Egitto misterioso

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Gabrjel
00sabato 25 febbraio 2012 15:24
ALIANTE O UCCELLO DI SAQQARA?

Nel 1891 furono portati alla luce a Saqqara, in Egitto, la sepoltura e i resti di un funzionario tolemaico minore di nome Padi – Imen (Amun). Anche se i resti erano datati al 200 a.C. circa, facevano parte dei risultati di uno scavo generale associato con la tomba della regina Khuit, una delle mogli del faraone Teti della sesta dinastia, di due millenni prima. Come era prassi comune durante il successivo periodo tolemaico, molte delle tombe di dignitari dell’ex corte reale furono riutilizzate, e perciò gli oggetti della sepoltura di Padi – Imen erano mescolati ai manufatti dell’Antico Regno portati alla luce. 
Nel 1898 i reperti scoperti furono avviati al Museo del Cairo. Tra i pezzi tolemaici c’era un curioso oggetto alato, catalogato come registro speciale n° 6347 (anche designato con il numero 33109). Nel contesto della mentalità tecnologica di oggi, possiamo immediatamente accorgerci, a prima vista, che somiglia stranamente a un aliante di qualche tipo. Ma poiché al momento della sua scoperta mancavano ancora diversi anni alla nascita dell’aviazione moderna – il primo volo dei fratelli Wright, non ha avuto luogo sino al 1903 – l’oggetto strano fu accantonato tra vari altri reperti, a raccogliere la polvere, senza che ne fossero riconosciute e studiate le inusuali caratteristiche. 
Nel 1969, oltre settant’anni dopo, il dottor Dawoud Kahlil Messiha – un egittologo, medico e professore d’Anatomia per le arti mediche all’Università di Helwan – stava esaminando un particolare cassetto del museo nella stanza n. 22, etichettato come "figurine d’uccelli".



Gli altri oggetti contenuti nel cassetto erano chiaramente sculture d’uccelli, ma il manufatto di Saqqara era diverso. Esso possedeva caratteristiche non presenti negli uccelli, ma che fanno parte delle linee di un moderno aereo. Il dottor Messiha era un appassionato di aeromodellismo e membro dell’Egyptian Aeromodelers Club, e riconobbe immediatamente le caratteristiche degli aeromobili e convinse il sottosegretario del Ministero della Cultura egiziano a formare un comitato per studiare il modello. Nelle riunioni del comitato, tra il 1970 e l’inizio del 1971, i partecipanti, storici e esperti di aviazione, furono così impressionato dalle loro scoperte, che si raccomandò che il modello fosse messo nella Hall Centrale del Museo del Cairo per una mostra temporanea. Successivamente esso fu riportato al magazzino, e oggi è ancora ospitato nella stanza n. 22, al secondo piano. 
L’oggetto d’artigianato è fatto di legno d’acero molto leggero e pesa 39,12 grammi. Le uniche decorazioni che esso reca sono occhi debolmente dipinti sul muso e due linee rosse sotto le ali, in modo simile alle decorazioni che compaiono sugli aerei moderni. I punti degli occhi sono in realtà le estremità di una barra di ossidiana molto piccola, infilata attraverso la testa, che dà all’apparecchio un peso importante per il bilanciamento. 
Le ali del modello sono diritte e aerodinamiche, con una luce di 18,3 centimetri. Il suo muso appuntito è lungo 3,2 centimetri. La lunghezza totale del corpo dell’apparecchio è di 14,2 centimetri, ed esso è affusolato, terminante con una pinna caudale verticale. Il dottor Messiha trovò la prova di un pezzo di coda ad ala che molto probabilmente una volta era stato attaccato alla coda verticale, proprio come il timone di coda su un aereo moderno. Anche sulla coda può essere vista una debole iscrizione geroglifica che recita: "Il dono di Amun", che era la divinità egizia associata con il vento. Il dottor Messiha, intervistato il 18 Maggio 1972 dal Times di Londra, fece queste osservazioni sulla forma e la raffinatezza dell’antico aereo:

"La coda è la cosa più interessante che distingue questo modello da tutti gli altri che sono stati scoperti. Nessun uccello presenta la parte posteriore del corpo di una tale forma, che somigli al modello. Inoltre, vi è una scanalatura sotto la pinna di un piano di coda (traversa), il quale però è mancante. Questo non è un modello–giocattolo, è un progetto troppo ben elaborato con criteri scientifici, e c’è voluta molta abilità per farlo".

Una versione in grande scala dell’aereo potrebbe avere volato per trasportare carichi pesanti, ma a bassa velocità, tra 45 e 65 miglia orarie. Non è noto, tuttavia, quale fosse la fonte di energia dell’antico apparecchio. Diversi ingegneri hanno fatto notare che il modello così com’è rappresenta un aliante perfetto. In realtà, sarebbe bastato lo sforzo di una piccola catapulta per mandare in aria un modello a grandezza naturale. Semplicemente utilizzando le correnti di calore che salgono al largo dei deserti egiziani su entrambi i lati del Nilo, un apparecchio come questo aliante sarebbe stato in grado di rimanere in aria a tempo indeterminato, se manovrato da esperti qualificati. Lo stesso modellino, benché abbia più di duemila anni, è in grado di percorrere una breve distanza con solo un leggero scatto della mano. Come il dottor Messiha ha scoperto, repliche di balsa completamente restaurate potrebbero viaggiare ancora più lontano. 
Poco prima del periodo di tempo da cui il piccolo modello è venuto, un filosofo e amico di Platone, Archita di Taranto (circa 400–365 a.C.), si dice che abbia con successo "messo in moto una macchina volante, sotto forma di una colomba di legno, azionata da aria compressa". La fonte dei suoi piani di costruzione e disegni era stata ricavata da manoscritti che forse si trovavano nella Biblioteca di Alessandria, risalenti ad un periodo già considerato antico ai suoi L’aliante di Saqqara comprende nel suo progettoelementi di forme che sembrano essere state standardizzate dagli antichi Egizi per un lungo periodo di tempo. Tre figure in rilievo del tempio di Khonsu a Karnak, la più antica delle quali risale al tempo di Ramses III, ossia mille anni prima che il modello di Saqqara fosse fatto, mostrano sulla cima degli alberi delle navi reali sagome aerodinamiche a forma d’uccello, che hanno l’aspetto molto simile all’aliante di legno, completo di ali fisse, che si allargano rigide, e della coda verticale. 
Come il progettista e costruttore moderno di alianti per il volo libero Martin Gregorie ha ricordato, la definizione intrinseca di queste statuette antiche, come quella del modello di Saqqara, ne avrebbe fatto oggetti dall’aerodinamica eccellente, perché avrebbero puntato direttamente e costantemente nel vento e non avrebbe deviato da un lato all’altro. 
Sulla base di questi rilievi, e dell’aliante di Saqqara, la modellatrice creativa e storica dell’aviazione Paula Mercado ha elaborato i disegni dettagliati per una versione moderna dell’antico aliante, che ogni appassionato di modellini di piccole dimensioni può costruire e far volare con successo oggi. Eppure la questione rimane aperta, che cosa fosse realmente l’originale "uccello" di Saqqara? Come il dottor Messiha ha osservato, gli antichi egizi hanno sempre costruito modelli in scala di tutto quello con cui avevano familiarità nella loro vita quotidiana e li collocavano nelle loro tombe: modelli di templi, di navi, di carri, di servi e di animali. Ora che abbiamo trovato un modello di aereo, il dottor Messiha si chiede se magari da qualche parte sotto le sabbie del deserto, lungo il Nilo, non ci siano ancora da portare alla luce i resti di alianti a grandezza naturale, dopo dai quali l’aliante di Saqqara è stato copiato. 
Durante i miei 25 viaggi in Egitto tra il 1981 e il 1997, ho avuto numerose occasioni d’incontro con il dottor Messiha e la sua famiglia. E’ stato così gentile da prendere una pausa dagli impegni della sua pratica medica e delle lezioni, per parlare con i nostri gruppi di turisti, in varie occasioni, anche per accompagnarci a volte a Saqqara e mostrarci dove il modello d’aliante era stato trovato. Due volte sono stato anche invitato nella sua casa per la cena e per incontrare un gruppo d’intellettuali locali. In una di queste visite private mi ha mostrato il modello di balsa dell’aliante di Saqqara che aveva fatto e mi ha permesso di lanciarlo in un "volo di prova" attraverso il suo soggiorno. Il modello del dottore è circa cinque volte maggiore della dimensione del piccolo aliante nel Museo del Cairo, per renderlo più idoneo al volo, ma ho potuto vedere chiaramente che egli aveva fedelmente incorporato tutte le caratteristiche progettuali del manufatto antico. 
Il Dr. Messiha mi disse che era del parere che il modello della tomba fosse l’impressione di un artista di qualcosa di molto più grande, che aveva visto da vicino e in funzione quando era vivo. L’oggetto in legno, quando era in perfette condizioni, probabilmente non volava molto bene. Ma questo non era stato il suo scopo. Il suo scopo, per quanto l’artista poteva aver desiderato, era quello di fare una semplice replica ridotta di qualcosa degno di stare in una tomba come offerta per l’aldilà. Come il dottor Messiha ha osservato, la maggior parte delle caratteristiche progettuali del modello, se trasportate in scala reale, erano state accuratamente riprodotte artisticamente al punto da risultare ancora chiaramente identificabili oltre duemila anni dopo. 
Non molto tempo prima della sua morte, avvenuta nel 1998, il dottor Messiha prese accordi per incontrare uno dei nostri tour nel Museo del Cairo. Egli ci accompagnò sino alla stanza n. 22, che il museo teneva temporaneamente chiusa, appositamente per il nostro gruppo. Con il permesso e sotto la supervisione di un funzionario del museo che era stato un collega del medico, la vetrina è stata aperta, e per quasi un’ora abbiamo avuto il privilegio di esaminare da vicino l’aliante di Saqqara. Purtroppo, a causa della politica del Museo, non ci fu permesso riprenderlo con fotografie o in video, ma ho preso accurati appunti personali delle osservazioni del Dr. Messiha e di quello che ho visto. 
La prima impressione che si ha guardando il modello è che esso non è l’espressione artistica di un uccello. A differenza d’altri oggetti nella stessa vetrina, in cui è mantenuta la forma del modello, non ci sono interpretazioni di zampe, piedi, di ali simili a quelle d’un uccello in volo, d’un becco pronunciato, o rappresentazione artistica di piume, disegnate o scolpite. 
C’è una leggera sporgenza sul davanti che potrebbe suggerire un becco, ma fa parte del disegno aerodinamico complessivo. Nessuna vernice o cambiamento di colorazione è stata usata per accentuare l’esistenza del becco d’un uccello a becco, mentre esso ha un caratteristico profilo che è parte essenziale della fusoliera. 
Non ci sono buchi sulla superficie del corpo del modello, che potessero servire a fissare piume, o i piedi, o anche un palo sul quale farlo girare, come alcuni hanno sostenuto, nel caso che l’oggetto fosse un tempo utilizzato come una banderuola. Quando mi è stato consegnato l’aliante l’ho girato con cura, perché non ci sono fotografie pubblicate che mostrano la parte inferiore. Non ho trovato alcuna prova di fori in cui le gambe o i piedi potessero essere fissati, o di fori più piccoli in cui le piume avrebbero potuto essere inserite. Il ventre era relativamente liscio, compatibilmente con l’età. L’unico rientro originale significativo che ho potuto vedere è stato al centro della parte superiore dell’ala, dove le ali si attaccavano al corpo principale. 
Vi è, certo, un rientro importante circolare nella parte inferiore del manufatto, ma ci sono chiare prove che questo è stato aggiunto subito dopo che l’oggetto era arrivato al museo del Cairo, verso l’inizio del secolo scorso. Il "buco" superficiale fu fatto deliberatamente dal vecchio dipartimento di restauro del Museo, in modo da poter montare il pezzo su un supporto per metterlo in mostra. Simili dentellature moderne possono essere osservate sulle figurine di uccello che condividono lo spazio con l’aliante di Saqqara nella sua vetrina. Ognuno di questi fori era un complemento necessario per il montaggio, ai fini espositivi.



L’artefatto non presenta nessun tentativo artistico d’imitazione di piume. Gli scettici hanno suggerito che le piume dipinte potrebbero essere svanite nel tempo. Ma ho avuto il tempo di visionare attentamente praticamente ogni millimetro quadrato del modello, e non ho visto nessuna immagine di piume, né macchie di vernice che indicassero il residuo che sarebbe stato lasciato se la superficie del modello fosse stata trattata con un qualche tipo di vernice di rivestimento, successivamente alterato. Le uniche immagini dipinte che ho potuto rilevare erano i semplici contorni degli occhi, due righe sotto l’ala, l’iscrizione vicino alla coda, e un numero di catalogo inserito in tempi moderni. Le iscrizioni antiche, come il dottor Messiha mi ha fatto notare, potrebbero essere state aggiunte sul modello come un ripensamento, come uno sforzo per farne una reliquia religiosa, per meglio adattarsi nell’ambiente d’una tomba. Oppure, come altri ricercatori hanno ipotizzato, esse possono avere rispecchiato disegni effettivamente visti dall’artista sull’apparecchio originale, dello stesso tipo delle decorazioni che si vedono sugli aerei moderni. Gli scettici sostengono anche che il modello è stato fatto per assomigliare ad un falco, perché era destinato ad essere un oggetto cerimoniale comunemente utilizzato per rappresentare una delle due principali divinità dalla testa di falco dell’antico Egitto, o Horus o Ra–Harakhty. 
In realtà, questo argomento funziona al contrario. Nell’iconografia sacra egiziana, le immagini di Horus o di Ra–Harakhty erano invariabilmente rappresentate con simboli e corredi molto specifici. Horus nella sua forma integrale è stata sempre mostrato con un simbolo Ankh o Shen nei suoi artigli e con una Pshemty o doppia corona reale sulla fronte, mentre Ra–Harakhty non è mai stato ritratto senza un disco solare ben visibile, alla sommità della testa. Tali caratteristiche sono del tutto assenti sul modello di Saqqara, e un controllo delle sue superfici non ha rivelato punti in cui tali simboli divini importanti potessero essere un tempo fissati. In realtà, è l’evidente assenza di qualsiasi contrassegno sacro tradizionale che colloca il modello fuori dalla possibilità di essere un oggetto religioso e lo mette invece direttamente nel contesto di un artefatto tecnologico. 
Di gran lunga le due caratteristiche meno simili a quelle d’un uccello sono le ali del modello e la coda verticale. Questi sono intrinsecamente collegati con il suo corpo aerodinamico che è certamente molto simile ad un uccello, ancorché radicalmente diverso da qualsiasi altra delle antiche statue egiziane di uccelli, in particolare quelli divinizzati. Basta guardare le figure d’uccello esposte nello stesso cassetto del museo, insieme al modello, per vedere le differenze evidenti. I corpi delle figurine erano spesso leggermente deformati per accentuare la forza e la potenza divina, mentre le ali erano spalancate, le piume divaricate, o in una posizione d’attacco o in modalità di protezione. E la coda era invariabilmente a ventaglio orizzontale, quando le figure erano ritratte in volo. In contrasto, il corpo del nostro modello è elegante ma aerodinamicamente vero, le ali sono strette e fissate per fornire portanza all’aereo, e la coda posteriore è rigidamente verticale. Tutte queste sono caratteristiche distintive di un aliante, non un uccello.

Altri scettici hanno classificato il modello di Saqqara come nient’altro che un giocattolo d’un bambino. La domanda senza risposta, tuttavia, è se questo fosse solo un giocattolo, perché mai contiene tali caratteristiche di design sofisticato? L’esame del modello che ho fatto mi ha convinto che questa non era una creazione casuale, fatta per un capriccio di un antico artista, che cercava d’imitare un uccello in volo. Tenendo l’aliante in mano, ho avuto un forte senso del suo equilibrio intrinseco e della raffinatezza del design. Piuttosto che un semplice giocattolo, ho ritenuto che, al contrario, questo fosse il prodotto finale di una lunga serie di esperimenti eseguiti ad alta intensità da una moltitudine di seri ricercatori per un periodo di tempo molto lungo, forse più generazioni. Il modello aveva in primo luogo lo scopo di essere studiato e apprezzato come strumento d’apprendimento. 
Una delle principali critiche contro il fatto che modello di Saqqara sia un aliante è la mancanza apparente di un piano di coda stabilizzante. Alcuni autori hanno erroneamente scritto che il dottor Messiha aveva trovato un piano di coda, o che ci fosse un intaglio evidente nella coda verticale del modello, in cui un tempo era inserito tale piano orizzontale. Ma il dottor Messiha mi assicurò che non era vero. 
Tuttavia, come il dottore mi ha fatto notare, quando abbiamo esaminato l’aliante di Saqqara insieme, il’estremità inferiore della coda verticale, che si estende indietro nel corpo principale, è ruvida, per aspetto e al tatto, in contrasto con la levigatezza delle altre superfici. E’ evidente che un altro elemento di legno, che un tempo era parte del modello originale, prolungava la coda da questo punto, e che è stato successivamente spezzato. 
Ho anche rilevato che la parte superiore della coda verticale era schiacciata rispetto al suo contorno naturale, e vi è la possibilità anche che qualcosa fosse fissato qui in passato. In alcuni modelli di aerei moderni, infatti, il piano di coda è collocato nella parte superiore della coda verticale, invece che alla sua base. 
Guardando dal puro punto di vista delle funzioni funzione del design, l’unico componente che sarebbe stato posto logicamente in entrambe le posizioni sarebbe stato proprio un piano orizzontale di coda, e questo è l’unico elemento che manca. La maggioranza degli appassionati di aeromodellismo che hanno avuto il tempo e lo sforzo di costruire e far volare in realtà una replica dell’aliante di Saqqara, hanno aggiunto il piano di coda mancante esattamente nella posizione in cui uno molto probabilmente esso doveva esistere nel progetto originale, e hanno potuto constatare che l’aliante funziona molto bene e veleggia perfettamente in aria su una distanza notevole. 
Eppure, nonostante tutto quello che è stato studiato e osservato circa l’aliante di Saqqara, c’è una intransigenza nel mondo del pensiero conservatore che rifiuta di considerare anche che il volo potesse essere conosciuto in un antico passato. Tutto ciò che ci rimane sono "autorevoli" dichiarazioni come questa, che si trova su Internet, su Wikipedia: 
"Nessun aereo egiziano è mai stato trovato, né sono venute alla luce altre prove che ne suggeriscsno l’esistenza. Di conseguenza, la teoria che l’uccello di Saqqara è un modello di una macchina volante non è accettata dagli egittologi seri ed è generalmente considerata come pseudo–archeologia".

Gabrjel
00venerdì 9 marzo 2012 11:28
LIBRO "LA BARRIERA MAGNETICA" DI G.B. FERLINI

La stampa ci ha recentemente informati che l'astronomo Dick Walker, dell'Osservatorio dellaMarina Militare degli Stati Uniti, sostiene che sia errata la teoria secondo la quale la grande Piramide di Cheope sarebbe stata progettata e costruita in allineamento con la Stella Polare (teoriaperaltro sostenuta da oltre due secoli), perché in essa non si tiene conto del fatto che la Terra è soggetta allo spostamento dell'asse di rotazione, e quindi tale spostamento non è stato considerato per i diversi millenni trascorsi dalla costruzione della Piramide ad oggi. Il Prof. Walker dice di aver calcolato la posizione delle stelle nel cielo apparente e di aver accertato che non solo la Stella Polare ma neppure altre stelle di qualche importanza potevano essere visibili 4.800 anni fa dall'apertura del corridoio inclinato posto all'interno della Piramide e sulquale si fonda la nota teoria. In effetti si tratta di un corridoio che partendo dall'esterno dellaPiramide va verso il centro della stessa con un'inclinazione di 26,5 gradi fino ad una camerasotterranea. Secondo la vecchia tesi quel corridoio con quella inclinazione aveva lo scopo diconsentire la visibilità della Stella Polare dalla camera sotterranea.Il Prof. Walker sostiene che poiché l'asse di rotazione terrestre non rimane fermo, ma oscillalentamente, all'epoca della costruzione della Grande Piramide il corridoio, secondo i suoi calcoli,non era puntato verso la Stella Polare bensì su una stella della costellazione del Dragone. Inoltre pergiustificare la costruzione del corridoio con l'inclinazione di 26,5 gradi formula l'ipotesi che lostesso sia servito per far scivolare le pietre da costruzione verso l'interno della Piramide, infatti,secondo i suoi calcoli, per far scivolare la pietra calcarea verso il fondo di granito è appuntonecessaria un'inclinazione di 26 gradi.Dopo quanto è stato scrìtto in questo libro, non sarebbe neppure il caso di obiettare a quantoafferma il Prof. Walker, ma per amore della precisione, ritengo opportuno fare alcune osservazioni.In questo lavoro io non cito neppure il corridoio suddetto perché in effetti esso non serviva perl'allineamento con la Stella Polare, ma soltanto per lo studio del cielo ed aveva il medesimo scopodi un lungo cannocchiale. Con un sistema di lastre metalliche ben lucide a modo di specchio sistemate all'esterno ed all'interno del corridoio, i raggi dell'astro che si voleva studiare venivanoriflessi sul metallo e convogliati nella camera sotterranea. Spesso veniva usato questo sistema anche per convogliare nell'interno della camera sotterranea i raggi del sole ed avere così una sorgente di luce o di calore. Era un sistema intelligente che sovente veniva usato anche per riportare nell'internodella camera sotterranea l'ossigeno, per la vita di chi vi operava, dal momento che - come vienespiegato in questo libro - nell'interno delle Piramidi l'ossigeno stesso veniva eliminato per principiocostruttivo.Quindi chi ha sostenuto che era il corridoio che aveva lo scopo di effettuare l'allineamento con laStella Polare ha evidentemente fatto un errore, perché come ho precisato in questo saggio,l'allineamento era stabilito con uno spigolo della Piramide e non con altri punti o parti più o menodefinibili della Piramide stessa.Inoltre, per quanto riguarda lo spostamento dell'asse terrestre, la questione è fortemente discutibile.Infatti, si considerano stelle fisse quelle che rispetto al nostro punto di osservazione rimangono costantemente al medesimo posto, ma questo non vuol dire che l'intero Universo in realtà sia fisso omobile, visto che non esiste nello spazio un punto fisso al quale ci si possa riferire. Anche questoargomento è stato già esposto in questo lavoro ed è stato chiarito come da qualunque parte la siguardi uno spigolo della Piramide è sempre rivolto verso la Stella Polare, e questo anche se comeafferma il Prof. Walker c'è stato uno spostamento a causa della rotazione terrestre.Infine, c'è ancora da dire qualcosa a proposito dell'inclinazione del corridoio.Per poter costruire una piramide, il sistema unicamente possibile e valido per tutte le epoche èquello di realizzare dapprima le fondamenta poi il piano di base e quindi la sistemazione dei massil'uno sopra l'altro lasciando gli spazi vuoti per i passaggi, i corridoi, le camere, ecc., e questa sistemazione viene fatta logicamente dal basso verso l'alto.Se si considera che nel caso delle Piramidi in questione trattavasi di blocchi di calcare e di granitoda 2,5 a 15 tonnellate ciascuno (c'è qualcuno che dice addirittura da 2 a 70 tonnellate, e forse nonsbaglia perché i massi non erano tutti eguali), in ogni caso aventi la misura media di circa metri 5,20X 10,40 X 5,80, è assurdo pensare che quei bravi costruttori portassero i massi a circa 148 metri dialtezza per poi farli «scivolare» nell'interno della Piramide, senza contare che per poter inserire imassi interni altrettanto logicamente era necessario sistemare prima i massi esterni e periferici.È vero invece che una volta stabilita la base i massi poterono essere accatastati dapprimasistemando quelli interni e poi quelli esterni e la tecnica adottata è stata quella di aver fatto scorrerei massi su binari di legno preventivamente lubrificati con grasso.Circa poi il sistema adottato per portare i massi a livello del piano di scorrimento è stato quello delsollevamento bilanciato un po' come si fa oggi per sollevare i containers.Nell'interno di quattro solide torri in legno che nel caso della Piramide di Cheope devono esserestate alte almeno 150 metri e distanti l'una dall'altra almeno 20 metri con base quadrangolare dialtrettanti 20 o 30 metri di lato, veniva posto il masso da sollevare avvolto da enormi funi collegatead altrettanto enormi paranchi. Da notare che i paranchi erano costruiti da più tronchi di legnocircolari, posti ad eguale distanza l'uno dall'altro con possibilità di girare sul proprio asse efortemente ingrassati, e qui le funi potevano scorrere con notevole facilità. Si calcola che per il tiro delle funi siano stati utilizzati almeno 5.000 uomini e che per la costruzione delle 4 torri furono necessari due milioni di metri cubi di legname. Per il trasporto del legname lungo il Nilo vennero utilizzati altrettanti uomini e donne di tutte le età. Una volta che il masso sollevato era arrivato al livello del piano di scorrimento per permettergli diraggiungere il posto assegnatogli, al di sotto dello stesso veniva inserita un'ulteriore torre, sospinta dall'esterno delle 4 torri, e sistemata tra di esse. Il masso a questo punto veniva liberato dalle funi eappoggiato sulla testa della torre mobile, e quindi a mezzo di leve fatto scorrere sul binario discorrimento e sistemato nel luogo definitivo. Naturalmente la torre mobile dopo ogni operazione veniva riportata all'esterno delle torri fisse esulla testa della torre mobile veniva aggiunta una nuova testata a livello del nuovo piano discorrimento. Come si vede, pur con tutto il rispetto possibile per gli studi del Prof. Walker, dobbiamo ammettere che le cose dovettero andare un po' diversamente da quanto da lui sostenuto, e che alla costruzione concorsero anche altri fattori, molti dei quali ancora inesplicabili.

Scaricabile da qui >>> www.scribd.com/doc/48737489/La-barriera-magnetica-G-B-Ferlini-ocr-...

Buona lettura!
[SM=g10669]
sgittario
00martedì 27 marzo 2012 10:17
Voyager
Non so se alcuni di voi hanno seguito ieri sera l’ultima puntata di Voyager. Nell’ultimo servizio si è parlato appunto di alcuni misteri dell’Egitto in un riassunto di precedenti puntate dedicate all’argomento.
Volevo riportare alcuni fatti esplicati nella puntata di ieri sera perché richiamano, in parte, quanto da me espresso quì. Spero semplicemente di portare valore aggiunto alle vostre riflessioni in proposito.
Fra le varie cose menzionate ce ne sono due in particolare che, a mio parere, sono meritevoli di attenzione perché forniscono degli “indizi” molto importanti.
Avevo parlato di tunnel sotterranei che mettevano in comunicazione tutte le piramidi ed avevo preso a riferimento un tunnel lungo ben 7 km che pensavo, erroneamente, appartenesse alla tomba di Seti I. Ieri sera hanno confermato il tunnel di 7 km sotto una piramide a Saqqara, mentre parlavano della ipotesi dello ZED fatta da Mario Pincherle. Inoltre mi sono ricordato che, dallo stesso servizio completo effettuato alcuni anni fa, quel (quei) tunnel continuavano dietro delle porte ora chiuse. Sempre a proposito di tunnel, sotto la Piramide (tomba) di Seti I, sono scesi in un tunnel fino a 137 metri di profondità (ripercorrendo un servizio del 2009), senza trovarne ancora la fine.
La seconda cosa riguarda la squadratura dei blocchi. Non ricordo se l’ho detto qui o da un’altra parte, ma parlai della mia personale convinzione che fossero stati fatti con il laser.
Sempre in un servizio di alcuni anni fa e ripercorso in parte ieri sera, Giacobbo è salito con una scala sopra la camera del Re, dove ci sono dei piani bassi che, nelle intenzioni di Pincherle, rappresenterebbero la parte superiore dello Zed. Ebbene, c’è una scritta in uno di questi pieni che dice questo: i blocchi sono stati fatti con “Scalpelli di luce divina”.
Mia figlia di 15 anni che lo guardava con me ha detto: stanno cercando di capire come li hanno fatti e ce lo avevano scritto! Tutta il padre aggiungo io… [SM=g8149]
Gabrjel
00martedì 27 marzo 2012 10:59
Re: Voyager
sgittario, 27/03/2012 10.17:


Mia figlia di 15 anni che lo guardava con me ha detto: stanno cercando di capire come li hanno fatti e ce lo avevano scritto! Tutta il padre aggiungo io… [SM=g8149]




[SM=g8906]
Se troviamo la puntata direi di postarla.
[SM=g8861]

Sarebbe anche interessante avere una foto di questa scritta.
Gabrjel
00venerdì 6 aprile 2012 16:21
DOCUMENTARIO "IL CODICE DELLE PIRAMIDI"









sgittario
00sabato 7 aprile 2012 17:56
Buona ricerca Gabrjel, vedrai che piano piano cadranno altri muri... oltre quello di Berlino [SM=g27988]
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