatti asseriscono di essere stati prelevati sia da squadre di alieni che da squadre di esseri umani (le seconde potrebbero essere interessate ad ottenere informazioni su quello che fanno le prime eseguendo test sui rapiti).
Di sicuro si può obiettare che l'uso di tecnologia avanzata in dotazione all'esercito (tecniche psicologiche per impiantare false memorie, sviluppo dei programmi iniziati già negli anni 50 del secolo scorso) può far credere al rapito di essere in mano agli alieni mentre invece il rapimento è stato perpetrato da esseri umani, come suppone il Dr. Boylan (che pure crede nell'esistenza degli alieni).
La pecca di Andrews è, a mio giudizio, l’eccessiva ingenuità con cui riporta testimonianze alquanto dubbie e con cui da spazio a sedicenti “ufologi” collegati al movimento new age. Bisogna pur dire che 20 anni fa era difficile intuire gli scopi della filosofia new age, ad esempio quello di tenere lontano dalla comprensione del complotto contro l’umanità tutte le persone aperte a nuovi metodi di cura, all’esistenza di dell’anima e delle energie sottili, sospettose delle religioni istituzionali ma aperte alla dimensione spirituale; la new age è l’alter ego dallo scientismo propagandato da organizzazioni quali CICAP, Ciscop, Skeptic e intende portare le masse all’accettazione di una nuova religione sincretica mondiale quando il Nuovo Ordine Mondiale sarà instaurato.
Una cosa notevole, e per certi versi strabiliante, è che nel suo libro (lo ricordo, scritto circa 20 anni fa) Andrews descrive a grandi linee ciò che sta accadendo di questi tempi e cosa presumibilmente sta per accadere viste le premesse (crollo dell’economia e imminenti guerre in Medio Oriente). Nelle sue previsioni ci sono alcuni elementi errati (egli prevedeva, basandosi sugli studi di altri ricercatori, che l’innesco della crisi economica sarebbe venuto da manovre speculative in ambito petrolifero, che però hanno avuto un peso molto limitato rispetto alla speculazione in campo finanziario e monetario), ma egli intuisce il disegno a grandi linee, e denuncia l’intenzione (da parte di una cricca di famiglie potentissime e di organizzazioni occulte) un Nuovo Ordine Mondiale, un Governo Mondiale (con moneta unica mondiale) da realizzarsi alla fine di un periodo di grandi calamità per l’umanità intera, col pretesto di risolvere i problemi (conflitti e crisi economica) creati dalle stesse entità che astutamente li hanno generati.
Egli denuncia la creazione di ingenti complessi militari sotterranei, creati ai tempi della guerra fredda (contrapposizione tra USA e URSS) con la scusa della necessità di rifugi anti-atomici, dove si accatasterebbero enormi riserve di cibo e macchine dotate di tecnologia avanzatissima. Secondo lui alla fine di un periodo di grande tribolazione (guerre e crisi economica) le élite rifugiate nelle città sotterranee avrebbero “regalato” a quello che resta del mondo la soluzione ai precedenti problemi (in particolare un governo mondiale ed una nuova valuta) costruendo così i presupposti per una nuova esecrabile forma di tirannide planetaria. Andrews immagina anche il progetto di inserire microhip a tutti i sopravvissuti a questo periodo di tribolazione.
Ma chi mai potrebbe trarre giovamento da una simile macchinazione diabolica? Secondo Andrews entità non umane e/o non terrestri hanno da tempo preso occultamente il controllo manipolando la politica globale per mezzo delle attività di una ristretta classe di uomini a loro legati o da loro direttamente influenzati. Si tratterebbe di uno scambio in cui i demoni-alieni allettano alcune persone regalando loro potere e ricchezza e ricevendo in cambio una subordinazione totale, o in alternativa ci sarebbero diversi agenti dall’apparenza umana infiltrati nella nostra società che hanno raggiunto facilmente il vertice del potere grazie alle loro conoscenze più avanzate (forse il risultato di ibridazioni aliene).
Quale lo scopo di tutte queste orrende macchinazioni? Entità parassite su un piano animico o astrale potrebbero nutrirsi di una sorta di energia psichica che viene liberata dalla morte e dalla sofferenza, mentre abitanti di pianeti lontani avrebbero bisogno di utilizzare il nostro patrimonio genetico per creare ibridi con cui colonizzare il nostro stesso pianeta (la vita sul proprio pianeta starebbe diventando difficile) e/o avrebbero bisogno di nutrirsi con le secrezioni ghiandolari dei nostri animali da fattoria (da cui trarrebbe origine il fenomeno delle mutilazioni del bestiame descritte nel libro di Linda Moulton Howe “Un raccolto alieno”).
Eppure tutte queste storie di mutilazioni aliene del bestiame mi lasciano perplesso, soprattutto perché a portarle alla luce è stato la signora Linda Moulton, figlia di un aviatore direttore della pubblicazione aeronautics, sorella di un istruttore di volo della Lockheed Martins (azienda che produce armi da guerra), giornalista con un ottimo curriculum che viene invitata a parlare a simposi e conferenze internazionali (persino al Goddard Space Flight Center della NASA) e viene intervistata riguardo alle sue inchieste sugli UFO da reti televisive di tutto rispetto come la Fox e la NBC. Per quanto ne so non sembra essere mai stata minacciata per le sue clamorose rivelazioni. Il già citato Dr. Boylan dostiene che le mutilazioni animali siano opera dell'esercito (molti testimoni in realtà hanno visto degli elicotteri neri volteggiare nei cieli nel luogo e nel giorno in cui si verificavano le mutilazioni) e che lo scopo sia quello di creare il mito dell'alieno cattivo (per poi giustificare una finta guerra tra i mondi, come preciso in seguito).
Andrews nel suo libro descrive gli alieni (che egli identifica con i cosiddetti “Grigi” descritti da tantissime persone che affermano di essere state rapite da umanoidi extraterrestri) come esseri telepatici che hanno una mentalità da alveare; al pari degli imenotteri terrestri nella loro società ci sarebbe una struttura super centralizzata con una singola entità (corrispondente alle regine degli alveari) cui tutti obbediscono.
Per quanto tali interpretazioni possano risultare “assurde” o lasciare sgomenti, per quanto tali intuizioni possano cogliere nel segno rispetto ad alcuni particolari e non ad altri, per quanto certe conclusioni possano essere originate da testimonianze di persone che sono state ingannate dai propri rapitori (i quali a loro volta mescolano intenzionalmente menzogne e verità), quanto da noi denunciato ed osservato riguardo alle scie chimiche (vedi in particolare l’articolo transbiologia e gli articoli sul transumanesimo) sembra puntare nella medesima direzione.
Di sicuro non posso credere che la situazione che attualmente si sta creando sulla terra sia generata da una irrefrenabile voglia di dominio da parte della compagnia dei Gesuiti, del Vaticano, dei Cavalieri di Malta, dei sionisti, della Nobiltà Nera o della massoneria. Il processo di avvelenamento ormai quasi irreversibile degli ecosistemi ad opera delle scie chimiche va contro l’umanità intera, e tale progetto non avvantaggia né la popolazione di fede ebraica, né gli Statunitensi, né i popoli della Federazione Russa o della Cina, benché possa avvantaggiare una cricca di esseri (davvero disumani) che complottano contro di noi utilizzando come strumenti di dominio il sionismo, l’americanismo, il patriottismo, la massoneria, le istituzioni religiose e quelle statali.
Se a capo di tutto ci fossero solo esseri umani smaniosi di potere e di ricchezza non si vede per quale fine dovrebbero causare catastrofi artificiali, scatenare guerre, puntare alla manipolazione del DNA umano, distruggere lo stesso pianeta sul quale abiteranno i propri nipoti e poi mirare ad un governo unico mondiale. Ho cercato di spiegarlo in maniera più dettagliata nell'articolo cosa sta succedendo realmente nel mondo.
Se lo fanno evidentemente ciò vuol dire che sono costretti a farlo, forse perché hanno stretto un patto con entità potenti e pericolose, un patto che non si può tradire a meno di subire pesanti ritorsioni. O forse perché in realtà la cricca di uomini che governa occultamente questo pianeta non è mai stata realmente umana. Non occorre tirare in ballo i rettiloidi mutaforme di D. Icke per supporre che costoro, che organizzano con estrema leggerezza guerre, massacri ed avvelenamenti di massa, potrebbero anche essere portatori di una forma di DNA alquanto differente dalla nostra (e quindi legati geneticamente ad un’altra razza di cui costituirebbero gli infiltrati).
Questo non vuol dire che stia facendo pubblicità al progetto disclosure, tanto caro a Rockefeller; secondo i leader del disclosure project infatti bisognerebbe aprire le porte agli alieni visti come dei salvatori che ci toglierebbero dai guai che noi abbiamo creato (un’orrida bugia dal momento che invece Rockefeller è invischiato fino al collo nella creazione e gestione del Nuovo Ordine Mondiale, scie chimiche comprese). Né con quanto su detto si vuole dare giustificazione alcuna al progetto blue-beam che prevede anche una finta invasione aliena realizzata con tecnologia militare segreta.
Quanto su scritto mostrerebbe piuttosto che alla fine di un periodo di grande tribolazione i nostri dominatori potrebbero essere presentati come i buoni che ci salvano dal caos, mentre eventuali entità a noi benigne potrebbero essere presentate come gli alieni malvagi mutilatori di animali.
Ma parliamo sempre di forse, mettiamo i tempi al condizionale, e terminiamo le frasi col punto interrogativo, anche perché a complicare le cose si pone il fatto che l’esperienza della trance indotta da alcune piante allucinogene porta a sperimentare situazioni non dissimili da quelle riferite dai cosiddetti “rapiti dagli alieni”. Secondo Graham Hancock, che ha estesamente indagato questi resoconti nel suo libro “Sciamani” (lettura fortemente consigliata) non si può etichettare queste esperienze come pure e semplici allucinazioni, ma come intrusioni in altre dimensioni parallele alla nostra. Del resto molti ufologi da tempo sostengono che i termini generici di UFO e di alieni vanno intesi in senso lato, non solo o non necessariamente come entità provenienti da pianeti distanti ma anche come entità che provengono da altre dimensioni o che sappiano attraversare varchi nel continuum spazio temporale.
Come ho spiegato in un precedente articolo non si tratta di affermazioni fantascientifiche, ma di eventualità previste dagli sviluppi più recenti della fisica teorica. Per altro, se consideriamo valide le equazioni di quantizzazione dello spazio tempo dell’insigne fisico Fran De Aquino, è da tenere in considerazione la possibilità di utilizzare opportuni campi elettromagnetici di bassissima frequenza per aprire questi varchi (i riscaldatori ionosferici come HAARP inducono emissioni su tali frequenze).
09/10/2012 12:20
 
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ABDUCTION MILITARE E TECNOLOGIA VRS

Articolo di Cristoforo Barbato
Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2010/08/abduction-militari-e-tecnologia-...

Spesso resoconti e studi inerenti i rapimenti alieni sono stati presentati da alcuni ricercatori in maniera incompleta, focalizzando l'attenzione solo su determinati aspetti. Comportamento ed omissioni, voluti o meno, che rappresentano un ostacolo per la vera ricerca, dato che resoconti censurati non forniscono un quadro completo ed attendibile del fenomeno. Un esempio lampante sono le cosiddette esperienze virtuali note con il termine VRS (Virtual Reality Scenario), ossia scenari di realtà virtuale, indotti dall'esterno, e per il soggetto praticamente indistinguibili dalla realtà oggettiva. L'individuo può sperimentare una determinata situazione attraverso un input sensoriale totale e reagire con spontanee risposte fisiche ed emotive, anche se nella realtà si trova sdraiato su di un lettino per esami clinici o sta dormendo nel suo letto senza ricevere alcun segnale esterno che lo disturbi. Sebbene alcune esperienze possano essere state scenario di realtà virtuale generate dagli alieni, come molti ufologi sostengono, altre attività "secondarie" indicano chiaramente un coinvolgimento dell'uomo. In tale contesto si inserisce il recente studio condotto dal professor Helmut Lammer, rappresentante austriaco del centro ufologico americano MUFON, sulle MILAB (Military Abductions) ovvero falsi rapimenti alieni eseguiti, in realtà, da militari.



"Dobbiamo cercare di comprendere - afferma Lammer - qual è il programma che si cela dietro il fenomeno delle abductions aliene e qual è lo scopo delle MILAB. C'è un forte interesse da parte dei militari nello sviluppo di impianti cerebrali, bio-chip per la realtà virtuale, proiezione di immagini olografiche, dispositivi di occultamento ed armi che alterano la mente". L'esistenza di queste tecnologie, secondo lo studioso, induce alle seguenti ipotesi:

- Si stanno effettuando, da anni, esperimenti segreti sugli esseri umani,

- Tali esperimenti sono stati nascosti alle autorità di governo ed al pubblico, finanziando progetti segreti.

Pertanto, se esistono le prove, anche di un solo caso di personale militare coinvolto in scenari di rapimento, non è possibile liquidare facilmente quei resoconti che accennino allo stesso evento. Inoltre, se enti governativi e militari sono davvero coinvolti segretamente in tali operazioni, è d'obbligo effettuare ricerche molto più approfondite rispetto a quelle condotte fino ad oggi. Nonostante tutto, gran parte degli ufologi e studiosi "ufficiali" non si sono dimostrati molto entusiasti di affrontare eventuali violazioni dei diritti umani da parte di apparati dell'establishment politico-militare, probabilmente intimoriti da eventuali rappresaglie personali che, come già registrato in passato nella casistica ufologica, si verificano realmente.

Esperimenti di mind control contro civili
"Tutti quelli che si rifiutano - prosegue Lammer - di credere che siano stati compiuti degli esperimenti segreti sulla gente, inclusi i bambini, dovrebbero visionare i documenti comprovanti gli esperimenti effettuati dai servizi segreti militari prima, durante e dopo la guerra fredda e che sono ormai di dominio pubblico".

Gli Stati Uniti e il Canada, secondo lo studioso, non sono stati gli unici Paesi a perpetrare tali atrocità: di recente la stampa inglese ha riportato la notizia che anche il Regno Unito, durante gli ultimi 40 anni, ha condotto esperimenti segreti concernenti gli effetti delle radiazioni sugli esseri umani. Alla nona conferenza annuale di Orange County, California, lo psichiatra canadese Colin Ross, ha presentato un documento ottenuto attraverso il FOIA (Freedom of Information Act), contenente le prove che la CIA aveva segretamente condotto ricerche sulla creazione di "cavie manciù" fin dalla seconda Guerra Mondiale. Il dottor Ross ed altre organizzazioni di ricerca hanno incontrato i sopravvissuti di esperimenti che includevano l'impiego di elettroshock, droghe, impianti cerebrali e deprivazione sensoriale. Alcuni soggetti erano stati rinchiusi in gabbie, costretti al sonno forzato, ad abusi rituali e sessuali.
Una volta selezionate, le vittime sono state ripetutamente usate quali "animali umani da laboratorio" per tutta la vita, in una serie di esperimenti controllati e monitorati dall'esterno. Nel 1997 lo ACHES-MC (Advocacy Committee for Human Experiment Survivors-Mind Control), ovvero il Comitato legale per i sopravvissuti agli esperimenti di controllo mentale sugli umani, ha consegnato un video-documento al Presidente Clinton ed al Primo Ministro canadese, in cui richiede un'udienza presidenziale e la declassificazione dei dati governativi relativi a presunti esperimenti di controllo mentale. Tali esperimenti furono condotti su adulti e bambini inconsapevoli e furono finanziati dal governo degli Stati Uniti dal 1940 in poi. Il video contiene, inoltre, le testimonianze dei sopravvissuti (bambini e adulti) agli esperimenti, nonché le testimonianze di terapisti, psichiatri e psicologi. Stranamente, queste vittime non riferiscono casi di contatti alieni o UFO come quelli delle MILAB, ma alcune delle esperienze hanno molto in comune sul tipo di controllo mentale e di abusi descritti. Questo breve scorcio di esperimenti segreti condotti sull'uomo supporta l'ipotesi MILAB di operazioni segrete perpetrate contro civili.

Possibili scopi delle MILAB
Alla luce di queste nuove informazioni si può constatare come l'intero scenario delle abductions aliene/umane sia molto più complesso di quanto si credesse all'inizio. Esistono prove evidenti che più di un progetto umano sia inserito nell'intricato fenomeno delle abductions aliene. Ognuno di questi programmi ha probabilmente un suo punto focale che coinvolge presunti rapiti dagli alieni. Credo che il primo gruppo sia interessato ad esperimenti sul controllo mentale e comportamentale. Esistono prove di esperimenti di deprivazione sensoriale, respirazione di liquidi, stimolazione elettromagnetica dei lobi temporali, ricerca sul cervello e innesto di impianti. Il secondo gruppo sembra interessato alla ricerca genetica e biologica. Alcune vittime di MILAB ricordano di aver visto, nel corso dei loro rapimenti in basi militari sotterranee, degli esseri umani in contenitori pieni di liquido, e animali geneticamente mutati chiusi in gabbie. Bisognerebbe sottolineare che alcuni soggetti prelevati dagli alieni, senza contatti con militari, ricordano scene simili all'interno degli UFO. Il terzo gruppo invece sembra essere una specie di task force militare, operativa fin dagli anni '80, e interessata al fenomeno abductions umano/alieno al fine di raccogliere informazioni a riguardo.
è possibile che i capi di questa task force credano che alcune abductions aliene siano vere e che esse abbiano implicazioni riguardanti la sicurezza nazionale. è altresì possibile che il secondo e il terzo gruppo lavorino insieme per condividere i dati degli studi genetici sugli addotti dagli alieni. Si può focalizzare ora l'attenzione sulle esperienze degli addotti MILAB, quindi sulle persone rapite da personale militare, concernenti i contenitori ripieni di liquido menzionati poc'anzi. Molti degli addotti ricordano di esservi stati posti. Secondo alcuni erano vuoti, per altri avevano all'interno degli alieni, altri ricordano di averci visto degli esseri umani. Alcuni dicono di essere stati costretti a respirare il liquido e di averlo vissuto come un'esperienza estremamente traumatica. Altri ricordano di essere stati portati in strutture militari sotterranee e di aver visto persone tutte identiche, in lunghe file di tubi di plastica o di vetro e questo ha fatto pensare subito a esperimenti di clonazione. Tutto ciò potrebbe inserirsi in un programma come: il mantenimento di esseri umani privi di cervello quali "contenitori di organi", oppure la creazione di soldati immuni alle armi biologiche.

I Bio-chip cerebrali intelligenti dell'USAF
Molta gente è conscia del fatto che nel periodo successivo alla guerra, fino agli anni Settanta, furono effettuati esperimenti segreti sul controllo della mente e del comportamento e sulla resistenza alle radiazioni. Dovremmo domandarci se qualcuno ha interesse ad effettuare esperimenti segreti anche oggi. Chi afferma che i risultati di questo studio sono solo spazzatura dovrebbe visionare le ricerche declassificate dell'Aeronautica Militare e tutti gli studi condotti sulle armi non convenzionali.
Tutto ciò, in effetti, viene contemplato nel documento "Air Force 2025" pubblicato di recente dall'Aeronautica Militare statunitense (USAF), e più precisamente nella sezione intitolata "Information Operations: A New War-Fighting Capability" (una nuova capacità di combattimento in guerra), dove vengono presi in esame scenari tecnologico/bellici nel 2025. In questo rapporto gli autori, militari ed esperti dell'USAF, accennano alla possibilità di diffondere microscopici chip impiantati nel cervello, i quali svolgerebbero due funzioni:

- Il bio-chip impiantato connetterebbe l'individuo ad una rete di sistemi satellitari integrati o smart satellites (IIC) in orbita bassa attorno alla Terra, creando un'interfaccia tra la persona impiantata e incredibili risorse informatiche. L'impianto rilascerebbe le informazioni elaborate dal IIC direttamente al cervello dell'utente.

- Il bio-chip potrebbe creare una visualizzazione mentale dell'ambiente circostante generata dal computer e basata sulle richieste dell'utente. La visualizzazione , sarebbe di 360°, non più limitata dal campo visivo umano, e permetterebbe al pilota di un aereo da caccia di porsi in una "zona di guerra" a lui perfettamente visibile. Inoltre, una vasta gamma di armi letali verrebbe collegata al sistema satellitare, permettendo agli utenti impiantati, in possesso di autorizzazioni speciali (soldati cibernetici), di usare direttamente queste armi. Questo significa che un soldato potrebbe mantenere la vista nella maniera normale, con in più una sfumatura di informazioni che identifichino e descrivano oggetti specifici che non rientrano direttamente nel suo campo visivo. Potrebbe così valutare eventuali minacce e ordinare il fuoco da una varietà di sistemi d'arma, per affrontare e distruggere questi bersagli a distanza.

Si può osservare da tali studi militari che la ricerca segreta sulle human brain-machine (cervello umano/macchina) e impianti di realtà virtuale, è già stata intrapresa.

Armi per la manipolazione mentale
Gran parte di questi documenti fanno riferimento a istituti di ricerca militare e sono classificati. Visto che gli autori del testo scrivono che gli "apparecchi da impianto" negli umani suscitano problemi di etica e di relazioni pubbliche, dovremmo chiederci chi potrebbero essere le cavie per questi progetti di ricerca futuristica. Un altro documento interessante, riguardante la "Information Warfare", è classificato e solo i possessori di autorizzazioni appropriate possono ottenerne copia dal Centro di Informazioni Tecniche di Fort Belvoir, Virginia. Il fascicolo studia la proiezione di immagini olografiche, i dispositivi di occultamento e mimetica multispettrale che forniranno ai militari capacità strategiche incredibili. è questa la tecnologia più promettente, quella atta a creare ambienti fittizi che un avversario potrebbe credere reali. Nel files, inoltre si afferma che nella ricerca per le operazioni di PSYWAR (guerra psichica) si tenta di influenzare una persona bersaglio, proiettando immagini olografiche che trasmettono l'effetto desiderato. Dovremmo domandarci ancora: chi sono gli avversari e i bersagli dei test in questi progetti di ricerca?
Un recente articolo pubblicato dall'U.S. News and World Report, ha rivelato che i militari americani hanno sviluppato armi in grado di alterare la mente tramite manipolazioni acustiche, microonde e onde cerebrali che alterano i modelli del sonno. Fatto singolare, nell'articolo c'è la foto di un elicottero militare che punta un raggio di energia verso una casa. Secondo un rapporto del Pentagono, armi acustiche e soniche possono vibrare all'interno degli esseri umani fino a tramortirli, causare nausea o perfino liquefare i loro cervelli.
All'inizio degli anni Ottanta il dottor Eldon Byrd era a capo di uno strano progetto sulle armi elettromagnetiche. Gran parte delle sue ricerche venivano condotte nell'Istituto di Ricerca Radiobiologica di Bethesda, Maryland []. Il medico affermò che sia lui che i suoi colleghi cercavano di rilevare le attività elettriche del cervello e il modo di influenzarle.
Byrd usava onde a frequenze estremamente basse per stimolare il cervello, che rilasciava così alcune sostanze chimiche capaci di regolare il comportamento umano. Questo sistema applicato agli uomini soggetti ai test provocava immediatamente nausea e sintomi influenzali. Byrd non testò mai il suo macchinario sul campo ed il progetto, originariamente previsto per la durata di quattro anni, fu chiuso dopo solo due. La tecnica funzionava, quindi sospettò che gli studi venissero continuati segretamente. Altri scienziati raccontarono esperienze simili.

"Si può desumere - dichiara il professor Lammer - che tali progetti segreti di ricerca militare, siano stati condotti come studi sulla guerra biologica e genetica. Se ipotizziamo che il nucleo del fenomeno delle abductions aliene sia reale, il personale militare che si cela dietro questi progetti sarebbe interessato alla biologia aliena, alla loro genetica e alle loro procedure di controllo mentale. Visto che questa ricerca è celata nell'ambito di progetti altamente segreti, solo poche persone saprebbero esattamente quello che sta accadendo". Un altro pericolo potrebbe essere rappresentato dalle organizzazioni umanitarie che cercano di portare a livello di governo le denunce sulle atrocità commesse su esseri umani nell'ambito delle ricerche genetiche segrete, in cui sono coinvolti i militari. Tali progetti sono programmi non riconosciuti ufficialmente e molti rappresentanti del governo non ne sono neppure al corrente. "Occorre precisare - dice Lammer - che la maggior parte delle vittime delle MILAB dichiara di aver visto esseri alieni e personale militare lavorare fianco a fianco. Queste affermazioni andrebbero attentamente investigate. Abbiamo bisogno, ovviamente, di ulteriori ricerche prima di poter definitivamente concludere che esseri alieni e personale militare stiano collaborando".

Attività di elicotteri connessa alle MILAB
Gli studi indicano che gli addotti delle MILAB sono spesso assillati da elicotteri neri e senza insegne che volano attorno alle loro case. L'attività degli elicotteri associata alle abductions UFO è aumentata, dagli anni '80 ad oggi. In alcuni casi gli elicotteri sono stati visti nelle vicinanze delle case degli addotti solo poche ore dopo un episodio di abduction. Possiamo stendere un sommario in cinque punti delle informazioni in nostro possesso sui movimenti dei misteriosi elicotteri:

1- L'attività degli elicotteri iniziò tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 e sembrava essere connessa ai casi di mutilazione animale.
2- In quel periodo, gli elicotteri mostrarono solo un vago interesse verso le persone rapite dagli alieni, apparendo occasionalmente dopo alcuni avvistamenti di UFO.
3- L'attività degli elicotteri neri iniziò ad aumentare in relazione alle abductions aliene dagli anni '80 in poi. Comunque, al principio il fenomeno venne riportato in prossimità di luoghi in cui furono rinvenuti animali mutilati, nel nord America.
4- Al momento, nei files di molti ricercatori del fenomeno abductions del nord America, figurano alcuni casi di misteriosi elicotteri neri.
5- In Inghilterra durante gli anni '70 è stata riportata una forte attività di elicotteri fantasma, ma sembra che il loro interesse verso le mutilazioni animali e gli addotti sia limitato al nord America.

Presunti rapimenti effettuati dal personale militare dei servizi segreti
Molti addotti riportano delle interazioni con il personale dei servizi segreti dopo le apparizioni degli elicotteri neri. Le MILAB comprendono i seguenti elementi:

- Attività di elicotteri neri senza insegne.
- L'apparizione di strani furgoni o veicoli nelle vicinanze delle abitazioni degli addotti.
- Esposizione a campi magnetici che disorientano.
- Trasporto in strutture segrete sotterranee dopo essere stati drogati.

Di solito, in seguito ad abductions da parte dei militari, sono stati riscontrati effetti collaterali quali spossatezza e senso di nausea. Ci sono anche delle differenze nel modo di presentarsi dei rapitori: in molti casi di abductions aliene gli ET attraversano muri e finestre chiuse, oppure gli addotti percepiscono una strana presenza nella stanza. Molti dicono di venire paralizzati dal potere mentale degli esseri alieni. Durante le MILAB, invece, gli addotti asseriscono che i rapitori gli iniettano qualcosa e che, durante le analisi, non vengono paralizzati, ma piuttosto legati ad un tavolo.

Impianti terrestri
Fino ad oggi, più di tre milioni di animali in tutto il mondo sono stati impiantati con successo con dei transponder Destron-Fearing. Si tratta di un contrassegno di identificazione a frequenza radio passiva, progettato per lavorare con un sistema di lettura di identificazione ad una frequenza radio compatibile, attivato da un segnale a bassa frequenza che trasmette il codice di identificazione al sistema di lettura. Un bio-chip simile, per uso umano, fu ideato nel 1989 dal medico statunitense Daniel Man. Per impiantarlo c'è bisogno di una piccola incisione chirurgica e il luogo migliore per collocarlo sarebbe la zona dietro l'orecchio. L'apparecchio andrebbe periodicamente ricaricato con una batteria da tenere all'esterno, vicino all'impianto. Gli individui preposti per tenere sotto controllo le persone impiantate potrebbero sfruttare tre satelliti [] o speciali elicotteri. Se un'agenzia fosse interessata a monitorare lo status fisiologico di un addotto durante una abduction da parte di alieni, potrebbe usare la telemetria biomedica, che permette la trasmissione di informazioni fisiologiche da un luogo inaccessibile a un sito di monitoraggio molto distante. In questo modo i militari potrebbero ottenere in tempo reale i dati fisiologici degli addotti, quali la respirazione, la tensione muscolare e la presenza di adrenalina nel flusso sanguigno, durante il rapimento stesso.

Scenario di realtà virtuale
Sembra che alcune esperienze narrate da presunti addotti e dalle vittime degli esperimenti di controllo mentale possano essere spiegate come facenti parte di una tecnologia avanzata. Alcuni soggetti affermano che qualcuno ha immesso nel loro cervello delle immagini. Gli scienziati militari sostengono che l'idea di inserire nella mente altrui un'esperienza di realtà virtuale è solo un'ipotesi ma, allo stesso tempo, anche molto promettente. Se tale tecnologia fosse stata sviluppata in segreto e oggi esistesse, i ricordi insolitamente lucidi di alcune abductions potrebbero essere spiegati dall'inserimento di un'esperienza artificiale nel cervello dell'addotto. I dottori Joseph Sharp e Allen Frey hanno sperimentato la trasmissione di parole direttamente nella corteccia auditiva, attraverso microonde a impulso, già negli anni '60. Ancora, alcuni addotti riferiscono di sentire voci nella mente, questo nonostante le analisi abbiano escluso la schizofrenia. Di certo questi fatti non possono spiegare tutte le abductions aliene, ma potrebbero chiarirne una piccola parte e giocare un ruolo importante nelle MILAB.
Le MILAB potrebbero essere la prova che una task force militare dei servizi segreti opera nel Nord America fin dai primi anni '80 ed è coinvolta nel monitoraggio e nel sequestro di persone in precedenza rapite dagli alieni. Sembra che siano molto interessati ai casi di abductions ET: monitorano le case delle vittime, le rapiscono e forse impiantano in loro apparecchi militari poco tempo dopo una abduction aliena. Forse stanno cercando degli impianti alieni o, forse, presunti embrioni ibridi umano-alieni. L'unica cosa certa è che questa task force si avvale di una avanzatissima tecnologia di controllo mentale, che continua ad essere sperimentata illegalmente su individui e che costoro non hanno nulla a che vedere con le abductions da parte di alieni.
09/10/2012 12:21
 
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E' TEMPO CHE LA SCIENZA STUDI IL FENOMENO UFO

Articolo di Sabrina Pieragostini
Fonte: www.extremamente.it/2012/10/08/e-tempo-che-la-scienza-studi-il-fenom...

Eppur si muove, diceva Galileo Galilei pensando alla Terra in orbita attorno al Sole. Ma è quello che potremmo ripetere anche noi oggi, riguardo alla scienza nei confronti del fenomeno Ufo. Qualcosa sta cambiando, forse si è davvero messo in movimento un nuovo corso che sta portando il mondo accademico, dopo la negazione assoluta e la derisione, ad una cauta apertura. Almeno questo è l’atteggiamento di un importante astronomo americano che ha pubblicamente annunciato di volere studiare, in chiave scientifica, gli avvistamenti Ufo.
Il ricercatore in questione è Derrick Pitts, capo astronomo nonchè direttore dei “Planetarium Programs” presso il Franklin Institute Science Museum a Philadelphia. Non l’ultimo arrivato, insomma, e neppure un pivello che ignora l’impatto sulla carriera di un simile, dichiarato interesse. Non è un caso che normalmente gli accademici rifiutino di parlare di Ufo: niente può distruggere più rapidamente una posizione raggiunta in anni di studi e di sacrifici come dire di averne visto un oggetto volante non identificato.



Eppure secondo Pitts è giunto il momento che la scienza affronti seriamente la questione, nonostante tutti i problemi che ciò possa provocare. “Se dici: indaghiamo sugli Ufo per capire da dove provengano queste astronavi aliene, la gente ti risponde: che cosa? non ne voglio sapere nulla! Ma se invece dici: studiamo le possibilità che in passato siano esistiti ambienti adatti a far sviluppare la vita su Marte, tutti ti risponderanno: oh sì, voglio partecipare!” Insomma, c’è vita aliena e vita aliena…
Per esperienza personale, Pitts conosce bene le rimostranze e le contestazioni che solitamente vengono utilizzate per negare il fenomeno.”Posso ben immaginare cosa mi risponderebbe un astronomo. La maggior parte di loro direbbe: ‘Io non ho mai visto nulla, quindi non si può dire che gli Ufo esistano e non si può affermare che il 5 per cento di essi siano astronavi aliene’. Ma davvero non so prevedere come potrebbero reagire, se proponessi loro di essere coinvolti in un progetto di ricerca per scoprire cosa siano questi oggetti.
Per quanto mi riguarda, io direi: Sì, analizziamoli, diamogli un’occhiata da vicino, perchè qui c’è un fenomeno che provoca un incredibile interesse in tutto il mondo. Perchè non cercare allora di capire di cosa si tratta?”. Un atteggiamento da vero scienziato, questo, che senza pregiudizi cerca di scoprire ciò che è ancora ignoto e di spiegare ciò che è ancora senza perchè. Lo scopo ultimo della ricerca.
Su questa strada, comunque, Pitts non è solo. Segue le orme di altre grandi personalità della scienza che vincendo tutti i tabù hanno avuto il coraggio di esporsi e di affrontare questi argomenti “off limits”. A partire da J. Allen Hynek, astronomo (e scettico) che accettò di diventare consulente scientifico per il famoso “Project Blue Book”. Durante i quasi 20 anni di studio, ebbe modo di confrontarsi sull’argomento con molti altri colleghi: discussioni che divennero materia del suo “Rapporto Speciale sulle conferenze con astronomi in merito agli Oggetti aerei non identificati”.
“Se avessi loro promesso il completo anonimato e di far loro raccontare gli avvistamenti ad un gruppo di seri e rispettabili ricercatori che potevano considerare il problema da un punto di vista scientifico, allora avrebbero potuto collaborare“, rivelò Hynek. Nel 1977 anche l’astrofisico Peter Sturrock fece un sondaggio sull’argomento Ufo tramite un questionario rivolto ai membri della Società astronomica americana. Uno dei partecipanti scrisse come risposta:”Trovo difficile, ai giorni nostri, fare l’astronomo. Sarebbe un suicidio professionale dedicare tempo agli Ufo. Eppure sono abbastanza interessato al vostro sondaggio.”
Hynek- ideatore della definizione di incontro ravvicinato del primo, del secondo e del terzo tipo, entrati poi nel linguaggio comune dell’ufologia- ebbe modo di affrontare questo argomento niente meno che di fronte ad una commissione speciale dell’ Onu. Era il 1978. “Se non fosse un problema di interesse mondiale, non sarei stato chiamato a parlarne davanti a questa rappresentanza che arriva da ogni parte del mondo. Esiste un fenomeno globale la cui portata non è generalmente riconosciuta”, disse.
Il suo discorso poi proseguì: “ Questo fenomeno è così strano ed estraneo all’esperienza quotidiana e al nostro modo di pensare che viene spesso messo in ridicolo da persone ed istituzioni non informate dei fatti. Il fenomeno ciò nostante persiste. Non si è dissolto da solo, come molti di noi si sarebbero aspettati, anni fa, giudicandolo una moda passeggera e stravagante. Al contrario, ha coinvolto le vite di un numero di persone sempre maggior in tutto il mondo.”
Insieme a lui, a tentare di creare un organismo mondiale per analizzare il fenomeno Ufo, c’era anche l’astronomo francese Jacques Vallèe. “Stiamo iniziando a pagare il prezzo dell’atteggiamento negativo a priori e pieno di pregiudizi con il quale le nostre istituzioni scientifiche hanno trattato i testimoni attendibili di avvistamenti Ufo- dichiarò Vallèe ai delegati delle Nazioni Unite. “La mancanza di una seria ricerca, dalla mente aperta, in questo campo ha indotto i testimoni a pensare che la scienza fosse incapace di affrontare questi fenomeni. Questa attitudine ha spinto molta gente a cercare risposte al di fuori della ricerca razionale della conoscenza alla quale la scienza è dedicata. Solo un aperto scambio di informazioni potrebbero correggere questa tendenza pericolosa.”
Vallèe concluse il suo intervento all’Onu con questa frase:” Tutte le grandi Nazioni del mondo sono rappresentate da questa assemblea. Mettiamoci bene in testa che i fenomeni Ufo possono rappresentare una realtà persino più grande. Sta a voi decidere se trattarli come una minaccia o come un’opportunità per la conoscenza umana”.
Un discorso evidentemente poco ascoltato, visto come sono andate in seguito le cose. Ma pur nel costante disinteresse- almeno ufficialmente- delle istituzioni e dei governi rispetto al costante aumento di segnalazioni di luci anomale ed oggetti non identificati, all’interno della comunità scientifica si è levata qualche voce fuori dal coro. Pensiamo ad esempio ad uno dei Paesi più chiusi, dal punto di vista dell’informazione: la Cina. Proprio qui sono avvenuti, negli ultimi anni, i casi più frequenti e più clamorosi di avvistamenti Ufo.
Aeroporti chiusi al traffico per la presenza di velivoli anomali, passaggi di sfere di luce, presunte astronavi aliene: le cronache ci hanno raccontato di tutto un po’- nonostante, ripeto, la forte censura tuttora esistente. Eppure Wang Sichao, astronomo planetario presso l’Osservatorio della Montagna Purpurea dell’Accademia Cinese delle Scienze non ha avuto remore definirli “eventi credibili sostenuti dall’osservazione”. Aggiungendo: “Questi fatti non possono essere spiegati con le attuali conoscenze scientifiche.”
Dopo quasi 40 anni di studi, lo scienziato è poi giunto alla conclusione che non sono stati fatti passi avanti nella ricerca. “Il motivo principale è che un Ufo appare saltuariamente e spesso scompare in pochi secondi. Quando i nostri telescopi professionali si mettono in funzione, è già sparito. Così dobbiamo basarci sulle informazioni di testimoni occasionali. ”
Insomma, il caso di Derrick Pitts, per quanto fuori dalla norma, non è eccezionale. Anche altri suoi colleghi- pochi, sparuti, ma pur sempre parte del mondo accademico- stanno rivolgendo la loro attenzione a questo campo finora tanto trascurato e ridicolizzato. L’astronomo di Philadelphia sostiene che la chiave di volta sta nella credibilità di chi studia il fenomeno: solo così si riuscirà a risolvere il mistero Ufo.
“Ciò può accadere in due modi”- scherza. “La prima, se un Ufo atterra direttamente di fronte alla Casa Bianca. Allora sicuramente se ne interesseranno nel modo migliore. Altrimenti, la seconda via è trovare un’istituzione scientifica legittimata che si impegni in questa ricerca. Potrebbe anche servire modificare il nome da Ufo (“Unidentified Flying Object”) a Uap ( “Unidentified Aerial Phenomena”), per evitare subito dei problemi. Può essere una buona idea.”
09/10/2012 12:21
 
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IL DISCO VOLANTE DELL'AIR FORCE USA

Fonte: www.ufoonline.it/2012/10/09/gli-stati-uniti-svelano-dopo-mezzo-secolo-i-disegni-del-disco-volante-proje...

I Dischi volanti ufficialmente non esistono ma i loro mezzi di trasporto sono stati copiati, disegnati e progettati dall'aviazione militare americana negli anni '50. I bozzetti di "Project 1794" sono stati resi ufficiali da poco dagli archivi nazionali statunitensi. Finanziato dall’Aeronautical Systems Division, il progetto si prefiggeva di costruire un disco volante in grado di atterrare e decollare verticalmente, di raggiungere velocità di crociera tra Mach 3 e Mach 4, un’altezza di volo massima di 30mila metri e un’autonomia di oltre mille miglia nautiche. Nel 1956 gli ingegneri hanno costruito un prototipo. Il progetto è fallito e il prototipo è stato distrutto nel 1960.



I documenti che sono stati trovati, e declassificati, raccontano dell’intenzione della Us Air Force, di collaborare con la Avro Aircraft Limited, azienda canadese dell'epoca, pe costruire un velivolo la cui forma ricordava chiaramente quella delle navi aliene descritte in tanti film di fantascienza. Il progetto, scrive l’Huffington Post UK, era denominato “Project 1794”: lo scopo era la realizzazione di un velivolo supersonico a forma di disco.
I documenti non sono più segreti a causa della legge sulla trasparenza in vigore negli Usa. Dai bozzetti emerge chiara l'ingenzione di chi progettò questo prototipo di disco all’inizio degli anni 50: sfruttare l'aerodinamica per raggiungere velocità “tra mach 3 e mach 4”. Il velivolo in questione avrebbe dovuto avere anche la capacità di volare a un’altitudine di oltre 30 mila metri, con un’autonomia di oltre 1600 chilometri. Il disco avrebbe dovuto avere anche la capacità di atterrare e decollare verticalmente, impiegando inoltre dei propulsori a reazione che gli consentivano di stabilizzarsi.
Un documento che porta la data del 1956 affermava che ‘la stabilizzazione e il controllo del velivolo nel modo in cui era stato proposto poteva essere fattibile’. Ma sul documento è riportata la necessità di effettuare ulteriori controlli e test. Ulteriori ricerche sarebbero costate 3 milioni e 168 mila dollari, che all’epoca erano una cifra importante, considerando che con il rapporto di oggi, sarebbero circa 25 milioni di dollari. Il progetto, in seguito, venne abbandonato, in quanto i prototipi di disco volante realizzati si dimostrarono di difficile impiego alle quote previste e il programma fu definitivamente abbandonato e fermato nel 1960.
15/10/2012 15:19
 
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IL GIORNO IN CUI LA MARINA USA STABILI IL CONTATTO

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/il-giorno-in-cui-la-marina-usa-stabili-il-c...

Il 6 luglio 1959, Robert Friend, un maggiore dell’Air Force e con la funzione di capo dell‘Aerial Phenomena Division (Project Bluebook) al Wright-Patterson AFB in Ohio, ricevette una telefonata proveniente da un’altra parte della comunità d’intelligence che richiedeva di poter valutare una ‘scoperta‘ della intelligence della Marina.

Tre giorni dopo Friend volò a Washington D.C. e si incontrò con due comandanti della Marina e diversi ufficiali di intelligence della CIA. Iniziarono nel chiedere a Friend di cosa ne pensasse degli UFO.

“Compresi presto il perché della loro domanda”, ha affermato Friend a Second Look. “Sapevano che spesso l’Air Force approcciava gli avvistamenti con un occhio sospettoso – credendo che i testimoni fossero pazzi. In questo caso erano essi stessi i testimoni.

Questi agenti di intelligence, che lo avevano chiamato a Washington, cominciarono a sviluppare quello che può essere uno dei più drammatici eventi UFO negli annali delle indagini governative sugli oggetti volanti non identificati.

Secondo Friend, questo è ciò che gli hanno detto:

Durante il mese precedente, i due ufficiali della Marina erano andati a South Berwick, nel Maine, su richiesta di un ammiraglio in pensione, per incontrare una donna che sosteneva di essere in contatto con gli extraterrestri.

Gli ufficiali incontrarono la donna e la videro entrare in uno stato di trance e diventare un “collegamento di comunicazioni”. La donna si sedette ipnotizzata. Poteva spostare verso il basso solo il braccio del gomito. Scarabocchiò fuori cerchi senza senso intervallati con caratteri leggibili. Parlarono facendole delle domande alle quali rispose pubblicandole attraverso gli scarabocchi. Le risposte indicavano che provenivano da una specie di capo pattuglia spaziale denominato “AFFA”.

Secondo gli ufficiali, un numero non verificabile di risposte venne presentato a tali domande come, ad esempio, “Quale è la popolazione di Giove?”. Tra le altre cose, AFFA disse che lui e i suoi uomini facevano parte di una forza di polizia del sistema inter-solare che indagava sugli esperimenti atomici sulla Terra.

Ma ancora più interessante, gli uomini dell’intelligence della Marina posero delle domande incompatibili con la loro preparazione tecnica, domande intelligenti tipo: “Quale è la lunghezza del giorno di Urano?” e “Quale è la distanza tra Giove e il Sole in apogeo gioviano?”.

“Le sue” risposte furono corrette, i due investigatori riferirono poi, increduli, il tutto a Friend.

Alle ore 2 pomeridiane circa del 6 luglio 1959, in un ufficio governativo segreto nascosto in un piano alto di un garage al Quinto del K Street, NW, Washington D.C., uno dei due comandanti, appena tornato dal Maine, andò in stato di trance durante il quale scrisse i messaggi che gli furono indicati da un individuo di nome “AFFA”.

Luogo di origine di AFFA: pianeta Urano.

Erano presenti un ufficiale della intelligence della Marina e uno di quella civile.

AFFA disse che lui e la sua squadra era composti in totale da quattro extraterrestri, ufficiali dello OEEV, che sta a significare Universal Association of Planets (Associazione Universale dei Pianeti), assegnata alla UE o Erenza.

Significato di Erenza: Progetto Terra.

Tra gli interscambi più interessanti che furono in seguito riportati da Friend ci sono i seguenti:

Domanda. E’ davvero interessante il fatto che stiamo parlando con qualcuno che possiamo vedere, ma si può vedere la prova della tua esistenza?

Risposta. Che tipo di prove vuoi?

Domanda. Possiamo vedere voi e il vostro velivolo?

Risposta. Quando lo vuoi vedere?

Domanda. Ora.

Risposta. Andate alla finestra.

Tutte le persone dell’intelligence si avvicinarono alla finestra, dove videro un UFO volare fuori (non stazionario) ad un breve distanza. Come disse in seguito Friend, era a forma di disco ed era più luminoso attorno al perimetro che al centro.

La confusione che ne seguì concluse le comunicazioni con AFFA.

I tentativi di verificare il bersaglio con il Washington Center Radar non ebbero successo. Nessun bersaglio non identificato stava ritornando dagli echi radar provenienti da quella parte del cielo.

Dopo alcune ore, Friend fu invitato ad andare a Washington.


Robert Friend

Alle ore 2 pomeridiane del 9 luglio 1959, nello stesso ufficio segreto di Washington, i comandanti della Marina, alla presenza di funzionari civili dell’intelligence, spiegarono gli eventi precedenti agli occhi spalancati del Maggiore Friend.

Friend suggerì di tentare un altro contatto.

Poco tempo dopo, il comandante della Marina cadde in uno stato di trance profonda. “L’ho visto”, disse Friend a Second Look.

“Non c’era alcun dubbio nella mia mente. Ho potuto vedere il polso che accelerava. Ho potuto vedere il suo pomo d’Adamo muoversi su e giù rapidamente. La sua calligrafia era completamente diversa dalla sua normale scrittura a mano. I muscoli del tronco non sembravano tesi, ma i muscoli delle sue braccia erano, ovviamente e lo sottolineo, come i muscoli intorno al collo – in particolare all’interno del collo”.

“Ho cercato di fargli qualche domanda, ma lui non mi rispose. Altri fecero delle domande. Rispose solo ad un uomo”.

“Chiesi all’unico uomo che aveva le risposte dall’ufficiale della Marina, se poteva chiedere ad AFFA di organizzare un volo intorno”.

“Il braccio dell’ufficiale di scatto scrisse che ‘il periodo non era adatto‘”.

“Questa trance durò tra i 15 ai 20 minuti. Non ci fu nessuna registrazione audio. Nessuno degli intervenuti era preparato ad entrare in contatto”, ha spiegato Friend.

“Ero convinto che ci fosse qualcosa. E non faceva nessuna differenza se (il comandate della Marina e la donna del Maine) il contatto avvenne con persone provenienti dallo Spazio o con qualcuno proprio qui sulla Terra. C’era qualcosa che avremmo scoperto di più su ciò”.

Friend ritornò alla base dell’Air Force di Wright-Patterson e preparò una nota al suo comandante generale. Secondo Friend, il generale gli riferì che si sarebbe fatto carico di ulteriori valutazioni personali.

Più tardi, Friend lasciò l’incarico di intelligence e si trasferì a lavorare con il personale di vari consulenti scientifici dell’Air Force. Non sentì più nulla sull’incredibile comunicazione con la OEEV o il suo comandante AFFA del progetto Terra fino a dopo il suo ritiro.

Friend è una fonte credibile. Attualmente è direttore assistente di ingegneria per Fairchild Stratos, una divisione delle industrie Fairchild, principali produttori di rilasci criogenici per lo Space Shuttle.

South Berwick, Maine, non è ricca di ammiragli della Marina in pensione. Ce n’era solo uno. Anche se l’Ammiraglio H.B. Knowles è deceduto, la moglie vive ancora lì – non lontano dalla signora Guy (Frances) Swan, una donna che da più di 20 anni è in stretta comunicazione con la comunità di intelligence degli Stati Uniti d’America, e con il capitano spaziale AFFA della pattuglia OEEV, almeno secondo la signora Swan e molti di coloro che la conoscono.

La signora Knowles considera la signora Swan assolutamente credibile. “Lei è un membro molto rispettato nella comunità. Non ho mai dubitato sul fatto che fosse in costante comunicazione con persone provenienti dallo Spazio”, ha detto la signora Knowles. “Una volta però, fu fatta la stessa domanda a mio marito. Ed egli rispose che non c’era nessuna ragione nel credere a tutto quello che lei afferma”.

Alla signora Swan gli fu detto di mantenere il suo segreto con il coinvolgimento dell’intelligence statunitense. Questo è ciò che lei fece. Parlò con Second Look solo perché scambiò il giornalista per un ufficiale di intelligence.

La signora Swan non ha una buona istruzione e non è nemmeno eloquente. Parla di “quelli buoni”, astronauti che pattugliano il Sistema Solare per proteggerci da faglie geologiche pericolose e da “quelli cattivi” che vogliono colonizzare questo pianeta. Lei crede che la sua comunicazione sia un preludio alla “seconda venuta di Gesù”. Descrive enormi satelliti – delle dimensioni dello Stato del Maine – non troppo lontani oltre l’orbita della Luna.

La signora Swan dice che quando gli uomini dello Spazio vogliono parlare con lei, emettono un suono simile ad una nota musicale. Anche se altri nella stanza potevano sentire ciò, solo la signora Swan era in grado di comunicare con gli alieni.

Altri non dovrebbero cercarli, avverte. Lei cita una recente lettera ricevuta proveniente dal comandante della Marina, la cui vita e, in particolare, la sua carriera furono fortemente sconvolte dal suo contatto con questi stranieri.

Lei non ha più bisogno di una carta e di una penna per leggere le risposte. “Fu allora che non ebbi abbastanza controllo sulla mia mente”. Ora può sedersi tranquillamente, rimuovere tutte le distrazioni, e sentire e parlare con loro in silenzio. Lo fa quasi ogni giorno, anche se sono molto impegnati e di solito hanno poco tempo per le conversazioni. Lei può contattarli quando vuole, ma al contrario, spesso, lei deve attendere se sono loro che vogliono conversare con lei.

Dando seguito e credibilità a questi rapporti di eventi bizzarri, c’è un documento scritto presumibilmente da un ufficiale di intelligence civile, che era assieme all’ufficiale della Marina. Secondo il documento, il suo autore, come Friend ipotizza, era un ufficiale della Central Intelligence Agency.

Se autentico, il documento dà fondamento ad ogni cosa detta da Friend e alla maggior parte delle cose riferite a Friend dagli ufficiali dei servizi segreti della Marina. Esso nomina gli uomini spaziali, la loro organizzazione. Esso descrive il loro scopo. Cita periodi e posti di molte riunioni chiamate per investigare sul caso – includendone una in cui i partecipanti invitarono un estasiato ufficiale della Marina nel mostrare l’UFO. E l’UFO si fece mostrare.

L’autore Robert Emenegger ottenne, studiò, e, secondo lui, verificò l’autenticità del documento della CIA. Emenegger ha detto a Second Look di aver parlato con l’ufficiale della CIA che lo scrisse. Sebbene Emenegger abbia rifiutato di fornire l’identità dell’uomo, ha dichiarato a Second Look che “sono personalmente convinto che il documento sia valido – assolutamente – e che la donna menzionata è stata per davvero in contatto con persone provenienti dallo Spazio”.

Lo scetticismo sulla validità del presunto documento CIA diventa molto più difficoltoso, alla luce delle informazioni ottenute dal Colonnello William Coleman, ex portavoce capo per l’Air Force.

Coleman risolve direttamente il problema.

“Il documento è autentico, e , anche senza la non autenticità del documento stesso, la credibiltà del Colonnello Friend è irreprensibile”.

Ho identificato e localizzato l’ufficiale della CIA presente in una foto della CIA stessa, scattata in un centro segreto, il 6 luglio 1959. Il suo nome è Arthur Lundahl. Ora è in pensione.

Lundahl ha confermato che era l’ufficiale dell’intelligence civile presente quando il comandante della Marina andò in trance. Egli ha confermato molti dei dettagli forniti da Friend e ha convalidato il presunto memo della CIA – con una serie notevole di eccezioni.

Anche se Emenegger non volle identificare l’autore del presunto memo della CIA, affermò che l’uomo era presente all’evento del 6 luglio 1959, e che l’uomo era un civile che confermò allo stesso Emenegger l’autenticità del memo. Questa descrizione dell’uomo implica che deve essere Lundahl.

Mentre Lundahl afferma che l’ufficiale della Marina ha, infatti, riportato che era in comunicazione con AFFA e che fece istruire il gruppo a guardare fuori dalla finestra e vedere i mezzi degli AFFA, nulla è stato notato.

Lundahl ha dichiarato che non c’era nessun tale memo a sua conoscenza. Inoltre sostiene che quando Friend arrivò e si incontrò con loro, fu detto dai presenti che nessun UFO era stato visto. E che l’ufficiale della Marina non andò in seconda trance quando Friend era presente. Questo contraddice ciò che sia Friend e Emenegger dissero a Second Look.

Lundahl giura che le sue affermazioni sono vere:

“Mai per un attimo ho creduto che questo ufficiale della Marina era in comunicazione con lo Spazio, e non ho visto un UFO. Su nostra richiesta non fu fatta alcuna dimostrazione. L’uomo ha spiegato che la signora Swan aveva mostrato qualcosa chiamata ‘Scrittura automatica’ e, se richiesto, me lo avrebbe mostrato”, ha spiegato Lundahl.

“Probabilmente mi ha scelto perché ero un amico, e perché avevo fatto il lavoro di analisi fotografica dell’avvistamento UFO di Tremonton”.

“Anche se credo in altra vita intelligente oltre la nostra, non ho sentito nulla ma simpatia e imbarazzo in questa occasione, per un uomo che era turbato, che era mio amico, e che i suoi superiori erano a conoscenza di ciò, senza dubbio hanno sofferto per la sua carriera”.

“C’era un’altra persona lì. Il suo nome era Robert Nisham. Era un analista fotografo della Marina assegnato alla CIA in quel periodo. Lui ed io parlammo di questo molte volte, e siamo d’accordo sul fatto che nessun UFO fu visto. Giuro che sto dicendo la verità”, ha detto Lundahl.

Se Lundahl dice la verità, Nisham dovrebbe essere stato l’altro comandante della Marina, il cui nome è stato cancellato dal memo della CIA che Emenegger afferma essere autentico.

Se questo caso è uno degli eventi UFO più incredibili della storia, o in memoria la migliore bufala UFO perpetrata sarà esplorato in futuro in un prossimo articolo. Una ricerca da parte della CIA e del Dipartimento della Difesa per il documento è iniziata attraverso una richiesta di Second Look al Freedom of Informaction Act. Ad Emenegger è stato chiesto di produrre una copia del documento che pretende essere legittimo. E una ricerca di Nisham, che si è ritirato dalla comunità di intelligence, è in corso.

Fin qui l’articolo apparso su “Second Look” di Maggio 1979 con firma di Jay Gourley.

In aggiunta a ciò che è stato scritto sopra, il sito internet di “Presidential UFO” ha ricevuto una nota aggiuntiva che arriva da Grant Cameron, un aggiornamento che intriga ancora di più su questo semi sconosciuto mistero, vero o bufala che sia.

Secondo ciò che afferma Cameron, la signora Swan avrebbe confermato, per iscritto, che lei ha, infatti, un accordo con la Marina “ancora in essere”. Il Colonnello William Coleman avrebbe confermato, sempre per iscritto, che “Il documento (CIA) sembra autentico” e che la parola del Colonnello Friend era “impeccabile”.

L’ufficio segreto di cui si parla nell’articolo di Second Look è il NPIC, il National Photographic Interpretation Center (Centro Nazionale Interpretazione Fotografica). La costruzione del laboratorio ebbe inizio nel 1954 in risposta alla costruzione del velivolo spia U-2. Il NPIC, il laboratorio fotografico più altamente classificato del Paese, fu il luogo dove furono analizzate lo foto degli U-2, degli SR-71 e dei satelliti spia.

Arthur Lundhal, di cui riferisce l’articolo in questione, è stato l’uomo che ha scoperto i missili a Cuba, ed è stato l’uomo che prese in carico di informare il Presidente John Kennedy la mattina successiva.

Secondo Todd Zechel, fondatore del Citizens Against UFO Secrecy (CAUS), Lundhal aveva la più grande collezione di libri sugli UFO che avesse mai visto. Zechel aveva una fonte affidabile nella CIA che gli riferì che Lundahl agì da informatore, in riunioni di aggiornamento in tema UFO, per tre Presidenti degli Stati Uniti d’America.

Nota: Robert J. Friend fu capo del Progetto Bluebook dell’Air Force statunitense dal 1959 al 1963.
15/10/2012 15:21
 
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SCOPERTA L'AREA 52

Articolo di Alfredo Lissoni

Gli ufologi europei non ne parlano o non la conoscono. È la base di Dugway, l’installazione top secret nel deserto dello Utah ove i Servizi segreti avrebbero trasferito tutta la tecnologia aliena di “Area 51”.

Si chiama Dugway Proving Ground, si trova nello Utah ed ufficialmente è solo una delle tante aree militari supersegrete dell’Esercito USA, ma per gli ufologi è invece la nuova “Area 51”.Ne è convinto Bill Birnes, editore di UFO Magazine, che ha dichiarato: “Da quando nel 1985 si è saputo dell’esistenza di Area 51, la base del Nevada dove gli Stati Uniti testano tecnologia aliena, buona parte delle ricerche sono state trasferite di nascosto a Dugway. Qui la gente continua a vedere UFO, e persino fasci di luce che partono dalle installazioni contro le luci nel cielo. Il che mi fa pensare che l’Esercito stia testando una sorta di supercannone per abbattere i dischi volanti!”.
Il materiale video che Birnes ha fornito a History Channel sembra avallare le sue parole. Il capitano Bush Fox, che per trentatré anni è stato capo dei servizi di sicurezza della base, ora che è in pensione si lascia intervistare ed ammette di aver visto, verso la fine degli anni Settanta, quattro sfere volanti disposte a quadrato sorvolare la base, stazionare, e poi schizzar via in direzioni differenti. “ Eravamo in tredici, quella sera , tra le 23 e le 23,30. Non si trattava di velivoli convenzionali; erano quattro sfere verdi e nulla lasciava pensare ad un aereo o ad un velivolo di qualsiasi genere…”.


Immagini satellitari delle strane strutture a cupola
presenti a Dugway

Bush ne parla con serenità,ma preferisce non dire cosa ci sia all’interno dell’inviolabile base: tremila chilometri quadrati circondati su tre lati da inaccessibili montagne e sul quarto lato dal Gran Lago Salato, ovunque filo spinato e minacciosi cartelli che invitano ad allontanarsi, telecamere di sorveglianza ed un filo diretto con lo sceriffo, che piomba ad arrestare immediatamente i curiosi. Al suo esterno, istallazioni mimetizzate, un’area di volo dell’Aviazione ed una pista di atterraggio per lo Shuttle; al suo interno, si dice, dischi volanti recuperati e ricostruiti ed altre armi avveniristiche (“Tutti progetti segreti fuori budget, con finanziamenti in nero”, si affretta ad aggiungere Bill Birnes).

I SEGRETI DI “AREA 52”
“Il suo scopo primario è quello di testare armi biologi che e chimiche, compresi i materiali radioattivi ; tuttavia, le dimensioni enormi e l’isolamento hanno finalità molto più segrete”, dichiara l’ufologo Joseph Skipper.“Area 52”, come è stata prontamente ribattezzata, ha attirato l’attenzione degli ufologi dopo che, nel mese di novembre del 2009, una fantomatica “meteora” è caduta nella zona, attirando i curiosi. Che, inutile a dirsi, sono stati allontanati in malo modo. Mentre ai media, l’Esercito ha dichiarato che nell’area non si era schiantato proprio nulla. Gli ufologi non hanno creduto alla “ verità ufficiale” e, sotto sotto, sono convinti che a Dugway sia stato intenzionalmente abbattuto un UFO.
Dugway, che in slang militare significa “scavare una trincea” (e tale sembra essere l’installazione), è interdetta al volo ed ai satelliti (che peraltro l’hanno fotografata: le mappe di Google vi hanno individuato una sorta di cupola appiattita, forse di materiale resinoso, con una cavità rettangolare all’interno);
costruita nel 1941, ha avuto un ruolo fondamentale per la sperimentazione bellica durante la Seconda Guerra Mondiale; divenuta inattiva nel 1946, è stata “resuscitata” durante la Guerra di Corea. Dal 1985 al 1991 serviva come scuola di sopravvivenza nel deserto per i Rangers; l’8 settembre 2004 è stata usata dalla NASA per testare la sonda Genesis perché il terreno circostante ricorda quello lunare; ma cosa vi accada, nei reparti sotterra n ei, è tuttora un mistero, così come sfugge se vi sia un legame molto diretto (leggasi: una battaglia in corso) con gli alieni. “Troppe volte UFO sono stati visti sorvolare la base e poi scappare, una volta colpiti da strani fasci laser spara ti da terra”, dicono i testimoni. Un’affermazione iperbolica, questa, che lascerebbe intendere che gli Stati Uniti dispongano di una tecnologia avanzatissima in grado di mettere in fuga un’astronave aliena!
Ma se così fosse, com’è che nei continui scontri in Iraq o in Afghanistan le truppe dello “zio Sam” spesso le hanno date,ma altrettante volte le hanno prese? L’idea di una supertecnologia aliena in mano agli Stati Uniti circola dalla fine degli anni Ottanta, e mi sembra smentita dai fatti ; potrebbe trattarsi di un’opera di propaganda psicologica orchestrata dalle Forze Armate USA stesse.
Sia come sia, di episodi strani a Dugway ne sono stati registrati parecchi. Nel marzo del 1968 più di seimila pecore sono state trovate morte nella vicina Skull Valley; qualcuno ha ricollegato il fenomeno alle mutilazioni animali attribuite agli alieni, altri hanno parlato di qualche esperimento batteriologico dei militari di Dugway ed hanno citato il gas nervino.
L’Esercito non ha mai ammesso le proprie responsabilità, ma si è affrettato a risarcire gli allevatori per le perdite subite. L’incidente, verificatosi in coincidenza con la nascita in quei giorni del movimento ambientalista e pacifista contra rio all’intervento in Vietnam, scatenò un putiferio nello Utah e nella comunità internazionale. Poi è stata la volta di cavalli trovati decapitati, e si vocifera di test batteriologici anche su cavie umane.
Il 26 gennaio 2011 deve essere successo qualcosa di molto grave. Si sa solo che l’intera area è stata posta in isolamento. Al Vogel, uno specialista che vi lavora, ha ammesso soltanto che “il blocco è iniziato alle 17,24 e ai dipendenti è stato vietato di lasciare l’installazione e a chi veniva per lavorare non fu permesso di entrare. In quel momento, come personale, avevamo 1200-1400 persone coinvolte, ma state tranquilli, non ci sono stati feri ti, nessun danno e nessuna minaccia”. Attacco alieno, si chiesero gli ufologi ( forse ammiccando troppo al serial britannico UFO base S.H.A.D.O.) o un test andato male? In seguito le autorità comunicarono che “il blocco era in risposta alla perdita temporanea di un flacone contenente gas nervi n o”. Un po’ poco per giustificare l’arresto totale di una struttura grande più di Milano e Roma messe assieme. In ogni caso, sino al giorno seguente nessuno poté più entrare o uscire dalla base. Nel 1994 l’US General Accounting Office ha aperto un’inchiesta sulla base, accusata di aver avvelenato migliaia di persone, con i suoi test chimici, tra il 1940 e il 1974. “ Per decenni”, si legge nell’atto d’accusa, “ Dugway ha testato molti prodotti chimici e agenti biologici. Dal 1951 fino al 1969, ha condotto centinaia, forse migliaia, di sperimentazioni all’aria aperta, con batteri alle piante. Non si sa quante persone nella zona circostante siano state esposte ad agenti potenzialmente nocivi utilizzati all’aperto…”.
Oggi sappiamo che a Dugway si testava la tetrodotossina, un gas nervino che paralizza ed uccide all’istante, e verrebbe da chiedersi se sempre da Dugway sia arrivata la famigerata “tossina killer” che nel 1994 mise in allarme la comunità medica internazionale ( all'epoca lo scienziato Roberto Pinna, amico di Piero Angela, dichiarò enigmaticamente che “la fine del mondo poteva essere scatenata, ipoteticamente, da una grande epidemia”). Fu in quell’anno che i virologi americani si imbatterono in un hantavirus geneticamente modificato; apparentemente un banalissimo virus dell’influenza che però uccideva in poche ore, distruggendo il plasma nei polmoni, togliendo il respiro e causando il decesso. Il primo a farne le spese fu un navaho del Nuovo Messico. Subito dopo, una nuova, sconosciuta e micidiale malattia cominciava a colpire in tutto il mondo: era la “tossina killer”, 45 i casi ufficialmente conosciuti , 27 dei quali mortali (30 decessi in Giappone, 13 in Gran Bretagna, 2 infettati in Italia e “2-300 decessi l’anno in America”).
Anche qui il mistero non era costituito tanto dalla malattia, conosciuta già da tempo dai virologi, quanto dalla sua improvvisa rinascita e recrudescenza, come nel caso degli hantavirus.“
Stupisce il fatto che un germe così raro si sia risvegliato in una parti colare area geografica”, commentò il virologo Ferdinando Dianzani. I cospirazionisti la risposta ce l’hanno: gli USA avrebbero cercato di “costruire” un virus per liberarsi dell’ ingombrante presenza degli alieni “Grigi ”, ai quali, a seguito di un “patto scellerato” stipulato proprio l’anno della strage degli ovini e denunciato negli anni Ottanta dall’ex agente CIA John Lear, avrebbero ceduto l’uso di basi militari sotterranee, in cambio di tecnologia aliena.
Patto che si sarebbe rivelato un inganno alieno, in quanto gli E.T. non avrebbero rispettato gli accordi, spingendo così i Servizi segreti di “Area 51”e “Area 52” a creare un’arma batteriologica per sterminarli.

GUERRE STELLARI
Ma al di là di queste stori e , che ritengo essere solo delle panzane, resta il fatto che su Dugway di UFO se ne vedono molti , e non solo in “toccata e fuga”, quasi che fossero di casa. Armi segrete terrestri o spioni cosmici? Dave Rosenfeld, presidente dello “ Utah UFO Hunters”, afferma: “ Molti UFO sono stati visti e segnalati nella zona, all’interno e intorno a Dugway; i normali velivoli militari non possono spiegare tutti questi avvistamenti.
Potrebbe essere che i nostri visitatori delle stelle stiano tenendo d’occhio Dugway, che probabilmente è uno spazioporto militare…”. Sulla stessa linea è l’ufologo Pat Uskert , uno dei collaboratori di Bill Birnes: “ Penso a quanto ci ha raccontato Bush Fox.
Tutti i testimoni concordavano nel dire che non si trattò di fari di velivoli convenzionali, tipo aerei o elicotteri. Quegli uomini sapevano bene quali velivoli fossero presenti nella base di Dugway; ciò rafforza la mia convinzione: dovevano
essere UFO!”. Un’ altra testimonianza arriva da un ex agente di polizia, Bob Ward, riguardo all’avvistamento di un UFO nella parte occidentale della base, nel 2004. “Verso mezzanotte uno degli abitanti della zona bussò alla mia porta”, racconta Ward, “chiedendomi di aiutarlo con l’auto. Alzai lo sguardo e vidi un velivolo illuminato a 300 m di altezza, a 20 km/h; aveva sei luci ed era di circa 25 metri .Andai a prendere una torcia e l’accesi per 20 secondi; il velivolo invertì la rotta e si diresse verso di noi. Questo rivela che non poteva essere un pallone sonda, perché reagì alla luce puntatagli contro. Circa 30 secondi dopo apparvero due caccia F- 16. Se fossero stati la scorta del veicolo sarebbero
volati vicino a lui, invece i caccia inseguivano l’oggetto… Nella stessa zona ho trovato due carcasse di cavalli decapitati. Le lesioni erano nette e non c’era traccia di sangue vicino alle carcasse. Mancavano gli occhi e le labbra”.
Nello stesso periodo anche l’ufologo Dave Rosenfeld ha visto un raggio luminoso penetra re una nuvola. “Una probabile arma antisatellite degli Stati Uniti o un richiamo per gli UFO?”, si è chiesto.
L’addetta stampa della base, Paula Thomas, dapprima ha negato tutto e poi ha cambiato versione dicendo che “c’erano degli appaltatori che facevano esperimenti”.
Ken Storch è uno degli ufologi del team UFO hunters che, assieme all’amico “Bob” ( anonimato richiesto), per mesi ha spiato la base a debita distanza, appostandosi sulle alture circostanti. Ha fotografato le installazioni militari, le camionette che improvvisamente scompaiono nel sottosuolo, i fantomatici elicotteri neri che la sorvolano. Ed è convinto che Dugway nasconda i segreti degli UFO. “Verso la fine degli anni Ottanta”, ha raccontato,“fui contattato da un maggiore dell’Aviazione, quando ero ancora in servizio presso le forze di Polizia; quel maggiore mi disse di dare un’occhiata a Dugway, perché in quella base succedevano cose che certamente mi interessavano. Mi disse che era la nuova “Area 51”. Io e Bob prendemmo le nostre attrezzature e ci precipitammo qui, direttamente dal Colorado. Appena giunti sul posto capimmo di aver toccato un nervo scoperto: gli elicotteri dei servizi di sicurezza si avvicinarono talmente a noi che lo spostamento d’aria delle pale fece trema re il nostro automezzo.
L’elicottero ci sfiorò, poi atterrò ad un centinaio di metri da noi. La mitragliatrice di bordo era puntata contro di noi, il pilota aveva calato la visiera e ci fissava minacciosamente… E sì che eravamo sul suolo pubblico, sul Pony Express Trail. Per tutto il tempo rimanemmo sotto sorveglianza, era un atteggiamento intimidatorio”. I due non si sono lasciati scoraggiare e sul posto ci sono tornati più volte. Racconta Bob:
“ Nel corso di diversi mesi di sopralluoghi abbiamo potuto osservare molte attività. Da Simpson Springs ci siamo spostati di una ventina di chilometri, sino ad un’altura dove c’è una strada che percorre l’intero rilievo, al di fuori dell’area vietata. Ho scattato delle foto alle baracche dalle quali ho potuto osservare i convogli; erano automezzi da due tonnellate e mezza che sparavano delle luci nel cielo. Rimanemmo lì per circa 45 minuti: i mezzi erano circa un’ottantina e ad un certo punto scomparvero nel sottosuolo”.
Cercavano di chiamare gli UFO o di allontanarli?
Non si sa, ma sicuramente Dugway, come già “Area 51”, è percorsa al suo interno da una fitta rete di gallerie o di livelli, che forse si estendono per chilometri nel sottosuolo. “L’episodio citato da Bob poteva sembrare alquanto sospetto, inverosimile, ma da quando negli anni Novanta le foto satellitari delle basi militari sono diventate più nitide, è plausibile ritenere che in quel peri odo l’Esercito, per nascondere le proprie attività, abbia deciso di trasferire le operazioni più segrete in tunnel sotterranei”, spiega Kevin Cook, ufologo ed ingegnere meccanico.
Di Dugway aveva scritto, nel 1997, la rivista scientifica Popular Mechanics, insinuando già allora che le competenze di “Area 51” vi fossero state trasferite. La notizia era stata poi confermata dall’ex agente CIA John Lear ai microfoni del giornalista ed ufologo George Knapp (già noto per i suoi reportage sull’“Area 51”).Ma la storia sembrava finita – o fatta finire – lì.
Solo alla fine di gennaio del 2011, una tv locale dello Utah aveva trasmesso la testimonianza di una coppia che aveva visto un UFO nel cielo, due ore dopo alcune strane manovre effettuate alla base. Sino a che History Channel ha avuto il coraggio di svelare parte dei misteri di Dugway; è facile prevedere che, a breve, decine di ufologi e di appassionati da tutto il mondo prenderanno di mira la base per svelarne i segreti UFO. I media americani, con la scusa che nella base si
effettuerebbero solo normali sperimentazioni batteriologiche, per “patriottismo” preferiscono tacere;
diversi siti Internet che ne parlavano sono stati oscura ti e le Forze Armate smentiscono l’insolita attività “luminosa” testimoniata invece da decine di foto o di video. Fra tanta omertà spicca la dichiarazione del colonnello George Weinbrenner, già Capo Divisione Tecnologia Straniera a Wright Patterson (la base militare ove negli anni Sessanta si concentravano tutte le ricerche “ufficiali”sugli UFO), che, pensionato e in fin di vita, confidò alla sua infermiera : “Custodiamo cinque alieni morti, nello Utah”. Detto questo, non volle mai più dire altro, sino alla sua morte, avvenuta poco dopo.
17/10/2012 08:11
 
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JOHN MACK: RAPIMENTI E REALTA' LOCALI

Articolo di Antonio Bruno
Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2012/03/john-e-mack-rapimenti-e-realta-loc...

John E.Mack, professore di psichiatria alla Medical School del Cambridge Hospital, nonché direttore del "Centro per il Cambiamento psicologico e sociologico", nel suo libro "Rapiti", edito in Italia dalla Mondadori nel 1995, cita una interessante considerazione del Dalai Lama laddove, una volta, affermò che "la devastazione subita dall'ambiente naturale non solo sta danneggiando l'habitat delle piante e degli animali ma anche il territorio dove vi sono gli spiriti."
"Forse - continua Mack - non è rimasta loro che la scelta di manifestarsi nel nostro mondo, di rivelarsi usando il solo linguaggio che ci è rimasto, quello del mondo fisico. Nel contesto della crisi del pianeta non hanno avuto altra scelta, se non trovare una strada, anche se difficile, per manifestarsi a noi. Forse la nostra coscienza si è così atrofizzata da non permetterci, da soli, di aprirci al mondo spirituale...".



E' curioso considerare come queste parole di Mack siano contenute nelle pagine terminali del suo libro, quasi che tutto quanto esso contiene, (resoconti ed esami dettagliati dell'excursus riguardante il fenomeno dei "rapimenti" umani da parte di presunti UFO) conducesse inevitabilmente a parlare proprio di... "spirito" e di "dimensioni non materiali".
Dopo aver raccolto e studiato quasi cento casi di "rapimenti" ad opera di presunti alieni ed aver effettuato centinaia di ore di colloqui e di terapie, il dottor Mack non ha potuto sottrarsi alla conclusione che non è possibile liquidare tutti quei racconti come allucinazioni e fantasie ma che si deve considerarli, in buona parte, come l'evidenza emergente di qualche reale, drammatica esperienza.
Ciò che gli ufologi hanno chiamato "rapimento", dunque, potrebbe condurre (e ve ne sono motivi più che convincenti) ad una visione completamente diversa dell'"universo globale" di quella che emerge dai classici schemi "uomo-astronave-paura", oppure "uomo-patologia psicologica-sfogo inconscio".
Ne è un segnale indicativo il fatto che le esperienze di rapimento conducono con sé quasi sempre una contemporanea quanto sconvolgente "apertura di coscienza" da parte dei rapiti, ovvero qualcosa che include gradi di consapevolezza profonda su quanto l'uomo ordinario non è più abituato, da molto tempo, a riflettere. Il "rapimento", perciò, non si limiterebbe ad essere un'esperienza di trauma e di paura che l'inconscio rimuove ma potrebbe essere definito una sorta di tentativo, da parte di "emissari" di altre dimensioni o di civiltà galattiche, molto più progredite spiritualmente di noi, di farci recuperare determinate consapevolezze. Tanto è vero che il dottor Mack afferma: "le esperienze di rapimento spesso aprono la coscienza dei rapiti quando lavoro con loro sui cicli della vita e della morte, che sono ricordi delle realtà transazionali tibetane o 'bardos' (Sogyal Rinpoche, 1992). Ciò è dimostrato nelle esperienze di vite precedenti che emergono sempre di più nelle sedute."
A questo punto, ci troviamo, quasi inevitabilmente, a sconfinare nel campo metafisico che tanto spaventa uomini "razionali" ed incatenati alla loro visione materialistica dell'esistenza. Eppure, sono convinto che siccome nulla, nell'universo è una realtà a sé stante, scollegata da altre forme di manifestazione esistenti, anche questa implicazione metafisica sul ciclo delle esistenze sia come un "passaggio", una "tappa" o, se si preferisce, un tassello nel grande quadro della conoscenza, un quadro di cui il fenomeno dei "rapimenti alieni" potrebbe essere parte fondamentale.
Mi rendo conto che, a questo punto, c'è il rischio di sconfinare troppo nell'incerto, nel non scientifico, nel new-age... Ma finché concepiamo la scienza solo come un insieme di pratiche e parametri interpretativi del mondo fenomenico rigidamente delimitate da una visione meccanicistica della vita, rischiamo seriamente di trovarci enormemente indietro nel processo evolutivo della nostra specie e questo lo dico dal punto di vista della coscienza e della conoscenza. Il problema, piuttosto, sta nel rimanere saldamente ancorati a dati rilevabili attraverso osservazioni, sperimentazioni e verifiche effettuate sui soggetti "rapiti" da parte di uomini culturalmente aperti nonché scientificamente strutturati nel loro procedere. In altre parole, evitare le improvvisazioni, gli sperimentatori "della domenica" e fare in modo che l'arrogante esthablishment scientifico permetta a studiosi "coraggiosi" come Mack di proseguire il loro lavoro senza "tagliar loro le gambe" nei mille modi sperimentati in passato sulla loro pelle, da tutti quegli scienziati che hanno voluto seguire vie non ammesse dall'ortodossia.
Interessante, a questo proposito, citare quest'altro passaggio del dottor Mack, laddove parla dello stridere fra la concezione materialistica tuttora dominante nella scienza occidentale e gli interessanti risultati che egli (ma non solo) ha ottenuto dal suo lavoro sperimentale con i rapiti:
"Le esperienze raccontate dai rapiti con i quali ho lavorato negli ultimi quattro anni, costituiscono, credo, una ricca quantità di prove a sostegno dell'idea che il cosmo, lungi dall'essere privo di significato e intelligenza, è, per citare Tarnas ancora una volta, 'guidato da qualche tipo di intelligenza universale', un'intelligenza 'dotata di un potere difficilmente immaginabile, di una complessità, di una sottigliezza estetica della quale pure fa parte l'intelligenza umana e alla quale essa può partecipare'".
Come Mack ed altri studiosi, a questo punto, mi domando: "dove si trova il punto di raccordo fra determinate fenomenologie di carattere ufologico e la manifestazione della suddetta, grande, intelligenza universale?".
Ma è importante che io precisi anche che, secondo questo andamento speculativo, una supponibile "Intelligenza Suprema Universale" potrebbe avere suoi "ambasciatori" a vari livelli e dimensioni. Nel nostro universo materiale, o fisico, insomma, anche civiltà planetarie di lontane galassie o sistemi stellari potrebbero benissimo aver acquisito gradi di consapevolezza ed evoluzione tali da renderli difficilmente distinguibili da sorta di "angeli". è per questo che io credo in una grande complessità di questi "emissari", sia dal punto di vista di un'ufologia tradizionale (pianeti d'origine, "astronavi", viaggi spaziali, ecc...) che di un'ufologia parafisica poiché le cose potrebbero benissimo coesistere e, anzi, gli extraterrestri della prima "categoria", quella dell'universo fisico in cui siamo inseriti noi stessi, in quanto ad un livello evolutivo molto più avanzato del nostro, potrebbero conoscere molto meglio le varie forme di realtà "parallele" o di "consapevolezze metafisiche" che appartengono a diversi piani di esistenza.
è un linguaggio, quello che sto parlando, su cui mi rendo conto esiste la pesantissima ipoteca del nostro sistema razionale cartesiano terrestre. Ma se il prezzo per cercare di raggiungere, con ripetuti "balzi" del pensiero, l'albero della conoscenza è quello di essere relegati nel novero degli speculatori, credo che ci si possa rassegnare, ancora per un po' a restarci: non credo che sia un'istanza primaria quella di difendere la propria attendibilità ed "onorabilità" scientifica. Almeno non per me e per altri ricercatori indipendenti che, nel sistema scientifico, non ci sono nemmeno mai entrati.
Ecco che Mack, allora, conclude:
"Gli alieni sono arrivati ai rapiti da una fonte che rimane per noi sconosciuta. Ancora non riusciamo a comprendere completamente i loro fini ed i loro metodi. Sembra chiaro tuttavia che 'essi' sono stati costretti a venire da 'noi', ad apparire in forma fisica in modo che possiamo conoscerli. Alcuni hanno pensato che gli alieni abbiano imparato a viaggiare nel tempo e possano essere venuti da noi dal futuro. A volte essi stessi comunicano che potrebbe essere così. Non lo sappiamo. Ma il mito rigenerativo del fenomeno dei rapimenti ci offre la possibilità di un nuovo corso della storia per un mondo che è sopravvissuto a molti olocausti ma che può ancora evitare un cataclisma finale. Il fenomeno dei rapimenti, sembra chiaro, riguarda quello che 'deve ancora venire'. Offre, quasi letteralmente, visioni alternative del futuro, ma lascia a noi la scelta."
Viviamo tempi in cui l'incertezza del domani non è più retorica ma tangibile realtà, aleggiante purtroppo nei nostri spiriti, nel modo di parlare, nel come ci rapportiamo ai nostri cari. Accadono eventi, spesso tragici, che ci sembrano voler presagire quel "cataclisma finale" che la disperazione dell'aver perduto la nostra vera "ragione d'esistere" ci porta quasi a desiderare, ad agognare come salvifica liberazione. Ma è una "difesa", un moto di ribellione del nostro spirito che ha perduto i contatti con le vere energie e le vere essenze degli universi manifesti. Nulla di più facile che il fenomeno UFO, e le sue varie, probabili matrici, sia la manifestazione di quei mondi che, da noi allontanati, non potranno mai essere distrutti o ignorati perché, inevitabilmente, reclameranno il loro giusto posto nel grande caleidoscopio della vita di cui anche noi siamo parte.
Non atterreranno, con ogni probabilità, sul prato della Casa Bianca. "Loro" vogliono semplicemente dirci che stiamo vivendo un momento importante della nostra storia e che è giunto il delicato ma fondamentale momento che cambiamo la nostra concezione basilare dell'universo poiché quello che ci è stato insegnato a credere reale, quello a cui abbiamo aperto gli occhi fisici uscendo dal corpo di nostra madre, non è altro che una "realtà locale" di cui essi non fanno parte ma la cui evidente esistenza costituisce la prova migliore del loro messaggio...
17/10/2012 08:11
 
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LO STUDIO SULLE ABDUCTION DI RICHARD BOYLAN

Articolo di Gianluca Santaniello
Fonte: noiegliextraterrestri.blogspot.it/2010/01/lo-studio-sulle-abduction-di-rich...

C’è un noto psicologo americano, Dr. Richard J.Boylan, che ha avuto il “coraggio” di prendere in esame e analizzare, con serietà e senza pregiudizi di sorta, le esperienze di decine e decine di “addotti” (persone che dicono di essere stati rapiti da extraterrestri) ed esporsi, così, alla severa critica della comunità scientifica internazionale a tutt’oggi, in gran parte, del tutto scettica verso il fenomeno. Il libro da lui scritto "Incontri ravvicinati tra uomini ed extraterrestri" è il risultato appunto dello studio accurato fatto sulle “abductions” (=rapimenti) con l’intento principale di determinare delle caratteristiche comuni nelle dichiarazioni rese dagli “addotti” stessi dopo le loro incredibili esperienze (o presunte tali). Gli studi dello scienziato su tale fenomeno hanno avuto inizio nel 1989 e hanno coinvolto ben 104 di tali presunti rapiti e contattati da extraterrestri che sono stati accuratamente da lui analizzati. Richard J.Boylan può ritenersi uno dei pionieri di questo tipo di analisi, ma ricordiamo anche il dottor R.Leo Sprinkle, il dottor Richard Haines, la dottoressa Edith Fiore e l’indimenticato John Mack i quali hanno fornito la loro assistenza terapeutica a persone che hanno vissuto (o credono di aver vissuto) esperienze di contatto con “alieni”.



I risultati degli studi del dottor Boylan sono stati pubblicati in occasione della Conferenza scientifica sui “Rapimenti alieni”, tenutasi al Massachussettes Institute of Technology, nel Giugno del 1992.
Riportiamo, sinteticamente, le notizie più interessanti riguardanti i risultati di questi studi anticipando alcune constatazioni del dottor Boylan, ovviamente dedotte dai racconti dei suoi “pazienti” e cioè che :

1) Tra questi si è creata una sorta di sinergia che ha permesso loro di superare lo shock emotivo del contatto e di aver trovato conforto nella comprensione reciproca, spesso assai difficile da ottenere da parte degli altri “comuni” mortali, data l’eccezionalità dell’esperienza vissuta; la continua sensazione di solitudine, di isolamento e spesso di scherno è certamente assai pesante e così la messa in comune delle idee sulle proprie esperienze ha contribuito al superamento dell’ostacolo più grande : la consapevolezza della realtà dell’evento.

2) Una notizia assai tranquillizzante dedotta dai racconti riferiti da tali “rapiti” sta nel fatto che l’atteggiamento degli extraterrestri nei confronti dei terrestri è assai amichevole e positivo ciò che ha determinato nella mente degli involontari “addotti”, dopo il superamento del comprensibile e inevitabile shock iniziale, un senso di profondo rispetto per le “persone aliene” e per i messaggi da loro trasmessi

3) Ciò che sembra “stia a cuore” più di ogni altra cosa a questi abitatori di altri spazi è lo stato di salute del pianeta Terra in quanto preoccupati delle conseguenze catastrofiche a cui l’attività scriteriata dell’uomo moderno potrebbe portare se non saranno modificati al più presto gli scellerati sistemi di sfruttamento delle preziose ma limitate risorse naturali.

CARATTERI GENERALI DI UN IR4
Secondo Boylan, la statistica riguardante gli IR4 è assai allarmante: dal sondaggio “Ropel Poll” del 1992 sulle “insolite esperienze personali” si deduce che negli USA avvengono in media addirittura tremila incontri ravvicinati ogni 24 ore!!!
[Ricordiamo che la popolazione degli USA conta più di 250 milioni circa di abitanti]
Gli E.T. non privilegiano particolari classi sociali o particolari orari per i loro “incontri” con i terrestri.
Sembra invece che sia preferito l’incontro con un singolo terrestre piuttosto che con un gruppo, così che al momento di essere contattato, il singolo che si trovi eventualmente in compagnia, sente la necessità di doversi isolare e allontanarsi dagli altri; oppure, senza allontanarsi, subisce una sorta di “black out relativo” rispetto agli altri presenti.
Vuoti di memoria e vuoti temporali sono le caratteristiche di quasi tutte le esperienze narrate, e ciò concorda con messaggi telepatici con cui gli alieni spiegano ai loro “rapiti” che riusciranno a riprendersi regolarmente e a ricordare il loro incontro solo in seguito, in un momento più opportuno.
Un’alta percentuale di “addotti” ha testimoniato di aver visto una forte luce sprigionarsi nella propria stanza e sentito al contempo uno strano ronzio intorno proveniente da qualcosa però esterna alla casa.
Allarmi e antifurti sono risultati inefficaci a tali manifestazioni.
Ma lo scenario più comune comunque riguarda non la città ma le zone rurali più o meno isolate il che probabilmente semplifica le modalità di contatto senza allarmare masse di individui e in più la tranquillità del luogo faciliterebbe nell’addotto una ripresa più rapida della sua scioccante esperienza.

FUGA DI NOTIZIE
Una curiosità assai significativa sta nel fatto che molti contattati hanno ricevuto telepaticamente il messaggio “Ora è il momento di ricordare” fra il 1992 e il 1993; secondo le teorie di Boylan, in questo periodo, al governo americano è sfuggito di mano il controllo dele informazioni sugli UFO; tutto ciò forse dovuto ad un tentativo di accelerare la “rivelazione” definitiva della presenza aliena sulla Terra, in virtù delle proprie prove segrete conservate in un’ala “top secret” della Casa Bianca, accessibile solo a pochissimi addetti militari oltre che al Capo dello Stato.
Comunque una Conferenza tenutasi al palazzo delle Nazioni Unite il 2 Ottobre 1992, è la prova più concreta che il problema riguardante le presenze “aliene” è qualcosa di veramente serio, di portata mondiale e non solo americana.
Che il governo americano abbia deciso di pilotare una fuga di notizie mirata alla lenta presa di coscienza degli americani della presenza aliena sulla Terra? Solo il tempo ce lo dirà…

CHI SONO I RAPITI
Quale categoria di persone è più a rischio di un rapimento da parte degli E.T. ?
Secondo una statistica, il 46% dei rapiti è di sesso maschile e il restante 54% di sesso femminile. Sembra che ci sia una forte preferenza verso i nativi d’America (Indiani d’America); forse ciò è da porre in relazione con la storia antica degli indiani (Sioux, Hopi, Dakota, ecc…) nella cui cultura era ed è sempre viva l’idea della discesa sulla Terra di esseri (Kachina) venuti da altri mondi per istruire gli uomini.
Nella casistica delle “abductions” è spesso presente anche la correlazione tra genitori e figli; accade cioè che anche i figli dei “rapiti” vengano a loro volta più tardi rapiti e contattati e ciò probabilmente per comprendere meglio la visione mentale di un padre e del proprio figlio, forse, per studiare i legami intellettivi tra familiari.
Anche le sensazioni e i segnali di approccio sono importanti; solitamente c’è un input che avverte l’individuo di un imminente contatto: visione di globi di luce, avvistamento di UFO, luci abbaglianti o uno strano formicolio nel corpo.
L’elemento successivo a tali segnali è il contatto vero e proprio il quale può essere telepatico oppure fisico-visivo; comunque sembra che il primo messaggio che gli E.T. mandino in questa fase delicatissima sia proprio quello di tranquillizzare e calmare il “rapito” che verosimilmente si trova in uno stato psicologico di panico e confusione assoluta.

LE ANALISI
Qual è lo scopo delle “abductions” ?
Sembra che gli alieni siano interessati al nostro DNA e alla funzione dei nostri organi riproduttivi. Molti “rapiti” raccontano di aver subito piccoli interventi, non dolorosi, con strani apparecchi e con biopsia di materiale organico preso dai genitali.
Durante questi interventi gli E.T. comunque hanno sempre continuato a tranquillizzare il “paziente”; certamente lo scopo di tali analisi è di monitoraggio e di diagnostica.
In genere, in tale circostanza si avverte una paralisi parziale (non si comprende ancora se fatta in via ipnotica o con ausilio di campi energetici): lo scopo probabilmente è quello di evitare all’addotto movimenti bruschi e pericolosi che possano causargli danni fisici; comunque le funzioni vitali e celebrali rimangono attive ed inalterate.
Ma altri “addotti” hanno parlato invece di una totale libertà di movimento e alcuni hanno raccontato di aver potuto camminare e cambiare stanza all’interno dell’astronave.
Interessante è anche il metodo di trasporto del terrestre sull’astronave che ha un diametro variante dai 9 ai 15 metri di larghezza con forma rettangolare o conico-rovesciata o semplicemente discoidale (ma esiste anche una buona incidenza di casi nei quali il rapito è stato condotto non su una navicella spaziale ma all’interno di cavità montuosa terrestre nascosta da porte mimetiche o in basi sotterranee);
gli E.T. accompagnano l’addotto a piedi fino alla stanza delle analisi oppure, nel caso di disco volante sospeso in aria, sollevando il terrestre fino all’interno del veicolo spaziale tramite un raggio antigravitazionale.
Se l’incontro ravvicinato avviene all’interno dell’UFO vengono effettuati esami di tipo medico, terapeutico ma sono possibili anche solo comunicazioni telepatiche e visualizzazioni d’immagini subliminali.

LA COMUNICAZIONE
La comunicazione telepatica è forse l’elemento più comune utilizzato negli IR4: gli addotti, sotto regressione ipnotica, ricordano di aver conversato con gli E.T. senza che questi avessero aperto bocca; raramente si sono date testimonianze di dialoghi svolti secondo frequenza acustiche umane. Gli argomenti poi di tale comunicazione hanno un campo molto ampio di interessi : dal semplice ammonimento ai terrestri di non distruggere la natura, ad informazioni sulla loro provenienza o ancora sull’evoluzione della vita sulla Terra.
Ciò che accomuna tutti i messaggi sembra essere “un sentimento di affetto” per gli individui terrestri, tanto che quasi tutti gli addotti esprimono il grande desiderio di poter riprovare questa eccezionale esperienza con un nuovo incontro.

Gli studi e le analisi compiute dal dottor Boylan hanno aiutato, molto a chiarire le caratteristiche generali di un IR4.
Egli continua a tenere conferenze, soprattutto in America, e molti suoi “pazienti” hanno ripreso a vivere una vita normale grazie proprio al suo aiuto; la maggior parte di tali esperienze sono state richiamate dal dottor Boylan nel bellissimo libro intitolato “Incontri ravvicinati tra umani ed extraterrestri”.
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