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Ufologicamente: articoli, ricerche e casi ufologici

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2012 08:12
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09/08/2012 09:18
 
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IL GENERALE CHE COMUNICAVA CON GLI ALIENI

Articolo di Lavinia Pallotta
Fonte: impattoalieno.altervista.org/articoli/scheletro_articolo.php?art=ufologi...

Lo scorso anno (2005), prima del disclosure, per quanto parziale, da parte dell'Aeronautica Brasiliana, e l'ammissione, a livello ufficiale, dell'esistenza della Operazione Prato - operazione piatto, da flying saucer - il Brazilian UFO Magazine ricevette la lettera di un testimone che denunciava il cover up governativo riguardo tale Operazione, smentiva alcune dichiarazioni rilasciate dal Maggiore Antonio Lorenzo in un'intervista per un quotidiano e riportava le proprie, credo rilevanti, esperienze.
La lettera venne divulgata sulla nota lista ufologica UFOupdate dal direttore della testata, A.J.Gevaerd, ed è firmata con nome e cognome, ma dietro richiesta di anonimato. Ne riportiamo di seguito una traduzione in italiano, con il permesso del direttore.


Alfred Uchoa

LETTERA AL BRAZILIAN UFO MAGAZIN
Il quotidiano Correio Braziliense ha dedicato un'intera pagina agli UFO sul numero del 30 gennaio 2005, intitolandola "Sicurezza" e con il sottotitolo "i cacciatori di ET". Il servizio era firmato da Ullisses Campbell. Tra gli altri argomenti, il testo descrive la campagna intrapresa dal Brazilian UFO Magazin UFO: Freedom of Information Now, e riferisce che gli ufologi brasiliani chiedono l'apertura degli archivi segreti governativi riguardo l'Operazione Prato, il Caso Varginha e quella che i ricercatori brasiliani chiamano "La notte ufficiale degli UFO in Brasile". Questa richiesta è inclusa nel "Manifesto dell'ufologia brasiliana" che è parte integrante della campagna ed è pubblicato sulla rivista e il sito web.
Nel summenzionato servizio, con il sottotitolo "Archivi a Brasilia", Campbell presenta la sua intervista al maggiore Antonio Lorenzo, del dipartimento per le Comunicazioni Sociali dell'Aeronautica brasiliana. Si legge: "Il Ministro dell'Aeronautica ammette l'esistenza di rapporti sugli oggetti volanti non identificati negli archivi del Comando di Difesa Aerea (Comdabra), un corpo militare che ha la base nell'area di South Lake". Segue un'affermazione del maggiore Lorenzo: "Ma nessuno di questi ha un approccio investigativo. Non ci siamo mai dedicati alla ricerca dei dischi volanti nei cieli del Brasile".

L'ufficiale continua dicendo che gli ufologi non hanno bisogno di raccogliere 30,000 firme, che è l'intento della suddetta campagna - per far rilasciare questi documenti. E conclude: "Un ordine del comandante dell'aeronautica, Luis Carlos da Silva Bueno o del Ministro della Difesa, Jose Alencar, è sufficiente per aprire gli archivi".

Per finire, il report informa il lettore che, secondo il maggiore Lorenzo, non ci sarebbero prove di avvistamenti UFO in nessuno dei resoconti dell'aeronautica. L'ufficiale afferma che "A quanto ne so, ci sono solo resoconti di persone che dicono: ho visto questo, ho visto quello nel cielo. Basandosi su tali resoconti, l'aeronautica non ha mai istituito nessuna operazione per aspettare le luci provenienti da Marte e Giove."

L'UFFICIALE MENTE
Vorrei informare il Brazilian UFO Magazin di aver ricevuto informazioni, verificate, secondo le quali le affermazioni del maggiore Antonio Lorenzo, del Dipartimento Brasiliano per le Politiche Sociali dell'Aeronautica Brasiliana, sono false. Non dice la verità nelle sue dichiarazioni al giornalista Ullisses Campbell, di conseguenza, nella posizione che occupa, commette un grave torto nei confronti della società brasiliana a cui si deve porre rimedio.
Nel 1997 ero membro del Centro Brasiliano di studi ufologici (CNEU), fondato e diretto dal Generale Alfredo Moacyr de Mendonca Uchoa, con sede nel college Uniao Pioniera de Intefracao Social (UPIS). Occupavo un'altra posizione all'interno dell'istituzione, , che non rivelerò per poter tenere segreto il mio nome. Una notte, alle 20:30, ero nell'ufficio del generale Uchoa, seduto alla sua scrivania, quando comparvero tre uomini vestiti di nero muniti di grandi valigette. Sulla porta, dissero: Generale, siamo qui. Arrivo fu la sua risposta.

Poi tre uomini uscirono e aspettarono nel corridoio. Il generale Uchoa mi disse a voce bassa "Sono agenti della sicurezza dell'Aeronautica e portano buone notizie da Colares, nello stato di Para". Poi mi chiese di seguire lui e gli uomini e ci dirigemmo agli archivi riservati dell'UPIS. Il primo degli ufficiali aveva una chiave, aprì la porta e si mise di lato in modo da far passare gli altri. Era l'ultimo, ma quando venne il mio turno, mi fermai quando mi si disse che si trattava di un argomento segreto e non mi era permesso andare oltre.

Il Generale Uchoa, già all'interno della stanza, si girò e disse: "E' un uomo in cui ho grande fiducia. Se lui non può entrare allora non posso neanche io." Così gli ufficiali non ebbero altra scelta se non lasciarmi entrare. Ci sedemmo attorno ad un grande tavolo e cominciarono a spiegare dettagliatamente tutto quanto doveva sapere il generale Uchoa - e tra le altre cose c'era il fatto che il lavoro che avevano portato avanti fosse a Colares, una città sulla costa dello stato di Para. Quello che ci mostrarono furono delle immagini e documenti concernenti l'Operazione Prato, ed erano impressionanti.
Ero sorpreso dalla quantità di filmati e più di 200 fotografie che presentarono. Era una fonte infinita di materiale di alta qualità. Quegli ufficiali avevano filmato e fotografato chiaramente dei dischi volanti - immagino ad una distanza tra i 100 e i 200 metri. Tra quella grande quantità di prove erano riprese luci lontane che si avvicinavano verso di loro fino a poca distanza.
Tutto era filmato e ben fotografato in alta qualità e immagini di contrasto. Tutti i fatti erano accaduti per molte notti. Tra gli uomini vi era un esperto di fotografie e filmati, che spiegò al Generale Uchoa dettagli tecnici delle immagini, le condizioni in cui le erano state realizzate, il tipo di pellicola e il tempo di esposizione.

C'era un altro esperto che spiegò gli aspetti fisici degli UFO al generale Uchoa, e passammo più di tre ore visionando il materiale. Ad ogni modo, per tutto il tempo non dissi una parola, perché ero visto come un intruso e non ero davvero stato invitato. Né gli uomini si rivolsero mai a me. Alla fine, la conclusione di Uchoa fu: "Senza dubbio sono navi interplanetarie sul nostro pianeta. Dovremmo riceverli in modo da capire le loro vere intenzioni.".

Questo è il mio resoconto, che spero sia utile al Brazilian UFO Magazin e alla comunità ufologica brasiliana nella campagna per la libertà d'informazione ufologica. La mia intenzione è di contribuire a far vedere quanto sia importante che il Governo chieda alle Forze Armate di aprire subito i propri archivi.

NOME E COGNOME NEGLI ARCHIVI DEL BRAZILIAN UFO MAGAZINE
Se vi è stata una persona che ha dato un grande contributo alla ricerca ufologica in Brasile, e all'apertura verso questo fenomeno, è stata sicuramente il generale Alfredo Moacyr de Mendonça Uchôa (1906 - 1996), il militare di alto grado a cui si fa riferimento nella lettera e a cui, membri del team dell'Operazione Prato, avrebbero mostrato il materiale straordinario da loro raccolto.

Alfred Uchôa, infatti, è considerato uno dei "patroni" dell'ufologia brasiliana ed è stato uno dei primi militari ad interessarsi, dichiaratamente, al fenomeno UFO, che considerava reale e, almeno in una percentuale di casi, di origine extraterrestre.

Famosa la sua frase: "Io non credo che gli UFO siano reali - Io so che lo sono!"

Approfittiamo dunque della lettera alla rivista brasiliana, per ricordare questa figura storica dell'ufologia latino-americana:

Uchôa godeva di grande stima nell'ambito militare del suo paese: uomo di scienza, laureato in ingegneria civile, insegnò meccanica razionale dell' Accademia Militare di Agulhas Negras (AMAN), accademia tra le più rinomate, paragonata a West Point, di cui diventò direttore, oltre ad essere direttore del dipartimenti di matematica, e direttore aggiunto dell'Accademia a Rio de Janeiro.

L'interesse per gli UFO nacque in lui all'età di 56 anni, in seguito alla proiezione da parte dell'aeronautica USA, presso l'ambasciata, di un filmato di oggetti volanti non identificati in volo sopra Washington, da ricondursi agli storici avvenimenti degli anni '50.

Uchôa si rese conto che se l'aeronautica mostrava a militari brasiliani, un filmato del genere, l'enigma doveva essere per forza reale e decise che voleva saperne di più.
L'occasione di studiare questo fenomeno da vicino gli si presentò nel 1968, una volta trasferitosi a Brasilia.

quel periodo, nei pressi di una fattoria nella comunità di Alexânia, si stavano verificando fatti insoliti, tanto che Uchôa e figlio costituirono un gruppo di studio composto da otto persone, di professioni diverse, tra cui alcuni militari di alto grado, e un professore di fisica, e si recarono sul posto.
Le loro aspettative non rimasero deluse, come spesso accade ai "cacciatori di UFO": il 22 giugno 1968, furono tutti testimoni di un misterioso oggetto volante che emanava una luce bianco bluastra molto intensa, che scomparve e riapparve velocemente in un punto più elevato della montagna vicina.

Fu quello il primo di una serie di stupefacenti avvistamenti che si susseguirono in quella zona, nell'arco 10 mesi, ogni notte che vi si recavano. Uchôa affermò di aver avuto avvistamenti almeno una sessantina, se non un centinaio di volte, in quel periodo, e a questi avvenimenti è dedicato uno dei suoi tre, coraggiosi libri: "A Parapsicologia e os Discos Voadores".

Gli altri: "Mergulho no Hiperespaço" e Muito Além do Espaço de Tempo".

In un' intervista con il noto ufologo e giornalista Bob Pratt, recentemente scomparso - che al contrario di Uchôa, nonostante le molte ricerche sul campo, di UFO non ne vide mai - confidò che, data la natura "incredibile" degli avvistamenti e, soprattutto, degli incontri ravvicinati vissuti da lui e i colleghi del gruppo, se fosse stato solo, quel libro non l'avrebbe mai scritto, nessuno gli avrebbe creduto!

E i suoi racconti sono davvero stupefacenti, per essere esperienze vissute e raccontate in prima persona da un eminente generale: non solo ebbero moltissimi avvistamenti, in quel periodo, ma riuscirono anche a sviluppare forme di comunicazione con gli abitanti degli UFO, attraverso segnali luminosi.

Uchôa rivelò di come si fosse avvicinato ad una quindicina di metri da un UFO atterrato, nella speranza di essere ammesso a bordo dell'astronave, cosa che gli "occupanti" non gli permisero.

Qualche anno dopo, nel 1973, il generale cominciò a vivere un altro tipo di esperienza: comunicazione telepatica con esseri che, lui era convinto, provenivano da altri pianeti: molti da altri sistemi stellari ma alcuni anche dal nostro sistema solare. Secondo Uchôa, solo una minoranza sarebbe ostile, e una alcuni non avrebbero grande interesse per noi: sarebbero più interessati a studiare il nostro pianeta, le condizioni di vita, la flora e la fauna, uomini esclusi. Non ci considererebbero neanche creature responsabili, ed è per questo che a volte possono sembrare aggressivi!

Il modo migliore per concludere il breve omaggio a questo ufologo coraggioso, è forse quello di riportare le sue stesse parole, contro il negazionismo dei debunker, ma anche di speranza che, in un futuro, la verità sulla vita extraterrestre, finalmente, diventerà patrimonio di tutti:

" Agli scienziati e gli ufficiali che dichiarano che gli UFO non esistono, rispondo: Io ho visto degli UFO e sono entrato in contatto con loro..
E' davvero vergognoso che ci siano milioni di persone che li vedono mentre i governi e gli scienziati del mondo dicono: 'No, non lì vedete!'
(…) Gli scienziati non si occupano di UFO perché comporterebbe una rivoluzione della loro scienza. Sarebbe una minaccia alla sua struttura. Ecco perché gli scienziati non vogliono studiarli, né, tanto meno, ammettere che esistano. Ma alla fine lo faranno".

Per fortuna, ci sentiamo di aggiungere, non tutti gli uomini - e le donne - di scienza, appartengono a questa tipologia, anche se, purtroppo, all' "ufficialità" sembrano potersi ricondurre, nell'immaginario collettivo, solo i negazionisti.
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