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Ufologicamente: articoli, ricerche e casi ufologici

Ultimo Aggiornamento: 17/10/2012 08:12
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30/09/2012 12:00
 
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GLI ASTRONOMI E GLI UFO: UNA RISPOSTA A LORD MARTIN REES

Fonte: ufoedintorni.altervista.org/blog/gli-astronomi-e-gli-ufo-una-risposta-a-lord-mart...

L’astronomo Lord Martin Rees ha recentemente espresso la sua opinione sugli UFO: “nessun astronomo serio dà alcun credito a nessuna di queste storie…penso che la maggior parte degli astronomi le respinga. Scarto l’argomento per questi motivi: per quale ragione gli alieni fanno un grande sforzo per venire qui percorrendo distanze interstellari, incontrando solo persone strambe, fare alcuni cerchi nei campi di mais e andare di nuovo via?“.



Queste dichiarazioni di rifiuto da parte di scienziati di rilievo sono una frustrazione continua per il ricercatore UFO. In particolare, dato che in realtà l’interesse per gli UFO spinge alcune persone a studiare l’astronomia! Purtroppo, è prevalente l’idea che solo i pazzi vedono gli UFO.
Ma poiché Martin Rees è uno scienziato, la risposta corretta è quella di fornire al ricercatore i dati scientifici, che sono direttamente rilevanti con ciò che ha dichiarato. Si è a conoscenza di soli tre tentativi per misurare scientificamente la percentuale di astronomi che vedono gli UFO. Due di questi dimostrano che non solo gli astronomi vedono gli UFO in America, ma molti hanno paura di denunciare i loro avvistamenti perché temono il ridicolo professionale e pubblico. La fonte finale indica che gli astronomi vedono gli UFO ad una velocità notevolmente superiore rispetto alla popolazione generale.
Il 6 agosto 1952, l’astronomo J. Allen Hynek presentò al Progetto Blue Book dell’USAF il documento dal titolo “Special Report on Conferences with Astronomers on Unidentified Aerial Objects“.



Hynek intervistò circa 45 astronomi sulle loro esperienze e opinioni sugli UFO durante e dopo il meeting della American Astronomical Society che avvenne nel giugno di quell’anno. Hynek fornì alcune note su ogni astronomo individuato e le loro opinioni. Ecco quello che alcuni astronomi pensavano nel 1952:

L’astronomo Y (nessun avvistamento) affermò: “se ne vedessi uno, non direi nulla“.

L’astronomo II (due avvistamenti): “è disposto a collaborare, ma non vuole avere notorietà“, riferì Hynek.

L’astronomo OO (un avvistamento) fu un nuovo osservatore alla Harvard Meteor Station nel New Mexico. Vide due luci muoversi in parallelo che erano troppo veloci per un aereo e troppo lente per una meteora. Non segnalò la sua osservazione.

Hynek concluse: “sono stati intervistati più di 40 astronomi, di cui cinque avevano fatto avvistamenti di tipologie diverse. Ciò è una percentuale superiore rispetto a quella tra la popolazione in generale. Forse, questo c’era d’aspettarselo, visto che gli astronomi, dopo tutto, guardano il cielo“.

Il nuovo punto successivo di dati proviene dall’anno 1977. Il dottor Peter Sturrock effettuò un questionario sulle opinioni e le esperienze sugli UFO. Anche in questo caso gli obiettivi erano i membri della American Astronomical Society. Il documento fu poi stampato nel 1994 sul Journal of Scientific Exploration.
Sturrock ricevette 1.356 risposte provenienti da 2.611 questionari. Sessantadue astronomi risposero che osservarono qualcosa che non riuscirono a spiegare, che potrebbe essere importante per il fenomeno UFO. Diciotto di questi testimoni affermarono di aver riportato in precedenza i loro avvistamenti, e, rileva Sturrock, con una percentuale del 30 per cento, un tasso molto più grande rispetto a quello previsto per la media della popolazione.
La Sezione 3.2 del documento è titolata come “Comparison of Witnesses and Non-Witnesses” e contiene una tabella la quale mostra che i testimoni di UFO erano, probabilmente, in realtà osservatori del cielo notturno (professionisti e dilettanti), mentre i non testimoni erano con ogni probabilità nemmeno osservatori del cielo.



Sturrock incluse anche commenti da parte degli astronomi, e un nuovo esempio è illuminante:

C1. “Sono contrario ad essere interrogato in merito a queste ovvie sciocchezze. Non identificato= inosservato o di fatto non registrato : mitologia moderna. Troppo rispetto è dato ad esso“.

C1O. “Oggi trovo difficile fare la vita di astronomo. Sarebbe professionalmente un suicidio dedicare molto tempo agli UFO. Tuttavia, sono molto interessato al vostro sondaggio“.

C16. “Mendel e Condon non faranno ulteriori e inutili indagini, a meno che non venga realmente riportato un nuovo fenomeno…Non esiste un modello di rapporti UFO, tranne che provengono in prevalenza da inaffidabili osservatori“.

Al dibattito della AAAS, organizzato da Carl Sagan nel 1969, il dottor Franklin Roach consegnò un documento titolato: “Astronomers’ Views on UFOs“. Egli si concentra sulla mancanza di rapporti UFO pubblicizzati dai maggiori programmi di ricerca astronomica che costantemente monitorano, costantemente, vaste aree del cielo. E presentò una citazione del famoso astronomo Gerard Kuiper:

“Dovrei correggere una dichiarazione che è stata fatta, ossia che gli scienziati hanno evitato i rapporti di UFO per paura del ridicolo…Uno scienziato sceglie il suo campo di indagine perché crede mantenga la sua reale promessa. Se poi la sua scelta si rivela sbagliata, si sentirà molto male e cercherà di affinare i suoi criteri prima che riparta. Quindi, se la società ritiene che la maggior parte degli scienziati non sono attratti al problema UFO, la spiegazione deve essere che non sono stati impressionati“.

Kuiper, in base ai commenti di cui sopra, ha idealizzato il comportamento dei giovani scienziati. Mancando di ruolo e di prestigio, erano meno disposti a soffrire beffeggiamenti dai loro pari.

Il punto finale di informazioni proviene dalla ex Unione Sovietica, con il rapporto titolato: “Observations of Anomalous Atmospheric Phenomena in the USSR: Statistical Analysis” di L.M. Gindilis, D.A. Men’Kov, e I.G. Petrovkaya. Fu pubblicato dalla Soviet Academy of Sciences nel 1979 e tradotto in inglese dalla NASA nel “Technical Memorandum no. 75665” del 1980 e in seguito distribuito all’associazione ufologica CUFOS. Si tratta di analisi statistiche di oltre 200 rapporti di UFO nella ex Unione Sovietica. Tre quarti dei rapporti provengono dall’ondata massiccia di UFO che si ebbe nel 1967.

La Sezione 3, intitolata “Observers and Witnesses of Observations“, contiene alcuni dati molto interessanti. Si nota che “al contrario della falsità molto diffusa, vi è una percentuale molto significativa di astronomi tra gli osservatori“. Confrontando il numero di testimoni UFO con i dati di occupazione censiti, gli autori arrivano a ciò che definiscono “Activity Coefficient“. Un elevato coefficiente lo indica in un gruppo (ndr quello degli astronomi) che riporta avvistamenti di UFO più del previsto, in base alla popolazione.

A quel tempo, approssimativamente lo 0,02 per cento dei Sovietici era composto da astronomi. Eppure erano rappresentativi di 10 rapporti nel database sovietico. Questo produce un coefficiente di attività di 7.500 (nota: la NASA ne tradusse 7.000). I laureati hanno un coefficiente di 3, i lavori di manutenzione hanno un coefficiente di 0,9 e gli studenti di 0,02. I numeri sovietici parlano chiaro: gli astronomi riportano gli UFO a ritmi…astronomici.



Gli astronomi vedono gli UFO. A meno che non pensiamo che siano dei pazzi semplicemente perché hanno visto un UFO, i dati dimostrano che Lord Martin Rees non è corretto. Negli Stati Uniti d’America, gli astronomi che osservano gli UFO sulle loro strumentazioni temono la derisione da altri scienziati e dalla stampa. Nonostante l’aura di illegittimità attorno agli UFO, i dati indicano che anche gli astronomi che riportano gli UFO hanno ritmi sensibilmente maggiori rispetto alle persone profane.

Altri dati recenti e migliori sono chiaramente auspicabili. Il sondaggio di Hynek fu informale, quello di Sturrock è vecchio di oltre 35 anni e le analisi dell’ex Unione Sovietica sono state fatte su rapporti non esaminati. Solo il documento di Sturrock fu soggetto a “peer-review“. Ma, come abbiamo visto, ci vuole un notevole coraggio per uno scienziato ad affrontare un “suicidio di carriera” e lo studio degli UFO, nonostante i proclami che l’argomento è off-limits.

C’è un mucchio di duro lavoro che deve essere fatto, se la Scienza confida nel comprendere il fenomeno UFO. Sarebbe particolarmente utile adottare il coefficiente di attività sovietico e applicarlo in altri databases. Speriamo che Martin Rees non abbia sbigottimento se molte persone applichino il metodo scientifico nei rapporti di UFO.
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