Egitto misterioso

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sgittario
00domenica 12 febbraio 2012 14:45
Re:
Gabrjel, 12/02/2012 10.49:

E il motivo di questo collegamento secondo te?



La risposta meriterebbe una trattazione più ampia. Ma se per ora ti accontenti posso dirti questo: segretezza per la conservazione della verità. Mi allargo un pochino, per chiarirti un po meglio le idee. Conosci le “leggende” sulla Terra cava? Ebbene, come ho già cercato di specificare nel mio primo post sui tunnel, questi non solo collegavano le piramidi Egiziane fra loro, ma anche con quelle dello Yucatan, della Turchia.....con tutta una fitta rete di canali tipo le nostre metropolitane e che portano fino al centro della Terra, dove vivono individui che un tempo erano in superficie, e che ancora usano quando gli serve di salire sopra. Ci sono compresi ex atlantidi e lemuriani. Ora tu mi dirai che per i geologi la Terra è piena. Un corpo in rotazione su se stesso porta a spostare le masse verso l'esterno, la zona del mantello. Nei film sui viaggi al centro della terra, come avrai avuto modo di vedere, ci “insegnano” altre cose da quelle geologiche ufficiali. Sono degli ottimi segnali per chi vuole capire. Pensa anche a quello che ha visto e raccontato l'ammiraglio Byrd quando sorvolò il polo ne 1957 mi sembra. Non è fantasia, è realtà. Anche se difficile da accettare. Un indizio di questi tunnel ci sono anche sull'isola di Pasqua.
Comunque riflettete bene anche sui riferimenti ottimamente trovati da Eone nel post precedente facendo dei parallelismi con quanto ho detto qui sopra. E fidatevi della vostra coscienza....



Gabrjel
00domenica 12 febbraio 2012 14:51
Ora ho capito dove volevi arrivare. Mi ha sempre affascinato la teoria sulla Terra cava. Però rimangono pur sempre delle fantasie senza prove verificabili.
Comunque avremo modo di parlarne su un topic apposito futuro [SM=g27988]
sgittario
00domenica 12 febbraio 2012 14:59
Re:
Gabrjel, 12/02/2012 14.51:

Ora ho capito dove volevi arrivare. Mi ha sempre affascinato la teoria sulla Terra cava. Però rimangono pur sempre delle fantasie senza prove verificabili.
Comunque avremo modo di parlarne su un topic apposito futuro [SM=g27988]




Aspetta Gabrjel, non vorrei che pensassi che le piramidi servono da protezione alla verità sulla terra cava. Lo scopo della loro costruzione è diverso....
Gabrjel
00domenica 12 febbraio 2012 15:10
Non ho pensato a quello infatti.
E quale sarebbe lo scopo allora, a tuo parere?
sgittario
00domenica 12 febbraio 2012 15:15
Re:
Gabrjel, 12/02/2012 15.10:

Non ho pensato a quello infatti.
E quale sarebbe lo scopo allora, a tuo parere?



Sei sicuro di volerlo sapere? [SM=g27987] E' molto lontano dala verità ufficiale...

Gabrjel
00domenica 12 febbraio 2012 15:22
Sentiamo [SM=g27990]
Al massimo ci facciamo due risate in compagnia [SM=g9962]
sgittario
00domenica 12 febbraio 2012 15:27
Re:
Gabrjel, 12/02/2012 15.22:

Sentiamo [SM=g27990]
Al massimo ci facciamo due risate in compagnia [SM=g9962]



Va bene. Allora mi prendo un po di tempo di organizzare i contenuti... [SM=g27988]

Gabrjel
00domenica 12 febbraio 2012 15:29
Ok. Vai tranquillo [SM=g10669]
Profondo_Blu
00domenica 12 febbraio 2012 22:29
Ciao a tutti, per la serie "a volte ritornano", rieccomi qua per la mia canonica apparizione bimestrale sulle pagine del forum! [SM=g10191] [SM=g8891]
Questa discussione sull'Egitto mi ha fatto tornare in mente l'interesse che ho coltivato per un certo tempo per questi temi, soprattutto per le piramidi, e mi piacerebbe conoscere la vostra opinione su un paio di questioni riguardanti la Grande Piramide.
Ambedue partono, udite, udite, dalla visione di altrettante puntate di Voyager, in cui sono state fatte delle considerazioni che mi hanno dato da pensare.

La prima è: se la grande Piramide era davvero la tomba del faraone Cheope, oltre al fatto che al suo interno non sono presenti geroglifici, disegni o iscrizioni di alcun tipo (ma quelli potrebbero essersi anche cancellati), perché sarebbero stati costruiti i famosi condotti comunicanti verso l'esterno e secondo taluni allineati con certe stelle specifiche, quando tale condizione contrasta totalmente con la necessità di isolamento dagli agenti atmosferici esterni richiesta dalla mummificazione? Voglio dire, li hanno costruiti apposta attraverso tonnellate di arenaria, non è che sono venuti per caso, dunque dovevano avere una funzione che non poteva per forza di cose andare d'accordo con le esigenze di una sepoltura egizia. O sì? [SM=g27993]

La seconda questione invece porta da tutt'altra parte: durante un'altra puntata di Voyager, mi pare uno speciale sull'Egitto, si discuteva se le tre piramidi rispondessero o meno ad un disegno preciso oppure l'allineamento con le stelle della cintura di Orione fosse un banale caso. Da una parte c'era uno studioso di archeoastronomia del Politecnico di Milano, il quale sosteneva che non poteva trattarsi di un caso e che le tre piramidi facevano parte di un complesso progettato e costruito tutto insieme secondo un disegno preciso. Dall'altra parte l'immancabile Zahi Hawass, che invece negava nel modo più assoluto tale ipotesi, sostenendo che con la sua équipe durante vari scavi, hanno riportato alla luce le tombe degli architetti e dei costruttori delle piramidi con le loro famiglie, le quali sono state datate in periodi diversi e distanti tra loro e confermerebbero la datazione ufficiale e l'attribuzione ai tre faraoni distinti delle piramidi in qualità di monumenti funebri. Ma questo non spazzerebbe via senza possibilità di appello tutte le ipotesi che vogliono le piramidi antecedenti alla datazione ufficiale e utilizzate "abusivamente" dagli egizi in seguito? Anche perché in effetti ha poco senso l'idea che un faraone di punto in bianco si attribuisca la paternità di un monumento che esisteva già e conoscevano tutti, peraltro costruendo in varie date successive tombe di immaginari architetti e operai, ben sapendo che non poteva ingannare i suoi contemporanei perché le piramidi erano sotto gli occhi di tutti, ma solo per fare uno "scherzone" a noi posteri... [SM=g8264]

Qualcuno sa qualcosa di più o ha qualcosa da dire sui due aspetti di cui sopra? Mi scuso in anticipo se la risposta è già contenuta negli articoli postati in queste pagine, ma non ho avuto proprio il tempo di leggerli... [SM=g27995] [SM=g8490]
[SM=g8861]
Gabrjel
00lunedì 13 febbraio 2012 08:35
Riguardo alla prima domanda sinceramente non saprei risponderti...
Per la seconda invece non è un ipotesi impossibile. Infatti esiste una teoria secondo cui la grande piramide si stata costruita molto prima della datazione ufficiale, e che Cheope ne abbia preso paternità (vuoi perchè non era di nessuno...o magari non era completa e Cheope l'ha finita....ecc).
Inoltre ricordo che la grande piramide, benche sia precedente alle altre, è stata costruita molto meglio. Infatti sembra che ci sia stata una involuzione nel processo di architettura. Possibile? A me sembra molto strana come cosa.
Profondo_Blu
00lunedì 13 febbraio 2012 22:11
Re:
Gabrjel, 13/02/2012 08.35:


Infatti esiste una teoria secondo cui la grande piramide si stata costruita molto prima della datazione ufficiale, e che Cheope ne abbia preso paternità (vuoi perchè non era di nessuno...o magari non era completa e Cheope l'ha finita....ecc).



Eh, ma il problema è proprio questo, aveva senso che Cheope "prendesse possesso" di una cosa che era già lì e dicesse a tutti "questa è la mia tomba, l'ho fatta io, guardate quanto sono bravo!"? [SM=g27991] Va bè che lui era il faraone e poteva permetterselo, però mi sembra quantomeno strano... E poi il problema principale, le tombe degli architetti e dei muratori che avrebbero partecipato alla costruzione delle piramidi, dislocate nella piana di Giza e recentemente scoperte, che ci stanno a fare? Sono finte? Oppure i faraoni hanno decretato che alla loro morte sarebbero state uccise tot mila persone con le loro famiglie (e ci potrebbe anche stare) per far credere ai posteri che le piramidi le avevano costruite loro (e qui sono più perplesso, perché i contemporanei non potevano ingannarli, l'"imbroglio" poteva riguardare solo i posteri...)? A meno che come dici le piramidi siano state "restaurate" e non costruite, ma la questione è senz'altro complessa... [SM=g27994]



Inoltre ricordo che la grande piramide, benche sia precedente alle altre, è stata costruita molto meglio. Infatti sembra che ci sia stata una involuzione nel processo di architettura. Possibile? A me sembra molto strana come cosa.


Su questo processo di involuzione non sono convinto, nel senso che stando alle mie (scarse) conoscenze la piramide a gradoni di Saqqara sarebbe ad esempio, secondo l'egittologia ufficiale, sicuramente antecedente a quella di Cheope, e difatti presenta una struttura più rudimentale. Certo la datazione potrebbe essere stata fatta secondo criteri morfologici (= le piramidi più rozze devono essere più vecchie) e allora vattelapesca... [SM=g27992]
C'è qualche esperto "piramidologo" sulle pagine del forum che ci può illuminare? [SM=g27986] [SM=g27988]
Gabrjel
00lunedì 13 febbraio 2012 23:22
Infatti mi riferivo alle piramidi di chefren e micerino.
Quelle due sono state le successive e sono state costruite in maniera diversa e peggiore di quella di cheope. Almeno cosi ho letto.
Gabrjel
00martedì 14 febbraio 2012 09:09
LA PIRAMIDE DI CHEOPE

La Piramide di Cheope a Giza, anche detta Grande piramide, è l'unica delle sette meraviglie del mondo antico che sia giunta sino a noi, nonché la più grande piramide egizia e la più famosa piramide del mondo. È la più grande delle tre piramidi della necropoli di Giza, vicino al Cairo in Egitto. Costruita, si presume, intorno al 2570 a.C., è rimasta l'edificio più alto del mondo per circa 3800 anni. 



Si presume sia stata eretta da Cheope (Horo Medjedu) della IV dinastia dell'Egitto antico come monumento funebre. All'interno, come per molte altre sepolture reali dell'antico Egitto, saccheggiate dai violatori di tombe già nell'antichità, non è stata trovata alcuna sepoltura e ciò ha fatto nascere un buon numero di teorie, fino ad oggi prive di reale fondamento, sul fatto che le piramidi non siano monumenti funebri. L'attribuzione della grande piramide a Cheope è deducibile dalla concordanza dei rilievi archeologici con i dati storici disponibili, costituiti dai libri dello storico greco Erodoto.

ETA' E POSIZIONE
La data probabile del suo completamento è il 2570 a.C. È la più antica delle tre grandi piramidi nella necropoli di Giza, alla periferia del Cairo, in Egitto.
Poche centinaia di metri a sud-ovest dalla Piramide di Cheope sorge la piramide attribuita al suo successore Chefren, che costruì anche la Sfinge. Ancora a poche centinaia di metri a sud-ovest è la piramide di Micerino, successore di Chefren, alta circa la metà delle due maggiori. La piramide di Chefren appare più alta in alcune foto, ma solo perché è costruita su un terreno più elevato.

COSTRUZIONE
Quando fu costruita, la piramide di Cheope era alta circa 146,6 metri (280 cubiti egiziani) ed era pertanto la costruzione più alta realizzata fino ad allora. La sua altezza attuale è tuttavia di soli 138 metri e risulta essere pertanto di poco più alta della piramide di Chefren, alta 136 metri. Causa di questa perdita di altezza è probabilmente la rimozione del rivestimento di pietra calcarea che in passato rivestiva l'intera piramide, dovuto sia a fenomeni di erosione naturale, che alla rimozione delle pietre calcaree da parte degli abitanti del Cairo, che in passato sfruttarono le piramidi come cave di pietre.
La base della piramide copre oltre 5 ettari di superficie, formando un quadrato di circa 230,34 metri per lato. L'accuratezza dell'opera è tale che i quattro lati della base presentano un errore medio di soli 1,52 cm in lunghezza e di 12" di angolo rispetto ad un quadrato perfetto. I lati del quadrato sono allineati quasi perfettamente lungo le direzioni Nord-Sud ed Est-Ovest. I lati della piramide salgono ad un angolo di 51º 50' 35".
Il rapporto tra l'altezza e il lato della base quadrata della piramide di Cheope coincide, con buona approssimazione, alla Sectio Aurea che governa anche la stele del Re Get. Questa proporzione dell'armonia, o numero aureo Fi fu usata da Fidia per progettare il Partenone dell' Acropoli di Atene. Lo studioso Osvaldo Rea dimostra attraverso prove documentali che questa proporzione dell'armonia si riscontra anche nella visione aerea dell’intera Acropoli di Aletrium, nel Lazio, cosi come nelle proporzioni della Porta Maggiore e della porta minore dell’Acropoli. Si osserva, inoltre, che il valore ottenuto dal rapporto tra il perimetro di base (circa 921,4 m) della piramide ed il doppio dell'altezza della stessa (circa 146,6 m * 2 = 293,2 m), approssima, con buona precisione, il valore del Pi Greco. Risulta sorprendente, infine, che la lunghezza del perimetro della piramide espresso in pollici sia all'incirca pari a 36524, ovvero cento volte il valore 365,24, corrispondente alla durata, espressa in giorni, dell'anno solare.
Per la costruzione del solo rivestimento esterno della Grande Piramide sono state scelte pietre di calcare, basalto e granito, pesanti ognuna dalle 2 alle 4 tonnellate, mentre la parte interna, denominata Zed è costituita di monoliti in granito pesanti dalle 20 alle 80 tonnellate, per un peso totale che si aggira intorno ai 7 milioni di tonnellate. Il volume totale è di circa 2 600 000 m³ . È quindi la più voluminosa piramide d'Egitto (ma non del mondo, dato che la piramide di Cholula, in Messico è più grande). Nell'epoca immediatamente successiva alla costruzione, la piramide era rivestita esternamente di bianche pietre di calcare, lucide e molto lisce, incise con antichi caratteri, precipitate al suolo a causa di un violento terremoto nel 1301 a.C.; la maggior parte dei blocchi di rivestimento fu rimossa per la costruzione di El Kaherah (Il Cairo), inoltre il pyramidion d’oro, che era situato sulla sommità, sotto i raggi del sole doveva risplendere come una gemma gigantesca. Sono stati utilizzati circa centomila uomini che hanno lavorato per circa venti anni. 
La piramide di Cheope si distingue dalle altre per la sua posizione geografica, ma anche per il grande numero di passaggi e alloggiamenti, per la rifinitura dei lavori interni e la precisione di costruzione. Il 18 settembre 2002, alcuni archeologi cercarono, utilizzando un robot radiocomandato, di scoprire il percorso di uno di questi misteriosi passaggi, ma una volta forata la prima lastra, che ostacolava il passaggio, e fatta entrare la microcamera, ci si accorse che ce n'era subito un'altra.

SEZIONE DELLA PIRAMIDE DI CHEOPE



DATI PRINCIPALI
Altezza totale iniziale = 147,61 m
Altezza odierna = 136,86 m
Base 230,38 × 230,38 = 53.074,94 m2
Angolo basale = 52º 50' 35"

STRUTTURA INTERNA

Ingresso 
L'ingresso originale della Grande Piramide si trovava a 17 metri dal suolo, a 7,29 metri dalla linea mediana della struttura. Dall'entrata originale si dirama un passaggio alto 96 cm e largo 1,04 metri, che scende con un angolo di 26° 31'23" attraverso le pietre della piramide fino al letto di roccia su cui sorge l'edificio. Dopo 105,23 metri il passaggio diviene orizzontale e continua per 8,84 metri fino alla Camera inferiore, che appare non terminata. C'è una continuazione del passaggio orizzontale nel muro sud della Camera. È presente anche un pozzo scavato nel pavimento della camera. Alcuni egittologi hanno suggerito che questa dovesse essere, in effetti, l'originale camera sepolcrale, ma che Cheope abbia cambiato idea e chiesto che la camera fosse collocata più in alto nella piramide.

Passaggio discendente
A 28,2 m dall'entrata è presente un buco quadrato nel soffitto del passaggio discendente, originariamente nascosto da una lastra di pietra, che costituisce l'inizio del Passaggio ascendente. Quest'ultimo passaggio è lungo 39,9 mertri. Altezza e larghezza sono le medesime del passaggio discendente. Anche l'inclinazione è pressoché la medesima. L'estremità inferiore di questo passaggio è chiusa da tre enormi blocchi di granito, lunghi ognuno circa 1,5 m. All'inizio della Grande Galleria si vede un foro nel muro (oggi bloccato da rete metallica). È l'inizio di un cunicolo verticale che segue un percorso irregolare attraverso la muratura della piramide per unirsi al passaggio discendente. Inoltre, sempre all'inizio della Grande Galleria, è presente un passaggio orizzontale che conduce alla cosiddetta "Camera della Regina". Il passaggio è alto 1,1 metri per quasi tutta la sua lunghezza, ma vicino alla camera c'è un gradino nel pavimento, dopo il quale il passaggio diventa altro 1,73 metri.

La Camera della Regina
La "Camera della Regina" è esattamente a metà strada tra le facce nord e sud della piramide e misura 5,75 metri per 5,23, con un'altezza al vertice della camera di 6,23 metri. In corrispondenza dell'estremità orientale della camera è presente una nicchia di 4,67 metri di altezza. Nelle pareti nord e sud della camera si aprono dei cunicoli che, contariamente a quelli della Camera del Re, si sviluppano orizzontalmente per 2 metri, per poi puntare verso l'altro. La parte orizzontale non è originaria. I due metri di collegamento furono infatti tagliati nella pietra nel 1872 da un ingegnere inglese, Waynman Dixon, che credeva giustamente, per analogia con la camera del Re, che questi cunicoli dovessero esistere. Originariamente i cunicoli non avevano apertura nella camera della regina. Dal momento che i cunicoli non sono connessi con le facce esterne della piramide né erano originariamente connessi con la camera, il loro scopo rimane sconosciuto. Al termine di uno di questi cunicoli, Dixon scoprì una palla di diorite nera con inserti in bronzo (attualmente esposta al British Museum), probabilmente una sorta di martello dimenticato dagli operai durante la costruzione.
I condotti nella Camera della Regina furono esplorati nel 1992 dall'ingegnere Tedesco Rudolf Gantenbrink usando un robot cingolato di suo disegno, chiamato "Upuaut 2". Scoprì che uno dei due condotti (quello sud) è bloccato da una lastra di calcare con due "maniglie" di rame consunte. Alcuni anni più tardi, la National Geographic Society creò un robot simile che fece un buco nella lastra, solo per scoprie una lastra più grande dietro di lei. Il condotto nord si rivelò più difficile da esplorare, a causa delle asperità causate dal non perfetto allineamento dei blocchi. In ogni caso anche in esso fu trovata una "porta" di calcare.

La Grande Galleria
La Grande Galleria costituisce la prosecuzione del Passaggio Ascendente, ma è alta 8,6 metri e lunga 46,68. Alla base è larga 2,06 metri, ma dopo 2,29 metri i blocchi di pietra rientrano verso l'interno per 7,6 cm su ogni lato. Ci sono 7 di questi gradini, cosicché alla sommità la galleria è larga solo 1,04 metri. La copertura è fatta di blocchi posati a un angolo leggermente più inclinato rispetto al pavimento, cosi da incastrare ogni blocco in un incavo ricavato nella sommità della galleria come un dente di un crick. Lo scopo è fare in modo che ogni blocco sia retto dal muro della galleria piuttosto che poggiare sul blocco sotto di esso, cosa che sarebbe risultata in una pressione cumulativa eccessiva al termine della galleria.
All'estremità superiore della galleria, sul lato destro, è presente un foro nel soffitto che si apre in un breve tunnel attraverso il quale si può avere accesso alla Camera di scarico inferiore. Le altre camere di scarico furono scoperte nel 1837/38 dal Colonnello Howard Vyse e da J.S. Perring, che scavarono dei tunnel verso l'alto usando dell'esplosivo.
Il pavimento della Grande Galleria consiste in una gradonata su ogni lato, larga 51 cm, che lasciano tra loro spazio per una rampa larga 1,04 metri. Lo scopo della gradonata non è chiaro, ma dal momento che la rampa centrale ha la stessa larghezza del passaggio ascendente, si è ipotizzato che le pietre di chiusura fossero stivate nella Grande Galleria e che le lastre della gradonata reggessero pali di legno intesi a trattenerle dallo scivolare nel passaggio finché i lavori non fossero stati completati. Questo, a sua volta, ha fatto nascere l'ipotesi che, originariamente, fossero previsti molti più dei tre blocchi ritrovati, in modo da riempire completamente il passaggio ascendente.
Al termine della Grande Galleria c'è un gradino che dà su un passaggio orizzontale lungo approssimativamente 1,02 metri, nel quale si possono riscontrare quattro alloggiamenti, tre dei quali erano probabilmente destinati ad accogliere saracinesche di granito. Frammenti di questa roccia rinvenuti da Petrie nel passaggio discendente probabilmente appartenevano a queste lastre.

La Camera del Re e le camere di scarico
La Camera del Re è 10,47 metri da est a ovest e 5,234 da nord a sud. Ha un soffitto piatto collocato a 5,974 metri dal pavimento. A un'altezza di 91 cm dal pavimento si trovano due stretti condotti nei muri nord e sud (in uno è stata installata una ventola per cercare di far circolare aria nella piramide). Il proposito di questi condotti non è chiaro: Sembrerebbero allineati con le stelle o con aree del cielo a nord e a sud, ma, d'altro canto, uno di essi segue un percorso irregolare attraverso la struttura, e, di conseguenza, attraverso di esso non ci può essere allineamento diretto alle stelle. Non sembra che contribuiscano in maniera spontanea alla ventilazione, quindi la spiegazione più verosimile è che siano associati con il rituale di ascensione dell'anima del sovrano. La Camera del Re è interamente rivestita di granito. I blocchi sono tagliati e collocati con eccellente precisione, tanto che è impossibile inserire tra loro un foglio di carta. Il soffitto è formato da nove lastre di pietra del peso complessivo di 400 tonnellate. Al di sopra di esso si trovano cinque comparti chiamati Camere di scarico. Le prime quattro, come la camera del Re, hanno soffitti piatti, ma la camera terminale ha un tetto a capanna. Vyse sospettò l'esistenza delle camere superiori quando verificò che poteva inserire un lungo palo attraverso una crepa nel soffitto della prima camera. Dalla superiore all'inferiore sono denominate "Camera Davidson", "Camera Wellington", "Camera di Lady Arbuthnotr" e "Camera Campbell". Si ritiene che questi interstizi servano ad alleggerire la struttura, evitando che il soffitto della camera del Re collassi sotto il peso delle pietre superiori. Dal momento che non erano state concepite per essere visibili, non sono state rifinite e le pietre in esse riportano ancora i marchi di cava. Una delle pietre nella camera di Campbell presenta un marchio, apparentemente il nome della squadra di lavoro, che contiene l'unico riferimento nella piramide al faraone Cheope.
L'unico oggetto presente nella camera del Re è un sarcofago monolitico rettangolare in granito, con un angolo rotto. Il sarcofago è poco più largo del passaggio ascendente, e quindi deve essere stato collocato nella camera prima che fosse messo in opera il soffitto. Contrariamente alle pareti, magistralmente lavorate, il sarcofago è rozzamente sbozzato, con tracce di sega visibili in molti punti. Ciò è in contrasto con i sarcofagi ben rifiniti e decorati trovati in altre piramidi dello stesso periodo. Petrie suggerì che un sarcofago decorato fosse stato inizialmente previsto, ma sia andato perso nel fiume a nord di Aswan e sia stato frettolosamente predisposto un rimpiazzo. Questa teoria, tuttavia, non spiega perché il secondo sarcofago non sia stato rifinito in situ.

La nuova entrata
La "struttura" più recente della piramide è l'entrata attraverso cui oggi accedono i turisti. Questo passaggio è stato realizzato circa nel 820 d.C. dagli operai del califfo al-Ma'mun, per esplorare l'interno del monumento.
Il tunnel è tagliato direttamente attraverso il pietrame per circa 27 metri e gira bruscamente a sinistra per intersecare le pietre che bloccano il passaggio ascendente. Incapaci di rimuovere queste pietre, gli operai proseguirono il tunnel sopra di esse attraverso la più morbida pietra calcarea finché non raggiunsero il passaggio ascendente. È possibile raggiungere da questo punto anche il passaggio discendente, ma l'accesso è solitamente vietato.
Oggi l'accesso alla piramide è ristretto a massimo 100 persone in mattinata e nel pomeriggio ed è vietato fare fotografie all'interno.

eone nero
00martedì 14 febbraio 2012 09:48
Pubblicazione all'Accademia Dei Lincei nell' anno 1969 sulla costruzione della parte in granito nella Piramide di Cheope, dal sito di Mario Pincherle.

tinyurl.com/7tlpxxa

www.mariopincherle.it/piramidedicheope/index.html

Lo Zed e le sensazioni spazio-temporali

www.mariopincherle.it/lozedelesensazio/index.html



sgittario
00martedì 14 febbraio 2012 09:53
Re: Re:
Profondo_Blu, 13/02/2012 22.11:



Eh, ma il problema è proprio questo, aveva senso che Cheope "prendesse possesso" di una cosa che era già lì e dicesse a tutti "questa è la mia tomba, l'ho fatta io, guardate quanto sono bravo!"? [SM=g27991] Va bè che lui era il faraone e poteva permetterselo, però mi sembra quantomeno strano... E poi il problema principale, le tombe degli architetti e dei muratori che avrebbero partecipato alla costruzione delle piramidi, dislocate nella piana di Giza e recentemente scoperte, che ci stanno a fare? Sono finte? Oppure i faraoni hanno decretato che alla loro morte sarebbero state uccise tot mila persone con le loro famiglie (e ci potrebbe anche stare) per far credere ai posteri che le piramidi le avevano costruite loro (e qui sono più perplesso, perché i contemporanei non potevano ingannarli, l'"imbroglio" poteva riguardare solo i posteri...)? A meno che come dici le piramidi siano state "restaurate" e non costruite, ma la questione è senz'altro complessa... [SM=g27994]

Ciao Profondo, credo che sia opportuno fare un po di chiarezza e togliere qualche luogo comune.

Chi afferma che Cheope abbia costruito la piramide è solo una pura congettura, come tante altre del resto. Sapete cosa abbiamo di Cheope? Ebbene una sola statuina al museo del Cairo alta un palmo di mano e una scritta all'interno della Piramide che fu dichiarata da esperti anche falsa, a causa del tipo di geroglifico non compatibile per l'epoca e se non sbaglio anche a rovescio!

Questa è la mia opinione in merito:

Non sarebbe la prima volta che un popolo sfrutta costruzioni e monumenti di epoche precedenti. A prova di questo, come ho detto nei post precedenti, dico che le dinastie a noi conosciute ci tenevano molto a raccontare le proprie gesta e la propria indole. Esempio su tutti la battaglia di Kadesh con gli Ittiti dove loro raccontano che avevano vinto. Falso, tanto è vero che gli Ittiti sono rimasti al proprio posto e gli egiziani al suo. Se avessero vinto le terre sarebbero sicuramente passate ai vincitori.
E visto che ci tenevano così tanto, perchè non hanno lasciato sui muri o sui documenti come le hanno fatte? E come hanno costruito tutti gli altri monumenti come i grandi templi? Semplice, le hanno solo utilizzati e se ne sono appropriati. Altrimenti pensiamo che l'archeologia con l'ingegneria si sarebbero dati da fare così tanto per cercare di capirlo? E' evidente che gli archeologi non hanno niente in mano e fanno congetture di qualsiasi tipo purchè di giustificare il tutto. Ed allora escono fuori teorie di ogni tipo: chi dice da fuori, chi dice da dentro.... ma comunque la prendi non erano ingrado all'epoca di farle se non in tempi biblici e questo gli archeologi lo sanno, ma tantè.....


sgittario
00martedì 14 febbraio 2012 11:03
Re: Re:
Profondo_Blu, 13/02/2012 22.11:



Eh, ma il problema è proprio questo, aveva senso che Cheope "prendesse possesso" di una cosa che era già lì e dicesse a tutti "questa è la mia tomba, l'ho fatta io, guardate quanto sono bravo!"? [SM=g27991] Va bè che lui era il faraone e poteva permetterselo, però mi sembra quantomeno strano... E poi il problema principale, le tombe degli architetti e dei muratori che avrebbero partecipato alla costruzione delle piramidi, dislocate nella piana di Giza e recentemente scoperte, che ci stanno a fare? Sono finte? Oppure i faraoni hanno decretato che alla loro morte sarebbero state uccise tot mila persone con le loro famiglie (e ci potrebbe anche stare) per far credere ai posteri che le piramidi le avevano costruite loro (e qui sono più perplesso, perché i contemporanei non potevano ingannarli, l'"imbroglio" poteva riguardare solo i posteri...)? A meno che come dici le piramidi siano state "restaurate" e non costruite, ma la questione è senz'altro complessa... [SM=g27994]




Inoltre ricordo che la grande piramide, benche sia precedente alle altre, è stata costruita molto meglio. Infatti sembra che ci sia stata una involuzione nel processo di architettura. Possibile? A me sembra molto strana come cosa.


Su questo processo di involuzione non sono convinto, nel senso che stando alle mie (scarse) conoscenze la piramide a gradoni di Saqqara sarebbe ad esempio, secondo l'egittologia ufficiale, sicuramente antecedente a quella di Cheope, e difatti presenta una struttura più rudimentale. Certo la datazione potrebbe essere stata fatta secondo criteri morfologici (= le piramidi più rozze devono essere più vecchie) e allora vattelapesca... [SM=g27992]
C'è qualche esperto "piramidologo" sulle pagine del forum che ci può illuminare? [SM=g27986] [SM=g27988]



Scusate per sopra.
Ciao Profondo, penso che sia opportuno fare chiarezza su alcuni luoghi comuni.
Chi afferma che la piramide più grande l’abbia costruita Cheope fa solo delle congetture, come del resto per tante altre cose e fatti storici non ben documentati.
Di Cheope si conosce poco che niente. Solo alcuni scarni documenti con il suo nome ma niente a che vedere con le sue opere, una sola statuina al museo del Cairo alta quanto il palmo di una mano e la “famosa” scritta all’interno della “sua” piramide che, analizzata già alcuni decenni, fa risultava falsa per due motivi: una perché la tipologia di geroglifico non è compatibile per l’epoca e secondo perché mi sembra che è messa a rovescio! E’ comunque evidente che se ci fossero stati documenti certi nessuno avrebbe messo in dubbio la sua costruzione. Non ti sembra?
Questo è il mio punto di vista sulla cosa:
Noi tutti sappiamo quanto ci tenevano gli egiziani a descrivere la loro vita e le loro gesta. Basta leggere i muri dei templi, delle tombe e quant’altro per rendersene immediatamente conto.
Prendo ad esempio su tutto la famosa battaglia di Kadesh con gli Ittiti, presente nell’altrettanto famoso tempio di Abu Simbel. Ramsess fa intendere chiaramente che la battaglia l’ha vinta lui. Bene, anche gli Ittiti dicono che hanno vinto, anche se lo raccontano in maniera più “onesta” . Allora, chi ha vinto veramente? Ebbene, nessuno dei due. In effetti se Ramsess avesse vinto avrebbe usufruito dei terreni utilizzati dagli Ittiti che invece sono rimasti tranquillamente ai suoi proprietari, senza che gli egiziani ci mettessero più piede. Questo dicono i documenti storici.
Per dirti come gli Egiziani ci tenevano alla propria indole.
Non ti suona strano che non descrivessero come hanno costruito quei monumenti ?
Inoltre gli egittologi sanno benissimo (e nasconderlo altrettanto bene) che per l’epoca costruire un monumento di quella portata ci sarebbero voluti architetti con le palle, di cui non esiste nemmeno un nome per la piana di Giza (Imoteph non era dell’epoca). E poi con quali strumenti? Ci sarebbero voluti tempi biblici, comunque non certamente sufficienti per la vita di un faraone.
Pensa anche a quelle pietre come sono lavorate, per non dire dei graniti poi… fondazioni, canali attraverso le pietre stesse, stanze all’interno.
Oltretutto chi gli garantiva quanto vivesse il faraone? Se moriva diciamo dopo 10 o 20 anni siete sicuri che avrebbero terminato la piramide? Che il faraone successivo gli stava bene?
Come vedi Profondo c’è molto di più di quello che viene banalmente raccontato….
Per come la so io la piana di Giza è un progetto unico che ha richiesto tempi molto più brevi della vita di un faraone. I “Figli del Sole” ne sanno sicuramente qualcosa…. [SM=g27988]



Profondo_Blu
00mercoledì 15 febbraio 2012 02:24
Re: Re: Re:
sgittario, 14/02/2012 11.03:



Scusate per sopra.
Ciao Profondo, penso che sia opportuno fare chiarezza su alcuni luoghi comuni.
Chi afferma che la piramide più grande l’abbia costruita Cheope fa solo delle congetture, come del resto per tante altre cose e fatti storici non ben documentati.
Di Cheope si conosce poco che niente. Solo alcuni scarni documenti con il suo nome ma niente a che vedere con le sue opere, una sola statuina al museo del Cairo alta quanto il palmo di una mano e la “famosa” scritta all’interno della “sua” piramide che, analizzata già alcuni decenni, fa risultava falsa per due motivi: una perché la tipologia di geroglifico non è compatibile per l’epoca e secondo perché mi sembra che è messa a rovescio! E’ comunque evidente che se ci fossero stati documenti certi nessuno avrebbe messo in dubbio la sua costruzione. Non ti sembra?
Questo è il mio punto di vista sulla cosa:
Noi tutti sappiamo quanto ci tenevano gli egiziani a descrivere la loro vita e le loro gesta. Basta leggere i muri dei templi, delle tombe e quant’altro per rendersene immediatamente conto.
Prendo ad esempio su tutto la famosa battaglia di Kadesh con gli Ittiti, presente nell’altrettanto famoso tempio di Abu Simbel. Ramsess fa intendere chiaramente che la battaglia l’ha vinta lui. Bene, anche gli Ittiti dicono che hanno vinto, anche se lo raccontano in maniera più “onesta” . Allora, chi ha vinto veramente? Ebbene, nessuno dei due. In effetti se Ramsess avesse vinto avrebbe usufruito dei terreni utilizzati dagli Ittiti che invece sono rimasti tranquillamente ai suoi proprietari, senza che gli egiziani ci mettessero più piede. Questo dicono i documenti storici.
Per dirti come gli Egiziani ci tenevano alla propria indole.
Non ti suona strano che non descrivessero come hanno costruito quei monumenti ?
Inoltre gli egittologi sanno benissimo (e nasconderlo altrettanto bene) che per l’epoca costruire un monumento di quella portata ci sarebbero voluti architetti con le palle, di cui non esiste nemmeno un nome per la piana di Giza (Imoteph non era dell’epoca). E poi con quali strumenti? Ci sarebbero voluti tempi biblici, comunque non certamente sufficienti per la vita di un faraone.
Pensa anche a quelle pietre come sono lavorate, per non dire dei graniti poi… fondazioni, canali attraverso le pietre stesse, stanze all’interno.
Oltretutto chi gli garantiva quanto vivesse il faraone? Se moriva diciamo dopo 10 o 20 anni siete sicuri che avrebbero terminato la piramide? Che il faraone successivo gli stava bene?
Come vedi Profondo c’è molto di più di quello che viene banalmente raccontato….
Per come la so io la piana di Giza è un progetto unico che ha richiesto tempi molto più brevi della vita di un faraone. I “Figli del Sole” ne sanno sicuramente qualcosa…. [SM=g27988]





Ciao sgittario, ti ringrazio molto della risposta!
Ci tengo innanzitutto a sottolineare che non intendo assolutamente sostenere a spada tratta l'ipotesi "classica", né peraltro nessun'altra ipotesi, volevo solo cercare di chiarire alcuni aspetti dubbi (come se ce ne fossero pochi su queste questioni... [SM=g27990] )
Sono d'accordissimo che è quanto meno strano che nulla si trovi nella letteratura egizia sulla costruzione delle piramidi, anzi, per dirla tutta è quantomeno strano che un faraone decida di far costruire una tomba così perfetta e monumentale e poi non faccia di tutto per dire "ehi, guardate, questa piramide è mia!", incidendo il suo nome dappertutto, mettendo sue statue, sue raffigurazioni in ogni dove e via discorrendo. Il nome inciso di cui parli, a quanto leggo nel post di Gabrjel qui sopra, dovrebbe trovarsi tra l'altro in una pietra grezza in una delle camere "di alleggerimento" soprastanti la camera del Re, originariamente murate e chiuse! E' strano inoltre come non si trovi un solo geroglifico o una sola raffigurazione religiosa in tutta la piramide, come dicevo anche sopra, sapendo quanto ci tenessero gli egizi ai riti funebri e ad assicurarsi un propizio viaggio verso l'aldilà...
Esistono tutta una serie di anomalie che portano a dubitare della versione ufficiale, e su questo non ci piove. Tuttavia ci sono anche degli elementi che non possono essere ignorati e sembrerebbero confermarla in modo pesante, e questo mi lascia alquanto perplesso e confuso.
Le tombe dei lavoratori sono state effettivamente scoperte e risulterebbero databili tra la IV e la V dinastia ( www.archeorivista.it/004162_egitto-giza-scoperte-una-necropoli-di-costruttori-di-p... ). Le piramidi stesse sono circondate da strutture più piccole, dette mastabe, che avrebbero contenuto i resti di funzionari e dignitari delle corti reali. Tra questi spicca un certo Hemiunu, considerato dall'egittologia ufficiale l'architetto della piramide di Cheope ( it.wikipedia.org/wiki/Hemiunu ), la cui identità pare accertata dalle iscrizioni su una statua e sulle pareti della tomba stessa. Inoltre sarebbero stati ritrovati (ma ahimé di questo non sono riuscito a trovare una conferma seria perché è difficile cercarlo sui motori di ricerca) anche dei blocchi di pietra in vari stadi di lavorazione in un sito a nord della piramide di Chefren. Se oltretutto consideriamo che ci sono una gran quantità di piramidi più rozze e datate precedentemente a quelle di Giza, un esempio su tutti quella "romboidale" di Snefru (padre di Cheope secondo la versione ufficiale) a Dahshur, a doppia pendenza perché pare fossero stati fatti male i calcoli strutturali ( it.wikipedia.org/wiki/Piramide_Romboidale ), la situazione si complica alquanto.
Certamente bisogna capire come vengono fatte le datazioni, per la stessa piramide di Cheope Hawass dice che "secondo la scienza e l’archeologia, non possiamo stabilire con certezza il periodo in cui sia avvenuta la costruzione della piramide", dunque immagino lo stesso valga per le altre e probabilmente molto è dovuto a racconti tramandati e a resoconti di storici posteriori come Erodoto, che suppongo raccogliessero voci e leggende e scegliessero quelle per loro più plausibili... [SM=g27994] Può anche essere che alcuni faraoni abbiano cercato di imitare con scarsi risultati le piramidi preesistenti della piana di Giza, ma con scarsi risultati, mentre Cheope ha fatto il "colpo gobbo" attribuendosi direttamente la piramide più grossa e bella sulla piazza...
Tuttavia che ne pensi del fatto delle tombe? Può essere che questo Cheope o chi per lui abbia fatto uccidere davvero gente a caso per far credere di aver costruito lui la piramide? [SM=g27993] Oppure che dei lavori ci siano effettivamente stati, ma di restauro? [SM=g27993] O ancora, le tombe sono dei veri costruttori, ma sono molto più antiche di quanto non si pensi? [SM=g27993] [SM=g27993]
Difficile a dirsi se possiamo basarci solo sui dati raccolti dall'egittologia accademica, della quale non è certo che ci possiamo fidare... [SM=g27992]
sgittario
00mercoledì 15 febbraio 2012 12:42
Re: Re: Re: Re:
Profondo_Blu, 15/02/2012 02.24:




Ciao sgittario, ti ringrazio molto della risposta!
Ci tengo innanzitutto a sottolineare che non intendo assolutamente sostenere a spada tratta l'ipotesi "classica", né peraltro nessun'altra ipotesi, volevo solo cercare di chiarire alcuni aspetti dubbi (come se ce ne fossero pochi su queste questioni... [SM=g27990] )
Sono d'accordissimo che è quanto meno strano che nulla si trovi nella letteratura egizia sulla costruzione delle piramidi, anzi, per dirla tutta è quantomeno strano che un faraone decida di far costruire una tomba così perfetta e monumentale e poi non faccia di tutto per dire "ehi, guardate, questa piramide è mia!", incidendo il suo nome dappertutto, mettendo sue statue, sue raffigurazioni in ogni dove e via discorrendo. Il nome inciso di cui parli, a quanto leggo nel post di Gabrjel qui sopra, dovrebbe trovarsi tra l'altro in una pietra grezza in una delle camere "di alleggerimento" soprastanti la camera del Re, originariamente murate e chiuse! E' strano inoltre come non si trovi un solo geroglifico o una sola raffigurazione religiosa in tutta la piramide, come dicevo anche sopra, sapendo quanto ci tenessero gli egizi ai riti funebri e ad assicurarsi un propizio viaggio verso l'aldilà...
Esistono tutta una serie di anomalie che portano a dubitare della versione ufficiale, e su questo non ci piove. Tuttavia ci sono anche degli elementi che non possono essere ignorati e sembrerebbero confermarla in modo pesante, e questo mi lascia alquanto perplesso e confuso.
Le tombe dei lavoratori sono state effettivamente scoperte e risulterebbero databili tra la IV e la V dinastia ( www.archeorivista.it/004162_egitto-giza-scoperte-una-necropoli-di-costruttori-di-p... ). Le piramidi stesse sono circondate da strutture più piccole, dette mastabe, che avrebbero contenuto i resti di funzionari e dignitari delle corti reali. Tra questi spicca un certo Hemiunu, considerato dall'egittologia ufficiale l'architetto della piramide di Cheope ( it.wikipedia.org/wiki/Hemiunu ), la cui identità pare accertata dalle iscrizioni su una statua e sulle pareti della tomba stessa. Inoltre sarebbero stati ritrovati (ma ahimé di questo non sono riuscito a trovare una conferma seria perché è difficile cercarlo sui motori di ricerca) anche dei blocchi di pietra in vari stadi di lavorazione in un sito a nord della piramide di Chefren. Se oltretutto consideriamo che ci sono una gran quantità di piramidi più rozze e datate precedentemente a quelle di Giza, un esempio su tutti quella "romboidale" di Snefru (padre di Cheope secondo la versione ufficiale) a Dahshur, a doppia pendenza perché pare fossero stati fatti male i calcoli strutturali ( it.wikipedia.org/wiki/Piramide_Romboidale ), la situazione si complica alquanto.
Certamente bisogna capire come vengono fatte le datazioni, per la stessa piramide di Cheope Hawass dice che "secondo la scienza e l’archeologia, non possiamo stabilire con certezza il periodo in cui sia avvenuta la costruzione della piramide", dunque immagino lo stesso valga per le altre e probabilmente molto è dovuto a racconti tramandati e a resoconti di storici posteriori come Erodoto, che suppongo raccogliessero voci e leggende e scegliessero quelle per loro più plausibili... [SM=g27994] Può anche essere che alcuni faraoni abbiano cercato di imitare con scarsi risultati le piramidi preesistenti della piana di Giza, ma con scarsi risultati, mentre Cheope ha fatto il "colpo gobbo" attribuendosi direttamente la piramide più grossa e bella sulla piazza...
Tuttavia che ne pensi del fatto delle tombe? Può essere che questo Cheope o chi per lui abbia fatto uccidere davvero gente a caso per far credere di aver costruito lui la piramide? [SM=g27993] Oppure che dei lavori ci siano effettivamente stati, ma di restauro? [SM=g27993] O ancora, le tombe sono dei veri costruttori, ma sono molto più antiche di quanto non si pensi? [SM=g27993] [SM=g27993]
Difficile a dirsi se possiamo basarci solo sui dati raccolti dall'egittologia accademica, della quale non è certo che ci possiamo fidare... [SM=g27992]



Capisco perfettamente le tue perplessità, anche perché appartengono un po’ a tutti noi.
La zona intorno alle piramidi e nel resto dell’Egitto è stata sicuramente abitata per diversi millenni. E’ chiaro che si trovano tombe anche di gente comune nei pressi così come abitazioni utilizzate magari per culto. Un po’ quello che è successo anche in Messico, in Guatemala…. Ma da qui a dire che erano degli operai che hanno costruito le piramidi io penso che ce ne passa. Anche nei paesi americani che ho citato sopra non si sa che metodi hanno utilizzato, dal momento che anche li, guarda caso aggiungo io, non ci sono documenti o incisioni che ci dicono come, chi, e quando. Pertanto anche li si fanno solo congetture.
Ora, con quello che ti/vi racconto qui sotto non vorrei crearvi altra confusione.
Pertanto considerate il tutto come una favola ma vi chiedo un solo sforzo: dimenticate per un attimo tutti i dubbi che avete ed i paradigmi della scienza ufficiale.
A seguito del diluvio universale di alcune decine di migliaia di anni fa, in cui si sono formati gli oceani così come li conosciamo oggi, le terre emerse si sono allontanate e buona parte dell’umanità, con tutte le loro conoscenze e tecnologia, era andata perduta. Quelli che possedevano la conoscenza hanno cercato in qualche modo di continuare a trasmetterla ai pochi che erano in grado di riceverla e di conservarla per i posteri attraverso monumenti come, appunto, le piramidi. Le piramidi avevano diversi scopi, alcuni dei quali per noi sono esclusivamente “esoterici”, a causa della nostra “decadenza”. Ora, senza uscire fuori tema, la tecnologia rimasta sul nostro pianeta era poca rispetto alla precedente degli “Atlatiani” (in seguito Atlantidi, ma all’epoca l’oceano Atlantico non era come l’attuale ma un semplice mare, vedere pietre di ICA), ma comunque sufficiente per poter tagliare la pietra in maniera squadrata e perfetta: il laser. Chi aveva questa possibilità era un nome a noi conosciuto dalla mitologia: ERMES Trismegistus ! Ermes, insieme a quello che sarebbe stato il primo faraone d’Egitto RA-TA-BIN sono i progettisti della piana di Giza. (Vedere in proposito mio post sopra sul tempio di Abu Simbel).
Tutte le altre piramidi sono state costruite in seguito, ma ce ne erano anche prima del diluvio.
La progettazione ha richiesto 2 anni e mezzo e la sua costruzione 3 anni. Come hanno fatto a spostare tutte le pietre tagliate con precisione assurda per l’epoca e metterle ognuna al loro posto in un tempo così breve?
Qui subentrano i leggendari “Figli del Sole” a cui è dedicata la città di Eliopoli e non solo. I 13 km di strada che separano il tempio di Karnak da quello di Luxor (mi sembra) sono coperti da sfingi su entrambi i lati, una fila con testa umana/Leone e l’altra con Ariete. Anche tra le zampe della sfinge di Giza c’è la stele di Tutmosi IV con le sfingi di schiena ma sempre una con la testa di Leone e l’altra di Ariete.
Ebbene, una delle due file è proprio un tributo ai “Figli del Sole”, che li hanno aiutati a costruire le piramidi, ma non con schiavi e operai, ne non funi o carrucole, ma dall’alto, con l’antigravita! Tenete a mente quel contadino che vide sollevare le proprie mucche dal raggio di luce proveniente dall’oggetto soprastante.
Ora credo sia opportuno interrompere la favola, perché di carne al fuoco ce ne è parecchia.
E poi è solo una favola no? [SM=g27988]



Gabrjel
00mercoledì 15 febbraio 2012 12:49
Per figli del sole quindi tu intendi alieni o ex atlantidi?
sgittario
00mercoledì 15 febbraio 2012 13:44
Re:
Gabrjel, 15/02/2012 12.49:

Per figli del sole quindi tu intendi alieni o ex atlantidi?




Gli ex atlantidi sono Ermes e Ra Ta bin. I figli del Sole perchè provenivano al di la del Sole ma sempre nel nostro Sistema Solare (allora naturalmente). Prendiamo di nuovo l'oramai tanto discusso sigillo VA/243. Ci sono 2 coppie di pianeti intorno al Sole che tutti pensano siano Terra_luna e Mercurio-plutone o cosa del genere. Invece rappresentano pianeti co-orbitanti, ossia che condividono la stessa orbita. Noi dovremmo aver avuto (e può darsi che ancora abbiamo) un pianeta simile ma opposto al nostro. E bisognerebbe anche capire quale era/è l'altro. Dalle mie indagini ho notato una forte coincidenza fra Plutone e Quaoar. Però non so dirti di più.
Per quanto riguarda invece il nostro gemello,c'era uno studio da parte di un ricercatore che non ho più trovato su internet che aveva notato un nuovo pianeta ripreso dalle sonde Stereo durante il primo anno di riprese. Ora le sonde stanno proiettandosi verso la parte opposta del Sole e vediamo in futuro se succede qualcosa.
Secondo i fisici pianeti co-orbitanti sono possibili ed uno l'ha scoperto Kepler nel sistema denominato K01-730.
Come vedi sto seguendo la cosa da vicino ma, ripeto, non è detto che ci sia ancora. Sarebbe proprio il massimo!
sgittario
00mercoledì 15 febbraio 2012 13:48
Re: Re:
sgittario, 15/02/2012 13.44:




Gli ex atlantidi sono Ermes e Ra Ta bin. I figli del Sole perchè provenivano al di la del Sole ma sempre nel nostro Sistema Solare (allora naturalmente). Prendiamo di nuovo l'oramai tanto discusso sigillo VA/243. Ci sono 2 coppie di pianeti intorno al Sole che tutti pensano siano Terra_luna e Mercurio-plutone o cosa del genere. Invece rappresentano pianeti co-orbitanti, ossia che condividono la stessa orbita. Noi dovremmo aver avuto (e può darsi che ancora abbiamo) un pianeta simile ma opposto al nostro. E bisognerebbe anche capire quale era/è l'altro. Dalle mie indagini ho notato una forte coincidenza fra Plutone e Quaoar. Però non so dirti di più.
Per quanto riguarda invece il nostro gemello,c'era uno studio da parte di un ricercatore che non ho più trovato su internet che aveva notato un nuovo pianeta ripreso dalle sonde Stereo durante il primo anno di riprese. Ora le sonde stanno proiettandosi verso la parte opposta del Sole e vediamo in futuro se succede qualcosa.
Secondo i fisici pianeti co-orbitanti sono possibili ed uno l'ha scoperto Kepler nel sistema denominato K01-730.
Come vedi sto seguendo la cosa da vicino ma, ripeto, non è detto che ci sia ancora. Sarebbe proprio il massimo!



Ah, dimenticavo Gabrjel. Il sospetto che sia esistito/esista un nostro gemello dal lato opposto è la strana risonanza, che pochi conoscono, di Venere con la Terra: ogni volta che i due pianeti sono allineati Venere ci mostra la stessa faccia. Questo potrebbe voler dire che l'effetto è causato o è stato causa nel passato dal pianeta opposto?


Gabrjel
00mercoledì 15 febbraio 2012 14:37
Re: Re: Re:
sgittario, 15/02/2012 13.48:



Ah, dimenticavo Gabrjel. Il sospetto che sia esistito/esista un nostro gemello dal lato opposto è la strana risonanza, che pochi conoscono, di Venere con la Terra: ogni volta che i due pianeti sono allineati Venere ci mostra la stessa faccia. Questo potrebbe voler dire che l'effetto è causato o è stato causa nel passato dal pianeta opposto?






Non ho ben capito questa parte... Non sono molto ferrato su quesa materia.
sgittario
00mercoledì 15 febbraio 2012 14:57
Re: Re: Re: Re:
Gabrjel, 15/02/2012 14.37:




Non ho ben capito questa parte... Non sono molto ferrato su quesa materia.



Hai ragione Gabrjel, detta così non è semplice da capire. Parto da lontano: tusai che la Luna mostra alla terra sempre la stessa faccia. Questo perchè il periodo di rivoluzione della Luna intorno alla Terra (27 giorni ed alcune ore) equivale al periodo di rotazione su se stessa. Questa fenomeno, che esiste in altri ambiti del Sistema solare è chiamata Risonanza. Può essere di 2 tipi: Spin-orbita, come il caso della luna, oppure orbita-orbita. A questa seconda categoria appartiene, come esempio, il rapporto di 2/3 fra le orbite di Plutone e quella di Nettuno. Ciò significa che quando plutone ha compiuto 2 giri intorno al Sole Nettuno ha percorso 3 orbite.

Tornando al caso di Venere, non si tratta di una vera risonanza, ma di una coincidnza che i fisici non sanno spiegare, ossia: quando venere ci raggiunge lungo il percorso della sua orbita dopo un tempo X, la sua rotazione su se stesso fa si che al momento di allinearci Terra-Venere-Sole, Venere ci mostra appunto sempre la stessa faccia. Considera che la rotazione di venere sul proprio asse, oltre ad essere stranamente retrograda è più lunga del tempo che Venere impiega per fare un giro intorno al Sole.

Questa spcie di risonanza è strana e non trova, fino d oggi, giustificazione alcuna.



Gabrjel
00mercoledì 15 febbraio 2012 17:00
Ora ho capito.
Grazie per la spiegazione e la pazienza!
[SM=g27985]
Gabrjel
00mercoledì 15 febbraio 2012 18:29


Gabrjel
00giovedì 16 febbraio 2012 09:25
LA PIRAMIDE DI CHEFREN

La Piramide di Chefren, IV sovrano della IV dinastia era il cenotafio eretto dal sovrano stesso sulla piana di Giza durante l'Antico Regno e denominato "Wr Kafre" ossia "Grande é Kafre".

DATI PRINCIPALI
Altezza totale iniziale 143,5 metri
Altezza odierna 136,4 metri
Base quadrata con lato 215,25 metri
Angolo basale 53°10'
Volume (arr.) 2.230.000 m3

CARATTERISTICHE ESTERNE
Come grandezza, la piramide di Chefren, è la seconda dopo la famosa piramide del padre Cheope con grandi blocchi grezzi ed irregolari disposti con scarsa precisione nella prima metà mentre verso la sommità appaiono disposti più regolarmente, anche se movimenti sismici si sono ripercossi sulle pietre spostandole di vari millimetri.
La piramide appare più alta di quella di Cheope perché costruita su uno zoccolo di roccia alto circa 10 metri e ciò nonostante sia priva anche di parte della cima e del pyramidion.
Ha la particolarità di essere l'unica piramide che conservi sulla sommità parziale copertura in calcare bianco di Tura che originariamente ricopriva l'intera struttura mentre la base è rivestita di "pietra etiopica variegata" così come la definisce Erodoto ovvero granito rosso e grigio di Assuan.
Presenta due ingressi dovuti ad un cambiamento del progetto iniziale, uno a circa 11,54 metri di altezza e l'altro a livello del suolo, che è quello attualmente usato.

CARATTERISTICHE INTERNE
Varcata la soglia si presenta una discenderia lunga circa 32 metri che conduce ad un corridoio orizzontale terminante nella camera funeraria rimasta incompiuta.
Questa misura 14,15 metri per cinque, è unica, scavata nella pietra, con il soffitto a due spioventi formato da 17 coppie di travi in pietra calcarea e situata sotto il livello del cortile.
L'unico arredo funerario ritrovato è il sarcofago di granito rosso seppellito "a fior di terra", completamente privo di iscrizioni e spezzato. Vicino vi erano delle ossa di bovino.
Dalla camera, una galleria in salita porta a due appartamenti con un corridoio orizzontale collegato al primo e dovuto sicuramente ad un cambiamento di progetto in corso d'opera.
Vi è inoltre una grande camera forse destinata a magazzino o alla raccolta di offerte funebri oppure come serdab.

SEZIONE DELLA PIRAMIDE DI CHEFREN



STORIOGRAFIA
Come tutte le piramidi, anche quella di Chefren era stata violata fin dall'antichità ed alcuni blocchi furono asportati e usati nella costruzione del tempio di Eliopoli così come testimonia la firma di May, figlio di Bakenamon vissuto al tempo di Ramesse II e del quale era capomastro. Trattasi di due iscrizioni esterne relative ad una ispezione effettuata insieme allo stesso sovrano relativamente all'asporto delle pietre o forse anche per un eventuale restauro.
Venne aperta e chiusa numerose volte ma già dall'Era cristiana la piramide di Chefren fu poco considerata e quasi mai nominata persino dagli storici a vantaggio della vicina "sorella maggiore".
All'interno si trova una scritta in arabo che nomina un certo Muhammad Ahmed cavatore e Osmann muratore in un tempo non definito.
Nel 1372 d.C. vi sono testimonianze scritte che la piramide era ancora aperta ma venne chiusa successivamente perdendo la memoria dell'ingresso.
Nel 1548 Jean Chesneau scriveva che la piramide aveva ancora gran parte del pregiato rivestimento esterno, di cui oggi ne rimangono solo circa 45 metri a partire dalla cima, e che la piramide risultava impenetrabile.
Nacque così la convinzione che la piramide fosse una struttura piena cioè senza camera funebre, convinzione confermata anche dall'infruttuosa ricerca di un'entrata da parte del marinaio Caviglia nel 1817.
Un anno dopo, l'esploratore Giovanni Battista Belzoni notava il notevole ammasso di pietre che ricopriva quasi tutta la facciata nord e dopo la rimozione trovò prima un cunicolo impraticabile scavato dai ladri e dopo i tre grandi blocchi che costituivano l'ingresso principale della piramide.
All'interno ed a futura memoria, Belzoni lasciò scritto con il nerofumo a caratteri cubitali e per quasi tutta la lunghezza della parete:"Scoperta da G. Belzoni. 2 Marzo 1818".
La piramide fu definitivamente esplorata da John Shea Perring nel 1837.

Gabrjel
00venerdì 17 febbraio 2012 08:46
LA PIRAMIDE DI MICERINO

La Piramide di Micerino, eretta nell'ultima area libera dell'altopiano roccioso di Giza, era il cenotafio del sovrano denominato Neter Menkaura ossia "Divino è Micerino" ed è la più piccola delle tre piramidi della piana.

DATI PRINCIPALI
Altezza totale iniziale 65,5 metri
Altezza odierna 62 metri
Base quadrata con lato di 103,4 metri
Angolo basale 51°20'25
Volume (arr) 252.500 m3

CARATTERISTICHE ESTERNE
Costruita circa 450 metri a sud-ovest rispetto alla piramide di Chefren, dimostra la fretta del costruttore che la edificò in più riprese, con materiali vari e varie tecniche.
Il suo volume non supera i 250.000 metri cubi ossia un decimo di quella di Cheope presentando la particolarità dei blocchi molto più grandi anche di quella di Chefren ma purtroppo le facce della piramide hanno superfici imperfette e le pietre sembrano sistemate senza l'armonia delle altre due.
In origine la piramide avrebbe dovuto essere tutta ricoperta dello spettacolare granito rosso di Assuan ma la prematura morte di Micerino la fece frettolosamente terminare dal XVI corso in su con il bianco calcare di Tura.
Il lato nord conserva parte del rivestimento che però verso l'alto non risulta liscio dando così l'impressione di un lavoro non terminato.
Vi è anche un'ampia e orrenda breccia, dovuta al figlio di Saladino, al-Malik che l'aprì nel 1196 per cercare l'aureo corredo funerario del sovrano Micerino.

CARATTERISTICHE INTERNE
L'interno della piramide è molto complesso, presenta un ingresso a nord a circa 4 metri d'altezza ed una discenderia rivestita in granito rosa di circa 32 metri e con un'inclinazione di 26° che conduce ad un vestibolo decorato con bassorilievi con il motivo a "facciata di palazzo" ed un successivo grande corridoio di circa 13 metri di lunghezza, 4 metri di larghezza e 4 metri di altezza.
Questo corridoio sbocca nell'originale camera funeraria posta 6 metri sotto il livello del suolo che presenta una fossa, nel pavimento, atta ad accogliere un sarcofago e dalla quale parte un corridoio che conduce nel nulla e che nel progetto originale doveva sfociare all'esterno, prima del cambio di progetto in corso d'opera.
Dopo la variazione del progetto ed ampliamento della piramide, una rampa con finta volta in granito rosa porta alla definitiva camera funeraria, orientata sull'asse nord-sud come negli antichi sepolcri, che conteneva il sarcofago, decorato sempre a facciata di palazzo ed oggi disperso.
La ricchezza della piramide è data dalla massiccia presenza del granito proveniente dalle lontane cave dell'Alto Egitto pietra molto dura ed estremamente difficoltosa da lavorare.
Il granito fu asportato già dal 500 d.C. e nel 1827 il pascià Muhammad Alì lo usò per la costruzione dell'arsenale di Alessandria.
Una caratteristica notata dagli studiosi è che i segni lasciati sulle pareti dagli attrezzi degli operai egizi indicano con certezza che il primo corridoio inferiore è stato scavato dall'interno verso l'esterno mentre il secondo, quello superiore esattamente dall'esterno verso l'interno.

SEZIONE DELLA PIRAMIDE DI MICERINO



STORIOGRAFIA
Gli studi sulla piramide di Micerino confermano che fu costruita in modo non omogeneo, terminata solo dopo la morte del sovrano dal figlio Shepsekhet e già in tempi remoti sparì la memoria dell'ingresso.
L'ufficiale britannico Richard William Howard Vyse e lo studioso John Shea Perring lo cercarono nel 1837 riuscendo a penetrare attraverso la breccia aperta dal figlio di Aladino ma senza poter raggiungere la camera funeraria. Alla fine, liberarono il lato nord ed il 29 luglio 1837 a 4 metri dal suolo trovarono l'entrata. Raggiunta la prima camera funeraria rinvennero un sarcofago ligneo di epoca saitica, forse dovuto ad un restauro della tomba, su cui vi era il nome di Menkaure ed i resti mummificati di un uomo, forse ladro di tombe. Nella seconda camera, gli scopritori, trovarono un meraviglioso sarcofago di basalto decorato a "Facciata di palazzo" e con modanatura a gola egizia purtroppo vuoto, con il coperchio spezzato e di cui, fortunatamente, ci è pervenuto il disegno e la descrizione. Poi, nel 1838, il prezioso reperto prese la via del British Museum ma affondò in mare a largo di Cartagena, insieme alla nave Beatrice che lo trasportava.

RACCONTI E LEGGENDE
Più modesta delle illustri vicine, la piramide restò incompiuta perché come narra Erodoto, il sovrano Micerino aveva più interesse verso la figlia che a terminare la piramide. In realtà questo fantasioso racconto non trova altra conferma storica e la causa è forse da ricercarsi nel carattere del sovrano meno ambizioso dei suoi predecessori.
Un altro racconto sempre riferito ad Erodoto diceva che un oracolo avrebbe predetto al sovrano solo sei anni di vita. Micerino fece accendere allora migliaia di lampade affinché fosse sempre giorno e gli anni si raddoppiassero a dodici. Anni che passò cercando solo i piaceri e le delizie dell'esistenza escludendo le tribolazioni di una costruzione notevole come una piramide.
Una leggenda racconta che il sovrano Cheope fece giurare al figlio Chefren e al nipote Micerino che le loro piramidi sarebbero state edificate di dimensioni più piccole della sua e così il figlio per raggirare il giuramento costruì la sua più piccola ma su terreno rialzato ed il nipote invece l'avrebbe resa la più preziosa usando materiali come il granito, basalto ed alabastro.
Di sicuro questa piramide non fu costruita da schiavi incatenati e frustati in quanto in un decreto dello stesso Micerino viene ordinato che "... nessun uomo esegua lavoro forzato ma secondo la propria soddisfazione".
Fu l'ultima piramide costruita con maestria e mentre le successive sono oggi un cumulo di macerie, essa vive ancora per ricordare nei secoli la grandezza delle imprese di antichi uomini.

eone nero
00venerdì 17 febbraio 2012 09:18
INDIANI DEL SUD NELL'EGITTO ROMANO
di R. Krishnakumar



Un modo per comprendere le implicazioni delle scoperte archeologiche a Pattanam (India meridionale) è quello di approfondire la ricchezza sorprendente di dati provenienti dagli scavi della scomparsa città portuale tolemaica-romana di Berenice, sulla costa egiziana del Mar Rosso. Durante il periodo tolemaico-romano (dal III secolo a.C. al VI secolo d.C.), Berenice serviva come porto di transito chiave tra l'Egitto e Roma da un lato e il regioni del Mar Rosso e dell'Oceano Indiano, compresi il Sud Arabia, l'Africa orientale, India e Sri Lanka, dall'altro.
Questa antica città portuale era ben collegata da strade, che dal Nilo attraversavano il deserto orientale dell'Egitto, e anche da rotte marittime che conducevano alle regioni dell'Oceano Indiano. I carichi che arrivavano a Berenice e agli altri porti del Mar Rosso egiziano (come Myos Hormos, oggi perduto) erano poi trasportati lungo le strade del deserto sino al Nilo e da lì attraverso il fiume sino al Mar Mediterraneo e oltre, ai centri commerciali romani.
Le merci provenienti da Roma e dall'Egitto a Berenice affluivano attraverso il deserto lungo la stessa strada, prima di essere caricate su grandi navi dirette verso l'Oceano Indiano.
Verso la fine del II secolo a.C., gli Egiziani e i Romani avevano appreso finalmente l'abilità di navigazione con i venti monsoni attraverso l'Oceano Indiano ("dagli arabi e altri orientali"). I viaggi da Berenice verso le ricche coste del Malabar divennero quindi "più veloci, più economici, ma non meno pericolosi".
Secondo la maggior parte dei racconti, uno dei maggiori centri in India verso il quale si dirigevano le navi provenienti da Berenice, con i venti monsoni, era l'emporio di Muziris, sulla costa del Malabar.



Tuttavia, dopo che l'interramento del porto, insieme ad altre cause ancora sconosciute, causò l'abbandono di Berenice nel prima metà del VI secolo d.C., anche Muziris scomparve misteriosamente dalle rotte dei viaggiatori alla costa del Malabar. Per molto tempo, da allora, questi due centri sono rimasti dimenticati.
Ma mentre le prove archeologiche su Muziris o l'Oceano Indiano sono rimaste non identificabili, lungo la costa del Malabar, è stata Berenice che alla fine ha offerto una prova preziosa dei suoi legami con gli Yavanas.



In scavi ad ampio raggio, in corso a Berenice, lanciati dal 1994 (ed in diversi altri posti del Deserto Orientale), un team di archeologi dell'Università del Delaware (Stati Uniti) diretto dal Prof. Steven E. Sidebotham, insieme con partners di diverse altre istituzioni, ha documentato le prove del traffico mercantile e di persone, proveniente dalla costa di Malabar, dal sud dell'India, che costituivano così l'ultimo avamposto dell'impero romano e degli indiani lungo la strada Berenice-Nilo.
Tra le scoperte inattese a Berenice ci sono stati diversi tipi di antiche mercanzie indiane, tra cui la più grande singola concentrazione (7,55 kg) di pepe nero in grani mai recuperata nel mondo classico del Mediterraneo ("importato dal sud dell'India" e trovato all'interno di un grande contenitore fatto col limo del Nilo, in un cortile del tempio), notevoli quantitativi di fini ceramiche di fattura indiana e di stoviglie di cottura e ceramiche in stile indiano; tela per vele di manifattura indiana, cesti, stuoie, ecc. dalle discariche dei rifiuti; una gran quantità di legno di teak, pepe nero, noci di cocco , decorazioni fatte di cammeo e pietre preziose e semi-preziose. "Un graffito Tamil Brahmi che cita Korra, un capo indiano del Sud", è la prova che "persone di etnia Tamil, del sud dell'India (che allora comprendeva la maggior parte del Kerala), vivevano in Berenice, almeno nel primo periodo romano ", la prova che la popolazione tamil implica la probabile presenza di fedeli buddisti; la presenza di indiani in un altro porto romano a nord di 300 km di Berenice, e di ceramica di fattura indiana sulla strada del Nilo, una scritta rupestre che cita il passaggio di indiani durante un viaggio, "Numerosi elementi di prova dell'utilizzo di navi costruite e elaborate in India" e la prova "che il legno di teak (endemico del sud dell'India), che si trova in edifici di Berenice, è stato chiaramente recuperato e riutilizzato" (da navi smantellato).

Fonte: www.flonnet.com/stories/20100423270806400.htm




eone nero
00venerdì 17 febbraio 2012 09:26
ANTICHI EGIZI NEL GRAND CANYON?

Tracce di un viaggio proveniente dall’antico Egitto

di Philip Coppens

Esiste, all’interno del Grand Canyon, un enigmatico sistema di gallerie che è la prova di un viaggio in America degli antichi egizi? È tutto falso? Oppure la verità è qualcosa d’intermedio?
Il 5 aprile 1909, una storia in prima pagina nell’Arizona Gazette parlava di una spedizione archeologica nel cuore del Grand Canyon, finanziata dalla Smithsonian Institution, che aveva portato alla scoperta di reperti egiziani. Il 5 aprile è un giorno che cade vicino al 1° aprile - ma non abbastanza... forse la storia potrebbe essere vera?
Da allora, non si è sentito più parlare di questa scoperta. Oggi, oltre cinque milioni di turisti visitano ogni anno il Grand Canyon. Se ci fosse stato qualcosa di nascosto nel canyon, sarebbe stato scoperto da tempo. Tuttavia, la maggior parte dei turisti rimane circa tre ore soltanto nella gola, di solito per visitare il leggendario South Rim, su un percorso di circa 89 miglia, lungo il quale si trova la maggior parte delle maggiori attrattive turistiche. Inoltre, alcuni hanno detto che l’intera scoperta è stata oggetto di una grande operazione di copertura, apparentemente nel tentativo di mantenere il vecchio status quo affermato dagli storici, e cioè che gli antichi Egizi non si siano mai avventurati al di fuori delle acque del fiume Nilo.
La storia originale racconta che il gruppo aveva trovato una rete di gallerie sotterranee, in alto sopra il fiume Colorado, contenente vari reperti antichi, statue e persino mummie. Una grande scoperta, non ci sono dubbi. Impossibile che riesca a sfuggire all’occhio dei radar archeologici. Tuttavia, la Smithsonian Institution dice di non avere alcuna documentazione al riguardo. Che cosa è successo? Per scoprirlo, vi è solo una guida: l’articolo stesso. Anche se l’articolo era anonimo, permetteva d’identificare alcuni degli archeologi coinvolti: "sotto la direzione del Prof. S. A. Jordan", con l’avventuriero G.E. Kinkaid sostenuto dalla Smithsonian, che riferisce le sue conclusioni.
Ma la storia si confonde quando la Smithsonian dichiara di non trovare Kinkaid o Jordan nei propri archivi. Ad una domanda rivolta nel 2000, l’istituzione ha risposto: "La Smithsonian Institution ha ricevuto molte domande su un articolo del 5 aprile 1909 della Phoenix Gazette su G.E. Kincaid e la sua scoperta di una ‘grande cittadella sotterranea’ nel Grand Canyon, scavata da un’antica razza di origine orientale, forse proveniente dall’Egitto.’ [...]Il Dipartimento di Antropologia della Smithsonian ha cercato nei propri archivi, senza trovare alcuna menzione di un Professore Jordan, di Kincaid, o di una civiltà egizia perduta in Arizona. Tuttavia, la storia continua ad essere ripetuta in libri e articoli.
Vi è la possibilità d’un muro di silenzio, ovviamente, come alcuni hanno sostenuto. Le registrazioni non devono necessariamente trovarsi in quell’archivio oppure il riferimento alla Phoenix Gazette invece che all’Arizona Gazette potrebbe essere un semplice errore, o una valvola di fuga che è spesso presente nelle risposte ufficiali di diplomazia per districarsi dalle domande difficili. Storie come "la Divisione X della CIA non ha alcun archivio" spesso significa che è la Divisione Y ad averlo.
Non sembra che esistesse nessun Professor Jordan, e lo stesso Kinkaid risulta molto difficile da trovare. Tuttavia, il 12 marzo dello stesso anno, la Gazzette ha riferito su una precedente fase dell’avventura di Kincaid: "G.E. Kincaid raggiunge Yuma". Qui, Kinkaid è individuato come proveniente da "Lewiston, Idaho", ed "è arrivato a Yuma, dopo un viaggio da Green River, Wyoming, lungo l’intero corso del fiume Colorado. Egli è il secondo uomo a fare questo viaggio ed è venuto da solo, in un piccolo natante, fermandosi a suo piacere ad indagare nella campagna circostante. Ha lasciato Green River nel mese di ottobre con una piccola barca a remi, portando con sé una fotocamera, con la quale ha scattato oltre 700 foto del fiume e del canyon, che erano insuperabili. Il Sig. Kincaid dice che uno degli aspetti più interessanti del viaggio è stato il passaggio attraverso le rapide, alla diga di Laguna. Ha fatto questo passaggio pericoloso con l’unico danno della perdita di un remo"; Il racconto sembra abbastanza chiaro e privo di punti oscuri.
L’articolo conclude: "Alcune interessanti scoperte archeologiche sono state portate alla luce e tutto il viaggio è stato di tale interesse che egli lo ripeterà il prossimo inverno in compagnia d’amici".
Meno d’un mese dopo, lo stesso giornale sembrava continuare la storia al punto in cui l’aveva lasciata: ora era Kinkaid a parlare delle sue "interessanti scoperte archeologiche", consistenti in una serie di gallerie e passaggi, con una camera a croce vicino all’ingresso, contenente una statua.
"L’idolo somiglia a Buddha, anche se gli scienziati non sono certi sul culto religioso, al quale possa riferirsi. Prendendo in considerazione tutto ciò che finora ho trovato, è possibile che questo culto somigli da vicino a quello dell’antico popolo del Tibet". Egli inoltre sosteneva d’aver trovato uno sconosciuto metallo grigio, simile al platino, come pure piccole teste scolpite, sparse sul pavimento. L’Urns è perplessa per i "misteriosi geroglifici, dei quali la Smithsonian Institution spera ancora di scoprire la chiave." In un’altra stanza ha trovato mummie: "Alcune delle mummie sono coperte di fango, e tutte sono avvolte in un involucro di corteccia".
Anche in questo caso, il racconto è abbastanza chiaro. Idoli che "somigliano" a Buddha, o piuttosto che "sono" il Buddha. Il culto "somiglia" a quello del Tibet, non "è"... Kinkaid sta cercando di utilizzare analogie per spiegare la sua scoperta. È l’anonimo autore dell’articolo a stabilire il collegamento con l’Egitto, e la sua mente propende per una delle più grandi scoperte di tutti i tempi. Tuttavia, il giornale apparentemente non ha mai dato un seguito alla storia.
Sebbene il coinvolgimento della Smithsonian Institution faccia pensare alla possibilità di un oscuramento (come alcuni hanno sostenuto), questo non dimostra né che l’intera storia sia un falso, né che sia vera, né che il giornale possa avere fabbricato la storia. "Kinkaid" può essere stato presente, e può avere gonfiato le proprie credenziali. In estrema alternativa, può essere persino tutto avvenuto come si narra, oppure può essere un falso, ma fatto da chi?
Il giornale era piuttosto esplicito al riguardo. Potrebbe essere stata una truffa del suo stesso editore, nel tentativo di vendere più giornali, ma in tal caso ci si aspetterebbe di leggere di più sul ritrovamento, compresi annunci come "il seguito nella prossima edizione", per sollecitare l’appetito del pubblico.
L’anonimo articolista potrebbe aver fabbricato la storia lui stesso, forse perché non aveva di che riempire l’intero giornale. Forse... il che lascia Kinkaid. Nel suo primo racconto, si legge che egli ha affermato di aver compiuto scoperte archeologiche, ma sembra che queste si siano verificate tutte in proprio. Inoltre, egli avrebbe scattato numerose fotografie. Dobbiamo sottolineare che la scoperta della rete di gallerie sotterranee si è verificata prima che il primo racconto fosse scritto. In realtà, sembra che la scoperta fosse stata fatta circa quattro o sei mesi prima dell’articolo. Ma dal secondo racconto apprendiamo che Kinkaid apparentemente non viaggiava da solo, ma era aiutato da un professore della Smithsonian. Inoltre, sembra non aver fatto foto della sua scoperta. Sebbene egli sostenga che l’accesso era stato molto difficile, ci si aspetterebbe che Kinkaid avesse portato alcune fotografie della zona.
Nell’articolo sulla Phoenix (Arizona) Gazette del 5 aprile 1909 si afferma che Kinkaid "ha riferito la storia" della "cittadella sotterranea" "alla città" (Phoenix e la Gazzette) "ieri" (4 aprile 1909), dopo avere "scoperto" il sito "alcuni mesi fa". È chiaro che il giornale sta riferendo su informazioni recenti. Ma perché Kinkaid non avesse incluso la sua scoperta nel suo racconto originale, in marzo, è più enigmatico. Anche se il giornale a maggio avesse voluto aspettare a rivelarlo, il ritardo appare per intero causato da Kinkaid.
In assenza di tracce di Kinkaid, però, come si può affermare realmente che egli sia esistito? Jack Andrews ha sottolineato che Kinkaid potrebbe essere stato una vera e propria persona. Nel resoconto del giornale, si dice che Kinkaid era "alla ricerca di minerali".
"Sono stato in viaggio verso il basso fiume Colorado, in una barca, da solo, alla ricerca di minerali".
Il Canyon è una nota fonte di minerali, compreso il rame. Ma nel 1908, l’anno della spedizione di Kinkaid, il Presidente Theodore Roosevelt aveva incluso il Canyon in una National Forest, con la chiusura all’attività mineraria o a qualsiasi attività di prospezione. Andrews ha inoltre dimostrato che la zona in cui egli avrebbe trovato la grotta era un noto campo di prospezione. Così potrebbe essere vero... anche se forse il giornale ha sbagliato il suo nome... Un errore d’ortografia potrebbe inviare qualsiasi ricercatore fuori dalla strada giusta, portando alla conclusione che una persona non sia esistita.
Che dire poi, a proposito della grotta? È un dato di fatto che il Canyon presenta molte buche e grotte, la maggior parte delle quali sono state scoperte da escursionisti. Chiaramente favorita per una connessione con l’Egitto è l’area attorno a Ninety-four Mile Creek e Trinity Creek, che ha siti con nomi come il Tempio di Iside, la Torre di Set, la Torre di Ra, il Tempio di Horus, il Tempio di Osiride, ecc. Nella zona di Haunted Canyon ci sono nomi come la Piramide di Cheope, il Chiostro di Buddha, il Tempio di Buddha, Shiva e il empio di Manu e il Tempio di Shiva.
In un libro intitolato "L’antico segreto del Fiore della Vita" (vol. II, pag 302), si sostiene che due escursionisti, lungo la strada per il Tempio di Iside, trovarono una piramide, composta di roccia nativa. Una volta giunti al Tempio di Iside, affermarono di aver visto una serie d’ingressi di grotte. Essi affermarono che gli ingressi alle grotte erano ad un’altezza di 800 piedi, e che si arrampicarono, sperando di entrare in quella che sembrava la grotta più promettente. Invece la trovarono sbarrata da rocce. A loro parere, l’ingresso era stato fatto dall’uomo e c’era un’apertura circolare di 6 piedi, scavata nel soffitto.
Non è noto se si tratti d’una vera scoperta, o d’un racconto non rilevante per la cronaca. Il Tempio di Iside è a più di 40 miglia dal luogo citato dal nostro articolo di giornale. Inoltre, esso è solo una delle numerose cavità nel Grand Canyon chiamate con termini come ‘egizio, greco, indù, cinesi’ e con nomi di divinità dei paesi nordici. L’origine dei nomi piuttosto esoterica è misteriosa, quasi come lo stesso Canyon, e ha dato luogo a più d’una speculazione su ciò che i primi esploratori potessero avervi trovato. Ma può anche essere una perfetta memoria del tempo in cui vi si trovavano cose egiziane ed indiane, che dovevano emanare un grande fascino.
Jack Andrews sostiene di aver conosciuto "la posizione di questa grotta [quella di Kinkaid] sin dal 1972. Ho mantenuto il segreto da allora".
Nel giugno 2001, ritenne che fosse "il momento buono di rivelare la posizione". Ma poi aggiunge che non ha mai scoperto la "posizione fisica" di questa scoperta. Dalla sua descrizione, appare come se egli avesse "visto" il sito in un sogno o in una visione, ma non avesse mai messo piede al suo interno.
Tuttavia, si può tentare di utilizzare le scarse informazioni di Kinkaid sul sito, "quarantadue miglia su per il fiume dal canyon di El Tovar Crystal..." Questo non è molto preciso. Andrews ritiene che la grotta si trovi in una profonda gola del fiume, conosciuta come Marble Canyon, che è accessibile "arrivando in barca o in un gommone galleggiante, oppure a piedi dal bordo della gola del fiume Little Colorado, sulla riserva Navajo". Andrews enuncia alcune altre possibilità, che sembrano tutte abbastanza credibili, per arrivare da qualche parte... ma non necessariamente all’interno della grotta. Kinkaid ha scritto che "l’ingresso è 1486 piedi sotto la parete del Grand Canyon". Sicuramente non è un accesso adatto per i deboli di cuore, e ci si pone la questione di come lo stesso Kinkaid fosse riuscito nell’impresa.
Andrews conclude: "Penso che la "grotta" descritta nella storia di testa dell’Arizona Gazette del 5 aprile 1909, con la sua fantastica collocazione sotterranea, si trovasse, e si possa ancora trovare, al di sopra di un tratto lungo sei miglia del fiume Colorado nel Marble Canyon, al confine tra il Marble Canyon e la Navajo Nation, sopra una zona vicino alle Kwagunt Rapids. “È possibile che sia ancora da scoprire? Un ranger ha detto che ‘la zona del parco è molto remota e fino ad oggi [2000] la nostra conoscenza del territorio è piuttosto esile, e francamente, non si tratta di un settore che regolarmente si pattuglia [...], la zona è raramente visitata’”.
Gli scettici hanno espresso molte critiche ad Andrews, mentre altri hanno creduto senza esitazioni alla storia. Una cosa è interpretare la negazione della Smithsonian come prova di un cover-up, ma l’interpretazione che ne ha fatto David Icke è un’altra cosa. In "The Biggest Secret", egli scrive testualmente: "Nel 1909 una città sotterranea, costruita con la precisione della Grande Piramide, è stata trovata da G.E. Kincaid vicino al Grand Canyon in Arizona. Era grande abbastanza per accogliere 50.000 persone e vi sono stati trovati corpi mummificati di origine orientale o egiziana, secondo il leader della spedizione, Professor S.A. Jordan. Una mia personale ricerca suggerisce che essa deriva a noi da un’altra dimensione, la quarta dimensione inferiore, in cui il controllo e la manipolazione dei rettili è la principalmente capacità".
La storia continua a crescere e crescere, ora le grotte ospitano una notevole popolazione. Icke poi aggiunge la sua "ricerca", utilizzando la storia come "prova" per la sua teoria del controllo dei rettili.
Questo dove ci conduce? Forse la risposta è da qualche parte nel mezzo della controversia. Fra tante grotte, alcune devono pur contenere qualcosa. Kinkaid non ha mai detto che era qualcosa d’egiziano - ha solo abbozzato un confronto. Si potrebbe semplicemente dire che si trattasse di qualcosa fatto dai nativi...
La prima cultura ad occupare la vallata fu quella degli Anasazi, che arrivarono nella regione intorno al 500 d.C., cacciatori di piccola selvaggina e coltivatori di mais e di zucche per la loro sussistenza. Verso il 1000 d.C., la loro cultura era avanzata a un punto tale, che avevano iniziato a sviluppare un proprio stile distintivo di ceramica, avanzati metodi di produzione agricola, ed una singolare forma di dimora conosciuta come "pueblo".
Degli uomini del passato più antico, abbiamo trovato sepolture in grotte. Inoltre, molte culture hanno elaborato le grotte delle falesie e delle scogliere, in particolare se sono rivolte verso il sorgere del sole, in molti luoghi sacri, spesso cimiteri. Esempi di questo esistono in Francia nei Pirenei, ma il canyon cretese noto come Valle dei Morti o la falesia africana dei Dogon costituiscono un comune denominatore, ad indicare che grotte e scogliere erano favorite, sin dalla remota antichità. Perché il Grand Canyon dovrebbe essere diverso? E se così fosse, allora è del tutto possibile che resti umani siano stati trovati ... e forse continueranno ad essere trovati.
Piuttosto che di origini egiziane o tibetane, però, mi pare che siano più probabilmente resti degli Anasazi. Gruppi di Anasazi, ampiamente disseminati in tutto il sud del Colorado Plateau, e nella parte superiore del bacino del Rio Grande, definirono le loro somiglianze - e le loro differenze - in gran parte di "Case Grandi" o "abitazioni rupestri" a più piani, in pueblos composti di diverse stanze. Questo li collega tra loro, anche se i singoli gruppi stessi hanno sostenuto più spesso le reciproche differenze che non le somiglianze.
Il sito infatti è vicino ad un centro dei Navajo, che sono uno dei popoli discendenti degli Anasazi, che significa "antichi" in lingua Navajo. Nel Canyon de Chelly c’è la cosiddetta Mummy Cave, l’ultimo sito noto occupato dagli Anasazi nella zona.
Situate in una grande alcova protetta, circa 300 piedi sopra il fondo del canyon, le due grotte adiacenti recano i resti di una dimora a più piani composta di circa 55 camere e quattro strutture circolari cerimoniali, o kivas, forse risalenti al 1050.
La prima spedizione della Smithsonian chiamò il canyon "del Muerto", per i due antichi corpi che vi trovò sepolti. C’è dunque qualcosa di molto simile a quanto sostiene Kinkaid: una grotta, in una rupe, con una complessa serie di stanze, che contengono anche mummie ... e la Smithsonian è coinvolta. L’unica grande differenza sta nel fatto che questo sito è conosciuto, mentre quello di Kinkaid non lo è. Ma ciò che Mummy Cave altrettanto dimostra, è che non vi è alcuna necessità di tibetani o egiziani, ma che i suoi occupanti sono più probabilmente i locali Anasazi... se è esistita ... e perché no? Mummy Cave può sembrare molto diversa da come immaginiamo quella che descrive Kinkaid ... Ma sappiamo così poco di Kinkaid ... Anche se questa storia può o non può essere vera, esempi come la Mummy Cave hanno dimostrato che la storia di Kinkaid può non essere tanto importante quanto molti credono che sia. Anche se Kinkaid e Jordan sono persone reali, la sensazionalistica aura della relazione deriva tutta da quanto ha scritto l’anonimo autore. E anche se fosse una segnalazione veritiera, con il clima attuale, si può immaginare il motivo per cui la gente avrebbe potuto facilmente scambiato con una cultura antica una locale cultura indiana. È solo perché non si credeva che gli indiani possedessero un livello di sviluppo evoluto, per cui, quasi de facto, il sito doveva essere del "Vecchio Mondo" ... Nel XXI secolo, sappiamo certamente di più.

L’articolo della Gazette:

ESPLORAZIONI NEL GRAND CANYON

Misteri dell’immensa Rich Cavern portati alla luce
Jordan è entusiasta
Notevoli reperti antichi indicano persone migrate da Oriente


Le ultime notizie sul progresso delle esplorazioni di ciò che è oggi considerata dagli scienziati come non solo la scoperta archeologica più antica degli Stati Uniti, ma una delle più preziose al mondo, come è stato detto qualche tempo fa nella "Gazzetta", sono state presentate alla città ieri da parte di G.E. Kinkaid, l’esploratore che ha trovato la grande cittadella sotterranea del Grand Canyon, durante un viaggio da Green River, Wyoming, il Colorado, in una barca di legno, per Yuma, diversi mesi fa.
Secondo la storia raccontata alla Gazzetta da parte del signor Kinkaid, gli archeologi della Smithsonian Institution, che finanziava la spedizione, hanno compiuto scoperte che hanno quasi definitivamente dimostrato che la razza che abitava questa misteriosa grotta, scavata nella roccia da mani umane, era di origine orientale, forse dall’Egitto, all’epoca di Ramses. Se le loro teorie saranno sostenute dalla traduzione delle tavolette incise con geroglifici, il mistero della preistoria dei popoli del Nord America, le loro antiche arti, chi fossero e da dove fossero venuti, saranno risolti. L’Egitto e il Nilo, e l’Arizona e il Colorado saranno collegati tra loro da una catena storica esecuzione che risale sino ad un’epoca tale da far barcollare gli scrittori di fantascienza.

Un esame approfondito

Sotto la direzione del Prof. S. A. Jordan, la Smithsonian Institution sta proseguendo una più approfondita ricerca, che sarà portata avanti fino a quando l’ultimo anello della catena non sia chiarito. Quasi un miglio sotto terra, a circa 1480 piedi sotto la superficie, si è percorso il tunnel principale, per trovare un’altra gigantesca camera da cui si irradia una rete di passaggi, come i raggi di una ruota.
Diverse centinaia di camere sono state scoperte, raggiunte da passaggi che si dipartono dalla principale. Uno di loro è stato esplorato per 854 piedi e l’altro per 634. Le recenti scoperte includono oggetti che non sono mai stati conosciuti come nativi di questo paese, e senza dubbio hanno la loro origine in Oriente. Armi da guerra, strumenti di rame, dal taglio forte e duro come l’acciaio, indicano l’alto stato di civiltà raggiunto da queste strane persone. Gli scienziati si sono mostrati talmente interessati che i preparativi sono stati fatti per allargare il campo di studi, e l’organico sarà aumentato a trenta o quaranta persone.

La relazione del Sig. Kinkaid

Il Sig. Kinkaid è stato il primo bambino bianco nato in Idaho ed è stato un esploratore e cacciatore per tutta la sua vita, per trenta anni è stato al servizio della Smithsonian Institution. Anche raccontata in breve, la sua storia suona favolosa, quasi grottesca.
"In primo luogo, vorrei sottolineare che la caverna è quasi inaccessibile. L’ingresso si trova 1486 piedi verso il basso, sulla parete del gran canyon. Si trova sul territorio del governo e nessuna visita sarà consentita sotto pena di violazione. Gli scienziati desiderano lavorare indisturbati, senza paura che le scoperte archeologiche siano rovinate da vandali o cacciatori di tesori. Un viaggio sarebbe inutile, e il visitatore sarebbe rispedito per la sua strada. La storia di come ho trovato la caverna è stata raccontata, ma in un punto: stavo viaggiando verso il basso Colorado fiume in barca, da solo, alla ricerca di minerali. Circa quarantadue miglia lungo il fiume dal canyon El Tovar Crystal ho visto, sulla parete orientale, macchie nella formazione sedimentaria circa 2000 piedi sopra il letto del fiume. Non c’era nessun sentiero in quel punto, ma l’ho finalmente raggiunto con gran difficoltà.
Al di sopra di una piattaforma che nasconde la vista dal fiume, c’era l’ingresso della grotta. Ci sono gradini che conducono da questo ingresso a circa trenta metri di distanza, sino a ciò che era, al momento in cui la grotta era abitata, il livello del fiume. Quando vidi i segni di scalpello sulla parete presso l’entrata, il mio interesse si risvegliò, impugnai la pistola ed entrai. Penetrai per diverse decine di metri lungo il passaggio principale, sino ad arrivare alla cripta nella quale ho scoperto le mummie. Ne misi una in posizione per fotografarla con il lampo del flash. Ho raccolto un certo numero d’oggetti, che ho portato giù per il Colorado sino a Yuma, da dove li ho spediti a Washington con i particolari della scoperta. Dopo di che, furono intraprese le esplorazioni.

I passaggi

Il passaggio principale è di circa 12 piedi di larghezza, che si riducono a nove verso la fine. A 57 piedi dall’ingresso si aprono i primi passaggi laterali a destra e a sinistra , su entrambi i lati, che conducono a un certo numero di camere grandi all’incirca 10 o 13 metri. Vi si entra da porte ovali e sono ventilate da aperture tonde, ricavate nello spessore delle pareti dei passaggi. I passaggi sono larghi poco più d’un metro e sono lavorati con lo scalpello, ben definiti, come se li avesse tracciati un ingegnere. I soffitti di molte camere convergono verso la sommità. I passaggi laterali vicino all’ingresso formano un angolo acuto dalla sala principale, ma poi piegano gradualmente sino ad un angolo retto.

Il Santuario

A una trentina di metri dall’ ingresso c’è la sala d’incrocio, lunga diverse centinaia di piedi, in cui si trova l’idolo, o immagine, del dio di quella gente, seduto a gambe incrociate, con un fiore di loto o giglio in ogni mano. L’aspetto del viso è orientale, come le decorazioni incise in questa caverna. L’idolo assomiglia a Buddha, anche se gli scienziati non sono certi per quanto riguarda il culto religioso, che esso rappresenta. Prendendo in considerazione tutto ciò che finora si è trovato, è possibile che questo culto assomigli a quello dell’antico popolo del Tibet.
Intorno all’idolo vi sono più piccole immagini, alcune molto belle in forma, altre col collo storto e forme distorte, simboliche, probabilmente, del bene e del male. Ci sono due grandi cactus con bracci sporgenti, uno su ciascun lato del palco su cui il dio campeggia. Tutto questo è scavato nella viva roccia, simile al marmo. Nell’angolo opposto della sala sono stati trovati strumenti di tutte le descrizioni, fatti di rame. Questa gente sicuramente conosceva un’arte perduta per l’indurimento questo metallo, che poi è stata cercata per via chimica per secoli, senza risultato. Su una panchina che corre tutto intorno c’era uno stato di circa di carbone con altri materiali, probabilmente utilizzati nel processo. Vi sono anche scorie e roba simile a stampi, il che dimostra che questi antichi uomini fondevano i minerali, ma finora nessuna traccia di dove e come questo fosse fatto è stata scoperta, né l’origine del minerale.
"Tra gli altri reperti vi sono urne o vasi e tazze di rame e d’oro, con forme artistiche. Il lavoro comprende ceramiche e vetri smaltati. Un altro passaggio porta a granai, come si trovano nei templi orientali. Essi contengono semi di vario genere. Un gran magazzino non è ancora stato esplorato, in quanto si trova a dodici piedi d’altezza e può essere raggiunto solo da sopra. Due ganci di rame pendono sul bordo, il che indica che una sorta di scaletta era collegata. Questi granai sono arrotondati, e i materiali di cui sono costruiti, a mio avviso, sono fatti con cemento molto duro. Un metallo grigio si trova anche in questa caverna, puzzle che gli scienziati, perché la sua identità non è stata stabilita. Somiglia al platino. Sparsi ovunque sul pavimento ovunque sono ciò che la gente chiama "occhi di gatto", una pietra gialla di non grande valore. Ognuno è inciso con una testa del tipo malese.

I geroglifici

"Su tutte le urne, su pareti o porte, e tavole di pietra, sono state trovate immagini di misteriosi geroglifici, la cui chiave la Smithsonian Institution spera ancora di scoprire. Le incisioni sulle tavole probabilmente hanno qualcosa a che fare con la religione di quella gente. Geroglifici simili sono stati trovati in Arizona meridionale. Tra i graffiti pittorici, si trovano solo due animali. Uno è di tipo preistorico".

La Cripta

"La tomba o cripta in cui sono state trovate le mummie è una delle camere più grandi, con le pareti piegate indietro ad un angolo di circa 35 gradi. Ci sono diversi livelli di mummie, ognuno occupa una piattaforma scavata. Alla testa di ciascuno è un piccolo banco, in cui si trovano tazze di rame e pezzi di spade rotte. Alcune delle mummie sono coperte di fango, e tutte sono avvolte in involucri di corteccia.
Le urne o coppe dei livelli più bassi sono grezze, mentre nei ripiani più alti si raggiungono urne eccellenti nel design, che mostrano un notevole stadio di civiltà. È degno di nota che tutte le mummie esaminate finora hanno dimostrato di essere di sesso maschile, senza che i figli o le donne fossero sepolti qui. Ciò porta a credere che fosse la sezione esterna di una caserma di guerrieri.
"Tra le scoperte non sono state trovate ossa di animali, né pelli, nessun abbigliamento, né biancheria da letto. Molte delle camere sono nude, ma con recipienti per l’acqua. Una stanza, di circa 40 per 700 piedi, era probabilmente la sala da pranzo principale, e vi si trovano utensili da cucina. Non si sa chi vivesse qui, anche se si presume che venisse a sud in inverno verso le fattorie d’allevamento nelle valli, e risalisse a nord in estate.
Sino a 50.000 persone potrebbero avere vissuto in queste caverne comodamente. Una teoria è che le attuali tribù indiane dell’Arizona siano discendenti dei contadini o schiavi del popolo che abitava la grotta. Indubbiamente, molte migliaia di anni prima dell’era cristiana, un popolo visse qui e raggiunse un alto stadio di civiltà. La cronologia della storia umana è piena di lacune. Il Professor Jordan è molto entusiasta delle scoperte e ritiene che la ricerca si rivelerà d’incalcolabile valore archeologico.
"Una cosa di cui non ho parlato, ma che può essere interessante: c’è una camera di passaggio priva d’aerazione, e quando ci siamo avvicinati siamo rimasti colpiti da un odore mortale, terribile, come una puzza di serpenti. La luce che avevamo a nostra disposizione non riusciva a penetrare nel buio, e non sappiamo ciò che la camera possa contenere. Alcuni dicono serpenti, ma altri rifiutano quest’idea e penso che possa contenere un mortale gas o sostanze chimiche utilizzate dagli antichi. Non si sentivano suoni, ma solo l’odore di serpenti. L’intero sotterraneo fa tremare i nervi. La tristezza vi pesa sulle spalle, e oltre le nostre torce e candele c’erano solo le tenebre più nere. L’immaginazione può sbizzarrirsi in congetture e sogni, per ripercorrere e ricostruire i secoli che sono trascorsi".

Fonte: www.philipcoppens.com/egyptiancanyon.html




ufologo 555
00venerdì 17 febbraio 2012 10:07
Riguardo alla "Grande Piramide" o Piramide di "Cheope", ho postato molto anch'io, con tanto di esperimenti : www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=2064&whichpage=7 [SM=g27993]



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